La Parrocchia di Ranica propone per <strong>sabato 21 ottobre, con inizio alle ore 20.45</strong>, un appuntamento unico, una vera e propria carrellata nell’universo della canzone del Novecento, che a partire da alcune celebri melodie napoletane toccherà vari generi, dal pop al rock alla canzone d’autore, con qualche meditata incursione nel musical e nella musica per film. Il tutto arrangiato e riletto secondo moduli cari alla prassi del jazz. La notizia in sé potrebbe anche non costituire nulla di particolarmente clamoroso se non fosse per il fatto che, a supportare tale autentica metamorfosi costituzionale sarà, con il suo variopinto arcobaleno di sonorità, lo storico organo Serassi collocato in cantoria nella Parrocchiale, costruito nel 1802 da Giuseppe Serassi e figli e riformato dai medesimi nel 1830 – come si può leggere nella targhetta posta sopra la tastiera. Una sfida, certo. E anche un tentativo di portare questo affascinante e complesso strumento più a contatto con la vita di tutti. A cominciare dal titolo della serata: <strong>“Primo Libro di Canzoni per sognare”</strong>, che intende parafrasare le antiche pubblicazioni musicali dei maestri del Cinque-Seicento, quando con i loro libri di <em>canzoni per sonar</em> definivano un genere e rimarcavano uno stato, quello derivato da una forma vocale, appunto la <em>chanson</em>, che ora assumeva sembianze del tutto autonome, esclusivamente strumentali. In fondo, chi di noi non ha qualche ricordo legato a una melodia o a un cantante che ci ha fatto sognare ad occhi aperti e per un momento – o forse una vita – ha fatto dimenticare le tante preoccupazioni del presente? A tenere le fila di questo musicale azzardo ragionato, sarà l’infaticabile <strong>Roberto Olzer</strong>, organista e jazzista di sperimentata esperienza, che ha scelto di raggruppare il vasto materiale a disposizione inanellando una serie di otto suites tematiche, dai titoli significativi: <em>Swinging Suite, Neapolitan Suite, Pop Suite </em>(con brani di Mia Martini, Renato Zero, Luigi Tenco, Antonella Ruggiero), <em>Musical Suite</em> (da <em>La La Land</em>, <em>The Phantom of the Opera</em> e <em>West Side Story</em>), <em>South America Suite </em>(melodie di A. Carlos Jobim, Ariel Ramirez e Astor Piazzolla), <em>Pink Floyd Suite, Kolossal Suite</em> (<em>Il codice Da Vinci</em>, <em>Il gladiatore</em>, <em>1492: Conquest of Paradise</em>), <em>Rock Suite</em> (<em>The Winner Takes it all</em> degli ABBA, <em>Who Wants to live forever</em> dei Queen e, per finire, <em>Jump </em>dei Van Halen). «La prassi di suonare, di improvvisare, in stile jazz, all’organo, – scrive il musicista nell’accurata presentazione – ha da ormai un secolo una sua storia, e in Fats Waller la sua figura più famosa ed emblematica. Ricalcando le sue orme, verranno affrontati i brani in programma di natura più schiettamente jazzistica, in particolare alcuni celebri standard jazz, come <em>Honeysuckle Rose</em> abbinati ad alcune canzoni del cosiddetto ‘Swing italiano’, che attorno alla metà del secolo scorso occhieggiava divertito alle sonorità provenienti d’oltreoceano. Accanto a loro ho voluto selezionare altri titoli, raggruppandoli in suites omogenee, di tutt’altra provenienza, dalle musiche per musical, a quelle per film, alle canzoni di musica italiana per così dire più ‘sanremesi’, alla canzone napoletana o a quelle di tradizione latinoamericana, al pop ‘internazionale’, a temi e assoli di musica rock. La sfida è nel trovare un punto di incontro tra questi generi così lontani dal repertorio organistico abituale e le peculiarità per natura più congeniali all’organo, la polifonia, il contrappunto, l’imitazione, gli impasti armonici. Ma anche il vedere come l’uso della tavolozza timbrica dell’organo, così come di soluzioni ritmiche inusuali, possano offrire una prospettiva nuova, insolita, di temi che fanno parte ormai della nostra memoria collettiva. Una menzione particolare, dal mio punto di osservazione, alla suite dedicata ai Pink Floyd, per l’amore che mi lega alla…
MediaLa Forni Industriali Bendotti ha chiesto al Tribunale fallimentare di Bergamo di avviare la procedura di liquidazione giudiziale, strumento previsto dal nuovo Codice della crisi d’impresa. SI chiude quindi la storica società, il giudice che si occupa della questione è Laura De Simone. E ora il tribunale ha nominato un curatore che seguirà il recupero crediti e il pagamento debiti dell’azienda. La prima udienza è già stata fissata al 17 gennaio. La richiesta di avvio della procedura è stata depositata dall’amministratore dell’azienda, Michele Bendotti che è socio insieme alla cugina Margherita Bendotti e non da un soggetto creditore. Procedura avviata per ‘grave situazione di dissesto’ dell’azienda ‘e dall’obiettiva impossibilità di proseguire nella gestione dell’impresa in assenza di congrua ricapitalizzazione”.L’ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 OTTOBREL'articolo COSTA VOLPINO – La Forni Industriali Bendotti e la procedura di liquidazione del Tribunale fallimentare proviene da Araberara.
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MediaMercoledì 11 ottobre alle 14.30 a Lovere, in Piazza Garibaldi 6, si inaugura la nuova sede Ascom Confcommercio Bergamo Alto Sebino. Gli uffici, situati in un contesto di grande pregio architettonico all’interno del complesso dell’Accademia di Belle Arti Tadini, rappresentano un punto di riferimento per le 827 imprese del terziario del territorio (Dati Ascom Confcommercio Bergamo su Elaborazione Dati Cciaa al 30 settembre 2023). Tra queste imprese, 347 rappresentano il commercio, seguono i servizi (285) e il turismo ( 195). Sono 11 i comuni dell’Alto Sebino cui si rivolge la nuova sede; oltre a Lovere, comune principale dell’area, gli uffici Ascom assicurano assistenza e consulenza alle attività con sede nei comuni di Bossico, Castro, Costa Volpino, Endine Gaiano, Fonteno, Pianico, Riva di Solto, Rogno, Solto Collina e Sovere. Con la nuova delegazione, Ascom rafforza la sua presenza sul territorio, radicata dal 2008, anno di inaugurazione della prima sede di Lovere, in Via San Giovanni al Rio. “Dopo la ristrutturazione della sede di Treviglio e l’inaugurazione dei nuovi uffici di Clusone, proseguono gli investimenti sul territorio con questa nuova e prestigiosa sede, punto di riferimento per l’Alto Sebino- commenta Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo-. L’associazione punta ad essere sempre più vicina alle imprese e alle loro esigenze, in un territorio ricco di attività economiche e dal grande potenziale e appeal turistico”.Alla cerimonia ufficiale con taglio del nastro saranno presenti Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo e Alex Pennacchio, sindaco di Lovere; segue la benedizione della nuova sede con Don Alessandro Camadini.L'articolo A Lovere inaugura la nuova sede Alto Sebino Ascom Confcommercio Bergamo Punto di riferimento per oltre 800 imprese del terziario proviene da Araberara.
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MediaSta per prendere forma il progetto di un nuovo porto turistico a Predore, in località Eurovil.“Nel corso del mese di ottobre – ha spiegato il sindaco Paolo Bertazzoli – l’amministrazione comunale sottoscriverà con il soggetto attuatore la convenzione che prevede la convenzione che prevede la realizzazione al confine con Sarnico di nuovi ormeggi, parcheggi, illuminazione pubblica e, soprattutto, il prolungamento per un centinaio di metri della ciclo-pedonale verso Predore. Il tutto per un importo di circa 100.000 euro di opere di urbanizzazione realizzate a favore del Comune di Predore e cedute gratuitamente allo stesso. Saranno inoltre tutelati i pini domestici presenti in loco.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 OTTOBREL'articolo PREDORE – In arrivo un nuovo porto turistico: i lavori saranno finiti entro la primavera proviene da Araberara.
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MediaChiedo gentilmente alla redazione di Araberara di pubblicare per ragioni di par condicio e diritto di replica alla lettera del consigliere Minelli pubblicata in data 19.05.2023 sul vostro giornale.Finalmente questo mese posso ripartire a ricostruire la casa fattami SMONTARE dal consigliere di minoranza Minelli nel mese di marzo 2023. A tal proposito ho già ringraziato privatamente Minelli, ma ora ne approfitto per ringraziarlo pubblicamente. La sua segnalazione diceva che il mio tecnico aveva commesso un errore di misurazione delle distanze da casa mia al confine del cimitero di Zorzino, peraltro errore fatto con un’apparecchiatura obsoleta e poi sostituita, mi ha permesso di riparare all’errore che avrebbe creato nel tempo al sottoscritto o agli eredi, per i problemi in caso di vendita della casetta. Le cose sono andate così: è stata costruita una casetta in legno tra il 2017 e il 2018 nel terreno di mia proprietà, all’interno di un vincolo cimiteriale del comune di Riva di Solto, frazione di Zorzino, e la segnalazione mi ha consentito di smontare la casa in legno e non abbatterla, come da Minelli dichiarato sul vostro giornale in data 19.05; e questo senza che il Comune emettesse un’ordinanza in proposito. Preciso ulteriormente che la casa (60 mq) è stata costruita su terreno edificabile (all’interno della casa dove abito) da oltre 35-40 anni e cioè prima che facessi l’amministratore a Solto Collina. La casa è stata regolarmente progettata con progetto approvato dalla commissione edilizia e regolarmente edificata con concessione. Dove stava l’errore? Lo studio tecnico ha rilevato in modo erroneo la distanza dal confine dalla casetta da edificare con il confine del cimitero di Zorzino.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 OTTOBREL'articolo SOLTO COLLINA – INTERVENTO – “Grazie per avermi fatto la segnalazione, ora finalmente posso ripartire a ricostruire la casa” proviene da Araberara.
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MediaMassimo Morstabilini è tornato da poco da Parigi, il gemellaggio con Le Raincy continua e non ci si perde certo di vista. E ora testa a Clusone per il rush finale di un anno intenso, nei giorni scorsi consiglio comunale dove la vicenda Setco ha trovato il capitolo finale: “Siamo andati a fare una fusione inversa – spiega il sindaco – sino ad ora la società madre controllava il 100% della Servizi, operazione portata avanti nel 2017 con il parere contrario del revisore dei conti, perché questo ha portato a una duplicazione dei costi, non c’era la necessità di fare una roba del genere e così siamo andati a sistemare il tutto. La Servizi incorporerà la società madre e ci sarà un’unica società, in questo modo i costi diminuiranno. Questa situazione stava portando ad erodere il patrimonio della società, ora si torna come prima”. La Set.co era nata dai sette Comuni dell’Altopiano, ora raggruppa qualcosa come 29 Comuni. La minoranza su questa vicenda aveva presentato un’interrogazione qualche tempo fa, interrogazioni che avevano riguardato anche altri argomenti. Caserma, si parla di lungaggini e ritardi: “E’ tutto pronto, devono fare il trasloco e lo stanno facendo. L’appalto per la caserma è andato un po’ per le lunghe perché ha preso il periodo del covid dove c’è stato un aumento spropositato dei prezzi delle materie prime. Ma siamo riusciti comunque a portarlo a casa in tempi ragionevoli, molte altre opere pubbliche di tanti Comuni non sono più nemmeno partite. E’ stato completato tutto senza nemmeno troppe lungaggini e comunque vorrei ricordare che questo era un appalto della Comunità Montana, non del Comune di Clusone”. Bando centro sportivo: “E stato assegnato alla società Asd Città di Clusone – interviene l’assessore ai lavori pubblici Davide Calegari – assegnazione ai primi di settembre dopo due aste deserte. Nel mese di giugno abbiamo rinnovato il bar per 58.000 euro, un rinnovamento totale e poi abbiamo portato l’impianto fotovoltaico da 30 a 60 kwatt, un’opera da 81.000 euro. Siamo andati a sistemare anche l’impianto dei Prati Mini, un mini intervento da 100.000 euro dove abbiamo piastrellato gli spogliatoi, dipinto i locali e sistemato l’impianto di aspirazione”. C’è poi la vicenda del chiostro Angelo Maj, dove la minoranza sostiene che non siete riusciti ad ottenere un finanziamento di quasi 7 milioni da Regione Lombardia: “Le cose non stanno così – spiega Morstabilini – c’è una convenzione del 2003 dove sta scritto che il Comune di Clusone avrebbe dovuto acquistare il Chiostro, solo nel 2017 c’è stato uno sblocco…SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 OTTOBREL'articolo CLUSONE – Dalla Set.Co al palazzetto: “Gestito dall’Asd Clusone”. Dal chiostro all’Angelo Maj: “Ecco cosa è successo”, al tombotto crollato al Piazzale del Sole… proviene da Araberara.
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MediaBueggio è il primo paese travolto dalla valanga di acqua piombata giù dalla valle del Gleno. Dopo aver distrutto case, chiesa, campanile, la prima centrale sotto il paese, l’ondata avanza spianando tutto quello che si trova nella vallata.“Mentre andavo a scuola ho sentito un frastuono e poi, girandomi, ho visto le piante volare come uccelli, nella zona della centrale di Valbona la nebbia aveva come preso fuoco” (Mario Romelli – Meto di Vilminore).“Eravamo qui in casa, d’improvviso è stato come un terremoto, il vento rompeva i vetri delle finestre. Siamo usciti con davanti il parroco e dall’alto abbiamo guardato giù: c’era un banco di nebbia, dalla centrale sotto Bueggio si è alzato un fuoco tremendo. Quando la nebbia si è diradata abbiamo visto quelli che si erano salvati vicino ai boschi, sopra le case del paese” (Domenico Magri – Pianezza).A Vilminore c’era la villa del Viganò. Vale la pena riportare di nuovo la testimonianza della donna che era di servizio con la sorella: “Mia sorella Marina stava scopando vicino all’oeto quando mi gridò di ascoltare un rumore. I vestiti ci si bagnarono senza motivo apparente, l’umidità dell’aria, pensammo che si fosse rotto il canale lì vicino che portava l’acqua al bacino di S. Maria. Siamo scese in cortile. In quel momento esce la segretaria del Viganò. Quando le abbiamo spiegato la nostra paura è rientrata a chiamare Casati, Viganò e gli altri. Siamo scese da una stradina per guardare nella valle, si vedeva coma una montagna nera e non si capiva cosa fosse. Prima che l’acqua arrivasse le piante si spianavano. Ad un tratto abbiamo visto un grande bagliore: erano le centrali che bruciavano. Il Viganò si era allungato per terra e batteva la testa sui sassi. Gridavano e piangevano tutti”. (Catì Bonicelli in Capitanio – Vilminore).Più in basso, frazione Sant’Andrea, la gente si avviava al lavoro: “Ero d’accordo con mio fratello che sarei sceso al Dezzo e poi saremmo andati per legna. La nonna mi sveglia, ma ero duro ad alzarmi. Tre volte è venuta a chiamarmi. Poi è venuto lo zio e sono dovuto uscire dal letto. Mi sono avviato giù per la strada che porta al Dezzo. Avevo appena passato le case delle Fucine, ho guardato giù in basso e ho fatto in tempo a vedere il fiume di acqua che si portava via il santuario della Madonnina. Subito dopo si sono alzate le fiamme, altissime, a me sono sembrate alte come la Presolana, l’acqua era arrivata alla centrale e poi al forno fusorio del Dezzo. Un uomo passava di lì correndo e mi ha gridato di tornare indietro perché era scesa la diga” (Carlo Pedrini – Sant’Andrea di Vilminore).In quasi tutte le testimonianze c’è l’immagine di quelle fiamme altissime che si erano levate dalle centrali, prima di Bueggio, poi di Valbona, poi di Dezzo e più in basso di Mazzunno.Anche a Dezzo (paese diviso a metà, una sponda in Comune di Azzone e l’altra in Comune di Colere) la gente si era svegliata dai suoi incubi quotidiani dello sbarcare il lunario con “quelle due paure sopra la testa”. “Ero a letto ammalato, al primo piano di questa casa e non avevo sentito niente. Sono venuti su a prendermi e mi hanno portato in una casa più in alto. Queste case si sono salvate per puro caso perché la fiumana è stata deviata verso l’altra sponda dal masso che c’è qui davanti, con sopra la casa del Curato”. (Giovanni Allegris – Dezzo di Azzone).SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 OTTOBREL'articolo VILMINORE – STORIA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO /6 – Le piante volavano come uccelli proviene da Araberara.
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MediaIl primario di senologia al papa Giovanni è un professionista di lungo corso. Privato Fenaroli, tavernolese dirige il reparto dal 1998. Ma non ha perso entusiasmo, anzi, ha in corso un progetto rivoluzionario, primo al mondo: “E’ chiamato Personal breast. Per fine anno aspettiamo il via libera del Comitato Etico, chiamato in causa quando si avvia un progetto innovativo e speriamo per la primavera prossima di metterlo in atto. Si tratta di trattare, secondo la nostra filosofia, di adattare il ‘vestito’ ad ogni persona. Si scannerizza la mammella prima dell’intervento e la si crea uguale. Oggi diciamo che forniamo alle pazienti una berlina standard, una mammella rotonda o a goccia. Noi pensiamo che ogni persona debba ritrovarsi com’era, noi proponiamo, per stare all’esempio automobilistico, una fuoriserie. È fattibile e speriamo di metterlo in atto qui al Papa Giovanni entro il 2024, se ci danno l’ok. La società che produce le protesi ha già studiato la fattibilità. Sarebbe una rivoluzione, primi al mondo”. Ma avrà un costo maggiore… “E’ vero, se non sarà supportato completamente dal servizio sanitario nazionale la persona dovrà metterci del suo ma avrà una risultato ottimale”.Riavvolgiamo il nastro. Siamo partiti dalla fine ma il principio è quando la donna scopre di avere un tumore al seno. Che percentuale ha in prospettiva di guarigione. “Qui nel nostro reparto la percentuale di guarigione è tra il 90 e il 95%. Dipende se preso per tempo. In Italia ci sono circa 60 mila casi di tumore al seno ogni anno, a Bergamo ne trattiamo ogni anno tra gli 800 e gli 850, facciamo circa 1000 interventi all’anno, 600 dei quali per tumori maligni. Ah, da ricordare che ogni 100 casi al femminile c’è anche 1 caso al maschile, ne operiamo tra i 6 e i 10 ogni anno. Comunque, se una paziente va in un reparto dedicato come il nostro, supportato dai reparti di radiologia, oncologia, chirurgia plastica, ha un 20% in più di probabilità di guarire. A Bergamo operiamo 3-4 persone al giorno”.Non sei mai stato in qualche caso emotivamente coinvolto a fronte di un caso particolare? “E’ una domanda sbagliata, sono coinvolto emotivamente in tutti i casi. Il tumore statisticamente è più frequente in donne tra i 20 e i 50 anni, in questa fascia sta il 30% dei tumori e nelle persone più giovani è più aggressivo”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 OTTOBREL'articolo OTTOBRE IN ROSA – IL PRIMARIO DI SENOLOGIA DEL PAPA GIOVANNI XXIII DI BERGAMO – Privato Fenaroli: “Da noi la guarigione sta tra il 90 e il 95%. Operiamo più di 800 persone l’anno. Ed ecco il mio progetto unico al mondo…” proviene da Araberara.
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MediaLa Val del Riso, in provincia di Bergamo, è la terra delle sorgenti e delle miniere. Conosciuta per l’importante tradizione mineraria, è anche sede di una vecchia miniera inattiva dal 1946 nel Comune di Oneta, testimonianza di tecniche di estrazione ormai in disuso, facilmente accessibile (anche ai portatori di handicap), messa in totale sicurezza per i visitatori e in un contesto paesaggistico di grande impatto, reso ancora più ricco di fascino dall’ingiallire delle foglie.Lo stesso in cui gli appassionati di corsa offroad si misureranno il prossimo 15 ottobre. Il trail della Val del Riso, messo a calendario come penultimo degli appuntamenti Fly-Up per la stagione 2023, è realizzato da Poletti e dal suo team in collaborazione con la Pro Loco di Gorno e con il patrocinio della Provincia di Bergamo, dei Comuni di Gorno, Oneta e Premolo e di PromoSerio.
Una gara che sposa al 100% gli obiettivi di chi la organizza e sostiene, tra cui spicca la valorizzazione del territorio e in particolare delle montagne bergamasche, e alla quale prenderà parte anche l’Assessore regionale Paolo Franco.
“Nel cuore delle Orobie, questa è una gara che ha dentro tante cose: la competizione, la storia di una valle, la tradizione di una terra dura ma unica, il calore delle persone umili e generose -sottolinea Paolo Franco-. Parteciperò anche io alla 20 chilometri, impegnandomi al massimo per rendere omaggio a questa manifestazione così sentita e importante. Correre e faticare in questa terra ci ricorda di quanto sudore è stato versato dalle famiglie che hanno lavorato qui per secoli e ci hanno speso vite intere, portando avanti tradizioni popolari che non moriranno mai. Il trail della Val del Riso è realizzato da Mario Poletti, insieme al suo team, che voglio ringraziare perché ci mette una passione davvero unica in quello che fa”.La Val del Riso è una traversa laterale della Val Seriana dove alloggiano, oltre alle miniere, anche tre delle principali sorgenti che forniscono acqua all’intera provincia: la Nossana, quella del Costone e quella di Algua. A torto poco conosciuta ospita sui suoi sentieri, dal 2019, l’omonima gara che attrae ogni anno centinaia di atleti. Alcuni dei quali, con famiglie e amici, non perdono l’occasione di investire un po’ del loro tempo all’Ecomuseo delle miniere di Gorno, che organizza visite guidate e percorsi tematici.Due tracciati, entrambi molto corribili e senza difficoltà tecniche, con partenza e arrivo in Via S.Antonio, frazione Villassio a Gorno. Quello corto (20 km con 900 dislivello positivo), da affrontare a tutta e che arriva a quota 1190 metri circa, e quello lungo (31 km con 1700 dislivello positivo), più impegnativo e che arriva fino ai 1674 metri del Bivacco Enrico Telini.Le iscrizioni sono ancora aperte (e lo rimarranno fino alle ore 12 di giovedì 14 ottobre o fino a esaurimento pettorali). Il numero massimo di partecipanti è fissato a 300 totali.Per iscrizioni: sul sito Pico SportPer prenotare una visita in museo: https://www.ecomuseominieredigorno.it/L'articolo Val del Riso Trail, di corsa tra sorgenti e miniere proviene da Araberara.
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Una gara che sposa al 100% gli obiettivi di chi la organizza e sostiene, tra cui spicca la valorizzazione del territorio e in particolare delle montagne bergamasche, e alla quale prenderà parte anche l’Assessore regionale Paolo Franco.
“Nel cuore delle Orobie, questa è una gara che ha dentro tante cose: la competizione, la storia di una valle, la tradizione di una terra dura ma unica, il calore delle persone umili e generose -sottolinea Paolo Franco-. Parteciperò anche io alla 20 chilometri, impegnandomi al massimo per rendere omaggio a questa manifestazione così sentita e importante. Correre e faticare in questa terra ci ricorda di quanto sudore è stato versato dalle famiglie che hanno lavorato qui per secoli e ci hanno speso vite intere, portando avanti tradizioni popolari che non moriranno mai. Il trail della Val del Riso è realizzato da Mario Poletti, insieme al suo team, che voglio ringraziare perché ci mette una passione davvero unica in quello che fa”.La Val del Riso è una traversa laterale della Val Seriana dove alloggiano, oltre alle miniere, anche tre delle principali sorgenti che forniscono acqua all’intera provincia: la Nossana, quella del Costone e quella di Algua. A torto poco conosciuta ospita sui suoi sentieri, dal 2019, l’omonima gara che attrae ogni anno centinaia di atleti. Alcuni dei quali, con famiglie e amici, non perdono l’occasione di investire un po’ del loro tempo all’Ecomuseo delle miniere di Gorno, che organizza visite guidate e percorsi tematici.Due tracciati, entrambi molto corribili e senza difficoltà tecniche, con partenza e arrivo in Via S.Antonio, frazione Villassio a Gorno. Quello corto (20 km con 900 dislivello positivo), da affrontare a tutta e che arriva a quota 1190 metri circa, e quello lungo (31 km con 1700 dislivello positivo), più impegnativo e che arriva fino ai 1674 metri del Bivacco Enrico Telini.Le iscrizioni sono ancora aperte (e lo rimarranno fino alle ore 12 di giovedì 14 ottobre o fino a esaurimento pettorali). Il numero massimo di partecipanti è fissato a 300 totali.Per iscrizioni: sul sito Pico SportPer prenotare una visita in museo: https://www.ecomuseominieredigorno.it/L'articolo Val del Riso Trail, di corsa tra sorgenti e miniere proviene da Araberara.
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claudio ongaro ricerche sospeseNessuna traccia di Claudio Ongaro, l’escursionista 39enne di Clusone scomparso in Presolana da giovedì scorso.Nella serata di ieri, martedì 10 ottobre, i Vigili del fuoco di Bergamo hanno comunicato la sospensione delle ricerche di Claudio Ongaro.“Dopo aver fatto vari sorvoli della zona con l’ausilio dei droni del nucleo SAPR dei Vigili del Fuoco e i SAF, intorno alle 19:30 circa, dopo cinque giorni, sono state sospese le ricerche a Castione della Presolana”, si legge nella nota diffusa proprio nelle scorse ore.L’auto di Claudio Ongaro era stata ritrovata nella serata di giovedì 5 ottobre parcheggiata al Passo della Presolana, dove era andato in mattinata per un’escursione. Era stata la moglie, non vedendolo rientrare a casa, a lanciare l’allarme.Subito sono scattate le ricerche con decine di persone, tecnici della VI delegazione orobica del Soccorso Alpino, Sagf della Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco con le diverse squadre specialiste, cinofili, nucleo speleologico e tecnici con i droni, gruppi di Protezione Civile, squadre cinofile con i cani molecolari e quelli da ricerca dell’Ana di Fiorano e dell’Associazione Nazionale Carabinieri. Il centro operativo era stato allestito presso la casa vacanze “Neve” al Passo della Presolana, ma dopo cinque giorni senza alcuna traccia, le ricerche di Claudio sono state sospese.L'articolo Presolana, sospese le ricerche di Claudio Ongaro proviene da Araberara.
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gerusalemmeIl gruppo di pellegrini camuni e franciacortini rimasti bloccati a Gerusalemme nei giorni scorsi hanno fatto rientro a casa.
Queste le parole di don Ermanno Magnolini, parroco di Berzo Demo, in Valle Camonica, dopo il rientro in Valle Camonica avvenuto nella serata di ieri, martedì 10 ottobre: “Sono rientrato dal pellegrinaggio in terra Santa con le mie nipoti Cinzia e Ivana purtroppo durante il soggiorno è scoppiato il finimondo con gli avvenimenti che tutti conoscono siamo rimasti bloccati senza poter far ritorno a casa poi è andato tutto bene con aiuto della agenzia la cosa che mi ha sconvolto è constatare che 2 popoli vicini si odino tanto non voglio inoltrarmi in vicende storiche ma come mai non cercano la pace sarebbe un vantaggio per tutti. Preghiamo per la pace nel mondo“.
Dopo che il volo previsto per le 3 di notte del giorno prima era stato cancellato, il gruppo di pellegrini rimasti bloccata a Gerusalemme è partito alle 15.30 dall’aeroporto di Tel Aviv David Ben Gurion e atterrato con un volo della compagnia Neos Air allo scalo Valerio Catullo di Verona.L'articolo Rientrati in Valle Camonica i pellegrini bloccati a Gerusalemme proviene da Araberara.
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Queste le parole di don Ermanno Magnolini, parroco di Berzo Demo, in Valle Camonica, dopo il rientro in Valle Camonica avvenuto nella serata di ieri, martedì 10 ottobre: “Sono rientrato dal pellegrinaggio in terra Santa con le mie nipoti Cinzia e Ivana purtroppo durante il soggiorno è scoppiato il finimondo con gli avvenimenti che tutti conoscono siamo rimasti bloccati senza poter far ritorno a casa poi è andato tutto bene con aiuto della agenzia la cosa che mi ha sconvolto è constatare che 2 popoli vicini si odino tanto non voglio inoltrarmi in vicende storiche ma come mai non cercano la pace sarebbe un vantaggio per tutti. Preghiamo per la pace nel mondo“.
Dopo che il volo previsto per le 3 di notte del giorno prima era stato cancellato, il gruppo di pellegrini rimasti bloccata a Gerusalemme è partito alle 15.30 dall’aeroporto di Tel Aviv David Ben Gurion e atterrato con un volo della compagnia Neos Air allo scalo Valerio Catullo di Verona.L'articolo Rientrati in Valle Camonica i pellegrini bloccati a Gerusalemme proviene da Araberara.
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MediaTaglio ufficiale del nastro per la nuova sede Ascom Confcommercio Bergamo Alto Sebino. Gli uffici, situati in un contesto di grande pregio architettonico all’interno del complesso dell’Accademia di Belle Arti Tadini, rappresentano un punto di riferimento per le 827 imprese del terziario del territorio (Dati Ascom Confcommercio Bergamo su Elaborazione Dati Cciaa al 30 settembre 2023). Tra queste imprese, 347 rappresentano il commercio, seguono i servizi (285) e il turismo (195) per oltre 3mila addetti. Sono 11 i comuni dell’Alto Sebino cui si rivolge la nuova sede; oltre a Lovere, comune principale dell’area, gli uffici Ascom assicurano assistenza e consulenza alle attività con sede nei comuni di Bossico, Castro, Costa Volpino, Endine Gaiano, Fonteno, Pianico, Riva di Solto, Rogno, Solto Collina e Sovere. Con la nuova delegazione, Ascom rafforza la sua presenza sul territorio, radicata dal 2008, anno di inaugurazione della prima sede di Lovere, in Via San Giovanni al Rio. “Dopo la ristrutturazione della sede di Treviglio e l’inaugurazione dei nuovi uffici di Clusone, proseguono gli investimenti sul territorio con questa nuova e prestigiosa sede, punto di riferimento per l’Alto Sebino- commenta Giovanni Zambonelli, presidente Ascom Confcommercio Bergamo-. L’associazione punta ad essere sempre più vicina alle imprese e alle loro esigenze, in un territorio ricco di attività economiche e dal grande potenziale e appeal turistico”. Alla cerimonia ufficiale di questo pomeriggio hanno partecipato tra le autorità, oltre al presidente Ascom Confcommercio Bergamo, il sindaco di Lovere Alex Pennacchio e l’assessore al commercio, turismo ed eventi del Comune di Lovere Sara Raponi. In rappresentanza di Ascom Confcommercio Bergamo anche il vicepresidente vicario Luciano Patelli, il vicepresidente Cristian Botti, il direttore Oscar Fusini e Giorgio Beltrami, delegato del territorio. A benedire la nuova sede Don Alessandro Camadini.L'articolo Lovere, inaugurata la sede Ascom Confcommercio Bergamo per l’Alto Sebino proviene da Araberara.
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MediaUn altro grave incidente sul lavoro si è verificato questa mattina, mercoledì 11 ottobre, in Svizzera. A perdere la vita un operaio di 43 anni residente a Lizzola di Valbondione.A riportarlo sono stati i media locali svizzeri: “Infortunio fatale sul lavoro questa mattina a Rodi Fiesso. La Polizia cantonale comunica che poco prima delle 8.00 in Strada della Stazione un 43.enne operaio italiano della provincia di Bergamo, alla guida di un dumper, stava effettuando dei lavori nell’ambito della posa di condutture. Stando a una prima ricostruzione e per cause che l’inchiesta di polizia dovrà stabilire, il veicolo si è rovesciato facendolo cadere al suolo ed è rimasto schiacciato sotto il mezzo“, scrive il Corriere del Ticino. L'articolo Incidente sul lavoro in Svizzera, morto un operaio 43enne di Lizzola proviene da Araberara.
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Media“Avete presente un Amico, quello con cui si è fatto tutto assieme, pur avendo un età ben diversa..Avete presente partire la sera in discoteca a “cercare fortuna”??Io attaccavo bottone, ero quello simpatico, lui il bello..Io rimanevo a bocca asciuttaIl Car in Toscana,partiti da Lizzola e arrivati a Scandicci, io vestito da Sergente entrando in Caserma mi raccomandai che Ti trattassero bene.Il Giuramento nei Paracadutisti, con la Tua Fidanzata, con Thomas e Peter, giornate indimenticabili. Come il Giuramento ad Aosta di Tuo Fratello, dove dovetti scappare (ne avevo combinata ancora una delle mie) e Tu con l’auto a cercarmiLe serate al “Jamhin”, entravamo e in un batter d’occhio ci buttavano fuori.Allo stadio a guardare la Yuve, Tu tifavi, io avevo i calzini dell’Inter.Il Giro d’Italia per tifare il Pirata, ma il Pirata lo avevano fermato.L’incidente in autostrada andando al Giuramento di Diego.Le ciucche a casa Tua a vedere la Ferrari..Le sere in casa Tua a cenare e guardare film.I sabati a Bergamo a fare lampade e Tu a tagliare i capelli dal miglior barbiere della città.Gli apericena a 15 euro e io Ti dicevo come fosse meglio tornare al PaeselloI fine settimana ad Asti,al ristorante della Tua Morosa..Poi un periodo di stanca,come nelle migliori Amicizie.L’ultima volta Ti ho visto con Tua Mamma 5 6 mesi fa in Comune. Tua Mamma mi disse “a de fö che ol ghe fö ol Mirko machina”.Avevamo bevuto un caffè..Ed ora..Non Ti dimenticherò sei stato l’Amico!!”Il ricordo lo ha scritto di getto Walter Semperboni quando ha saputo della morte dell’amico Mirko Semperboni (omonimo, non parente), 43 anni, vittima dell’ennesimo incidente sul lavoro. Questa mattina poco prima delle 8 a Rodi Flesso in Svizzera, dove Mirko faceva il frontaliere, lui residente a Lizzola. Tutta settimana nel Canton Ticino e poi l’weekend tra Lizzola e Valbondione, da mamma Elisabetta, dalla sua ragazza e dai suoi amici. Mirko era alla guidata di un dumper, stava facendo dei lavori per posare alcune condutture, ma il veicolo per cause ancora da chiarire si è ribaltato schiacciandolo. Immediati i soccorsi ma le ferite erano troppo profonde e Mirko non ce l’ha fatta. Mirko lascia mamma Elisabetta Frani, che per anni aveva gestito una merceria a Lizzola che poi aveva chiuso per motivi di salute e il fratello più giovane Thomas. Il papà, impresario edile, era morto molti anni fa. L'articolo Valbondione, Lizzola – Muore in Svizzera Mirko Semperboni schiacciato da un mezzo: “Sei stato l’Amico, non ti dimenticherò” proviene da Araberara.
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claudio ongaroRiprendono stamattina, giovedì 12 ottobre, le ricerche di Claudio Ongaro, l’escursionista 39enne di Clusone disperso dal 5 ottobre. L’uomo aveva detto alla moglie e ai colleghi delle Fonti Pineta che quel giorno si sarebbe recato in Presolana ma senza indicare di preciso la meta. Al Passo della Presolana è stata ritrovata la sua auto, ma di lui si sono perse le tracce. Gli ultimi ad averlo visto sono stati alcuni escursionisti sul sentiero che porta verso la zona dei Cassinelli.Al momento della scomparsa, così come aveva indicato la mogle, Claudio Ongaro indossava una felpa grigia, pantaloncini scuri e scarponi marroni. Con sè aveva uno zaino azzurro della Salomon e un caschetto per l’arrampicata.Dopo averlo cercato con i droni e anche con la tecnologia Apple, le squadre dei vigili del fuoco avevano dediso di sospendere le ricerche di Claudio Ongaro. Nelle scorse ore invece la decisione di non arrendersi e di ricominciare a cercare Claudio a partire da oggi. I vigili del fuoco di Bergamo e vari nuclei specialistici riproveranno, da Castione della Presolana, battendo anche passaggi e percorsi magari poco probabili ma non ancora controllati.L'articolo Presolana, riprendono le ricerche di Claudio Ongaro proviene da Araberara.
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MediaLascia la parrocchia di Costa Serina, Ascensione e Trafficanti, in Val Brembana, dove ha prestato il suo servizio pastorale per 12 anni, don Fulvio Agazzi, 54enne, che col mese di settembre è diventato parroco di Schilpario e di Azzone. Don Fulvio, nato a Bergamo e ordinato sacerdote il 3 giugno del 2000, era stato in precedenza curato a Casnigo per 13 anni ed ora succede a don Vincenzo Valle, che prima di approdare in Val di Scalve era stato parroco dell’Unità pastorale della Val del Riso. A Schilpario anche don Fulvio trova un’Unità pastorale dall’esperienza ormai consolidata, ed avrà come collaboratori più stretti il vicario interparrocchiale don Daniele Togni e il collaboratore pastorale don Remo Duci:“Sono contento di poter condividere il mio impegno sacerdotale con i ‘colleghi’ della Valle, e ringrazio don Vincenzo Valle che già mi è stato prodigo di informazioni, di consigli e anche di aiuto concreto per quanto riguarda la logistica del trasloco e gli adempimenti previsti dal passaggio del testimone. E sono contento della scelta del Vescovo anche perché amo l’ambiente montano cui mi ha destinato. Ovviamente lasciare le comunità brembane dopo dodici anni comporta un po’ di rimpianto, soprattutto per i legami di stima e di amicizia che si sono creati nel tempo, legami che però mi propongo di costruire e di coltivare anche nell’ambito del mio nuovo incarico”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 OTTOBREL'articolo SCHILPARIO – Il nuovo parroco don Fulvio Agazzi: “Mi propongo uno stile pastorale di grande attenzione ai bisogni spirituali delle persone. Sarò il parroco di tutti” proviene da Araberara.
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Media“Quando mi hanno detto che era un tumore è stata la disperazione, mi mancava il respiro, avevo un nodo alla gola. In quel momento ti assale il terrore, ti chiedi quanto tempo ti rimane”, Rossana inizia così il suo racconto. Gli occhiali da sole appoggiati sulla testa, gli occhi lucidi, mentre mescola il caffè liscio preso alla macchinetta ripercorre il periodo della malattia. 52 anni, originaria di Villa d’Ogna, ma da 25 anni di casa a Chignolo d’Oneta insieme al marito e ai due figli di 22 e 16 anni. Rossana Paccani torna a quel giorno, era marzo del 2021: “Da qualche settimana vedevo che il capezzolo che rientrava, ma non avevo dato troppo peso a questa cosa visto che gli ultimi controlli, ecografia e mammografia, risalivano a quattro mesi prima e non era risultato nulla”. E quindi? “Ho deciso di telefonare al senologo e gli ho chiesto di poter passare per una visita, era un sabato mattina. Da lì è iniziato tutto, il lunedì mi ha detto di andare al Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Avevo capito subito che qualcosa non andava, non sono nuova a queste situazioni, ho perso mio papà e mio fratello, e quindi ho frequentato quegli ambienti”. Come l’hai presa? “Malissimo, io non avevo solo il tumore al seno ma era già andato ai linfonodi del braccio quindi era già esteso, ero terrorizzata”. Eri andata da sola? “Sì, perché non mi aspettavo di sentirmi dire queste cose ed ero anche indecisa se chiamarlo. Quando sono uscita, mi hanno salutato tutto i medici e mi sono detta ‘ok, vuol dire che stai morendo’, ho avuto quella sensazione che mi guardassero come per dire che non ce l’avrei fatta. Il lunedì sono scesa a Bergamo e sono iniziati tutti gli esami… in quei quindici giorni di attesa del risultato ti senti come in un limbo ed è una montagna russa, devi cercare di mantenere l’equilibrio”. La tua famiglia? “In quel momento non potevo dirlo ai miei figli, perché mia figlia doveva fare la Cresima e aveva l’esame di Terza Media. Avrei comunque dovuto prendere coraggio, perché avrei perso i capelli con le chemio e non me l’avrebbero mai perdonato”. Rossana abbassa lo sguardo e riprende: “La situazione era molto grave e invece per fortuna mi hanno fatto la chemioterapia per sei mesi con la previsione di ridurlo, altrimenti l’intervento sarebbe stato rischioso”. Come sono andate le chemio? “Sono sempre stata bene e quindi mi ritengo fortunata, perché ho potuto viverla in maniera più serena. Sono andata subito a rasare i capelli, che avevo molto lunghi, perché non volevo prendere la botta di vedermi scendere le ciocche”. Come l’hai presa? “Non mi interessava, volevo solo fare un percorso, dovevo trovare la via d’uscita e non mi interessavano i particolari. Potevo sentirmi dire che non ci sarebbe stato niente da fare… e io invece potevo curarmi quindi i capelli non erano un problema. Poi quando sei in quel circuito diventi standard, attorno a te nessuno ha i capelli, le sopracciglia, ognuno con la sua storia. Dopo che mi hanno detto che potevo curarmi sono partita come un caterpillar”. Dove hai trovato la forza? “Mio fratello è morto a 52 anni per un glioblastoma, gli avevano dato sei mesi di vita… per me lui è stato un esempio”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 OTTOBREL'articolo OTTOBRE ROSA – VILLA D’OGNA – CHIGNOLO D’ONETA – Rossana: “Il tumore al seno, i miei figli, la paura, le operazioni, mio fratello e mio padre morti di cancro…” proviene da Araberara.
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MediaMatteo aveva fretta, tanta, e così è nato a casa, a Sovere, circondato dall’affetto della sua famiglia. Mamma e papà non hanno fatto a tempo a correre in ospedale. Ha scelto lui il posto dove nascere, e così sui documenti sarà uno dei pochissimi bambini di oggi ad avere il paese dove anche vive: “Ho partorito in casa, il posto che ha scelto mio figlio per venire al mondo – commenta commossa e felice mamma Luciena – è stato un parto molto veloce e fisiologico. E’ successo tutto in mezz’ora, ho chiamato mio marito al lavoro verso le 11 per avvisare che erano cominciati i primi dolori. Lui è arrivato subito ed ha chiesto alla nonna Adriana di tenere le due nostre bambine, Sofia di sette anni e Camilla di tre, per potermi portare in ospedale. Nel giro di dieci minuti i dolori sono aumentati ed io cercavo una posizione comoda per sentire meno dolore. Così mi sono ritrovata seduta per terra, sulle ginocchia e con tanta voglia di spingere. Mio marito era un po’ preoccupato, perché un parto in casa senza nessuna assistenza può avere dei rischi. Ma nonostante le preoccupazioni, in questi momenti ti fai forza e fai tutto quello che dipende da te.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 OTTOBREL'articolo SOVERE – Matteo, che è nato in casa a Sovere attorniato dalla sua famiglia: “Aveva fretta di vedere il mondo” proviene da Araberara.
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carabinieriA Caravaggio un 40enne maltratta la madre anziana e viene arrestato grazie al ‘Codice Rosso’.Nella mattina di giovedì, i militari del Comando Provinciale Carabinieri di Bergamo hanno arrestato un 40enne italiano con precedenti di polizia specifici, autore di estorsione e maltrattamenti nei confronti della madre 83enne.
Le numerose segnalazioni pervenute alla Stazione Carabinieri di Caravaggio, nelle quali si faceva riferimento a violenze fisiche subite da un’anziana donna da parte del figlio convivente, hanno consentito ai Carabinieri di avviare il protocollo operativo relativoal
“CODICE ROSSO”, finalizzato alla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere:
questa procedura, attraverso il tempestivo coordinamento operato dalla Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Bergamo, ha consentito al Nucleo Investigativo
Carabinieri di Bergamo di avviare immediatamente le indagini necessarie a verificare la
fondatezza della segnalazione.
Le preziose informazioni fornite spontaneamente ai Carabinieri da più persone informate
sui fatti sono state determinanti per il buon esito dell’operazione ed hanno permesso agli
inquirenti di delineare sin da subito un chiaro quadro investigativo, tanto da consentire un
tempestivo intervento all’esito dell’ennesima lite, nella quale la vittima era stata
ripetutamente insultata, minacciata ed aggredita, allo scopo di ottenere del denaro per
l’acquisto di sostanze stupefacenti.
L’uomo, bloccato dai militari della Compagnia Carabinieri di Treviglio e della Stazione
Carabinieri di Caravaggio, è stato dichiarato in stato di arresto e, al termine delle operazioni, è stato trasferito presso il carcere di Bergamo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.L'articolo Caravaggio, maltratta la madre anziana: arrestato grazie al Codice Rosso proviene da Araberara.
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Le numerose segnalazioni pervenute alla Stazione Carabinieri di Caravaggio, nelle quali si faceva riferimento a violenze fisiche subite da un’anziana donna da parte del figlio convivente, hanno consentito ai Carabinieri di avviare il protocollo operativo relativoal
“CODICE ROSSO”, finalizzato alla tutela delle vittime di violenza domestica e di genere:
questa procedura, attraverso il tempestivo coordinamento operato dalla Procura della
Repubblica presso il Tribunale di Bergamo, ha consentito al Nucleo Investigativo
Carabinieri di Bergamo di avviare immediatamente le indagini necessarie a verificare la
fondatezza della segnalazione.
Le preziose informazioni fornite spontaneamente ai Carabinieri da più persone informate
sui fatti sono state determinanti per il buon esito dell’operazione ed hanno permesso agli
inquirenti di delineare sin da subito un chiaro quadro investigativo, tanto da consentire un
tempestivo intervento all’esito dell’ennesima lite, nella quale la vittima era stata
ripetutamente insultata, minacciata ed aggredita, allo scopo di ottenere del denaro per
l’acquisto di sostanze stupefacenti.
L’uomo, bloccato dai militari della Compagnia Carabinieri di Treviglio e della Stazione
Carabinieri di Caravaggio, è stato dichiarato in stato di arresto e, al termine delle operazioni, è stato trasferito presso il carcere di Bergamo a disposizione dell’Autorità Giudiziaria.L'articolo Caravaggio, maltratta la madre anziana: arrestato grazie al Codice Rosso proviene da Araberara.
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MediaI Carabinieri hanno scoperto un vero e proprio magazzino di bici rubate. Tutto questo è avvenuto grazie alla segnalazione di un uomo che mentre passeggia per le vie del centro di Seriate ha riconosciuto la bici che gli era stata rubata a settembre.
E’ quanto accaduto nel pomeriggio di domenica scorsa ad un giovane che, notando la sua bici nella disponibilità di un uomo che liberamente circolava per i parchi pubblici, chiamava immediatamente il 112 fornendo ai Carabinieri le indicazioni per raggiungerlo e controllarlo.
Il rapido intervento dei militari della Tenenza Carabinieri di Seriate consentiva di bloccare il presunto ladro con la bicicletta rubata e gli accertamenti seguenti presso la sua abitazione permettevano ai militari di scoprire un vero e proprio deposito di bici rubate in una cantina di proprietà dell’uomo, un cittadino italiano, residente nelle vicinanze.
Il presunto ladro ha ammesso ai Carabinieri di aver rubato le 5 biciclette presenti in cantina che gli avrebbero reso un provento di circa 1000 euro con la successiva rivendita. Le bici, riprodotte nella foto, sono state tutte sequestrate e si trovano attualmente presso la Tenenza dei Carabinieri di Seriate in attesa di essere riconsegnate ai legittimi proprietari, pertanto chi dovesse riconoscerle è invitato a rivolgersi ai Carabinieri.
Il soggetto fermato, già coinvolto in vicende dello stesso tenore, veniva denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Bergamo per ipotesi di reato di furto aggravato continuato.L'articolo Seriate, scoperto un deposito di bici rubate proviene da Araberara.
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E’ quanto accaduto nel pomeriggio di domenica scorsa ad un giovane che, notando la sua bici nella disponibilità di un uomo che liberamente circolava per i parchi pubblici, chiamava immediatamente il 112 fornendo ai Carabinieri le indicazioni per raggiungerlo e controllarlo.
Il rapido intervento dei militari della Tenenza Carabinieri di Seriate consentiva di bloccare il presunto ladro con la bicicletta rubata e gli accertamenti seguenti presso la sua abitazione permettevano ai militari di scoprire un vero e proprio deposito di bici rubate in una cantina di proprietà dell’uomo, un cittadino italiano, residente nelle vicinanze.
Il presunto ladro ha ammesso ai Carabinieri di aver rubato le 5 biciclette presenti in cantina che gli avrebbero reso un provento di circa 1000 euro con la successiva rivendita. Le bici, riprodotte nella foto, sono state tutte sequestrate e si trovano attualmente presso la Tenenza dei Carabinieri di Seriate in attesa di essere riconsegnate ai legittimi proprietari, pertanto chi dovesse riconoscerle è invitato a rivolgersi ai Carabinieri.
Il soggetto fermato, già coinvolto in vicende dello stesso tenore, veniva denunciato a piede libero alla Procura della Repubblica di Bergamo per ipotesi di reato di furto aggravato continuato.L'articolo Seriate, scoperto un deposito di bici rubate proviene da Araberara.
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