Mediadi Luca MarianiUna lacrima scivola via dall’occhio sinistro. È pesante ma limpida e si sdraia in silenzio nella prima ruga. «Sono contento che ne abbiamo parlato. Era da un po’ che non lo facevo. Mi commuove sempre anche se non voglio.» Quando Alfredo Zanotti riesce a far rivibrare le sue corde vocali, la bocca prende l’onda di un liberatorio sorriso e la lacrima si butta sulla guancia sbarbata. «I primi due anni capitava spesso di parlarne, soprattutto a chi era morto il fratello, la mamma, la sorella o il papà. Adesso c’è ancora qualcuno che ti chiede, ma è scemata. Abbiamo smesso di parlarne anche con chi l’ha vissuta.»Capelli bianchi, battuta pronta e lo sguardo simpatico di chi ama stare con le persone. Alfredo nel 2020 ha quasi 63 anni e la sua vita è messa in pericolo dal Coronavirus: «Era già qualche giorno che sentivo di non stare bene.» Sono i primi giorni di febbraio. Alfredo sta finendo il trasloco della sua Autocenter dalle Fiorine, alla nuova sede in via Alcide De Gasperi a Rovetta e in Italia si parla del Covid come un’influenza solo un po’ più grave. Così continua a lavorare fino a mercoledì 12: «Ho provato la febbre e ne avevo 38,8. Allora mi sono chiuso in camera, in isolamento, nella mia casa di Gromo.» I giorni passano, ma la febbre no. Anzi la difficoltà a respirare diventa sempre più evidente e preoccupante. «La mia dottoressa veniva a vistarmi e voleva darmi l’ossigeno, ma le bombole erano già introvabili.» Intanto la situazione del contagio è ormai sfuggita al controllo. L’allora premier Giuseppe Conte ha dichiarato l’inizio del primo lockdown. Così il 13 marzo il gromese classe ’57 viene ricoverato all’ospedale di Esine. «La prima settimana è stata dura. Non lo hanno mai fatto, ma un paio di volte ho sentito che discutevano se intubarmi o no. Poi pian piano ho ripreso coscienza.» La ripresa delle capacità celebrali è accompagnata anche da una, seppur minima, attività fisica: «Dopo un paio di settimane già camminavo nel reparto. Non mi lasciavano se no sarei uscito. Mi dicevano: “sei quello che sta meglio di tutto l’ospedale”. E allora dicevo: “dimettetemi!” Mi sembrava di stare bene ma non ero ancora a posto. Avevo ancora l’ossigeno attaccato. Non avevo più il casco, ma la mascherina.» Il personale continua a monitorare pressione e saturazione di Alfredo e non smette di dirgli che la sua ripartenza abbastanza veloce è merito del fisico allenato: «Ho sempre fatto bici e sci di fondo. Questo mi ha aiutato tanto. Ce ne erano tanti più giovani di me che erano messi proprio male. Quando io sono stato dimesso loro erano ancora lì.»ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIO The post GROMO – Alfredo, 5 anni dopo il Covid: “Il ricovero a Esine, ho visto morire tre compagni di stanza, sono stato fortunato. Ho ripreso ad andare in bicicletta e sciare ma…” first appeared on Araberara.
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Sergio RossiFino all’inizio degli anni ’70 chi passava per via Vittorio Emanuele, la via centrale di Castione, poteva leggere in alto sulla facciata del vecchio asilo la scritta “Vogliamo vendicare il sangue innocente di Battaglia Terzo”. Nessuno fino alla demolizione dello stabile ha mai voluto toccare quelle parole inquietanti, scritte in vernice rosso sangue che richiamavano un evento sconvolgente avvenuto in un periodo storico in cui si poteva ben dire “pietà l’è morta”. Parole di ammonimento e di riscatto.La demolizione dell’edificio ha eliminato quella scritta, ma non per questo il tragico episodio di cui dava testimonianza deve essere rimosso dalla memoria collettiva. Tagliando le radici, l’albero muore, così come cancellando il passato si diventa vuoti, canne al vento.Era il 18 di febbraio del 1945; quel giorno, dopo aver sistemato le sue bestie, Battaglia Terzo tornava dalla cascina di Rumentareck per raggiungere a casa la moglie Emilia e i suoi tre figlioli ancora in tenera età: Pierino, Adriano e Tullio. Portava loro anche del latte, indispensabile per una cena che a quei tempi non poteva che essere molto frugale. Era accompagnato da un amico, Angelo Ferrari che tutti chiamavano Lilo.MediaIn quel periodo oscuro quasi tutti gli uomini giovani mancavano dal paese, molti erano prigionieri nei lager tedeschi, e chi viveva a Castione conduceva una magra vita di sopravvivenza in mezzo alle restrizioni e ai pericoli della guerra e della occupazione. Terzo probabilmente si considerava fortunato per essere ancora a casa e per sostenere con il suo lavoro, la famiglia, sperando che la maledizione della guerra potesse presto finire.Sulla via del ritorno verso casa, Terzo prende un sentierino per scendere verso l’Agro, probabilmente per evitare brutti incontri. Si sapeva infatti che nella zona erano in corso rastrellamenti delle brigate nere. Tuttavia e disgraziatamente il brutto incontro avviene. Dopo aver superato la località “Sorte”, giunti in prossimità della fontana situata nei pressi dell’incrocio tra via Sorte e lo stradone (attuale via Agro) Terzo e Lilo vengono fermati da una squadra di fascisti. All’intimazione dell’alt, Lilo alza immediatamente le mani. Terzo porta una mano allo zaino come per volere mostrare il povero contenuto; il breve movimento viene subito interrotto dai colpi di arma da fuoco. Terzo, colpito anche alla testa, cade a terra esanime. La squadra di fascisti si dirige poi verso Castione trascinando con sé Lilo, che viene colpito ripetutamente con il calcio del fucile fino a farlo stramazzare a terra.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post I PERSONAGGI/3 – Terzo Battaglia, ucciso dai fascisti mentre portava il latte ai suoi bambini first appeared on Araberara.
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MediaLa questione Lucchini tiene banco a Lovere. Favorevoli, contrari, incontri e qualche scontro. Ma la sensazione è che si vada verso l’ampliamento della produzione richiesto dall’azienda, sulla carta L’Ago di Lovere è contrario, possibilista Lovere Domani che sta avendo incontri insieme al Comune di Castro con la dirigenza Lucchini per ‘trattare’ una contropartita che possa andare bene a tutti, in sostanza la viabilità va sistemata e al più presto e questo potrebbe voler dire anche una nuova rotonda in una zona nevralgica come quella delle piscine. Rifondazione intanto, che, sempre sulla carta appoggia Lovere Domani, non sembra però favorevole (pubblichiamo qui un intervento di Paolo d’Amico). Facciamo il punto. Il primo maggio scorso Lucchini ha inaugurato il nuovo laminatoio, investimento da 80 milioni di euro, e ora è pronto un nuovo investimento che supera gli undici milioni di euro che andrà a creare una nuova linea produttiva, che vuo9l dire nuovi spazi, nuovi capannoni. I vertici di Lucchini stanno trattando con il Comune di Lovere, con il Comune di Castro, con la Provincia di Bergamo e con l’Arpa per l’ampliamento della produzione.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post LOVERE – La trattativa Lucchini – Comuni e Provincia, il nodo è la viabilità, ampliamento da 3700 metri quadri, costo 11 milioni di euro first appeared on Araberara.
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Media“Nel sottopasso della stazione ci sono delle persone che dormono la notte, chi prende il treno la mattina presto deve passare in mezzo a questi alloggi di fortuna, mi spiace per chi si trova in questa situazione, ma in questo modo viene a mancare la sicurezza per i pendolari”, è uno dei messaggi che si legge sul gruppo Facebook Sei di Grumello se.Abbiamo chiesto al sindaco Floriano Caldara di spiegarci quale è la situazione: “Siamo a conoscenza di quanto accade e ci siamo già attivati con le segnalazioni del caso agli organi competenti. A gennaio era stato fatto un sopralluogo congiunto della polizia locale con le Ferrovie per la bonifica dell’ex magazzino, dove ci sono rifiuti da rimuovere, ma anche per danneggiamenti alla rete metallica e alla struttura stessa oltre alla presenza di persone, che vengono identificate e segnalate. Insomma, ci stiamo muovendo con gli strumenti che abbiamo a disposizione”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post GRUMELLO DEL MONTE – “Nel sottopasso della stazione ci sono persone che dormono la notte”, il sindaco: “Ci siamo già attivati” first appeared on Araberara.
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Media“Non poteva andare meglio di così, anche se francamente la ‘Carletta’, proclamata ‘regina della Fiera delle Capre’ ad Ardesio, non è propriamente la mia preferita. Qualche premio me lo aspettavo, ma non avrei mai pensato che il giudice Stefano Giovenzana avrebbe scelto Carletta come regina…Mah, tutti i gusti sono gusti e i giudici ovviamente ne sanno più di me, per cui adesso posso solo essere contentissima di questo riconoscimento, insieme al mio compagno Alex che condivide la mia passione per questi animali”.Così Tania Capitanio, 33 anni, la cui azienda a Cene ha una lunghissima tradizione e non si occupa solo di capre:“Quella è ‘la passione dei matti’, come si dice, cioè la mia passione, ma come famiglia alleviamo soprattutto vacche, se ne occupano soprattutto i miei genitori che commerciano bestiame da generazioni, vendendo vacche da vita e vacche di fine carriera destinate al macello. Io invece preferisco le capre, che sono bestie più autonome e intelligenti, le femmine le tengo per la riproduzione e la rendita viene solo dai capretti che vengono richiesti per le feste pasquali e vengono venduti quando hanno raggiunto il peso-standard di 8/10 chili”. Una passione che Tania condivideva col fratello Dario, purtroppo venuto a mancare anni fa per un incidente stradale:“E’ alla sua memoria che ogni anno organizziamo una Fiera delle Capre anche qui in Val Rossa, manifestazione che Dario aveva fortemente voluto ed alla quale teneva moltissimo. Purtroppo l’anno scorso, a causa della lingua blu ed al conseguente blocco di tutte le manifestazioni legate al bestiame, non abbiamo potuto realizzarla, anche se le mie bestie fortunatamente sono risultate negative a tutti i controlli del caso anche in vista della Fiera di Ardesio.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post CENE – La ‘Carletta’ incoronata regina della Fiera delle Capre ad Ardesio – L’allevatrice Tania, 33 anni: “Dicono che la mia è la passione dei matti. Le mie bestie mi danno fatica ma anche tanta soddisfazione” first appeared on Araberara.
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MediaSerra clandestina di marijuana, è per questo che sono stati arrestati due giovani albanesi.Nella notte tra il 19 e il 20 febbraio, i Carabinieri della Tenenza di Zingonia, con il supporto dei militari della Stazione di Osio Sotto, hanno arrestato due cittadini albanesi per reati legati alla coltivazione e detenzione di sostanze stupefacenti.Gli arrestati sono due albanesi incensurati: Q.J., 19 anni, senza fissa dimora e irregolare sul territorio nazionale e I.F., 28 anni, domiciliato a Verdellino, impiegato nel settore della ristorazione.L’operazione è scattata nella tarda serata del 19 febbraio, quando i militari hanno fatto irruzione in un edificio bifamiliare apparentemente disabitato in via Monte Grappa a Boltiere. Alla vista dei Carabinieri, tre individui che erano all’interno hanno tentato la fuga lanciandosi da una finestra al primo piano. Dopo un breve inseguimento a piedi, i Carabinieri sono riusciti a bloccare Q.J., mentre I.F. è riuscito a fuggire a bordo di un’auto intestata a suo nome, ma le immediate ricerche seguenti hanno consentito ai Carabinieri di rintracciarlo subito dopo presso la sua abitazione.L’intervento dei Vigili del Fuoco di Dalmine ha permesso di forzare le vie di accesso all’immobile, all’interno del quale sono state scoperte serre artigianali perfettamente attrezzate con impianti di illuminazione e aerazione. La successiva perquisizione ha portato al sequestro di:30 kg di marijuana essiccata, suddivisa in dosi e conservata in barattoli;6 kg di foglie di marijuana fresche;460 piante di cannabis alte tra i 60 e gli 80 cm;500 grammi di hashish;materiale per la coltivazione e il confezionamento, tra cui lampade al neon e fertilizzanti.Sul posto è intervenuto anche personale tecnico di Enel, che ha riscontrato un allaccio abusivo alla rete elettrica pubblica per alimentare le serre. I due dovranno rispondere anche di furto aggravato di energia elettrica.A seguito della caduta durante il tentativo di fuga, Q.J. è rimasto ferito ed è stato immediatamente trasportato all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, dove è stato piantonato fino alle dimissioni avvenute nella mattinata successiva.A seguito dell’interrogatorio di convalida il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bergamo disponeva per il 19enne appena giunto in Italia gli arresti domiciliari presso l’abitazione di alcuni suoi familiari, mentre per il 28enne veniva disposta la custodia cautelare in carcere a Bergamo.Leggi tutte le notizie su www.araberara.itThe post Serra clandestina di marijuana, arrestati due giovani albanesi first appeared on Araberara.
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Cinque anni fa l’inizio dell’incubo Covid. Araberara proprio in occasione di questo anniversario ha deciso di raccontare le storie di chi ce l’ha fatta. Qui vi lasciamo l’intervista di Giacomo di Premolo, altre storie le trovate sul numero in edicola dal 21 febbraio e proseguiremo anche su quello che sarà in edicola il 7 marzo.***di Luca Mariani«Era dodici anni che non facevo un giorno di malattia. Pensavo di non ammalarmi. Pensavo fosse solo poco più di un’influenza. Ero tranquillo perché dicevano colpisse gli anziani o le persone già malate. Mi sembrava un po’ esagerato quello che si stava facendo tra lockdown, mascherine e distanziamento.» Fino ad inizio marzo del 2020 Giacomo Benzoni è al lavoro, è l’elettricista della Radici group di Villa d’Ogna. Ha 52 anni e il fisico sano di chi ama camminare in montagna, alla ricerca di funghi o per respirare l’aria pura che gli serve per suonare il suo clarinetto.Però la sera di giovedì 12 marzo torna a casa dopo il turno in fabbrica e ha più di 38 di febbre. La moglie Manuela, da buona operatrice socio-sanitaria, organizza subito la camera matrimoniale isolata per lui. Però nella notte tra martedì e mercoledì inizia ad avere grosse difficoltà a respirare: «La mattina dopo è arrivata la Croce rossa qui a casa a Premolo.» Racconta Manuela, seduta dirimpetto a Giacomo, avvolto nella felpa nera della Juventus, che conferma di non ricordarsi bene di quei giorni: «La prima volta che l’ho chiamata e mi hanno risposto che non c’era nessun posto né per venire a prenderlo, né come posti letto. Io ero sconcertata. Ho richiamato e mezz’ora dopo è arrivata. Non sapevano dove portarlo. Aveva solo 55 di saturazione, pensavano morisse, anche se non l’hanno detto.»Così Giacomo viene portato all’ospedale di Piario. «È stato messo dove di solito c’è il parcheggio delle ambulanze, all’ingresso del Pronto soccorso. Lì avevano creato dieci posti letto per l’emergenza. Quella sera abbiamo fatto una videochiamata e sembrava stesse meglio rispetto alla mattina. Però era quello con la saturazione più bassa. Il giorno dopo mi ha scritto un messaggio incomprensibile, si vede che gli arrivava proprio poco ossigeno al cervello. Parlando con il personale sanitario poi ho capito che gli avevano messo il casco e non avrebbe più parlato con me, avrei dovuto contattare i dottori.» Allora la moglie il giorno seguente chiama l’ospedale negli orari consentiti, dalle 12.30 alle 14.30. Ma le notizie non sono buone: «Mi hanno detto che non era stabile e l’avrebbero intubato. Se non c’era Piario, Giacomo Benzoni non sarebbe qui. Il sabato sera, poi, la dottoressa mi ha chiamato e mi ha detto che non riuscivano a mantenere la pressione e che il primo posto che avrebbero trovato sarebbe stato per lui. Io ho risposto che saremmo andate avanti a pregare.»Da quel momento Manuela dorme sempre sul divano, con la paura che il telefono squilli per comunicarle che il marito non ce l’ha fatta. E lunedì 23 marzo il cellulare suona, ma per fortuna Giacomo non è morto: «Il dottore mi ha detto che avevano trovato un posto a Vimercate. È stato intubato e sedato per undici giorni. Lì ogni giorno è sempre migliorato.»Dopo una settimana, i medici dell’ospedale brianzolo provano a diminuire la sedazione a Giacomo e gli applicano la tracheotomia. Ma quel lento ritorno alla coscienza per Giacomo non è facile: «Avevo gli incubi. Continuavo a vedere che mia moglie era stata uccisa, che le avevano sparato.» Così l’anestesista chiama Manuela e sentendo la voce della moglie e delle due figlie, il clusonese residente a Premolo si tranquillizza. «Quando mi sono visto tutto legato, mi sono agitato, ho provato a strappare tutto.» Racconta Giacomo senza retorica o enfasi, con il sorriso sereno di chi sa che il buio è un ricordo passato. «I giorni peggiori sono stati quelli qui a casa. Poi anche in terapia intensiva, dal 30 marzo, da quando ero cosciente non mi passavano le giornate. Per quasi 15 giorni ero immobile nel letto. Da solo, giorno e notte non passavano. Ho imparato a memoria tutti i segni…
MediaQuesta mattina, lunedì 24 febbraio, attorno alle 7:30 ad Azzone in Val di Scalve si è verificato un infortunio sul lavoro. L’incidente è avvenuto all’interno della Segheria Bettoni dove uno dei tre soci, di 73 anni, è rimasto ferito al braccio mentre lavorava con una sega circolare che si sarebbe inceppata. Sul posto sono arrivate due ambulanze, un’automedica e l’elisoccorso proveniente da Bergamo. Il 73enne è stato trasportato al San Gerardo di Monza in codice giallo, dove è stato operato. Sono giunti anche i Carabinieri della Compagnia di Clusone e Ats Bergamo.Leggi tutte le notizie su www.araberara.itThe post Azzone, infortunio sul lavoro: 73enne in ospedale first appeared on Araberara.
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È stato dato il via oggi a Casnigo, nell’ambito del progetto complessivo della Provincia di Bergamo finanziato dal Ministero del Turismo, alla rete enogastronomica Smart Orobie. La presentazione, al Minuscoli Store di via Lungo Romna, è stata a cura dell’associazione Orobiestyle, alla presenza di numerosi ristoratori della fascia prealpina e alpina della Bergamasca e dei rappresentanti degli enti e delle associazioni coinvolti in Smart Orobie.
«Quest’azione – è stato spiegato – punta a rilanciare il territorio delle Orobie Bergamasche quale destinazione smart e green. In particolare è indirizzata al nomade digitale, a chi si sposta con facilità da un punto all’altro del globo, vi resta per un periodo prolungato e richiede per lavoro e non soltanto di restare connesso con i moderni sistemi di comunicazione».
Orobiestyle si sta concentrando sul settore dell’enogastronomia per creare appunto, insieme ai ristoratori, una rete di professionisti che sposano la filosofia della carta dei servizi che unisce i criteri di East Lombardy (cultura di un cibo sano, sostenibile e che rispetta la biodiversità) e di «Bergamo Città dei Mille… sapori», marchio di qualità della Camera di Commercio per una cucina locale genuina e certificata.
In Smart Orobie, oltre a Orobiestyle e alla Provincia sono coinvolti i Gal Gruppo azione locale Presolana e laghi bergamaschi, Valle Brembana, Colli di Bergamo e del Canto Alto, PromoSerio e VisitBergamo. Hanno infatti portato il loro saluto Silvia Ferri (presidente di Orobiestyle), Gloria Cornolti (responsabile dei Servizi Sviluppo territoriale, Ufficio Europa,
Pari opportunità, Turismo e Sport e Cultura della Provincia di Bergamo Settore Pianificazione e Sviluppo), Christophe Sanchez (amministratore delegato e Ceo di VisitBergamo), Ernesto Azzarini (membro del Consiglio di amministrazione del Gal Presolana e Laghi bergamaschi), Oscar Fusini (direttore generale di Ascom Confcommercio Bergamo), Marco Migliorati (presidente di PromoSerio) e Carlo Sereni (NT Next di Bergamo).
Tra le azioni rivolte ai ristoratori, prima di tutto formazione, a cominciare da sei giornate di alta qualità. Il 10 marzo a Villa Neuchatel di Fino del Monte con una masterclass dello chef stellato Chicco Cerea. Poi il 7 aprile al Circolino in Città Alta, a Bergamo, con Valentina Bergamin, raccontastorie di formaggio, maître fromager, consulente e Miglior assaggiatrice d’Italia 2019. Il 5 maggio a Oltressenda Alta Contrada Bricconi si svelerà nel racconto di Giacomo Perletti e dello chef Michele Lazzarini. Il 16 giugno una masterclass al Gsi Lab di Nembro con Carlo Beltrami, vincitore della quinta edizione della trasmissione televisiva Bake Off Italia e dello Speciale Stelle di Natale nel 2018. Il 22 settembre, di nuovo al Circolino in Città Alta, sarà il fotografo Matteo Zanardi a guidare i partecipanti nel mondo della comunicazione e del marketing. Infine, a Villa Neuchatel a Fino del Monte, il 13 ottobre sarà la volta dello chef e conduttore televisivo Andrea Mainardi.Media
A Casnigo è stata presentata anche la Carta dei servizi, messa a punto con Giacomo Perletti e Michele Lazzarini di Contrada Bricconi. Viene richiesto l’impegno a lavorare per lo sviluppo delle Orobie come destinazione sostenibile, autentica, genuina e aperta all’innovazione. In particolare, appunto come prevede la cornice di Smart Orobie, all’accoglienza del nomade digitale. Prevede come requisiti di adesione l’acquisto di prodotti di East Lombardy o del marchio di qualità “Bergamo Città dei Mille… sapori” della Camera di Commercio. Ma anche di disporre di una rete wi-fi per la clientela, di offrire la possibilità di piatti da asporto con l’impiego di packaging fornito da Smart Orobie, inserire a menù il
piatto tipico della rete, a base di polenta e formaggio locale, o con ingredienti a km zero. Una dimostrazione è stata portata dagli insegnanti e dagli allievi della sede di Clusone di Abf-Azienda bergamasca formazione, presenti insieme alla dirigente Annalisa Riva.
Ancora, a chi aderirà alla rete Smart Orobie verrà…
«Quest’azione – è stato spiegato – punta a rilanciare il territorio delle Orobie Bergamasche quale destinazione smart e green. In particolare è indirizzata al nomade digitale, a chi si sposta con facilità da un punto all’altro del globo, vi resta per un periodo prolungato e richiede per lavoro e non soltanto di restare connesso con i moderni sistemi di comunicazione».
Orobiestyle si sta concentrando sul settore dell’enogastronomia per creare appunto, insieme ai ristoratori, una rete di professionisti che sposano la filosofia della carta dei servizi che unisce i criteri di East Lombardy (cultura di un cibo sano, sostenibile e che rispetta la biodiversità) e di «Bergamo Città dei Mille… sapori», marchio di qualità della Camera di Commercio per una cucina locale genuina e certificata.
In Smart Orobie, oltre a Orobiestyle e alla Provincia sono coinvolti i Gal Gruppo azione locale Presolana e laghi bergamaschi, Valle Brembana, Colli di Bergamo e del Canto Alto, PromoSerio e VisitBergamo. Hanno infatti portato il loro saluto Silvia Ferri (presidente di Orobiestyle), Gloria Cornolti (responsabile dei Servizi Sviluppo territoriale, Ufficio Europa,
Pari opportunità, Turismo e Sport e Cultura della Provincia di Bergamo Settore Pianificazione e Sviluppo), Christophe Sanchez (amministratore delegato e Ceo di VisitBergamo), Ernesto Azzarini (membro del Consiglio di amministrazione del Gal Presolana e Laghi bergamaschi), Oscar Fusini (direttore generale di Ascom Confcommercio Bergamo), Marco Migliorati (presidente di PromoSerio) e Carlo Sereni (NT Next di Bergamo).
Tra le azioni rivolte ai ristoratori, prima di tutto formazione, a cominciare da sei giornate di alta qualità. Il 10 marzo a Villa Neuchatel di Fino del Monte con una masterclass dello chef stellato Chicco Cerea. Poi il 7 aprile al Circolino in Città Alta, a Bergamo, con Valentina Bergamin, raccontastorie di formaggio, maître fromager, consulente e Miglior assaggiatrice d’Italia 2019. Il 5 maggio a Oltressenda Alta Contrada Bricconi si svelerà nel racconto di Giacomo Perletti e dello chef Michele Lazzarini. Il 16 giugno una masterclass al Gsi Lab di Nembro con Carlo Beltrami, vincitore della quinta edizione della trasmissione televisiva Bake Off Italia e dello Speciale Stelle di Natale nel 2018. Il 22 settembre, di nuovo al Circolino in Città Alta, sarà il fotografo Matteo Zanardi a guidare i partecipanti nel mondo della comunicazione e del marketing. Infine, a Villa Neuchatel a Fino del Monte, il 13 ottobre sarà la volta dello chef e conduttore televisivo Andrea Mainardi.Media
A Casnigo è stata presentata anche la Carta dei servizi, messa a punto con Giacomo Perletti e Michele Lazzarini di Contrada Bricconi. Viene richiesto l’impegno a lavorare per lo sviluppo delle Orobie come destinazione sostenibile, autentica, genuina e aperta all’innovazione. In particolare, appunto come prevede la cornice di Smart Orobie, all’accoglienza del nomade digitale. Prevede come requisiti di adesione l’acquisto di prodotti di East Lombardy o del marchio di qualità “Bergamo Città dei Mille… sapori” della Camera di Commercio. Ma anche di disporre di una rete wi-fi per la clientela, di offrire la possibilità di piatti da asporto con l’impiego di packaging fornito da Smart Orobie, inserire a menù il
piatto tipico della rete, a base di polenta e formaggio locale, o con ingredienti a km zero. Una dimostrazione è stata portata dagli insegnanti e dagli allievi della sede di Clusone di Abf-Azienda bergamasca formazione, presenti insieme alla dirigente Annalisa Riva.
Ancora, a chi aderirà alla rete Smart Orobie verrà…
MediaCinque anni fa l’inizio dell’incubo Covid. Araberara proprio in occasione di questo anniversario ha deciso di raccontare le storie dei sopravvissuti. Qui vi lasciamo l’intervista di don Armando, ex parroco di Parre, mentre altre storie le trovate sul numero in edicola dal 21 febbraio e proseguiremo anche su quello che sarà in edicola il 7 marzo.Altre storie:La storia di Giacomo di Premolo***È il 2020. È la fine di febbraio. Sono i giorni del carnevale e don Armando Carminati è impegnato con le attività sacre e i festeggiamenti in maschera: «La domenica ero a Lovere per il ritiro dei cresimandi. Non mi sentivo bene infatti quando sono arrivato a casa ho provato la febbre e ne avevo 40. Quel giorno ai volontari dell’oratorio ho detto di fare lo stesso la festa anche se già c’era la paura per il coronavirus.» Dopo un paio di giorni l’allora parroco di Parre sembra guarito. È martedì e la febbre non c’è più. Ma è solo una breve parentesi: «Come di colpo era sparita, è poi riapparsa. Giovedì mattina avevo tra i 37 e i 38. Lì mi sono preoccupato, perché in quei giorni era esploso il tema del contagio di covid-19. Ho chiamato il mio medico e lui si è allarmato, anche perché avevo difficoltà a respirare: avevo la saturazione sugli 80.»Così, sabato 29 febbraio, don Armando, ascolta i consigli del suo dottore, Leonello Mazzoleni, e chiama il 118. Sono giorni complicati per il personale sanitario e le ambulanze. Il personale è poco e c’è troppo bisogno. Infatti nella canonica parrese i crocerossini arrivano un paio d’ore dopo la chiamata: «Sono venuti in stanza e mi hanno detto: “Don, noi dovremmo portarti via perché i dati ci sono tutti, però non sappiamo dove vai a finire e se ne esci, perché stiamo assistendo a di tutto e di più.” In quei giorni anche mio fratello don Luigi era in ospedale, cosciente e con il casco per l’ossigeno. Era nei corridoi e vedeva ogni momento gente arrivare e poi morire. Lui era in mezzo ai cadaveri. Quando lo chiamavo era scioccato e piangeva. Allora ho detto: “io firmo e resto qua.”»Intanto a Parre come in tutti gli altri comuni della val Seriana la tragedia cresce in maniera impensabile e spaventosa: «Continuava a morirmi la gente. Alla fine ne sono morti più di trenta. Suonavo le campane, ma poi ho detto al sacrestano di smettere, perché era un casino.»Perciò il sacerdote originario di Serina decide di non farsi ricoverare negli ospedali che già sono troppo pieni di malati. Però c’è un altro problema: recuperare una bombola di ossigeno, quasi introvabile ma necessaria per sperare di sopravvivere. «Avevo due signore che mi davano una mano per fare le pulizie della casa e della parrocchia. Una era una ex infermiera e ha trovato una bombola di ossigeno a Oltre il Colle. In quel momento sembrava un caccia al tesoro.» Da quel giorno bisesto don Armando è a letto e respira aiutato dalla bombola tutto il giorno, ma le sue condizioni peggiorano: «Per due settimane sono stato incosciente: ero più di là che di qua. Di questi momenti più bui della malattia non ricordo nulla. So che le due signore venivano a vedere se c’ero ancora e tenevano i contatti con i miei genitori e i miei fratelli che erano preoccupati. So che sono stato curato con degli antibiotici e con un antimalarico che c’era nelle farmacie di Parre. Erano fornite perché molti volontari andavano in Africa.»Quei giorni la pandemia sembra ormai inarrestabile. Il covid mette a dura prova l’organismo del parroco parrese, ma non intacca la testa: «Non ho vissuto quei momenti come un incubo o un peso. Ero via, c’era uno strano torpore: ero sereno, non avevo pensieri. Ero perso, ma senza angoscia.» A differenza di altre migliaia di bergamaschi, don Armando supera l’abisso. La ripresa è lenta, riprende coscienza e poi «mi sono accorto che stavo riprendendo perché ho iniziato ad avere un po’ fame.»La primavera calda e soleggiata, intanto, esplode anche sui pendii in fiore del monte Alino. La Settimana Santa e la Pasqua don Armando le trascorre da solo, nel suo letto, con le sue preghiere e l’ormai inseparabile…
MediaI Carabinieri della Compagnia di Clusone, dalle prime luci dell’alba del 21 febbraio hanno dato esecuzione a un’ordinanza di applicazione di misure cautelari, emesse dal Giudice per le Indagini Preliminari del locale Tribunale su richiesta della Procura della Repubblica di Bergamo. Erano dieci le persone gravemente indiziate, a vario titolo, dei reati di detenzione e spaccio di droga, cocaina e hashish.I provvedimenti adottati3 indagati sottoposti alla misura della custodia cautelare agli arresti domiciliari dei quali: due domiciliati nei comuni di Cene, Gorlago; uno già detenuto nel carcere di Cuneo per altra causa;4 indagati sottoposti all’obbligo di dimora nei comuni di residenza, Cene, Gazzaniga, Sellero e Roncadelle, dei quali uno irreperibile;3 indagati sottoposti al divieto di dimora nella provincia di Bergamo.L’operazione, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bergamo e che ha visto l’impiego di oltre 40 Carabinieri, è l’epilogo di una complessa e articolata attività investigativa condotta dai Carabinieri dell’Aliquota Operativa del NORM della Compagnia di Clusone, che ha consentito di scardinare una strutturata rete di distribuzione di cocaina e hashish operante nelle valli orobiche del confine nord orientale della provincia di Bergamo, i cui componenti avevano ruoli precisi e consolidati nel tempo.I provvedimenti, a carico di sette persone magrebine e tre italiane, di età compresa tra i 24 e i 48 anni, attivi nel settore illecito dello spaccio di stupefacenti, sono stati eseguiti, oltre che nella provincia di Bergamo, anche in quella di Brescia, con il supporto dei Carabinieri della Compagnia di Breno e del Nucleo Carabinieri Cinofili di Casatenovo (LC).Secondo le risultanze investigative, i destinatari delle odierne misure operavano in vari comuni della provincia bergamasca e sono stati documentati plurimi episodi di vendita di droga attraverso numerose consegne avvenute in punti prestabiliti dei comuni di Esine, Costa Volpino, Rogno, San Paolo d’Argon Parre, Cene, Gazzaniga e in alcuni comuni della provincia bresciana. Nell’ambito della medesima indagine, avviata dalla primavera del 2022, erano già state monitorate numerose cessioni di stupefacente in diverse località della Val Seriana e lungo la costa del Lago d’Iseo, con il deferimento negli scorsi anni di ulteriori 12 persone, ritenute responsabili di analoghe attività di spaccio, l’arresto in flagranza di reato di altre 6 persone, nonché al sequestro complessivo di oltre 10 kg di sostanze stupefacenti, che hanno poi permesso di dare pieno riscontro all’ipotesi investigativa iniziale, ma che rappresentano solo una parte della droga realmente movimentata dal gruppo in base alle evidenze emerse nelle attività d’intercettazione.Inoltre, nel corso dell’esecuzione degli attuali provvedimenti, gli operanti traevano in arresto nella flagranza del reato per detenzione ai fini di spaccio, uno degli indagati, cittadino marocchino classe ’96, poiché, durante la perquisizione dell’autovettura a lui in uso, l’unità cinofila antidroga fiutava la presenza di droga all’interno del veicolo ed indirizzava i militari ad un nascondiglio ricavato in un doppiofondo dell’auto, localizzato tra i sedili posteriori e il bagagliaio, all’interno del quale venivano rinvenuti kg. 1,4 di cocaina. Contestualmente un altro indagato di origini marocchine nato in Italia, di anni 23, residente in provincia di Brescia, e la sua convivente italiana classe ‘00, venivano deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Brescia per detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente, poiché nel corso della perquisizione venivano trovati in possesso di g. 25 di sostanza stupefacente del tipo hashish, g. 0,1 di sostanza stupefacente del tipo marijuana, un bilancino di precisione ed oltre 11.000 euro in contanti, sequestrati poiché ritenuti provento della medesima attività illecita.Leggi tutti gli articoli su www.araberara.itThe post Spaccio di droga, 10 arresti tra Val Seriana e Valcamonica first appeared on Araberara.…
MediaAtti vandalici ai mezzi dell’associazione L’ISOLA Odv a Foresto Sparso. La denuncia è arrivata attraverso un post pubblicato sui social: “Con profondo dispiacere dobbiamo constatare atti vandalici ai mezzi che vengono utilizzati dall’associazione L’ISOLA Odv, sappiate che offendete non solo i volontari che dedicano gratuitamente il loro tempo alla comunità ma soprattutto le persone e le famiglie che hanno bisogno di quei servizi. Quando riceviamo un sorriso o un ringraziamento noi siamo felici mentre voi siete solo delle PICCOLE persone anzi lo dico con forza siete dei vandali, le vostre azioni sono vergognose perché colpite le persone più fragili e bisognose”.Leggi tutte le notizie su www.araberara.itThe post Foresto Sparso, atti vandalici ai mezzi dell’associazione L’Isola Odv: “Siete solo piccole persone” first appeared on Araberara.
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MediaNel tardo pomeriggio del 21 febbraio scorso i militari della Tenenza di Zingonia e il personale sanitario del 118 sono intervenuti in via delle Industrie a Osio Sotto per un incidente stradale con omissione di soccorso: una ragazza di 17 anni è stata investita, mentre attraversava sulle strisce pedonali, da un’autovettura Renault Clio, che si è poi allontanata senza prestare soccorso. La giovane è stata trasportata in codice giallo all’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo: le sue condizioni non sono gravi e non è in pericolo di vita.Grazie alle indagini condotte dai Carabinieri, nel giro di pochi giorni è stato identificato il presunto responsabile: si tratta di un uomo di 79 anni, incensurato, attualmente indagato per il reato di omissione di soccorso. Sono in corso accertamenti per chiarire se questi, vista l’anziana età, fosse consapevole di aver investito la giovane e quindi si fosse realmente allontanato per sfuggire alle proprie responsabilità.Le indagini proseguono, sotto il coordinamento della Procura di Bergamo, per raccogliere ulteriori elementi sulla dinamica dei fatti.Leggi tutte le notizie su www.araberara.itThe post Osio Sotto, investita sulle strisce pedonali, identificato il presunto colpevole first appeared on Araberara.
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MediaFurti nei supermercati a Romano di Lombardia e Brembate: arrestate 4 donne e denunciato 29enne.Il 22 febbraio a Romano di Lombardia, quattro donne di nazionalità rumena, di età compresa tra i 22 e i 60 anni e domiciliate a Monza, sono state arrestate dai Carabinieri della Stazione di Romano di Lombardia con l’accusa di furto aggravato.Le donne intorno alle ore 14:00, sono entrate in un supermercato di via del Commercio dove, eludendo i controlli del personale, hanno sottratto profumi e prodotti cosmetici per un valore complessivo di 915,16 euro. La merce era stata occultata nelle loro borse e all’interno di un passeggino, dove si trovava la figlia di quattro anni della più giovane delle arrestate.L’intervento dei militari, a seguito della segnalazione del personale del negozio, ha permesso di bloccare le responsabili e recuperare l’intera refurtiva, che è stata restituita al supermercato. Le quattro donne, dopo le formalità di rito, sono state trattenute in caserma in attesa del giudizio direttissimo, svoltosi il 24 febbraio, a seguito del quale è stato disposto per tutte il divieto di dimora nella provincia di Bergamo.La sera del 22 febbraio a Brembate, i militari della Stazione Carabinieri di Capriate San Gervasio hanno denunciato in stato di libertà un cittadino marocchino di 29 anni, senza fissa dimora e con precedenti penali, per il reato di furto aggravato.L’uomo, intorno alle ore 21:30, è stato sorpreso dai militari mentre tentava di allontanarsi da un supermercato di Brembate dopo aver sottratto prodotti per l’igiene personale per un valore complessivo di circa 140 euro. Anche in questo caso i Carabinieri hanno recuperato l’intera refurtiva, restituendola all’esercizio commerciale.L’indagato, che era già stato denunciato lo scorso anno per un simile furto aggravato commesso in un altro supermercato della provincia, è stato nuovamente deferito all’Autorità Giudiziaria con l’accusa di furto aggravato.Leggi tutti gli articoli su www.araberara.itThe post Furti nei supermercati a Romano di Lombardia e Brembate: arrestate 4 donne e denunciato 29enne first appeared on Araberara.
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MediaCinque anni fa l’inizio dell’incubo Covid. Araberara proprio in occasione di questo anniversario ha deciso di raccontare le storie dei sopravvissuti. Qui vi lasciamo l’intervista di Vincenzo, di Endine, mentre altre storie le trovate sul numero in edicola dal 21 febbraio e proseguiremo anche su quello che sarà in edicola il 7 marzo.***“Era marzo, non stavo bene da un paio di giorni, avevo la febbre alta, facevo fatica a camminare e a muovere le mani e mi mancava il respiro”, inizia così il racconto di Vincenzo Figaroli, 80 anni tondi. Il Covid è una storia lontana cinque anni, ma il ricordo è sempre lì, fisso, non si cancella mai. È un pomeriggio piovoso di gennaio, Vincenzo e sua moglie Eugenia, che lui chiama affettuosamente Geni, mi accolgono nella loro casa di Rova, piccolo borgo sopra Endine. Vincenzo porta con sé uno zainetto nero, dentro c’è la sua bombola dell’ossigeno.Il racconto prosegue, nitido: “Avevo chiesto a mio nipote di andare a comprarmi il gelato, mi sembrava l’unica cosa che riuscissi a mangiare. Avevo immaginato fosse il Covid, d’altronde i sintomi erano quelli e in tv non si parlava d’altro. Il fiato non arrivava e quella sera abbiamo deciso di chiamare l’ambulanza, ma per due volte ci hanno risposto che non riuscivano e così abbiamo aspettato fino a domenica notte”.Eugenia riprende: “La febbre continuava a salire, ne aveva più di 39, e quando l’ho visto su quella poltrona quasi morto, ho preso di nuovo il telefono e ho chiamato, quella volta mi hanno detto che sarebbero arrivati”. E poi? “Gli hanno provato la febbre, era 40.5 e hanno deciso di portarlo via… le nostre scale sono strette e quindi è sceso da solo, non so nemmeno come abbia fatto, poi l’hanno messo sul lettino e l’hanno portato via. Non l’ho più visto”.Quell’inferno che abbiamo tanto sentito raccontare, Vincenzo e Geni l’hanno vissuto sulla loro pelle: “C’era un posto a Lovere e mi hanno ricoverato lì. Un infermiere del pronto soccorso dopo un paio di giorni è entrato nella mia stanza e mi ha detto che sono stato fortunato, se avessimo aspettato mezz’ora, non sarei qui a raccontare cosa mi è successo. Mi hanno messo il casco per respirare, ma non riuscivo a muovermi, ero immobile, paralizzato… dalla vita in giù non sentivo più niente, ma anche le braccia e le mani erano bloccate”.Il percorso però è stato molto più lungo di così: “Pensavo di fare riabilitazione a Lovere e invece mi hanno messo sull’ambulanza e sono finito al Papa Giovanni XXIII, ero in un corridoio, in una specie di portico, che era stato allestito con una quindicina di letti… quante urla ho sentito in quei giorni… e quando poi sono diventato negativo, mi hanno trasferito a Sarnico, dove però sono rimasto soltanto due giorni”.Perché? “Stavo di nuovo male, sentivo freddo, tremavo… era tornata la febbre alta e quindi mi hanno riportato a Bergamo e sono finito in terapia intensiva. Ero da solo, in uno stanzino grande come la mia cucina, dove sono rimasto per una quindicina di giorni e poi mi hanno portato in reparto alla quinta colonna… insomma, a Bergamo ci sono rimasto più o meno per tre mesi”.Ad attendere Vincenzo ci sono stati poi 55 giorni di riabilitazione nella struttura di Sarnico “e finiti quelli ho passato altri sei mesi alla casa di riposo Contessi Sangalli di Corti, per cercare di riprendermi al meglio”.Il 31 marzo del 2021 è stato il grande giorno del rientro a casa: “Sono stato via per un anno e otto giorni, ma pensi sia finita qui? No! Quell’anno Pasqua cadeva il 4 aprile e qualche giorno dopo mi sono sentito male di nuovo… abbiamo chiamato l’ambulanza e stavolta era il cuore a giocarmi un brutto scherzo. Mi hanno portato a Seriate, dove mi hanno operato perché avevo una coronaria completamente chiusa e sono rimasto per 22 giorni”.Hai avuto paura? “No, non ci pensavo nemmeno alla paura”.E la fede? “Ho pregato tanto, quello sì”. Annuisce anche Eugenia: “Certo! Ho fatto la novena alla nostra Madonna del Rosario, e sto ancora pregando. Anche in chiesa don Simone aveva chiesto di pregare per Vincenzo e noi questa…
MediaFrode fiscale, 6 misure di custodia cautelare per estorsione e sequestro di persona.Al termine di una complessa attività d’indagine, coordinata dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Brescia, il Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata, il Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Brescia e la Compagnia di Rovato, in sinergia con le Autorità giudiziarie cantonali e federali svizzere, della polizia giudiziaria elvetica, dell’Agenzia dell’Unione Europea per la cooperazione giudiziaria (Eurojust) e del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia nell’ambito del progetto I-Can (Interpol Cooperation Against ‘Ndrangheta), stanno dando esecuzione a un’ordinanza di misura cautelare personale nei confronti di 6 soggetti indagati per aver promosso e materialmente eseguito un sequestro di persona nonché condotte estorsive, poste in essere secondo le modalità tipiche mafiose, ai danni di un imprenditore al quale sono stati sottratti beni
per un valore di oltre 1,5 milioni di euro.
Le citate condotte delittuose sarebbero emerse in un più ampio contesto connesso ad indagini di polizia economico finanziaria, finalizzate a disvelare un collaudato sistema di evasione fiscale alimentato da un circuito di fatture per operazioni inesistenti per oltre 250 milioni di euro. Lo stesso presupponeva la creazione e gestione di società operanti nel settore edile dedite alla somministrazione illecita di manodopera, insistenti nelle province di Brescia, Milano e Bergamo. L’attività complessivamente sviluppata, anche mediante l’utilizzo di intercettazioni, accertamenti bancari e sequestri di denaro contante (oltre 2 milioni di euro), ha così reso possibile la ricostruzione di un articolato schema fraudolento.
Gli approfondimenti investigativi hanno consentito alla competente Autorità giudiziaria di emettere, altresì, nei confronti delle società coinvolte, un sequestro preventivo, anche per equivalente, per un importo complessivo pari a oltre 27 milioni di euro, quale provento delle indebite compensazioni effettuate mediante crediti d’imposta inesistenti e dell’imposta evasa conseguente all’omessa presentazione delle prescritte dichiarazioni fiscali.
I provvedimenti eseguiti costituiscono l’epilogo di complesse attività di indagine, anche di carattere transnazionale, avviate a partire dal mese di dicembre 2021, che hanno riguardato l’operatività in territorio bresciano di due strutture complementari, di cui una partecipata da soggetti contigui alla cosca ‘ndranghetista Piromalli-Molé.
Contestualmente, i Reparti della Guardia di Finanza operanti stanno procedendo all’esecuzione di n. 9 misure interdittive nei confronti di 7 imprenditori attivi nel settore edile e di 2 professionisti di Brescia, per il concorso nel reato di “indebita compensazione” di crediti inesistenti, per un importo di circa 1,5 milioni di euro.Sono attualmente in corso molteplici perquisizioni in Italia e all’estero, mediante l’impiego di 200 militari, condotte con il supporto tecnico-operativo dello S.C.I.C.O., l’ausilio di moderne strumentazioni tecnologiche e di tre unità cinofile “cash dog” per la ricerca di contanti, in una cornice di sicurezza garantita anche dall’impiego dei c.d. “baschi verdi”, militari con specializzazione A.T.P.I. “Anti Terrorismo – Pronto Impiego.Leggi tutte le notizie su www.araberara.itThe post GDF Brescia: frode fiscale, 6 misure di custodia cautelare per estorsione e sequestro di persona. Sequestrati oltre 28,5 milioni di euro first appeared on Araberara.
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per un valore di oltre 1,5 milioni di euro.
Le citate condotte delittuose sarebbero emerse in un più ampio contesto connesso ad indagini di polizia economico finanziaria, finalizzate a disvelare un collaudato sistema di evasione fiscale alimentato da un circuito di fatture per operazioni inesistenti per oltre 250 milioni di euro. Lo stesso presupponeva la creazione e gestione di società operanti nel settore edile dedite alla somministrazione illecita di manodopera, insistenti nelle province di Brescia, Milano e Bergamo. L’attività complessivamente sviluppata, anche mediante l’utilizzo di intercettazioni, accertamenti bancari e sequestri di denaro contante (oltre 2 milioni di euro), ha così reso possibile la ricostruzione di un articolato schema fraudolento.
Gli approfondimenti investigativi hanno consentito alla competente Autorità giudiziaria di emettere, altresì, nei confronti delle società coinvolte, un sequestro preventivo, anche per equivalente, per un importo complessivo pari a oltre 27 milioni di euro, quale provento delle indebite compensazioni effettuate mediante crediti d’imposta inesistenti e dell’imposta evasa conseguente all’omessa presentazione delle prescritte dichiarazioni fiscali.
I provvedimenti eseguiti costituiscono l’epilogo di complesse attività di indagine, anche di carattere transnazionale, avviate a partire dal mese di dicembre 2021, che hanno riguardato l’operatività in territorio bresciano di due strutture complementari, di cui una partecipata da soggetti contigui alla cosca ‘ndranghetista Piromalli-Molé.
Contestualmente, i Reparti della Guardia di Finanza operanti stanno procedendo all’esecuzione di n. 9 misure interdittive nei confronti di 7 imprenditori attivi nel settore edile e di 2 professionisti di Brescia, per il concorso nel reato di “indebita compensazione” di crediti inesistenti, per un importo di circa 1,5 milioni di euro.Sono attualmente in corso molteplici perquisizioni in Italia e all’estero, mediante l’impiego di 200 militari, condotte con il supporto tecnico-operativo dello S.C.I.C.O., l’ausilio di moderne strumentazioni tecnologiche e di tre unità cinofile “cash dog” per la ricerca di contanti, in una cornice di sicurezza garantita anche dall’impiego dei c.d. “baschi verdi”, militari con specializzazione A.T.P.I. “Anti Terrorismo – Pronto Impiego.Leggi tutte le notizie su www.araberara.itThe post GDF Brescia: frode fiscale, 6 misure di custodia cautelare per estorsione e sequestro di persona. Sequestrati oltre 28,5 milioni di euro first appeared on Araberara.
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MediaRissa tra due opposte fazioni di famiglie di origine rumena al centro commerciale di Orio Center. È successo domenica 23 Febbraio, intorno alle 15:30: al secondo piano del complesso commerciale, due gruppi numerosi, composti da uomini e donne, hanno dato vita ad una rissa a cui hanno preso parte 10 persone.All’origine dello scontro ci sarebbe stato uno spintone tra due componenti delle rispettive famiglie che nel giro di pochissimi minuti, sotto lo sguardo attonito degli avventori che nel fine settimana affollano il centro commerciale, è sfociato in una rissa.L’immediato l’intervento del personale di vigilanza interna al cent, tenro commerciale e successivamente quello dei Carabinieri consentivano di riportare la situazione alla normalità. Solo una donna riportava lievi lesioni.Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bergamo e condotte dai Carabinieri della Tenenza di Seriate, attraverso l’esame delle immagini estrapolate dalle telecamere del sistema di videosorveglianza e l’acquisizione delle testimonianze dei presenti, consentivano di ricostruire l’esatta dinamica degli eventi e di identificare le 10 persone, tra cui uomini e donne, che sono state denunciate per il reato di rissa.Alla luce di quanto accaduto e per impedire il ripetersi di simili eventi saranno intensificati i servizi di perlustrazione appiedata all’interno del centro commerciale, servizio già sperimentato, con esiti positivi, durante le scorse festività natalizie.leggi tutte le notizie su www.araberara.it The post Orio – Rissa tra due fazioni di famiglie di origine rumena, 10 denunciati first appeared on Araberara.
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Con il concerto “Le donne della Bibbia” domenica 2 marzo (inizio ore 16) si inaugura una nuova rassegna di concerti che si svolgerà nell’arco di tutto il 2025. La manifestazione, promossa dall’Istituto delle Suore Sacramentine di Bergamo e con la direzione artistica di Alessandro Bottelli, intende valorizzare la semisconosciuta chiesa dell’Adorazione grazie a iniziative di alto livello artistico e culturale, facendola apprezzare a un più vasto pubblico. Nel primo appuntamento l’organista Stefano Rattini ci introdurrà, con un programma modellato per l’occasione, nell’universo femminile contenuto nei testi sacri, in cui trovano posto figure indimenticabili, di grande forza e carattere. Diplomato in organo e composizione organistica con il massimo dei voti e la lode sotto la guida di Giancarlo Parodi e titolare dal 1982 al 2023 dell’organo della Cattedrale di Trento, Rattini si è poi perfezionato con Stefano Innocenti e Christopher Stembridge per la musica antica, con Antonio Zanon per la composizione e con Fausto Caporali, Günther Kaunzinger, William Porter, Loïc Mallié e Jürgen Essl per l’improvvisazione. Attualmente è organista titolare dell’Abbazia Benedettina Muri-Gries di Bolzano. Ha ideato e conduce a Trento la “Scuola d’Ascolto della Musica Organistica”, volta a sperimentare nuove modalità nella formazione critica del pubblico. Figura tra i soci fondatori ed è presidente dell’Associazione Organistica Trentina Renato Lunelli, oltre che membro della Commissione Organi della Diocesi di Trento e della Commissione Artistica del Festival di Musica Sacra di Trento e Bolzano. La scaletta del concerto è suddivisa in due parti simmetriche, dedicate rispettivamente all’Antico e al Nuovo Testamento e separate dalla famosa aria verdiana de La Vergine degli Angeli, tratta dall’opera La forza del destino. In apertura spicca l’Ouverture dell’oratorio Esther, di Georg Friedrich Haendel, nella trascrizione curata da John Walsh a metà Settecento, cui fa seguito la composizione Suscipe caelum et numera stellas. Sarai-Sara per organo e voce recitante di Marialuisa Balza. Insegnante di armonia contrappunto fuga e composizione al Pontificio Istituto di Musica Sacra di Roma, nel 2015 la Balza ha partecipato, tra l’altro, alla realizzazione della Missa pro terrae humilibus in onore di papa Francesco, poi eseguita nella Basilica di San Pietro. Lei stessa spiega così, con parole eloquenti e luminose, le ragioni che l’hanno spinta a ispirarsi a Sara per il suo brano: «Dovendo scegliere un personaggio femminile della Bibbia, la mia scelta è caduta su Sara perché il suo modo di agire e di mettere fretta al progetto di Dio mi è sembrato molto attuale. Sarai, questo è il suo nome iniziale, è ormai anziana, non può più avere figli, quindi, la promessa fatta da Dio ad Abramo sembra ormai priva di ogni speranza. Allora lei mette in atto tutte le proprie risorse, manipolando la realtà, senza pensare troppo alle conseguenze, alla sofferenza propria e altrui che scaturirà inesorabilmente da questa sua decisione, tutta rivolta com’è ad un unico scopo: dare una discendenza ad Abramo». Il tedesco Andreas Willscher (1955) ha composto nel 2015 un singolare fascicolo organistico dedicato ad undici ritratti di donne bibliche, tratteggiati con gusto sapiente, semplicità e precisione. Rattini ne eseguirà due per l’Antico (Susanna e Giuditta) e due per il Nuovo Testamento (Elisabetta e La Samaritana al pozzo di Giacobbe). L’impaginato del concerto prosegue con un paio di brani dedicati alle presenze angeliche: La valse des anges di Julien Bret e, in prima esecuzione assoluta, Le chant des anges d’Angers di Alessandro Bottelli. Magdalena degna da laudare è un’opera concepita per organo e voce recitante ad libitum e «mutua il proprio titolo – scrive l’autore, Stefano Rattini – dall’omonima lauda ispirata ad una delle figure femminili più significative del Nuovo Testamento, contenuta nel Laudario di Cortona. L’antica melodia, di sapore gregorianeggiante, costituisce il germe attorno al quale ruota il materiale musicale…
MediaNel tardo pomeriggio, i Carabinieri della Stazione di Martinengo, nell’ambito di uno specifico servizio finalizzato alla prevenzione e al contrasto allo spaccio di stupefacenti, con la presenza di diverse pattuglie con colori di istituto – supportate dai Carabinieri della Sezione Operativa della Compagnia di Treviglio, in abiti civili e a bordo di autovetture con targhe di copertura –hanno individuato in via Ticino un soggetto sospetto che, alla vista dei militari, si è dato immediatamente alla fuga a piedi.Nel corso dell’inseguimento, l’uomo si è disfatto di un sacchetto, successivamente recuperato dai Carabinieri, al cui interno sono stati rinvenuti 55 involucri in cellophane contenenti cocaina, per un peso complessivo di 41 grammi. Nonostante le immediate ricerche, il sospetto è riuscito a far perdere le proprie tracce.Tuttavia, l’area in cui si è verificato l’episodio è parzialmente coperta da telecamere, e le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bergamo, sono già in corso per risalire all’identità del fuggitivo.L’operazione si inserisce nell’ambito dei mirati servizi attuati dai Carabinieri per il contrasto ai reati in materia di stupefacenti, con l’obiettivo di garantire maggiore sicurezza alla cittadinanza e colpire le attività illecite legate allo spaccio.I Carabinieri invitano la cittadinanza a segnalare tempestivamente situazioni sospette.leggete tutte le notizie su www.araberara.it The post Ghisalba: servizi antidroga, carabinieri recuperano 55 dosi di cocaina pronte per lo spaccio first appeared on Araberara.
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MediaNel primo pomeriggio di ieri, giovedì 27 febbraio, il comandante della Polizia Locale di Casazza, Renzo Ghilardi, è stato investito da una moto. L’uomo non si era fermato all’alt della Polizia Locale a Endine all’altezza della fermata dell’autobus in quanto segnalato poiché il mezzo risultava privo della prescritta copertura assicurativa R.C.A. e ha proseguito la sua corsa fino al secondo posto di blocco, a Casazza appunto, dove ha investito Ghilardi e poi ha fatto perdere le sue tracce. L’episodio è avvenuto lungo la SS42, gli agenti della Polizia locale di Sovere, Endine e Pianico e i carabinieri di Casazza, osservando le telecamere e il numero della targa della moto sono risaliti al proprietario, residente nel Milanese, ma lì non ci vive da anni. Il motociclista non è assicurato ed ha finora fatto perdere le tracce. Ghilardi nel frattempo è stato trasportato al Bolognini di Seriate in codice giallo, dove è stato curato per le ferite riportate agli arti inferiori e al bacino ed è stato dimesso in serata con una prognosi di 12 giorni.Sono state intanto diramate le ricerche del fuggitivo a tutte le Sale Operative delle Forze dell’Ordine per il tramite della Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Clusone. Sul posto è arrivata l’Aliquota Radiomobile della Compagnia dei Carabinieri di Clusone per i rilievi inerenti il sinistro, mentre il Comandante della Polizia Locale del Lago d’Endine e della Val Borlezza, ha contattato il Sostituto Procuratore della Repubblica in turno, notiziandolo dell’accaduto. Prontamente il Pubblico Ministero assumeva la direzione delle indagini, dando le prime disposizioni alla Polizia Giudiziaria volte all’identificazione del conducente del motociclo. Le ricerche sono ancora in corso essendo irreperibile presso la residenza anagrafica; una volta identificato verrà messo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria. Leggi tutte le notizie su www.araberara.itThe post Casazza, moto in fuga da Endine investe il comandante dei vigili e poi fa perdere le tracce first appeared on Araberara.
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