MediaL’Amministrazione comunale di Luzzana ha consegnato il sentito premio ‘Sant’Antonino’ a Italo Ghilardi, persona da sempre legata alla comunità luzzanese, tanto a quella civile, quanto a quella religiosa. “Fin da giovanissimo Italo ha sentito il desiderio di fare qualcosa per il ‘bene comune’, lanciandosi in quell’impresa che ne ha fatto per un ventennio il primo cittadino – spiega il sindaco Ivan Beluzzi – Oggi, più di allora, rimaniamo stupiti e ammirati per il coraggio e la passione di quel ragazzo che a 23 anni era già sindaco del Comune di Luzzana.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo LUZZANA – Il S. Antonino a Italo Ghilardi: ex sindaco e volontario. Beluzzi: “Gli siamo grati per quello che fa” proviene da Araberara.
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MediaA Monasterolo, dopo parecchi anni, tornerà il ‘palo della cuccagna’ (conosciuto da molti anche come ‘albero della cuccagna’), cioè un palo alto 9 metri (o 13, in base alla categoria) che viene ricoperto di grasso o di altre sostanze per rendere difficile ai partecipanti l’arrampicata. Obiettivo del gioco è raggiungere il ‘premio’ posto in cima. Si tratta di un evento fortemente voluto dall’Amministrazione comunale di Monasterolo del Castello, che da mesi lavorava alla sua possibile realizzazione.“È da molto tempo che progettavamo questa iniziativa, stiamo programmando gli ultimi dettagli –spiega il consigliere con delega alla Sicurezza Mirko Trussardi – Vorremmo realizzare l’evento il 16 luglio, ma stiamo ancora attendendo la conferma del capogruppo degli Alpini, perchè la data coincide proprio con la festa delle Penne Nere.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo MONASTEROLO – Il ritorno, dopo molti anni, del ‘palo della cuccagna’ proviene da Araberara.
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MediaGliel’ha insegnato lo sport a combattere, gliel’ha insegnato lo sport a non arrendersi di fronte a niente e a prendersi le vittorie più belle nonostante gli ostacoli che si presentano senza preavviso. Elena Fanchini quella forza ce l’aveva dentro quando i primi giorni del 2018 la malattia, un tumore all’intestino, si è presentata la prima volta e ce l’ha dentro da agosto, quando si è ripresentata. Elena sta affrontando le cure circondata dall’amore della sua famiglia che è il guscio più prezioso e con un’amica speciale come Sofia Goggia, che quel vento in faccia nella discesa di Cortina se l’è preso un po’ anche per Elena.
“’Regalami quel pettorale rosso… vincente’ – ha detto Sofia -. E io ti promisi che, nel caso in cui l’avessi vinta, te l’avrei dedicata, questa gara. Ora posso dirlo, con tutta la forza e la veemenza di cui dispongo, ad alta voce, in quello che è un urlo che esorta a combattere e a non arrendersi: ‘Elly, questa è per te”. Una dedica dolce, di quelle che ti fanno bene al cuore.“Sofia è un’amica, la sentiamo spesso perché siamo state compagne di squadra, in particolare di Sabrina – racconta dall’altra parte del telefono Nadia, la sorella di Elena, mentre i suoi due bambini riempiono in sottofondo il silenzio di casa -. Elena le aveva scritto un messaggio qualche giorno prima per dirle che era stata brava e che quel pettorale era bellissimo… qualche giorno dopo è arrivata la dedica. Elena è stata contenta, gliel’aveva chiesto lei”.Un sorriso nel mezzo di una delle ‘gare’ più toste della vita: “È difficile e penso di non poter capire cosa prova Elena, perché non ci sono io al suo posto e forse anche fuori è complicato capire cosa stiamo provando noi, ma come è già successo con la prima neoplasia che ha avuto nel 2018, sta lottando tantissimo, è forte, anche se sono momenti difficili per tutta la famiglia e soprattutto per lei”.Elena quel tumore l’aveva sconfitto dopo dieci lunghi mesi di chemioterapie, radioterapie e altre cure, ed era tornata in pista con quella tenacia di sempre, fino all’infortunio al perone e poi al ritiro nel 2020: “Stava bene…SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo PRIMO PIANO – Nadia Fanchini racconta la sorella: “Elena sta lottando, il primo tumore, poi il dolore alla gamba, è tornato…” proviene da Araberara.
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“’Regalami quel pettorale rosso… vincente’ – ha detto Sofia -. E io ti promisi che, nel caso in cui l’avessi vinta, te l’avrei dedicata, questa gara. Ora posso dirlo, con tutta la forza e la veemenza di cui dispongo, ad alta voce, in quello che è un urlo che esorta a combattere e a non arrendersi: ‘Elly, questa è per te”. Una dedica dolce, di quelle che ti fanno bene al cuore.“Sofia è un’amica, la sentiamo spesso perché siamo state compagne di squadra, in particolare di Sabrina – racconta dall’altra parte del telefono Nadia, la sorella di Elena, mentre i suoi due bambini riempiono in sottofondo il silenzio di casa -. Elena le aveva scritto un messaggio qualche giorno prima per dirle che era stata brava e che quel pettorale era bellissimo… qualche giorno dopo è arrivata la dedica. Elena è stata contenta, gliel’aveva chiesto lei”.Un sorriso nel mezzo di una delle ‘gare’ più toste della vita: “È difficile e penso di non poter capire cosa prova Elena, perché non ci sono io al suo posto e forse anche fuori è complicato capire cosa stiamo provando noi, ma come è già successo con la prima neoplasia che ha avuto nel 2018, sta lottando tantissimo, è forte, anche se sono momenti difficili per tutta la famiglia e soprattutto per lei”.Elena quel tumore l’aveva sconfitto dopo dieci lunghi mesi di chemioterapie, radioterapie e altre cure, ed era tornata in pista con quella tenacia di sempre, fino all’infortunio al perone e poi al ritiro nel 2020: “Stava bene…SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo PRIMO PIANO – Nadia Fanchini racconta la sorella: “Elena sta lottando, il primo tumore, poi il dolore alla gamba, è tornato…” proviene da Araberara.
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MediaGiulio Minelli, 60 anni, 27 Parigi Dakar, 1 vittoria. Numeri impressionanti, da fare venire i brividi anche solo a scriverli. Come sentire addosso e dentro la passione per i motori e l’avventura, che insieme formano anche l’amore per la vita. Giulio è nella sua officina-negozio a Costa Volpino, tornato da pochi giorni dall’ennesima Parigi – Dakar, intorno a lui moto e moto: “Ho cominciato da ragazzino, scuola meccanico a Edolo, e da allora non ho più smesso, avevo 14 anni, poi dopo qualche anno che facevo il meccanico ho conosciuto Ciro de Petri, a 20 anni la prima Parigi Dakar. Facevo assistenza, meccanico”. Da lì non ho più smesso: “E ho cominciato a fare il navigatore alla Parigi Dakar”, quella Dakar che Giulio ha vinto nel 1986 con Giacomo Vismara, anni in cui la Parigi Dakar era su tutte le tv e su tutti i giornali: “Anche adesso c’è passione e attesa ma in questo momento sono di più i francesi a trasmetterla, noi comunque quest’anno avevamo al seguito un camper di giornalisti sky che ogni giorno facevano una diretta di un quarto d’ora dove raccontavano la gara”. Minelli racconta: “Alla fine degli anni ’90 c’è stato il vero boom per noi italiani, con Ciro De Petri, Edi Orioli, Marinoni, Gualdi. Ricordo le prime Dakar che ho corso, compravamo la bussola dall’orefice, avevamo una cartina geografica e capitava di perdersi e non sapere dove fossimo, la sicurezza era quella che era, ci si perdeva con facilità nel deserto, non c’erano i sistemi di navigazione di oggi. Ora se ti si ferma il camion hai una pulsantiera con un sacco di tasti per tutti i tipi di problemi, volendo in 5 minuti arriva l’elicottero”. Ti sei mai perso i primi anni? quando avevi solo bussola e cartina? “…SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo <strong>COSTA VOLPINO – Giulio e le sue 27 Parigi Dakar e quella vittoria nel 1986: “Il freddo di quest’anno, in tenda, nel deserto sotto la pioggia…”, quella passione che…</strong> proviene da Araberara.
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MediaLo sci è una danza e la montagna è il tuo partner. Così è stato per Cristina Radici, poi è arrivato Luca (Percassi) e lo sci si è fatto da parte. Ma non la montagna, che resta nel cuore e nei progetti di Cristina. Martedì mattina di fine gennaio, Cristina Radici va di corsa, verso mille cose da fare, come sempre.Un passato da sciatrice, un cognome ‘importante’, un altro altrettanto importante acquisito per amore, un presente da imprenditrice e un futuro tutto da scrivere.Figlia di Angelo Radici, nipote di Luciana e Gianni Radici, l’impero del tessile e la culla che ha dato lavoro a mezza Val Seriana, sposata con Luca Percassi, figlio di Antonio, presidente dell’Atalanta, cresciuta a Leffe.Cominciamo: “Fino a 19 anni ho sciato a livello agonistico e mi sono presa delle belle soddisfazioni, poi la mia via ha preso un’altra piega, dovevo studiare, mi sono laureata in Economia a Bergamo e a 25 anni sono diventata mamma di Giovanni; quindi, lo sci l’ho messo da parte”. Dopo Giovanni sono arrivati Alessandro e Angelo.Ma facciamo un salto indietro: “Luca l’ho conosciuto al Liceo, avevo 16 anni e avevamo cominciato a frequentarci, poi ci siamo persi di vista quando è partito per Londra per giocare nel Chelsea, e così la nostra storia è rimasta in una nuvola per un po’ di tempo. Ci siamo rincontrati un anno e mezzo dopo, e abbiamo ripreso a rivederci seriamente, avevo 18 anni e va be’, era l’età giusta per avere una storia seria, e soprattutto eravamo innamorati, così ogni tanto andavo io a Londra e ogni tanto veniva lui allo Stelvio, poi quando a 19 anni ho smesso di sciare è stato tutto più facile vedersi”.Quindi Luca è stato il tuo primo grande amore? “Sì dai, direi anche il più lungo”. Luca come se la cava con gli sci? “Non se la cava, non è il suo sport ma in ogni caso quando poi giochi a calcio devi evitare di fare sport come lo sci dove puoi farti male”.Nel 2009 il matrimonio, che per Bergamo è stato un evento, due imperi che si fondono, due cognomi importantissimi per Bergamo: “Onestamente avendo conosciuto Luca a 16 anni ho vissuto l’amore in modo così naturale che il resto non contava e non conta. Non ho vissuto per fortuna la pressione di due famiglie cosiddette importanti nella bergamasca, eravamo solo io e Luca, due ragazzi innamorati, le nostre due famiglie sono sempre state, per dirla in bergamasco, molto ‘schisce’ con noi, non abbiamo mai dato importanza ai riflettori, poi certo, siamo molto uniti dal punto di vista famigliare ma siamo divisi dal lavoro, ognuno fa le sue cose, ognuno rispetta gli spazi lavorativi dell’altro. E poi quando mi sono sposata ero già mamma, e così non ho sentito la classica pressione del giorno del matrimonio, ma è stata semplicemente una festa, dove mi sono divertita come una matta e non l’ho vissuta con la tradizionale emozione. Per me non era certo l’unione tra Radici e Percassi, ma tra Cristina e Luca, due ragazzi innamorati e già genitori”….SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo IL PERSONAGGIO – <strong>Cristina Radici</strong>: “I miei nonni, Luca, conosciuto sui banchi del liceo, lo sci, l’Atalanta, sono ‘drogata’ di kindle, il Monte Pora come l’Alpe di Siusi e…” proviene da Araberara.
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Media«Siamo qui. Il Comune ci ha abbandonati, si ricorda di noi solo quando deve chiederci i soldi». Soltanto le parole di Mario Huyer rompono il silenzio in via Pascoli a Trescore Balneario.«È da tempo che chiediamo di sistemare la ghiaia nei viali del campo, ma loro non ci ascoltano. Perciò, quando ci hanno chiesto di pagare 100 euro perché era nato un bambino noi abbiamo detto di no».Mario ha 55 anni, un corpo robusto e più basso della media avvolto in un maglione dolcevita grigio. Al centro della testa tonda e pressoché glabra due vispi occhi marroni.«Ci hanno rinchiusi qui e si sono dimenticati di noi. Sembra di essere in un ghetto. Però la gente di Trescore ci conosce bene. Viviamo in questo campo da quasi trent’anni».Percorrendo via Pascoli, una strada di campagna poco curata e in leggera discesa, si incontra una casa in costruzione, una serie infinita e ordinata di serre e una cascina che pare abbandonata. Al centro di tutto ciò si trova il campo nomadi dove è parcheggiata la roulotte bianca di Mario. «Ormai siamo restati qui in pochi. Siamo meno di trenta».Il sole è alto sulla pianura e riscalda il mucchio di copertoni affastellati ai margini dell’asfalto. Il vento freddo soffia delicato facendo vibrare l’erba incolta sulle sponde del rivolo scuro che separa la strada dal campo e solleva una sottile colonna di fumo da un cumulo di cenere poco prima dell’ingresso aperto, delimitato da nessun cancello.Sdraiata lì vicino una bottiglia vuota da 66 cl di birra Peroni e un bidoncino dell’umido fermo in quella posizione da molto tempo.Un lieve odore di bruciato riempie l’aria e Mario Huyer prosegue il suo racconto:«Noi siamo sinti, siamo nomadi, siamo quelli delle giostre! Però io adesso non faccio più quel lavoro. Oggi è diventato molto costoso. Devi avere i posti giusti, altrimenti non rende. Per questo molti di noi hanno i gonfiabili e la macchinetta per lo zucchero filato: è vantaggioso perché hai meno spese e puoi andare in tanti posti. Siamo sempre noi anche quelli che mettono le luci di Natale nei diversi comuni. Però quest’anno, per colpa della crisi e del costo dell’energia elettrica abbiamo lavorato meno».Non è un caso che appoggiate all’unico edificio più alto e vistoso delle roulotte, alle spalle di Mario, ci sono due luminarie a forma di stelle che giacciono semi dimenticate tra un pallone di cuoio sgonfio e una dozzina di bocce di pietra scolorite.Il discorso di Huyer viene interrotto da una donna che gli consegna un tablet bianco che squilla. Lui risponde e dopo la chiamata aggiunge: «Sono due ragazzi di Pescara che vogliono comprare questa macchina. Stanno arrivando qui per vederla»… SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo I SINTI DI TRESCORE – “Siamo dimenticati qui. Questo campo è un ghetto” proviene da Araberara.
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MediaIl tam tam è arrivato un po’ dappertutto, qualcuno diceva fosse vero, altri che erano solo voci. In realtà l’artista Lazza, uno dei cantanti e musicisti più amati dai giovani nei giorni scorsi era davvero a Clusone con la sua troupe e si è fermato due giorni per girare un video musicale. Ma un video musicale davvero particolare, per questo tutte le bocche erano cucite, il video riguarda infatti la canzone ‘Cenere’ che Lazza porta sul palco del Festival di Sanremo in questi giorni, per questo tutto è stato tenuto top secret. Fosse circolato anche solo una strofa o una nota della canzone, Lazza rischiava la squalifica del festival, ecco spiegato il segreto.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo <strong>CLUSONE – Lazza a Clusone per girare il video di ‘Cenere’, il brano del festival di Sanremo, ecco perché era tutto top secret, con lui una troupe di 40 persone</strong> proviene da Araberara.
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MediaIl terremoto di magnitudo 7.8 che ha colpito nella notte tra il 5 e il 6 febbraio il sud est della Turchia e il nord della Siria ha causato la morte di 521 persone.Almeno 284 i morti, e almeno 2.323 i feriti, nelle province turche interessate dal sisma (Adana, Malatya, Gaziantep, Diyarbakir, Hatay, Adiyaman, Osmaniye, Sanliurfa e Kahramanmaras) ma il bilancio è destinato a salire. Sono almeno 237 le vittime nel nord della Siria dove sono state colpite, oltre alle zone sul confine turco, anche le città di Aleppo, Latakya, Tartus e Hama. Anche i danni sono ingenti.Come riporta Ansa, la ong di protezione civile siriana White Helmets (Caschi Bianchi) ha dichiarato lo stato di emergenza nel nord-est del Paese e ha lanciato un appello alle organizzazioni umanitarie internazionali affinché intervengano con aiuti in tempi rapidi. Il sisma è avvenuto alle 4:17 del mattino (le 2:17 ora italiana) e ha avuto il suo epicentro nei pressi di Gaziantep, città del sud est della Turchia a una cinquantina di chilometri dal confine siriano. Centinaia gli edifici distrutti dal sisma: oltre alle abitazioni, è quasi completamente crollata la Chiesa dell’Annunciazione di Iskenderun, cattedrale cattolica risalente al 19esimo secolo. Ridotto a un cumulo di macerie il castello di Gaziantep, struttura di epoca romana costruita nel terzo secolo. Le operazioni di soccorso continuano, si stima che moltissime persone siano ancora sotto le macerie e il presidente turco Recep Tayyip Erdogan viene costantemente informato sulla situazione.Il Dipartimento della Protezione Civile aveva inizialmente diramato un allarme per un possibile maremoto a causa del sisma in Turchia ma l’allerta è stata successivamente revocata. Gli Stati Uniti hanno dato la disponibilità ad inviare “qualsiasi tipo di assistenza” ad Ankara mentre dall’Azerbaigian è già stata inviata una squadra di 370 persone per aiutare nei soccorsi. Il terremoto è stato avvertito anche nelle province centrali della Turchia e anche in Israele.L'articolo Terremoto tra Turchia e Siria: 521 morti proviene da Araberara.
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Media“Non mi commuovo mai, ma stavolta la lacrimuccia mi è scesa”, ha detto la maestra Natalina Facchinetti, 91 anni, davanti agli alunni della sua Quinta C dell’anno scolastico 1981-1982. Quarant’anni dopo un incontro davvero speciale nella stessa classe in cui sono cresciuti i diciannove ragazzini di Gorlago, tra cui il sindaco Elena Grena e il consigliere di minoranza Marco Illipronti (era presente anche il vice sindaco Siro Longaretti, di qualche anno più grande).SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo GORLAGO – La maestra Natalina torna in classe dopo 40 anni per rivedere i suoi alunni della Quinta C proviene da Araberara.
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MediaAlla fine non se ne è fatto niente. La questione del bar chiuso ad Azzone, l’unico bar del paese con annesso appello dell’amministrazione comunale che aveva richiamato decine, centinaia di telefonate e interessamenti da tutta Italia per riaprirlo, rimane chiuso. La proprietà non sembra intenzionata ad affittare o a far riaprire, quindi niente da fare.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo VAL DI SCALVE – E alla fine il bar di Azzone con richieste per gestirlo da tutta Italia rimane chiuso. Anche a Schilpario e Dezzo bar chiusi e ora… proviene da Araberara.
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MediaAngelo PagliarinNeppure l’arrivo in città del Presidente della Repubblica nel mese scorso è riuscito a convincere il sindaco di Castione ad assolvere direttamente al ruolo istituzionale di presenziare alla cerimonia ufficiale insieme agli altri sindaci della Provincia; per la verità pare proprio un ruolo da lui sistematicamente scansato e che la gente non perde occasione di rimarcare ogni volta malinconicamente; nessuno può pretende che un sindaco presenzi ovunque venga invitato ma nel caso di Castione pare proprio che nessuna occasione sia di gradimento tale da presenziare in prima persona. Addirittura anche in occasione della Festa del Comune, la consegna delle benemerenze e dei vari riconoscimenti dell’Amministrazione Comunale si è svolta senza il Sindaco.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo CASTIONE – INTERVENTO – Castionexit? Comune alla ricerca dell’identità perduta proviene da Araberara.
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MediaLa crepa si allarga. Ma la crepa che si allarga non è solo quella nella roccia ma anche quella dei dubbi, che si stanno ampliando per molti, la questione lavori in Poltrragno, in questo caso la tanto discussa ciclopedonale che è stata accompagnata da polemiche fin dalla sua progettazione, ora, complice appunto la crepa pericolante nella roccia, amplifica anche le polemiche. Mettiamoci anche che i lavori sono fermi e in notevole ritardo e gli ingredienti ci sono tutti: “Noi da subito siamo sempre stati chiari – commenta il capogruppo di minoranza Graziano Martinelli – l’idea originale era quella di collegare la periferia del paese con il versante Frati e Via nazionale verso il paese…SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo LOVERE – Quella crepa che si allarga fra mille dubbi: “Costi e tempi lievitati, ma si passa in due in bici? Manca sicurezza, ci saranno due semafori fissi e…” proviene da Araberara.
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MediaPer i nostri peccati dovremmo chiedere la soluzione, non (solo) l’assoluzione. Vale per tutti, preti e non preti. Scrivere questo pezzo implica il fatto che come spesso accade, troppe volte, qualcuno si scaglierà contro i giornali, in questo caso il nostro, perché ci sono notizie che, sempre secondo qualcuno, vanno taciute, modificate, non date. Ma la differenza tra il dare una notizia, che quindi è successa e non l’abbiamo fatta succedere noi, e il fare polemica o uscire dai bordi di ogni limite è notevole. In queste settimane se ne sono sentite di tutti i colori, complici anche i soliti social, che ormai si atteggiano a fonti di verità inconfutabili dove poter offendere o sparare giudizi su tutto e tutti.Qui rendiamo conto di quanto è successo a Solto Collina, Riva di Solto, Fonteno e dintorni, e per dintorni si intendono Esmate e Zorzino, da dove l’Arciprete di Solto Collina e parroco delle altre 4 parrocchie, Don Lorenzo Micheli è stato trasferito in fretta e furia dalla Curia per una destinazione ‘sconosciuta’ (neanche troppo) per evitare che lo scandalo (e non il peccato), travolgesse anche chi in questa storia non c’entra, appunto la Chiesa (e la Curia) in primis. Gesù scelse dodici apostoli: uno l’ha tradito, un altro l’ha rinnegato, altri nove se la sono squagliata al momento del bisogno. Nessuno gliene ha fatto una colpa.Visto che quando un prete fa l’entrata in paese, così come quando se ne va, gli dedichiamo ampio spazio, perché anche se i tempi cambiano, il parroco di un paese rimane un punto di riferimento per molti, non potevamo fare gli struzzi e fingere che non fosse successo niente. …SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo SOLTO COLLINA – L’addio di don Lorenzo. L’ambiguità del peccato, la paura dello scandalo proviene da Araberara.
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MediaMolti mesi sono passati da quando è stata realizzata (ma è più corretto dire dipinta…) la rotonda sull’incrocio tra Via Suardi, la strada parallela alla Statale 42 che collega il centro di Casazza con Spinone al Lago, e Via Vittorio Veneto, a pochi passi dalla caserma dei Carabinieri. Un piccolo cerchio di vernice bianca disegnato in mezzo alla strada, una ‘rotondina’ che ha generato polemiche e ironie. Le polemiche nascevano dal fatto che, secondo molti cittadini, la rotonda sarebbe insicura, nel senso che invece di migliorare la sicurezza in quella zona del paese, avrebbe l’effetto contrario; le ironie sono invece alimentate dall’aspetto dimesso della rotatoria e dalla presenza di una sorta di barriere spartitraffico. Già… a distanza di molti mesi quelle barriere sono ancora lì. Ma a cosa servono?SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo CASAZZA – Altro incidente, la ‘rotondina’ è ‘insicura’: “Non serve a niente, anzi, è pericolosa” proviene da Araberara.
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MediaGli impianti sono fermi, ma dopo mesi di bufera, ora sembra di vedere la fine, o meglio, l’inizio dei lavori.“Il 17 gennaio è stata assegnata la direzione dei lavori – spiega il sindaco Gabriele Bettineschi – e a breve verrà firmata la convenzione che darà in concessione a Rs Impianti la progettazione, realizzazione e gestione del comprensorio sciistico per 60 anni. A quel punto la società presenterà il progetto esecutivo che dovrà essere approvato in giunta”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo COLERE – Impianti, c’è il direttore dei lavori (di Bolzano), ora mancano convenzione e progetto esecutivo proviene da Araberara.
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MediaIl Centro Tennis comunale di Via Dott. Libero Signorelli è pronto per il grande e atteso ritorno. Chiuso da ormai sei anni e un punto di riferimento non solo per Grumello del Monte ma anche fuori dai confini comunali, dovrebbe ripartire alla fine di questo mese. Ad aggiudicarsi il bando nel corso del 2022 era stata la società Padel Club 78, che ha presentato il progetto denominato ‘Olympic Grumello’, composto dalla creazione di una struttura multi sportiva che si basa sulla realizzazione di quattro campi da Padel coperti, un campo da tennis in terra rossa e un campo in erba sintetica polivalente tennis e calcio a 5.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo GRUMELLO DEL MONTE – Il nuovo volto del Centro Tennis: padel, calcio, tennis, bistrot e un’area giochi per i più piccoli proviene da Araberara.
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MediaAlla fine, la ‘battaglia delle 100 firme’ è stata vinta dai sottoscrittori, cioè da quei cittadini di Ranzanico che in questi mesi hanno apertamente contestato il divieto di transito per i non residenti che il sindaco Renato Freri ha messo diversi mesi fa in Via Don Pezzotta, la strada che dalla piazza del Municipio porta alla Provinciale che conduce a Bianzano e in Valle Rossa. A farne le spese il ‘povero’ cartello di divieto che è stato prontamente tolto il giorno dopo la seduta del Consiglio comunale ‘aperto’ che era stato convocato per discutere dell’argomento.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo RANZANICO – 100 firme contro il divieto di transito ai non residenti… e Freri toglie il cartello proviene da Araberara.
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MediaSempre finalizzate a ‘dare la sveglia’ al paese – come afferma Beppe Imberti, ex-sindaco, che ha preso l’iniziativa di radunare i suoi compaesani in vista della formazione di una lista alternativa all’Amministrazione attuale da presentare alle prossima competizione elettorale – si susseguono le riunioni in cui si affrontano le argomentazioni da analizzare per trovare la coesione delle candidature. La riflessione si sviluppa intorno ad alcuni argomenti che Imberti così sintetizza:“La maggior parte dei sindaci pensa solo al proprio orticello, forse anche perché per alcuni di essi la carica di primo cittadino è diventata la garanzia di una sorta di prebenda (indennità di carica) a cui non vogliono rinunciare…SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo CASNIGO – Beppe Imberti e la ‘sveglia al paese’ per le elezioni: “Troppi sindaci pensano al proprio orticello” proviene da Araberara.
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MediaLa frase più significativa che in queste settimane è comparsa sui social albinesi è stata scritta da una mamma di Bondo Petello: “Abbiamo il dovere di salvaguardare le piccole comunità, lo dobbiamo fare per i nostri figli. Facciamo in modo che i nostri bambini abbiano la possibilità di continuare a frequentare un’ottima scuola dove ci sono insegnanti capaci, attenti e competenti che mettono al primo posto i bambini con le loro diversità, i loro interessi e i loro punti di forza”.In gioco (lo abbiamo scritto più volte nel corso del 2022) c’è la classe prima della scuola Elementare di questa frazione del Comune di Albino.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo ALBINO – BONDO PETELLO – Il futuro della scuola di Bondo, l’appello social delle mamme e le bocche cucite proviene da Araberara.
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MediaNel 2009 la Giunta di centrosinistra guidata dall’allora sindaco Luca Carrara aveva promosso l’iniziativa ‘Albino fotovoltaica’ che prevedeva, grazie anche ad alcuni incentivi, di mettere dei pannelli fotovoltaici su abitazioni private ed edifici pubblici di proprietà del Comune di Albino. Oggi, a distanza di quasi tre lustri, alcuni di quegli impianti registrano problemi: qualcuno è stato danneggiato, come quelli sul Valseriana Center e sulla scuola ‘Margherita Hack’, mentre altri non sono efficienti.Da diversi mesi il gruppo di minoranza ‘RinnovAlbino’ sta chiedendo al sindaco Fabio Terzi (successore di Carrara) alcune informazioni e dati riguardanti il funzionamento degli impianti fotovoltaici posati sui tetti degli edifici pubblici… ma senza avere una risposta. SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 FEBBRAIOL'articolo ALBINO – LA POLEMICA – Il fotovoltaico in salsa albinese, tra impianti danneggiati e malfunzionanti. Botta e risposta tra sindaco e minoranza proviene da Araberara.
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