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Jannik Sinner trionfa a Miami ed è il numero 2 al mondoJannik Sinner è il numero 2 al mondo. Dopo aver vinto gli Open d’Australia e il Rotterdam Open, Sinner ha battuto in due set (6-3, 6-1) anche il bulgaro Dimitrov nella finale dell’Atp di Miami. Con questa vittoria Jannik Sinner supera nella classifica mondiale lo spagnolo Carlos Alcaraz e d è il numero 2 nel ranking Atp alle spalle di Novak Djokovic.“Sono orgoglioso del risultato. Ho cominciato la settimana soffrendo un po’, non ho avuto tanto tempo per adattarmi ai campi. Con il proseguo del torneo mi sono sentito sempre meglio, sono orgoglioso di come ho gestito le situazioni”, ha detto Sinner dopo aver vinto il Masters 1000 di Miami travolgendo in finale il bulgaro Dimitrov. “Cerco di migliorare e godermi il momento – dice ancora l’azzurro –, non so se questa sarà l’ultima volta che vivrò questa situazione. Adesso arriva la terra battuta e sarà diverso”.“Oggi ho vinto i punti importanti, e questo ha fatto la differenza – ha detto intervistato da Sky Sport –. Nelle ultime due partite ho affrontato due giocatori totalmente diversi come Dimitrov e Medvedev, ed è bello trovare ogni volta una soluzione diversa per affrontare avversari differenti. Adesso c’è la terra rossa, ed è totalmente diverso. Ma anche lì, vediamo come gestisco le cose, e vediamo come va”“Buona Pasqua a tutti gli italiani, sento davvero tanta energia da parte vostra – ha sottolineato il numero 2 del tennis mondiale –, io provo a metterla in campo. Senza lavoro i risultati non arrivano: se uno lavora, i risultati arrivano. Ci vediamo in Italia, Montecarlo è praticamente lì”.L'articolo Tennis, Sinner trionfa a Miami: è il numero 2 al mondo proviene da Araberara.

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Alessandro Piccinelli di 54 anni era uscito per andare a pesca e non ha fatto rientro a casa. E' stato trovato morto nel torrenteTragedia nel giorno di Pasqua a Lizzola. Ieri, domenica 31 marzo, Alessandro Piccinelli, di 54 anni, era uscito per andare a pesca in un torrente vicino a casa, ma non ha fatto più rientro a casa.I familiari, non riuscendo più a mettersi in contatto con lui, hanno lanciato l’allarme nel pomeriggio. Tragico l’epilogo, il corpo senza vita di Alessandro Piccinelli, che abitava a Lizzola, è stato trovato  nel torrente verso mezzanotte dai vigili del fuoco e dal soccorso alpino. Pare che sia stato colto da un malore.L'articolo Lizzola, va a pesca e non torna a casa: trovato morto 54enne proviene da Araberara.

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<em>“Negli ultimi anni l’antiquariato sta vivendo un revival, complice una sempre maggiore consapevolezza sui benefici ambientali di acquistare di seconda mano che coinvolge trasversalmente tutte le generazioni, anche i giovanissimi” </em>racconta Massimiliano Besana, Head of Marketing and Communication della Cooperativa Di Mano in Mano, realtà milanese che dal 1999 si occupa di recupero, restauro e vendita di arredi vintage.<em>“Acquistare di seconda mano non è più tabù, anzi, è di tendenza”</em>. E in effetti i mercati, le fiere e i mercatini, così come e-commerce e piattaforme di <a href="https://www.dimanoinmano.it/it/cc51/antiquariato">compravendita online di antiquariato</a> sono sempre più popolari. <em>“Tutti noi”</em> – continua Besana – <em>“davanti a un arredo antico ci sciogliamo un po’, ne subiamo il fascino intrinseco, quel ‘non so che’ misto di vite passate, segreti familiari, legni profumati, dettagli ricchi e solidità”.</em>Eppure verso l’antiquariato persistono alcuni pregiudizi comuni che la Cooperativa, con i suoi ormai 25 anni di esperienza, conosce bene e che sceglie di accogliere con una proposta eclettica che valorizzi l’antico attraverso insoliti accostamenti con il moderno. E viceversa.E’ questo coraggioso e vincente accostamento che fa di Di Mano in Mano riferimento per architetti, amatori, collezionisti e per chiunque voglia arredare intere abitazioni o singoli spazi con uno stile personale.Ma andiamo con ordine. Quali sono i pregiudizi principali nei confronti dell’antiquariato?“I mobili antichi sono troppo grandi”Sono <em>più</em> grandi, questo è vero, ma la loro imponenza si traduce in una solidità e durevolezza che spesso i mobili di produzione contemporanea non riescono ad eguagliare. I mobili un tempo erano più grandi perché le case erano più grandi, mentre oggi il trend è quello di spazi abitativi sempre più circoscritti. Però circoscritti non vuol dire limitati: possiamo inserire arredi di antiquariato in casa nostra, dovremo solo avere un occhio in più per rispettare la metratura e la “navigabilità” della casa. Inserire pochi, selezionati, pezzi di antiquariato creerà originali equilibri di proporzioni con il resto dell’arredamento.<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2024/03/dimanoinmano_275857596_359737536057908_9199090431193151904_n.jpg">Media</a>“Lo stile antico è molto diverso dal resto dell’arredo che ho in casa”E meno male, ci vien da dire! La nostra casa dovrebbe raccontare chi siamo, i nostri viaggi e le nostre passioni. Gli oggetti e gli arredi ci legano a immagini e ricordi non potranno mai essere perfettamente coordinati come nei cataloghi o nelle stanze degli hotel. Una casa vissuta è una casa arredata con spontaneità e istinto ed è la nostra personalità che, se libera di emergere, troverà il modo di “far parlare” tra loro stili diversi.<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2024/03/dimanoinmano_277473589_358352082969445_7591155990153793845_n.jpg">Media</a>“Il mobile antico fa vecchio”Non vecchio, ma senza tempo. O <em>timeless</em>, per dirla all’inglese. Ed è quel sapore di passato e ricordi, un’estetica cristallizzata nel tempo che resiste alle mode di Instagram e Pinterest che assicura all’antiquariato un posto sul podio delle scelte di décor che non rimpiangeremo con il passare degli anni. L’anima unica dell’<a href="https://www.dimanoinmano.it/it/cc51/antiquariato">antiquariato</a> completa perfettamente le linee minimali e la funzionalità dei mobili prodotti in massa e di quelli di design moderno, che pure sono perfetti alleati di una casa moderna. Affiancare gli uni agli altri si rivela la “via di mezzo” ideale per soddisfare sia estetica che funzione.<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2024/03/dimanoinmano_289101716_3298495370370212_800625688234824636_n.jpg">Media</a>Eclettismo parola d’ordine<em>“Sfatare questi miti è il primo passo per rendersi conto di come le sfide dell’antiquariato si possano trasformare in opportunità”</em>, racconta Besana. Di Mano in Mano, attraverso…
MediaIn data 28 marzo 2024, in Strozza, militari della Stazione Carabinieri di Almenno San Salvatore davano esecuzione a misura cautelare dell’allontanamento da casa familiare nei confronti di 45-enne, operaio, di origine nigeriane, residente nel predetto comune. A metà del mese di febbraio del corrente anno la moglie, anche lei di origini nigeriane, aveva presentato querela per ripetuti episodi di maltrattamenti subiti, nel corso degli anni, dal marito, consistiti in aggressioni sia fisiche che verbali. Dalle indagini esperite emergeva che medesime condotte aggressive e maltrattanti l’uomo le esercitasse anche nei confronti dei tre figli, dei quali due minorenni. A conclusione delle indagini esperite dai Carabinieri della Stazione di Almenno San Salvatore il Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bergamo, su proposta del Pubblico Ministero, emetteva, nei confronti dell’uomo, la misura cautelare dell’allontanamento dalla casa familiare con contestuale divieto di avvicinamento e di comunicazione con le persone offese. Applicata inoltre la misura cautelare aggiuntiva del divieto di dimora nel comune di Strozza (BG). All’atto dell’esecuzione della misura il sottoposto, allontanato dalla propria residenza, stabiliva il proprio domicilio in altro comune della provincia di Bergamo, presso abitazione di conoscenti.   L'articolo Codice rosso esecuzione allontanamento da casa familiare a Strozza proviene da Araberara.

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MediaTommaso Martinelli. Segnatevi nome e cognome. Perché Tommaso è stato inserito dal prestigioso quotidiano britannico The Guardian, nella lista dei 60 migliori giovani talento sotto i 18 anni di età, classe 2006, portiere della Fiorentina, arriva da Leffe.  In questa lista, che vede nomi già affermati e molto importanti del calibro di Endrick, Prestianni, Zaire-Emery e Pafundi, spicca il portiere della Fiorentina Tommaso Martinelli. Un talento riconosciuto anche da una firma d’autore come quella appunto del The Guardian. Il giovane numero 1 viola, è già in Nazionale con la selezione italiana Under 18. Alto un metro e novanta, grandi doti tecniche: “E’ nipote di mio fratello Martino – racconta Donato MartinelliMartino nacque a Leffe il 30 novembre 1933, e si trasferì a Firenze nel dopo guerra.  Nostro padre Umberto, dopo aver fatto il copertino come molti prima della Grande Guerra, aprì un negozio di tessuti a Firenze.  Io mi trasferii solo nel 1947 per frequentare le scuole medie, in quanto a Leffe non esistevano, per poi proseguire con la scuola di ragioneria sempre a Firenze.  SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 APRILEL'articolo LEFFE – Tommaso Martinelli, classe 2006, da Leffe a Firenze, portiere della Fiorentina, inserito nella lista dei 60 migliori giovani di talento del mondo proviene da Araberara.

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MediaLA LETTERA DEL DISSENSO – Caro Matteo, cosa ci facciamo noi con i fasci e le svastiche?C.a. Segretario Federale Matteo SalviniCaro Matteo, L’ approssimarsi delle elezioni europee ci impone l’obbligo di condividere con te una serie di osservazioni di interesse per il futuro del nostro amato movimento. In questi cinque anni, nonostante la storica affermazione elettorale conseguita, la Lega è stata relegata ad un ruolo di importanza residuale sia nell’assemblea parlamentare che nelle altre istituzioni europee.Questo isolamento politico non ci ha consentito di incidere concretamente nella ricerca di soluzioni a problematiche di interesse del movimento, siano esse di natura storica o attuale.Riteniamo importante, su tematiche come l’immigrazione, la qualità dell’alimentazione, l’agricoltura, le politiche ambientali, industriali e la sfida energetica, riuscire a dare risposte concrete ai cittadini, evitando l’appannamento dell’interesse degli iscritti e un affievolimento della loro partecipazione.È inevitabile dunque chiedersi dove sia finito il tradizionale pragmatismo che ci ha sempre portati alla ricerca di collocazioni utili al raggiungimento degli obiettivi. Ti chiediamo inoltre dove sia finita, caro segretario, la tradizionale e giusta distanza che abbiamo sempre mantenuto da tutti gli opposti estremismi.(la lettera completa è a pagina 5 del numero in edicola)LO STRISCIONE SUL PRATONE DI PONTIDA: “CONGRESSO SUBITO”Il maldipancia dei leghisti: “Non possiamo diventare la brutta copia di Fratelli d’Italia”Luca MarianiOgni gruppo sociale ha un posto particolare in cui si riconosce, si sente a casa. La Kaaba di La Mecca per i musulmani. Lo stadio Maracanà per i brasiliani. O il pratone di Pontida per i leghisti. Proprio qui la notte dello scorso 5 marzo è apparso uno striscione di protesta: “Da indipendenza a sudditanza, i militanti ne hanno abbastanza. Congresso subito.”Come contorno di queste scritte in stampato maiuscolo anche la sagoma trionfante di Alberto da Giussano su sfondo verde e una scopa dello stesso colore che rievoca le pagine difficili del Carroccio quando segretario federale divenne il fu Roberto Maroni.Parole chiare e simboli pesanti sfoggiati in un luogo così importante per il partito guidato da Matteo Salvini, sintomatici di un malcontento profondo da parte della militanza leghista.A vestire i panni del pompiere per evitare il diffondersi di questi focolai di protesta ci pensa il segretario provinciale del Carroccio bergamasco Fabrizio Sala: «La Lega a Bergamo è unita e compatta. È in ottima salute. C’è voglia di partecipazione e di stare insieme. Sono sicuro: quelli che hanno esposto lo striscione non sono militanti bergamaschi». Malgrado ciò Sala riconosce che «è un grido di sofferenza del territorio e noi abbiamo il dovere di ascoltarlo e capirlo. Ma è una reazione di chi ci tiene veramente alla Lega. Il malumore è dato solo dalla mancanza di una data certa per il congresso regionale, che sicuramente arriverà dopo le elezioni europee. Noi siamo abituati agli alti e bassi. Questo è il momento di parlare meno, tirare su le maniche e lavorare pancia a terra». SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 APRILEL'articolo POLITICA – Il maldipancia dei leghisti: “Caro Matteo, cosa ci facciamo noi con i fasci e le svastiche?” proviene da Araberara.

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MediaIl clima pasquale non ha alleggerito il senso di un paese dove documenti e lettere anonime si moltiplicano aumentando la confusione tra le fake news, le notizie false e quelle vere. E in redazione arrivano pacchi di fogli con l’avvertenza che “sono veri”. Che ci sia bisogno di dirlo già mette qualche dubbio.La curiosità è che alcuni plichi sono spediti da… Milano. Chi si sia presa la briga di andare nel milanese a spedire lettere con allegati documenti più o meno veritieri è già una curiosità, perché uno deve ben essere motivato per andare fuori provincia a spedire posta.Le accuse al sindaco Angelo Migliorati si fanno sempre più pesanti. Presunti “avvisi” dalla Procura di Bergamo su “conclusione delle indagini preliminari” e un altrettanto presunto “Decreto di citazione diretta a giudizio” con ipotesi di reato che il Codice Penale sanzionerebbe con anni di carcere. Ma sono veri o falsi? Certo, a detta dello stesso Sindaco, uno lo avrebbe trovato sotto la sua porta di casa. Nessuno di atti giudiziari di questo genere viene recapitato “sotto la porta”. È datato 22 gennaio 2024 ma da un controllo sugli avvocati citati sembra totalmente falso anche se contiene notizie riservate su un incarico dello stesso sindaco come “amministratore di sostegno” di una persona citata che invece, come ci ha confermato lo stesso sindaco, corrisponde al vero. Il secondo, con accuse pesantissime che coinvolgono anche uno dei consiglieri che sono rimasti fedeli al sindaco, è arrivato in redazione in un plico di altri documenti, ma è datato 27 giugno 2022 e visti i reati contestati dovrebbe già essere arrivato a “dibattimento di primo grado”, ma non si è mai avuta notizia di sentenza.E poi i veri o falsi biglietti da visita con presunti incarichi ministeriali e bancari di ogni genere che sembrano moltiplicarsi. Tutti con intestazioni di Ministeri e già questo sarebbe un reato. Ma prima ancora di chiedersi chi li manda in giro, bisogna chiedersi chi è in grado di comporli in modo così credibile.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 APRILEL'articolo CASTIONE DELLA PRESOLANA – Volano gli stracci. Documenti, biglietti da visita, avvisi di garanzia, lettere ai famigliari. Angelo Migliorati nell’occhio di un ciclone proviene da Araberara.

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MediaErano quattro sorelle. “Sono” quattro sorelle: Tania, la maggiore, Grazia, Tiziana (vive a Grumello del Monte) e Miriam. Il papà, Giacomo Zatti, aveva avviato due ristoranti a Tavernola, quello storico, la pizzeria “La Torre” (praticamente a ridosso della torre campanaria di Tavernola, che, per i lettori di fuori zona, non sta a ridosso della chiesa, ma sta giù come sentinella in “piazza sopra”) e poi la “Regina di cuori”, sul fondo di Via Pero (zona farmacia).L’ultima della nidiata, Miriam, che compirà 46 anni tra poco risponde da… Parigi. Dove ha iniziato una nuova avventura. Che ha dei precedenti da giramondo. Miriam ha cominciato aiutando papà nelle sue attività a Tavernola, responsabile di sala ma, come succede nelle aziende di famiglia, un po’ tuttofare. Ma si è fatta le ossa. Un’estate con amici fa una vacanza a Formentera. “Ci sono andata con amici e ci sono rimasta… dodici anni, o meglio dodici stagioni”. A fare che? “Il posto mi piaceva, facevo quello che avevo sempre fatto, la cameriera e qualche mansione in più di semplice cameriera. Fatto sta che un giorno incontro Vincent, un giovane di Parigi e…”.  Va be’, colpo di fulmine. E dalla Spagna alla Francia, addirittura nella capitale. “Sì, nel 2015 ci siamo trasferiti a Parigi e lì è nato Giorgio che adesso ha sette anni”. Vincent che lavoro faceva? “Aveva due gelaterie ‘italiane’ ed era socio in un ristorante e lì ho cominciato, anzi, ho ricominciato a lavorare. Andava tutto bene finché è scoppiato il Covid e il ristorante è stato venduto. Ci siamo guardati in giro e abbiamo trovato uno spazio commerciale che sta a pianterreno di una delle due torri, diventate il simbolo del nuovo polo del comune parigino”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 APRILEL'articolo TAVERNOLA – Miriam Zatti plana su Parigi con una brasserie in una delle “Tours Duo” in cui lavorano 11 mila persone proviene da Araberara.

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MediaSono stati cinque mesi lunghi, di attesa, di dolore, di angoscia, di dubbi e di domande. Il 23 marzo è squillato il telefono, avevano ritrovato il caschetto”, inizia così Marco a ricordare suo fratello Claudio. Claudio era scomparso il 5 ottobre, svanito nel nulla, di lui nessuna traccia. E a casa la sua famiglia ad aspettarlo con quella speranza di riabbracciarlo che si affievoliva col passare delle ore. I suoi fratelli, Marco e don Diego, la mamma, la moglie Chiara e il suo Simone.“Il 5 ottobre ci è caduto il mondo addosso – ricorda Marco -. I primi giorni abbiamo vissuto nella speranza e il momento più brutto è stato quando abbiamo ricevuto la notizia che le ricerche si sarebbero fermate quattro o cinque giorni dopo”.Guardare avanti è difficile e il tempo sembra scorrere lentamente. A volte si ferma, il respiro soffoca in gola: “Claudio ha compiuto 40 anni il 18 dicembre e quel giorno Chiara è salita alla Cappella Savina per lasciare una sua fotografia e la lettera che ha scritto nostro fratello Diego. Poi è arrivato il giorno di Natale, ho invitato tutti a casa mia”.Al tavolo quel posto vuoto ha lasciato un sapore amaro… “C’era una sensazione strana, un silenzio che faceva male, non sapevamo nemmeno cosa dire o cosa fare”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 APRILEL'articolo CLUSONE – Marco racconta suo fratello Claudio: “La Presolana ce l’ha restituito. La sua assenza si fa sentire, cinque mesi di dubbi e domande, averlo ritrovato è una liberazione” proviene da Araberara.

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MediaSono tornati nei giorni scorsi i bambini all’Asilo di Bueggio. Erano stati ospiti in questi mesi dell’oratorio di Vilmaggiore. Sono una quindicina in tutto e adesso possono usufruire dei nuovi ambienti ristrutturati con una spesa di 450 mila euro (350 dalla Regione con il Piano Lombardia più un contributo statale) precisa il sindaco Pietro Orrù.L’asilo è statale, due maestre e una “bidella” a carico dello Stato. Nel frattempo, stanno per terminare i lavori anche all’ex CFP di Santa Maria a Vilminore. Si sta ristrutturando il “corpo” degli uffici in attesa di avere fondi per porre mano ai due capannoni.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 APRILEL'articolo VILMINORE – Il ritorno all’Asilo di Bueggio. Il municipio si trasferirà in S. Maria proviene da Araberara.

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MediaCi siamo, il programma è in via di definizione così come la squadra che sta nascendo su scelte condivise. Un gruppo di più di 20 persone dove sono poi usciti i 12 della lista, abbiamo cercato di rappresentare un po’ tutti, le varie fasce di età e le zone del paese”. Gianluigi Conti è pronto e racconta il suo nuovo gruppo. Come già anticipato, ci saranno Sara Raponi che in caso di vittoria farà la vicesindaca, Nicola Macario e Francesco Bianchi della cosiddetta vecchia guardia. Due ritorni, quello di Roberto Zanella, Antonio Cadei e Gianluca Soavi e poi altri volti femminili come quello di Giovanna Musoni (la sede del gruppo è proprio dove c’era il panificio). In lista anche il giovanissimo Gabriele Manenti (studente del Liceo Classico) e Chiara Tropea (studentessa di giurisprudenza) e dovrebbe esserci anche Liliana Benaglio, infermiera in pensione. Conti è entusiasta: “Siamo al lavoro e ci sono buone sensazioni – continua Conti – ma poi se dovessimo vincere è chiaro che dobbiamo rimboccarci le maniche perché c’è sempre tanto da fare, la storia di Lovere è caratterizzata da storia, cultura e tanto, tanto altro”. Punti forti del programma?SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 APRILEL'articolo LOVERE – Conti: Servizi sociali, sempre più spazio. Parcheggi nodo fondamentale. Strada crollata: Alex sta lavorando bene”. In lista: dal ritorno di Antonio Cadei a Giovanna Musoni, dal giovane Gabriele Manenti a Chiara Tropea, ecco i nomi proviene da Araberara.

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MediaI giochi sono fatti in vista delle elezioni comunali del prossimo giugno ad Albino. Infatti, sono ormai ufficiali i nomi dei tre ‘giocatori’, cioè dei tre candidati che si contenderanno la fascia tricolore che per un decennio è stata (ed è tuttora) indossata da Fabio Terzi. Sì, perché salvo sorprese, la partita si giocherà tra Paola Benigni, Daniele Esposito e Fabio Gualandris, l’ultimo dei tre ad avere annunciato la sua discesa in campo.La sua candidatura era in verità attesa da diverse settimane, dopo che era stata annunciata la presentazione della lista ‘Gente Comune’. Una lista rigorosamente civica che intende rappresentare quegli Albinesi che non si riconoscono (o che non si riconoscono più) nei due schieramenti che da anni si contendono la guida del Comune più popoloso della Valle Seriana.In una intervista di tre mesi fa al nostro giornale, lo stesso Gualandris aveva così definito il suo gruppo: “Non è né di destra, né di sinistra, né di centro, ma una lista di cittadini volenterosi che hanno le loro idee e che in questo caso si spendono per il paese, soprattutto al di là della formazione politica, perché noi crediamo che ad Albino sia possibile la formazione di una lista civica al di fuori dagli schieramenti politici di parte, per andare alla ricerca del bene per il nostro territorio”.Insomma, una lista e una candidatura a sindaco per ‘rompere gli schemi’ e andare al di là delle contrapposizioni politiche e partitiche, puntando sulla gente comune (che è non solo il nome del gruppo, ma un vero e proprio slogan). C’è anche da sottolineare che il progetto che sta dietro la lista di Gualandris non è nato di recente, ma è stato pensato già prima della pandemia e messo nero su bianco la scorsa estate scorsa.Quindi, ricapitoliamo l’attuale situazione preelettorale di Albino. Di Gualandris e della sua ‘Gente Comune’ abbiamo già parlato e lo collochiamo, per comodità, al centro (non nel senso politico del termine).SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 APRILEL'articolo ALBINO – Uno, due… e tre. Il candidato Gualandris lancia la sfida a Esposito e Benigni proviene da Araberara.

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MediaNon siamo certi che sia effettivamente l’arbitro italiano più giovane, perché nei giorni scorsi si è parlato anche di una ragazzina di 14 anni nell’Italia Centrale, ma Leonardo Agustoni è certamente uno dei più giovani dello Stivale.Il ragazzo, di Negrone, frazione del Comune di Scanzorosciate, ha esordito nelle scorse settimane dirigendo la partita di calcio tra Loreto e Football Ambivere, della diciannovesima giornata del Girone A dei Giovanissimi Provinciali U14. La settimana seguente ha arbitrato la partita tra Oratorio Petosino e Giovanile Trealbe Calcio, nel Girone A dei Giovanissimi Provinciali U15.
Da quanto è stato riferito da chi ha seguito le due partite di calcio giovanile, Leonardo ha arbitrato bene, con autorevolezza, facendo bella figura di fronte ai calciatori e al pubblico.Questo ‘fischietto in erba’ appartenente alla sezione AIA della provincia di Bergamo ha quindi iniziato il suo volo in questo mondo.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 APRILEL'articolo SCANZOROSCIATE – 14 anni e un mese. Leonardo, il giovanissimo arbitro di Gavarno proviene da Araberara.

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MediaLucio Toninelli“…ciao… ciao, Oriundo, ci vediamo presto!” – e chiudo la conversazione al cellulare.“Eh, sì… Ho un caro amico che si chiama Oriundo…” – dico alla barista che mi guarda stranita, mentre mi versa il Montenegro.“Oriundo? Ma che strano nome è?!” – “Potå… È il nipote di un emigrato in Australia, ritornato in valle dopo cinquant’anni. Si chiamava Gerundio, in verità. Nessuno sa il perché del nome… Ma lo chiamavano tutti Oriundo per via dell’emigrazione. Ora è morto. Quando gli nacque un nipote, suo figlio Obizio pensò bene di chiamarlo come il nonno. Ma non Gerundio, bensì Oriundo. Nonostante le proteste della moglie, del prete e del sindaco. Capito?”. “Però suona bene, dai: Oriundo. Potrebbe essere anche un santo: Sant’Oriundo da Gandellino, per esempio. Suona davvero… forte, no?” – dice lei, divertita.“O anche… da Ardesio”. – dico io – “Tanto, chiesa più, chiesa meno, qui… Ne ha così tante Ardesio che neanche Roma con le sue 900, lo batte, in …chiese procapite”.“Lo vuoi il ghiaccio?” – “Sì, grazie”.  Ormai il “tu” è gratuito e quando sei anziano ed è un giovane a dartelo, ti fa piacere.“Sai quanti abitanti fa Ardesio?” le chiedo – “Circa 3000, credo”. – “Te lo dico io: 3300 con le sue frazioni. E lo sai quante chiese ha?” – “Non saprei… tante”. – “Te lo dico io: sedici. Una ogni 200 abitanti.” – “Ma dai…” – “Vuoi che te le conti? Allora… cominciamo col capoluogo… San Pietro Apostolo…” – “No, no fermati… ‘mur di Dio!”.Gliele volevo snocciolare tutte, che sembrano le litanie Sanctorum, che non finiscono mai. San Giorgio, San Pietro Apostolo, Santa Caterina, Santa Lucia, Santa Maria Bambina… Ora pro nobis, ora pro nobis. Tutti i Santi: Orate pro nobis.Ma la barista, forse di Gandellino, in servizio ad Ardesio, non ha voglia di sentire l’elenco delle chiese di Ardesio. Ognuno vuole invocare solo i propri di santi.Eppure… è curioso, Ardesio: i prodigi sembra si siano dati appuntamento in questa valle rimasta per secoli – o forse millenni – isolata dal mondo e forse anche refrattaria al primo cristianesimo, ancora intrisa com’era delle sue credenze pagane, celtiche, liguri, venete… Vai a sapere. Pagani, insomma. Gente che credeva che i bambini nascano con la luna nuova e che la semina dell’orto debbano tener d’occhio la luna. Inconcepibile!Entro in Ardesio, scavalcando il Serio a “Ponte Seghe”, e mi viene incontro quella meraviglia di chiesa di San Pietro col suo porticato che ha il ritmo pacifico della santità. Non so perché i porticati religiosi mi facciano questo effetto santificante! Prima o poi mi farò frate.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 APRILEL'articolo IL VIAGGIO – Ardesio, il paese dalle 16 chiese e 12 tra frazioni e contrade: la strega dei Cacciamali e altre storie, come quella dol cügianì ‘ndól cafè proviene da Araberara.

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MediaDue candidati certi: il terzo potrebbe essere una sorpresa. Le uova di cioccolato pasquali sono state rotte quindi la sorpresa non la si troverà lì. Le chiacchiere nei bar raccontano scenari che cambiano a seconda di chi li racconta. Cominciamo dalle certezze perché le incertezze riguardano la terza lista. La prima è quella del triumvirato con candidato sindaco Giorgio Bertazzoli che si gode la primavera sarnicese quasi con distacco, della serie “fate vobis” (citazione da Fogazzaro), non disdegnando di fare incursioni su facebook nei profili degli avversari. Nella sua lista quindi i tre partiti del triumvirato piazzano i loro candidati con la formula citata del 4-4-4. I nomi? Certi sono quello del factotum di Fratelli d’Italia Renato Santin, poi l’eterno Umberto Bortolotti (area FdI) e Stefano Faglia (Lega). Per Forza Italia Domenico Nucera e l’ex maresciallo dei carabinieri di Sarnico Salvatore Corbo. Ci fermiamo qui in attesa della lista ufficiale.La seconda certezza è quella della lista che avrà come candidato a sindaco Vigilio Arcangeli (Ghigo) che avrà in lista due pezzi dell’attuale maggioranza, Lorenzo Bellini e Nicola Danesi. Un altro nome è quello di Mauro Cadei, poi possibili candidati sarebbero Carlotta Rizzi e Mauro Demarchi. E veniamo alla terza lista. Quella che avrebbe come candidata a sindaca l’attuale assessora Paola Plebani. Di quasi certo (praticamente un ossimoro) si dà che ci sarà una terza lista. Finora di nomi trapelati ci sarebbe soltanto quello della nipote del sindaco storico Franco Dometti.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 APRILEL'articolo SARNICO – ELEZIONI – Tre candidati: il terzo con possibile sorpresa proviene da Araberara.

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MediaSi va verso le due liste, da una parte la continuità con Sergio Spampatti e gran parte del gruppo attuale, lista civica vicina al centro destra. Spampatti che però in questo momento mantiene un profilo basso e si sta concentrando sulle opere da qui a fine mandato.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 APRILEL'articolo CAZZANO – Sergio Spampatti e la continuità e poi sull’altro fronte… proviene da Araberara.

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MediaRiccardo Cagnoni, Mimmo Pezzoli e Orlando Gualdi. Tre nomi, tre liste. Gualdi attuale sindaco uscente con una lista in gran parte rinnovata, l’ex sindaco Riccardo Cagnoni con qualche suo ex fedelissimo come Beppe Guerini e molti giovani.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 APRILEL'articolo VERTOVA – Cagnoni, Pezzoli e Gualdi: tre candidati, tre liste, si entra nel vivo proviene da Araberara.

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<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2024/04/Andrea-Cefis.jpg">Media</a>Andrea. Il buio. La paura. La stanchezza. Un ponte alto trenta metri. Il vuoto sotto. Il Brembo in secca. Il mese di aprile che bussa prepotente alle porte di primavere dove ci si aspetta sempre di risorgere. E poi il salto. Nel vuoto. Fuori di sé. Dentro di sé. <strong>Andrea Cefis</strong> racconta ora, a distanza di qualche anno, il suo tentativo di suicidio, Che a raccontarlo sembra incredibile di sentirlo dalla voce di Andrea. Perché da un salto nel vuoto di 30 metri difficilmente si torna indietro. Ma Andrea ci è tornato. E ora racconta come il buio si può allontanare, come la luce può tornare. Andrea, 50 anni, vive in Val Brembana, originario di Bergamo città: “<em>Scuole elementari e Medie in città, sono cresciuto in Borgo Santa Caterina, a 14 anni però i miei genitori si sono trasferiti a Valtesse, sempre Bergamo ma abbastanza lontano per perdere tutti gli amici più stretti, per cominciare a sentirmi solo”.</em> Andrea racconta: “<em>Dopo le scuole Medie volevo andare a lavorare, non volevo studiare, non ho mai avuto la passione per lo studio, volevo fare il meccanico, da ragazzo passavo ore a sistemare la mia moto, mia madre però dopo le scuole Medie aveva insistito perché andassi a scuola, mi diceva ‘prova almeno a prendere un diploma’, e così mi sono iscritto alla Ragioneria programmatore. Era l’anno in cui c’erano tantissimi scioperi, ricordo che non avevo voglia di fare nulla, sono stato bocciato subito al primo anno. Ero convinto cosi di poter andare a lavorare ma niente da fare, mia madre mi ha convinto a iscrivermi ancora, e mi ha mandato in un collegio di suore a Bergamo, Angela Merici. I professori erano bravi ma i ragazzi erano divisi dalle ragazze, era tutto molto chiuso e freddo e mi sentivo solo, mi sono adeguato e ho trovato riparo nelle mie passioni, la moto era la mia compagnia, a 16 anni ho fatto il patentino del 125, e ho fatto amicizia con altri ragazzi non della mia scuola, giravo con loro ed è stato un buon periodo. Stavo meglio. Avevo anche imparato a studiare, in quinta finalmente avevo trovato il mio metodo e la scuola cominciava a piacermi, tanto che pensavo di iscrivermi all’università, mi piaceva il marketing, ma c’era di mezzo il servizio militare e così pensai di fare prima il militare e poi andare all’università. Ma non è stata una buona idea, quando ho finito il militare la voglia di studiare non c’era più</em>”. E così Andrea comincia a lavorare dal padre: “<em>Ingrosso di fiori, mi alzavo alle 4 del mattino, caricavo il camion e tutti giorni la stessa vita, 10,12 ore al giorno. Quella routine e solitudine un po’ alla volta ha cominciato a spegnermi”</em>. Andrea ricorda quei momenti: “<em>Accumulavo bruttezza, mi accorgevo di essere sempre insoddisfatto ma non riuscivo a cambiare nulla, accumulavo e accumulavo”</em>.In Italia un suicidio ogni 10 ore. Quarta causa di morte tra i giovani tra i 15 e i 29 anniUn suicidio ogni 10 ore in Italia. Più di due ogni giorno che passa. Questa è la tragica fotografia scattata dall’Osservatorio Suicidi della Fondazione Brf – Istituto per la Ricerca in Psichiatria e Neuroscienze. E inoltre, spiegano gli esperti, i dati non sono nemmeno correntemente aggiornati, la situazione sembra addirittura peggiore, proprio per queto la Fondazione Brf ha istituito durante la prima ondata della pandemia un Osservatorio Suicidi, monitorando gli atti suicidari in base a un’attenta analisi delle notizie di cronaca, locali e nazionali. Dal lavoro dei ricercatori emerge che da gennaio 2023 ad agosto 2023 si contano 608 suicidi e 541 casi di tentati suicidi, in aumento vertiginoso rispetto ai dati raccolti nello stesso periodo dell’anno scorso quando i suicidi, sempre ovviamente considerando solo le notizie di cronaca uscite sui giornali, erano stati 351 suicidi e i tentati suicidi 391. Il dato spiegano è al ribasso perché non tutti i suicidi o tentati suicidi sono coperti dai media. Dal report emergono anche ulteriori spunti di…
MediaQuattro liste, tante, anche per un paese che ha superato i 10.000 abitanti. Cerchiamo di fare chiarezza, Elena Pagani rappresenta quello che resta della lista Benini, referente di Fratelli d’Italia, la sua resta, sulla carta, una lista civica ma vicina al centro destra. Laura Chiari ha rotto gli indugi per ultima, lei leghista doc rappresenta una lista politica, già assessore al primo mandato Benini, la sua candidatura è stata annunciata direttamente dalla segreteria provinciale. Laura, 44 anni, con lei in lista Monica Novali e Pieremilio Pagani…SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 APRILEL'articolo CASTELLI CALEPIO – ELEZIONI – Ecco i primi nomi delle liste. Con Laura Chiari anche Monica Novali, gli ex assessori Pagani e Falconi. Con Modina tanti ex, dall’ex sindaco Plebani a Emanuele Rossi proviene da Araberara.

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MediaLa sindaca uscente Mirella Cotti Cometti è serena. Nessun riferimento al famoso “stai sereno” di renziana memoria. È proprio il clima azzonese che non sembra eccitato di essere (finalmente?) tornato a due liste, scongiurando il fiato sospeso del quorum e il rischio magari di commissariamento. Nel piccolo Comune di Azzone (poco più di 350 abitanti: lontano dai 500 e passa abitanti di 25 anni fa) non trapela nessuna acredine. Già i candidati sembrano mettersi in gioco senza acredine. Tarcisio Bettoni lo dice chiaramente: “Mi rimetto in gioco perché ho delle idee per il mio paese. Ma non c’è problema se non vengo eletto”. La sua lista è completa da tempo, “ci riuniamo e abbiamo fatto un bel gruppo”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 5 APRILEL'articolo AZZONE – ELEZIONI – Le due liste pronte, clima di incertezza: “Ma almeno è scongiurato il quorum” proviene da Araberara.

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