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MediaI riflettori della politica albinese sono puntati sul prossimo mese di giugno, quando si terrà il primo turno delle elezioni comunali e, se nessun candidato otterrà subito la maggioranza assoluta, ci sarà anche il ballottaggio. Salvo ripensamenti legislativi che vietano il terzo mandato consecutivo per i comuni con più di 5.000 abitanti, l’era Terzi si sta quindi avviando alla conclusione.Dopo essere stato il ‘pupillo’ dell’ex sindaco Piergiacomo Rizzi e averlo accompagnato nella rottura con la Lega nell’ormai lontano 2009, Fabio Terzi sta guidando da quasi un decennio il più popoloso comune della Valle Seriana, riuscendo a tenere unita una coalizione di centrodestra dove non tutti si amano alla follia.Con la fine, fra nove mesi, del ‘decennio terziano’, le due coalizioni che da decenni si fronteggiano ad Albino si stanno preparando alle ‘grandi manovre’ preelettorali. Le forze in campo si stanno infatti posizionando. Il centrodestraPartiamo dalla coalizione di centrodestra, composta dalla Lega (il gruppo più consistente), da ‘CivicaMente Albino’ (la lista civica del primo cittadino, erede della vecchia ‘Lista Rizzi’) e da ‘SiAmo Albino’ (il gruppo dell’assessore Zanga). In questo decennio la lista ‘centrista’ di Terzi ha fatto da perno della coalizione, mediando di volta in volta tra gli altri due gruppi. Tra Zanga e il Carroccio albinese, infatti, non è mai corso buon sangue; non a caso, alle ultime elezioni Zanga si era alleato con Manuel Piccinini, il leghista pluripreferenziato, amato dagli Albinesi ma inviso al gruppo dirigente della Lega di Albino (Piccinini si è dimesso alcuni mesi fa da consigliere comunale per ragioni di lavoro).Adesso che CivicaMente Albino sta per perdere il suo sindaco, ormai prossimo alla fine del suo secondo mandato, ecco che la Lega si sta facendo sotto rivendicando per uno dei suoi la carica di primo cittadino. Alle elezioni comunali del 2019 il Carroccio aveva fatto il pieno ottenendo un terzo dei voti; in pratica, la metà della coalizione di centrodestra è rappresentata dalla Lega, che adesso vuole andare all’incasso.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 22 SETTEMBREL'articolo ALBINO – ELEZIONI 2024 – Verso il ‘dopo Terzi’: centrodestra e centrosinistra alle… ‘grandi manovre’ preelettorali proviene da Araberara.

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MediaNon accenna a diminuire il clima politico a Cenate Sotto, a otto/nove mesi dal prossimo, attesissimo appuntamento elettorale di giugno 2024, quando i cittadini dovranno scegliere tra l’attuale sindaco Thomas Algeri e il candidato della minoranza di ‘Continuità per Cenate’, che spera in una rivincita rispetto al 2019.I consiglieri comunali di minoranza hanno alzano il tiro su due decisioni dell’Amministrazione Algeri. Partiamo dalla realizzazione della nuova scuola dell’Infanzia nella frazione San Rocco.“Dovrebbero iniziare questo mese i lavori per la costruzione della nuova scuola dell’Infanzia a San Rocco, voluta dall’attuale Amministrazione Algeri. Sorgerà a poca distanza dall’attuale scuola dell’Infanzia che, con una capienza di 25 alunni, già fatica a raggiungere il numero di iscritti.Noi del gruppo ‘Continuità per Cenate’ – spiegano i consiglieri, da noi contattati – riteniamo che sia una scelta irragionevole spendere 1.400.000 euro di soldi pubblici per una nuova scuola, aumentando addirittura la capienza a 45 posti e andando ad occupare l’unico spazio libero a disposizione della comunità di S. Rocco.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 22 SETTEMBREL'articolo CENATE SOTTO – Biblioteca e asilo a San Rocco, la minoranza all’attacco proviene da Araberara.

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MediaSarà Bruno Bozzetto il prossimo artista protagonista con i suoi disegni di “Lovere, il Borgo della luce”: l’annuncio è stato dato ieri sera durante l’incontro, a Palazzo Bazzini a Lovere, con il celebre animatore in programma a cortoLovere, festival internazionale del cortometraggio, di cui Bozzetto è Presidente onorario. Per la prima volta le opere d’arte di Bozzetto, come le avventure del suo Signor Rossi, saranno proiettate su oltre 10 mila mq del centro di Lovere, nell’iniziativa che dal 2016 illumina uno dei borghi antichi più belli del lago d’Iseo.All’evento, dal titolo “La vita animata di Bruno Bozzetto”, dedicato alla sua lunga e creativa carriera, hanno partecipato lo scrittore Simone Tempia e il direttore artistico di cortoLovere Gianni Canova.“Lovere, il Borgo della luce” si arricchisce di un altro grande protagonista – nell’anno di Bergamo Brescia Capitale della Cultura – a cui vuole testimoniare riconoscenza, per aver dato tanto alla cittadina, grazie anche alla continua collaborazione creativa con il festival cortoLovere. L’iniziativa – che quest’anno avrà come titolo “La magia del Natale con i cartoons di Bruno Bozzetto” – è organizzata dal Comune di Lovere, con il contributo di Regione Lombardia.Il progetto ha già portato sui palazzi del borgo bergamasco le opere di Pascal Campion, Giampaolo Talani, Giorgio Oprandi, dei più classici Gustav Klimt, Antonio Canova, Francesco Hayez e Robert Duncan, o negli ultimi anni, gli omaggi a Carla Fracci, ai Beatles, con il coinvolgimento dell’artista della luce, il Maestro Marco Lodola, e per il centenario di Charles M. Schulz i suoi Peanuts. Nato per valorizzare le bellezze architettoniche, storiche ed artistiche della Cittadina, “Lovere, il Borgo della luce” ha saputo creare sin dalla sua prima edizione nell’estate del 2016 un’atmosfera incantata, che dona nuova vita e dimensione alle prospettive e vedute del Borgo antico, fra i più belli d’Italia, premiato da un grande pubblico e tanto turismo da tutta Italia. Dal prossimo 25 novembre, per tutte le vacanze natalizie del 2023, sugli edifici di Piazza XIII Martiri, Piazza Vittorio Emanuele II, Piazza Garibaldi e sulla facciata dell’Accademia Tadini, ci saranno i personaggi dei cartoons di Bruno Bozzetto, grande protagonista l’iconico Signor Rossi “alla ricerca della Felicità”, in abiti natalizi e sorridenti, per portare allegria, abbracci affettuosi e serenità a tutta la famiglia.L'articolo Il signor Rossi di Bruno Bozzetto protagonista di ‘Lovere, il Borgo della Luce’ proviene da Araberara.

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<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2023/09/zanottiebreshuno.jpeg">Media</a>Insieme. Per un nuovo pezzo pop che in poche ore sta conquistando tutti. Bresh e i Pinguini Tattici Nucleari hanno unito l’incanto per presentare Nightmares, una canzone sulla fine travagliata di una storia d’amore.  I Pinguini, il fenomeno del pop italiano, in grado di unire ai numeri in streaming anche migliaia di persone che li seguono in tutti i loro live, mentre Bresh in questi anni si è affermato come uno dei cantautori da tenere d’occhio e non è un caso che assieme a Ernia e Fabri Fibra è stato uno dei protagonisti dell’estate con “parafulmini” che si è ben piazzata nella classifica immaginaria del tormentone dell’estate 2023. Scritta da Bresh, Riccardo Zanotti ed Enrico Brun e prodotta da Riccardo Zanotti ed Enrico Brun questa canzone piegano il mood urban al cantautorato pop.<strong>Il testo di Nightmares di Bresh e i Pinguini Tattici Nucleari</strong>Yeah, oh, ehi, ehi, ehi, ehi, ehiSe sapessi il male che mi faiChe mi fai, che mi fai, che mi fai, che miMi hai lasciato solo in un king-size (Uh, uh, uh)Io che ti leggevo al buio come il BraillePreferivo non leggere maiTi ho portata a letto come i nightmares, nightmares (Breshino)Sono fuori che ti aspetto (Yo, yo), però in macchina c’è freddoE ti portavo in un posto special (Uh), anche se non è perfettoAppannati come freezer, come finеstrini quando fuori è winter (Ah)E parliamo così tanto che le frasi fattе diventano scritte, ehStupido che non ti ho detto subito i difetti (No, no, no-oh)Volevo almeno il dessert, almeno i limoncelliE mi sono buttato un po’ come il pogoEra il tuo gioco, io John e tu YokoCercami in una tempesta, non ti devi riparareSe mi spareranno in testa, tieni pure la SIAEUoh-oh, se sapessi il male che mi faiChe mi fai, che mi fai, che mi fai, che miMi hai lasciato solo in un king-size (Uh, uh, uh)Io che ti leggevo al buio come il BraillePreferivo non leggere maiTi ho portata a letto come i nightmares, nightmares (Uh)Hai presente i funerali?Quelli tibetani, dove gli avvoltoi (Cosa?)Portano via tutto quello rimaneUn po’ come è finita fra di noi (Ah-ah)Restano solo canzoni che cancellereiCol senno di poi penso ancora a leiQuando pago l’analista con i soldi delle roy’Ma tu rolli a bandiera lo stressPerché a dire addio sei più brava di meTouché, tutti i miei incubi chiedon di te, baby (Come? Come?)E non ti ho chiamato, prendeva pocoMi hai detto: “Bravo”, ho risposto con il fuocoÈ passata la tempesta, ho smesso di stare maleAndiamo alla stessa festa sotto casse separateUoh-oh, se sapessi il male che mi faiChe mi fai, che mi fai, che mi fai, che miMi hai lasciato solo in un king-size, mhm (Uh, uh, uh)Io che ti leggevo al buio come il BraillePreferivo non leggere maiTi ho portata a letto come i nightmares, nightmaresFinale vero, partenza falsaC’era l’impegno, ma non abbastanzaCi ho messo il cuore, la testa e le bracciaNon si vince mai quando perdi la facciaUoh-oh, stupido che non ti ho detto subito i difettiGli incubi erano solo segreti non dettiSe sapessi il male che mi faiChe mi fai, che mi fai, che mi fai, che miMi hai lasciato solo in un king-size, mhm (Uh, uh, uh)Io che ti leggevo al buio come il BraillePreferivo non leggere maiTi ho portata a letto come i nightmares, nightmares (Uh)Il significato di NightmaresLa canzone unisce molto bene i mondi di entrambi gli artisti sia nelle sonorità che nella costruzione del testo, giocando con la quotidianità e qualche riferimento pop, giocando con parole in inglese, per rirendere le sensazioni del titolo. La canzone, come spiega anche la nota stampa “racconta della travagliata fine di una storia d’amore sofferta, vissuta come se fosse una tempesta e con un epilogo contraddistinto da un vero e proprio finale da incubo”. Il protagonista infatti recrimina di essere stato “lasciato solo in un king-size” o quando ironicamente cantano “Col senno di poi penso ancora a lei, quando pago l’analista con i soldi delle roy” dove le roy sono chiaramente lo royalties delle canzoni scritte…
MediaUn bar di Mozzo, in provincia di Bergamo, è stato chiuso dopo una violenta rissa. I Carabinieri della Stazione di Curno hanno notificato al titolare del bar un provvedimento di revoca della licenza ex art. 100 T.U.L.P.S.. Decisione presa a seguito della segnalazione alla competente autorità da parte dei Carabinieri, i quali sono intervenuti in più occasioni nei pressi del locale per gravi eventi di disordine.I Carabinieri della Stazione di Curno, nel corso degli ultimi mesi sono intervenuti presso il bar in questione per segnalazioni di risse e rumori molesti. L’ultimo intervento risale alla notte del 24 settembre allorquando veniva segnalata una violenta rissa all’esterno del locale. Nella circostanza due soggetti venivano feriti, uno alla testa con una bottigliata mentre l’altro al fianco con un fendente.Gli episodi criminosi e di disordine sociale creati dagli avventori del bar in questione, le reiterate violazioni penali e amministrative da parte della proprietà e le segnalazioni di degrado da parte della cittadinanza, fortemente allarmata dai citati eventi, ha evidenziato come l’esercizio in questione rappresenti un concreto pericolo per l’ordine e la sicurezza pubblica.Alla luce degli elementi raccolti dai Carabinieri della Stazione di Curno ed in considerazione che il locale, negli ultimi anni, era stato già colpito da diversi provvedimenti di sospensione dell’attività, il Questore di Bergamo ha emesso il decreto di revoca della licenza ex art. 100 T.U.L.P.S.L'articolo Mozzo, chiuso un bar dopo una violenta rissa proviene da Araberara.

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MediaSUL LAGO DI GARDA TARIFFE FERME DAL 2012Dal 2 ottobre è previsto un nuovo aumento delle tariffe dei battelli del lago d’Iseo del 7,9%, mentre già lo scorso anno furono aumentate del 5%. Per far ritirare questo aumento tariffario sono state raccolte oltre 300 firme su Change.org inviate in regione che ogni anno già trasferisce oltre 2,2 milioni di euro per la gestione dei servizi.Mentre il Governo lancia il “carrello tricolore” per fermare i prezzi la Navigazione del lago d’Iseo aumenta le tariffe del 7,9%. Sul lago di Garda le tariffe sono ferme dal 2012. Cosa non funziona sul lago d’Iseo? Si tratta di un aumento ingiustificato ed eccessivo perchè l’aumento va ben oltre il tasso d’inflazione, perchè la Società non ha migliorato i servizi, le monotanavi sono sempre più vecchie ed inquinanti tantè che il battello ibrido “Predore” è fermo da 5 anni in cantiere. Eppure i ricavi da tariffa sono aumentati per effetto dell’aumento del 9% dei passeggeri e dunque quale bisogno c’è di aumentare le tariffe se le corse non aumentano? Quali costi sono aumentati se le corse sono le stesse e gli stipendi del personale operaio e di bordo sono gli stessi? Serve un potenziamento delle frequenze con la sponda bergamasca (Tavernola e Sarnico) per drenare il traffico che porta a Montisola ora caricato specialmente su Sulzano ed Iseo sempre più congestionate e alle prese con il caos parcheggi ad ogni week end.Dario Balotta presidenteCircolo Legambiente basso SebinoNavigarda, passeggeri in aumento sul 2022. Tariffe bloccate dal 2012LAGO DI GARDA – Segno positivo sul 2022 per il servizio pubblico di navigazione di linea sul lago di Garda: 1,4 milioni di passeggeri(+10%) trasportati da gennaio a luglio. L'articolo Stangata tariffe del 7,9% dei battelli del lago d’Iseo. Legambiente raccoglie oltre 300 firme e le manda in Regione proviene da Araberara.

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MediaOre di tensione per la famiglia di un giovane escursionista che non ha fatto rientro dal Pizzo Porola, sopra Valbondione. Il ragazzo era partito stamattina, domenica 1 ottobre, per una camminata e non vedendolo rientrare, i familiari hanno lanciato l’allarme. Erano le 15 e il ragazzo non solo non era rientrato a casa, ma non rispondeva nemmeno al cellulare.I Vigili del Fuoco del distaccamento di Clusone e i SAF della centrale di Bergamo hanno subito avviato le procedure di ricerca persona. Sul posto sono giunti anche i Carabinieri e il Soccorso Alpino.L'articolo Valbondione, si cerca un giovane escursionista proviene da Araberara.

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MediaE’ stato ritrovato il corpo senza vita dell’escursionista di 17 anni disperso dal pomeriggio di oggi, domenica 1° ottobre, sul Pizzo Porola sopra Valbondione.Il giovane era uscito in mattinata per una camminata in montagna, ma non avendo fatto ritorno a casa, la sua famiglia aveva lanciato l’allarme attorno alle 15. La macchina dei soccorsi e delle ricerche si era subito messa in moto con i vigili del fuoco del distaccamento di Clusone e i SAF della centrale di Bergamo; sul posto erano giunti anche i Carabinieri e il Soccorso Alpino.Il corpo del 17enne è stato individuato durante il sorvolo dell’area e recuperato dai soccorritori del 118.L'articolo Pizzo Porola, trovato morto l’escursionista 17enne proviene da Araberara.

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MediaNell’ambito delle più ampie attività di controllo del territorio, i Carabinieri, durante un mirato servizio volto al contrasto dei reati contro il patrimonio, hanno proceduto, sin dalle prime ore del mattino del 28 settembre 2023,  all’accurato controllo di un casolare sito in  Chignolo D’isola, via IV Novembre al civico 41.Le operazioni sono state curate in particolare dai Carabinieri della Stazione di Capriate San Gervasio, coadiuvati dai Carabinieri di Brembate, Dalmine, Verdello  e da quelli del Nucleo Cinofili di Orio al Serio. I militari dell’Arma sono stati supportati, soprattutto nelle fasi dell’accesso all’edificio, dalla Polizia Locale del “Centrisola”.Presso il casolare abusivamente occupato sono stati identificati 8 cittadini di nazionalità marocchina di età compresa tra i 18 e i 45 anni, tutti irregolari sul territorio nazionale, fatta eccezione per uno di essi.Le contestuali perquisizioni personali e locali consentivano di rinvenire – grazie al fiuto del pastore tedesco antidroga di nome “Perla”- nella disponibilità degli occupanti sostanza stupefacente del tipo hashish e cocaina, così deferendo alcuni di essi per la detenzione finalizzata allo spaccio e segnalandone altri per il consumo personale.Nel corso delle operazioni sono state rinvenuti anche 13 biciclette e 5 monopattini elettrici, sui quali sono in corso accertamenti per verificare la loro provenienza delittuosa e risalire ai legittimi proprietari.Tutti i soggetti rintracciati sono stati denunciati per invasione di terreni ed edifici. Molti di essi sono stati deferiti per il reato di clandestinità e, tra questi, alcuni venivano accompagnati dai Carabinieri all’Ufficio Immigrazione della Questura di Bergamo per l’avvio delle procedure di espulsione dallo Stato, poichè inosservanti dell’ordine del Questore di lasciare il territorio e inottemperanti del decreto di espulsione emesso dalla Prefetto di Brescia.L'articolo Chignolo d’Isola, blitz dei Carabinieri in un edificio occupato abusivamente proviene da Araberara.

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MediaLa scuola è ripartita, ma non la palestra, quella rimane con i sigilli. La struttura che si trova all’interno del centro sportivo di Pianico è infatti inutilizzabile per questioni di sicurezza.“Stiamo ancora verificando con i tecnici quale sia la soluzione migliore per l’adeguamento della palestra – spiega Carlo Ziboni, vice sindaco e assessore con delega all’Istruzione – e per il momento abbiamo deciso di far frequentare agli alunni della nostra Scuola Primaria la palestra delle Medie di Sovere, fornendo loro trasporto gratuito…SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 22 SETTEMBREL'articolo PIANICO – Palestra chiusa: “Stiamo cercando una soluzione, per ora educazione fisica a Sovere” proviene da Araberara.

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MediaI dati della prima giornata suddivisi per ATSSono 9.750 le somministrazioni effettuate in Lombardia nella giornata di domenica 1 ottobre, primo appuntamento regionale per vaccinarsi contro l’influenza e il Covid. Grande affluenza, quindi, negli 80 centri in cui è partita la campagna vaccinale con una giornata dedicata a persone over 60, bambini dai 2 ai 6 anni, donne in gravidanza, operatori sanitari, appartenenti alle Forze dell’ordine, Polizia locale, Vigili del fuoco, insegnanti e personale scolastico.Alcune strutture hanno inoltre avviato specifiche iniziative sul territorio come l’offerta in co-somministrazione della vaccinazione anti-pneumococco e anti-herpes zoster per i soggetti in target.Assessore Bertolaso: sono molto soddisfatto, segnale di responsabilità“Sono molto soddisfatto – ha dichiarato l’assessore regionale al Welfare, Guido Bertolaso – per l’affluenza nella prima giornata, un segnale di responsabilità. La Lombardia è partita subito con le somministrazioni proprio perché riteniamo fondamentale vaccinarsi. È questo il miglior modo per proteggere noi stessi e gli altri”.Durante la giornata è stata offerta la possibilità di co-somministrazione della vaccinazione anti-Covid. “Ricordo – ha aggiunto – che è importante difendersi non solo dall’influenza ma anche dal Covid, una malattia che rimane molto insidiosa soprattutto per i più fragili. Nella giornata di avvio della campagna vaccinale non tutti hanno scelto la co-somministrazione e vorrei assicurarmi che alcuni messaggi siano ben chiari. Il vaccino è sicuro e non si tratta di un richiamo ma di una nuova vaccinazione che copre le varianti attualmente in circolazione. Come da anni ci siamo abituati a fare l’antinfluenzale – ha concluso Bertolaso – così deve diventare per la vaccinazione contro il Covid”.Vaccinazioni in Lombardia, le date del 2023Da oggi, 2 ottobre, potranno vaccinarsi sanitari, pazienti di ospedali e ospiti di Rsa e dal 16 ottobre tutti gli appartenenti alle categorie per cui la vaccinazione è raccomandata.
Le prenotazioni sono attive dal 9 ottobre sulle piattaforme vaccinazioneantinfluenzale.regione.lombardia.it e prenotazionevaccinicovid.regione.lombardia.it.Per tutta la durata della campagna vaccinale, inoltre, sarà disponibile il numero verde dedicato ai cittadini 800.894.545 dal lunedì al venerdì dalle 8 alle 19 per prenotazioni e informazioni.Le categorie a cui è raccomandata la vaccinazioneLe categorie a cui è raccomandata la vaccinazione antinfluenzale sono: persone a rischio per patologia, familiari e contatti (adulti e bambini) di soggetti ad alto rischio di complicanze, donne in gravidanza, operatori sanitari inclusi dentisti, farmacisti, veterinari, infermieri ed altri, gli over 60 anni, i bambini da 6 mesi a 14 anni. Ed ancora le Forze dell’ordine, Polizia locale, Vigili del fuoco, insegnanti e personale scolastico.La vaccinazione anti Covid-19 con vaccino XBB 1.5 è indicata per i bambini da 5 a 11 anni, le persone da 12 a 59 anni per categoria di rischio per stato di salute o professione (Forze dell’ordine, Polizia locale, Vigili del fuoco, insegnanti, personale scolastico, etc.), gli over 60 anni.L'articolo Vaccini, in Lombardia 9.750 somministrazioni nella prima giornata proviene da Araberara.

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Media“Fino a 1.360 euro nel 2024 grazie al ticket pasto. Poi più tutele per lavoratori fragili”. Intanto l’azienda chiede la cassaNello storico Cotonificio Albini della Valle Seriana già nei primi giorni del 2023 le organizzazioni sindacali avevano chiesto di ripristinare la contrattazione aziendale dopo gli anni difficili delle procedure di mobilità (fortunatamente volontaria e incentivata). Nei giorni scorsi si è riusciti, finalmente, a mettere mano al capitolo economico, con il raggiungimento di un accordo per l’innovativa introduzione dei ticket restaurant, fino ad oggi inesistenti. La proposta di intesa è stata approvata a larghissima maggioranza dai lavoratori riuniti in assemblea mercoledì e giovedì scorsi.“Il clima resta di incertezza per tutto il comparto del tessile. A fronte di una richiesta di cassa integrazione (inoltrata dall’azienda la scorsa settimana) e della sospensione delle trattative sul Premio di risultato per il biennio 2024 e 2025, abbiamo cercato soluzioni alternative per venire incontro alle esigenze economiche dei lavoratori nella attuale congiuntura economica” hanno spiegato oggi Giuseppe Errico di FILCTEM-CGIL, Sergio Licini di FEMCA-CISL e Gianfranco Salvi di UILTEC-UIL di Bergamo. “Quello raggiunto è un accordo innovativo per questa azienda: si arriva a un’erogazione tramite ticket che può avere un montante massimo di 1.360 euro annui per il 2024 e di 1.632 per il 2025.  In precedenza esisteva solo un’indennità mensa di pochi euro al mese. Dal 1° gennaio 2024 verranno, dunque, versati buoni pasto giornalieri del valore nominale di cinque euro (per i lavoratori in regime orario 6X6) e di 6 euro (per i lavoratori in regime di orario 8×5). Gli importi saranno poi incrementati di 1 ulteriore euro nel 2025. I benefici economici saranno così operativi sin dalla mensilità di gennaio, permettendo ai lavoratori di avere un sollievo immediato nel mezzo della attuale spirale inflazionistica”.“All’interno di questo accordo siamo, inoltre, riusciti a inserire ulteriori misure di tutela per le fasce di lavoratori più fragili, come i malati di lungo periodo, prevedendo un paracadute economico che garantisca una forma di erogazione con voucher in caso di assenze dal lavoro superiori ai sei mesi”, proseguono i tre sindacalisti. “L’accordo ha il pregio di venire applicato a tutti i lavoratori degli stabilimenti di Albino e Gandino, ricomprendendo oltre a quadri, impiegati, operai e apprendisti anche i lavoratori in somministrazione e coloro che sono in smart working”.“L’intesa che siamo riusciti a raggiungere assume una rilevanza ancora più significativa a fronte dell’attuale richiesta di cassa integrazione inoltrata dall’azienda e in generale a fronte dellandamento del settore tessile. Ora ci auguriamo che il periodo di ammortizzazione richiesta sia limitato sia nel tempo che nell’utilizzo che se ne farà” concludono Errico, Licini e Salvi. L'articolo Cotonificio Albini in valle Seriana. Pur nelle difficoltà, la contrattazione riparte proviene da Araberara.

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<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2023/10/raia2-e1696574963988.jpg">Media</a>Quei pomeriggi malinconici di inizio autunno, dove i cieli però regalano sfumature d’incanto. In uno di questi pomeriggi, dove la luce si è scrollata di dosso la foschia del caldo estivo e dove il buio dell’inverno è ancora lontano, Luana racconta Eros. <strong>Luana Raia</strong> è la mamma di <strong>Eros Capuozzo</strong>, un ragazzo di 21 anni che se ne è andato in cielo il 15 luglio, divorato in pochi giorni da un cancro incurabile.Di Eros ne avevamo già parlato, ne hanno parlato in tanti, ma questa volta è diverso, questa è la storia di una madre che racconta suo figlio o, meglio, di una madre e di un figlio che si raccontano a vicenda, perché nelle parole di Luana ci sono quelle di Eros.Luana arriva in redazione con sua madre, <strong>Adele</strong>, la nonna di Eros. Loro tre vivevano insieme, uniti, sempre: “E lo siamo ancora, per sempre”. Luana, capelli lunghi, mossi, insegnante di Disegno e Storia dell’Arte al Liceo Scientifico Decio Celeri di Lovere, artista, grafico incisore, pittrice, scultrice ma soprattutto madre.“Noi due, noi tre avevamo un legame fortissimo, da sempre e appunto per sempre. Lui condivideva ogni respiro con me, e in questi respiri trovavamo ogni giorno la gioia di vivere”. <strong>Da Clusone a Riva di Solto</strong>Eros nasce all’ospedale di Piario il 4 luglio del 2002: “Vivevamo a Clusone – racconta Luana – poi a dicembre di 5 anni fa ci siamo trasferiti a Riva di Solto, amava quel posto, amava Riva e il lago, avevamo fatto una scelta di vita. Eros sin da piccolo è sempre stato in sintonia con me, comprendeva ogni mia sfumatura, capiva tutto senza chiedermi nulla, era sensibilissimo. Quando entrava in casa di qualcuno sentiva subito se c’era armonia, capiva se c’era limpidezza, a quel punto sorrideva e si sentiva a casa. Percepiva subito le dinamiche interne, aveva una grande sensibilità. Aveva una grande capacità di ascolto ma teneva dentro tutto, non voleva condizionarmi nei rapporti con la gente. Capitava magari che tornavo dal lavoro, magari era successo qualcosa, anche senza incrociare il mio sguardo, lui sentiva tutto e mi diceva ‘cosa è successo?’”. Ma in tutto questo Eros ripeteva sempre una frase: “Diceva sempre che noi ce l’avremmo fatta. Lo ripeteva sempre, sì, noi ce l’avremmo sempre fatta”.I momenti tosti non sono mancati: “E in tutti quei momenti lui era sempre positivo, sempre ottimista. Quando è scoppiato il covid ha dovuto fare rinunce come tutti i ragazzi della sua età, eravamo chiusi in casa ma lui anche in quel brutto periodo sentiva e trasmetteva la bellezza del creato, disegnava, scriveva poesie, esternava incanto. Mi diceva di non avere paura, abbiamo passato momenti orribili, duri, mia mamma è stata in ospedale per il covid, ma lui diceva sempre ‘mamma dai che ce la faremo’. E aveva sempre ragione. Ripartivamo sempre”.<strong>“Mamma, dai che ce la faremo”</strong>Luana ed Eros amavano e amano il lago: “Abbiamo deciso di prendere casa a Riva, volevo dare una nuova vita a mio figlio, donargli davvero quella bellezza del creato che c’è a Riva. E così abbiamo fatto questo passo, siamo ripartiti un’altra volta, con Eros che ci spronava sempre e ci ripeteva che ce l’avremmo fatta. A Riva sentivo forte lo stimolo creativo, e durante la pandemia noi tre siamo stati insieme, abbiamo prodotto tanto, mia madre infatti era venuta a Riva a stare con noi. Abbiamo attraversato il covid con la consueta voglia di farcela anche perché la casa di Riva sembrava ci proteggesse, una sorta di guscio d’amore, ci ha sempre protetto, lì abbiamo trascorso momenti indimenticabili noi tre. Ognuno di noi c’era per l’altro e quindi c’era tutto”.Luana racconta, ogni tanto si ferma, gli occhi si inumidiscono ma il sorriso quando parla di Eros non lo perde mai: “Lui era la mia forza, era la nostra forza, prima era più introverso, poi ha cominciato a prendere la forza per esprimere quello che provava dentro, l’amore che provava per noi, lo vedevo come abbracciava…
<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2023/06/davide-fontana-carol-maltesi-omicidio-2-1.jpg">Media</a>La Corte di Assise di Busto Arsizio, con la contrarietà del pm e delle parti civili, ha ammesso <strong>Davide Fontana</strong> all’istituto della giustizia riparativa, primo caso in Italia, almeno per il reato di omicidio, dell’istituto entrato in vigore il 30 giugno a seguito della riforma Cartabia. E la decisione sta facendo discutere. <strong>“</strong><em>Il sì dei giudici al reinserimento dell’assassino di mia figlia? –</em> ha commentato la mamma di Carol – <em>Non è possibile, questa è un’ingiustizia… Adesso temo davvero che un giorno il mostro che ha massacrato e fatto a pezzi Carol possa tornare libero”.</em> Duro anche il comunicato diffuso dalla Rete Dafne, Rete Nazionale dei servizi per l’Assistenza alle Vittime di reato, presieduta dall’ex magistrato Marco Bouchard: “<em>La decisione della Corte d’Assise di Busto Arsizio, favorevole alla richiesta di programma riparativo per Davide Fontana, ci ha profondamente turbato. La Corte d’Assise viola il sentimento d’ingiustizia che a distanza di un anno e mezzo dai terribili fatti provano ancora le vittime alla sola idea di incontrare l’imputato e non riesce a cogliere nella loro indisponibilità il rischio di una clamorosa vittimizzazione secondaria che in questo caso – lo dice la Direttiva europea 2012 che sul punto ha effetto diretto – dovrebbe essere addirittura presunta poiché una di esse ha appena compiuto sette anni ed è figlio dell’uccisa. La Corte d’Assise lede lo stesso ruolo di mediatori perché li scavalca stabilendo in loro vece la fattibilità del programma riparativo mediante ricorso a vittime sostitutive (quante? Di quale età?): e che fardello dovrà portare la vittima sostituiva nel mettersi nei panni di chi si è rifiutato di entrare nella stanza del mediatore?”.</em>  Nell’istanza presentata alla Corte, Fontana scrive: “<em>È interesse primario del sottoscritto poter partecipare a tale tipo di programma al fine di riparare, per quanto possibile, ai danni e al dolore provocati ai genitori di Carol Maltesi e soprattutto al figlio Carlos, impiegando fruttuosamente il tempo della reclusione per intraprendere fin da subito un percorso carcerario riabilitativo e rieducativo”.</em>***Davide e l’omicidio di Carol: fatta a pezzi, smembrata e gettata via<strong>Davide Fontana</strong>, bancario, aveva 43 anni quando ha ucciso <strong>Carol Maltesi</strong>, nel 2022, a gennaio, nel suo appartamento di Rescaldina, provincia di Milano, ma il cadavere,  o meglio i resti del corpo vengono scoperti solo il 21 marzo sempre del 2022. La giovane Carol Maltesi, 25 anni e madre di un bimbo di 6, è stata uccisa e fatta a pezzi, il corpo messo in un congelatore e poi occultato in alcuni sacchi, infine gettato in un dirupo a Borno (Brescia).“Discutibile la decisione di concedere l’accesso a un percorso così. Difficile e prematuro pensare a un percorso adeguato”Sara Riva. Sindaca di Gromo, AvvocatoCommentare un processo senza conoscere gli atti lascia il tempo che trova. In ogni caso, in base a ciò che ho letto e stante la gravità dei fatti, trovo discutibile la decisione di concedere l’accesso a un percorso di giustizia riparativa a Fontana, pur trattandosi di un percorso complementare rispetto alla giustizia ordinaria, che non fa venire meno la condanna. ASSOCIAZIONE VOL.CA BRESCIA“La giustizia riparativa è uno dei mezzi per rieducare, può far paura, ma…”Abbiamo chiesto anche a chi opera tra le mura del carcere come l’associazione Vol.Ca di Brescia cosa ne pensa di questa decisione presa dal giudice. A risponderci è la presidente, originaria di Pisogne, <strong>Caterina Vianelli</strong>: “<em>Questa situazione è molto delicata, anche perché il caso è ancora aperto. La Giustizia riparativa, che è un percorso nuovo, può fare paura e dare fastidio perché si ritiene di sminuire il ruolo delle vittime e della loro sofferenza rinunciando ad una logica che sia “punitiva”. Ma la Giustizia riparativa è uno dei mezzi…
<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2023/10/B2B00548-scaled.jpg">Media</a>Luca Percassi, ex calciatore, amministratore delegato di un miracolo calcistico guardato a livello economico e sportivo da tutta Europa. Domanda brutale: quindi si può guadagnare anche mischiando finanza e calcio di alto livello?
«<em>Guadagnare non è il termine più appropriato, non quello che</em> – <em>perlomeno</em> – <em>rispecchia la nostra politica aziendale. Tutte le linee di ricavo di Atalanta, quindi non unicamente quelle di natura sportiva, vengono infatti reinvestite, secondo un concetto globale che riguarda tutto il Club. Investiamo e reinvestiamo sulla prima quadra, nel tentativo di mantenerla competitiva, ma anche su strutture e infrastrutture (il centro sportivo e il Gewiss Stadium ne sono gli esempi più lampanti), nonché su settore giovanile, seconda squadra, o per meglio dire l’Under 23 che abbiamo iscritto quest’anno per la prima volta al campionato professionistico di Serie C, non trascurando le risorse umane, vale a dire figure professionali di qualità e spessore che possano aiutarci ad accrescere capacità e  competenze. Il tutto viene fatto con l’indispensabile criterio e requisito della sostenibilità del Club, ma anche con un grande senso di responsabilità nei confronti di Bergamo e dei bergamaschi che amano l’Atalanta e che per noi sono il fattore trainante del nostro impegno e del nostro orgoglio nel cercare di fare le cose per bene».</em>Lei, per questione di età, non può avere in memoria la conquista della Coppa Italia del ’63. Gliel’hanno raccontata quella giornata mitica che è coincisa purtroppo con la morte di Giovanni XXIII, il Papa bergamasco?<em>«Sì, me l’ha raccontata mio papà, aiutandomi anche in questo caso a comprendere l’indole del bergamasco doc, non solo del tifoso dell’Atalanta. Il motivo è proprio la sfortunata coincidenza fra la gioia per un trofeo vinto e il cordoglio per la morte di Giovanni XXIII, il Papa Bergamasco, avvenuta il giorno stesso. Nel suo racconto mio padre mi spiegò, sottolineando ‘ovviamente’, che non ci fu alcuna festa in città per la vittoria della Coppa Italia. ‘Il rispetto viene prima di tutto, sempre, e fra noi bergamaschi è sacro’.  Nel suo ‘noi bergamaschi’ papà includeva Giovanni XXIII, nativo di Sotto il Monte».</em>Quest’anno l’Atalanta è tornata in… Europa. C’è bisogno di alzare una nuova Coppa, anche più prestigiosa?«<em>Per noi aver riportato Bergamo in Europa è già un grande traguardo. Ci tenevamo moltissimo, perché città e tifosi meritavano di tornare a valicare i confini nazionali e di tornare a vivere le emozioni, l’adrenalina e le forti suggestioni di una competizione europea. Siamo entusiasti e orgogliosi di giocare l’Europa League, competizione prestigiosa che ci permetterà di crescere ancora e di continuare a imparare, mettendoci a confronto con club di spessore e tradizione. L’obiettivo, come sempre, è quello di dare il massimo e di cercare di fare bella figura, come siamo riusciti a fare nelle precedenti partecipazioni a Champions ed Europa League. Il calcio è fatto di passione ed emozioni. Beh, l’Europa è qualcosa di straordinariamente coinvolgente in questo senso».</em>Per restare a quei tempi lontani, l’Atalanta pescava in provincia: di quella mitica squadra c’erano bergamaschi doc, Pizzaballa, Nodari, Pesenti, Gardoni, Domenghini, ma anche in panchina Roncoli, Cometti, Rota, Gentili, Carioli. Adesso è una squadra “straniera”. Cosa è cambiato nel calcio provinciale che non vi fornisce più “campioni” di livello?«<em>Sempre difficile paragonare periodi storici così lontani. Anche perché è cambiato il mondo, rispetto ad allora. Siamo nell’era della globalizzazione. Ciò premesso, però, Atalanta continua ad avere una grande attenzione per il proprio territorio, essendo un Club orgogliosamente di provincia. Il nostro settore giovanile lo testimonia eloquentemente, così come la neonata Under 23 che è in larga parte composta da ragazzi cresciuti sin dalla tenera età a Zingonia. E se guardiamo la prima squadra…
MediaQuando mi hanno detto che era un tumore è stata la disperazione, mi mancava il respiro, avevo un nodo alla gola. In quel momento ti assale il terrore, ti chiedi quanto tempo ti rimane”, Rossana inizia così il suo racconto. Gli occhiali da sole appoggiati sulla testa, gli occhi lucidi, mentre mescola il caffè liscio preso alla macchinetta ripercorre il periodo della malattia. 52 anni, originaria di Villa d’Ogna, ma da 25 anni di casa a Chignolo d’Oneta insieme al marito e ai due figli di 22 e 16 anni. Rossana Paccani torna a quel giorno, era marzo del 2021: “Da qualche settimana vedevo che il capezzolo che rientrava, ma non avevo dato troppo peso a questa cosa visto che gli ultimi controlli, ecografia e mammografia, risalivano a quattro mesi prima e non era risultato nulla”. E quindi? “Ho deciso di telefonare al senologo e gli ho chiesto di poter passare per una visita, era un sabato mattina. Da lì è iniziato tutto, il lunedì mi ha detto di andare al Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Avevo capito subito che qualcosa non andava, non sono nuova a queste situazioni, ho perso mio papà e mio fratello, e quindi ho frequentato quegli ambienti”. Come l’hai presa? “Malissimo, io non avevo solo il tumore al seno ma era già andato ai linfonodi del braccio quindi era già esteso, ero terrorizzata”. Eri andata da sola? “Sì, perché non mi aspettavo di sentirmi dire queste cose ed ero anche indecisa se chiamarlo. Quando sono uscita, mi hanno salutato tutto i medici e mi sono detta ‘ok, vuol dire che stai morendo’, ho avuto quella sensazione che mi guardassero come per dire che non ce l’avrei fatta. Il lunedì sono scesa a Bergamo e sono iniziati tutti gli esami… in quei quindici giorni di attesa del risultato ti senti come in un limbo ed è una montagna russa, devi cercare di mantenere l’equilibrio”. La tua famiglia? “In quel momento non potevo dirlo ai miei figli, perché mia figlia doveva fare la Cresima e aveva l’esame di Terza Media. Avrei comunque dovuto prendere coraggio, perché avrei perso i capelli con le chemio e non me l’avrebbero mai perdonato”. Rossana abbassa lo sguardo e riprende: “La situazione era molto grave e invece per fortuna mi hanno fatto la chemioterapia per sei mesi con la previsione di ridurlo, altrimenti l’intervento sarebbe stato rischioso”. Come sono andate le chemio? “Sono sempre stata bene e quindi mi ritengo fortunata, perché ho potuto viverla in maniera più serena. Sono andata subito a rasare i capelli, che avevo molto lunghi, perché non volevo prendere la botta di vedermi scendere le ciocche”. Come l’hai presa? “Non mi interessava, volevo solo fare un percorso, dovevo trovare la via d’uscita e non mi interessavano i particolari. Potevo sentirmi dire che non ci sarebbe stato niente da fare… e io invece potevo curarmi quindi i capelli non erano un problema. Poi quando sei in quel circuito diventi standard, attorno a te nessuno ha i capelli, le sopracciglia, ognuno con la sua storia. Dopo che mi hanno detto che potevo curarmi sono partita come un caterpillar”. Dove hai trovato la forza? “Mio fratello è morto a 52 anni per un glioblastoma, gli avevano dato sei mesi di vita… per me lui è stato un esempio”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 OTTOBREL'articolo OTTOBRE ROSA – VILLA D’OGNA – CHIGNOLO D’ONETA – Rossana: “Il tumore al seno, i miei figli, la paura, le operazioni, mio fratello e mio padre morti di cancro…” proviene da Araberara.

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MediaLe sole due anime vive in giro per la contrada sono loro, Jhied e Lhiaa: seduti sulla panchina davanti alla chiesa, parlottano tra di loro e fissano la strada, casomai passi qualcuno, oppure un autoveicolo, a rompere la monotonia del paesaggio. Vengono da panorami molto diversi, sono parte del gruppo di otto persone- otto donne, due ragazzi e una ragazza – arrivate a Gavazzo una settimana fa, e vogliono ricordare soltanto l’ultima parte del viaggio, quella che da Lampedusa, in aereo, li ha portati a Milano, e poi da lì in auto fin qui, accompagnati dalla responsabile degli immigrati nella ex-casa vacanza in cui hanno trovato alloggio. Ma qui non ci sono solo loro: c’è un gruppo di algerini e di africani dell’area subsahariana, e tutti i giorni ne arrivano di  nuovi, pare che domani ne arriveranno altri quattro, ma con la responsabile non riusciamo a parlare perché è andata all’aeroporto ad accogliere, appunto, altri ospiti.I due ragazzi – 13 e 14 anni – mi spiegano nel loro francese un po’ stentato che vogliono vivere in Italia e andare a scuola: mi pare di capire che la settimana prossima andranno alla scuola media di Valbondione, ma per ora non posso dire se la loro speranza si avvererà, ho il dubbio che le procedure burocratiche lente e farraginose previste dalle normative in tema di immigrati non glielo permetteranno tanto facilmente…Ma non me la sento di spegnere il loro entusiasmo: “A scuola ci saranno altri ragazzi, potremo anche giocare con loro e diventare amici, qui non abbiamo nessuno con cui parlare e giocare, questo paese è deserto, non c’è mai in giro nessuno e tutte le case hanno le porte e le finestre ‘fermées’, non sono abitate… E poi vogliamo continuare a studiare”.Jhied da grande vuole fare il giudice, mentre Lhiaa preferirebbe fare il medico, oppure il poliziotto. Comprendo meglio questo loro desiderio quando, accompagnandomi alla casa che dalla chiesa dista pochi passi, mi presentano la loro mamma, Nissaf: “Siamo riusciti a scappare da una situazione disastrosa, siccome volevo separarmi da un marito prepotente e violento, rischiavo ogni giorno di venire uccisa, mi prometteva che mi avrebbe sgozzata (veramente questo  Nissaf me l’ha detto facendo il gesto eloquente di chi ti punta al collo una lama, perché né lei né io ricordavamo come si dice ‘sgozzare’ in francese, n.d.r.). Allora mi sono decisa, ho preso i ragazzi e sono fuggita. Su uno dei tanti ‘bateau’, una barca, come tanti altri. Ho temuto mille volte di non farcela, e invece è andata bene, siamo arrivati sani e salvi a Lampedusa”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 OTTOBREL'articolo VALBONDIONE – Viaggio a Gavazzo, dove sono arrivate 8 donne e due ragazzini da Lampedusa: “Sono scappata coi miei figli, volevano sgozzarmi” ma qui abbiamo incontrato molti altri profughi, arrivano da… Battipaglia proviene da Araberara.

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MediaLuca Mariani«Con il miele di rododendro quest’anno abbiamo vinto due Gocce d’oro, vale a dire un secondo posto in tutta ItaliaPietro Zucchelli è soddisfatto del premio ricevuto dall’Osservatorio Nazionale Miele che gratifica il suo lavoro e quello delle sue api. Per l’apicoltore di Castione della Presolana non è la prima volta che un concorso riconosce la bontà e la qualità del suo impegno tra gli alveari: «L’anno scorso così per scherzo abbiamo provato a mandare dei campioni dei nostri mieli al concorso nazionale che si chiama “Tre gocce d’oro” e abbiamo vinto una Goccia d’oro, che equivale a un terzo posto nazionale, con il millefiori di alta montagna delle Alpi. Nello stesso periodo abbiamo inviato gli stessi campioni di miele anche al concorso dei “Grandi mieli di Lombardia”. Lì abbiamo vinto una rosa d’argento sia con il miele di rododendro, sia con il millefiori di alta montagna delle Alpi».Oltre alla gratificazione dei diversi titoli, a rendere orgoglioso il ventinovenne di Castione ci sono le motivazioni dei vari premi. Infatti in entrambi i concorsi ogni miele viene analizzato in laboratorio a livello chimico-fisico, pollinico e organolettico. Poi viene valutato a livello visivo, tattile, gustativo e olfattivo da una commissione formata dagli esperti dell’Albo nazionale in analisi sensoriali del miele sparsi in tutta Italia.Tutti questi riconoscimenti sono il frutto di un lavoro che ha radici forti e profonde. «Da sempre mio papà Vittorio ha allevato le api. Aveva una decina di alveari, al massimo quindici.» Racconta Pietro con il suo solito sorriso sincero e brillante: «Lui mi ha trasmesso questa passione e mi ha sempre spronato a seguirlo per imparare.» La passione per la natura del ventinovenne di Castione non si esaurisce con l’apicoltura: «Come hobby io e la mia famiglia abbiamo da sempre animali da cortile come conigli e galline. A me piace molto andare nel bosco a cercare i funghi e le erbe spontanee in montagna. La natura mi ha sempre attirato e affascinato anche se non avevo mai preso in considerazione di farlo diventare un lavoro a tempo pieno.»Infatti dopo il diploma di geometra il giovane castionese viene assunto alla Radici Group di Villa d’Ogna. Nonostante il lavoro in fabbrica Pietro non allenta il suo legame con la natura. Così nel 2018 lui, il papà e la mamma Giusi Pasinetti decidono di aprire l’Apicoltura Baita del Sole. «Abbiamo scelto questo nome perché uno dei primi nostri apiari si trovava e si trova ancora nei pressi della baita qui sopra casa nostra al Donico. L’ha costruita mio nonno più di ottant’anni fa e l’avevano chiamata così perché ai tempi era la prima abitazione che all’alba riceveva i raggi del sole qui in Presolana.» SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 OTTOBREL'articolo CASTIONE – Pietro l’apicoltore ‘nomade’, turni in fabbrica e poi tra le sue api, il suo miele giudicato il secondo migliore in Italia: “Dall’Altopiano di Clusone al Donico, mamma Giusi e l’Apicoltura Baita del Sole” proviene da Araberara.

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MediaLa questione medici continua a tenere banco a Castelli Calepio. Ne abbiamo parlato sulle pagine del numero di Araberara del 22 settembre e riprendiamo proprio da qui. L’amministrazione comunale ha infatti qualche precisazione da fare: “Quella dei medici è una tematica che stiamo affrontando da tempo e che ci sta a cuore, proprio per questo vorremmo spiegare dei passaggi fondamentali che probabilmente non sono stati recepiti – spiega l’assessore Elena Pagani -. Qualche anno fa abbiamo dovuto fare i conti con la grossa problematica del pensionamento di tre medici di base. Mi sono interfacciata più volte con Ats chiedendo di aiutarci a risolvere questa situazione e se consideriamo il panorama provinciale, possiamo ritenerci fortunati. Non dobbiamo nemmeno dimenticare che è vero che abbiamo quattro frazioni e un territorio vasto, ma siamo comunque un paese. Abbiamo lavorato per raggiungere questo risultato, anche perché il medico di base è un libero professionista e ha la facoltà di scegliere dove andare, se accettare un posto piuttosto che un altro”.Il Comune quindi non è stato a guardare… “Non possiamo di certo sconfinare nelle questioni sanitarie, ma abbiamo fatto ciò che era nelle nostre facoltà. Abbiamo individuato dei locali da sistemare e poi affidarli con un affitto calmierato. Più di un anno fa abbiamo quindi deciso di mostrare l’ambulatorio ai medici, ma non abbiamo riscontrato interesse e quindi la situazione è rimasta ferma. Ci tengo a sottolineare che i due assessori, peraltro abitanti di Cividino, si sono spesi per risolvere la questione non solo dal punto di vista politico, ma anche per andare incontro alle esigenze della popolazione”.   SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 OTTOBREL'articolo CASTELLI CALEPIO – “Ecco come sono andate le cose con i medici. Abbiamo fatto tutto il possibile ma…” proviene da Araberara.

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MediaMassimo Morstabilini è tornato da poco da Parigi, il gemellaggio con Le Raincy continua e non ci si perde certo di vista. E ora testa a Clusone per il rush finale di un anno intenso, nei giorni scorsi consiglio comunale dove la vicenda Setco ha trovato il capitolo finale: “Siamo andati a fare una fusione inversa – spiega il sindaco – sino ad ora la società madre controllava il 100% della Servizi, operazione portata avanti nel 2017 con il parere contrario del revisore dei conti, perché questo ha portato a una duplicazione dei costi, non c’era la necessità di fare una roba del genere e così siamo andati a sistemare il tutto. La Servizi incorporerà la società madre e ci sarà un’unica società, in questo modo i costi diminuiranno. Questa situazione stava portando ad erodere il patrimonio della società, ora si torna come prima”. La Set.co era nata dai sette Comuni dell’Altopiano, ora raggruppa qualcosa come 29 Comuni. La minoranza su questa vicenda aveva presentato un’interrogazione qualche tempo fa, interrogazioni che avevano riguardato anche altri argomenti. Caserma, si parla di lungaggini e ritardi: “E’ tutto pronto, devono fare il trasloco e lo stanno facendo. L’appalto per la caserma è andato un po’ per le lunghe perché ha preso il periodo del covid dove c’è stato un aumento spropositato dei prezzi delle materie prime. Ma siamo riusciti comunque a portarlo a casa in tempi ragionevoli, molte altre opere pubbliche di tanti Comuni non sono più nemmeno partite. E’ stato completato tutto senza nemmeno troppe lungaggini e comunque vorrei ricordare che questo era un appalto della Comunità Montana, non del Comune di Clusone”. Bando centro sportivo: “E stato assegnato alla società Asd Città di Clusone – interviene l’assessore ai lavori pubblici Davide Calegariassegnazione ai primi di settembre dopo due aste deserte. Nel mese di giugno abbiamo rinnovato il bar per 58.000 euro, un rinnovamento totale e poi abbiamo portato l’impianto fotovoltaico da 30 a 60 kwatt, un’opera da 81.000 euro. Siamo andati a sistemare anche l’impianto dei Prati Mini, un mini intervento da 100.000 euro dove abbiamo piastrellato gli spogliatoi, dipinto i locali e sistemato l’impianto di aspirazione”. C’è poi la vicenda del chiostro Angelo Maj, dove la minoranza sostiene che non siete riusciti ad ottenere un finanziamento di quasi 7 milioni da Regione Lombardia: “Le cose non stanno così – spiega Morstabilini – c’è  una convenzione del 2003 dove sta scritto che il Comune di Clusone avrebbe dovuto acquistare il Chiostro, solo nel 2017 c’è stato uno sblocco…SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 OTTOBREL'articolo CLUSONE – Dalla Set.Co al palazzetto: “Gestito dall’Asd Clusone”. Dal chiostro all’Angelo Maj: “Ecco cosa è successo”, al tombotto crollato al Piazzale del Sole… proviene da Araberara.

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