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MediaEra il mese di marzo del 1907 quando l’ingegner Luigi Cortese, ricevuto l’incarico dal Comune di Songavazzo, si mette al lavoro per la progettazione del ponte. Progetta un’opera che non è solo lo scavalcamento di un corso d’acqua ma diventa l’attraversamento in quota della Valle del Valeggia. Disegna tre grandi archi adorni di pietre bugnate, sorretti da due piloni e da due poderose spalle profondamente incastrate nei fianchi della valle.Questo progetto sembrava essere la soluzione che tutti si aspettavano. Nel 1910 con l’impianto della nuova struttura in cemento armato, segno di mutamento e di progresso, cambia non solo la fisionomia architettonica del ponte, ma anche il segno, il prolungamento, il punto di saldatura tra il passato e il presente, tra innovazione e tradizione. Terminato nel 1910, è stato inaugurato il 3 luglio 1911. La ditta vincitrice dell’appalto fu la Diss & C. di Düsseldorf e il cemento utilizzato era quello della “Società Italiana dei Cementi e delle Calci Idrauliche – Società Riunite Italiane e Fratelli Pesenti”, divenuta Italcementi nel 1927. È uno dei primissimi ponti in cemento armato costruito in Italia.FATTI CURIOSI. Un contrabbandiere di sigarette di Rovetta a cui i finanzieri avevano dato la caccia inutilmente per molto tempo…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo SONGAVAZZO-STORIA- Il ponte nato nel 1907 e quel contrabbandiere saltato dal ponte per fuggire ai finanzieri proviene da Araberara.

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MediaMesi difficili per il ponte di Songavazzo. Dopo lo studio della stabilità che aveva fatto tirare un sospiro di sollievo sia a Rovetta che a Songavazzo, dietro l’angolo è spuntato il problema che ne ha decretato la chiusura al traffico. Il carotaggio infatti ha evidenziato che il cemento non era in grande salute. Da una chiusura che doveva durare due, tre giorni, si è prolungata arrivando agli oltre due mesi. Dopo i lavori, che terranno impegnata la ditta Migliorati Antonelli per un mese, il ponte tornerà ad essere percorribile non solo a piedi e in bicicletta, ma anche dai veicoli fino a 35 tonnellate.Un percorso lungo quello affrontato dal sindaco Giuliano Covelli: “Questo ritardo non è stato per niente bello, perché generato in modo inaspettato. Lo studio della stabilità commissionato dal Comune di Rovetta finanziato con fondi nazionali aveva dato un esito positivo: il ponte godeva di perfetta salute, ma era suggerita la verifica delle spalle. Il passo successivo è stato quindi quello di fare un carotaggio. Quando mi è stato chiesto di chiudere per tre giorni non ho esitato a dire di sì. Dal carotaggio si è evidenziato che il cemento non era in grande salute. Passate alcune settimane ci siamo sentiti dire che per sistemare la spalla sarebbero serviti 130mila euro. Risorse che non avevamo, né noi né Rovetta”. …SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo SONGAVAZZO – Quel ponte storico che unisce l’Altopiano chiuso perché il ‘cemento non è in salute’, lavori partiti in ritardo e ora… proviene da Araberara.

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MediaUna tenuta immersa nella natura delle colline di San Paolo d’Argon, una passione che si respira nelle parole e nell’entusiasmo di Chiara e Mauro, che la gestiscono da una decina di anni ormai. Tenuta Lonisa, che si chiama così perché abbraccia le iniziali dei loro tre figli, Lorenzo, 9 anni, Nicolas, un anno e mezzo, e Isabel, 5 anni. Chiara Barcella e Mauro Mazzucchetti di anni ne hanno 37, lei è originaria di Albano Sant’Alessandro, lui in mezzo a questa terra è cresciuto seguendo le orme di nonno ‘Giosep’. È un sabato mattina di sole, Mauro è impegnato in vigna, e Chiara ci dedica un po’ del suo tempo per raccontarci la loro vita immersa nella natura, dove si respira meraviglia. “Tutto è nato dal nonno di mio marito, che aveva i campi coltivati con alberi da frutto e la vigna sui terreni che aveva acquistato dalla Chiesa dopo la seconda guerra mondiale. Il nonno faceva da mezzadro e quello gli ha permesso di acquistare il terreno e a rendere il suo lavoro principale fino a quando ha avuto le forze. Purtroppo nel 2011 ci ha lasciato, ma c’è nonna Rosina, che compirà 89 anni a dicembre… anche lei è sempre stata una grande lavoratrice nei campi e oggi è felice delle nostre soddisfazioni, quando viene qui la vediamo sempre ringiovanire – sorride Chiara -. Il nonno è sempre stato molto conosciuto come produttore di vino sfuso. La sua cascina, dove abitava e lavorava si chiamava ‘Il Pincì’. Ha lavorato per tutta la vita nei campi, finchè le forze gliel’hanno consentito. Il nonno è stato una figura preziosa, a mio marito ha lasciato tanti insegnamenti e il vino che fa oggi è come quello di una volta con una lavorazione manuale, dalla potatura, alla sfogliatura, alla vendemmia. Mio marito, che è cresciuto insieme a lui, ha deciso di proseguire con questa passione trapiantando anno per anno tutti i vigneti. Anche io arrivavo da una realtà contadina, quindi abbiamo entrambi questa predisposizione e questo amore per la natura. È una passione e anche un secondo lavoro per mio marito che è artigiano e quindi dei campi se ne occupa la sera quando rientra e durante il fine settimana, mentre io mi occupo della parte gestionale e delle vendite”.Idee e progetti non mancano di certo: “Quest’anno ho fatto un corso di enoturismo che mi permette, oltre che di vendere direttamente il vino, anche di somministrarlo accompagnato ad alimenti freddi, prodotti a chilometro zero che prendiamo dalle aziende agricole del nostro territorio”. Un lavoro che richiede tempo, impegno, dedizione: “Sei impegnato tutto l’anno, si parte a febbraio con la potatura e la legatura e si termina a fine settembre, inizio ottobre con la vendemmia. E da qui inizia il processo di vinificazione che avviene nella nostra cantina”….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNO L'articolo SAN PAOLO D’ARGON-Chiara e Mauro e la Tenuta Lonisa sulle orme di nonno Giosep proviene da Araberara.

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MediaIl tema bollente del semaforo di Adrara San Martino continua a far discutere. Quel semaforo c’è da sette anni, ma la telecamera della… discordia soltanto da tre mesi. Abbastanza per far recapitare a casa centinaia di multe in pochi giorni. “La multa al semaforo – ci scrive un cittadino – se presa tre le 22.00 e le 6.00 viene maggiorata a 176 euro. Ho sbagliato a passare con il rosso ma andavo al lavoro”. E a catena altre reazioni: “È chiaro che il comune voglia fare cassa”, “É incredibile che abbiano messo la telecamera per sanzionare le infrazioni ad un semaforo che tutti rispettavano serenamente. Non c’era nessuno che passava anche una volta scattato il rosso percorrendo quel tratto a folle velocità prima che sopraggiungesse il verde dall’altra parte”, “Pure io, più volte, e anche il pullman ho visto passare con il rosso! Daiiii di cosa parliamo?…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo ADRARA SAN MARTINO – Il semaforo, le multe ‘maggiorate di notte’ e chi “passa come se corresse un gran premio” proviene da Araberara.

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MediaL’appello lanciato dalla Parrocchia di Vall’Alta, una delle nove presenti sul territorio comunale di Albino, è chiarissimo e si racchiude in questo slogan: “Abbiamo bisogno di te, il tetto fa acqua!”. In effetti, il tetto della casa canonica del celebre Santuario della Madonna di Altino fa veramente acqua da tutte le parti ed ha un urgente bisogno di ristrutturazione. Il progetto è già pronto ed ha ricevuto la necessaria autorizzazione della Sovrintendenza per i beni architettonici. Il cantiere potrà essere aperto in breve tempo, ma la Parrocchia guidata da don Daniele Belotti si rivolge ai fedeli, non solo ai parrocchiani di Vall’Alta, ma anche ai numerosi pellegrini che frequentano il tempo mariano, oltre che ad aziende ed enti. L’Apparizione e il Dono dell’acquaTutto ha inizio il 23 luglio 1496, quattro anni dopo la scoperta dell’America. In una giornata dal caldo torrido, Quinto Foglia, abitante di Vall’Alta, è con i suoi due figli sulle pendici del monte Altino, intento a lavorare nei boschi….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo ALBINO-MADONNA DI ALTINO “Il tetto fa acqua”, servono fondi per il Santuario proviene da Araberara.

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MediaQuello che viene da quasi trenta famiglie di bambini che quest’anno hanno frequentato la quinta Elementare di Cene è un vero e proprio grido di dolore e di rabbia. Decine di madri e di padri preoccupati del futuro scolastico dei loro figli.Veniamo ai fatti. La scuola Elementare ‘Ermenegilda Poli’ di Cene ha due classi quinte. La scuola Media, sempre di Cene, ha due classi prime. Ciò farebbe pensare che gli alunni che stanno per fare il salto dalla quinta Elementare alla prima Media verranno accolti il prossimo settembre in due classi.E, invece, per una decisione piovuta dall’alto, questo potrebbe non capitare. Il Provveditore agli Studi di Bergamo ha infatti deciso che una delle due classi prime delle Medie cenesi verrà abolita, obbligando quasi trenta scolari a frequentare la stessa classe. Un’assurdità, specialmente in questo periodo tuttora segnato dall’epidemia di Covid-19 (che dovrebbe consigliare di mettere il minor numero possibile di studenti in una sola classe). Senza contare che tra questa trentina di bambini (perché a 11 anni si tratta ancora di bambini…) ce n’è uno a cui è stata riconosciuta la diagnosi del ‘disturbo dello spettro autistico’.Tra l’altro, l’articolo 5, comma 2 del DPR nr. 81/2009, nonché come esposto nelle Circolari del MIUR (il Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca), al fine di garantire l’inclusione scolastica prevista dal D.Lgs. 66/2017, è stato sempre reiterato l’invito ad evitare di formare classi con più di 20 unità in presenza di alunni che presentano connotazione di gravità.Già questo dovrebbe far capire che non si possono mettere così tanti alunni in una sola classe, al di là delle necessità del Provveditorato di tagliare le spese… ma le spese non vanno tagliate sulla testa dei bambini e delle loro famiglie!Abbiamo incontrato in una casa di Cene alcune mamme di questi giovanissimi studenti. Queste mamme si sono fatte sentire dal Dirigente scolastico dell’Istituto Comprensivo di Gazzaniga, Andrea Carrara, che ha dimostrato di condividere le osservazioni dei genitori. In questi giorni è stata anche scritta e firmata da quasi 30 genitori un’accorata lettera rivolta al Provveditorato (Direzione scolastica territoriale di Bergamo), al Dirigente scolastico (che abbiamo già citato), al sindaco di Cene Edilio Moreni e all’assessore alla Cultura e Pubblica Istruzione Patrizia Stefenetti. Lasciamo la parola alle mamme che, come si sa, quando c’è da difendere i loro figli sono, giustamente, molto combattive, in particolare quando c’è da tutelare i loro sacrosanti diritti.Quando vi è stata comunicata la decisione di eliminare una delle due prime classi delle scuole Medie?…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo CENE – La ‘classe tagliata’ dal Provveditore e la protesta dei genitori proviene da Araberara.

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MediaIl sindaco Ioris Pezzotti va quasi ogni giorno a verificare il proseguo dei lavori per posizionare le reti paramassi che permetteranno poi di riaprire finalmente la bretella che toglierà il traffico pesante nel centro di Cambianica (“passano decine di camion”). La ditta Bettineschi prosegue nei lavori che ovviamente richiedono tempo e pazienza…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNO L'articolo TAVERNOLA- La bretella di Cambianica: “Lavori in corso. Massimo entro metà mese” proviene da Araberara.

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Media Passo dopo passo il progetto degli impianti sciistici di Colere diventa realtà. Un percorso lungo e a tratti complicato, ma che nella serata del 24 maggio è arrivato in consiglio comunale. Davanti all’amministrazione comunale guidata da Gabriele Bettineschi c’era una trentina di persone, non di certo il numero che si era presentato all’assemblea pubblica di dicembre, ma comunque la dimostrazione che questo progetto ha mosso l’interesse dei cittadini.Entriamo quindi nel dettaglio di quel che è successo durante il consiglio comunale: “Abbiamo approvato la proposta di project financing – spiega il sindaco Gabriele Bettineschi – che ci è stata sottoposta a fine dicembre dello scorso anno, che riguarda la concessione per la progettazione, la costruzione, la manutenzione e la gestione del comprensorio ‘Colere Ski Area 2200’. Il passo successivo sarà ora quello di mettere a gara la proposta e questo avverrà nei prossimi giorni”….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo COLERE – Colere Ski Area 2200, ci siamo: “Prossimo passo mettere a gara la proposta” proviene da Araberara.

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Media(Ser-To)Valentina Belotti, dopo l’ottimo lavoro svolto nel precedente mandato, è stata rieletta presidente dell’Associazione Agricoltori Valle del Lujo. La sua rielezione è avvenuta nel corso della recente assemblea dell’associazione, durante la quale sono stati confermati anche la vice Manuela Noris, il segretario Luca Scuri e il tesoriere Samanta Zanioli; è anche stato eletto come associato benemerito Dante Carrara, storico agricoltore della Valle. Nella Valle del Lujo ci sono due agriturismi e una ventina di aziende agricole, alcune gestite da giovani agricoltori che producono vari tipi di prodotti: latte, formaggi, miele, carne.Lo scopo dell’associazione nata tre anni fa è quello di promuovere iniziative a favore degli agricoltori e valorizzare i prodotti agricoli della Valle. Ogni anno, a settembre, l’associazione organizza al campo sportivo di Abbazia, in collaborazione col Comune di Albino, la mostra Agro-Zootecnica della Valle del Lujo, che è una vetrina per tutti gli agricoltori della Valle, che possono farsi conoscere e vendere i loro prodotti; inoltre, alcuni agricoltori partecipano al mercato agricolo di Albino che si svolge il secondo sabato di ogni mese in Piazza Libertà, attorno al Municipio.La presidente Valentina Belotti, titolare di un’azienda agricola, ci racconta…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo ALBINO- VALLE DEL LUJO-Aziende agricole assediate dai cinghiali e dagli aumenti delle materie prime proviene da Araberara.

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MediaL’arena è sempre quella, sempre meno il Comune, sempre più i tribunali. Il leit motiv di Solto non cambia, anzi, si inasprisce a pochi giorni dal voto. Alle ultime elezioni ai seggi di Solto erano intervenuti i carabinieri, ora che si torna in cabina elettorale a fare notizia è l’iscrizione nel registro degli indagati del candidato sindaco Fabrizio Minelli e della candidata consigliera Asmara Ziboni, i due pezzi da 90 della lista di Minelli. La notizia era circolata nelle scorse settimane, ora la conferma: “Il mio assistito – spiega l’avvocato del sindaco Maurizio Esti – aveva presentato tempo fa denuncia contro ignoti per i continui post gravemente offensivi apparsi su due profili di facebook, offese gratuite anche contro il figlio e la moglie di Esti, offese molto pesanti. Qualche tempo fa ho chiesto l’accesso agli atti e ho scoperto che i due indagati sono Fabrizio Minelli e Asmara Ziboni”. L’avvocato ci ha mandato copia dell’atto: “Sono dovuti trascorrere più di tre anni e più di mille messaggi denigratori affinchè si riuscisse a risalire ai due protagonisti di questa squallida vicenda – commenta Esti – che nascosto sotto falsi profili hanno condizionato la mia vita, e quello che più mi ha ferito la vita di mia moglie, e di mio figlio, costantemente derisi, insultati, fotografati per questa miserabile vicenda: vengono indagati…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo SOLTO COLLINA – “Indagati Fabrizio Minelli e Asmara Ziboni per i falsi profili facebook. Nascosti sotto falsi profili hanno condizionato la mia vita”, Minelli: “Non ho ricevuto nulla” proviene da Araberara.

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Media Il Comune di Rovetta guarda alle sue attività commerciali e artigianali, quell’occhio di riguardo che non è mancato nemmeno nei tempi duri del Covid. Stavolta il tema… caldo è l’aumento dell’energia elettrica.“Abbiamo a disposizione una somma di 43mila euro che fa parte del contributo nazionale che avevamo ricevuto per il triennio 2020-2022 per il Covid – spiega il sindaco Mauro Marinoni -. Se l’anno scorso abbiamo scelto di sostenere chi decideva di investire sulla propria attività, stavolta vogliamo riconoscere un contributo che potrà essere di un massimo di 500 euro per le bollette di energia elettrica e metano. Da luglio pubblicheremo un bando e il modulo dove riportare i dati per la richiesta, servirà un’autodichiarazione e poi ci saranno delle verifiche a campione. Abbiamo una buona disponibilità finanziaria e riusciremo a dare più di 80 contributi pieni. Quello del caro energia è un tema dominante in questo periodo e abbiamo ritenuto di dover dare questa risposta concreta ancor prima degli organismi statali”…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo ROVETTA- Il Comune paga le bollette di commercianti e artigiani. Stop agli asfalti, si lavora in montagna proviene da Araberara.

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Media25 anni di sacerdozio, che ha festeggiato il 31 maggio, un traguardo che profuma di un nuovo punto di partenza. Don Sergio Alcaini, classe 1972, i 50 anni li compirà il 20 luglio, e si ferma per un attimo per raccontarci la sua ‘avventura’.Riavvolgiamo il nastro e partiamo dall’inizio. “La mia vita da descrivere è un po’ complicata (sorride, ndr), sono nato a Dossena e lì sono stato battezzato, ma quasi subito mi sono trasferito a San Giovanni Bianco e lì ho vissuto fino a quando sono diventato prete a parte una parentesi di un paio di anni in cui sono stato a Santa Croce di San Pellegrino Terme. Dossena e Santa Croce sono i paesi dei miei genitori. Ci siamo spostati a San Giovanni Bianco per il lavoro di mio papà Antonio e li ho vissuto la mia giovinezza, anche se a dire la verità vi sento un po’ di tutti e tre i paesi. Ho tre fratelli, due sorelle e un fratello, e io sono il secondo dei quattro. Mia mamma Giuliana lavorava in fabbrica, ma a 27 anni aveva già quattro figli e quindi ha deciso di seguire noi; mio papà invece ha sempre fatto l’autista dei pullman, prima per la Zani Viaggi e poi per la Sab. Adesso che papà è in pensione, abitano a Dossena”.Ti piace tornare a casa? “Sì, molto anche se purtroppo riesco tre, quattro volte all’anno, non di più. La mia famiglia però viene spesso a trovarmi, i miei genitori vengono tutte le settimane a fare un giro e quindi va bene così”.Torniamo all’infanzia… “Ho frequentato le Elementari e la prima Media a San Giovanni Bianco. Già alle Elementari avevo in mente di provare ad entrare in Seminario ma il mio parroco di allora me lo aveva sconsigliato per una questione economica. Lavorava soltanto mio papà e in famiglia eravamo in sei, quindi andare in seminario sarebbe stato troppo costoso. Beh, io ho pestato un po’ i piedi, i miei genitori erano comunque d’accordo e quindi sono entrato in seconda”…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo CERETE – Don Sergio dà i…numeri: “25 anni di sacerdozio, 50 anni di età, il 40% della mia vita da prete qui a Cerete e ora…” proviene da Araberara.

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MediaIntanto domenica 15 maggio scorso la comunità parrocchiale ha celebrato le Prime Comunioni, somministrate ai 7 bambini che si erano accostati alla prima Confessione alla fine di marzo. A comunicare i piccoli è stato don Federico Brozzoni, in momentanea sostituzione di don Eros costretto prudenzialmente in casa perché positivo al Covid. I comunicandi erano stati adeguatamente preparati al ‘grande giorno’ dal parroco stesso e dalle catechiste Daniela e Michela…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo PIARIO- La crisi demografica fa rimandare le Cresime all’anno prossimo, solo due. E quest’anno nessun nato proviene da Araberara.

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MediaEgregio Direttore,ha ragione Anna Carissoni quando, su un numero del Vs giornale, parla di “delusione e sconcerto” per la partenza del parroco di Parre don Armando!E’ vero che la Conferenza Episcopale ha disposto che quando la nomina dei parroci viene fatta a tempo determinato abbia la durata di 9 anni. Ma il Diritto Canonico (art.  522) afferma: “E’ opportuno che il parroco goda di stabilità, perciò venga ordinato a tempo indeterminato”.Nei 12 anni a Parre don Armando ha adempiuto fedelmente e magnificamente a quanto richiesto negli art. 528 e 529 ed è andato oltre: nei suoi anni di presenza si è creata una reciproca fiducia una grande corresponsione nei suoi confronti: un sentimento di credibilità negli insegnamenti religiosi, per come venivano espressi e per l’impegno teologico profuso per meglio farci comprendere le verità e i significati del Vangelo.Quando dopo 12 anni di apostolato si raggiunge una simbiosi tra il pensiero del sacerdote e quello dei suoi fedeli i quali, attratti dalle sue parole e dal suo esempio, lo seguono nella quotidiana vita di fede della comunità; quando i cittadini si rendono conto che quel sacerdote sta dando tutto se stesso per la loro crescita spirituale e non solo, è pericoloso spezzare questo filo!Viene da pensare che il Vescovo lo abbia fatto probabilmente non per ispirazione cristiana, ma per una logica tutta umana e poco evangelica…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo PARRE – LETTERA Con la partenza di don Armando la Curia spezza un filo con i fedeli proviene da Araberara.

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MediaIl Comitato Statale 42 della Val Cavallina torna ad alzare la voce. E stavolta a far parlare è la rotonda di Trescore. “La pazienza adesso è finita e noi vogliamo delle risposte”, esordisce Massimiliano Russo, portavoce del Comitato, che non usa di certo giri di parole.“Faccio un appello diretto al sindaco di Trescore a cui vogliamo chiedere la data di inizio dei lavori o aggiornamenti in merito e per conoscenza facciamo la stessa domanda anche alla Provincia che ha finanziato l’opera. Invitiamo il Comune a questa riflessione perché attendiamo innanzi tutto ancora il progetto della variante che come tutte le opere in Italia avrà un aumento dei costi. Bisognerà fare un’attenta analisi: come e quando si troveranno le coperture per concludere entrambi i due lotti? Focalizziamo l’attenzione proprio qui, dai disegni pubblicati, il primo lotto finirebbe a circa 100 metri dal semaforo e quindi fare una variante che ti avvicina a Zandobbio per poi rientrare ancora sulla SP89 così vicino ad un semaforo è una cosa che fa riflettere… o meglio potremmo anche dire che ci preoccupa. Con l’intervento della rotonda si può applicare l’obbligo di svolta a destra e questo farebbe venir meno anche la necessarietà del semaforo antistante il locale ‘Mangiafuoco’ visto che c’è già una rotonda in prossimità. In Val Calepio i semafori li tolgono, basta guardare l’ultimo intervento previsto su Villongo, e non riusciamo a capire perché non si possa fare la stessa cosa in Val Cavallina, che da anni sta facendo delle richieste modeste e più che legittime, che sono fondamentali per favorire la sicurezza e così la viabilità. Chiediamo aggiornamenti perché il Comitato e i cittadini di pazienza non ne hanno più…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo RUBRI…SS42- Il Comitato, la rotonda e la variante di Trescore: “Vogliamo la data di inizio lavori… la pazienza è finita” proviene da Araberara.

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MediaAnche per la nona edizione  del concorso caseario “Gromo sempre in forma” l’azienda agricola di Maurizio Cominelli ha fatto il pieno di premi: il primo, per il ‘formài de mut’, le è stato assegnato sia dagli esperti dell’Onaf che dalla giuria popolare.Ma le ‘mani nel latte’ Maurizio, 52 anni, allevatore, ce le mette da quando era ancora un ragazzino e di anni ne aveva  9, e all’alpeggio di Passévra aiutava il padre nei lavori della malga. La sua ‘formazione’ da casaro  proseguì fino all’adolescenza, dall’alpeggio di Maslana a quello di Cardeto, da Campagano alla Rigàda  ed altri ancora:“Intanto passavano gli anni ed io li trascorrevo  d’inverno nella bassa con una ditta locale di intonaci, e d’estate in alpeggio, in aiuto di mio zio Guido, e quando lui mancò presi il suo posto. Quando iniziai avevo 8 mucche,  e l’anno dopo erano già diventate 24”.  Adesso nelle spaziose stalle della sua bella casa-cascina in località Campignano – ma Maurizio dice ancora Cap de sùra, il nome dialettale – di capi ce ne sono una sessantina:“Tranne due, sono tutti capi di razza  bruno-alpina originale, tutti iscritti all’apposito Albo dell’omonima associazione che ne certifica l’autenticità. Si tratta della razza autoctona che ha sfamato le popolazioni alpine per secoli, e per la quale è in corso una grande campagna di recupero e di valorizzazione. Questo comporta anche , naturalmente, un’attenzione particolare alla sua riproduzione, sono andato fino a Coira (CH), anni fa,  a comprare un toro…La bruno alpina produce circa 20 litri di latte al giorno contro i 50 circa di una frisona, che però viene sfruttata in maniera intensiva e infatti vive molto meno a lungo della bruna, è una ‘macchina da latte’ più adatta alla pianura che ai nostri pascoli alti, insomma noi allevando la nostra bruna privilegiamo la qualità sulla quantità ”…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo PARRE – La storia – Maurizio, il campione del Formaì de mut: “Andavo in alpeggio a 9 anni e ora…la ‘frisona’ troppo sfruttata, vive meno, ho scelto la qualità alla quantità” proviene da Araberara.

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MediaAnche stavolta la “regina delle formaggelle” è lei, Claudia Riccardi dell’omonima azienda agricola, che ha primeggiato nell’edizione 2022 della competizione “Gromo in forma”, il concorso dedicato ai formaggi della nostra Valle: “Il primo premio è’ sempre una soddisfazione – commenta l’interessata,  – anche se non c’è più l’emozione delle prime volte perché ormai di questo concorso posso considerarmi una veterana… Mi impressiona però sempre la cura certosina che i giudici dell’Onaf mettono nel loro compito: dopo aver assaggiato il formaggio in un silenzio quasi sacro, ne considerano la consistenza, la  crosta,  il colore, l’occhiatura,  la persistenza del gusto in bocca,  la sensazione  che il sapore trasmette, se sa di fiori, di erbe o altro…insomma non lasciano nulla al caso e perciò, quando decidono chi premiare, penso che lo facciano davvero a ragion veduta”. Claudia gestisce insieme ai due fratelli, Angelo e Giovanni , l’azienda agricola di famiglia. Più che agricoltura  tuttavia, come tutti i contadini di montagna, i Riccardi – che portano avanti la tradizione di famiglia perché già il padre Eliseo era allevatore, anche se alternava questa attività con il lavoro da emigrante in Svizzera e in Francia – fanno zootecnia: allevano una settantina di bovini tra cui quaranta vacche da latte, un piccolo gregge di pecore, parecchi maiali e molti altri animali da cortile. Le varie stalle, i fienili e le tettoie sono sparsi intorno alla casa, collegati tra loro da sentieri scoscesi, scale e scalette: un su e giù ininterrotto, per Claudia e i suoi fratelli:   “Eh sì, i nostri terreni – e anche quelli che altri proprietari ci affidano da sfalciare o da pascolare – sono tutti molto ripidi, tanto da non consentirci di utilizzare i mezzi meccanici e così ovviamente la fatica è doppia: sono i risultati delle politiche di valorizzazione e di sostegno della montagna di cui i nostri governanti si riempiono la bocca – ironizza Claudia con un sorriso amaro – , i terreni comodi sono stati tutti utilizzati per farci le seconde case, così per l’agricoltura e l’allevamento sono rimasti soltanto i pendìi più ripidi…E ovviamente questo ci costringe anche a comprare il fieno, perché quello prodotto in loco non basta”. Pur aiutando i fratelli in tutti i lavori richiesti dalla loro attività di allevamento – lo fa da quando aveva 14 anni – il regno incontrastato di Claudia è il caseröl:  “ Si, la casara sono io, la lavorazione del latte è compito mio, faccio soprattutto stracchini e formaggelle,  spesso i clienti me li chiedono ancor prima che siano pronte. E il computer mi aiuta molto perché posso tener nota delle date di produzione, dei quantitativi prodotti, delle  prenotazioni e così via”. Contrariamente a tanti altri nostri allevatori, Claudia col pc ha familiarizzato da molto tempo, da quando cioè la Provincia concesse un  contributo ad hoc per i giovani agricoltori e  organizzò anche i relativi corsi di informatizzazione: l’idea di portare in azienda un po’ di modernità e di novità le era piaciuta e adesso di questo strumento tecnologico non può più fare a meno…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNO L'articolo GROMO- la storia Claudia, la sua azienda agricola e le formaggelle che vincono premi: “Ma per noi allevatori la situazione si fa sempre più difficile” proviene da Araberara.

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MediaUn’iniziativa tanto bella quanto  inconsueta ha coinvolto nei giorni scorsi tutti gli scolari:“Una responsabile della cooperativa locale ‘Il sole’, Nicoletta Belinghieri  e Andrea Risi dell’azienda ‘I mieli di Ronchello’ si sono recati a scuola per parlare ai bambini dei piccoli negozi di paese e dell’importanza della loro valorizzazione anche se nelle vicinanze esistono i supermercati – spiega la sindaca Flora Fiorina -. E’ stata una mattinata che ha interessato molto i piccoli scolari, i quali si sono sbizzarriti in domande, osservazioni,  riflessioni e testimonianze,  mostrando di aver capito che i supermercati consentono certamente qualche risparmio sui prezzi, ma non sono accessibili  a tutti, soprattutto ai tanti nonni che non hanno l’auto e per i quali andare a fare la spesa nel proprio paese rappresenta anche un’occasione  di socialità e di svago. E i vivacissimi disegni di cui poi mi hanno fatto omaggio  dimostrano che questo messaggio è stato compreso ed apprezzato”….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo GANDELLINO – Gli alunni e i piccoli negozi di paese: “Se spariscono noi da grandi dovremo andare via”. Nei loro disegni ottimismo e di speranza proviene da Araberara.

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MediaQuello che è successo a fine maggio a Pradalunga ha indignato un’intera valle. Una malcapitata agente di Polizia Locale dell’Unione Insieme sul Serio è infatti stata presa a calci e pugni per aver semplicemente fatto il suo dovere, cercando di controllare l’identità di un cittadino extracomunitario. Quando la vigilessa quarantanovenne ha scritto sul verbale di accertamento anagrafico che il responso era negativo, il senegalese l’ha aggredita prendendola a calci e pugni (la prognosi è di due settimane).Quello che la vigilessa stava facendo è la normale amministrazione nei casi in cui un cittadino richiede di ottenere la residenza in Comune. In quel pomeriggio di mercoledì 25 maggio la vigilessa ha dovuto andare in un condominio già noto alle forze dell’ordine perché vi abitava un marocchino che lo scorso febbraio aveva accoltellato due Carabinieri a Nembro. La loro colpa era quella di aver fatto un controllo… non gradito.Anche a Pradalunga è accaduto qualcosa di simile…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo PRADALUNGA – IL CASO La disavventura di una vigilessa: controlla l’identità di un extracomunitario e viene presa a pugni proviene da Araberara.

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MediaL’Atalanta torna a Clusone in ritiro dall’11 al 17 luglio. La stagione 2022-2023 dell’Atalanta inizierà ufficialmente la prima settimana di luglio quando i nerazzurri si ritroveranno al Centro Bortolotti di Zingonia dove sosteranno i primi test fisici, le visite mediche ed i primi allenamenti. La preparazione dei nerazzurri proseguirà poi, da lunedì 11 a domenica 17 luglio, nel ritiro di Clusone. Dopo due anni di assenza a causa dell’emergenza Covid-19, l’Atalanta ritorna quindi con grande soddisfazione nella cittadina dell’Alta Valle Seriana, dove fervono già i preparativi per accogliere i nerazzurri, a conferma del forte legame che da sempre la lega al suo territorio….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 3 GIUGNOL'articolo CLUSONE – L’Atalanta a Clusone dall’11 al 17 luglio. Il sindaco: “Abbiamo incontrato la dirigenza e stiamo lavorando per eventi collaterali importanti” proviene da Araberara.

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