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MediaIl vecchio bar Cirolina, che si affaccia sul lago, a pochi passi dal Bogn, è da tempo una struttura abbandonata e fatiscente e potrebbe diventare presto una struttura sanitaria assistenziale per anziani.“Abbiamo iniziato una procedura per dare il via all’iter che porterà alla trasformazione di questo stabile in una struttura protetta per anziani – spiega il sindaco Lorenzo Lazzari -. L’idea è di promuovere la riqualificazione urbanistico edilizia delle strutture dismesse, evitando così il consumo di suolo nuovo e garantire l’insediamento di strutture in grado di offrire servizi anche in favore della popolazione anziana. La destinazione attuale delle aree non è compatibile con l’intervento e quindi dovremo procedere con una variante al Pgt”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post RIVA DI SOLTO – Il vecchio bar Cirolina diventerà una residenza per anziani, in cambio un parcheggio pubblico first appeared on Araberara.

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MediaSuperlavoro per gli agenti della Polizia locale di Scanzorosciate, che nel corso del 2024 hanno notevolmente incrementato il numero di controlli effettuati, portando a un consistente aumento di sanzioni ai cittadini. Il Comune ha infatti comunicato i dati consuntivi relativi alle attività svolte lo scorso anno.“I numeri – sottolinea l’Amministrazione comunale – evidenziano un impegno costante nel garantire la sicurezza stradale e il rispetto delle normative, con un significativo incremento nei controlli e negli interventi rispetto all’anno precedente”.Nel 2024, i veicoli controllati sono stati 1.336, con un aumento rispetto ai 1.070 del 2023. Le violazioni accertate al Codice della Strada sono state 1.393, mentre i punti patente decurtati sono ben 3.249.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post SCANZOROSCIATE – Vigili scanzesi, boom di multe e controlli (fino all’una di notte). Colonna: “La sicurezza è una priorità” first appeared on Araberara.

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MediaLuca Mariani«Prima era una cosa molto presente e focalizzata. Oggi, dopo cinque anni, l’unica cosa che è ancora molto viva è la pienezza della morte, a cui non ero preparatoMarco Maffeis ha la voce sicura e robusta. Le parole sono misurate, chiare e precise. È seduto comodo sulla sua sedia nera, ergonomica con le rotelle, la gamba sinistra accavallata sulla destra e il dorso elegantemente reclinato all’indietro. Attorno a lui, poster, figurine e un computer al centro della scrivania. Adesso è nel suo studio in via Bergamo a Clusone. Ma cinque anni fa era in ospedale, in terapia intensiva perché il Coronavirus lo aveva colpito: «Non ero preparato a vedere così tanti morti attorno a me. Eppure stare a contatto con questa malattia, con questo isolamento, cresceva in me la sensazione netta che la morte ci è amica. Nelle persone c’era proprio una forte sofferenza emotiva oltre che fisica, perciò quando qualcuno moriva, nel senso di vuoto, si percepiva una sorta di calma. Questo si capisce in maniera chiara nel docufilm ‘Le mura di Bergamo’ che racconta l’esperienza del covid. Ci sono le interviste alle persone anziane che sono guarite e uno di loro dice: “io adesso sono spaventato. Ho fatto tantissima fatica per preparami alla morte, ero pronto, invece adesso sono guarito e dovrò attraversare questa sofferenza un’altra volta.”»L’incontro con il Covid per Marco avviene già a fine febbraio: «Mi sono ammalato il 26. Fino a quel giorno sono stato lucido. Ero preoccupato, non l’ho mai sottovalutato.» Però già dal giorno dopo le sue condizioni peggiorano. Il problema è che gli ospedali della zona sono già in emergenza. L’allora sessantunenne resta a casa, ma di quei giorni nella memoria c’è poco o nulla. Ormai è incosciente. I polmoni sono in grave difficoltà e il 9 marzo viene ricoverato a Piario: «Mi hanno detto che quando mi hanno portato via avevo 41 di saturazione. Del periodo qui a Groppino non ricordo quasi niente. Mi sembra di ricordare una frase che mi è stata detta forse dal primario: “non mollare!” Ma è una percezione, non un ricordo netto.»Sono i giorni tragici del Covid che viene riconosciuto pandemia a livello globale e sulle rive del fiume Serio sembra incontenibile. Nelle strutture lombarde i pazienti da curare sono così tanti che altri ospedali in Italia si offrono di accoglierli e curarli. Così il 13 marzo Marco è trasferito all’ospedale Civico di Palermo. «Sono stato in coma farmacologico per più di un mese. Di questo periodo so che per far smaltire l’acqua dei polmoni mi giravano prono. Lì a Palermo eravamo in due, oltre a quattro pazienti non covid, c’era tutto il tempo per farlo. Qui non c’era proprio il tempo.» I primi ricordi che affiorano nella mente di Marco sono databili dal 15 aprile. Però anche questo momento del risveglio non è semplice: «Ho fatto una settimana di delirio. Avevo allucinazioni continue, quasi al livello della pazzia. È una sensazione bruttissima. Si è lucidi a momenti e si hanno continue visioni. Erano di una violenza molto forte.»Mentre a fatica Marco torna cosciente scopre di essere in Sicilia, a curarsi per il Covid, così inizia a capire la gravità e il dramma della pandemia. Questo gli è ancora più evidente due settimane più tardi quando viene trasferito all’ospedale Luigi Sacco di Milano.  ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post CLUSONE – Marco, cinque anni dopo il Covid: “41 di saturazione, Piario, il coma farmacologico, Palermo, il delirio, la paura, le allucinazione e per tornare a camminare ci ho messo sei mesi…” first appeared on Araberara.

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MediaAffitti calmierati per rilanciare il centro storico e McDonald’s che entra nella fase ‘burocratica’. Sono i due temi caldi che tengono banco in questi giorni a Clusone. Sul fronte McDonald si sta trattando per ottenere vantaggi sulla viabilità in una zona nevralgica: “L’idea – commenta il sindaco Massimo Morstabiliniè quella di una rotatoria poco più avanti che permetterebbe di mettere in sicurezza la zona”. Sul fronte affitti calmierati in centro storico l’obiettivo è quello di tornare a utilizzare locali sfitti e rilanciare il centro storico, soprattutto nella parte alta dove è più in difficoltà: “Se si affitta per almeno due anni a un prezzo massimo di 20 euro al metro quadroARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post CLUSONE – Senza Imu e affitti agevolati, si cerca il rilancio del centro storico first appeared on Araberara.

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MediaIl “Walter” ruspante che è ormai finito su tutti i giornali per le sue colorite espressioni che usa contro gli avversari, incurante delle conseguenze (ad es. le reprimende moralistiche sui quotidiani nazionali), chiosa così: “E’ troppo bello fare il sindaco” corredandolo di faccine gioiose e, per stare in tema canzonettistico, con “cuoricini” intorno.Si è dimesso un consigliere di minoranza, anzi il suo competitor alle ultime elezioni a sindaco, Mario Marzani che in opposizione era per modo di dire, aveva anche offerto al Comune un suo progetto su Maslana). Gli subentra il primo dei non eletti nella lista di opposizione, Fiorenzo Simoncelli, che era già stato consigliere in passato ma senza partecipare granché alla vita amministrativa.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post VALBONDIONE – Accordo con l’Enel per il recupero della vecchia casa del custode ai Dossi: “Vogliamo farne un Museo ma l’ambizione è quella di farne l’Università della Montagna, come a Edolo” first appeared on Araberara.

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MediaSi informa la Cittadinanza che sono in esecuzione i lavori di messa in sicurezza, da parte della ditta Bettineschi, che prevede il posizionamento di 31 tiranti, inclinati a 40°, di collegamento della palificata realizzata nella prima fase dei lavori.Considerata la delicatezza e la fragilità dell’area interessata e degli immobili circostanti, e visti i leggeri movimenti ancora in atto, a causa della morfologia del sottosuolo dell’intera area, tutto sta procedendo in modo cauto ed attento. In particolare, al fine di minimizzare i rischi per edifici e aree circostanti, si sta procedendo a realizzare tutti i tiranti previsti in progetto attraverso un sistema di circolazione di acqua (e non ad aria come originariamente previsto).ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post LOVERE – INTERVENTO – Via Paglia: si posizionano 31 tiranti e quel guasto del macchinario causati dai micropali Anas first appeared on Araberara.

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Media43 anni, tre figli, Mattia, Alessandro e Anna, un lavoro da perito chimico alla Italcanditi di Pedrengo e un impegno costante e appassionato per la sua comunità. Barbara Finazzi in paese la conoscevano tutti e ha lasciato un ricordo indelebile.“Barbara è sempre stata molto attiva soprattutto in Oratorio – spiegano il sindaco Alberto Maffi e il parroco don Alfio Signorini – prima come animatrice e poi come responsabile del Cre e delle tante attività dell’Oratorio legate ai giovani come per esempio il catechismo”.Un malore sul posto di lavoro, la corsa in ospedale, la speranza mista a disperazione e poi l’ultimo saluto: “È un lutto che ha colpito un’intera comunità, il nostro è un piccolo paese dove si conoscono tutti. Barbara è sempre stata una persona disponibile, solare, pronta a mettersi a disposizione per gli altri e la ricorderemo proprio così”.***Ti lasciamo alla tua vita eternaai tuoi tramontie ai tuoi mattinia spargere fiduciain tutti noi che ti abbiamo amataSei in un albero che fiorisce ogni primaverache oscilla liberosei in un lontanoorizzonte senza oreSei nella rete dei nostri sogniChe attendono il tuo sguardo come carezza.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIO The post GANDOSSO – Il ricordo di Barbara first appeared on Araberara.

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Mediadi Etta BonicelliTheresia, figlia del Camerun, occhi neri di velluto, grandi, intensi, occhi che sorridono prima delle labbra, interpreti di un’anima generosa, accogliente, gioiosa. Si presenta a me con i suoi migliori inconsapevoli biglietti da visita: sguardo e sorriso. La incontro a  Vilminore, a LAmeCÀ, la struttura socio-assistenziale in cui lavora, che, come dice il nome, sa di casa. Mi è stato chiesto di aiutarla a perfezionare la lingua italiana per rendere maggiormente fruibile la comunicazione con pazienti e colleghi. Che poi la sua comunicazione sia facilitata da un linguaggio non verbale che va oltre le parole è evidente: lo sguardo, il tono di voce e quel sorriso radioso sono sicuramente balsamo per dolori, solitudini e fragilità. ‘Fin da ragazza volevo dare sollievo a chi soffre, condividere il dolore con loro‘. Lo dice con semplicità, come fosse scontato. Dimentico verbi, coniugazioni e congiuntivi e le chiedo di parlarmi della sua vita, di come, quando, perché sia arrivata dal cuore dell’Africa alla sperduta Valle di Scalve. Il suo sguardo si fa lontano, velato di nostalgia: corre col pensiero alla sua terra d’Africa, ai vasti altopiani ondulati coperti da savane infuocate e foreste rigogliose, agli sconfinati orizzonti che si arrossano al calar del sole. Theresia nasce a Nkambe, 49 anni fa, da mamma Martina e da papà Peter, una guardia forestale, è la terza di dieci figli. Fin qui nulla di particolare se non che le sue origini famigliari le ha scoperte a 14 anni leggendo il suo atto di nascita da presentare per l’esame di BEPC, papà e mamma hanno nomi diversi, sconosciuti. Come è possibile? É una scoperta che la lascia sconcertata e disorientata. Esige subito una spiegazione e scopre che chi l’ha fatta crescere con amore di mamma in realtà è una zia, sorella del padre: non era riuscita ad avere figli suoi e il fratello le aveva ‘donato’ una delle sue bambine. Theresia vuole conoscere immediatamente i suoi veri genitori che vivono in una città della zona francofona. I suoi occhi si fanno lucidi ricordando l’incontro con la madre naturale, l’abbraccio lungo e avvolgente alla figlia ritrovata, le sue lacrime di gioia.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post Storie di Donne -Theresia, dal Camerun alla Val di Scalve una scelta d’amore: “Ho scoperto i miei genitori a 14 anni” first appeared on Araberara.

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MediaForse qualcuno potrà pensare: “Perché tanta enfasi per un bar nel centro del paese?”. Ma questa enfasi è giustificata dal fatto che nel centro storico di Ranzanico che, come tutti i borghi storici, è soggetto al fenomeno dello spopolamento e della sparizione di negozi e locali, la chiusura pochi anni fa del bar di fronte al palazzo comunale era stata vissuta malissimo dai residenti. Il centro storico di Ranzanico si era trovato all’improvviso più povero, più vuoto, più triste.Fino a qualche anno fa, infatti, passando per la piazza dominata dal Municipio, era facile vedere alcune persone all’esterno del bar. Poi, una volta chiuso il locale, la piazza si è spenta.Ecco che la notizia della riapertura di un bar in centro, nel piano terra del palazzo comunale, assume non poca importanza per questo paese che domina il Lago di Endine. E, infatti, della mancanza di un bar in questa zona di Ranzanico (mentre altri locali sono presenti nella parte bassa del paese, accanto al lago e lungo la Statale 42) si era discusso anche durante la campagna elettorale dello scorso anno.Un bar in piazzaMa, veniamo alla novità di questi giorni. L’Amministrazione comunale in carica dallo scorso giugno, guidata dal sindaco Angelo Pizzighini, ha annunciato con enfasi l’avvio dell’intervento che porterà nel giro di alcuni mesi alla tanto auspicata riapertura.Nel palazzo municipale, sotto il primo piano occupato dagli uffici comunali, c’è il locale adibito a ufficio postale. Questo rimarrà ancora, ma verrà diviso in due, lasciando così spazio al locale in cui verrà realizzato il futuro bar.I lavori al piano terra dell’immobile di proprietà comunale inizieranno a fine febbraio e dureranno alcuni mesi; l’obiettivo dell’Amministrazione Pizzighini è di aprire il bar all’inizio della prossima estate. Per il Comune di Ranzanico si tratta di un investimento di 150 mila euro, di cui 50 mila coperti da un contributo.I frequentatori del futuro bar potranno utilizzare non solo i nuovi spazi al pianterreno del Municipio, ma anche un’ampia terrazza affacciata proprio su Piazza dei Caduti, a poca distanza dall’unico negozio di alimentari, dall’ambulatorio e dalla chiesa parrocchiale.Le PostePer quel che riguarda invece l’ufficio postale, che verrà ridotto ma non spostato altrove, l’intenzione è quella aumentarne i servizi a disposizione. Lo stesso sindaco Pizzighini, in un video rivolto ai suoi compaesani, ha sottolineato: “Cosa c’è di meglio se non riportare il bar in piazza? Divideremo l’ufficio postale dando vita a un ambiente accogliente, mettendo a disposizione l’ampia terrazza e il magazzino. Un lavoro, due servizi, perché realizziamo il bar, ma rinnoviamo lo sportello postale aumentandone i servizi, cioè il Postamat per fare i prelevamenti, lo sportello per la richiesta di passaporto e carta d’identità digitale e altri ancora”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post RANZANICO – Centro storico, torna il bar. Sarà al piano terra del Municipio, accanto alle Poste first appeared on Araberara.

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MediaSono passati otto mesi dall’appuntamento elettorale dello scorso giugno e dall’avvio del ‘Benedetti Due’ a Trescore Balneario. Oltre alla vittoria elettorale, il sindaco Danny Benedetti ha messo a segno alcuni importanti colpi, dalla conquista della presidenza della Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi alla conclusione dell’eterno cantiere del centro, con Piazza Cavour che fa bella mostra di sé. Il primo cittadino sta quindi vivendo una sorta di ‘luna di miele’ politico/amministrativa. Ma è tutt’oro quello che luccica?Ne parliamo con la persona che lo scorso anno lo ha affrontato, contendendogli la fascia tricolore, Mara Rizzi, di ‘Consenso Civico’, assessore durante l’Amministrazione di Donatella Colombi e da sei anni tra i banchi della minoranza.La capogruppo di minoranzaQual è il punto di vista del vostro gruppo sulla situazione attuale di Trescore? E cosa servirebbe al suo Comune che l’attuale maggioranza non riesce, o non vuole, realizzare?“Le nostre considerazioni riguardo a questi primi mesi del secondo mandato del sindaco Benedetti – sottolinea Mara Rizzi – non si discostano da quanto abbiamo sempre sostenuto. L’Amministrazione comunale è molto attenta alle grandi opere, alla politica della partecipazione ossessiva ai bandi per poterle realizzare, ma continua a trascurare l’attenzione ai bisogni dei cittadini e alle esigenze quotidiane che continuano ad essere trascurate. Mancano iniziative ed eventi, manca il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini alle poche attività proposte, manca un metodo di comunicazione efficace, coinvolgente e stimolante. Manca inoltre la ‘percezione della sicurezza’, per la quale non è sufficiente approvare un regolamento che prevede ‘Daspo Urbano’ (per il quale abbiamo anche contribuito proponendo un emendamento approvato all’unanimità in Consiglio), ma serve anche e soprattutto un capillare presidio del territorio e un pronto intervento in caso di necessità”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post TRESCORE – LA MINORANZA – Mara Rizzi e il ‘Benedetti Due’: “Amministrazione attenta alle grandi opere, ma trascura i bisogni dei cittadini”. E su sicurezza, Polizia Urbana, il Tadone e il Lesse… first appeared on Araberara.

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MediaDavide Bendotti, da Colere al mondo e poi dal mondo a Colere. Lo sciatore scalvino in forza al Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa ha da poco fatto rientro in Val di Scalve dopo i Mondiali di sci paralimpico a Maribor in Slovenia dal 2 all’11 febbraio.La mancanza di neve sulle piste ha cambiato più di una volta le carte in tavola e quindi la Coppa del Mondo quest’anno è stata abbastanza… rivisitata.“Non abbiamo fatto le classiche 5 discipline quindi discesa libera, super G, super combinata, gigante e slalom – spiega Davide Bendotti -. Il 2 febbraio con una mail la FIS ha fatto sapere che le prove della discesa e la gara sarebbero state cancellate. Il 4 febbraio era tutto pronto per il Super G, ma c’era pochissima neve e in una gara di quel tipo dove si raggiungono velocità elevate diventava pericoloso e dopo qualche riunione tra gli allenatori e la FIS si è deciso di annullare tutto”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post COLERE – Davide Bendotti e l’avventura mondiale in Slovenia first appeared on Araberara.

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Mediadi Giuseppe CarraraSimona abita a Peja e compirà quest’anno un quarto di secolo. Sembra molto detto così, ma è ancora una ragazzina. Due occhi azzurro perla, capelli lunghi biondi ed un sorriso che sa di purezza d’animo. Ad ascoltarla ti viene in mente “canne al vento”. Se il vento soffia leggero le canne flettono e accarezzano la terra. Se il vento supera una certa forza le canne si spezzano. Come è stata la tua infanzia Simona? “Da piccola amavo stare con mio fratello, più grande di me di due anni. Era bello quando lui mi svegliava ed insieme guardavamo i cartoni animati “. Dopo di lei nacque un altro fratello e crescendo, Simona, si è sentita un po’ in “minoranza”. “Durante la preadolescenza alcune persone mi prendevano in giro per il mio peso. Non ero grassa, un po’ rotondina, ma la situazione mi faceva stare male. Io lo tenevo dentro di me, avevo paura di “denunciare la cosa” perché essendo io sensibile e fragile, non volevo mettere in cattiva luce i miei “compagni”. Simona comincia così a volersi dimostrare forte, “prendendo il controllo” di sé nell’assunzione dei cibi. “Ho iniziato all’età di 12 anni a togliere i dolci ed i carboidrati, e nel giro di tre o quattro anni sono dimagrita a dismisura”. Nel frattempo nasce un’altra sorella. La famiglia di Simona è una famiglia modello; il papà è un gran lavoratore e soprattutto è uno che non smette mai di dare una mano a chiunque. È impegnato da sempre in oratorio in molte attività e ci tiene molto alla “Messa domenicale”, ma Simona, il fatto che si debba andare a Messa per forza non lo digerisce proprio, un po’ come il cibo. “A forza di impormelo, andavo a messa e stavo in fondo alla Chiesa aspettando che la “Cerimonia” finisse per “andare in pace”. Il difetto degli adulti di “imporre”  la Messa domenicale è una pratica ancora molto in uso, anche se “alcuni studi scientifici” hanno dimostrato che chiunque venga “invitato obbligatoriamente” a fare una determinata cosa, di solito, in qualche modo si ribella. “Santa Messa a parte, ho iniziato a frequentare la prima superiore come “stilista”. Ho fatto una scelta molto sbagliata; le mie compagne mi chiedevano di fare da modella ed io non mi sentivo abbastanza perfetta. Ho iniziato così, verso la fine della prima superiore, un percorso ambulatoriale, attraverso il quale mi facevano assumere un certo numero di calorie, ma questo non è servito praticamente a nulla perché in fondo il problema principale stava molto più a monte. Il percorso durava 12 settimane e nelle ultime tre sono finita nella “neuropsichiatria infantile di un altro ospedale“; mi hanno dovuto mettere il sondino perché non mangiavo più nulla: mi hanno dovuto salvare la vita. Poi ho concluso le ultime tre settimane all’ospedale si Esine dove sentivo immensamente la mancanza di mia mamma”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post Storie di Donne – PEIA – VERTOVA – LEFFE – Simona, 25 anni: “La mia vita con l’anoressia, i ricoveri, le ricadute e poi la rinascita. Agli adulti dico: spendete il vostro tempo con i ragazzi…” first appeared on Araberara.

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Mediadi Luca Mariani“Le stelle sono tante, milioni di milioni, la Stella di Negroni vuol dire qualità.” Il motivetto musicale che le radio e le televisioni trasmettono dagli anni Sessanta per sponsorizzare una nota marca di salami, da domenica 9 febbraio può essere scelto come colonna sonora dei campionati mondiali Junior e Under 23 di sci di fondo. Infatti nella rassegna iridata a brillare con due medaglie in tre gare, un argento e un bronzo, è stato Davide Negroni: «È stata una sorpresa, anche se sapevo che potevo fare bene. Sapevo che in estate avevo lavorato bene, che ero in forma e che ero nella top dieci, ma poi lì è questione di pochi secondi e ti giochi tutto. Le medaglie non puoi mai aspettartele, perché ci sono mille variabili.»  Infatti il diciannovenne di Clusone arriva in val di Scalve con buone sensazioni e già con un alto livello di soddisfazione personale: «Ero contento di essermi qualificato al mondiale, visto che l’anno scorso non ci ero riuscito.» Però nella sua gara d’esordio, la 20 chilometri a tecnica classica, si deve accontentare del sesto posto: «È andata abbastanza bene, ma non ero sodisfatto al cento per cento. Avevo il rammarico di aver perso il gruppo di testa nell’ultimo giro.» Il riscatto arriva due giorni dopo. In programma c’è la 10 chilometri a tecnica libera, specialità che a gennaio ha regalato a Davide il titolo di campione italiano: «Nell’ultimo anno è il mio cavallo di battaglia. C’era un po’ di pressione e di aspettative da parte degli altri. Io non ne avevo così tante. Sono partito forte, ma controllato. Sapevo che il norvegese ne aveva di più sul finale.» E al traguardo è proprio così. Davanti all’azzurro arriva solo lo scandinavo Haggen Lars. Il baradello dagli occhi verdi e la erre transalpina è vicecampione del mondo nella categoria Junior: «È stata un’emozione enorme.»Ma le soddisfazioni sulla neve di Schilpario per Davide non sono ancora finite. Vista l’ottima condizione gli allenatori della nazionale italiana decidono di schierarlo come terzo frazionista nella staffetta mista con Gabriele Matli, Beatrice Laurent e Marit Folie. «Mi hanno dato il cambio da secondo. Ho tenuto la posizione e sono riuscito a guadagnare qualcosina, otto secondi. Non sono tanti, ma in cinque chilometri non si riesce a fare tanto la differenza, anche per le condizioni atmosferiche.» E al traguardo il quartetto azzurro è terzo, preceduto dalla straripante Norvegia e dalla rimonta della Francia. «Siamo contenti perché abbiamo fatto vedere che l’Italia giovanile c’è.»Con questo bronzo Davide archivia una settimana ricca di gioia e sorrisi, non solo per il doppio podio iridato, ma anche per il grande sostegno e il caotico affetto ricevuto: «Un mondiale così, in casa è stato davvero speciale, anche e soprattutto per il tifo. Era veramente impressionante su tutta la pista e soprattutto sull’ultima salita. Era talmente forte che non sentivo nemmeno il mio respiro. È stato emozionante e speciale. Anche domenica quando diluviava, nevicava e poi diluviava, erano tantissimi.»ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post CLUSONE – Davide, 19 anni, la ‘stella’ Negroni, che ha incantato ai mondiali: “Il mio bronzo. La festa in paese, i miei tre fratelli, la Spessa dove sono nato e… first appeared on Araberara.

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MediaQuella di Fatima è una storia che ti si appiccica al cuore e fa fatica a scivolare via. Fatima è una donna che arriva da lontano, come racconta il colore della sua pelle, dal Burkina Faso, in Africa. Fatima è una mamma che ha saputo trasformare il dolore per la perdita di un figlio, Sanun, in una mano tesa a chi ne ha bisogno. Fatima è arrivata in Italia, in Val Trompia, nel 1993, e poi si è trasferita a Costa Volpino una quindicina di anni fa ed è cuoca alla scuola materna di Artogne, dove porta ogni giorno il suo dolce sorriso a tanti bambini. Da qualche mese insieme a lei è nata l’associazione ‘Il grande baobab di Sanun’ ed è proprio questo il cuore della nostra storia. Sono passate da poco le 18, il telefono squilla e dopo pochi secondi sento la sua voce emozionata: “Una leucemia fulminante si è portata via mio figlio nel 2010, quando aveva 15 anni. Ho deciso che era arrivato il momento di riorganizzare la mia vita e insieme ad alcune amiche abbiamo aperto questa associazione per aiutare i miei paesani dell’Africa. Nel logo che abbiamo scelto c’è il significato di quello che vorremmo fare, il baobab simboleggia il mio Paese ed è sinonimo di forza e comunità, poi ci sono delle persone in cerchio che rappresentano tutti noi che vogliamo dare un aiuto concreto e un angelo che sale al cielo. Sai, mio figlio non c’è più ma ci sono tanti altri bambini e ragazzi come lui che ci sono e hanno bisogno di noi… insomma, invece di piangere ho deciso che asciugo le lacrime e dico sì alla vita”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post Storie di Donne – COSTA VOLPINO – Fatima e l’associazione nata per ricordare il figlio: “La leucemia se l’è portato via, ho deciso di asciugare le lacrime e dire sì alla vita” first appeared on Araberara.

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MediaPer ora si tratta solo di schermaglie non politiche ma personali. E c’è una spaccatura tra i quattro Comuni. Il nuovo Presidente della Comunità Montana, Marco Grassi, si muoverebbe come un caterpillar senza prima confrontarsi con i sindaci, almeno non con i sindaci di Colere Gabriele Bettineschi (resterà in carica fino alla primavera del 2026) e Vilminore Pietro Orrù, prendendo decisioni che evidentemente li scontentano (Nota: ambedue sono stati negli anni scorsi alla guida della Comunità Montana).ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE – Vilminore e Colere contro Azzone e Schilpario first appeared on Araberara.

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MediaIl tempo scorre ancor più inesorabilmente quando le possibilità di sopravvivenza vengono meno, rifuggendo via dalle nostre vite in modo precipitoso. Si ha percezione di questo ancor di più quando ci si trova coinvolti in situazioni di fragilità vissute che inesorabilmente accentuano questa visione. Quando si perde una persona cara, ci si sente ancor più fragili e inadeguati nel riuscire a vedere positivamente ogni situazione che si ha dinnanzi ai nostri occhi.
Cara Dionisia, è stato bello conoscerti, costruire un percorso di vita assieme, una famiglia meravigliosa, due figli fantastici e condividere 38 anni di emozioni, gioie, e talvolta anche dolore, come ora, nel tristissimo e inesorabilmente doloroso momento del distacco. È bello ricondurre il pensiero a quel 26 luglio 1987, in occasione della festa di S. Anna, quando ci siamo conosciuti in una stupenda sera d’estate. La brezza di tramontana che scendeva dai monti sopra Ranzanico si mescolava con l’aria calda che saliva in quota dalla superficie del lago di Endine. Le luci che si rispecchiavano sulle acque placide giungevano riflesse sino a noi a Ranzanico trasmettendo ancor più emozione a quella deliziosa e romantica serata.
Cara Dionisia, ci siamo piaciuti subito dal primo sorriso. I tuoi occhi azzurri complici di quello sguardo unico e i lunghissimi capelli neri e ondulati rappresentavano al meglio bellezza e gioia di vivere. Fu una serata bellissima trascorsa nel disquisire piacevolmente. Parlammo di tutto, e ci trovammo in sintonia così come fossimo due amici che, seppur si fossero appena incontrati, avevano l’impressione di conoscersi da sempre. Due realtà diverse le nostre: tu provenivi dalla città dove la mentalità degli abitanti è più disponibile ad aprirsi al pensiero in tutte le situazioni e sempre alla ricerca della perfezione, io dal paese placido e tranquillo immerso in un panorama mozzafiato che basta alle persone, seppur di carattere meno espansivo e più riservato, per renderle felici nella loro tranquilla quotidianità.
ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIO The post ENDINE – Andrea e il ricordo della moglie Dionisia: “I tuoi occhi profondi e la dolcezza del tuo sguardo erano più eloquenti di tante parole, hai resistito con amore” first appeared on Araberara.

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Media’Non è facile invecchiare con garbo. Bisogna accertarsi della nuova carne, di nuova pelle, di nuovi solchi, di nuovi nei. Bisogna lasciarla andare via la giovinezza, senza mortificarla in una nuova eta’ che non le appartiene, occorre far la pace con il respiro più  corto, con le giunture, con le arterie, con i capelli bianchi all’improvviso, che prendono posto dei grilli per la testa. Invecchiare come si fosse vino, profumando e facendo godere il palato, senza abituarlo agli sbadigli” …questi siamo noi …un gruppo over 50 di amici di Clusone e paesi limitrofi che ogni anno si ritrova , in occasione della serata Bourguignonne che il Ristorante Serenella sito in Valle Sponda a Colere organizza in collaborazione con la Macelleria Giudici di Clusone, la quale seleziona appositamente carni piemontesi raffinate e succulenti. Il ristorante l’autunno scorso fu premiato da Regione Lombardia come attività storica ..e noi come da tradizione, ritenendoci parte della storia , da qualche anno ,essendo la serata in concomitanza con il Capodanno Cinese, festeggiamo con abiti a tema! Prendiamo spunto, per travestirci e divertirci, dalla astrologia cinese la quale segue un ciclo di dodici anni, ognuno associato ad un animale dello zodiaco.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post VAL SERIANA – Over 50 in festa: “Ci ritroviamo ogni anno, lo scorso anno vestiti da Drag Queen in onore del drago per il Capodanno cinese, quest’anno era l’anno del serpente…” first appeared on Araberara.

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MediaIl tratto di strada  della provinciale 51 che va dall’Oratorio di Villa verso Piario, molto trafficata anche da parte di chi vuole raggiungere l’Ospedale, era già stato riqualificato da mesi con lavori di allargamento della carreggiata e la realizzazione di un marciapiede a sbalzo per i pedoni, ma l’inaugurazione ufficiale dell’opera -dal valore complessivo di quasi 900 mila euro, che la Regione ha finanziato per 700.000 e la Provincia per 185.000 – è avvenuta  il 10 febbraio, con la presenza delle Autorità locali e del presidente della Provincia Pasquale Gandolfi, il quale ha sottolineato l’importanza del lavoro di squadra fatto con la Regione per il  recupero e la messa in sicurezza, obiettivi perseguiti da tempo e particolarmente strategici per la viabilità della zona: “Un’opera che aspettavamo da tanto tempo – commenta il sindaco di Piario Francesco Zanottiche  speriamo venga completata al più presto riqualificando anche il tratto di strada di qualche centinaio di metri verso Piario che dalla fermata del pullman arriva fino all’incrocio con via Bergamo, lavoro per il quale servirebbe un ulteriore finanziamento di circa 300.000 euro ”.  ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post VILLA D’OGNA – PIARIO – Inaugurata la riqualificazione del collegamento tra Villa d’Ogna e Piario: “Intervento atteso da vent’anni” first appeared on Araberara.

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MediaUn fatturato in crescita di oltre l’8% rispetto all’anno prima, arrivando a 77 milioni di euro di utili. Sono i numeri del Gruppo Gap Spa diffusi in questi giorni, gruppo che ha sede a Brescia, Sovere e Pontenure (PC), che offre servizi ausiliari chiavi in mano principalmente al mercato siderurgico fornendo soluzioni integrate per le acciaierie, tra cui logistica industriale, gestione di parchi rottame, evacuazione di scorie, gestione di magazzini e lavorazioni di materiali ferrosi. Conta 614 dipendenti diretti oltre ai collaboratori esterni. L’AD è Eligio Piantoni, 45 anni, figlio del fondatore Gianni. La madre Elena Guidi è Presidente.Il Gruppo GAP è partner di alcune tra le più importanti acciaierie Italiane, tra cui Arvedi, Danieli, Duferdofin, Cogne, ABS, Lucchini, Pittini, Riva, Rubiera, Tenaris Dalmine. La collaborazione con alcune di queste società è consolidata da oltre 40 anni e si rafforza costantemente nel tempo, evidenziando la fiducia reciproca e la sinergia delle attività. Il Gruppo, forte della consolidata presenza in Italia da oltre 70 anni, ha iniziato ad affermarsi anche sui mercati esteri. L’esperienza maturata sul campo gli consente di offrire servizi di consulenza di altissimo livello, instaurando partnership che sempre più spesso superano i confini nazionali.GAP ha all’attivo anche un Centro Ricerca e Sviluppo (a Pontenure), per lo studio di soluzioni di mobilità green. Da qui sono usciti il kit per l’elettrificazione dei motori diesel e il progetto (in via di realizzazione) del sistema propulsore a idrogeno”, l’“H2 Fuel Cell Powertrain” (progetto EHRON), che ha ottenuto, primo in graduatoria, un finanziamento a fondo perduto – insieme al CNR ITAE di Messina – predisposto dal Bando del ministero della Transizione ecologica per l’attribuzione dei fondi del PNRR.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post SOVERE – Il boom della Gap: 77 milioni di euro di utili e 614 dipendenti first appeared on Araberara.

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MediaIncapace di intendere e di volere, almeno al momento del fatto. Quindi, assolto. È la decisione della Corte d’Assise che ha deciso il futuro di Matteo Lombardini, il 35enne che a novembre 2023 in piena crisi psicotica uccise il padre Giuseppe a coltellate e ferì gravemente la madre nel loro appartamento di Nembro. Ma Matteo non sarà libero, almeno non subito, perché il Tribunale ha disposto che l’imputato resti ricoverato nella Rems di Castiglione delle Stiviere per almeno 10 anni.Il difensore di Matteo, l’avvocato Filippo Avilla nella difesa aveva sostenuto che: “Matteo era un soggetto seguito, era in cura dal 2009, anno in cui aveva aggredito il padre per la prima volta. Dal punto di vista medico ci si poteva aspettare una ricaduta data la sua situazione psichica, ma quali risposte sono arrivate dagli enti preposti? Lo si accusa di aver interrotto il trattamento terapeutico, ma come si fa a dare a una persona così la facoltà di decidere se interrompere o meno il percorso? Qualche giorno prima di uccidere suo padre Matteo si è fatto accompagnare da uno zio al pronto soccorso dell’ospedale di Alzano Lombardo.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post NEMBRO – Matteo ‘incapace di intendere e di volere’: uccise il padre a coltellate e ferì gravemente la madre first appeared on Araberara.

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