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MediaPiù di 100 commercianti in un paese di poco meno di 9000 abitanti. Una Consulta del Commercio per gestire, rilanciare, collaborare con un settore, quello dei commercianti che a Costa Volpino non sembra conoscere crisi. L’idea è di Andrea Bonadei, Consigliere Delegato al Commercio, che ci pensava già da tempo e così in questi giorni nasce ufficialmente la ‘Consulta del Commercio’: “Sul modello – spiega Andrea – di quello adottato dalla Consulta delle Associazioni, la prima convocazione il 5 settembre dove abbiamo invitato tutti i commercianti, per commercianti intendiamo chi ha un rapporto diretto con la clientela, con i cittadini, vogliamo avere un rapporto diretto con il commerciante. Promuoveremo incontro e temi che di volta in volta porteranno a iniziative che dovrebbero migliorare la vita delle attività commerciali. Un confronto anche per capire le esigenze del loro lavoro sul nostro territorio, è vero che tanti commercianti non risiedono a Costa Volpino, ma è altrettanto vero che lavorano tutta settimana sul nostro territorio, investono da noi e vivono in pratica da noi”. In questi due anni durante e dopo il covid il commercio sta tenendo? “Sì, abbiamo un tasso costante di presenza e attrattività, insomma, non sono molti che chiudono o che aprono al posto di chi ha chiuso, anche perché tendenzialmente questo è uno snodo territoriale importante, dotato di parcheggi, con quartieri diversi tra loro, dal quartiere nuovo del Bersaglio, a quello dei Portici, alla zona di Ponte Barcotto ai centri storici delle varie località. Non possiamo pensare che siano zone tutte omogenee tra loro, faremo riunioni anche per zona ma anche per settori merceologici diversi, insomma, cerchiamo di andare incontro a esigenze e problemi diversi. Intanto adesso cominciamo con il primo incontro a presentare un progetto rivolto a ridurre lo spreco alimentare”…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo COSTA VOLPINO – La carica dei 100 commercianti, nasce una Consulta: “Qui da noi parcheggi gratis, negozi di ogni tipo e zona industriale in espansione” proviene da Araberara.

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MediaSi riparte da dove si era finito. Cioè da lavori e opere pubbliche, in attesa di festeggiare l’entrata del nuovo parroco il 17 settembre. Agosto ha portato frutti, nel senso di contributi, e che contributi, qualcosa come 400.000 euro, soldi che verranno utilizzati per ridare splendore all’immobile di Piazza Franzini: “Nel nostro paese – spiega il consigliere delegato Matteo Gandelliabbiamo diverse strutture vecchie che sono state trascurate per molti anni e le nuove amministrazioni comunali si ritrovano a fare i conti con questo patrimonio ereditato dal passato e spesso lasciato abbandonato. L’attuale Amministrazione comunale ha deciso di intervenire su buona parte di questo patrimonio con delle importanti riqualificazioni. In autunno, infatti, inizieranno i lavori di ristrutturazione dell’immobile di piazza Franzini nel centro storico dove avevano sede le vecchie scuole di Gromo e dove poi sono stati collocati il consorzio forestale, la biblioteca, le poste, il corpo musicale e l’associazione anziani e pensionati, ma non ci siamo dimenticati nemmeno della frazione di Boario Spiazzi: nella zona vicino alla chiesa di San Bartolomeo ci sono le vecchie scuole, in passato frequentate dagli abitanti di Boario Spiazzi. Successivamente è stato realizzato il cosiddetto “dopolavoro” ossia un piccolo bar dove la gente del paese si ritrovava dopo il lavoro per scambiare quattro chiacchiere e stare in compagnia. Con il trascorrere del tempo l’edificio è stato utilizzato come ambulatorio del medico e per lo svolgimento di riunioni…SUL  NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo GROMO – “Le vecchie scuole si trasformano: nuovo ambulatorio, seggi elettorali, sala polifunzionale e….” proviene da Araberara.

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MediaIl periodo delle vacanze è, per molti, ormai alle spalle, ma il Comune di Parre non si è mai fermato. Con il sindaco Danilo Cominelli parliamo del ricco programma delle opere pubbliche messe in campo dalla sua Amministrazione: “Innanzitutto, stiamo terminando la riqualificazione del palazzo comunale, opera frazionata in tre lotti che comprendono rispettivamente serramenti, facciate e sistema di areazione. Avevamo già completato il primo lotto. Ora grazie a un contributo ministeriale siamo riusciti a fare tutto il pacchetto. La Soprintendenza, essendo un edificio storico, non ci ha permesso di realizzare il cappotto esterno, è stato quindi trovato un intonaco particolare da stendere sulla facciata per migliorarne l’isolamento. Questo lavoro è per 50.000 euro a carico del Comune, mentre lo Stato ha concesso 150.000 euro”. La tematica del risparmio energetico e della transizione ecologica è quindi fondamentale anche per Parre. “Oltre a questo intervento siamo riusciti a vincere il bando Axel, ottenendo un contributo di 150.000 euro, che ci ha permesso di realizzare sistemi di accumulo sugli impianti fotovoltaici già presenti sugli edifici pubblici e di andare ad aggiungere nuovo fotovoltaico sulla scuola e sulla piscina”.Segue poi la valorizzazione turistica e culturale: “Prima di tutto, tramite il bando di rigenerazione dei borghi storici, stiamo portando avanti un pacchetto di opere che comprende la realizzazione del marciapiede tra il museo in piazza San Rocco e il sito archeologico e poi la riqualificazione della piazza stessa, con l’eliminazione dell’asfalto e la posa del porfido. Questo lavoro ha riguardato anche la sistemazione dei sottoservizi, in particolar modo della rete del gas. Il 90% di questo intervento è finanziato dal bando, la restante parte dalle casse comunali. In seguito, sempre tramite il bando di valorizzazione dei percorsi turistici, grazie al GAL che ha coperto 74.000 euro dei 120.000 totali di spesa, andremo a riqualificare e mettere in sicurezza la mulattiera di collegamento tra Ponte Nossa, Parre e gli alpeggi.L'articolo PARRE – Arriva la sala polifunzionale: servirà per incontri, eventi e aula magna per le scuole proviene da Araberara.

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Media“Il fuoco d’artificio sale in alto,
come una scia che si infila nella fessura dell’aria.
Poi i colori esplodono, illuminano la terra e il cielo
e franano in basso.
La loro luce scende come una fontana,
un’acqua artificiale”.
(Fabrizio Caramagna)Sono tornati. E hanno ancora una volta incantato tutti. Giorno di San Rocco, 16 agosto, per anni imperdibile appuntamento per la Valle Seriana e dintorni. Poi il covid. E ora il ritorno. Come sempre suggestivo e da pelle d’oca. Ma i fuochi a Leffe sono arrivati grazie a ‘Vapore’ e la storia di ‘Vapore’ la racconta qui in modo meraviglioso Giuseppe Carrara, ex sindaco e penna che incanta. Giuseppe Carrara“Nel giorno di San Rocco, pubblico la storia di “Vapore”, colui che diede inizio allo “Spettacolo pirotecnico” dei fuochi d’artificio.Il racconto è della figlia Maria Rosa Zenoni..Un ringraziamento particolare ai figli e nipoti che continuano a portare avanti la tradizione in particolare a Bepy!….Ho un lontano ricordo di quand’ero bambino.D’estate passavo tre mesi in una cascina sopra la località di San Rocco di Leffe, sul Monte Bejo.Il 16 agosto arrivava il Santo patrono; non sul suo cavallo, ma attraverso la luce dei lumini che illuminavano il cielo.San Rocco, dall’alto, si sarà di certo goduto questo spettacolo.Ogni casa ne accendeva 100 di quei lumini; ogni casa illuminava un pezzo di cielo.Ogni pezzo di cielo, insieme agli altri pezzi, dava vita ad un quadro.In quell’opera d’arte c’era raffigurato San Rocco, a cavallo, e “Vapore”, davanti alle campanine, che suonava le note per accogliere il suo arrivo.Il 27 novembre del 1913 è una data molto lontana.Nella famiglia Zenoni nacque un certo Arturo Francesco.Il suo nome resterà quasi un mistero; da tutti sarà conosciuto come “Vapore”.Nella sua infanzia e giovinezza non conobbe altro che guerra e privazione di libertà.Durante il “regime”, Vapore si sentiva oppresso; e così, ad ogni manifestazione, saliva sul campanile, per sfuggire a quelle “sfilate da parata militare”.Dentro quello “Stato” vapore non si sentiva libero e felice.E così, sarà stato che in cima al campanile, avrà voluto liberarsi di quel peso per volare nel vento, un po’ come il vapore.Guardava giù e capiva che non era il mondo che avrebbe voluto per la sua vita, per i suoi figli ed i suoi compaesani.Vapore amava improvvisare la sua musica; non amava le cose precostituite; amava la libertà, la spontaneità, la felicità.La figlia Maria Rosa lo descrive come un “produttore di endorfine”. (Sostanza prodotta dal cervello se stimolato dalle “belle sensazioni”).Fu la prima delle figlie, ed ereditò il nome delle due nonne.Prima di lei vennero alla luce Bepy, Luciano e Adriano.Chissà che gioia per Vapore; ma soprattutto per la madre Venturina, dalla quale nasceranno poi Ave, Nazzareno e Jimmy.Di Nazzareno ne era già nato uno; ed insieme a Raffaella era salito in cielo in tenera età.Nove figli potevano quasi bastare per mettere in piedi una bella orchestra.Al comando delle operazioni c’era sempre lui: Vapore.Ma in regia c’era sempre lei, come ogni vera donna di un tempo: Venturina, la moglie e madre dei nove figli di casa Zenoni.Non basta un racconto per descrivere la vita di quell’angolo di via Mosconi, da dove usciva una musica che rallegrava tutto il paese di Leffe….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo LEFFE – ‘Vapore’ che ha portato i fuochi in paese: “La cascina sul Monte Beio, la Fiat Giardinetta, le 10 campane e quei 100 colpi a salve” proviene da Araberara.

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MediaQuando non riesco a dormire guardo i miei quadri, come guardassi i miei figli. E anche se non dormo sto bene”. Santina Grasso è seduta nel grande soggiorno di casa sua, Via San Giacomo 2, nella piazzetta di Castro, pieno centro storico, ha compiuto 100 anni il 6 agosto. Ma ne dimostra molti di meno.Una camicetta a fiori, che i fiori sono il tema della sua vita, orecchini, capelli grigi ben curati, un sorriso che ti si allarga, soffitto affrescato, e tutto intorno quadri, quadri, quadri.Tutti dello stesso autore. Lei, Santina Grasso. Classe 1922: “Sono nata a Castro, poi le scuole a Lovere, era il periodo duro, periodo del fascismo, mio fratello è finito in Africa e non è più tornato”.Santina la passione per la pittura l’ha avuta sin da piccola, un amore  a prima vista con i quadri, amore che dura ancora, un amore che è per sempre. “Ho iniziato a dipingere alle elementari e poi davo una mano a mia sorella che aveva un negozio di alimentari, aveva i bambini e cercavo di darle una mano. Ma la mia passione era ed è rimasta il cavalletto”.Scuole Medie, che a quel tempo erano una rarità, ma la passione per la pittura portano Santina lontano, molto lontano: “Mia madre aveva paura a lasciarmi girare da sola – continua Santina – a quel tempo giravano fascisti, repubblichini, tedeschi, c’era di tutto, era pericoloso girare da soli. E poi c’era la carestia, davano 40 grammi di pane alla gente, non c’era niente. Ho visto uccidere persone mentre andavo in Accademia, era un mondo che faceva paura e la pittura mi permetteva di sognare, di stare bene”.Santina che poi frequenterà anche l’Accademia di Bergamo dopo la guerra: “Non mi sono mai stancata di approfondire la mia passione. Ricordo che già da piccola dicevo alla mia professoressa di mettermi come auditrice, così avrei avuto più compiti da fare, a me bastava avere il cavalletto per stare bene. Di notte disegnavo e di giorno dipingevo. Perché per dipingere ci vuole la luce”. Basta guardarsi in giro per capire il soggetto preferito: “I fiori, mi hanno definito la poetessa dei fiori. Amo i fiori, il loro colore, il loro modo unico di sbocciare e nascere”. …SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo CASTRO – L’INTERVISTA – Santina, 100 anni, la pittura, il fascismo, i suoi fiori: “I quadri sono i miei figli, il cavalletto mio marito e la mia vita…” proviene da Araberara.

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MediaOgni giorno che passa mi rendo sempre più conto di quanto il nostro territorio sia fantastico, unico… più viaggio, più giro il mondo e più mi accorgo di quanto sono belle le nostre montagne, la nostra Presolana e quanto io sia fortunato”, inizia così Matteo Ferrari, 30 anni tondi, che della sua passione ne ha fatto un mestiere. A portarci da lui sono i ‘Presolini’, i frollini della Presolana, biscotti che nel gusto e nella forma raccontano il territorio.Ma facciamo un passo indietro: “Ho studiato alla scuola alberghiera di Clusone, mi sono diplomato e per una decina di anni ho lavorato come dipendente alla Trattoria Risol. Tre anni e mezzo fa ho deciso che era arrivato il momento di lanciarmi in un’avventura tutta mia, qualcosa che si differenziasse dalle altre attività e ho aperto ‘Sapori di montagna’, la mia gastronomia/alimentari e qui posso sbizzarrirmi con tutte le mie creazioni anche grazie all’aiuto di mia mamma Maria Rosa e da un paio di anni anche di Cinzia, mia cugina”.L’ultima creazione sono proprio i ‘Presolini’, che hanno già conquistato il cuore di molti: “L’idea è nata un anno fa, volevo un prodotto tipico che fosse unico, che valorizzasse il territorio e oltre a rappresentarlo esteticamente a livello di packaging e grazie alla nostra regina, la Presolana, impressa a mano su ogni singolo biscotto, valorizza le materie prime locali, e ricorda le nostre montagne a ogni assaggio, a livello di gusto e inebriando ogni senso.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 26 AGOSTOL'articolo CASTIONE DELLA PRESOLANA – Matteo e i ‘Presolini’, i frollini della Presolana che è impressa sopra ogni biscotto proviene da Araberara.

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MediaGiordano Santini, da 8 anni è il presidente del Cai di Gazzaniga, ma da 60 anni è un appassionato di montagna e di meraviglia, già, perché Giordano ha viaggiato davvero tanto per portare alla luce e documentare le meraviglie del mondo. 69 anni, ha cominciato ad andare in montagna sin da bambino, poi per lavoro, art director, si è appassionato alla fotografia e ha cominciato a girare il mondo, abbinando la passione della fotografia a quella della montagna, è stato in Patagonia con sua moglie, in Perù sulle montagne sacre, dappertutto ma ora un viaggio davvero particolare, nella zona del Mustang, una zona quasi off limits, per entrarci ci vuole un permesso speciale che Giordano è riuscito ad avere, e una volta dentro si è aperta l’ennesima meraviglia che racconta in questo diario.***Il Mustang (in tibetano möntang) o regno di Lo, era un isolato reame, alle pendici dell’Himalaya, facente parte del Nepal dal 1789 e dotato di una rilevante autonomia.Situato nel nord-est del paese e confinante con il Tibet, la popolazione era di etnia thakali e tibetana con prevalenza del gruppo dei gurung. Abolita nel 2008 la monarchia nepalese del re Gyanendra e proclamata la repubblica, si estinse anche il principato del Mustang, inserito nell’omonimo distretto. Una vallata aspra interrotta da piccoli villaggi con culture a terrazzamenti e dominata dal gruppo Annapurna e dal massiccio del Daulagiri.Lo Mantang ne era la “capitale”Dopo oltre due anni di inattività legata ai viaggi legata al covid, decido di partire per il Mustang, una vallata arida e particolare del Nepal. La grande vallata si incunea tra i massicci del Daulagiri e quello delle Annapurna e per questo motivo spesso non è lambita dai monsoni lasciando così splendere il sole quasi tutto l’anno.  Due voli perfetti  ci scaraventano nella caotica Kathmandu; molto più caotica di come l’avevo lasciata 17 anni fa. Dopo le solite operazioni di cambio e sistemazioni in modesti Hotel eccoci già a Swayambunath , il colle che domina Kathmandu ricco di stupa e monasteri presi d’assalto da una moltitudine di persone. Scendiamo a Durbar square, purtroppo rovinata dal terremoto del 2015 ma già parzialmente restaurata.Siamo all’esterno del palazzo che ospita la “kumari”, la piccola bambina selezionata fra tante per le sue qualità e poi tenuta segregata fino all’età dello sviluppo. Una buona cena ci rinfranca e una bella dormita per recuperare la notte trascorsa in aereo. L’indomani, lunedì 23 maggio, ci rechiamo al tempio di Visnù che sirivela un’ottima occasione per fare ritratti a donne e bambine.Qui l’atmosfera è davvero autentica e gradevole. Una veloce visita al tempio antico dove le famiglie si recano per l’anniversario dei loro defunti.Eccoci quindi a Bodnath, il grande stupa tibetano con una circonferenza di oltre 500 m .Un luogo particolarmente sentito dal popolo di origine tibetana. L’ultima visita ci vede a Pashupatinath , con i templi funerari a ridosso del fiume in cui verranno versate le ceneri dei defunti dopo il rogo. Martedì 24 ci trasferiamo in aereo a Pokara , dove il pomeriggio faremo una passeggiata sul colle con tempo coperto e nebbioso che ci nega la vista sul Machapuchare. Mercoledì 25 all’eroporto in attesa del piccolo volo su Jomson che però non partirà per pessima visibilità e quindi ci sobbarchiamo 7 ore di fuoristrada. …SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo GAZZANIGA – Mustang. Viaggio nella Valle più originale dell’Himalaya: l’antico Regno di Lo proviene da Araberara.

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MediaMentre sta per calare il sipario sulla stagione estiva, l’amministrazione comunale guidata da Mauro Marinoni guarda alle opere pubbliche che inizieranno nelle prossime settimane. Sono due quelle che riguardano principalmente il territorio. Andiamo con ordine.“Abbiamo ricevuto un contributo di 216mila euro dalla Regione tramite la Comunità Montana che ci serviranno a sistemare la valletta del Lo e Sommaprada – spiega Marinoni -. È una valletta che quando ci sono forti temporali crea dei tappi verso la Conca Verde e delle fuoriuscite di acqua anche dalla rete fognaria. Questo ci ha spinto ad intervenire sulle sponde e sulle briglie e di conseguenza verrà interrotto il collegamento per gli autoveicoli da via Salecchia e via Sommaprada. L’attraversamento resterà quindi soltanto pedonale”….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo ROVETTA – Al via i lavori alla valletta del Lo e alla strada di Fogarolo proviene da Araberara.

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MediaBortolo e Adelina, due generazioni e un solo negozio. Quest’anno coronano i 62 anni di attività con un prezioso regalo: il riconoscimento di “attività storica” da parte di Regione Lombardia.È sera, Bortolo, 92 anni della classe 1929, è seduto al tavolo in cucina. Con una lucidità ferrea tiene ancora sotto controllo tutta la casa, si interessa della cronaca quotidiana del paese e si informa leggendo scrupolosamente più giornali.“Io e mia moglie Antonia – ci racconta – eravamo emigranti in Svizzera, dove entrambi lavoravamo in una fabbrica. Dopo il matrimonio e la nascita del mio primo figlio Franco abbiamo deciso di rientrare in Italia e abbiamo rilevato questo negozio a Cerete Alto da Giovanni Ferri. Era il 10 settembre 1960”.“Il paese… che non mi piaceva proprio”, interviene Antonia, 89 anni, seduta alla poltrona ad ascoltare. “Il paese era nuovo per noi – riprende Bortolo -, io sono originario di San Lorenzo, mia moglie di Piazza di Sovere. Siamo partiti senza alcuna esperienza nel settore, ma i miei zii avevano un panificio a Cerete Basso, dove poi io ho imparato e fatto il pane anche per noi per moltissimi anni. Il negozio si affacciava sulla piazzetta di Nembergallo, un centinaio di metri distante da dove si trova ora la mia attività. Era un piccolo locale, lungo e stretto. Avevamo solo un banco ed i generi alimentari li appendevamo alle pareti. All’epoca gli alimenti non erano confezionati come oggi, si vendeva tutto sfuso a partire dallo zucchero, fino alla pasta, alla farina e a molto altro. Avevamo anche la licenza dal Monopolio per la vendita di sali e tabacchi. Siamo stati tra i primi ad avere un banco frigo per formaggi, latte e affettati. Non c’era una varietà di scelta come quella di oggi, anche perché c’erano poche richieste e i clienti conoscevano solo i prodotti locali o i più famosi, come grana e gorgonzola. Eravamo un po’ scomodi perché abitavamo in un appartamento della vecchia latteria in via Roma e nel frattempo erano nati Claudio ed Adelina. Gestire figli e lavoro era diventato difficile, così nel 1972, grazie ai risparmi che avevamo messo da parte, abbiamo potuto acquistare la nostra attuale casa e aprire all’interno l’alimentari. Abitazione e negozio uniti ci permettevano un’organizzazione familiare più facile. Gli anni erano cambiati, c’erano nuove necessità da parte della clientela, tutti iniziavano a stare meglio economicamente, e di conseguenza serviva molto più spazio. Nel 1979 siamo diventati posto pubblico telefonico, aggiungendo un servizio a tutta la comunità, specialmente ai villeggianti che d’estate chiamavano casa”.Nel 1994 Adelina, 52 anni, è subentrata nella gestione della “butiga de Burtol”, come ancora chiamano gli anziani l’alimentari Savoldelli: “Ho sempre aiutato fin da piccola in negozio, – ci racconta, seduta accanto al padre – poi, quando poi ho finito di studiare alla Ragioneria, ho deciso di continuare nell’attività di famiglia. In sessant’anni c’è stata un’evoluzione incredibile…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTO L'articolo CERETE ALTO Bortolo & Adelina, la ‘butiga de Burtol’: “Era il 1960, tornati dalla Svizzera, il paese non ci piaceva, appendevamo il cibo alle pareti ma poi…” proviene da Araberara.

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MediaMarilena & Shiva, un legame indissolubile da sempre e per sempre. Padrona e cagnolina hanno fatto rientro da pochi giorni da Camogli, in Liguria, dove Shiva, una Border Collie di nove anni, ha ricevuto il Premio Fedeltà del Cane 2022. Una storia, la loro, che racconta di un amore infinito. Marilena Facchini a Gandino la conoscono tutti, la fioraia del paese con la passione per la montagna. Ed è stata proprio la montagna a metterle a dura prova quel giorno di maggio.“Avevo un appuntamento con il mio compagno e quindi sapevo di dover rientrare presto – spiega Marilena -, ho messo il cartello ‘Sono a fare una consegna’, sono andata a casa a cambiare le scarpe e poi siamo partite. Avevo bisogno di stare un po’ con Shiva e così siamo andate al laghetto Corrado, ho visto una marea di mughetti, erano meravigliosi e ho perso il sentiero. Di solito faccio sempre tante foto, ma non quel giorno perché volevo concentrarmi sulla bellezza della natura, solo che presa dall’entusiasmo ho continuato a salire. Mi sono ritrovata con la prima indicazione della Croce del Corno, guardo Shiva, le dico che dobbiamo rientrare e dobbiamo trovare il sentiero. È un posto pericoloso, sotto c’era un dirupo di 70 metri, sono scivolata e ho fatto un volo di 5 o 6 metri, ma per fortuna mi sono fermata su un piccolo terrazzo… sono rimasta ferma, avevo battuto la testa e avevo forti dolori alla testa. Shiva mi ha vista ed è scesa, zoppicava anche lei, ma niente di grave, è rimasta con me tutto il tempo, continuava a leccarmi le ferite. Il telefono mi era caduto, l’unico riferimento che avevo era il suono delle campane”….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo GANDINO – Marilena che si è persa inseguendo i mughetti, a salvarla Shiva, il suo Border Collie. La cagnolina ha vinto il Premio Fedeltà del Cane 2022 proviene da Araberara.

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Il nome dice molto, se non già tutto, ‘A Strapiombo sul blu’ è un viaggio nell’incanto dei posti più belli del lago d’Iseo, una giornata dove immergersi tra colori e natura. Ed è un’occasione per toccare con mano la meraviglia del lago d’Iseo. Manifestazione organizzata dai Comuni di Castro, Riva e Solto in collaborazione con la Pro Loco Castro e la Pro Loco la Collina. Per una giornata intera la suggestiva strada del lago sarà chiusa al traffico e si potrà passeggiare, ammirare panorami,…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo LAGO – ‘A Strapiombo sul blu’ nell’incanto del lago d’Iseo proviene da Araberara.

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MediaA Bossico la stagione turistica puo’ essere condensata in poche considerazioni. La prima è che il caldo è il miglior veicolo pubblicitario; la stagione calda, che ha visto temperature record a giugno e luglio, ha fatto fuggire la gente delle città, facendo riaprire le case di montagna viste come rifugio alla calura. Considerato  poi che si pagano tasse e imposte anche a tenerle chiuse, meglio riaprirle e portarci magari i nonni e i nipotini a “villeggiare”. Per tali motivi tutti i paesi delle Orobie e delle valli bergamasche hanno vissuto un ritorno turistico che si vedeva solo decenni fa. Da segnalare poi, almeno sul Sebino, un deciso ritorno degli stranieri, ai livelli dei migliori anni pre pandemia; il fenomeno non è stato così evidente a maggio e giugno, per esplodere  a luglio e agosto. Tra le strutture ricettive a Bossico si contano due alberghi, una ventina di case vacanze e un centinaio di appartamenti che vengono affittati annualmente e mensilmente. I gestori delle case vacanze evidenziano una preponderante presenza di stranieri, con un rapporto di 6/7 stranieri su 10 persone che soggiornano. Le nazionalità sono in primis Tedeschi, Olandesi, anche se non manca una nutrita presenza di turisti che arrivano dai paesi dell’est (Polonia, Slovenia, Lituania), oppure dai paesi nordici (Svezia, Norvegia, Danimarca)….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo BOSSICO – “Il caldo, miglior veicolo pubblicitario. Qui Bossico: 7 stranieri ogni 10 turisti” proviene da Araberara.

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MediaNessun posto libero, turisti da ogni parte, molti stranieri, anche dal Nord Europa. Val di Scalve presa d’assalto come non si vedeva da anni. Anche qui tantissimi turisti e anche qui difficoltà a trovare posti per ospitarli e anche qui come a Clusone si pensa a un Ostello che verrà realizzato ad Azzone e che permetterà di ospitare anche un target di costo medio basso…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo VAL DI SCALVE – Nessun posto libero, anche qui si pensa a un Ostello, verrà realizzato ad Azzone proviene da Araberara.

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MediaMirko sorride dall’altra parte del telefono. Ad aspettarlo un aereo che lo riporta a casa dai campionati Europei di paracanoa a Monaco di Baviera. “Purtroppo in aeroporto sono stati persi parte degli adattamenti della barca, che essendo su misura sono insostituibili. Ho dovuto arrangiarmi con dei ripieghi e la prestazione in acqua non è stata la stessa. Mi aspettavo di entrare nei primi sei e invece purtroppo non sono entrato in finale, ma adesso preparerò al meglio gli italiani di metà settembre”, ci ha confidato.Mirko di cognome fa Nicoli, 37 anni, ed è originario di Gorlago. Lo sport è la sua vita da quando un incidente in moto quella vita gliel’ha cambiata per sempre. “Una rinascita”, dice. Ma allora insieme a lui riavvolgiamo il nastro, torniamo a quella notte del 2016.“Ero in sella alla mia moto e stavo percorrendo la strada tra Bolgare e Palosco, avevo appena finito di lavorare ad una festa dove facevo il pizzaiolo, era il mio secondo lavoro. Era mezzanotte… un po’ la velocità, un po’ la stanchezza, un po’ il buio, non ho visto una curva e sono andato a sbattere con la gamba contro un cartello stradale e poi sono finito in un campo. In ospedale hanno fatto di tutto per salvarmi la gamba destra, ma le ferite erano troppo gravi e quindi i medici hanno deciso per l’amputazione. Come l’ho presa? Beh, con filosofia direi. Non ho mai pensato come sarebbe stata la mia vita se fosse andata in un altro modo, ho guardato oltre quella situazione. Il danno ormai l’avevo fatto, tornare indietro non si poteva e allora tanto valeva guardare avanti”.Come è cambiata la tua vita? “Non facevo cose straordinarie, quindi non è cambiata poi tantissimo – sorride -. Certo, ero un appassionato di sport, perché ho fatto judo per tanti anni, ma poi ho iniziato ad infortunarmi e avevo dovuto lasciare… mi piaceva fare qualche corsetta, niente di che. Una cosa mi manca tanto della mia vita precedente, e forse è un paradosso, ma è la moto. Non era un semplice mezzo di trasporto, l’avevo solo da quattro anni, ma era la mia passione, direi uno stile di vita. Appena potevo salivo e andavo a farmi un giro, vicino o lontano che fosse. Organizzavo anche le vacanze in modo da riuscire ad usarla. Per il resto è vita passata”.Poi l’incontro con lo sport: “Già durante il ricovero in ospedale sognavo l’attività sportiva… vedevo i telegiornali e parlavano di Olimpiadi… nella mia testa continuavo a dirmi che avrei potuto provarci anche io, ma non è poi così facile (ride, ndr). Lo sport è una rinascita ma anche una terapia, perché sarebbe stato più facile gettarsi nello sconforto. Avrei vissuto diversamente la disabilità, sia su di me ma anche per gli altri. Buttarsi nell’agonismo sportivo è stata la scelta più dura da fare, ma che mi ha dato grandi soddisfazioni. La mia famiglia, i miei genitori e mia sorella e i miei amici sono lo zoccolo duro del mio tifo, loro mi vedono come un super atleta anche se devo fare ancora parecchia strada da fare visto che il livello internazionale è molto alto”….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo GORLAGO – Mirko, l’incidente in moto, l’amputazione della gamba e la rinascita nella canoa: “Sogno le Paralimpiadi di Parigi” proviene da Araberara.

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MediaTanta gente, e non sono bastati i posti letto”. Massimo Morstabilini, sindaco di Clusone è alle prese con i bilanci di un estate che anche in Val Seriana ha lasciato il segno: “Ma guardiamo avanti – continua – e stiamo preparando un progetto nuovo, ‘Ospitar’ un progetto nato in Trentino, propedeutico per chi ha seconde case, verranno organizzati incontri pubblici con i proprietari che avranno tre possibilità, gestire in autonomia i propri appartamenti, gestirli di concerto con questo progetto, magari lasciando l’aspetto delle prenotazione o altro oppure lasciare tutto in mano alla società a cui poi verrà corrisposta una percentuale di quello che si incassa”. Il problema quest’anno è stato proprio la ricettività: “Abbiamo dovuto mandare indietro qualcosa come 2200 pernottamenti per ritiri sportivi e questo non va bene, dobbiamo lavorare sulla recettività”. A Clusone si sta realizzando per la prima volta un hotel 5 Stelle ma mancano gli alloggi a costo medio basso, accessibili a tutti: “…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo CLUSONE – “Abbiamo rimandato indietro 2200 pernottamenti per ritiri sportivi, pensiamo di realizzare un Ostello” proviene da Araberara.

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MediaIl pullman accosta su piazza del Porto e scarica qualche persona, sul molo in attesa del battello per Montisola c’è la coda. Mattina presto. E’ forse l’unico momento in cui c’è poca gente in giro ma si respira quell’aria di meraviglia che colora di luce e sferza di vento tiepido Piazza XIII Martiri. I negozi sono ancora chiusi, i bar aperti e il profumo di brioches calde si mischia a quello del lago. Un gruppo di turisti francesi, che nemmeno ti aspetti qui i francesi, stanno facendo fotografie un po’ dappertutto. Fine agosto. Anno domini 2022. Anno dove il turismo qui a Lovere e nel resto dell’Alto Sebino e del lago d’Iseo ha toccato punte impressionanti. La passerella di Christo non è più un traino ma un ricordo ma a fare da traino c’è stato e c’è molto altro. E c’è stata la capacità per niente scontata, basta guardare i dati che pubblichiamo, di riuscire a portare turisti da ogni parte, grazie a manifestazioni, incontri, eventi e grazie al fatto che si è riusciti a far conoscere la zona in tutta Europa…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo LOVERE – Viaggio a Lovere dove il turismo ha fatto boom e il 50% dei turisti sono stranieri, la carica dei francesi proviene da Araberara.

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MediaL’estate calda ha contribuito più di ogni spot pubblicitario. Ma il caldo da solo non basta. E per capirlo basta analizzare i dati ufficiali sul turismo dei primi sei mesi dell’anno, certo, mancano luglio e agosto, che sono stati il vero boom ma il trend è quello. E a farla da padrone è l’Alto Sebino e la Val Brembana. Manca la Valcavallina che è in discesa così come Bergamo e la Pianura, che paga in questo caso lo scotto del caldo. Ma la Valcavallina che ha un lago è in calo vertiginoso rispetto al livello precovid. E questo deve far riflettere….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo Quattro pagine con un inserto sul turismo con dati e curiosità. Alto Sebino e Val Brembana in grande spolvero. Crollo di Bergamo e della Valcavallina proviene da Araberara.

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MediaCosa c’entra l’ex Brefotrofio di Bergamo con Fiorano al Serio? Eccome se c’entra, perché nel paese della Media Valle Seriana vive uno dei 5.770 ‘bambini abbandonati’ che tra il 1928 e il 1975 erano stati ospitati nella struttura orobica. E lui, il cinquantanovenne Giuliano Maffeis, che nel 1966 è stato adottato da una famiglia di Leffe, non ha mai dimenticato quel luogo e quelli che ci hanno vissuto. Ci ha raccontato la sua storia, il racconto di vita di uno dei tanti bambini del Brefotrofio. Lui è stato uno dei fortunati che hanno trovato genitori adottivi che li hanno amati, ma per altri la vita è stata senza un lieto fine.Quando nasce, il 23 febbraio 1963, in Brefotrofio gli viene messo il cognome Lanciani e dopo tre anni viene adottato da Attilio Maffeis, norcino a Leffe, e Lidia Magugliani. I due hanno perso il loro figlio di cinque anni, caduto dal secondo piano e, dopo il calcio di un cavallo e cinque mesi di ospedale, Attilio si è sentito dire che non avrebbe potuto avere altri figli. Nel frattempo Attilio scopre che i medici si sono sbagliati e qualche anno dopo l’adozione di Giuliano nasce un altro figlio.“Ho scoperto di essere stato adottato – spiega Giuliano – quando avevo sei anni: me l’hanno detto i miei genitori facendomi vedere anche i documenti. Quel giorno qualcosa dentro di me è cambiato, mi sono sentito diverso, anche se non l’ho mai vissuta male, perché i miei genitori adottivi non hanno fatto mai fatto differenze tra me e mio fratello, e accogliendomi nella loro famiglia hanno fatto una cosa bellissima e straordinaria. Ho sempre pensato che i miei genitori veri sono quelli adottivi. Però dentro di me, dal giorno in cui ho saputo dell’adozione, ho sempre avuto il desiderio e la curiosità di sapere chi era la mia vera famiglia d’origine, ma questo sentimento nel corso degli anni l’ho sempre represso per non fare un torto ai miei genitori adottivi…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo FIORANO AL SERIO – La storia di Giuliano, uno dei 5.770 ‘bambini abbandonati’ del Brefotrofio di Bergamo: “Ho scoperto di essere stato adottato quando avevo sei anni…” proviene da Araberara.

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Media1500 cittadini tra Gromo, Valgoglio, Gandellino e Valbondione sono senza medico. Un’altra volta. Già. Perché il dottor Luca Natalino Presepio (non è uno scherzo, è il suo nome) è in malattia. Dottor Presepio che aveva già avuto qualche mese qualche problema con i mutuati perché aveva affitto un manifesto quantomeno discutibile dove in sostanza invitata per esempio chi ha tosse o raffreddore a rivolgersi alla Guardia Medica. In sostanza sembrava quasi che si debba andare dal medico quando si…sta bene. Poi la questione sembrava rientrata. Ma ora il dottore è in malattia e lo è da parecchi giorni e per ora non accenna a rientrare. Alla segreteria non è possibile prescrivere. Per urgenze bisogna chiamare il 112 oppure la guardia medica al 116117 dalle 20 alle 8.  Alcuni cittadini di Gromo hanno deciso di farsi curare da un medico di Ardesio. Ma la situazione è insostenibile: “Il dottor Presepio – ci scrive un lettore – non è stato istituito alcun sostituto e/o servizio alternativo. ma In compenso la segretaria è  presente (pagata da noi) pur non potendo fare alcunché perché senza il medico! Siamo veramente all’assurdo!”…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTOL'articolo VALBONDIO, VALGOGLIO, GROMO, GANDELLINO – Il dottor Natalino Presepio è in malattia da tempo e 1500 mutuati sono senza medico, la rabbia della valle proviene da Araberara.

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MediaLa Conca della Presolana con i suoi centri storici di Castione capoluogo, Bratto e Dorga, ma poi allargandoci al Passo della Presolana, al Monte Pora e al gioiello di Rusio, ha fatto il botto. Ma un botto che al confronto i fuochi artificiali di S. Alessandro (il Patrono della parrocchia del capoluogo) sembrano solo una ciliegina finale. “Mai vista tanta gente, gente nuova, una partecipazione alla Stracastione mai vista, gente nuova, giovani coppie e soprattutto giovani…”. L’assessore Fabio Migliorati ha passato  luglio e agosto a raccogliere lamentele ma soprattutto a cercare di venire a capo di una situazione grottesca, la mancanza dei medici di famiglia per due terzi della popolazione residente e un servizio carente per i villeggianti che non ha paragone con gli altri anni.“L’ordinanza del Sindaco qualche effetto l’ha avuto. No, Ats non ha fatto ricorso al Tar ma ha attivato la Cad, in queste settimane con due o tre giorni di presenza dei medici, da settembre, secondo quanto ci è stato promesso dal Direttore Generale di Ats, i medici saranno presenti 4/5 giorni la settimana e la situazione dovrebbe migliorare sensibilmente….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 26 AGOSTO L'articolo CASTIONE – Il botto stagionale con la Cad a singhiozzo, da settembre andrà meglio, poi… poi si vedrà proviene da Araberara.

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