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Media40 anni di vita, di storia, di impegno, di amicizia. Domenica 12 giugno il gruppo Alpini di San Lorenzo ha festeggiato il 40° di fondazione e il centro sportivo ha fatto da palcoscenico al 27° intergruppo della zona 17, che comprende i gruppi di San Lorenzo, Cerete Alto, Cerete Basso, Clusone, Fino del Monte, Onore, il gruppo Presolana, Rovetta e Songavazzo. Una giornata di ricordo e di festa in cui si è tornati a sfilare per le vie del paese con la musica dei congedati della Fanfara Tridentina e della banda musicale di Rovetta, tra gli applausi e l’emozione della gente. Le Penne Nere hanno raggiunto il monumento ai Caduti per l’alzabandiera e la deposizione della corona di alloro per poi far ritorno al centro sportivo dove è stato consegnato il Premio dell’Altopiano ‘Leonardo Caprioli’ ad Arcangelo Savoldelli. Erano presenti sindaci e amministratori, il consigliere provinciale Fabio Ferrari, rappresentanti delle forze dell’ordine, il presidente della sezione di Bergamo, Giorgio Sonzogni e rappresentanti dei gruppi alpini vicini….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo SAN LORENZO DI ROVETTA – Gli Alpini, 40 anni di storia, l’intergruppo e il Premio dell’Altopiano ad Arcangelo Savoldelli proviene da Araberara.

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MediaDopo i lavori eseguiti lo scorso anno da Uniacque per il collegamento al collettore sovracomunale delle fognature (situato appunto sotto l’abitato di Sant’Andrea), la strada provinciale 61 tra Vilminore capoluogo e la Frazione di Sant’Andrea viene finalmente asfaltata. Per questo è chiusa al traffico dalle 7.00 del 13 giugno fino alle 18.00 del 25 giugno. L’alternativa è percorrere la strada provinciale Vilminore-Vilmaggiore per poi imboccare la statale in località Manna e scendere a Sant’Andrea. Oppure percorrere la strada provinciale 58 dell’Oltrepovo e poi della Valnotte fino a Colere e poi al Castello….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo VILMINORE DI SCALVE – Si asfalta (finalmente) la Vilminore-Sant’Andrea proviene da Araberara.

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MediaSi è tenuta a Follina (TV) lo scorso 14 maggio la 22ma Assemblea nazionale dei Borghi più belli d’Italia, che ha registrato la partecipazione di 103 borghi intervenuti da tutto lo stivale, da nord a sud. Fra i numerosi ospiti il governatore della Regione Veneto Luca Zaia, che ha fatto il punto della situazione sulla ripresa dei flussi turistici e sulle ottime premesse per la stagione estiva.Attualmente sono 387 i borghi riconosciuti dall’Associazione, che ha stabilito fin dall’inizio dei criteri molto selettivi per l’accesso e il mantenimento del titolo.In rappresentanza del Comune di Lovere hanno partecipato il sindaco, prof. Alex Pennacchio, e l’Assessore a Turismo e Commercio, Sara Raponi.“La nostra Amministrazione, ha dichiarato l’assessore Raponi, si sta impegnando da anni nel recupero urbanistico e nella valorizzazione del paese anche ai fini turistici e i dati dimostrano che il lavoro svolto sta dando i suoi frutti. Da un’economia basata principalmente sul lavoro in fabbrica si è passati a una nuova, importante fonte di reddito per centinaia di loveresi che hanno intrapreso attività legate a vario titolo al mondo del turismo”. ..SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo Lovere si candida ad ospitare il Festival dei Borghi più Belli d’Italia, deciderà il Consiglio Direttivo proviene da Araberara.

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<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2022/06/Bortolo.jpeg">Media</a><em>“Gromo? Un paese in declino, come tutti gli altri paesi della nostra montagna, nonostante i tanti bei discorsi dei politici e degli amministratori che, solo a parole, beninteso, affermano di volerli ‘salvare’ … La realtà è che i servizi necessari ad una qualità decente della vita stanno sparendo tutti, la chiusura della banca è stata solo l’ultima mazzata in ordine di tempo”.</em>Sono amareggiate e pessimistiche le considerazione dei due negozianti, che non vogliono pubblicità, la cui famiglia gestisce  un esercizio commerciale da più da 70 anni:<em>“Certo  il borgo antico è sempre bello e attira i forestieri, ma viverci è tutt’altra cosa, di tutte le botteghe che c’erano ne sono rimaste quattro. Chiuderemo certamente anche noi, fra qualche anno, quando avremo l’età della pensione, e non credo che ci subentrerà qualcun altro….”.</em>Più o meno sulla stessa lunghezza d’onda l’opinione di <strong>Roberta,</strong> della carto-libreria edicola in piazza Dante:<em>“Sempre meno servizi, è vero, nemmeno un bancomat; scarsi e scomodi i trasporti, i miei figli che hanno frequentato le Superiori a Lovere partivano e tornavano a casa in orari impossibili, mi dicevano sempre che quando loro iniziavano a pranzare i loro compagni più fortunati lo avevano fatto da un pezzo e avevano già fatto anche i compiti… E non parliamo di sanità: i turisti mi chiedono spesso  come mettersi in contatto col medico dei villeggianti: – Il medico dei villeggianti? – rispondo – ma se non abbiamo più nemmeno quelli di base! Di due che ce n’erano più nemmeno uno…”.</em><em>“Non ha visto quante case ci sono in vendita? Gli anziani muoiono, Covid a parte, perché è naturale, e le famiglie giovani non scelgono certo di stare qui… Non abbiamo più la banca, la Posta apre solo 3 volte la settimana, il lavoro non c’è</em> – dice <strong>Bortolo Tagliaferri</strong>, in pensione dopo una vita da bidello sia in Municipio che nelle scuole -. <em>Tra poco anche tutti gli uffici del Comune verranno trasferiti nell’edificio scolastico, il paese sarà tutto un museo, bello, certo, ma i musei servono ai turisti, non a noi cittadini…”.</em>Entusiasti di Gromo sono invece <strong>Romina</strong> e <strong>Matteo,</strong> che vengono dal Milanese, che  da 16 anni hanno comprato casa nei dintorni del laghetto e trascorrono qui non solo le vacanze ma tutti i fine-settimana e le altre festività  dell’anno:<em>“Abbiamo appena ritirato il dépliant delle manifestazioni, ricco anche quest’anno di eventi e di occasioni di divertimento</em> – dicono all’unisono – <em>e poi non solo il borgo ma  anche i dintorni sono bellissimi, per le camminate e le passeggiate c’è solo l’imbarazzo della scelta. Ci spostiamo spesso anche nei paesi vicini, Ardesio, Valbondione, Gandellino, dovunque c’è qualcosa di interessante da vedere; e di bello c’è anche che qui ogni tanto arriva la pioggia, e allora se ne può approfittare per una giornata rilassante, al fresco. Noi invitiamo spesso qui i nostri parenti e i nostri amici, alcuni di loro si sono trovati così bene che poi hanno comprato casa a loro volta. Insomma, ormai ci consideriamo un po’ Gromensi anche noi, diremmo quasi che questa è la nostra prima casa, e quella di Milano la seconda”.</em><strong>Giampiero</strong> è un pensionato che di recente ha messo su con la moglie un negozietto dell’usato in un locale che ospitava un negozio chiuso da tempo:<em>“Volevamo far qualcosa che ravvivasse un poco uno dei tanti begli angoli di Gromo, più che per guadagnare per  offrire ai compaesani un punto di ritrovo e di socialità, così preziosi e sempre più rari nei nostri paesi… Ricordo che tra via Milesi e via Locatelli se ne contavano una quarantina, mentre ora i negozi rimasti possiamo contarli sulle dita di una mano… Io c’ero quando ogni sabato, dopo la chiusura delle scuole, arrivava la corriera diretta da Milano: noi giovani la chiamavamo ‘la corriera dei cornuti’ perché portava qui soprattutto mamme, nonni e bambini…
MediaVale la pena di tornare sulla notizia comparsa su Araberara il 15 aprile scorso dal titolo “Si abbatte l’edificio ex suore Poverelle”. In quel breve articolo si tacciono molti aspetti di una operazione che è rimasta volutamente nell’ombra da parte di chi l’ha voluta e intende attuarla, vale a dire da parte della Amministrazione Comunale di Castione.Una operazione di questa portata va a stravolgere l’ingresso del centro storico e a consumarne l’ultima zona verde rimasta. Vediamo allora di che si tratta.Il 18 febbraio scorso è stata approvata all’unanimità la Variante al PGT, che tra l’altro prevede alcuni interventi specifici e fra questi una operazione che riguarda la sorte del patrimonio ex suore Poverelle, un patrimonio che è costituito da due edifici e da una ampia superficie verde. Ebbene, questo intervento specifico permette la demolizione dell’edificio maggiore e lo spostamento della volumetria di 3.100 metri cubi nella sovrastante area verde con la possibilità di suddividerla in più fabbricati (in altre parole con la possibilità di costruire villette). Dalla demolizione dell’edificio si ricaverebbero alcuni parcheggi là dove la centrale via Vittorio Emanuele si tocca con via san Bernardo. Anche l’edificio minore verrebbe demolito.Cosa c’è che non va in tutto questo e che non viene detto?…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo CASTIONE – INTERVENTO – La demolizione del complesso ex Poverelle snatura l’ingresso (e la storia) di Castione proviene da Araberara.

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MediaFrancesco Micheli 9Dai banchi della minoranza (cinque anni fa nella lista di Bonzi era stato il più votato) alla fascia tricolore è stato… un attimo. É riuscito a mettere d’accordo non solo tutto il centrodestra, ma anche i cittadini. Non è di certo solo una vittoria dei partiti, ma della sua tenacia e del suo carisma. Meglio di così non poteva proprio andare.Mario Ondei 4Una sconfitta che brucia. E che fa male. Per le proporzioni con cui è arrivata. Forse puntare sul vicesindaco in un momento in cui le polemiche andavano per la maggiore non è stata una grande scelta, un passo indietro e volti nuovi avrebbero aiutato. Ondei paga errori non suoi ma di certo non ha messo molto di suo. Maria Ori Belometti 4Avrebbe dovuto fare da traino alla sua lista e invece, quinta in ordine di voti, è addirittura rimasta fuori dal consiglio comunale. 81 voti sono decisamente troppo pochi e valgono un’uscita di scena davvero… amara..—SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo Elezioni, il pagellone di Villongo proviene da Araberara.

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MediaÈ stato un vero e proprio trionfo quello di Francesco Micheli. Dopo i dieci anni di Maria Ori Belometti, i cittadini hanno scelto di tornare al centrodestra, così come era stato dal 1997 al 2007 con la Lega Nord guidata dal primo cittadino Albertino Piccioli Cappelli e poi i cinque anni di Lorena Boni. Una vittoria netta: alla chiusura dello spoglio Micheli ha vinto con 1.885 voti, che significa il 57%, battendo il vice sindaco uscente Mario Ondei con 1.413 voti (43%). Ben 472 voti di scarto. Ma il dato che più balza all’occhio è l’esclusione dell’ex sindaco Maria Ori Belometti che con 81 voti è stata la seconda dei non eletti. L’affluenza è stata del 59% con 3.396 votanti sui 5.760 elettori (nel 2017 la percentuale fu del 67%). I voti validi sono stati 3.298….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo VILLONGO – Micheli stacca tutti e vince in solitaria. Sulle ruote la coppia Ondei & Belometti proviene da Araberara.

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MediaMettete insieme il leghista Vincenzo Ciceri, l’Anpi albinese presieduta da Gabriella Bortolotti e l’assessore Davide Zanga. Come minimo, una polemica non può far altro che nascere. Ed è quello che è successo in questo giugno albinese.Partiamo dall’inizio. A Ciceri è stata assegnata l’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, diventando così Cavaliere. Gli è stato riconosciuto il lunghissimo impegno nella Protezione Civile. Tutto bene? No, perché l’Anpi di Albino ha rispolverato una infelice e discutibile foto no-vax da lui pubblicata su un gruppo Whatsapp lo scorso gennaio. In quell’occasione il sindaco Fabio Terzi gli aveva tolto le deleghe alla Sicurezza e alla Protezione Civile. E così, all’inizio di giugno la presidente dell’Anpi albinese, Gabriella Bortolotti, ha scritto al prefetto di Bergamo chiedendogli di “ritirare la consegna dell’onorificenza di Vincenzo Ciceri a Cavaliere al Merito della Repubblica Italiana”.Ecco cosa ha scritto: “La sezione Anpi di Albino esprime sconcerto per la consegna dell’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana in qualità di Cavaliere a Vincenzo Ciceri. Il 27 gennaio 2022 Ciceri, capogruppo leghista in Consiglio comunale, si è visto togliere dal sindaco di Albino, Fabio Terzi, le deleghe alla Sicurezza e Protezione Civile a causa di un oltraggio all’Olocausto pubblicato sui social network nella Giornata della Memoria di quest’anno. Il messaggio di Ciceri evidenziava un presunto parallelismo tra le restrizioni alle libertà personali decisi dal Governo per combattere la diffusione del Covid-19 e le persecuzioni, le privazioni, le violenze e lo sterminio subiti nei campi di sterminio nazisti, durante la Seconda Guerra Mondiale”.A difendere Ciceri ci ha pensato l’assessore Zanga, mai tenero verso la Lega: “Forza Vincenzo, chi trombato nelle urne utilizza l’Anpi per fare politica dimostra due cose: di non conoscere i valori dell’associazione che rappresenta e di non conoscere il significato della parola riconoscenza”.Il riferimento era alla presidente Bortolotti, non eletta alle ultime elezioni comunali…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo ALBINO – IL CASO – Ciceri e quel cavalierato che ha scatenato l’ira dell’Anpi proviene da Araberara.

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MediaI social lanciano una notizia, una proposta, una protesta e si apre il dibattito. “Nooo, il dibattito no…!” direbbe Nanni Moretti. Ma qui invece a qualcosa serve. Tutto parte dalla domanda di una mamma che chiede che fine ha fatto il sondaggio sul tempo pieno lanciato dalla Dirigente prof.ssa Nicoletta Vitali dell’Istituto Comprensivo “Donadoni” di Sarnico. “Apparentemente (perché ufficialmente non si sa nulla) il 90/ 95% degli aventi diritto al voto ha votato SI”, Riconosce al Sindaco Giorgio Bertazzoli di aver istituito un servizio di doposcuola. Ma… “vorrei capire perché ovunque la Scuola preveda la settimana corta, tranne qui da noi, a Sarnico, dove mi propongono in alternativa un modo di parcheggiare i figli, per altro pagando ovviamente”. E precisa di aver chiesto informazioni alla scuola ricevendone un rimpallo sul Comune: “la risposta è di chiedere al comune perché i servizi li forniscono loro”….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo SARNICO – Quei Sì al tempo pieno e settimana corta che fine hanno fatto? proviene da Araberara.

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MediaIl Bogn è chiuso e resterà chiuso sino al 27 dicembre, l’ordinanza del Comune è del 10 giugno: “Vista la domanda – scrive il Comune – presentata in data 10 giugno dall’impresa Emmecieffe…per la valorizzazione del percorso ciclo pedonale nell’area fronte lago denominato Bogn di Zorzino con la quale viene richiesta l’emissione di ordinanza di compartimentazione delle aree di cantiere”. Quindi si chiude: “per consentire i lavori di sicurezza e per motivi tecnici”. I famosi lavori attesi da tempo di cui era stato modificato il progetto, quindi, dovrebbero essere in partenza ma c’è un…ma..SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo RIVA DI SOLTO – Il Bogn chiuso sino a dicembre per i lavori alla pista ciclopedonale. Capitanio: “Assurdo, hanno recintato zone mie, ora tocca agli avvocati” proviene da Araberara.

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MediaDire ai senesi di non partecipare al Palio è come dire ai pesci di non stare nel mare”, già, lo diceva qualcuno riferendosi al Palio di Siena, certo, non si accettano paragoni con il Palio dei Rioni di Lovere, ma tant’è, il fascino di sfidarsi tra quartieri, tra rioni, non cambia. E così a Lovere dopo la dura pausa covid è tornato il Palio e a vincerlo per la prima volta sono stati i Tintori con il loro capo rione Gianantonio Benaglio, per tutti Gianta. Per intenderci il rione dei Tintori è quello della zona di Valvendra e Piazzale Marconi, le Beccarie comprendono il centro storico, gli Intarsiatori la zona del Trello e un pezzo che riguarda il Colle di San Maurizio, i Mercanto la zona Frati, i Ramai la zona del Serpentone e i Pescatori l’altra metà del Trello e il villaggio Colombera. Dopo due anni il Palio è ripartito e se è ripartito gran merito va alla Pro Loco che si è rimboccata le maniche e ha organizzato un Palio che sa di rinascita e finalmente di ritrovo e condivisione. “Nel mio rione eravamo in 104 – racconta Gianta Benaglio –siamo partiti un po’ in sordina ma poi le iscrizioni sono arrivate. In tutto gli iscritti al palio erano circa 500. Ci sono stati anni che abbiamo toccato 800 iscrizioni”. Gare per tutti, giochi e pranzi condivisi: “Il minipalio dai 6 agli 11 anni con giochi mirati per loro, poi dai 12 ai 17 anni altri tipi di giochi, come la pallapalio che è una sorta di palla prigioniera per ragazzi dai 12 ai 17 anni, per tutti gli altri calcio, pallavolo, corsa a San Giovanni, ma anche tiro alla fune, corsa dei sacchi, tombolata, sempre a San Giovanni. E poi durante alcune serate giochi jolly”. Tu in cosa ti sei cimentato? “Io pallavolo, ho 44 anni e quindi meglio non esagerare – sorride – una grande occasione per tutti per stare insieme e riscoprire Lovere, ogni sera in oratorio giravano 200, 300 persone”. E la vittoria è lo stendardo del Palio: “Fatto da un artista loverese, quello attuale è di Renata Besola, chi vince il Palio per tre volte tiene per sempre lo stendardo. Per noi è la prima vittoria, siamo orgogliosi e felici…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo LOVERE – Il Palio raccontato da chi lo ha vinto: “Per la prima volta noi Tintori ce l’abbiamo fatta. Unione, passione, divertimento”, e i Pescatori che ne hanno vinti cinque di fila proviene da Araberara.

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MediaSilvano Mariolini guarda il Lago Moro mentre ci racconta cos’è successo quel martedì sera. “Ero in casa con mia mamma, 85 anni, era il classico temporale e non ci siamo preoccupati più di tanto. Purtroppo sono già due stagioni che buttiamo via tutto il raccolto del nostro vigneto e dell’orto per la tempesta. Tirava un vento forte che scendeva dalla Presolana, da Angolo verso Darfo. Proprio mentre ero in veranda e stavo per uscire sulla terrazza per vedere come stesse andando, ho sentito urlare ‘Aiuto, è venuto giù tutto’, ma non capivo. Mi sono affacciato al giardino, sotto passa via Lorenzetti e mi sono accorto che non c’era più la strada… era crollato tutto. All’inizio c’è stato un po’ di panico, ma alcune persone avevano già lanciato l’allarme e l’assessore del Comune, tempo cinque minuti, era già sul posto. Nel frattempo sono arrivati i Vigili del Fuoco, poi ho visto uscire da casa i miei zii e i miei cugini che abitano di sotto… ci siamo fatti tutti un po’ forza. Noi eravamo piuttosto lontani dal luogo della frana e vedevamo la gente al ponte che guardava verso di noi. Pian piano sono arrivate tutte le forze preposte, ci dicevano che in casa non potevamo stare per motivi di sicurezza e quindi tramite amici e vicini di casa abbiamo cercato di spostarci….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo ANGOLO – Silvano: “Sentivamo urlare ‘aiuto!’, mi sono affacciato al terrazzo e ho visto che la strada non c’era più” proviene da Araberara.

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MediaPietro Roggeri gli 89 anni li ha compiuti l’11 aprile ed è lo sfollato più anziano accolto all’albergo Dovina. “Chiudo a chiave, ma tanto dentro non ci sono molte cose… e chissà quando verranno a pulire”, dice mentre gira la chiave nella serratura. Civico 16 di viale delle Terme, i segni del fango sono ancora evidenti sulle facciate della sua abitazione e sugli stivali che indossa per salire le scale che lo portano all’appartamento. Resistono alcune rose colorate nell’aiuola accanto al vialetto, che Pietro cura ogni giorno. Si avvia verso il parcheggio dove c’è la sua auto seguito dallo sguardo attento di Cristian, delegato alla Protezione Civile, “all’albergo va tutto bene, ma io preferisco stare a casa mia”.Sono nitidi i ricordi di quella sera, Pietro li ripercorre nei minimi particolari: “Indossavo i pantaloni bianchi perché ero stato a ballare alle Terme di Boario nel pomeriggio, ma dovevo preparare la cena e volevo cambiarmi per non sporcarli. Fuori pioveva e non ho fatto in tempo a prendere altri pantaloni quando ho visto che dalla porta della cucina entrava l’acqua. Sono andato a vedere da dove arrivasse, aumentava sempre di più e tutto d’un tratto ho sentito un rumore fortissimo… era venuto giù tutto il muro della strada….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo ANGOLO – Pietro, 89 anni: “Entrava talmente tanta acqua che sembrava un torrente. Voglio andarmene da qui” proviene da Araberara.

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MediaMaurizio Esti  9 – Sapendo che non gradirà, perché sosterrà di meritarsi 10, ma dovrà ricordare che perfino i giudizi scolastici non osavano arrivare alla perfezione del dieci che in natura si dubita possa esistere. Sicuro di sé, a volte provocatore, spesso generoso, sempre tifoso (sostiene che gli interisti devono esserlo per natura), è un sindaco che crede nelle sue capacità a prescindere dai detrattori, pronto a sfoderare la spada per un eterno duello (con Minelli all’opposizione) il che sembra perfino divertirlo.Filippo Cassarino  7  – L’uomo venuto dai “media” a godersi il panorama da Esmate sulla collina e sul lago, ha creduto fino in fondo di potersi assumere il ruolo di “terzo”. In realtà è arrivato secondo ma il suo quasi 31% è un risultato più che onorevole. Se ne avrà voglia adesso avrà cinque anni per farsi le ossa amministrative e tentare il colpaccio che non gli è riuscito questa volta. …SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo Elezioni, il pagellone di Solto Collina proviene da Araberara.

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MediaMaurizio Esti si conferma sindaco di Solto Collina, staccando nettamente i due rivali. Perché di “rivali” si è trattato, il clima infuocato della campagna elettorale, con denunce e controdenunce, ha fatto temere il peggio durante lo spoglio. Al punto che la Prefettura ha mandato ai seggi il doppio delle Forze dell’ordine per sedare sul nascere possibili scontri. Niente, tanto rumore per nulla. Del resto il sindaco uscente l’aveva scritto sui social “io non perdo mai”. E i numeri gli hanno dato ragione per l’ennesima volta.Nel seggio 1 Maurizio Esti ha ottenuto 258 voti, Filippo Cassarino 135 e l’ex sindaco Fabrizio Minelli 77.  Nemmeno la somma dei due sconfitti (212) raggiungerebbe il totale ottenuto da Esti. Questo per confutare chi aveva invitato i due adesso sconfitti a unirsi in un’unica lista contro Esti.Nel seggio 2 che fa capo alla frazione di Esmate Maurizio Esti ha ottenuto 254 voti, Filippo Cassarino 171 e Fabrizio Minelli 100.  In questo caso, la somma dei due sconfitti, avrebbe superato il totale ottenuto da Esti….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNO L'articolo SOLTO COLLINA – Un ciclone ESTIvo su Solto proviene da Araberara.

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MediaVenerdì pomeriggio. Splende il sole sopra Angolo Terme, ma l’allerta meteo resta una preoccupazione fissa. Alba Albertinelli, il vice sindaco, Cristian Zanelli, delegato alla Protezione Civile, e i consiglieri comunali Diego Ferrari e Matteo Cannillo sono in prima linea da martedì sera insieme a tutto il resto dell’amministrazione, quando il muro di contenimento che sorreggeva via Lorenzetti, a Terzano, ha ceduto ed è scivolato verso valle. Telefono a portata di mano, squilla spesso, si va di corsa per rispondere alle esigenze di tutti. Viale delle Terme è regolata al traffico da un semaforo ed è percorribile in senso alternato, sulla destra della casa del signor Roggeri, lo sfollato più anziano, c’è un sigillo bianco e rosso. Non si può passare. È proprio lì che quel che resta del muro si è appoggiato, senza fare danni alle abitazioni vicine.“Il muro portante della strada – spiega Cristian Zanelli – è stato costruito negli anni Settanta. Non ha mai dato segni di cedimento e non ci aspettavamo di certo che lo facesse quella sera. È un muro che non ha del ferro all’interno (come si nota anche nelle fotografie che pubblichiamo, ndr) ed era senza fondamenta. Si è staccato e ha portato a valle tutto ciò che ha trovato. Abbiamo evacuato le case dal bivio fino a quelle successive, quelle che stanno sotto il muro crollato e quelle appena sopra. Sono 38 persone per 19 famiglie e sei palazzine che staranno fuori casa per qualche settimana”.Ora, a metà giugno, gli sfollati attendono di tornare nelle loro case (tranne quelle sotto la frana), mentre i lavori proseguono. I materiali scesi a valle quella sera sono stati rimossi grazie al contributo di 100mila euro arrivato dalla Regione, che ne stanzierà altri 800mila per la ricostruzione della strada e riportare tutto alla normalità.L'articolo ANGOLO TERME – Viaggio nella frana di Angolo, tra sfollati e paura, 39 persone senza casa proviene da Araberara.

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<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2022/06/Apparizione-Madaonna-delle-Grazie-Ardesio-2014-7-Optimized.jpg">Media</a>GIORGIO FORNONIEcco il mio ricordo del 50° di sacerdozio di Padre Giovanni Bigoni.Sarà lui che accompagnerà e presiederà l’importante processione della Vigilia dove la rappresentazione scultorea in legno (degli artisti Paratoner) della Madonna col bimbo in braccio apparsa alle due bambine, verrà riportata dalla parrocchia al Santuario per essere ricollocata, nella cripta sotto l’altare.*  *  *Missionario vero.Non mi è difficile parlare di lui (raccontare alcuni aneddoti che lo rappresentano come figura per me la più vicina al Santo Luigi Maria di Montfort, fondatore della Compagnia di Maria, lui suo discepolo già da quando a dieci anni decise di entrare nel Seminario dei Padri Monfortani a Redona) per i tanti incontri e momenti vissuti insieme in terra di missione. Amato e stimato come nessun altro nella nostra comunità per la sua umiltà, generosità, saggezza e bontà d’animo.Come il Montfort, vissuto nel 1700 missionario itinerante nella regione della Vandea in Francia, il nostro Padre Giovanni aveva scelto di incontrare, in terra di missione, le anime abbandonate in desolati villaggi sperduti, dimenticati da Dio e dagli uomini sulla Sierra andina, in quei luoghi dove regna silenzio e solitudine. Molti incarichi lo hanno poi caratterizzato: per molti anni maestro dei novizi (molto severo, anzi esigente), per un periodo anche parroco nella loro sede di Lima, poi animatore e fondatore della “Casa famiglia” già cresciuta con Suor Augusta, non da ultimo, parroco nella città della miseria, nella “barriadas” di Uaycan, ecc…Il “Prete della Sierra” lo avevo definito in un video che gli avevo dedicato tanti anni fa, seguendolo in una delle tante sue disagevoli missioni tra la sua gente, la gente della Sierra peruviana, e lì, mi dette un importante insegnamento e cioè: confidare nella Provvidenza.Un giorno, in Jeep (che ci siamo fatti prestare dai suoi amici missionari comboniani), partiamo alla volta di Chavin de Parierca, un paesino sperduto in cima ad una lunghissima vallata della Sierra andina. Ovviamente prima di partire, il giorno prima abbiamo fatto il pieno di benzina e fatto provviste di viveri di ogni tipo… tanto pane, scatolette di tonno, sardine, carne, formaggi… insomma tanto da poter vivere molto più che dei 15 giorni che ci eravamo preposti per la missione. Il tempo è buono e su su, maciniamo chilometri… ad un certo punto vede un gruppo di donne che, sedute sopra uno spiazzo, vicino ad un precipizio, stanno lavorando a maglia. Con grande abilità muovevano i lunghissimi aghi mentre parlavano raccontandosi le loro ansie.Padre Giovanni si avvicina alle donne, parla a lungo, le benedice e poi si avvicina al nostro bagaglio, prende un sacco di pane e glielo va a distribuire. Ognuna di loro ne riceve in abbondanza. Io rimango pietrificato. “Ma Padre”, dico, “Se fai così a noi cosa resta?”. Per tutta risposta subito mi rappacifica dicendo “Dove andiamo ci sono negozi… ma soprattutto c’è la Provvidenza”. Ripartiamo e incontriamo gruppetti di campesinos che hanno un solo legame con il resto del mondo, quello che passa coi tornanti da brivido di una carrettiera sterrata, scavata sul fianco della montagna… ma il tragitto è lungo e di tanto in tanto, mi ferma (sono io l’autista), scende, si avvicina ogni volta al bagagliaio, prende pane o formaggio o scatolette… insomma prende tutto quel che c’è e distribuisce generosamente tutto a tutti… praticamente in poche ore distribuisce tutte le provviste acquistate per un viaggio di più giorni.Padre Giovanni è fatto così, vivere tra gli indio significa per lui condividere anche la sofferenza, la fatica, la fame ancestrale.Percorriamo in jeep strade impossibili, specie ora che sta piovendo a catinelle… ad un certo punto davanti a noi si presenta un grande ostacolo, ci sono dei grossi massi sulla strada… ”Non riusciamo a passare”, dico. Anche il fianco della strada aveva ceduto sotto quello sferzante diluvio…
MediaMattina di metà giugno. Casazza oggi è particolarmente animata, ma c’è una ragione. È mercoledì, il giorno del mercato. E c’è da dire che il mercato di Casazza è bello e ricco di ambulanti, tanto da attirare persone da altri paesi della Val Cavallina. Infatti, in questo nostro viaggio tra le strade di Casazza e approfittando del giorno di mercato, almeno la metà delle persone che incontriamo viene da fuori. Cosa chiediamo ai Casazzesi che incrociamo al mercato, tra un ambulante che vende vestiti e uno che espone varie forme di formaggi? Chiediamo loro cosa funziona e cosa non funziona a Casazza. E, trattandosi di uno degli argomenti principali di questi mesi, chiediamo il loro parere sull’ormai prossima apertura di un grande allevamento di maiali sul territorio comunale, in località ‘Fontane di Leffe’.Mentre ci avviciniamo al mercato incrociamo una coppia di mezza età. “Non siamo originari di Casazza – spiega lui – è solo dall’anno scorso che siamo venuti ad abitare qui. Se ci troviamo bene? Sì, stiamo cominciando a conoscere il paese e, rispetto a dove stavamo prima, qui c’è un po’ tutto quello che serve. Manca l’ospedale, ma per il resto c’è tutto quello di cui abbiamo bisogno”.Cosa pensate dell’allevamento di maiali che si sta per aprire qui a Casazza? I due si guardano negli occhi. “Mah – risponde ancora lui – ho sentito qualcosa al bar, ma non ho ben capito dove metterebbero questo allevamento. Non le saprei dire se sono favorevole o contrario…”. Mi guarda dubbioso e ripete: “Mah…”.Subito dopo, ecco un’altra coppia. Nel loro caso la mezza età è stata superata da qualche anno. E, infatti, alla domanda “Cosa servirebbe a Casazza?”, lui risponde così: “Servirebbero nuovi centri per anziani, degli spazi al chiuso, ma anche all’aperto, dove ci si possa incontrare e si possa trascorrere una parte della giornata con i nostri coetanei. Poi, per il resto, dei servizi non c’è da lamentarsi, anche la viabilità è bella. Guardi la strada che dal Cimitero passa accanto alle scuole e va verso Mologno… alcuni l’hanno criticata per gli spazi riservati a ciclisti e pedoni, ma secondo me è proprio bella”…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo CASAZZA – Casazzesi (e non) al mercato e la “Casazza che vorrei…”: no ai maiali, sì a nuovi centri anziani e spazi per i giovani, ma quel semaforo… proviene da Araberara.

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Media“Siamo trattati, noi montanari, come gli Indiani d’America, oppure, se preferite, come i servi della gleba; e i nostri Amministratori tutti zitti, ad accettare passivamente ogni sopruso…”.Walter Semperboni, come sempre, ci mette la faccia e tanta rabbia, mentre denuncia l’ultima ingiustizia – in ordine di tempo – che si sta consumando a danno della nostra montagna  e della sua più preziosa risorsa, cioè l’acqua:“Nei pochi km di Serio da Lizzola e Fiumenero sono già  sei centraline attive – spiega – ed ora aumenteranno di due unità: per una nuova a Lizzola c’è già il via libero della Provincia e per l’altra sono arrivati in Comune a Valbondione i relativi progetti, mentre sono stati avviati i contatti con i proprietari dei terreni su cui insisterà; e secondo una legge vigente – regionale? nazionale? europea? – né i Comuni né i proprietari hanno la possibilità di opporsi all’alienazione delle loro proprietà! Ma è giusto che chiunque abbia un po’ di soldi possa permettersi di fare il bello e il cattivo tempo?” …SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo VALBONDIONE – LA DENUNCIA – “Nei pochi km di Serio da Lizzola a Fiumenero ci sono già 6 centraline, ed ora ne fanno altre due, ci trattano come servi della gleba” proviene da Araberara.

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MediaSi cambia. Totalmente. Il centro sportivo di Clusone cambia faccia e volto: “Abbiamo partecipato – spiega l’assessore Roberto Balduzzi – con i Comuni di Rovetta e Gandino, ciascuno con progetti propri naturalmente, a un bando per la rigenerazione urbana. L’idea è quella di intervenire per rendere quell’area più fruibile e soprattutto gestibile. Gli elementi nuovi quindi sarebbero, in particolar modo, la sistemazione del bar (attualmente una struttura vetusta), la creazione di uno spazio cucina e la copertura di una porzione dello spazio esterno. Obiettivo, come dicevo è quello di completare il centro con dei servizi ulteriori e affrontare il tema della gestione del polo sportivo che, che nella fase di realizzazione, era stato piuttosto trascurato”. Insomma, il centro sportivo cerca il rilancio e fra pochi giorni arriva l’Atalanta….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 17 GIUGNOL'articolo CLUSONE – Si stravolge il centro sportivo, arriva una grande copertura esterna con cucina. E grandi novità per l’arrivo dell’Atalanta proviene da Araberara.

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