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<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2023/01/lisa-martignetti4-1-e1672990794501.jpeg">Media</a>È una domenica mattina di sole a Bergamo, Lisa sorride dall’altra parte del telefono, è stata una settimana impegnativa, il cellulare in tasca che continua a squillare, tanti progetti per la testa, non c’è tempo per fermarsi, “<em>perché la Signora non va in vacanza</em>”. Lisa di cognome fa Martignetti, mamma di Rebecca, 10 anni, lei invece ne ha quasi 41, di professione (ma soprattutto di passione) Funeral Planner, organizzatrice di funerali dal 2019. Un mestiere quasi… sconosciuto in Italia che significa “<em>prendersi cura di chi sta per partire verso il grande viaggio e occuparsi anche e soprattutto di chi rimane</em>”. Lisa con la vita e con la morte ha un rapporto quotidiano, speciale oserei dire, la ‘Signora’ la guarda negli occhi, la affronta con quel fare dolce che accompagna ogni suo passo, ogni sua pianificazione ed entra in punta di piedi nelle famiglie che diventano le sue famiglie. Così come si organizza un matrimonio, così un funerale, e “<em>quel giorno le persone sono lì per te e per nessun altro, tu sei la protagonista. È come realizzare una lista dei desideri</em>”. Mentre mescolo queste parole e ascolto la voce di Lisa, mi passa per la mente il romanzo di Valérie Perrin, ‘Cambiare l’acqua ai fiori’. In Lisa ci rivedo Violette.“<em>Parlo da sola. Parlo ai morti, ai gatti, alle lucertole, ai fiori, a Dio (non sempre gentilmente). Parlo a me stessa, m’interrogo, mi chiamo, mi faccio coraggio. Non rientro negli schemi. Non sono mai rientrata negli schemi”,</em> un po’ come Lisa, che ha… dato vita a una professione ‘originale’ in un Paese in cui la morte è ancora un argomento difficile da affrontare. E Lisa qui non ci è arrivata di certo per caso, perché la scintilla si è accesa nello sguardo curioso di una bambina che vede il cimitero come un luogo da scoprire, un luogo dove si respira vita a pieni polmoni. Che a qualcuno può sembrare strano, impossibile.E allora partiamo proprio da qui, da quell’istante in cui la sua mano ha lasciato quella della nonna per andare a raccogliere un vaso che era caduto a terra. “<em>Ho avuto la grandissima fortuna di avere una famiglia che mi ha educato alla ‘Signora’, la morte, fin da piccolina. Avevo quattro anni quando mia nonna mi ha portato per la prima volta al cimitero dove era sepolta la sua bimba, la sorella gemella di mio papà. Mio nonno mi ha raccontato spesso come ho reagito, ero stupita, ho chiesto dove mi trovavo e poi, quando ho visto quel vaso di fiori sono subito corsa a raccoglierlo per rimetterlo al suo posto… e continuo a farlo ancora oggi. E quello è stato anche il primo gesto di mia figlia quando l’ho portata al cimitero… mi viene la pelle d’oca solo a raccontarlo</em>”.Non è un caso nemmeno che Lisa sui social si faccia chiamare ‘La ragazza dei cimiteri’: “<em>Con il tempo ho coltivato questo grande amore per il cimitero, perché è un luogo di riparo, di sicurezza, di studio, di post produzione delle mie fotografie, di amore e di lettura. È un luogo che per molti è un luogo di morte, ma al suo interno regna la vita. Qui trovi tutto, la vita e la morte, trovi la gioia, che vedo per esempio in mia figlia quando saltella tra i vialetti, perché per i bambini diventa un luogo da scoprire, e poi certo, c’è il dolore, ovviamente. Regnano anche la natura, gli animali, ci sono i gatti che si aggirano tra le tombe, gli uccellini… Io ho la mia panchina, dove mi siedo e osservo cosa succede attorno a me. Ho coltivato anche l’amore per la fotografia e ho iniziato ad immortalare quelle che io chiamo le mie ‘creature’, i monumenti… mi piace l’idea di dare vita a qualcosa che per molti è associato alla morte. Quando entro nel cimitero metto le cuffie nelle orecchie e ascolto la musica… è come entrare in un regno che ti porta lontano da qualsiasi altra cosa</em>”.Che musica ascolti? “<em>Per me è un rituale fin da quando ero piccola e infatti sono passata dal walkman, al lettore cd, all’ipod e poi al cellulare…
<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2020/03/palazzo-regione-lombardia.jpg">Media</a>La prima cosa da mettere in conto e che fa la differenza con le elezioni politiche che abbiamo avuto in autunno, è che per eleggere gli 80 (79 in quanto il Presidente viene eletto direttamente) consiglieri regionali, la differenza la fanno le preferenze. Quindi anche un candidato che nella lista del suo partito è all’ultimo posto, in realtà può essere eletto se raccoglie più preferenze di quelli che lo precedono.  Si può fare una preferenza scrivendo cognome e nome di un candidato. Si possono fare anche due preferenze, ma in tal caso una deve essere di un maschio e una di una femmina. Non è una differenza da poco perché noi elettori possiamo votare chi conosciamo uno o una che secondo noi o ha fatto bene o lo può fare.Il secondo punto è che si può fare il “voto disgiunto”. Vale a dire uno può votare per un candidato alla presidenza (Fontana, Moratti, Majorino e se ne aggiungerà magari qualcun altro in questi ultimi giorni) e votare poi per una lista di un partito che non sostiene quel presidente.Si segnala un intero territorio, l’Alto Sebino, che non ha alcun candidato in Regione (altro territorio omogeneo bergamasco senza candidati è la piccola Val di Scalve). A iosa invece i candidati della Val Seriana in vari partiti. Che poi qualcuno venga eletto è ovviamente da vedere. La Val Cavallina ripresenta un personaggio “storico” come Valerio Bettoni. Il Basso Sebino ha due candidati, uno in Forza Italia e uno nella Lega.Mentre andiamo in stampa in alcuni schieramenti si è ancora in alto mare, c’è una rosa di candidati, ma già la difficoltà a candidare 5 maschi e 5 femmine determina esclusioni magari eccellenti.Analizziamo le liste riguardanti la bergamasca, con l’avvertenza che tra una settimana si presenteranno anche liste civiche a sostegno dei vari candidati alla presidenza. Cominciando dal partito che alle politiche è risultato vincente.<strong>Fratelli (e sorelle) d’Italia</strong>Oltre ai “fratelli” bisognerà avere anche cinque “sorelle”, per via dell’alternanza di genere. Qui i due certi sono i consiglieri uscenti, vale a dire <strong>Paolo Franco</strong> e <strong>Lara Magoni.</strong> Poi ci sono nomi a gogò. Favoritissime nelle candidature le donne, che devono essere cinque e quindi nella rosa che indichiamo praticamente i posti sarebbero occupati, secondo le indicazioni vincolanti di Daniela Santanché, ministro del Turismo in carica. Troppi i maschi. Insomma la lista va sfoltita al maschile. Interessante sarebbe la gara per ottenere le preferenze tra <strong>Pietro Macconi</strong>, volto storico della destra bergamasca, già consigliere regionale di Alleanza Nazionale, il partito da cui poi è scaturito Fratelli d’Italia e <strong>Demis Todeschini</strong>, consigliere provinciale valdimagnino ma che in provincia è stato ed è punto di riferimento importante del partito della Meloni. E interessante sarà anche vedere se, nella spartizione delle preferenze a livello provinciale, si può inserire anche il nome del giovane e rampante sindaco di Onore, <strong>Michele Schiavi</strong>….<strong>Forza Italia</strong>Il nuovo coordinatore del partito, <strong>Alessandro Sorte</strong> ha definito i dieci candidati. Il problema è che il partito è calato molto e quindi le prospettive di essere eletti si sono ridotte. Capolista (ma abbiamo visto che conta relativamente essendoci le preferenze) è <strong>Valerio Bettoni</strong>, già presidente della Provincia. Ma spicca anche la candidatura dell’attuale presidente della Comunità Montana dei laghi <strong>Adriana Bellini.</strong> Per la Val Seriana scende in campo <strong>Antonella Luzzana….</strong><strong>Lega</strong>Il nuovo segretario provinciale ha voluto le primarie e quindi i candidati sono stati scelti dai militanti. Anche qui cinque maschi e cinque femmine (tra l’altro la più votata è stata proprio una consigliere regionale uscente)….<strong>Partito Democratico</strong>Definita la lista con due posti riservati al PSI…
MediaPelè, O Rey, il più grande col pallone tra i piedi. Padre Antonio Berta, missionario, il più grande con i bimbi nel cuore, lui che ha fondato la ‘Ciudad del Ninos’ in Bolivia. Pelè da San Paolo, cuore del Brasile, Padre Antonio Berta da Sovere, nella bergamasca. Mondi lontani, ma non abbastanza per ritrovarsi vicini quando serve. Padre Antonio era in Bolivia, la squadra di Pelè aveva giocato una partita nella città boliviana dove il patronato stava costruendo la sua seconda squadra ‘Ciudad del Ninos’. Padre Antonio non era certo un tipo che le mandava a dire quando c’era bisogno di aiutare: “E così – raccontò allora – ne ho approfittato per parlare con lui, perché so che si interessa dei ragazzi abbandonati. Mi ha dato 300 dollari (circa 200 mila lire, che in Bolivia valgono quattro volte più che in Italia) e mi ha assicurato che in aprile mi manderà una buona somma. Lo so, ho avuto la faccia di tolla ma che volete, un mio fratello mi diceva che dovevo fare ol fra Sircot”. Pelè è stato di parola, e consegnò, sembra, l’equivalente di 70 milioni di lire, per la Ciudad del Los Ninos. Quella città che ha accolto e accoglie bambini raccolti per strada, bambini che erano stati abbandonati, picchiati, violentati. Padre Antonio ha donato loro un posto che andava oltre le mura, un posto dove sentirsi a casa. E in questi giorni che Pelè se ne è andato, abbiamo voluto raccontare questo strano incontro, un incontro tra due giganti che percorrevano strade diverse, ma che per un certo tratto quelle due strade l’hanno fatta diventare una strada sola, una strada che porta in braccio alla vita, destinazione meraviglia.Padre Antonio, la sua lunga barba, gli occhi intensi, che sembravano arrivarti dritti dentro ogni battito di cuore, allegro, vivo, intrepido. Capace di sopportare avversità, sofferenze, difficoltà con quella voglia di vita intensa e unica. Don Bepo Vavassori, fondatore del Patronato che ha dato forma a quel sogno che si incarna nella Ciudad de los Ninos in Bolivia. Una città della gioia, immaginatevi una città abitata da ragazzini, che corrono felici dietro a un pallone, lungo un fiume o che si tengono per mano. Che all’improvviso la povertà si fa da parte, scompare, perché dove non si è più soli la povertà sparisce, non esiste più. O non la si sente più come prima. Perché chi è amato non è povero. E’ molto più ricco di chi ha in mano quei fogli che si chiamano banconote ma non ha nessuno attorno. Era estate, era il 31 luglio del 1966 quando Padre Antonio Berta partì per la prima volta per la Bolivia:  “La speranza è l’unica arma con la quale si può andare avanti”, diceva Padre Antonio. E lui ha dato forma alla speranza, la speranza è diventata le fondamenta per un mondo per i ragazzi boliviani. Arrivato in Bolivia, Padre Antonio è stato in un orfanotrofio statale di La Paz, poi quando ha preso le misure di ciò che doveva e non doveva più essere, ha voluto, immaginato e creato una struttura diversa, accogliendo ragazzi, bambini, a cui ha donato un futuro, un mestiere, una vita….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 6 GENNAIOL'articolo BOLIVIA – SOVERE – Quando Pelè donò 70 milioni di lire a Padre Antonio Berta per la Ciudad del Ninos… proviene da Araberara.

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Media“Vorrei che la vita, per voi e per me, fosse cominciata soltanto da Ponte Nossa. Guardate come sono pazzo e presuntuoso, e quante cose pazze vi scrivo”L’anno appena passato era il centesimo dalla morte di Giovanni Verga (Catania, 1840-1922), scrittore, drammaturgo e senatore, considerato il maggior esponente della corrente letteraria del Verismo.Con l’unità d’Italia lasciò la città natale per trasferirsi dapprima a Firenze, poi a Milano, ove restò, pur se con diversi ritorni a Catania, fino al 1893.In questo ventennio con la pianista Francesca ‘Dina’ Castellazzi, contessa di Sordevolo, ha una relazione che durò tutta la vita, anche se la riluttanza di Verga al matrimonio la ridusse nel tempo  ad una affettuosa amicizia. Lo scrittore in una lettera la descrive come “una donna molto avvenente, elegante, istruita, pianista piuttosto quotata che scrive e dipinge”.Nonostante una lettera che Dina scrisse al nipote di Verga in occasione della morte del “suo” Giovanni, in cui rivela che la loro conoscenza risaliva a 34 anni addietro, e dunque al 1888, sappiamo per certo che i due si conobbero a Roma all’Hotel Milan di piazza Montecitorio nell’81. Lei aveva 21 anni e lui 41. La differenza d’età era notevole ma non insolita per quei tempi. Divennero subito amanti, come se evince dalle lettere infuocate che i due si scambiarono in seguito.A quei primi anni risale una vacanza che i due organizzarono in val Seriana.Per sfuggire al caldo orribile dell’estate 1882, Verga si rifugia in un paesino dell’Appennino pistoiese, Boscolungo. Da lì consiglia Dina di prendersi una vacanza in qualche località più fresca della Milano di quei giorni. La scelta della contessa cade sulla val Seriana e Giovanni risponde che la raggiungerà:  “nel Bergamasco ci devono essere dei posti belli e adatti”, dice.Così il 9 o l’11 di agosto raggiunge la pianista a Ponte Nossa e alloggia nello stesso albergo, almeno fino al 21, quando spedisce una cartolina alla nipote Caterina a Catania, ma probabilmente qualche giorno in più. La vacanza deve essere stata appassionata se il 26 agosto da Milano scrive a Dina queste parole:“Vi ringrazio di tutto il bene che mi avete fatto. Vi scrivo perché vi vedo ancora come siete rimasta dinanzi ai miei occhi e nel mio cuore. Vorrei che la vita, per voi e per me, fosse cominciata soltanto da Ponte Nossa. Guardate come sono pazzo e presuntuoso, e quante cose pazze vi scrivo”.Il giorno stesso parte per Loverciano, presso Mendrisio in Svizzera, ospite dell’amico conte Alessandro Lester Greppi. La cosa è piuttosto sospetta in quanto con la nipote del conte, Paolina, Verga ebbe una relazione amorosa venticinquennale, iniziata nel 1880, anch’essa costellata di infuocate corrispondenze.  E Paolina è a Mendrisio nell’agosto del 1882, come d’altronde tutte le estati… Questo non impedisce a Giovanni di scrivere a Dina a Ponte Nossa, passando al confidenziale ‘tu’:“Ti ho ancora e sempre dinanzi agli occhi e ti accompagno in ogni ora della tua giornata, e sento che mi manca la più cara e la miglior parte di me stesso. […] Ancora non mi da pace aver perduto questi giorni che avrei potuto passare ancora insieme a te”….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 6 GENNAIOL'articolo L’AUTORE DE “I MALAVOGLIA” RIMPIANGE QUELLA VACANZA – Giovanni Verga in vacanza (con l’amante) a Ponte Nossa in fuga dal “caldo orribile” del 1882 proviene da Araberara.

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Media“Fin da piccola ho viaggiato molto in aereo, spesso verso l’India e l’Inghilterra dove mia madre, Caren D’Roza, che è anglo- indiana, andava a trovare le sue sorelle che avevano sposato degli italiani emigrati per lavoro, come mio padre, che poi però si ritrasferì in Italia. La mamma aveva anche altri parenti in giro per il mondo, per cui la mia famiglia era spesso in viaggio e di tutto questo viaggiare io prediligevo le ore trascorse in volo perché volare mi piaceva moltissimo”.Lara Grassi, 23 anni, ha dunque cominciato molto presto a sognare un futuro da pilota d’aereo, un sogno che però sembrava destinato a ridimensionarsi, ripiegando sulla più accessibile professione di hostess perché in Italia, fino a qualche tempo fa, non c’erano donne che praticassero questa professione: “All’estero però non era una cosa  ‘strana’, e allora, crescendo, la mia convinzione che avrei potuto accedere anch’io a questa professione si rafforzava sempre di più”. Così Lara frequenta il Liceo Linguistico  ‘Golgi’ a Breno, studiando il francese, il tedesco e l’inglese, lingua fondamentale per l’addestramento, e a metà dell’ultimo anno partecipa alle selezioni per la Scuola di Volo L 3; frequenta per 8 mesi la relativa Academy con sede presso l’aeroclub di Bergamo, dove porta a termine la parte teorica del percorso integrato. Per la parte pratica di volo si reca in Austria, a Salisburgo, per un addestramento che dopo i primi  6 mesi subisce una pausa forzata per la pandemia e riprende, dopo l’emergenza, per altri 6 mesi: “L’esame relativo l’ho sostenuto nell’estate del 2021 e la licenza austriaca, ottenuta  nell’estate dello stesso anno, è arrivata ufficialmente a dicembre. L’anno successivo ho partecipato alle selezioni per diverse compagnie aeree e infine ho iniziato l’addestramento specifico presso la compagnia aerea italiana che mi ha scelto, per cui per tutto il 2022 ho lavorato a Milano, per due/tre giorni ogni settimana, su un simulatore di volo”. Un addestramento che dura tuttora, mentre nel tempo che le resta libero Lara, in collaborazione con la Biblioteca di Schilpario,  impartisce lezioni di inglese e di tedesco a chi ha bisogno di certificazioni particolari nonché ripetizioni di matematica e di fisica, materie che, come afferma, sono il suo ‘pane quotidiano’: “Nel frattempo continuo a studiare perché il mio settore necessita di un costante aggiornamento anche teorico, nel tempo libero mi piace leggere e stare un po’ col mio ragazzo, che si occupa di tutt’altro ed è meglio così perché lavorare tutti e due nello stesso settore sarebbe inconciliabile con un futuro progetto di famiglia”.   Il lungo percorso di Lara non è evidentemente finito: il prossimo obiettivo da raggiungere sono le 1500 ore di volo, circa 500 all’anno, con le quali si diventa  piloti junior, cioè copiloti a tutti gli effetti, premessa per poter accedere al corso di comando e quindi al ruolo di comandante…SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 6 GENNAIOL'articolo SCHILPARIO -LA STORIA – Lara Grassi, 23 anni, sarà la prima donna pilota d’aereo bergamasca: “Era il mio sogno fin da piccola quando viaggiavo verso l’India e l’Inghilterra con mia madre” proviene da Araberara.

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Media6 gennaio – Muore a 84 anni l’attore Sidney Poitier, protagonista di film famosi come “Indovina chi viene a cena” (1967) e “La calda notte dell’ispettore Tibbs” (1967).11 gennaio – Aveva 65 anni David Sassoli, giornalista, presidente del Parlamento Europeo.1 febbraio – Tito Stagno, 92 anni, era famoso per aver commentato in diretta il primo sbarco sulla luna (20 luglio 1969).2 febbraio – Muore l’attrice Monica Vitti. Aveva 90 anni. Era stata protagonista di molti film tra cui “L’avventura” (1960) e “La ragazza con la pistola” (1968).13 marzo – Aveva 71 anni l’attore americano William Hurt, protagonista di film come “Figli di un dio minore” (1986)17 aprile – Muore a 77 anni l’attrice e cantante Catherine Spaak (“il sorpasso”, “La noia”, “La voglia matta”, “L’armata Brancaleone” e oltre 50 altri film). Famose la sue canzoni “Quelli della mia età”, “Noi siamo i giovani”, “L’esercito del surf”.30 aprile – Ad appena 54 anni muore Mino Raiola, famoso nel mondo del calcio come potente procuratore di calciatori famosi.25 maggio – Era ancora in carica come sindaco di Nusco Ciriaco De Mita, protagonista negli anni 80 della politica nazionale e democristiana.6 giugno – A 92 anni muore Gianni Clerici, commentatore del tennis internazionale.17 giugno – Grande attore, muore a 91 anni Jean Louis Trintignant, protagonista de “Il Sorpasso” ma anche di “Un uomo, una donna”.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 6 GENNAIOL'articolo GRANDI DECESSI – Le morti “eccellenti” del 2022 proviene da Araberara.

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MediaVia Mazzini, il cuore commerciale di Albino. Tra i tanti negozi di questa arteria del centro storico c’è un piccolo gioiello, una enoteca che a dicembre ha ottenuto un significativo riconoscimento, il marchio ‘Imprendigreen’, assegnato da Confcommercio a quelle aziende (otto in provincia di Bergamo) che hanno dimostrato un comportamento ‘ambientalmente virtuoso’.Siamo quindi andati a parlare con Matteo Maggi, 35 anni, l’attuale titolare dell’Enoteca Wimply. Con lui ci immergiamo in 60 anni di storia, di lavoro, di passione.Sì, perché a fondare questa enoteca è stata nonna Pierina Piccinini nel lontano 1962. “Siamo alla terza generazione – sorride Matteo – La fondatrice è stata mia nonna, che è andata avanti fino al 2002. Poi, con l’arrivo dell’euro, non se l’è più sentita. È quindi subentrato mio papà Mauro, che l’ha guidata per 20 anni. Due anni fa è andato in pensione e ho preso in mano io l’enoteca. Facevo l’impiegato al Cotonificio Albini ed ho completamente cambiato vita, anche se io, in realtà, ho sempre bazzicato qui fin da quando ero bambino, anche perché qui abbiamo anche la nostra casa”.L’enoteca è molto cambiata rispetto al momento della sua nascita. “All’epoca si trattava di una fiaschetteria – spiega Matteo – dove il vino veniva travasato dalle damigiane nei fiaschi e poi venduto. Questo negozio era diviso in due: da una parte c’era la fiaschetteria della nonna, dall’altra la bottega di barbiere del nonno. A mia nonna la licenza era stata data da una parente che nell’altra parte della strada aveva un’osteria e che stava cessando l’attività.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 6 GENNAIOL'articolo ALBINO – IL PERSONAGGIO – L’Enoteca Wimply, 60 anni di passione e di qualità, da nonna Pierina al nipote Matteo proviene da Araberara.

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MediaSempre lui. Luciano Verzeroli, titolare della Vemec, l’azienda di Ardesio fondata nel 1983 proprio da lui, azienda leader nella progettazione, sviluppo e realizzazione di componenti e assiemi meccanici che operano in diversi settori industrial come le macchine tessili, macchine agricole, macchine utensili, macchine per la lavorazione del marmo e del vetro, macchine per stampa ecc,  Verzeroli è al lavoro per la realizzazione di un hotel 5 stelle, unico in zona, dove una volta sorgeva il Collina Verde, reception, grande piscina metà coperta e metà scoperta, comunicanti, un immenso solarium, una Spa, bar in terrazza con vista mozzafiato sull’altopiano, un ristorante di alto livello, diversi chalet con suite e poi una super suite con tutti i confort. Il tutto dovrebbe essere pronto per Natale 2023 ma ora Verzeroli rilancia e oltre al lusso punta anche sui giovani, sarà infatti ancora lui a rilanciare l’ex Park Hotel o Hitek, nella sua versione recente prima della definitiva chiusura. Che ci fosse un imprenditore pronto a buttarsi sul settore giovani lo avevamo scritto, mancava solo il nome, e il nome è ancora quello di Luciano Verzeroli: “Siamo soddisfatti – commenta il sindaco Massimo Morstabilinic’era un buco sul fronte giovani, da tempo cercavamo di risolverlo e serviva un luogo di ritrovo, qualcuno che crede in questo settore”. L’attuale edificio verrà abbattuto e ricostruito da nuovo, non sarà una semplice discoteca ma un locale per giovani a 360 gradi, dove troveranno posto spazi per fast food, per rilassarsi e per praticare anche attività sportiva.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 6 GENNAIOL'articolo CLUSONE – L’imprenditore Luciano Verzeroli dopo il rilancio del Collina Verde, realizzerà anche la discoteca dove c’era il Park Hotel: ecco i tempi proviene da Araberara.

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MediaA Villongo Michele Marchesi – il campione da record di Caduta Libera, il programma condotto da Gerry Scotti su Canale 5, con 98 puntate e 646mila euro vinti – è stato il giorno di Natale, dalla sua famiglia, toccata e fuga prima di rientrare a Pavia, dove è specializzando all’ultimo anno di Neuropsichiatria Infantile. È proprio questo il suo mondo, che racconta tutto d’un fiato con una passione che leggi nelle sue parole: “Ho scelto questo ramo, che è molto bello e molto vasto, perché riguarda sia la neurologia che la psichiatria dei bambini, e questo significa anche prendersi cura della famiglia… una cosa complessa e interessante. Mi sono sempre interessato al neurosviluppo e in particolare ai disturbi dello spettro dell’autismo e adesso sto cercando di concentrarmi proprio su quella parte aprendo anche alla disabilità intellettiva. Una strada che mi ha attirato un po’ per esperienza personale e durante i sei anni di studio, mi sono sempre reso conto che questo è il tipo di medico che voglio fare”.Le tue passioni? “Mi piace molto lo sport, anche se da un po’ di tempo non lo pratico e lo guardo soltanto. Ho giocato a calcio fino all’ultimo anno delle Superiori, ho iniziato da piccolo all’Oratorio di Villongo, sono passato alla Grumellese e al Val Calepio, poi è diventato impegnativo riuscire a gestire anche la scuola, anche se non ero un grande studioso (sorride, ndr). Adesso mi piace seguirlo, tifo Inter, ma simpatizzo per l’Atalanta e poi mi piacciono molto anche gli sport americani, soprattutto il football. Quando ero piccolo mi piaceva anche molto leggere e infatti molto di ciò che conosco oggi è grazie anche a quello”.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 6 GENNAIOL'articolo VILLONGO – Michele, campione di Caduta Libera: “Mi fermo sempre sullo stesso gradino prima di entrare, nonna Maria e i miei vestiti. Farò il neuropsichiatra infantile” proviene da Araberara.

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MediaNessun incremento delle tasse e aumento per le spese delle utenze di 200.000 euro – commenta il sindaco Massimo Morstabilini fresco di approvazione del bilancio – non abbiamo inserito i 4.600.000 euro per i tre bandi che abbiamo vinto perché avevamo già chiuso il bilancio. Abbiamo davanti un anno intenso, Bergamo e Brescia Capitale della Cultura, su questo fronte abbiamo pronte iniziative e manifestazioni, inizierà il cantiere del Monte Polenta con il parco, la strada che porta alla Capanna Ilaria, tutta la questione turismo con la cartellonistica informativa, i percorsi turistici itineranti dove abbiamo preso un finanziamento di 400.000 euro per il turismo inclusivo. Insomma, abbiamo davanti un anno intensissimo. Mettiamoci anche che abbiamo preso un finanziamento per i servizi sociali di 4.200.000 euro che riguardano anziani e disabili e che comprende anche la realizzazione di un parco pubblico alle Fiorine”. Bergamo e Brescia capitale della Cultura: “Noi come Clusone abbiamo sul tavolo due filoni, la Mostra sul Cifrondi che riguarda anche Brescia e il festival di musica Mirabilis Giovanni Legrenzi, ci affiancheremo all’Accademia Carrara con un’installazione artistica”.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 6 GENNAIOL'articolo CLUSONE – “Nessun incremento delle tasse, il 2023 sarà intensissimo, dal Monte Polenta al parco, ad eventi e….” proviene da Araberara.

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MediaIn piedi. Nella tormenta. (Che poi tutto insieme, ‘In piedi nella tormenta’ è il titolo della rappresentazione teatrale che Tiberio Ghitti sta portando in scena in questi mesi). Dentro la tormenta. Uscirne. Barcollanti. Ghiacciati. Ma con il fuoco dentro. Che poi è quello che conta. Quel fuoco che scalda i poveri. Illumina la strada ai ciechi. Dà conforto agli ultimi. Che potrebbe essere una storia di questi giorni. Che ci sono storie che sono per sempre. Come quella di don Giacomo Vender, che la compagnia Olive a pArte sta portando in scena in questo periodo, ne abbiamo parlato nel numero scorso con un’intervista al regista e attore Tiberio Ghitti, e ora invece raccontiamo il protagonista di questa storia, lui, Don Giacomo Vender, da Lovere. Una storia che sta balzando agli onori della cronaca grazie a Riccardo Vender, nipote di don Giacomo che ha fortemente voluto farla conoscere in questo modo così forte, originale, unico. Che va oltre il semplice racconto. Nella sua Chiesa ha voluto incidere sul pavimento questa frase …” … entro ad adorare Iddio, esco per amare gli Uomini  …”. Don Giacomo Vender nasca il 9 aprile 1909 a Lovere.  Sacerdote nella parrocchia di San Faustino a Brescia e poi parroco di Santo Spirito, nel maggio del 1940 decide di arruolarsi come cappellano militare e viene aggregato al 73° Reggimento Fanteria. Presta servizio a Trieste, in Jugoslavia, in Piemonte e in Francia fino all’8 settembre 1943 quando, rientrato a Brescia, inizia da subito ad aiutare militari sbandati, ebrei e perseguitati politici.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 6 GENNAIOL'articolo LOVERE – IL PERSONAGGIO – Don Giacomo Vender, la guerra, il carcere, gli ultimi, le baracche… Apostolo dei poveri proviene da Araberara.

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Media“Mi è sempre piaciuto scrivere, pensieri e parole mi vengono con facilità fin da quando ero bambino… A scuola nei temi ero piuttosto bravo, non facevo nemmeno la brutta copia come si usava allora, e spesso ne componevo anche per alcuni compagni guadagnandomi qualche mancetta da parte loro”. Così Federico Saccomandi, 53 anni, originario di Castro ma abitante a Sovere, impiegato di banca, sposato con un figlio, al quale scrivere, non più temi ma romanzi, viene facile anche ora che non è più uno scolaro: “Ho iniziato cinque anni fa con alcuni racconti che mandavo ai vari concorsi letterari senza però avere alcun riscontro. Poi il grande salto, quello nel romanzo, che si chiama ‘Prima che cada la notte’, un thriller che tende al noir, ambientato a Roma ma nel quale però gli abitanti della zona del Sebino potranno riconoscere facilmente la loro Montisola.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 6 GENNAIOL'articolo SOVERE – CASTRO – IL PERSONAGGIO – A colloquio col bancario-scrittore che scrive romanzi thriller, giunto al suo secondo titolo in libreria. “Amo le atmosfere cupe e scrivere mi riesce facile” proviene da Araberara.

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MediaDi origine medievale, la chiesa parrocchiale dedicata a San Maurizio potrebbe essere stata costruita intorno all’anno 1000.  Ampliata nel XVI secolo, venne restaurata nel 1901, mentre nel 1913 ne vennero rifatti l’avancorpo e la facciata. Gli ultimi interventi sull’edificio risalgono  al 1925 ed al 1960. La parte più conservata e di maggior interesse architettonico dell’edificio è il lato sud dove si trova il piccolo sagrato sopraelevato con bel portichetto a due campate in opera su archetti in pietra,  che termina contro il campanile anch’esso in pietra:“Ora però la chiesa ha bisogno di due interventi, uno pratico e funzionale e l’altro destinato a riportarla all’antico splendore com’era prima degli anni ’60 – spiega il parroco don Paolo Bifficon interventi che riguardano i tetti, le facciate e il campanile. Bisogna innanzitutto metterla in sicurezza attraverso nuove coperture ai tetti e al campanile per risolvere i problemi  emersi negli ultimi anni; le facciate verranno poi riportate al colore originario, così come la torre campanaria, secondo le indicazioni che abbiamo tratto sia dagli archivi che dalle fotografie dell’epoca, in accordo con la Curia diocesana e la ‘Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio delle province di Bergamo e Brescia’ con le quali da due anni stiamo lavorando al complesso iter  necessario”.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 6 GENNAIOL'articolo COLZATE – Col nuovo anno iniziano i lavori di sistemazione e di restauro della chiesa parrocchiale. Previsti interventi per 400.000 euro proviene da Araberara.

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MediaL’Amministrazione Comunale, nella persona della sindaca Adriana Dentella, ci segnala come ‘personaggio dell’anno’  l’associazione ‘ LE ALI DELLA SOLIDARIETA’ A.P.S’. la cui presidente è Lidia Bonandrini: “L’associazione riunisce una ventina di famiglie della media Val Seriana e  un folto gruppo di volontari che insieme propongono attività finalizzate al miglioramento della qualità di vita delle persone con disabilità. Inoltre sostiene le famiglie al fine di promuovere reciproco aiuto e solidarietà. Le attività vengono svolte principalmente a Colzate, dove ha sede, presso alcuni locali della scuola Materna e la scelta viene fatta in base ai desideri e ai bisogni dei ragazzi.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 6 GENNAIOL'articolo COLZATE – IL PERSONAGGIO – Le Ali della Solidarietà proviene da Araberara.

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MediaIl mercato a Gandino si svolge il sabato mattino, disciplinato dal relativo regolamento comunale ‘, secondo il quale l’area ufficiale del mercato si trova in piazza Vittorio Veneto, via Locatelli, via Dante e via XX Settembre. A causa della pandemia da Covid-19 lo svolgimento del mercato era stato sospeso, per essere riaperto due mesi dopo a patto che venissero rispettate  le norme anticontagio, tra cui quella del distanziamento sociale:“ A queste condizioni – spiega il sindaco Filippo Servalli – non era possibile riaprire il mercato di Gandino nella sua area ufficiale, per mancanza del distanziamento richiesto fra i banchi e per impossibilità di controllare gli accessi al mercato, anche per la presenza di molte abitazioni private, per cui era stata individuata una nuova area, più idonea al rispetto delle nuove regole, presso i parcheggi di via Cav. Vittorio Veneto e di via Milano angolo con via Ponticello, decisione condivisa con le organizzazioni sindacali di categoria. A emergenza finita gli operatori del mercato avevano chiesto di poter tornare nel centro del Paese, proposta messa ai voti ed approvata dalla maggioranza degli ambulanti; anche la nuova Amministrazione comunale condivideva questa idea, anche se di difficile attuazione per l’aumento delle dimensioni dei posteggi e per l’intenzione di attuare dei lavori di abbellimento della piazza”.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 6 GENNAIOL'articolo GANDINO – Il mercato settimanale torna nella sua sede storica. Il ritorno dopo lo spostamento dovuto alle norme anti-Covid proviene da Araberara.

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MediaA segnare positivamente la fine del 2022  il bilancio del Comune che è stato recentemente approvato all’unanimità: “Siamo molto soddisfatti – dice il sindaco Marco Gallizioli – perché tutte le tasse comunali rimangono invariate rispetto agli anni scorsi e, ciononostante, nessuno dei servizi erogati a cittadini ne resta in qualche modo penalizzato. Per il resto, l’attività amministrativa prosegue come da programma: abbiamo allo studio l’implementazione del sistema di sicurezza con l’installazione di ulteriori  telecamere in modo da ‘coprire’ tutto il paese, nonché la partecipazione ad alcuni bandi inerenti la digitalizzazione completa del Comune in modo da alleggerire il cartaceo ed assicurare un’immediata comunicazione con i cittadini”.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 6 GENNAIOL'articolo LEFFE – Nessun aumento delle tasse comunali e tanti lavori in via di completamento proviene da Araberara.

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MediaIl Covid raccontato da cui l’ha conosciuto fin dall’inizio e nel modo più pesante, gli abitanti della Valle Seriana. Mercoledì 28 dicembre al Cinema Teatro Centrale di Leffe il regista Luca Capponi ha presentato il documentario “Bergamo come va”, un film che raccoglie alcune telefonate e video girati da alcuni cittadini della Valle Seriana che raccontano le loro vite durante il periodo della prima ondata della pandemia nel 2020.“Ho deciso di chiamare il documentario ‘Bergamo come va’ perché nel periodo del primo lockdown era la frase ricorrente che si diceva nelle telefonate agli amici e ai parenti: ‘Come va? Come sta andando la quarantena?’. E dai loro racconti capivo che la situazione nella nostra valle era tragica”. Luca è un documentarista freelance, ha 34 anni ed è originario di Leffe. È figlio d’immigrati di seconda generazione, ha un fratello, Paolo, che è ingegnere del suono e compositore e che collabora con lui nel suo lavoro di regista. Luca ha la laurea magistrale in Cinema, presa all’Università Dams di Bologna; ha frequentato il centro sperimentale di cinematografia a Palermo.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 6 GENNAIOL'articolo LEFFE – Il regista leffese Luca Capponi e il film con i video del primo lockdown proviene da Araberara.

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MediaIl 2023 sarà l’ultimo anno pieno di amministrazione per la squadra di Mauro Marinoni, che proprio tra la fine del 2022 e l’inizio del nuovo anno, si ferma per un bilancio.Partiamo dalle opere pubbliche: “Abbiamo ottenuto finanziamenti – sottolinea il sindaco -, predisposto progettazioni ed appalti e tutte le opere che porteremo avanti erano nel nostro programma, non ci sono interventi che abbiamo avviato solo perché c’erano dei bandi. Mancano però i finanziamenti per le infrastrutture viarie, il Pnrr e la Regione si sono concentrati sulle opere che riguardano l’efficientamento energetico, la sanità, le scuole, l’innovazione tecnologica, ma crediamo sia necessario fare di più per gli investimenti e per le manutenzioni della rete viaria. Penso alle esigenze del nostro territorio, la messa in sicurezza dello svincolo per Onore e Songavazzo, il nuovo collegamento per Fino del Monte, la rotatoria sulla strada statale in zona Vogno, la rotatoria all’incrocio per via Fantoni e via Papa Giovanni. Se per la prima opera, lo svincolo per Fino, è in corso la stesura del progetto tramite la Comunità Montana con successiva verifica del possibile finanziamento e per la rotatoria in Vogno attendiamo il prossimo bando, per l’ultimo intervento su via Fantoni dovranno essere utilizzate risorse proprie ma che potrà impegnare solo ed esclusivamente la prossima amministrazione”.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 6 GENNAIOL'articolo ROVETTA – Marinoni: “Ecco come sarà il nostro 2023: isola ecologica, scuole, mensa, settimana corta e per gli asili…” proviene da Araberara.

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MediaAnche  l’Amministrazione Comunale  di Peia, nella persona del sindaco Silvia Bosio, coglie l’occasione  offerta dal nostro giornale per ringraziare pubblicamente le tante persone che, a titolo assolutamente gratuito, si impegnano nelle attività di volontariato: “Siamo davvero molto grati ai numerosi Volontari che animano le tante associazioni e i vari gruppi del nostro paese, raggiungendo con il loro aiuto anche tante realtà che con le sole forze del Comune non riusciremmo a raggiungere e rispondendo anche a bisogni che spesso rischiano di rimanere nascosti e silenziosi.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 6 GENNAIO L'articolo PEIA – Il grazie dell’Amministrazione ai numerosi Volontari attivi nelle varie associazioni. In arrivo un furgone attrezzato per il trasporto delle persone disabili proviene da Araberara.

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MediaTempo di bilanci anche per la Biblioteca, che dopo la lunga chiusura forzata a causa del Covid è tornata ad essere un punto di riferimento e di incontro per i Vertovesi e non solo. Un bilancio positivo, perché nelle giornate di massima affluenza possono accedervi anche cinquanta persone, mentre nelle giornate più ‘tranquille’ è difficile che si scenda sotto le quindici. “Non solo per libri – spiega l’assessore alla  Cultura ed ai Servizi Sociali Cristina Bonfanti – perché, incastonata nell’incantevole contesto  del parco secolare dell’ex Convento, ora ‘Centro Culturale Giovanni Testori’, la Biblioteca dispone anche riviste da leggere, di un pc per fare ricerche, di tavoli dove studiare, di un’aula per gli studenti universitari, di uno spazio bimbi e di tante attività di promozione alla lettura e di intrattenimento per grandi e piccini. Nel 2022 abbiamo superato i 10.000 prestiti e gli utenti attivi sono quasi 750. Il nostro lettore più anziano ha 92 anni e capita che quando viene al mattino incontri le bambine e i bambini del nido che hanno solo 2 anni ma la sua stessa passione per le storie….”.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 6 GENNAIOL'articolo VERTOVA – Il rilancio della Biblioteca dopo la chiusura forzata per il Covid. Nel 2022 sono stati superati i 10.000 prestiti e i 750 utenti attivi proviene da Araberara.

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