MediaLuca Mariani«Ho diverse richieste per la vendita. Il problema più grosso non sono i soldi, ma l’impegno che ci sarà per chi la comprerà. Questo non è un semplice lavoro, ma deve diventare uno stile di vita. Quando ti radichi in una realtà così non ti puoi più muovere. Quando prendi un impegno così ti resta a vita, se non vuoi rivenderla.» Walter Seghezzi ha le idee chiare. La sua Busgarina è in vendita da più di un anno, ma finora nessuno ha deciso di acquistarla. Ciò nonostante il proprietario dell’isola verde a sud delle Fiorine non sembra preoccupato perché i contatti e le trattative sono stati molteplici in questi ultimi dodici mesi. «Ho parlato con diversi gruppi di Milano. Per esempio una famiglia che ha una grossa azienda a Milano e la sta vendendo è interessata alla Busgarina. C’è anche un uomo della zona che sta spingendo per comprarla, ma per motivi famigliari non è ancora pronto per una scelta così importante. Però mi ha detto che prima di venderla devo fargli uno squillo. C’è anche un gruppo di tre persone della zona che sono tentate di fare una società per acquistarla. Insomma ci sono varie realtà interessate.»Pantaloncini di jeans e scarpe sportive. Polo colorata con il collo rialzato e occhi verdi, sottili e vispi. Walter lo vedi sgattaiolare tra gli ombrelloni rossi dell’Algida o tra i tavoloni protetti dal tendone in plastica, dai rami della vite e dai fiori del glicine, sempre pronto a scambiare una battuta con i clienti o a pulire e sistemare. La sua Busagrina non è solo un bar. Gli 84 mila metri quadrati di sua proprietà sono coperti da attrazioni variegate e diverse che possono soddisfare le esigenze di una clientela estremamente articolata e colorata. Ci sono un campo di green e uno di beach volley. I pony. Il laghetto per la pesca sportiva. L’area attrezzata per sosta camper e le griglie. I tappeti elastici. La piscinetta e i giochi per i bambini.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo CLUSONE – Walter e la sua Busgarina: “L’ho tirata su come volevo io. 84 mila metri quadrati, pony, laghetto, beach volley, aree attrezzate…”. Clotilde ed Elia che caricavano la sabbia dalla cava…. proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/O3ywnsK
via Araberara https://ift.tt/O3ywnsK
MediaGuerino LoriniLa fontanella istoriata che sta al Passo della Presolana, antistante il Bar Rododendro, non conosce il linguaggio degli umani. Imperterrita, pur sapendo che non tocca a lei ricordare le eccellenze storiche e turistiche di questa fortunata località di villeggiatura, da ottant’anni e più affida alla voce dell’acqua che zampilla la storia dell’illustre villeggiante milanese pioniere del turismo locale, Baldo Rossi, che durante la Prima Guerra Mondiale salvò la vita a molti nostri soldati. Nominato senatore a vita, Rossi appartiene a quel gruppo di pionieri forestieri che tra la fine del 1800 – primi Novecento, iniziò ad insediarsi alla Cantoniera godendo dei benefici dell’ambiente ma guardando anche al bene dei suoi abitanti creando l’economia turistica estiva e invernale. Per il bene dedicato all’umanità ci sono storie di uomini che sanno di leggenda. Tra queste c’è appunto quella dell’emerito villeggiante milanese, nonché senatore, chirurgo e rettore all’Università di Milano, Baldo Rossi, il quale durante la Grande Guerra, con i suoi ospedali mobili di prima linea, curò un gran numero di nostri soldati.Nato il 28 gennaio 1868, a Limito, un piccolo paese alle porte di Milano, nel 1895, dopo essersi laureato a Pavia in medicina e chirurgia, diventa assistente all’Ospedale Maggiore di Milano. Dopo aver trascorso alcuni anni di specializzazione all’estero in importanti Istituti di Traumatologia e Ortopedia, nel 1902 diventa direttore della nuova sezione di traumatologia dell’Ospedale Maggiore. Nel 1906 è nominato primario di chirurgia generale, e nel 1912 a professore straordinario di traumatologia. Una carriera in campo sanitario ricca di successi che comprende anche la libera docenza in medicina operatoria. Nominato Senatore a vita nel 1923, dal 1926 al 1930, con altrettanto successo e prestigio riveste il doppio ruolo di docente e rettore dell’Università Statale di Milano.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo PASSO DELLE PRESOLANA – IL PERSONAGGIO – L’eroico villeggiante milanese, Baldo Rossi, durante la Prima guerra mondiale salvò la vita a centinaia di soldati italiani proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/4DyGLPp
via Araberara https://ift.tt/4DyGLPp
MediaDel fenomeno dell’immigrazione, delle sue dimensioni, del funzionamento dell’accoglienza in Italia e delle sue prospettive per il futuro del Paese si è discusso durante la partecipatissima serata del 26 ottobre scorso presso l’Auditorium di Clusone, organizzata dall’Associazione culturale Il Testimone. Con la consueta chiarezza e precisione, il ricercatore sociale Nando Pagnoncelli ha illustrato le cifre del fenomeno a livello nazionale (vedi scheda), sottolineando l’esigenza di fare discernimento, perché su questo argomento così divisivo regnano il pregiudizio e l’ignoranza, causati dalla non conoscenza dell’argomento da parte della maggioranza delle persone. Anche dal pubblico presente è stata espressa quest’esigenza di informazione sul fenomeno: i mass-media nazionali ne parlano solo per alimentare la paura e l’insicurezza della gente; quelli locali, in generale, non se ne occupano, e il nostro giornale, che a più riprese ha tentato di saperne un po’ di più, non viene messo in condizione di farlo, perché si scontra in continuazione contro le leggi e le disposizioni amministrative, che proibiscono ai dipendenti dei CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) di fornire informazioni. I CAS sono gestiti dalle cooperative, che sono scelte con appositi bandi statali e che rispondono del loro operato solo al Prefetto. Sono infatti salita più volte a Dossi, a Gavazzo, a Gromo ed a Castione, dove sono ospitati gli immigrati della nostra zona, ed ogni volta mi sono scontrata contro un muro di silenzio: non si può entrare nelle strutture, non si può parlare con gli operatori e men che meno con gli ospiti, mentre il responsabile, quando c’è, ti rimanda al Direttore – il quale non fa che ripetere il ritornello del “tutto a posto, va tutto bene”- o alla Prefettura che non risponde mai. Nonostante questa situazione, per vie ovviamente non ufficiali, qualche informazione siamo riusciti ad averla, e non si è trattato certo di buone notizie, perché il quadro generale che ne è emerso è quello di un’accoglienza “poco umana e poco umanizzante”, come l’ha definita don Antonio Trussardi, presidente della Caritas bergamasca, nel suo appassionato intervento. SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo CLUSONE – La Caritas si toglie dall’«accoglienza prefettizia”. Don Trussardi: “Poco umana e poco umanizzante: fratelli e sorelle o galline dalle uova d’oro”? proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/sBTSbcj
via Araberara https://ift.tt/sBTSbcj
MediaUn attacco stellare. Luis Muriel che se ne sta buono buono in panchina ma quando serve fa la differenza, come con lo Sturm Graz e ‘Scamaccone’ che mette zitti e buoni tutti con una doppietta a Empoli senza fronzoli. Muriel è salito a quota 64 gol in maglia nerazzurra in tutte le competizioni, staccando al terzo posto della classifica all-time Severo Cominelli, alle spalle di Duván Zapata e Cristiano Doni. E poi, lui, Gianluca Scamacca, che in una fine estate schizofrenica nel giro di un mese è passato dal West Ham, alla Roma, all’Inter, all’Atalanta. Dopo aver mancato un paio di trasferimenti per un pelo, alla fine è arrivato all’Atalanta per una cifra notevole. La “Dea” ha speso 30 milioni, 5 in più di quelli che aveva offerto l’Inter, facendone il secondo acquisto più costoso della sua storia – il primo, curiosamente, è El Bilal Touré, ai box da settimane. Scamacca è un giocatore che funziona al contrario delle sue apparenze. È grosso, ma non è forte nei duelli corpo a corpo. È alto, ma preferisce giocare coi piedi che di testa; meglio fronte che spalle alla porta. Ha l’aria truce da coatto di borgata, ma il suo gioco è raffinato, più da videogioco che da calcio reale. Un gioco di colpi di tacco, di suola, di bombe da fuori per il gusto di tirare, di rovesciate da spiaggia. Un centravanti che ha qualcosa dell’estetica estrosa di Ibrahimovic, con un repertorio potenzialmente molto vasto, ma che non ha ancora trovato la strada per la concretezza e l’essenzialità.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo ATALANTA – Luis Muriel e Gianluca Scamacca e l’arte di fare gol proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/iH8Cswx
via Araberara https://ift.tt/iH8Cswx
MediaSono Bottonificio B.A.P. di Villongo, MOG Marmi Orobici Graniti di Telgate, Pedrali di Mornico al Serio, Lovato Electric di Gorle, Siad di Bergamo, Sandrini Metalli di Costa Volpino, S.I.T. Società Italiana Trasmissioni di Val Brembilla, Minelli Group di Zogno, Sitofin di Levate e Sebino di Madone i Gruppi con le migliori performances nella nuova classifica dei maggiori Gruppi bergamaschi realizzata ogni anno da made in Bergamo e appena pubblicata (vedi la copertina della rivista da richiedere all’Editore Bergamo 15 srl, info@bergamo15.it) con i dati di 107 Gruppi sulla base dei bilanci consolidati 2022: i 10 campioni di eccellenza sono alla testa dei Ventuno Gruppi su 107 con fatturato di almeno 50 milioni, crescita annuale dei ricavi oltre la soglia del 20,0% e indice utile/fatturato superiore al 5%.Nel complesso i centosette maggiori Gruppi compresi nel range di fatturato tra i 3.629,0 milioni di Brembo di Curno e i 15,9 milioni di Inbre di Casnigo archiviano il 2022 con 27.625,9 milioni di ricavi in aumento di 4.565,5 milioni (+ 19,8%) rispetto ai 23.060,4 milioni del 2021, + 1.483,2 milioni di utile in crescita di + 238,7 milioni (+ 19,2%) rispetto ai + 1.244,5 milioni dell’anno prima e quasi due volte e mezza i + 631,3 milioni del 2020, + 2.248,8 milioni di risultato operativo (+ 351,4 milioni rispetto ai + 1.897,4 milioni di dodici mesi prima, + 18,5%), 2.932,6 milioni di cash flow: (+ 296,9 milioni, + 11,3%) e 96.947 addetti in 1.180 società consolidate complessivamente in Italia e nel mondo.A Bergamo i Gruppi sopra i 100,0 milioni aumentano in un anno da 60 a 69 e quelli sopra i 50,0 milioni da 89 a 100 mentre sono 38 i Gruppi che hanno per mercato domestico, almeno al 70% per cento, l’Europa e il mondo e tra i restanti 46, quindici hanno una quota di export superiore al 50%, altri dodici superiore al 30% e altri cinque ancora superiore al 10%.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo Boom di ricavi per la Inbre di Casnigo, la Sandrini Metalli di Costa Volpino e il Bottonificio di Villongo proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/J9a4z1w
via Araberara https://ift.tt/J9a4z1w
MediaAlla fine, dopo un interminabile braccio di ferro, tra pochi giorni potrebbe essere siglata la pace o, quantomeno, l’armistizio, tra l’Amministrazione comunale di Casazza e la Farmacia Varinelli. Questo potrebbe ‘disinnescare’ la mina del ricorso al Tar presentato diversi mesi fa dai farmacisti per decidere sulla legittimità della delibera della Giunta comunale di Casazza del 28 settembre 2022.Al centro del contendere c’è il mega intervento all’edificio di proprietà comunale, abbattuto nelle scorse settimane, che ospitava le case popolari, e che verrà ricostruito. Intervento per il quale il Comune di Casazza ha ottenuto un finanziamento di 3 milioni di euro, legato ai fondi del Pnrr.In particolare, come più volte abbiamo scritto nei mesi scorsi, la polemica era montata attorno all’area che fino a poco fa era destinata a parcheggio per i clienti della farmacia e dei negozi e locali della zona che gravita accanto al semaforo nel centro di Casazza.Finora sia l’Amministrazione guidata dal sindaco Sergio Zappella (in particolare nella persona del vicesindaco e assessore ai Lavori Pubblici Renato Totis) che i titolari della farmacia (abbiamo sempre sentito, a questo proposito, la dottoressa Silvana Varinelli, da noi ribattezzata ‘farmacista di ferro’) hanno sempre mantenuto le loro posizioni, anche se, da una parte e dall’altra, c’è sempre stata la speranza di giungere ad un accordo che ponesse fine alla vicenda.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo CASAZZA – UDIENZA AL TAR IL 9 NOVEMBRE – Tra Comune e Farmacia si cerca un accordo in extremis proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/ai2Pdv1
via Araberara https://ift.tt/ai2Pdv1
Media“Noi siamo alla quarta generazione” e non ci si ferma qui di certo. Parola di Siro Valzelli, che racconta questa storia di passione infinita per un lavoro che sembra solo di facciata, e per facciata si intende orari di apertura e di chiusura di una macelleria. Ma dietro c’è altro, molto altro. “Mio nonno Siro era nato nel 1891 racconta Siro e nel 1920 aveva aperto la macelleria a Darfo, in Piazza Matteotti, lui era di Darfo. Mio padre Nino è nato lì ed è rimasto lì a fare il macellaio con lui. Mio nonno è morto nel 1959, aveva 69 anni e poi c’era mia nonna che si chiamava Maria Baroni ed era originaria di Sovere”. Siro che si appassiona e racconta: “Mio nonno ha avuto sei figli, che poi sarebbero stati 8 ma due sono morti. Solo mio padre ha continuato a fare il macellaio, lo hanno aiutato un po’ le sue sorelle, poi è andato avanti per suo conto. Mio padre si è sposato nel 1962 con mia madre, Marta, e sono andati avanti loro due”. Sono passati tantissimi anni ma Siro racconta come fossero passati pochi secondi: “Hanno chiuso il negozio a Darfo e sono venuti a Sovere, conoscevano Sovere perché mia nonna era di Sovere, hanno ritirato la macelleria Moretti vicino al bar delle Piante (dove ora c’è la tabaccheria ndr), era il 1965 e ci sono rimasti fino al 1975, dentro c’è ancora la vecchia ‘cella’ della carne, poi hanno costruito il condominio dove siamo ora e ci siamo trasferiti in affitto, siamo lì dal 1975”. Il macellaio di casa è il fratello di Siro, Alberto, classe 1966: “Io sono del 1963 e lavoro all’Italcementi ma quando torno a casa do sempre una mano. Siamo in società e ci accomuna la stessa passione. Poi qualche anno fa è entrato in società anche mio figlio Nicola, dopo il Liceo e due anni di università, nel periodo del covid ha maturato l’idea di seguire la nostra strada e io l’ho lasciato fare”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo SOVERE – Valzelli: “Siamo alla quarta generazione, cominciò mio nonno nel 1920 a Darfo. Io e mio fratello cresciuti in negozio e ora …” proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/ZOxjW5h
via Araberara https://ift.tt/ZOxjW5h
MediaL’accordo è stato siglato. La squadra Primavera dell’Atalanta Bergamasca Calcio giocherà quindi i campionati 2023/2024 e 2024/2025 allo stadio “Carillo Pesenti Pigna” di Alzano Lombardo. Atalanta e Comune di Alzano stringono quindi un patto che permette così di avvicinare il calcio professionistico alla provincia e creare quindi nuove sinergie per futuri progetti per i giovani amanti del pallone. Un percorso intrapreso dall’attuale amministrazione già nel 2022 quando fu deciso assegnare la concessione dell’infrastruttura sportiva alle società dilettantistiche locali Asd Sporting club Alzano, Uso Immacolata Calcio e Uso Alzanese.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo ALZANO – Accordo di due anni tra la Primavera dell’Atalanta e il Comune di Alzano: si giocherà al Carillo Pesenti Pigna proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/5DkBCwv
via Araberara https://ift.tt/5DkBCwv
MediaCi sono opere che cambiano il volto del paese e riuniscono la comunità in una grande festa. È questo il caso del campo di calcio in sintetico – rinnovato dopo una ventina di anni – all’Oratorio di Sant’Alessandro realizzato dalla Parrocchia e il primo tratto di ciclopedonale.Il sindaco Francesco Micheli chiude il mese di ottobre con due inaugurazioni: “Il nostro Comune contribuisce con un impegno economico di 100mila euro che verranno erogati nei prossimi anni grazie ad una convenzione con la Parrocchia. Siamo orgogliosi di contribuire perché sarà una struttura fruibile gratuitamente dai nostri cittadini in alcuni giorni e orari e consente di dare un servizio pubblico essenziale, un punto di ritrovo e di aggregazione. Non solo, è importante anche sotto il profilo affettivo per la nostra comunità, perché su questo campo (che è uno dei primi sintetici realizzati dalle Parrocchie in provincia, ndr) sono cresciute molte generazioni e qui potranno continuare a crescere, giocare e imparare in un luogo sicuro”.Al taglio del nastro, oltre ai tanti bambini e le loro famiglie, erano presenti il padrone di casa, il parroco don Alessandro Beghini e il direttore dell’Oratorio, don Andrea Perico.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo VILLONGO – Campo di calcio dell’Oratorio e ciclopedonale: il nuovo volto del paese che riunisce la comunità proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/Pas86WE
via Araberara https://ift.tt/Pas86WE
MediaRibaltone, cos’era costui? Prendiamo in prestito la famosa frase manzoniana de “I promessi Sposi” (“Carneade, chi era costui?”) e la riadattiamo alla realtà politica di Entratico, uno dei comuni politicamente più stabili della Valle Cavallina (forse, addirittura, il più stabile).Qui, a differenza di molti altri luoghi, di ribaltoni non se ne sono mai visti perché, elezione dopo elezione, gli Entratichesi hanno sempre rinnovato la loro fiducia al gruppo di maggioranza, sia quando regnava la vecchia Democrazia Cristiana che con la lista ‘Insieme per Entratico’.E così, elezione dopo elezione, l’esito sembra sempre scontato, con la vittoria di chi guida il Comune.Essere minoranza in un paese come Entratico, di conseguenza, non è semplicissimo, perché si può correre il rischio di dire: “Lasciamo perdere, tanto vincono sempre loro”.E, invece, questo non è il modo di ragionare del gruppo ‘Entratico Cambia’, come ci spiega la consigliera Silvia Belotti, candidata a sindaco alle ultime elezioni comunali del 2019.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBRE L'articolo ENTRATICO – Il paese che non conosce ribaltoni, ma la minoranza si prepara proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/IQAMsVS
via Araberara https://ift.tt/IQAMsVS
MediaNel suggestivo scenario del Castello dei Conti Calepio a Castelli Calepio, si è tenuta una serata dedicata alla sensibilizzazione e all’approfondimento del tema dell’oblio oncologico, in coincidenza con il Mese della Prevenzione al Tumore al Seno. L’evento è stato organizzato dal Comune di Credaro, con il sindaco Adriana Bellini e il coordinatore dei dipartimenti di Forza Italia, Loris Rodigari.La serata, che ha visto la partecipazione di oltre 100 persone, è stata patrocinata dalla Provincia di Bergamo e dalla Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi, sottolineando il forte sostegno istituzionale a questa causa di rilevanza sociale. Inoltre, l’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM), la Fondazione AIOM, l’Associazione Cuore di Donna e l’Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Bergamo hanno contribuito con il loro patrocinio, dimostrando il solido supporto di organizzazioni mediche e di volontariato nell’affrontare l’oblio oncologico e promuovere la salute e il benessere di tutti.“Chi conosce la storia di quest’associazione – ha spiegato Myriam Pesenti, presidente di ‘Cuore di Donna’ – sa che tutto nasce dal dolore di un percorso, quello del tumore che, anziché annientare, ha ‘tirato fuori’ il meglio di tutte noi. Noi vogliamo esserci a fianco di chi può aiutare a definire meglio i percorsi dei pazienti, le loro cure anche a livello istituzionale, a chi può tutelare a livello legislativo i malati e ci mettiamo a disposizione per raggiungere insieme tutti gli obiettivi che possano migliorare i percorsi oncologici, i diritti dei malati o di chi, come in questo caso, una volta guarito, veniva colpito nella sua dignità e discriminato prima che si presentasse questa legge, una legge che ha scritto, a nostro avviso, una delle più belle pagine della politica italiana”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo CASTELLI CALEPIO – Una serata per la sensibilizzazione sull’Oblio Oncologico: “Una legge che ha scritto una delle più belle pagine della politica italiana” proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/ZR10rvL
via Araberara https://ift.tt/ZR10rvL
MediaLe sue ferite sono ormai cicatrizzate e l’ospite indesiderato, il tumore, è stato estirpato ormai da tempo. Però, Laura torna spesso col pensiero a quei mesi segnati dalle due operazioni, dalla chemioterapia e dalla radioterapia. Mesi che l’hanno segnata, anche se, alla fine, lei la sua battaglia l’ha vinta.Laura Zambetti ci accoglie nella sua casa di Trescore Balneario, il suo paese. Seduta al tavolo della cucina riavvolge i nastri della memoria e torna indietro di alcuni anni. Rivive nei suoi occhi il momento in cui la sua vita è cambiata di colpo.“Quando ho scoperto di avere un tumore al seno avevo 49 anni. Era ottobre, il ‘mese rosa’ della prevenzione. Io tutti gli anni facevo i controlli e anche in quella occasione ero andata a fare la mammografia. In realtà, l’avrei dovuta fare alcuni mesi prima, a maggio, e questo mi avrebbe probabilmente risparmiato qualche guaio. Il fatto – spiega Laura – è che quando andavo in ospedale a prenotare la mammografia, mi veniva sempre chiesto quando avrei avuto il ciclo e, in base a quello, si decideva quando fissare la data dell’esame. Questo perché, così mi dicevano, era meglio fare la mammografia in un momento lontano da quando c’era il ciclo. E invece, come mi ha poi detto in seguito il mio senologo, questa è una cosa sbagliata, perché non va mai ritardata la data della mammografia. E così, a forza di rimandare, avendo fatto l’esame con alcuni mesi di ritardo rispetto a quando era previsto, il tumore era andato avanti e aveva intaccato i linfonodi. Il senologo si era un po’ arrabbiato, perché diceva che era assurdo che si facesse ancora compilare alle donne un modulo sul quale indicare quando avevano il loro ciclo. Comunque, è andata così…”.Quindi, ha scoperto di avere un tumore al seno. “Sì. Ho fatto la mammografia il giovedì. Il lunedì successivo il radiologo mi ha chiamato e mi ha detto: ‘Vieni perché c’è qualcosa’. Ho fatto l’ago aspirato e ho aspettato l’esito istologico che, purtroppo, era positivo. Avevo un tumore, tra l’altro piuttosto aggressivo, di terzo grado. Ho subito parlato col senologo, che è stato molto chiaro nell’indicarmi il tipo di intervento che dovevo fare e a quali conseguenze sarei potuta andare incontro. Mi ha operato facendo la quadrectomia ed è stato prelevato il linfonodo sentinella, che è stato subito analizzato. Il senologo mi ha spiegato che ci sono 45 minuti di tempo per analizzarlo durante l’intervento chirurgico, però questa analisi non è certa al 100%, quindi nei giorni seguenti si fa un controllo più profondo. E, infatti, dopo una ventina di giorni sono stata richiamata e mi è stato detto che si trattava di un falso negativo, perché era stata analizzata durante l’intervento la metà del linfonodo che era negativa. L’altra metà era positiva, ma di questo ci si è accorti solo nei giorni successivi all’operazione. E così, ho avuto un secondo intervento per togliere tutti i linfonodi. Ho poi dovuto fare la chemioterapia e, in seguito, la radioterapia”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBRE L'articolo TRESCORE – LA STORIA – Laura: “Quando ho saputo di avere un tumore ero una fontana di lacrime. Ma mio marito è stato prezioso e…” proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/gBlHrnb
via Araberara https://ift.tt/gBlHrnb
MediaLuca Mariani«C’è un silenzio grande. È bello perché significa rispetto del dolore.» Don Giuseppe Belotti, che da 31 anni è la guida spirituale di Viana, descrive con queste semplici parole il clima che si respira nel quartiere di Nembro dopo che sabato 28 ottobre 2023 Matteo Lombardini ha ucciso a coltellate il padre Giuseppe di 72 anni.«Il papà frequentava la messa. Però è una famiglia abbastanza appartata e molto riservata.» Spiega ancora il “prete psicologo”, che più di dieci anni fa aveva avuto modo di confrontarsi con Giuseppe e la moglie Mariangela Stella, proprio a causa della sua doppia veste di parroco e psicoterapeuta. «Matteo aveva già provato a fare la mossa di aggressione al padre. Lui aveva sporto anche denuncia poi l’aveva ritirata. In questi casi si cerca sempre di salvare il salvabile. In quell’occasione Giuseppe e Mariangela si erano defilati un po’ dalla comunità religiosa quasi per vergogna.»Ciò nonostante don Belotti non ha mai incontrato il trentacinquenne Matteo Lombardini, ma sa che «ha delle grosse fatiche. Per questo è stato in comunità ed era seguito in psichiatria.» Il parroco di Viana ha una ipotesi sulle cause dell’azione violenta del 28 ottobre: «Ho saputo da un parente che ultimamente gli hanno cambiato i farmaci: probabilmente l’hanno sballato del tutto. L’hanno buttato fuori dal sentiero completamente.»SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo NEMBRO – “C’è un silenzio grande, è il rispetto del dolore”. “Aveva già aggredito il padre che lo aveva denunciato ma poi aveva ritirato tutto…” proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/86Gbktg
via Araberara https://ift.tt/86Gbktg
Media“È qui la felicità?”, s’intitola così il libro scritto dalla clusonese Agnese Piacenza e illustrato da Angelo Balduzzi.“Questo libro è nato dalla pancia – spiega Agnese -, contrariamente al titolo che parla di felicità, è nato in un momento di grande fatica e di dolore. Mi è sempre piaciuto scrivere e ho sempre avuto il sogno nel cassetto di pubblicare un libro. Lavoro come insegnante nella scuola dell’infanzia e di libri ai bambini ne ho letti tanti e ci sono degli albi illustrati che sono dei piccoli capolavori, che a seconda di come vengono letti nascondono delle grandi verità. Scrivo per me e lo faccio nei momenti in cui sono emotivamente più provata, perché la scrittura mi permette di trasformare le emozioni”.Quando è invece diventato per gli altri? “Ho riletto la storia dopo un po’ di giorni, a freddo, e mi sono detta che poteva essere utile a qualcuno e quindi ho deciso di provare a farne un libro”.Il titolo come è nato? “Rappresenta il percorso che fa la protagonista, Giada, ed è una domanda che credo ci portiamo dentro tutti, perché credo che l’obiettivo di ogni essere umano sia quello di essere felice nella vita. E spero che in Giada si identifichino in tanti”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo CLUSONE – Agnese: “’E’ qui la felicità?’ è nato in un momento di grande fatica…”. Angelo: “Le illustrazioni, create nella mente mentre leggevo…” proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/wjk34JH
via Araberara https://ift.tt/wjk34JH
MediaLa signora Ivana Dedei, proprietaria dell’Hotel Gromo in cui sono alloggiati i migranti di stanza a Gromo, è gentilissima ma ferma: “Guardi che nell’hotel non posso entrare nemmeno io, c’è anche un cartello all’entrata che lo vieta espressamente, non l’ha visto? Non doveva entrarci nemmeno lei”. Riferendosi all’articolo sul numero scorso del nostro giornale, mi precisa che la cooperativa che gestisce la struttura e i suoi ospiti non è bengalese, bensì la ‘VersoProbo’ che gestisce anche la struttura di Castione: “Gliel’aveva detta qualcuno dei ragazzi questa storia dei Bengalesi? Male, un’altra regola è quella di non parlare con nessuno se non con i responsabili, e men che meno con gli ospiti”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo GROMO – Ivana, la proprietaria dell’Hotel che ospita i migranti: “Qui non si entra. Con il solo permesso di soggiorno non possono lavorare” proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/hS20j5r
via Araberara https://ift.tt/hS20j5r
Media “Che il sole illumini i vostri volti”, dice sorridendo il sacerdote che in compagnia di don Renato è in visita al camposanto di San Lorenzo. Il sole che questa mattina di ottobre inoltrato illumina il borgo è timido, i pochi raggi delle 10:30 si fanno spazio tra le nuvole di colore grigio intenso. Fuori si avverte il rumore delle auto che raggiungono il centro; nei vialetti c’è chi passeggia assorto nei pensieri, chi affida preghiere al cielo e chi posa delicatamente un fiore sulle tombe ancora umide. Lasciato alle spalle il cancello d’ingresso, si spalanca il piccolo e raccolto cimitero. Un lento via vai di persone accarezza un mondo fatto di anime, ognuna con la propria storia, dolce e tragica allo stesso tempo, una storia fatta di ricordi, di lacrime e di sorrisi. Volti in bianco e nero, che raccontano di vite lontane, si alternano a molti altri a colori.Alla mia destra il vialetto mi porta dritta dalla piccola Elvira, la sua fotografia è ricoperta di gocce di pioggia che il vento mescolato alle prime luci del mattino non ha ancora avuto modo di asciugare, un po’ come le lacrime versate per la sua partenza prematura: “Ero piccolissima, avevo quattro anni, era il 1976… stavamo preparando il formaggio quando sono caduta e per me non c’è stato niente da fare”, una tragedia difficile da immaginare. Poco lontano c’è anche Mattia Bevilacqua, un sorriso grande, uno sguardo pieno di sogni, alle sue spalle una distesa d’infinito ed è proprio lì, nell’infinito che continua a splendere il suo essere diciottenne per sempre: “Di me ti ricordi perché la mia famiglia e i miei amici d’estate mi ricordano con una grande festa qui a San Lorenzo, con il calcio e il rap, due delle mie passioni più grandi… l’hanno chiamata ‘Carpe Diem’, che significa ‘Cogli l’attimo’, volevo tatuarmela questa frase. A marzo ho compiuto 23 anni, ma sono qui dal 2018, era il 29 luglio, una domenica… quell’incidente in moto, due giorni di speranza e poi eccomi qui e dal 2020 accanto a me c’è anche nonna Maddalena, era il 3 aprile, in pieno Covid”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo SAN LORENZO DI ROVETTA – Mattia: “L’incidente in moto e ora mia nonna qui con me”; Don Gerry: “Quella volta che ho fatto suonare le campane per il Milan”, Marisa: “Mi ero sposata da poco…” proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/NtBzjGv
via Araberara https://ift.tt/NtBzjGv
MediaSono Bottonificio B.A.P. di Villongo, MOG Marmi Orobici Graniti di Telgate, Pedrali di Mornico al Serio, Lovato Electric di Gorle, Siad di Bergamo, Sandrini Metalli di Costa Volpino, S.I.T. Società Italiana Trasmissioni di Val Brembilla, Minelli Group di Zogno, Sitofin di Levate e Sebino di Madone i Gruppi con le migliori performances nella nuova classifica dei maggiori Gruppi bergamaschi realizzata ogni anno da made in Bergamo e appena pubblicata (vedi la copertina della rivista da richiedere all’Editore Bergamo 15 srl, info@bergamo15.it) con i dati di 107 Gruppi sulla base dei bilanci consolidati 2022: i 10 campioni di eccellenza sono alla testa dei Ventuno Gruppi su 107 con fatturato di almeno 50 milioni, crescita annuale dei ricavi oltre la soglia del 20,0% e indice utile/fatturato superiore al 5%.Nel complesso i centosette maggiori Gruppi compresi nel range di fatturato tra i 3.629,0 milioni di Brembo di Curno e i 15,9 milioni di Inbre di Casnigo archiviano il 2022 con 27.625,9 milioni di ricavi in aumento di 4.565,5 milioni (+ 19,8%) rispetto ai 23.060,4 milioni del 2021, + 1.483,2 milioni di utile in crescita di + 238,7 milioni (+ 19,2%) rispetto ai + 1.244,5 milioni dell’anno prima e quasi due volte e mezza i + 631,3 milioni del 2020, + 2.248,8 milioni di risultato operativo (+ 351,4 milioni rispetto ai + 1.897,4 milioni di dodici mesi prima, + 18,5%), 2.932,6 milioni di cash flow: (+ 296,9 milioni, + 11,3%) e 96.947 addetti in 1.180 società consolidate complessivamente in Italia e nel mondo.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo ECONOMIA – Boom di ricavi per la Inbre di Casnigo, la Sandrini Metalli di Costa Volpino e il Bottonificio di Villongo proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/y9DpJfT
via Araberara https://ift.tt/y9DpJfT
MediaAndrea è alle prese con gli ultimi ritocchi per l’apertura del suo nuovo negozio di frutta. Alice è nell’altro negozio, anche Maria Grazia. Già, facciamo un po’ di chiarezza. Andrea Bianchi è il papà di Alice e il marito di Maria Grazia. Una famiglia che vive e lavora insieme. Sempre. Andrea ha 55 anni e Alice 23. Vendono frutta, e lo danno da quattro generazioni. E l’11 novembre aprono il loro nuovo negozio a Sovere. Una storia che parte da lontano. Inizio 1900. Quando Giuseppe Vitali, nonno di Maria Grazia faceva il commerciante di frutta: “Girava con il cavallo e il carretto, forniva le suore, l’Italsider e un po’ tutti, girava tutti i paesi qui intorno e a quei tempi si praticava anche il baratto. Capitava di scambiare castagne col grano o con altri prodotti, era nato nel 1905”. Poi è stata la volta di Mario figlio di Giuseppe e papà di Maria Grazia: “Mio suocero, classe 1939, ha cominciato negli anni ’60 a girare con il camion della frutta, riforniva soprattutto i negozi cosiddetti promiscui, dove si vendeva un po’ di tutto e chiaramente anche la frutta, serviva anche un paio di supermercati. Poi nel 2001 siamo entrati io e mia moglie, la terza generazione. Era il periodo che i negozi promiscui cominciavano a chiudere, abbiamo aperto il negozio a Sovere, poi a Costa Volpino che abbiamo poi chiuso ed Endine, all’inizio vendevamo soprattutto al dettaglio, poi col tempo ci siamo dedicati anche alla ristorazione, abbiamo un buon giro di ristoranti”. E ora un altro grande salto: “Una struttura diversa e più grande, 200 metri quadri di negozio e 150 metri quadri invece la macelleria che apre a fianco nostro. Insomma una nuova superficie commerciale di 350 metri”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo SOVERE – Andrea e 4 generazioni di fruttivendoli: “Quando Giuseppe nei primi del ‘900 girava col cavallo…ora tocca ad Alice, 23 anni, due volte a settimana sveglia alle 2.30 del mattino…” proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/ZVadblI
via Araberara https://ift.tt/ZVadblI
MediaAnche quest’anno la patrona del Comune di Albino, la Madonna della Gamba di Desenzano, è stata festeggiata ‘in pompa magna’. Domenica 15 ottobre è stato solennemente ricordato il 165° anniversario dell’Incoronazione della statua mariana con un ospite d’eccezione, il Cardinale Angelo Bagnasco, Arcivescovo emerito di Genova e già presidente della CEI, la Conferenza Episcopale Italiana. Accolto dal parroco don Ettore Galbusera, da due anni a Desenzano, e dal sindaco di Albino Fabio Terzi, che vive in questa frazione albinese, il porporato ha presieduto il solenne pontificale, accompagnato dal ‘Coro dell’Immacolata’ di Bergamo.Questa celebrazione ha chiuso i festeggiamenti della Madonna della Gamba, avviati diversi giorni prima con l’avvio della novena e culminati il 9 ottobre con il ricordo del 583° anniversario dell’Apparizione, con Messa pontificale e processione presieduti dal Vescovo emerito di Palestrina Mons. Domenico Sigalini.65 anni fa, nell’ottobre 1958, un altro cardinale avrebbe dovuto presiedere i festeggiamenti della Madonna della Gamba in occasione del centenario dell’Incoronazione. Si trattava di Angelo Roncalli, Patriarca di Venezia, che aveva dovuto rinunciare per la morte di papa Pio XII. Il porporato bergamasco si era recato a Roma per partecipare al Conclave che il 28 ottobre lo avrebbe incoronato Pontefice.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo DESENZANO DI ALBINO – Madonna della Gamba, il Cardinal Bagnasco al 165° dell’Incoronazione proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/aCUqvs1
via Araberara https://ift.tt/aCUqvs1
MediaLa strada che dalla Statale 42 conduce al centro storico di Ranzanico per poi proseguire verso Bianzano, la Val Rossa e la Val Seriana, è particolarmente trafficata. C’è però un tratto, quello iniziale a due passi dal lago, che è un po’ problematico, avendo una sola corsia. Capita infatti che due o più autoveicoli si incontrano lungo la strettoia e, dovendo uno dei due fare retromarcia, si crea una piccola coda. Questo problema verrà risolto a breve, grazie ad un intervento della Provincia di Bergamo, come ci spiega il sindaco di Ranzanico Renato Freri.“Quella strada, Via Lovere, è Provinciale. Abbiamo quindi chiesto alla Provincia di allargare la parte dove c’è la strettoia, in modo che possano passare due auto che vanno in senso contrario, cosa che al momento non è possibile. Mi è stato confermato nei giorni scorsi che il lavoro verrà fatto tra pochi mesi, a cavallo tra la fine dell’anno e l’inizio del prossimo. Il fatto che quel tratto di Via Lovere diventi a due corsie è positivo dal punto di vista viabilistico”.Nella mattinata di sabato 28 ottobre il presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi, è stato a Ranzanico (a poca distanza dalla strettoia in questione) in occasione dell’inaugurazione del nuovo marciapiede in località ‘Villaggio Angela Maria’.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo RANZANICO – Tra pochi mesi si allarga Via Lovere, che avrà due corsie proviene da Araberara.
via Araberara https://ift.tt/XN9UgAJ
via Araberara https://ift.tt/XN9UgAJ