MediaTra le opere pubbliche pensate e avviate durante la seconda Amministrazione di Sergio Zappella e portate a termine all’inizio del mandato di Renato Totis (che quei cantieri li aveva seguiti nei panni di assessore ai Lavori Pubblici) ce n’è una che coinvolge direttamente il polo scolastico di Casazza. Si tratta della realizzazione, particolarmente voluta dal gruppo di maggioranza ‘Orizzonte Comune’, di quello che è stato chiamato ‘Spazio Polis’.In pratica, si tratta dell’auditorium/spazio polivalente realizzato alle scuole Medie. Un luogo che si rivolge però non solamente al mondo scolastico casazzese, ma all’intera comunità (da cui deriva il nome scelto per lo spazio polivalente).I lavori per la realizzazione dello Spazio Polis sono ormai finiti e tutto è ormai pronto per lanciarlo. Già… ma cosa verrà fatto in questo spazio polivalente?Ecco che l’Amministrazione Totis ha chiamato a raccolta gruppi e associazioni del paese per discutere della questione.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post CASAZZA – Spazio Polis… cosa farne? L’Amministrazione chiama a raccolta le associazioni first appeared on Araberara.
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MediaErano state archiviate (per il momento, con lo scontento di Fratelli d’Italia), le manovre per la Provincia, dove il Presidente Pasquale Gandolfi, dopo le elezioni del nuovo Consiglio provinciale, è stato addirittura eletto Presidente dell’Unione di tutte le Province Italiane (UPI) e si sta battendo per spuntare più finanziamenti per questi enti e magari arrivare davvero a riportarle ai fasti del passato, con l’elezione diretta del Presidente. Le grandi manovre si sono spostate sui BIM.Ed era una corsa contro il tempo, essendo stata convocata l’assemblea dei sindaci sabato 1° marzo.Ma perché questo appuntamento non fosse rinviato “sine die” le liste e il programma andavano presentati sabato 22 febbraio.Qui la politica dei partiti bergamaschi è un unicum di dispetti e alleanze imprevedibili.La LEGA aveva in pectore il suo candidato: Massimo Scandella, assessore comunale di Rovetta, da cinque anni nel Cda attuale del Bim, dove Bim in questo caso sta per il “Consorzio del Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e Fiumi Brembo e Serio”. E alla fine l’ha spuntata. Almeno nell’indicazione di partito. Perché poi Scandella deve essere eletto dai sindaci,Fanno parte di questo BIM 122 Comuni della provincia di Bergamo più 4 Comuni della Provincia di Lecco. È diviso in varie zone. La zona 3 riguarda 16 Comuni della Val Seriana (Ardesio – Castione della Presolana – Clusone – Gandellino – Gorno – Gromo – Oltressenda Alta – Oneta – Parre – Piario – Ponte Nossa – Premolo – Rovetta – Valbondione – Valgoglio – Villa d’Ogna), la zona 4 riguarda 23 Comuni della Media e Bassa Valle Seriana (Albino – Alzano Lombardo – Aviatico – Bianzano – Casnigo -Cazzano S. Andrea – Cene – Colzate – Fiorano al Serio – Gandino – Gaverina – Gazzaniga – Leffe – Nembro – Peia – Pradalunga – Ranica – Scanzorosciate – Selvino – Spinone al Lago – Torre Boldone – Vertova – Villa di Serio).Ma supposto che tutti i Sindaci di queste zone votino Scandella, ci sarà il problema dei 41 sindaci della Val Brembana, dei 15 sindaci della Valle Imagna, dei 9 sindaci della Val S. Martino, dei 23 sindaci del basso Brembo: in tutto 88 voti di “orfani” di una guerra non dichiarata con altri 4 lecchesi fuori dai giochi.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post POLITICA – Bim del Serio e Parco delle Orobie, il vento dell’est: candidati Scandella e Tontini, ma c’è lo scontento brembano… I partiti indicano Massimo Scandella di Rovetta al Bim e Davide Tontini di Azzone al Parco. Ma il voto è incerto. Ecco perché first appeared on Araberara.
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MediaSono le 11 in punto di un sabato mattina di metà febbraio, Carla Zenti è una di quelle donne che non si ferma mai, ma tra un impegno e l’altro, trova una parentesi di tempo per raccontarmi la sua vita e la sua professione. Carla, che progetta gallerie, che ha 50 anni, una passione per la natura e gli animali e una carriera in un mondo professionale dove le donne sono qualcosa di… raro.“Prima di parlare di me – sorride Carla – ti direi che quando ho iniziato io un po’ di anni fa le donne in questo settore erano come mosche bianche. Le gallerie nascono principalmente con l’applicazione delle miniere e solo dalla fine del 1800 si è cominciato a pensarle sulle infrastrutture. Ebbene, in passato le donne in galleria portavano male, perché quando ci entravano era soltanto per recuperare il cadavere del marito morto”.Il percorso di studiInsomma un mondo complicato, ma che Carla ha affrontato con una passione immensa: “Il mio è un percorso abbastanza particolare, perché avevo iniziato con Ingegneria Gestionale, poi quando sono arrivata a dover sostenere gli esami di economia, mi sono resa conto che non faceva per me e quindi mi sono iscritta ad architettura. Solo che probabilmente nel DNA ero proprio ingegnere, tant’è che poi mi sono laureata in architettura, ma con un piano di studi molto vicino all’ingegneria. Ho fatto una tesi di sismica e geotecnica, un progetto che era in mano al Dipartimento di Ingegneria Strutturale affidato dopo il terremoto dell’Umbria e delle Marche del 1997; io mi sono laureata nel 2002 e la regione Marche aveva affidato questo studio per valutare la stabilità di tutte le sue strutture nel caso in cui si fosse verificato un altro sisma paragonabile a quello del 1997. Mi sono resa conto però che come architetto nessuno mi avrebbe dato da lavorare in campo geotecnico”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post Storie di Donne – ENDINE – Carla, che progetta gallerie: “Alle donne non è concesso alcun errore. Papà mi portava spesso in cantiere e un giorno mi regalò un caschetto giallo…” first appeared on Araberara.
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Media“Tra furti, tentati furti, mancati furti – nel senso che i ladri non hanno trovato nulla da rubare ma si sono sbizzarriti in vandalismi vari oppure sono scappati per il sopraggiungere di qualcuno – abbiamo contato ben 24 episodi nello scorso mese di gennaio. Davvero tanti, mi pare, e sicuramente in grado di alimentare la preoccupazione e la paura dei cittadini”.Il sindaco di Fiorano Andrea Bolandrina aveva tempestivamente ovviamente allertato i Carabinieri:“Devo riconoscere che i Carabinieri hanno fatto un grande lavoro: nonostante la carenza di personale ogni sera qualcuno di loro ha presidiato il territorio, insieme all’agente di polizia locale che abbiamo in convenzione con Cene. Ma visto che i furti e le segnalazioni continuavano, ho chiamato il sindaco di Gazzaniga Mattia Merelli e insieme abbiamo scritto al Prefetto chiedendo un colloquio. Cosa che ci ha concesso il 12 febbraio quando, nell’ambito del ‘Comitato Provinciale Ordine e Sicurezza Pubblica’, abbiamo avuto un incontro con lui, col Questore, col Comandante Provinciale della Guardia di Finanza e il Comandante Provinciale dei Carabinieri.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post FIORANO – GAZZANIGA – Il sindaco Bolandrina: “24 furti solo a gennaio. Ci hanno detto di caldeggiare l’installazione di sistemi di sicurezza in proprietà private” first appeared on Araberara.
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MediaRiceviamo e pubblichiamo l’intervento firmato da Paolo D’Amico, Rifondazione Comunista – Alto Sebino***Non tira una buona aria nel comprensorio dell’Alto Sebino. Lo dimostrano i dati della centralina, ora dismessa, di Costa Volpino. Nel corso del 2022 avrebbe indicato un verosimile sforamento per 50 giorni consecutivi dei limiti di Pm10. Conferma del preoccupante stato dell’aria è il dato aggiornato della Stazione di rilevamento di Darfo B.T. che indica all’11-2-2025 ben sette superamenti dei limiti Pm10 da inizio anno. L’ultima analisi disponibile di Arpa Lombardia sullo stato dell’aria 2023 recita: “(…) il numero consentito di giorni con concentrazione superiore ai 50 mg/m3 di Pm10 è stato superato nella maggior parte delle zone e degli agglomerati. L’Agglomerato di Bergamo, la Zona di Montagna e la Zona di Fondovalle hanno registrato un numero di giorni di superamento del valore limite inferiore ai 35 consentiti, registrando quindi un miglioramento rispetto al 2022, anno in cui solo la zona di Montagna rispettava il limite, e al 2021, anno in cui il superamento era diffuso in tutte le zone e gli agglomerati della Regione”. Insomma, negli anni c’è un lieve miglioramento, ma l’aria resta pessima.
Le nostre strade sono sempre più invase dal traffico pesante, dal pendolarismo verso le città, dallo sviluppo dell’affluenza turistica. Il lago svolge la funzione di camino che, tramite i venti termici, porta l’aria tossica della pianura Padana verso la valle.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post LOVERE – INTERVENTO – “Ampliamento produzione Lucchini? L’ultima parola spetta ai cittadini che vivono sul territorio” first appeared on Araberara.
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Le nostre strade sono sempre più invase dal traffico pesante, dal pendolarismo verso le città, dallo sviluppo dell’affluenza turistica. Il lago svolge la funzione di camino che, tramite i venti termici, porta l’aria tossica della pianura Padana verso la valle.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post LOVERE – INTERVENTO – “Ampliamento produzione Lucchini? L’ultima parola spetta ai cittadini che vivono sul territorio” first appeared on Araberara.
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MediaNon si è spenta la polemica sul costo dei parcheggi e soprattutto sul fatto che chi attiva una tessera di abbonamento poi si vede escluso il posto auto pagato il sabato e la domenica, costretto ad andare a cercarsi un parcheggio altrove, pur avendo pagato per averlo a disposizione tutto l’anno.La seconda patata bollente resta quella della collocazione del punto raccolta rifiuti, contestato per dove verrà realizzato, nei pressi del Lido Nettuno, vicino ai Cantieri Riva (i cui responsabili non hanno gradito). È stata convocata una riunione della Commissione Sviluppo e Territorio e della Commissione Urbanistica a inizio febbraio, riunioni convocate dal Responsabile di Servizio e non dai Presidenti della Commissioni stesse. Il consigliere di opposizione del centrodestra Domenico Nucera ha contestato tali convocazioni ritenendole illegittime nella forma (per chi firma la convocazione) e nella sostanza (non prevede un’alternativa alla collocazione in quella zona. In merito l’ex sindaco Giorgio Bertazzoli propone di rinunciare al finanziamento e al progetto lasciando in proroga la piazzola ecologica “dov’è ormai tra 30 anni”, prendendosi il tempo per individuare un’altra collocazione.E adesso arriviamo alla terza ragione del contendere tra maggioranza e opposizioni (due, in quanto, lo ricordiamo, Bertazzoli è uscito dal “centrodestra” e dalla Lega e fa gruppo a sé).Viene soppresso il reparto Alzheimer nella Casa di Riposo “Faccanoni”. Non parliamo di soppressione di un progetto, ma proprio di un reparto che, come racconta l’ex Presidente del Cda Umberto Bortolotti “era già pronto e inspiegabilmente non lo aprono”. Fotografiamo la situazione fino al momento delle elezioni che hanno portato al comando di Sarnico l’attuale sindaco Vigilio (Ghigo) Arcangeli che ha azzerato da subito il Cda della Casa di Riposo richiamando a dirigerlo Giuseppe Mazza che ha provveduto da subito a liberarsi di “Direttore generale” e anche “Direttore sanitario”, ambedue le figure sostituite. Ma torniamo al caso Alzheimer e sentiamo la ricostruzione dei fatti dell’ex presidente del Cda Umberto Bortolotti, nominato a fine 2019 e restato in carica fino alle ultime elezioni amministrative.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post SARNICO – Il caso Alzheimer, reparto cancellato: “80 mila euro restituiti al donatore”. L’ex Presidente Bortolotti: “Il reparto era pronto. Non solo il bilancio della Casa di Riposo non ne avrebbe risentito, ma ne avrebbe beneficiato” first appeared on Araberara.
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MediaMargherita Brandi viene dalla Toscana, dov’è nata a Montevarchi, in provincia di Arezzo, nella cui squadra ha iniziato il suo percorso sportivo: “Ero una ragazzina molto determinata fin da allora, mi ero subito fissata l’obiettivo di arrivare a giocare ad alti livelli”.Infatti la sua determinazione e il suo impegno la portano ben presto a bruciare le tappe: “Venni selezionata per le provinciali, poi per le regionali e infine per le nazionali in cui militano le migliori squadre giovanili italiane”.Da lì a passare al Conegliano il passo è stato relativamente breve: “Avevo solo 14 anni, ma per inseguire il mio sogno non esitai a trasferirmi in Veneto, dove il Conegliano, appunto, era una delle migliori società d’Italia a livello giovanile. Con questa squadra giocammo sempre solo semifinali ed alla fine approdammo all’under-19, categoria nella quale vincemmo lo scudetto”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post VOLLEY – COSTA VOLPINO – Margherita Brandi, dalla Toscana a Costa Volpino: “Sono sempre stata molto determinata, ora affronteremo le ‘big’ e ogni partita sarà una battaglia” first appeared on Araberara.
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MediaÈ una trottola, la giornata piena, corre sul filo del minuto perso o guadagnato. Insomma, Paolo Franco, assessore regionale “alla Casa e Housing Sociale”, va di fretta e lo si avverte anche nella foga di raccontare quello che bolle in pentola.Lunga passione politica (“a 16 anni ero nella Commissione servizi sociali nel mio paese, a Colzate”) poi partecipa alla prima avventura amministrativa a Cene, eletto con altri quattro amici in minoranza, in opposizione alla Lega (Cene è stato il primo Comune conquistato in Italia dalla Lega di Bossi), ma con una lista di centrodestra.Milita in Alleanza Nazionale di cui diventa, giovanissimo, coordinatore di zona. Passa al Pdl e anche per il partito che fonde Forza Italia e Alleanza Nazionale è responsabile di zona. La passione per la politica la eredita dalla mamma (in Consiglio comunale a Vertova) e dallo zio (a Gandino). Poi molti incarichi, soprattutto in Uniacque.Quando si candida alle Regionali nel 2018 la prima volta viene eletto nelle liste di Forza Italia e raccoglie più di 5 mila voti. Il passaggio temporaneo in Forza Italia lo spiega: “Ho sempre militato in Alleanza Nazionale. Ma Fini se n’era andato dal Pdl per motivi personali. Non lo abbiamo seguito. Io poi avevo qualche perplessità, non avevo la preoccupazione dei numeri piccoli, ma quella del vedere molti annichiliti sulla nostalgia di chi ha portato da solo la bandiera nel deserto. Per me è un valore aggiunto se ci sono le radici di una pianta, si può crescere, se ci si attorciglia su cose nostalgiche non mi appartiene”.Fratelli d’Italia è un partito nuovo, sembra mettere radici e Paolo ci entra e viene votato a valanga ancora per la Regione, più di 8 mila preferenze. È la Giunta che decideCominciamo dai rapporti interni alla maggioranza. Dall’esterno uno può dire, la Lega governa la Lombardia. I rapporti numerici sono cambiati nell’elettorato, ma i rapporti di forza nella maggioranza restano quelli? “I rapporti, nel quadro della progettualità lombarda, sono ottimi. Sulle cose da fare siamo in sintonia, anche sulla suddivisione dei ruoli, in base al peso degli assessorati. La tua domanda deve tener conto della storia di questo movimento, la Lega, passato da zero a gestire da solo i Comuni, adesso fa fatica, e noi cerchiamo di farlo capire, non può continuare a farlo da solo. A livello di Regione Lombardia così oggi non è più e magari personalmente posso fare un po’ fatica su Milano, ma sul territorio di Bergamo no, cito solo il finanziamento ai Prati Mini di Clusone, per l’Ospedale di Alzano, ai Mondiali di Schilpario, interventi che hanno avuto il mio appoggio e in alcuni casi la mia forzatura. Il peso è nel voto di Giunta. C’è da chiarire un punto, i sottosegretari di una Regione non sono quelli del Governo centrale, non hanno diritto di voto in Giunta e se non voti è come un cardinale che è fuori dal Conclave. Come assessori bergamaschi in Giunta, siamo la Terzi ed io, con una differenza, io sono stato eletto, lei è stata nominata, sul territorio questo ha un peso specifico, se non avessi più la delega del Presidente, resterei in Consiglio Regionale, questo senza fare contrapposizione, solo per far capire i meccanismi in Giunta”. Quanti assessori ha Fratelli d’Italia in Giunta sui 16 complessivi?“Sei, fammi contare, mi pare sei o sette. Ma attenzione al peso degli assessorati. Bertolaso, nominato dal Presidente ma non in quota Lega, porta via il 74% del peso di bilancio. Poi il secondo assessorato per importanza è quello dell’agricoltura, poi c’era la Terzi ma il suo assessorato è stato diviso in due, per cui a lei vanno le infrastrutture ma i trasporti sono di Lucente. Al terzo posto arriva la Casa ma solo perché il sottoscritto è andato a prendersi 1 miliardo e 570…”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post I CONSIGLIERI REGIONALI/5 – Paolo Franco: “In Giunta si decide e io porto i bisogni della bergamasca. Il mio Piano Casa per gli operai e le nuove coppie. Fratelli d’Italia c’è, anche in provincia” first appeared on Araberara.
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MediaPrima di tutto la conferma che ci arriva dal ministero: le elezioni amministrative si faranno, dovrebbe essere domenica 11 maggio (o la domenica successiva), la data non è ancora stata definita. Non solo molti i Comuni in scadenza: 117 in tutto nelle Regioni a statuto ordinario (ma in Trentino-Alto Adige ad es. sono ben 268 i Comuni al voto). In Lombardia sono solo 14 (su un totale di 1.502 comuni lombardi) e in bergamasca, ad oggi (perché, se un Comune va in crisi entro il 24 febbraio, viene aggiunto all’elenco) solo 2, Canonica d’Adda e Castione della Presolana (in provincia di Brescia solo 1, S. Felice al Benaco).Si susseguono le riunioni, alcune pubbliche come quelle indette dal trio Tiziano Tomasoni, Sergio Rossi e Danilo Tomasoni il 7 e il 13 febbraio dove si è parlato di programmi, ma i 3 hanno detto che nelle loro intenzioni non ci sarebbe una lista elettorale, ma solo discutere delle cose di cui Castione avrebbe bisogno: una Casa di Riposo, cosa fare degli edifici delle ex scuole, della ex Colonia Dalmine, la carenza dei medici di base, un nuovo ufficio delle poste, la questione della depurazione del Pora e l’isolamento di Castione rispetto agli enti comunitari.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post CASTIONE – “Ben venga maggio…”: Elezioni confermate. Lo scontro sarà tra “Fabiani” e “aquilotti”. Il trio che fa incontri ma non fa la lista, gli angeliani ancora orfani first appeared on Araberara.
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Mediadi Luca MarianiUna lacrima scivola via dall’occhio sinistro. È pesante ma limpida e si sdraia in silenzio nella prima ruga. «Sono contento che ne abbiamo parlato. Era da un po’ che non lo facevo. Mi commuove sempre anche se non voglio.» Quando Alfredo Zanotti riesce a far rivibrare le sue corde vocali, la bocca prende l’onda di un liberatorio sorriso e la lacrima si butta sulla guancia sbarbata. «I primi due anni capitava spesso di parlarne, soprattutto a chi era morto il fratello, la mamma, la sorella o il papà. Adesso c’è ancora qualcuno che ti chiede, ma è scemata. Abbiamo smesso di parlarne anche con chi l’ha vissuta.»Capelli bianchi, battuta pronta e lo sguardo simpatico di chi ama stare con le persone. Alfredo nel 2020 ha quasi 63 anni e la sua vita è messa in pericolo dal Coronavirus: «Era già qualche giorno che sentivo di non stare bene.» Sono i primi giorni di febbraio. Alfredo sta finendo il trasloco della sua Autocenter dalle Fiorine, alla nuova sede in via Alcide De Gasperi a Rovetta e in Italia si parla del Covid come un’influenza solo un po’ più grave. Così continua a lavorare fino a mercoledì 12: «Ho provato la febbre e ne avevo 38,8. Allora mi sono chiuso in camera, in isolamento, nella mia casa di Gromo.» I giorni passano, ma la febbre no. Anzi la difficoltà a respirare diventa sempre più evidente e preoccupante. «La mia dottoressa veniva a vistarmi e voleva darmi l’ossigeno, ma le bombole erano già introvabili.» Intanto la situazione del contagio è ormai sfuggita al controllo. L’allora premier Giuseppe Conte ha dichiarato l’inizio del primo lockdown. Così il 13 marzo il gromese classe ’57 viene ricoverato all’ospedale di Esine. «La prima settimana è stata dura. Non lo hanno mai fatto, ma un paio di volte ho sentito che discutevano se intubarmi o no. Poi pian piano ho ripreso coscienza.» La ripresa delle capacità celebrali è accompagnata anche da una, seppur minima, attività fisica: «Dopo un paio di settimane già camminavo nel reparto. Non mi lasciavano se no sarei uscito. Mi dicevano: “sei quello che sta meglio di tutto l’ospedale”. E allora dicevo: “dimettetemi!” Mi sembrava di stare bene ma non ero ancora a posto. Avevo ancora l’ossigeno attaccato. Non avevo più il casco, ma la mascherina.» Il personale continua a monitorare pressione e saturazione di Alfredo e non smette di dirgli che la sua ripartenza abbastanza veloce è merito del fisico allenato: «Ho sempre fatto bici e sci di fondo. Questo mi ha aiutato tanto. Ce ne erano tanti più giovani di me che erano messi proprio male. Quando io sono stato dimesso loro erano ancora lì.»ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIO The post GROMO – Alfredo, 5 anni dopo il Covid: “Il ricovero a Esine, ho visto morire tre compagni di stanza, sono stato fortunato. Ho ripreso ad andare in bicicletta e sciare ma…” first appeared on Araberara.
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Sergio RossiFino all’inizio degli anni ’70 chi passava per via Vittorio Emanuele, la via centrale di Castione, poteva leggere in alto sulla facciata del vecchio asilo la scritta “Vogliamo vendicare il sangue innocente di Battaglia Terzo”. Nessuno fino alla demolizione dello stabile ha mai voluto toccare quelle parole inquietanti, scritte in vernice rosso sangue che richiamavano un evento sconvolgente avvenuto in un periodo storico in cui si poteva ben dire “pietà l’è morta”. Parole di ammonimento e di riscatto.La demolizione dell’edificio ha eliminato quella scritta, ma non per questo il tragico episodio di cui dava testimonianza deve essere rimosso dalla memoria collettiva. Tagliando le radici, l’albero muore, così come cancellando il passato si diventa vuoti, canne al vento.Era il 18 di febbraio del 1945; quel giorno, dopo aver sistemato le sue bestie, Battaglia Terzo tornava dalla cascina di Rumentareck per raggiungere a casa la moglie Emilia e i suoi tre figlioli ancora in tenera età: Pierino, Adriano e Tullio. Portava loro anche del latte, indispensabile per una cena che a quei tempi non poteva che essere molto frugale. Era accompagnato da un amico, Angelo Ferrari che tutti chiamavano Lilo.MediaIn quel periodo oscuro quasi tutti gli uomini giovani mancavano dal paese, molti erano prigionieri nei lager tedeschi, e chi viveva a Castione conduceva una magra vita di sopravvivenza in mezzo alle restrizioni e ai pericoli della guerra e della occupazione. Terzo probabilmente si considerava fortunato per essere ancora a casa e per sostenere con il suo lavoro, la famiglia, sperando che la maledizione della guerra potesse presto finire.Sulla via del ritorno verso casa, Terzo prende un sentierino per scendere verso l’Agro, probabilmente per evitare brutti incontri. Si sapeva infatti che nella zona erano in corso rastrellamenti delle brigate nere. Tuttavia e disgraziatamente il brutto incontro avviene. Dopo aver superato la località “Sorte”, giunti in prossimità della fontana situata nei pressi dell’incrocio tra via Sorte e lo stradone (attuale via Agro) Terzo e Lilo vengono fermati da una squadra di fascisti. All’intimazione dell’alt, Lilo alza immediatamente le mani. Terzo porta una mano allo zaino come per volere mostrare il povero contenuto; il breve movimento viene subito interrotto dai colpi di arma da fuoco. Terzo, colpito anche alla testa, cade a terra esanime. La squadra di fascisti si dirige poi verso Castione trascinando con sé Lilo, che viene colpito ripetutamente con il calcio del fucile fino a farlo stramazzare a terra.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post I PERSONAGGI/3 – Terzo Battaglia, ucciso dai fascisti mentre portava il latte ai suoi bambini first appeared on Araberara.
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MediaLa questione Lucchini tiene banco a Lovere. Favorevoli, contrari, incontri e qualche scontro. Ma la sensazione è che si vada verso l’ampliamento della produzione richiesto dall’azienda, sulla carta L’Ago di Lovere è contrario, possibilista Lovere Domani che sta avendo incontri insieme al Comune di Castro con la dirigenza Lucchini per ‘trattare’ una contropartita che possa andare bene a tutti, in sostanza la viabilità va sistemata e al più presto e questo potrebbe voler dire anche una nuova rotonda in una zona nevralgica come quella delle piscine. Rifondazione intanto, che, sempre sulla carta appoggia Lovere Domani, non sembra però favorevole (pubblichiamo qui un intervento di Paolo d’Amico). Facciamo il punto. Il primo maggio scorso Lucchini ha inaugurato il nuovo laminatoio, investimento da 80 milioni di euro, e ora è pronto un nuovo investimento che supera gli undici milioni di euro che andrà a creare una nuova linea produttiva, che vuo9l dire nuovi spazi, nuovi capannoni. I vertici di Lucchini stanno trattando con il Comune di Lovere, con il Comune di Castro, con la Provincia di Bergamo e con l’Arpa per l’ampliamento della produzione.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post LOVERE – La trattativa Lucchini – Comuni e Provincia, il nodo è la viabilità, ampliamento da 3700 metri quadri, costo 11 milioni di euro first appeared on Araberara.
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Media“Nel sottopasso della stazione ci sono delle persone che dormono la notte, chi prende il treno la mattina presto deve passare in mezzo a questi alloggi di fortuna, mi spiace per chi si trova in questa situazione, ma in questo modo viene a mancare la sicurezza per i pendolari”, è uno dei messaggi che si legge sul gruppo Facebook Sei di Grumello se.Abbiamo chiesto al sindaco Floriano Caldara di spiegarci quale è la situazione: “Siamo a conoscenza di quanto accade e ci siamo già attivati con le segnalazioni del caso agli organi competenti. A gennaio era stato fatto un sopralluogo congiunto della polizia locale con le Ferrovie per la bonifica dell’ex magazzino, dove ci sono rifiuti da rimuovere, ma anche per danneggiamenti alla rete metallica e alla struttura stessa oltre alla presenza di persone, che vengono identificate e segnalate. Insomma, ci stiamo muovendo con gli strumenti che abbiamo a disposizione”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post GRUMELLO DEL MONTE – “Nel sottopasso della stazione ci sono persone che dormono la notte”, il sindaco: “Ci siamo già attivati” first appeared on Araberara.
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Media“Non poteva andare meglio di così, anche se francamente la ‘Carletta’, proclamata ‘regina della Fiera delle Capre’ ad Ardesio, non è propriamente la mia preferita. Qualche premio me lo aspettavo, ma non avrei mai pensato che il giudice Stefano Giovenzana avrebbe scelto Carletta come regina…Mah, tutti i gusti sono gusti e i giudici ovviamente ne sanno più di me, per cui adesso posso solo essere contentissima di questo riconoscimento, insieme al mio compagno Alex che condivide la mia passione per questi animali”.Così Tania Capitanio, 33 anni, la cui azienda a Cene ha una lunghissima tradizione e non si occupa solo di capre:“Quella è ‘la passione dei matti’, come si dice, cioè la mia passione, ma come famiglia alleviamo soprattutto vacche, se ne occupano soprattutto i miei genitori che commerciano bestiame da generazioni, vendendo vacche da vita e vacche di fine carriera destinate al macello. Io invece preferisco le capre, che sono bestie più autonome e intelligenti, le femmine le tengo per la riproduzione e la rendita viene solo dai capretti che vengono richiesti per le feste pasquali e vengono venduti quando hanno raggiunto il peso-standard di 8/10 chili”. Una passione che Tania condivideva col fratello Dario, purtroppo venuto a mancare anni fa per un incidente stradale:“E’ alla sua memoria che ogni anno organizziamo una Fiera delle Capre anche qui in Val Rossa, manifestazione che Dario aveva fortemente voluto ed alla quale teneva moltissimo. Purtroppo l’anno scorso, a causa della lingua blu ed al conseguente blocco di tutte le manifestazioni legate al bestiame, non abbiamo potuto realizzarla, anche se le mie bestie fortunatamente sono risultate negative a tutti i controlli del caso anche in vista della Fiera di Ardesio.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post CENE – La ‘Carletta’ incoronata regina della Fiera delle Capre ad Ardesio – L’allevatrice Tania, 33 anni: “Dicono che la mia è la passione dei matti. Le mie bestie mi danno fatica ma anche tanta soddisfazione” first appeared on Araberara.
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MediaSerra clandestina di marijuana, è per questo che sono stati arrestati due giovani albanesi.Nella notte tra il 19 e il 20 febbraio, i Carabinieri della Tenenza di Zingonia, con il supporto dei militari della Stazione di Osio Sotto, hanno arrestato due cittadini albanesi per reati legati alla coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti.Gli arrestati sono due albanesi incensurati: Q.J., 19 anni, senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale e I.F., 28 anni, domiciliato a Verdellino, impiegato nel settore della ristorazione.L’operazione è scattata nella tarda serata del 19 febbraio, quando i militari hanno fatto irruzione in un edificio bifamiliare apparentemente disabitato in via Monte Grappa a Boltiere. Alla vista dei Carabinieri, tre individui che erano all’interno hanno tentato la fuga lanciandosi da una finestra al primo piano. Dopo un breve inseguimento a piedi, i Carabinieri sono riusciti a bloccare Q.J., mentre I.F. è riuscito a fuggire a bordo di un’auto intestata a suo nome, ma le immediate ricerche seguenti hanno consentito ai Carabinieri di rintracciarlo subito dopo presso la sua abitazione.L’intervento dei Vigili del Fuoco di Dalmine ha permesso di forzare le vie di accesso all’immobile, all’interno del quale sono state scoperte serre artigianali perfettamente attrezzate con impianti di illuminazione e aerazione. La successiva perquisizione ha portato al sequestro di:30 kg di marijuana essiccata, suddivisa in dosi e conservata in barattoli;6 kg di foglie di marijuana fresche;460 piante di cannabis alte tra i 60 e gli 80 cm;500 grammi di hashish;materiale per la coltivazione e il confezionamento, tra cui lampade al neon e fertilizzanti.Sul posto è intervenuto anche personale tecnico di Enel, che ha riscontrato un allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica per alimentare le serre. I due dovranno rispondere anche di furto aggravato di energia elettrica.A seguito della caduta durante il tentativo di fuga, Q.J. è rimasto ferito ed è stato immediatamente trasportato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove è stato piantonato fino alle dimissioni avvenute nella mattinata successiva.A seguito dell’interrogatorio di convalida il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bergamo disponeva per il 19enne appena giunto in Italia gli arresti domiciliari presso l’abitazione di alcuni suoi familiari, mentre per il 28enne veniva disposta la custodia cautelare in carcere a Bergamo.Leggi tutte le notizie su www.araberara.itThe post Serra clandestina di marijuana, arrestati due giovani albanesi first appeared on Araberara.
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Cinque anni fa l’inizio dell’incubo Covid. Araberara proprio in occasione di questo anniversario ha deciso di raccontare le storie di chi ce l’ha fatta. Qui vi lasciamo l’intervista di Giacomo di Premolo, altre storie le trovate sul numero in edicola dal 21 febbraio e proseguiremo anche su quello che sarà in edicola il 7 marzo.***di Luca Mariani«Era dodici anni che non facevo un giorno di malattia. Pensavo di non ammalarmi. Pensavo fosse solo poco più di un’influenza. Ero tranquillo perché dicevano colpisse gli anziani o le persone già malate. Mi sembrava un po’ esagerato quello che si stava facendo tra lockdown, mascherine e distanziamento.» Fino ad inizio marzo del 2020 Giacomo Benzoni è al lavoro, è l’elettricista della Radici group di Villa d’Ogna. Ha 52 anni e il fisico sano di chi ama camminare in montagna, alla ricerca di funghi o per respirare l’aria pura che gli serve per suonare il suo clarinetto.Però la sera di giovedì 12 marzo torna a casa dopo il turno in fabbrica e ha più di 38 di febbre. La moglie Manuela, da buona operatrice socio-sanitaria, organizza subito la camera matrimoniale isolata per lui. Però nella notte tra martedì e mercoledì inizia ad avere grosse difficoltà a respirare: «La mattina dopo è arrivata la Croce rossa qui a casa a Premolo.» Racconta Manuela, seduta dirimpetto a Giacomo, avvolto nella felpa nera della Juventus, che conferma di non ricordarsi bene di quei giorni: «La prima volta che l’ho chiamata e mi hanno risposto che non c’era nessun posto né per venire a prenderlo, né come posti letto. Io ero sconcertata. Ho richiamato e mezz’ora dopo è arrivata. Non sapevano dove portarlo. Aveva solo 55 di saturazione, pensavano morisse, anche se non l’hanno detto.»Così Giacomo viene portato all’ospedale di Piario. «È stato messo dove di solito c’è il parcheggio delle ambulanze, all’ingresso del Pronto soccorso. Lì avevano creato dieci posti letto per l’emergenza. Quella sera abbiamo fatto una videochiamata e sembrava stesse meglio rispetto alla mattina. Però era quello con la saturazione più bassa. Il giorno dopo mi ha scritto un messaggio incomprensibile, si vede che gli arrivava proprio poco ossigeno al cervello. Parlando con il personale sanitario poi ho capito che gli avevano messo il casco e non avrebbe più parlato con me, avrei dovuto contattare i dottori.» Allora la moglie il giorno seguente chiama l’ospedale negli orari consentiti, dalle 12.30 alle 14.30. Ma le notizie non sono buone: «Mi hanno detto che non era stabile e l’avrebbero intubato. Se non c’era Piario, Giacomo Benzoni non sarebbe qui. Il sabato sera, poi, la dottoressa mi ha chiamato e mi ha detto che non riuscivano a mantenere la pressione e che il primo posto che avrebbero trovato sarebbe stato per lui. Io ho risposto che saremmo andate avanti a pregare.»Da quel momento Manuela dorme sempre sul divano, con la paura che il telefono squilli per comunicarle che il marito non ce l’ha fatta. E lunedì 23 marzo il cellulare suona, ma per fortuna Giacomo non è morto: «Il dottore mi ha detto che avevano trovato un posto a Vimercate. È stato intubato e sedato per undici giorni. Lì ogni giorno è sempre migliorato.»Dopo una settimana, i medici dell’ospedale brianzolo provano a diminuire la sedazione a Giacomo e gli applicano la tracheotomia. Ma quel lento ritorno alla coscienza per Giacomo non è facile: «Avevo gli incubi. Continuavo a vedere che mia moglie era stata uccisa, che le avevano sparato.» Così l’anestesista chiama Manuela e sentendo la voce della moglie e delle due figlie, il clusonese residente a Premolo si tranquillizza. «Quando mi sono visto tutto legato, mi sono agitato, ho provato a strappare tutto.» Racconta Giacomo senza retorica o enfasi, con il sorriso sereno di chi sa che il buio è un ricordo passato. «I giorni peggiori sono stati quelli qui a casa. Poi anche in terapia intensiva, dal 30 marzo, da quando ero cosciente non mi passavano le giornate. Per quasi 15 giorni ero immobile nel letto. Da solo, giorno e notte non passavano. Ho imparato a memoria tutti i segni…
MediaQuesta mattina, lunedì 24 febbraio, attorno alle 7:30 ad Azzone in Val di Scalve si è verificato un infortunio sul lavoro. L’incidente è avvenuto all’interno della Segheria Bettoni dove uno dei tre soci, di 73 anni, è rimasto ferito al braccio mentre lavorava con una sega circolare che si sarebbe inceppata. Sul posto sono arrivate due ambulanze, un’automedica e l’elisoccorso proveniente da Bergamo. Il 73enne è stato trasportato al San Gerardo di Monza in codice giallo, dove è stato operato. Sono giunti anche i Carabinieri della Compagnia di Clusone e Ats Bergamo.Leggi tutte le notizie su www.araberara.itThe post Azzone, infortunio sul lavoro: 73enne in ospedale first appeared on Araberara.
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È stato dato il via oggi a Casnigo, nell’ambito del progetto complessivo della Provincia di Bergamo finanziato dal Ministero del Turismo, alla rete enogastronomica Smart Orobie. La presentazione, al Minuscoli Store di via Lungo Romna, è stata a cura dell’associazione Orobiestyle, alla presenza di numerosi ristoratori della fascia prealpina e alpina della Bergamasca e dei rappresentanti degli enti e delle associazioni coinvolti in Smart Orobie.
«Quest’azione – è stato spiegato – punta a rilanciare il territorio delle Orobie Bergamasche quale destinazione smart e green. In particolare è indirizzata al nomade digitale, a chi si sposta con facilità da un punto all’altro del globo, vi resta per un periodo prolungato e richiede per lavoro e non soltanto di restare connesso con i moderni sistemi di comunicazione».
Orobiestyle si sta concentrando sul settore dell’enogastronomia per creare appunto, insieme ai ristoratori, una rete di professionisti che sposano la filosofia della carta dei servizi che unisce i criteri di East Lombardy (cultura di un cibo sano, sostenibile e che rispetta la biodiversità) e di «Bergamo Città dei Mille… sapori», marchio di qualità della Camera di Commercio per una cucina locale genuina e certificata.
In Smart Orobie, oltre a Orobiestyle e alla Provincia sono coinvolti i Gal Gruppo azione locale Presolana e laghi bergamaschi, Valle Brembana, Colli di Bergamo e del Canto Alto, PromoSerio e VisitBergamo. Hanno infatti portato il loro saluto Silvia Ferri (presidente di Orobiestyle), Gloria Cornolti (responsabile dei Servizi Sviluppo territoriale, Ufficio Europa,
Pari opportunità, Turismo e Sport e Cultura della Provincia di Bergamo Settore Pianificazione e Sviluppo), Christophe Sanchez (amministratore delegato e Ceo di VisitBergamo), Ernesto Azzarini (membro del Consiglio di amministrazione del Gal Presolana e Laghi bergamaschi), Oscar Fusini (direttore generale di Ascom Confcommercio Bergamo), Marco Migliorati (presidente di PromoSerio) e Carlo Sereni (NT Next di Bergamo).
Tra le azioni rivolte ai ristoratori, prima di tutto formazione, a cominciare da sei giornate di alta qualità. Il 10 marzo a Villa Neuchatel di Fino del Monte con una masterclass dello chef stellato Chicco Cerea. Poi il 7 aprile al Circolino in Città Alta, a Bergamo, con Valentina Bergamin, raccontastorie di formaggio, maître fromager, consulente e Miglior assaggiatrice d’Italia 2019. Il 5 maggio a Oltressenda Alta Contrada Bricconi si svelerà nel racconto di Giacomo Perletti e dello chef Michele Lazzarini. Il 16 giugno una masterclass al Gsi Lab di Nembro con Carlo Beltrami, vincitore della quinta edizione della trasmissione televisiva Bake Off Italia e dello Speciale Stelle di Natale nel 2018. Il 22 settembre, di nuovo al Circolino in Città Alta, sarà il fotografo Matteo Zanardi a guidare i partecipanti nel mondo della comunicazione e del marketing. Infine, a Villa Neuchatel a Fino del Monte, il 13 ottobre sarà la volta dello chef e conduttore televisivo Andrea Mainardi.Media
A Casnigo è stata presentata anche la Carta dei servizi, messa a punto con Giacomo Perletti e Michele Lazzarini di Contrada Bricconi. Viene richiesto l’impegno a lavorare per lo sviluppo delle Orobie come destinazione sostenibile, autentica, genuina e aperta all’innovazione. In particolare, appunto come prevede la cornice di Smart Orobie, all’accoglienza del nomade digitale. Prevede come requisiti di adesione l’acquisto di prodotti di East Lombardy o del marchio di qualità “Bergamo Città dei Mille… sapori” della Camera di Commercio. Ma anche di disporre di una rete wi-fi per la clientela, di offrire la possibilità di piatti da asporto con l’impiego di packaging fornito da Smart Orobie, inserire a menù il
piatto tipico della rete, a base di polenta e formaggio locale, o con ingredienti a km zero. Una dimostrazione è stata portata dagli insegnanti e dagli allievi della sede di Clusone di Abf-Azienda bergamasca formazione, presenti insieme alla dirigente Annalisa Riva.
Ancora, a chi aderirà alla rete Smart Orobie verrà…
«Quest’azione – è stato spiegato – punta a rilanciare il territorio delle Orobie Bergamasche quale destinazione smart e green. In particolare è indirizzata al nomade digitale, a chi si sposta con facilità da un punto all’altro del globo, vi resta per un periodo prolungato e richiede per lavoro e non soltanto di restare connesso con i moderni sistemi di comunicazione».
Orobiestyle si sta concentrando sul settore dell’enogastronomia per creare appunto, insieme ai ristoratori, una rete di professionisti che sposano la filosofia della carta dei servizi che unisce i criteri di East Lombardy (cultura di un cibo sano, sostenibile e che rispetta la biodiversità) e di «Bergamo Città dei Mille… sapori», marchio di qualità della Camera di Commercio per una cucina locale genuina e certificata.
In Smart Orobie, oltre a Orobiestyle e alla Provincia sono coinvolti i Gal Gruppo azione locale Presolana e laghi bergamaschi, Valle Brembana, Colli di Bergamo e del Canto Alto, PromoSerio e VisitBergamo. Hanno infatti portato il loro saluto Silvia Ferri (presidente di Orobiestyle), Gloria Cornolti (responsabile dei Servizi Sviluppo territoriale, Ufficio Europa,
Pari opportunità, Turismo e Sport e Cultura della Provincia di Bergamo Settore Pianificazione e Sviluppo), Christophe Sanchez (amministratore delegato e Ceo di VisitBergamo), Ernesto Azzarini (membro del Consiglio di amministrazione del Gal Presolana e Laghi bergamaschi), Oscar Fusini (direttore generale di Ascom Confcommercio Bergamo), Marco Migliorati (presidente di PromoSerio) e Carlo Sereni (NT Next di Bergamo).
Tra le azioni rivolte ai ristoratori, prima di tutto formazione, a cominciare da sei giornate di alta qualità. Il 10 marzo a Villa Neuchatel di Fino del Monte con una masterclass dello chef stellato Chicco Cerea. Poi il 7 aprile al Circolino in Città Alta, a Bergamo, con Valentina Bergamin, raccontastorie di formaggio, maître fromager, consulente e Miglior assaggiatrice d’Italia 2019. Il 5 maggio a Oltressenda Alta Contrada Bricconi si svelerà nel racconto di Giacomo Perletti e dello chef Michele Lazzarini. Il 16 giugno una masterclass al Gsi Lab di Nembro con Carlo Beltrami, vincitore della quinta edizione della trasmissione televisiva Bake Off Italia e dello Speciale Stelle di Natale nel 2018. Il 22 settembre, di nuovo al Circolino in Città Alta, sarà il fotografo Matteo Zanardi a guidare i partecipanti nel mondo della comunicazione e del marketing. Infine, a Villa Neuchatel a Fino del Monte, il 13 ottobre sarà la volta dello chef e conduttore televisivo Andrea Mainardi.Media
A Casnigo è stata presentata anche la Carta dei servizi, messa a punto con Giacomo Perletti e Michele Lazzarini di Contrada Bricconi. Viene richiesto l’impegno a lavorare per lo sviluppo delle Orobie come destinazione sostenibile, autentica, genuina e aperta all’innovazione. In particolare, appunto come prevede la cornice di Smart Orobie, all’accoglienza del nomade digitale. Prevede come requisiti di adesione l’acquisto di prodotti di East Lombardy o del marchio di qualità “Bergamo Città dei Mille… sapori” della Camera di Commercio. Ma anche di disporre di una rete wi-fi per la clientela, di offrire la possibilità di piatti da asporto con l’impiego di packaging fornito da Smart Orobie, inserire a menù il
piatto tipico della rete, a base di polenta e formaggio locale, o con ingredienti a km zero. Una dimostrazione è stata portata dagli insegnanti e dagli allievi della sede di Clusone di Abf-Azienda bergamasca formazione, presenti insieme alla dirigente Annalisa Riva.
Ancora, a chi aderirà alla rete Smart Orobie verrà…
MediaCinque anni fa l’inizio dell’incubo Covid. Araberara proprio in occasione di questo anniversario ha deciso di raccontare le storie dei sopravvissuti. Qui vi lasciamo l’intervista di don Armando, ex parroco di Parre, mentre altre storie le trovate sul numero in edicola dal 21 febbraio e proseguiremo anche su quello che sarà in edicola il 7 marzo.Altre storie:La storia di Giacomo di Premolo***È il 2020. È la fine di febbraio. Sono i giorni del carnevale e don Armando Carminati è impegnato con le attività sacre e i festeggiamenti in maschera: «La domenica ero a Lovere per il ritiro dei cresimandi. Non mi sentivo bene infatti quando sono arrivato a casa ho provato la febbre e ne avevo 40. Quel giorno ai volontari dell’oratorio ho detto di fare lo stesso la festa anche se già c’era la paura per il coronavirus.» Dopo un paio di giorni l’allora parroco di Parre sembra guarito. È martedì e la febbre non c’è più. Ma è solo una breve parentesi: «Come di colpo era sparita, è poi riapparsa. Giovedì mattina avevo tra i 37 e i 38. Lì mi sono preoccupato, perché in quei giorni era esploso il tema del contagio di covid-19. Ho chiamato il mio medico e lui si è allarmato, anche perché avevo difficoltà a respirare: avevo la saturazione sugli 80.»Così, sabato 29 febbraio, don Armando, ascolta i consigli del suo dottore, Leonello Mazzoleni, e chiama il 118. Sono giorni complicati per il personale sanitario e le ambulanze. Il personale è poco e c’è troppo bisogno. Infatti nella canonica parrese i crocerossini arrivano un paio d’ore dopo la chiamata: «Sono venuti in stanza e mi hanno detto: “Don, noi dovremmo portarti via perché i dati ci sono tutti, però non sappiamo dove vai a finire e se ne esci, perché stiamo assistendo a di tutto e di più.” In quei giorni anche mio fratello don Luigi era in ospedale, cosciente e con il casco per l’ossigeno. Era nei corridoi e vedeva ogni momento gente arrivare e poi morire. Lui era in mezzo ai cadaveri. Quando lo chiamavo era scioccato e piangeva. Allora ho detto: “io firmo e resto qua.”»Intanto a Parre come in tutti gli altri comuni della val Seriana la tragedia cresce in maniera impensabile e spaventosa: «Continuava a morirmi la gente. Alla fine ne sono morti più di trenta. Suonavo le campane, ma poi ho detto al sacrestano di smettere, perché era un casino.»Perciò il sacerdote originario di Serina decide di non farsi ricoverare negli ospedali che già sono troppo pieni di malati. Però c’è un altro problema: recuperare una bombola di ossigeno, quasi introvabile ma necessaria per sperare di sopravvivere. «Avevo due signore che mi davano una mano per fare le pulizie della casa e della parrocchia. Una era una ex infermiera e ha trovato una bombola di ossigeno a Oltre il Colle. In quel momento sembrava un caccia al tesoro.» Da quel giorno bisesto don Armando è a letto e respira aiutato dalla bombola tutto il giorno, ma le sue condizioni peggiorano: «Per due settimane sono stato incosciente: ero più di là che di qua. Di questi momenti più bui della malattia non ricordo nulla. So che le due signore venivano a vedere se c’ero ancora e tenevano i contatti con i miei genitori e i miei fratelli che erano preoccupati. So che sono stato curato con degli antibiotici e con un antimalarico che c’era nelle farmacie di Parre. Erano fornite perché molti volontari andavano in Africa.»Quei giorni la pandemia sembra ormai inarrestabile. Il covid mette a dura prova l’organismo del parroco parrese, ma non intacca la testa: «Non ho vissuto quei momenti come un incubo o un peso. Ero via, c’era uno strano torpore: ero sereno, non avevo pensieri. Ero perso, ma senza angoscia.» A differenza di altre migliaia di bergamaschi, don Armando supera l’abisso. La ripresa è lenta, riprende coscienza e poi «mi sono accorto che stavo riprendendo perché ho iniziato ad avere un po’ fame.»La primavera calda e soleggiata, intanto, esplode anche sui pendii in fiore del monte Alino. La Settimana Santa e la Pasqua don Armando le trascorre da solo, nel suo letto, con le sue preghiere e l’ormai inseparabile…
MediaI Carabinieri della Compagnia di Clusone, dalle prime luci dell’alba del 21 febbraio hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica di Bergamo. Erano dieci le persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di detenzione e spaccio di droga, cocaina e hashish.I provvedimenti adottati3 indagati sottoposti alla misura della custodia cautelare agli arresti domiciliari dei quali: due domiciliati nei comuni di Cene, Gorlago; uno già detenuto nel carcere di Cuneo per altra causa;4 indagati sottoposti all’obbligo di dimora nei comuni di residenza, Cene, Gazzaniga, Sellero e Roncadelle, dei quali uno irreperibile;3 indagati sottoposti al divieto di dimora nella provincia di Bergamo.L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bergamo e che ha visto l’impiego di oltre 40 Carabinieri, è l’epilogo di una complessa e articolata attività investigativa condotta dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa del NORM della Compagnia di Clusone, che ha consentito di scardinare una strutturata rete di distribuzione di cocaina e hashish operante nelle valli orobiche del confine nord orientale della provincia di Bergamo, i cui componenti avevano ruoli precisi e consolidati nel tempo.I provvedimenti, a carico di sette persone magrebine e tre italiane, di età compresa tra i 24 e i 48 anni, attivi nel settore illecito dello spaccio di stupefacenti, sono stati eseguiti, oltre che nella provincia di Bergamo, anche in quella di Brescia, con il supporto dei Carabinieri della Compagnia di Breno e del Nucleo Carabinieri Cinofili di Casatenovo (LC).Secondo le risultanze investigative, i destinatari delle odierne misure operavano in vari comuni della provincia bergamasca e sono stati documentati plurimi episodi di vendita di droga attraverso numerose consegne avvenute in punti prestabiliti dei comuni di Esine, Costa Volpino, Rogno, San Paolo d’Argon Parre, Cene, Gazzaniga e in alcuni comuni della provincia bresciana. Nell’ambito della medesima indagine, avviata dalla primavera del 2022, erano già state monitorate numerose cessioni di stupefacente in diverse località della Val Seriana e lungo la costa del Lago d’Iseo, con il deferimento negli scorsi anni di ulteriori 12 persone, ritenute responsabili di analoghe attività di spaccio, l’arresto in flagranza di reato di altre 6 persone, nonché al sequestro complessivo di oltre 10 kg di sostanze stupefacenti, che hanno poi permesso di dare pieno riscontro all’ipotesi investigativa iniziale, ma che rappresentano solo una parte della droga realmente movimentata dal gruppo in base alle evidenze emerse nelle attività d’intercettazione.Inoltre, nel corso dell’esecuzione degli attuali provvedimenti, gli operanti traevano in arresto nella flagranza del reato per detenzione ai fini di spaccio, uno degli indagati, cittadino marocchino classe ’96, poiché, durante la perquisizione dell’autovettura a lui in uso, l’unità cinofila antidroga fiutava la presenza di droga all’interno del veicolo ed indirizzava i militari ad un nascondiglio ricavato in un doppiofondo dell’auto, localizzato tra i sedili posteriori e il bagagliaio, all’interno del quale venivano rinvenuti kg. 1,4 di cocaina. Contestualmente un altro indagato di origini marocchine nato in Italia, di anni 23, residente in provincia di Brescia, e la sua convivente italiana classe ‘00, venivano deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Brescia per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, poiché nel corso della perquisizione venivano trovati in possesso di g. 25 di sostanza stupefacente del tipo hashish, g. 0,1 di sostanza stupefacente del tipo marijuana, un bilancino di precisione ed oltre 11.000 euro in contanti, sequestrati poiché ritenuti provento della medesima attività illecita.Leggi tutti gli articoli su www.araberara.itThe post Spaccio di droga, 10 arresti tra Val Seriana e Valcamonica first appeared on Araberara.…