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MediaSabato 21 ottobre scorso, quando Alice Fornoni, di Piazzolo di Ardesio,18enne studentessa dell’Istituto Agrario di Bergamo, torna da scuola trova la sua amatissima nonna Rosa in lacrime di fronte alla carcassa di ‘Birra’, la sua agnella più bella, appena fuori dalla stalla che dista una dozzina di metri dalla sua casa: “E non c’erano più nemmeno le altre pecore ed era sparita anche la capra, certamente erano scappate terrorizzate, le abbiamo cercate dappertutto qui intorno ma non le abbiamo trovate…Solo il mio agnellino ‘Bruno’ è sopravvissuto”. Anche ad Alice viene da piangere. “Eppure le nostre bestie erano tutte in stalla, di notte le ricoveriamo sempre, e c’era anche il cane da guardia che evidentemente non ce l’ha fatta a difenderle”. Ad avvisare la Nonna, la mattina presto, era stato un pastore, Alessandro Baronchelli detto ‘Camài’, anche lui nella zona di Ave, poco lontano, aveva subito l’estate scorsa una predazione, tre pecore sbranate ed altre che non si si sono più trovate:  “Lo ha ammesso anche la Polizia provinciale che è stato il lupo, con le fototrappole ha accertato la presenza di un branco di sei esemplari, 2 grandi e 4 cuccioli, che da Colle Palazzo, nella Valzurio, sono arrivati qui ad Ave e a Piazzolo. Le guardie provinciali le abbiamo chiamate, sono arrivate, ci hanno chiesto i ‘bottoni’ delle nostre bestie, abbiamo compilato le carte ed ora vedranno cosa fare….  SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo PIAZZOLO di ARDESIO – Alice, 18 anni, che con la Nonna alleva pecore per passione: “Il lupo mi ha ucciso ‘Birra’, la più bella, e le altre non le troviamo più”, “Gli indennizzi non ci interessano, perché i miei agnellini non hanno diritto di vivere?” proviene da Araberara.

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MediaDel fenomeno dell’immigrazione, delle sue dimensioni, del funzionamento dell’accoglienza in Italia e delle sue prospettive per il futuro del Paese si è discusso durante la partecipatissima serata del 26 ottobre scorso presso l’Auditorium di Clusone, organizzata dall’Associazione culturale Il Testimone. Con la consueta chiarezza e precisione, il ricercatore sociale Nando Pagnoncelli ha illustrato le cifre del fenomeno a livello nazionale (vedi scheda), sottolineando l’esigenza di fare discernimento, perché  su questo argomento così divisivo regnano  il pregiudizio e l’ignoranza, causati dalla non conoscenza dell’argomento da parte della maggioranza delle persone. Anche dal pubblico presente è stata espressa quest’esigenza di informazione sul fenomeno: i mass-media nazionali ne parlano solo per alimentare la paura e l’insicurezza della gente; quelli locali, in generale, non se ne occupano, e  il nostro giornale, che a più riprese ha tentato di saperne un po’ di più, non viene messo in condizione di farlo, perché si scontra in continuazione contro le leggi e le disposizioni amministrative, che proibiscono ai dipendenti dei CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria) di fornire informazioni. I CAS sono gestiti dalle cooperative, che sono scelte con appositi bandi statali e che rispondono del loro operato solo al Prefetto. Sono infatti salita più volte a Dossi, a Gavazzo, a Gromo ed a Castione, dove sono ospitati gli immigrati della nostra zona, ed ogni volta mi sono scontrata contro un muro di silenzio: non si può entrare nelle strutture, non si può parlare con gli operatori e men che meno con gli ospiti, mentre il responsabile, quando c’è, ti rimanda al  Direttore – il quale non fa che ripetere il ritornello del “tutto a posto, va tutto bene”- o alla Prefettura che non risponde mai. Nonostante questa situazione, per vie ovviamente non ufficiali, qualche informazione siamo riusciti ad averla, e non si è trattato certo di buone notizie, perché il quadro generale che ne è emerso è quello di un’accoglienza “poco umana e poco umanizzante”, come l’ha definita don Antonio Trussardi, presidente della Caritas bergamasca, nel suo appassionato intervento. SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo CLUSONE – La Caritas si toglie dall’«accoglienza prefettizia”. Don Trussardi: “Poco umana e poco umanizzante: fratelli e sorelle o galline dalle uova d’oro”? proviene da Araberara.

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MediaL’Istituto VEST di Clusone apre le sue porte per dare la possibilità ai giovani di conoscere l’offerta formativa e l’esperienza educativa della scuola. Gli open day saranno in presenza e si terranno sabato 11 novembre alle ore 15, venerdì 15 dicembre alle ore 17 e sabato 13 gennaio alle ore 15. Per partecipare è necessario registrarsi attraverso il sito web della scuola.
L'articolo Clusone, gli open day all’Istituto VEST proviene da Araberara.

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MediaLe sedi del Patronato San Vincenzo di Endine e Clusone apriranno le porte agli studenti di terza media che dovranno fare una scelta per il futuro. I ragazzi potranno conoscere da vicino la scuola visitando i laboratori, le aule didattiche, i cortili e incontrare i professori di tutti i corsi. Date disponibili a Clusone per autoriparatori, macchine utensili, percorsi per allievi con disabilità: 4-11-18-25 novembre, 2-16 dicembre, 13-20 gennaio dalle ore 13 alle ore 17. E’ necessario prenotare l’appuntamento chiamando allo 034621131 oppure scrivere una mail a iscrizioni.cl@afppatronatosv.orgDate disponibili a Endine per acconciatura, estetica, falegnameria, aziendale informatico: 7-15 novembre, 2-12 dicembre, 10 gennaio dalle ore 15 alle ore 17. Il 2 e il 3 dicembre sarà possibile anche partecipare alla Mostra Mercato Legno.Prenotare l’appuntamento chiamando lo 035827513 oppure scrivere a iscrizioni.en@afppatronatosv.orgL'articolo Patronato San Vincenzo, open day a Endine e Clusone proviene da Araberara.

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MediaSono tre le date scelte dall’Istituto superiore Fantoni di Clusone per gli open day. Si parte il 18 novembre, poi il 2 dicembre e infine il 13 gennaio.Gli studenti potranno conoscere i corsi disponibili: Costruzioni, Ambiente e Territorio; Turismo; Amministrazione, Finanza e Marketing; Liceo Economico Sociale e Liceo Scientifico.Agli open day si accede solo su prenotazione al sito https://ift.tt/6oECQMTL'articolo Clusone, tre giorni di open day all’Istituto Fantoni proviene da Araberara.

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MediaUna mamma di 27 anni è stata arrestata stamattina, sabato 4 novembre, a Pedrengo con l’accusa di doppio infanticidio. Secondo la Procura, la donna avrebbe infatti ucciso i suoi due figli, una bambina di 4 mesi e un bambino di 2 mesi, soffocandoli. Il primo episodio risaliva al 15 novembre 2021, mentre il secondo al 25 ottobre 2022. L’indagine è scattata proprio quel 25 ottobre, quel giorno, infatti, nell’abitazione di Pedrengo, a seguito di una richiesta di intervento della donna al 118, era stata constatata la morte del suo secondo figlio. Le analogie con il precedente episodio della morte pematura della prima figlia della donna, avvenuta meno di un anno prima, avevano generato sospetti, tanto da indurre l’Autorità Giudiziaria a disporre l’autopsia.Il G.I.P. presso il Tribunale di Bergamo, concordando con l’ipotesi investigativa formulata dalla Procura, ha emesso nei confronti della donna, presunta responsabile del duplice omicidio, l’ordinanza di custodia cautelare in carcere che è stata eseguita questa mattina, evidenziandone la spiccata pericolosità sociale e un concreto ed attuale pericolo di reiterazione del reato.L'articolo Pedrengo, arrestata mamma di 27 anni: avrebbe soffocato i due figli a distanza di un anno proviene da Araberara.

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<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2023/11/gleno-foto.jpg">Media</a>di Agostino MorandiIl carteggio di Virgilio Viganò riprende il <strong>24 gennaio 1925</strong>: diventa insistente l’accenno al comportamento dei «grossi industriali»: <em>«(…) Il processo è stato nuovamente rimandato anche contro la volontà dei giudici e specialmente dei grossi industriali che volevano assolutamente farlo e da quanto ho sentito dire, affinché si rompessero le trattative fra noi e i piccoli danneggiati e per poter fare quello che accomodava a loro, specialmente per poter portarci via l’impianto del Gleno. Benché malignamente fanno pubblicare su qualche giornale che loro con nobile gesto spontaneo si postergano ai piccoli danneggiati spero che in Valle avrete ben capito che non è così e che loro mirano più specialmente ai loro interessi (…)».</em>Qualora gli fosse possibile avviare direttamente le trattative con i piccoli danneggiati, Viganò è certo che <em>«restando io in Valle me ne ricorderei sempre ed aiuti si possono sempre dare in avvenire sia a privati che per opere pubbliche».</em>Nella stessa lettera Vigano dichiara di essere disposto a far eseguire gratuitamente il progetto per la nuova chiesa di Bueggio: <em>«…e così in seguito, se la causa ci va bene, con un po’ di volontà vostra e aiuto mio la chiesa l’avrete di sicuro e a vostro piacimento molto più presto (…)».</em>Quanto all’aiuto promesso per la nuova chiesa, nella successiva del <strong>31 gennaio 1925</strong>, Viganò conferma le proprie promesse: <em>«(…) La cosa sarebbe stata semplicissima se non fossimo stati allontanati così odiosamente dalla Valle (…) se in Valle si persuadessero che sbagliano a continuare a mettersi contro di me: “così fra i due litiganti il terzo gode” ed il Governo non fa niente (…)».</em>Insistente è la richiesta di poter trattare direttamente con i piccoli danneggiati, ma con il sequestro in atto sono proprio loro che <em>«(per l’ingordigia dei grossi che vogliono portarci via tutto) ne soffro-no».</em> Nella seconda metà del <strong>febbraio 1925</strong> i <em>«piccoli danneggiati di Dezzo e di Bueggio»,</em> accompagnati dall’Avv. Marino Mai, hanno un incontro con Virgilio Viganò: egli invita il suo confidente di convincerli a fidarsi della Commissione ristretta:<em>«(…) Il nostro patrimonio è quello che è, come è stato controllato dall’autorità giudiziaria e dagli avvocati; e per venire ad un amichevole componimento non potete pretendere di ridurci alla miseria. D’altra parte, ci sono anche i grossi industriali e le Provincie che continueranno a farci causa e quindi non permetteranno di toglierci il sequestro. </em>(…) <em>Siamo stati anche noi a Roma e tutt’ora vi sono degli incaricati; vi è stato un po’ di ritardo per la malattia di Mussolini e De Stefani».</em>L’accordo con i piccoli danneggiati non viene definito ed il <strong>21 luglio 1925</strong> Virgilio, sull’orlo dell’esasperazione scrive a don Chiappa, parroco di Bueggio: <em>«(…) Sotto un sequestro che ci tiene immobilizzati; dopo tutto quello che abbiamo perso col disastro del Gleno, noi veramente abbiamo dovuto stendere la mano alle banche con gravissimi sacrifici anche per poter elargire i sei milioni ai piccoli danneggiati (…) ma che però speravamo fossero ricevuti con migliore accoglimento. Con tutto ciò non avrei mai ricusato di fare altri sacrifici anche per il decoro di quella religione che con convinzione professo. Ho dovuto invece constatare che qualcuno ha cercato di approfittare delle mie lettere (mandate in Valle al fine altissimo di un riavvicinamento) per cercare se qualcosa mi potesse compromettere e poter strapparmi ciò che non devo, (…)</em> <em>Come molte volte ho detto ripeto che con tutta probabilità se invece della lotta accanita ci avessero acconsentita la via amichevole a quest’ora tutto sarebbe stato appianato (…): Ci hanno voluto assalire, è pur lecita la nostra difesa specialmente perché in coscienza e apertamente ci riteniamo noi pure fra le vittime maggiormente danneggiate».</em>Il…
<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2023/11/carabinieri.png">Media</a>Nel corso della mattina odierna i Carabinieri di Bergamo hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bergamo, nei confronti di una giovane donna, ritenuta responsabile di omicidio volontario dei suoi due figli.
Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica di Bergamo e condotte dalla Sezione Operativa della Compagnia Carabinieri di Bergamo, hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza a carico della donna, che avrebbe cagionato la morte della sua prima figlia il 15 novembre 2021, di soli 4 mesi, e del secondo figlio il 25 ottobre 2022, di appena due mesi di vita. L’attività d’indagine era iniziata il 25 ottobre 2022, data del decesso del secondo figlio dell’indagata. Quel giorno, presso l’abitazione situata a Pedrengo (BG), a seguito di una richiesta di intervento della donna al 118, veniva constatata la morte del suo secondo genito. La tenera età del bambino e le analogie con la precedente prematura morte della prima figlia della donna, avvenuta meno di un anno prima, avevano ingenerato nei Carabinieri forti sospetti circa le cause del decesso: pertanto l’Autorità Giudiziaria aveva disposto l’autopsia del corpicino.
L’esito dell’esame autoptico, giunto nel mese di febbraio 2023, portava alla luce la circostanza per cui la morte del piccolo era stata causata inequivocabilmente da una asfissia meccanica acuta da compressione del torace: secondo gli investigatori tale asfissia meccanica era stata ottenuta attraverso un’azione volontaria, che evidenziava l’obiettivo di causare la morte del bambino.
Tali evidenze investigative avevano reso indispensabile un’accurata rivalutazione delle cause della morte della prima figlia, avvenuta il 15 novembre 2021. Anche in quell’occasione a casa era presente solo la madre, la quale aveva riferito di aver dato il latte alla bambina e di averla fatta digerire in braccio fino a farla addormentare, per poi constatare, dopo essersi fatta una doccia, che la piccola, distesa nella
propria culla, era diventata cianotica e non respirava più. Il medico intervenuto, nel constatare il decesso della bambina, in assenza di evidenti segni esteriori visibili all’esame esterno, aveva dichiarato di aver aspirato abbondante latte dal tubo endotracheale della bambina e aveva quindi spiegato che probabilmente la nascita prematura della stessa, nata di 7 mesi, aveva comportato un deficit della deglutizione, così da ritenere che la morte fosse avvenuta per cause naturali, riconducibili alla Sudden Infant Death Syndrome (SIDS), comunemente nota come “morte in culla”, che consiste nella morte improvvisa e inaspettata del lattante, senza che fossero necessari ulteriori approfondimenti, consentendo il successivo seppellimento della salma.
Così il Pubblico Ministero disponeva, a distanza di quasi due anni dai funerali della piccola, nel cimitero di Pedrengo la riesumazione del suo cadavere per effettuare l’esame autoptico. Purtroppo il pregresso danneggiamento della bara non aveva consentito una buona conservazione della salma della bambina, motivo per il quale l’esame in questione era risultato inevitabilmente falsato e non aveva restituito informazioni risolutive per le investigazioni in corso.
Ciò nonostante, l’indagine, proseguita in modo tradizionale, attraverso numerose escussioni di medici, parenti, specialisti e amici della donna, nonché attraverso l’analisi della corposa documentazione medica acquisita, consentiva, anche in relazione alla morte della prima figlia, di far emergere gravi indizi di colpevolezza a carico della donna, risultati in particolare da una serie di dichiarazioni discordanti fornite dall’indagata nel corso del tempo, che non avevano trovato corrispondenza con quanto accertato dai Carabinieri: la bambina, sebbene nata pretermine e leggermente sottopeso, all’atto delle dimissioni dal nido e nelle successive visite pediatriche era una bambina sostanzialmente sana, come il fratello:…
MediaDà un senso di vuoto vedere una distesa di macerie dove c’erano le ex scuole Medie, ma daremo nuova vita al cuore del nostro paese e questo non può che renderci orgogliosi”, spiega il sindaco Mauro Nembrini. Una decina di giorni fa sono iniziati i lavori di demolizione della struttura, che lascerà spazio a un nuovo complesso di appartamenti, negozi e uffici su un’area di 6.700 metri quadrati.“Una necessità che è emersa in questi mesi è la carenza di parcheggi e infatti nella convenzione con l’impresa Milesi geom. Sergio spa di Gorlago è prevista la realizzazione di 60 posteggi dedicati alle attività commerciali che sorgeranno qui e a tutta la popolazione. Non solo, nel nostro paese non ci sono più appartamenti disponibili e la richiesta è molta quindi questo progetto andrà anche in questa direzione. Infine, questo progetto di rigenerazione urbana consentirà di creare un passaggio tra il borgo antico di San Michele al Parco Rili in totale sicurezza senza doversi affacciare sulla strada provinciale”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo CHIUDUNO – “Quel senso di vuoto della distesa di macerie prenderà vita e sarà il nuovo cuore del paese” proviene da Araberara.

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MediaLa strada che dalla Statale 42 conduce al centro storico di Ranzanico per poi proseguire verso Bianzano, la Val Rossa e la Val Seriana, è particolarmente trafficata. C’è però un tratto, quello iniziale a due passi dal lago, che è un po’ problematico, avendo una sola corsia. Capita infatti che due o più autoveicoli si incontrano lungo la strettoia e, dovendo uno dei due fare retromarcia, si crea una piccola coda. Questo problema verrà risolto a breve, grazie ad un intervento della Provincia di Bergamo, come ci spiega il sindaco di Ranzanico Renato Freri.“Quella strada, Via Lovere, è Provinciale. Abbiamo quindi chiesto alla Provincia di allargare la parte dove c’è la strettoia, in modo che possano passare due auto che vanno in senso contrario, cosa che al momento non è possibile. Mi è stato confermato nei giorni scorsi che il lavoro verrà fatto tra pochi mesi, a cavallo tra la fine dell’anno e l’inizio del prossimo. Il fatto che quel tratto di Via Lovere diventi a due corsie è positivo dal punto di vista viabilistico”.Nella mattinata di sabato 28 ottobre il presidente della Provincia, Pasquale Gandolfi, è stato a Ranzanico (a poca distanza dalla strettoia in questione) in occasione dell’inaugurazione del nuovo marciapiede in località ‘Villaggio Angela Maria’.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo RANZANICO – Tra pochi mesi si allarga Via Lovere, che avrà due corsie proviene da Araberara.

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MediaLovere è sceso sotto i 5000 abitanti, il calo si fa sentire ma anche sul fronte negozi, soprattutto quelli cosiddetti di prima necessità, ci sono un po’ di difficoltà. La notizia di questi giorni è che sembrerebbe oramai certa la chiusura del supermercato Iperal nella zona di fronte a piazza del mercato. Già negli anni scorsi si parlava di chiusura, poi però si era andati avanti ma ora dopo l’apertura di un altro Iperal nella vicina Costa Volpino la sorte sembra oramai segnata. A questo punto restano sul territorio loverese, che è comunque molto esteso, due soli supermercati, peraltro relativamente piccoli e tutti e due nella stessa zona di entrata del paese, quindi molto scomodi per chi vive nella zona dove ora c’è lperal.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo LOVERE – L’Iperal verso la chiusura a fine anno? E intanto i negozi e i supermercati a Lovere annaspano, tengono bene bar e pizzerie, paese sempre più a misura di turisti proviene da Araberara.

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Continuano le operazioni di recupero del materiale flottante nel lago d’Iseo: il maltempo dei giorni scorsi ha fatto si che dalla Vallecamonica, seguendo il corso del fiume Oglio, venissero trascinati alla foce di Costa Volpino – per poi allargarsi in tutto lo specchio d’acqua – migliaia di metri cubi di legname e rifiuti, portati a valle dalla forza dell’acqua – che a sua volta, ha raggiunto la portata straordinaria di 550 metri cubi/secondo.
La società MPL – Manutenzione e Promozione Laghi, partecipata dell’Autorità di Bacino Lacuale dei laghi Iseo, Endine e Moro, si è messa subito al lavoro: ad oggi, su tutta l’area dell’alto Sebino, sono impiegati i tre battelli spazzino e un truxor, per un totale di una decina di operai.
“Tutte le nostre forze – ha spiegato Marco Terzi, amministratore unico di MPL – sono convogliate nell’alto lago per far fronte a questa emergenza”.
Alle 400 tonnellate di materiale già recuperate e smaltite la settimana scorsa, se ne aggiungono altre 400 circa, stoccate momentaneamente al cantiere di Pizzo, ma le operazioni sono ben lungi dal potersi dire concluse. La previsione è quella di superare quota mille tonnellate di materiale, al termine dei lavori.
Da segnalare inoltre, che su tutto il lago d’Iseo – in modo particolare nel basso lago, tra Predore, Sarnico, Paratico e Clusane d’Iseo, ma anche intorno a Montisola – si trovano delle “isole galleggianti” composte da legname e rifiuti, che saranno recuperate dai battelli nei prossimi giorni. Per questo, l’Autorità di Bacino, raccomanda la cauta navigazione.MediaMediaMediaL'articolo Maltempo: i battelli spazzini recuperano legname e rifiuti nel Lago d’Iseo proviene da Araberara.

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MediaUn 38enne residente a Montello, in provincia di Bergamo, è stato condannato in via definitiva con l’accusa di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte. L’uomo avrebbe cercato di portare fuori dai confini italiani, in Svizzera, contanti e oro, in modo da evitare che questi fossero requisiti dall’Agenzia delle Entrate. Dopo il tentativo finito male il 38enne avrebbe provato a chiedere il reddito di cittadinanza.Secondo quanto riportato da La Provincia di Como, la storia risale al maggio 2020, nel corso del primo lockdown durante l’emergenza Covid. La guardia di finanza di Como fermò una Mercedes con a bordo, oltre al 38enne, anche un’altra persona già nota alle forze dell’ordine per aver partecipato a una sparatoria in territorio bergamasco nel 2017.Nell’auto furono ritrovati un lingotto d’oro di 100 grammi e 5.000 euro in contanti che dichiararono di possedere per motivazioni legate al gioco d’azzardo.Ulteriori indagini delle Fiamme gialle fecero emergere come l’uomo dovesse circa 360.000 euro al fisco – cifra che si è ulteriormente alzata, per raggiungere la quota di 500.000 euro alla fine del processo.Nel corso di esso i giudici hanno evidenziato come l’assenza di altri beni ‘aggredibili’ in Italia intestati all’imputato induceva a ritenere che il trasferimento in Svizzera dei beni fosse finalizzato a rendere inconcludente la procedura di riscossione da parte dell’erario.Proseguendo con l’inchiesta i finanzieri sono poi venuti a conoscenza della richiesta del reddito di cittadinanza da parte del 38enne. L’uomo è stato ora condannato ad un anno dal Tribunale di Como.L'articolo Non paga 500mila euro di tasse e chiede il reddito di cittadinanza: condannato 38enne di Montello proviene da Araberara.

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MediaTra Lega e Fratelli d’Italia, con Forza Italia sullo sfondo, pare si sia trovato un punto di accordo, una mediazione che ha portato alla proposta dell’elezione diretta del primo Ministro, presidente del Consiglio dei Ministri, fortemente voluta da Fratelli d’Italia. La Lega in cambio otterrebbe il terzo mandato per i sindaci nei Comuni fino a 10 mila abitanti, sbloccando un tira e molla che durava da alcuni mesi. Martedì 7 novembre è il gran giorno. La richiesta iniziale della Lega arrivava anche a 15 mila abitanti e nella mediazione si sarebbe scesi a diecimila. Sono comunque migliaia i sindaci che adesso avrebbero via libera per il terzo mandato. Considerando oggettivamente che negli ultimi anni non c’è stata mai la… fila per candidarsi in quasi tutti i Comuni.Per il ritorno delle elezioni dirette del Presidente delle Province e dei consiglieri l’accordo potrebbe essere raggiunto verso la fine di novembre (si parla del 25 novembre). Mentre per i Comuni c’è tutto il tempo per la riconferma dei sindaci uscenti, per le Province il percorso è lungo, bisogna ridisegnare i Collegi elettorali. Ma le elezioni sia europee che amministrative sono previste per il 9 giugno, quindi c’è tempo.  L'articolo Terzo mandato per i sindaci dei Comuni fino a 10mila abitanti proviene da Araberara.

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MediaLuca Mariani«Il dato oggettivo è che Claudio Ongaro si è infilato nella Presolana. A fare cosa lo sa solo lui. Cosa gli è successo lo sa solo lui. E non è detto che ce lo possa raccontare.» Al comando dei carabinieri di Clusone ci sono ancora molti dubbi e pochissime certezze.  È ormai passato un mese da quel maledetto 5 ottobre 2023. Da quel caldo pomeriggio di inizio autunno. Da quell’ultima volta che qualcuno ha visto e ha parlato con Claudio Ongaro, sulla Presolana, sul sentiero verso la zona dei Cassinelli. Però purtroppo «non ci sono novità.» Si ammette dal comando dei carabinieri clusonesi, da dove poi si precisa che «dati alla mano escludiamo che se ne sia andato via. È molto complicato. Anche perché non ci sono riscontri di una sua presenza in giro. Se n’è parlato molto, sono girate foto, nome e cognome. Nella zona poi ci si conosce tutti e a noi non è arrivata nessuna segnalazione». Perciò dall’Arma di Clusone filtra del pessimismo dettato dall’impossibilità di setacciare tutta la Presolana: «Non si riesce a coprire tutta quell’area, né con le unità cinofile, né con i droni. Ci sono dei limiti oggettivi. Sono talmente tanti i sentieri che non basterebbe tutta la popolazione di Clusone per batterli tutti.» Anche l’addetto stampa del comando provinciale dei Vigli del fuoco di Bergamo conferma le difficoltà nel riuscire a controllare tutta la zona circostante al passo delle Presolana, dove Claudio Ongaro ha parcheggiato la sua auto il 5 ottobre scorso: «È una zona abbastanza impervia e ci sono punti dove è davvero difficile arrivarci. Nemmeno con i droni si riesce ad arrivare in alcune forre scoscese…SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo CLUSONE – Un mese dopo, Claudio non si è trovato: “Cosa gli è successo lo sa solo lui” proviene da Araberara.

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MediaNell’ambito della sesta edizione degli Innova Retail Award, riconoscimento annuale che premia progetti di innovazioni nel retail organizzato dalla società Kiki Lab 360° Retail (Gruppo Promotica),  all’Enterprise Hotel di Milano la storica insegna di Villa d’Ogna “Bonicelli Salumeria” è stata scelta come miglior negozio indipendente Food. Il riconoscimento, assegnato da una giuria di top manager di aziende retail, professionisti ed esperti, ha voluto premiare l’evoluzione della storica bottega di montagna, che negli ultimi dieci anni ha portato i prodotti bergamaschi tipici nel mondo, con catering e servizi collegati al negozio di riferimento per la spesa quotidiana in paese. Luca Bonicelli, dal 2009 alla guida del negozio di famiglia fondato nel 1964 e presidente del Gruppo Salumieri e Gastronomi Ascom di Confcommercio di Bergamo, ha via via trasformato la sua Salumeria di Montagna in un’azienda di catering  apprezzata da privati, aziende, RSA e scuole, sia in Italia che all’estero:“Sì, dalla nostra provincia alla Lombardia, dalla Germania alla Francia e ad aziende sia americane che cinesi…Siamo spesso presenti alle fiere di questi Paesi con un nostro stand, dove allestiamo una cucina per servire piatti a base dei nostri prodotti tipici nell’ambito di serate ed eventi a tema. Per esempio, in Germania è apprezzatissima la nostra polenta e cinghiale…E devo dire che agli inizi di quest’avventura constatavo che tanti prodotti bergamaschi non erano molto conosciuti, in giro per il mondo, ma che a poco a poco le cose sono cambiate, e stanno cambiando tuttora”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo VILLA D’OGNA – Luca Bonicelli e la salumeria premiati come miglior negozio Food. “Sogno una trattoria come quelle di una volta, che ti faccia pensare all’infanzia e tornare bambino” proviene da Araberara.

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MediaNei giorni scorsi è stata aperta al pubblico la galleria dei Tezzi che coi suoi drenaggi artificiali permette di convogliare l’acqua e scaricarla nel torrente Sedornia eliminando il grande pericolo idrogeologico rilevato nella zona già dal 2012 con studi e ricerche approfonditi: “Si è trattato di un lavoro imponente – spiega la sindaca Flora Fiorina – è la prima galleria del genere realizzata in Italia – una simile esiste solo in Svizzera– giunta a conclusione in 13 anni e monitorata per tutto questo tempo per capirne l’efficienza ed eliminare il rischio idrogeologico, insomma un’opera risolutiva che in tutto è costata 5 milioni di contributo regionale…SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo GANDELLINO – Aperta al pubblico in via sperimentale dopo 13 anni di lavoro la galleria dei Tezzi realizzata con tecnologie d’avanguardia proviene da Araberara.

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MediaRisorse e tradizioni. Bossico da sempre è un pozzo di storie e racconti che però attingono non solo dal passato ma anche dal…futuro.  Un tempo gli abitanti di Bossico erano pressoché tutti agricoltori o addetti alla custodia delle mandrie o del gregge. L’amministrazione guidata da Daria Schiavi ha commissionato il report Burini che è una miniera di aneddoti davvero preziosi: “I pastori di Bossico emigravano per effettuare la transumanza in pianura, nel Bresciano, nel Cremonese, e nel Lodigiano alla fine di settembre o ai primi di ottobre, dove trascorrevano l’inverno e rientravano verso la metà di maggio. Le due tosature annuali venivano effettuate nei mesi di marzo e settembre. I pastori bossichesi usavano una particolare lingua per comunicare tra di loro denominata gaì o spasèl. Si tratta di una lingua complessa, formatasi nel corso di diversi secoli e composta da voci di lingue antiche unite a espressioni derivanti da lingue straniere, raccolte nei luoghi dove i pastori effettuavano la transumanza, e a vocaboli dialettali, soprattutto bergamaschi. Secondo i folkloristi bergamaschi Tiraboschi e Volpi, questa parlata aveva un carattere difensivo in quanto la causa della formazione è da ricercarsi nell’antica rivalità esistente tra pastori ed agricoltori, poiché a causa dell’aumento dei prezzi del fieno i primi erano costretti a ripiegare sempre più su posizioni malagevoli (M. da Sovere, 1986, p. 163) e non volevano farsi capire mentre parlavano tra di loro. Portare in transumanza le mucche e le pecore comportava una conoscenza specifica dei periodi, dei luoghi, dei percorsi, delle aree di sosta, saperi secolari che venivano tramandati di generazione in generazione consolidando così una rete familiare che manteneva in vita questa tradizione. Solitamente le famiglie pastorali transumanti formavano una carovana costituita da alcuni carretti, trainati da asini o da muli, sui quali trasportavano le cibarie che servivano per un lungo periodo.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo BOSSICO – Da Kristian Arrighetti all’azienda agricola Sterni, dall’agriturismo alle formaggelle di Giovanni Chiarelli a Maria Teresa che ha investito nelle caprette bianche proviene da Araberara.

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MediaAvevo promesso a mia mamma che avrei cercato di portare un sorriso ai bambini che si trovano in ospedale ed è così che è nata l’associazione ‘Fulvia con noi’”. C’è un filo di emozione nella voce di Paolo, di cognome Delvecchio, che insieme alla sua famiglia ha scelto di ricordare così mamma Fulvia, che era originaria di Gianico “ed è proprio qui che ci troviamo per parlare dei progetti anche se la sede è a Rogno, dove abito”.Da un periodo buio alla luce: “Era dicembre dell’anno scorso, mamma è stata ricoverata per qualche settimana in ospedale e poi ci ha lasciato la notte dopo quella di Natale… è stato un anno complicato, abbiamo perso la nonna qualche mese prima di lei e da poco se n’è andato anche il nonno. Il periodo natalizio per noi è sempre stato speciale, l’abbiamo sempre trascorso tutti insieme… dovevo fare qualcosa per tenerla vicino a noi. Mamma è sempre stata una persona che nella sua vita ha sofferto tanto, ma l’ha sempre fatto con il sorriso e con un occhio di riguardo nei confronti di chi era più fragile, come i bambini”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo ROGNO – Paolo e l’associazione ‘Fulvia con noi’: “Ho promesso a mamma quando era in ospedale che porteremo un sorriso ai bambini” proviene da Araberara.

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MediaQuello dei medici di base è un tasto dolente in questi ultimi anni. Leggiamo spesso di comuni che ne restano privi dopo che il ‘vecchio medico di paese’ è andato in pensione, costringendo la popolazione a prendere l’auto o il pullman per andare all’ambulatorio più vicino, che però è distante da casa diversi chilometri. In Val Cavallina sta succedendo qualcosa di singolare. Di solito, i medici di base lasciano i piccoli centri privilegiando quelli più popolosi. Qui è invece successo il contrario.Il più popoloso comune della zona, la cittadina di Trescore Balneario, ha perso la metà dei suoi medici di base, che le hanno preferito il più piccolo Cenate Sotto.Sei medici di base che finora avevano i loro ambulatori a Trescore hanno così fatto i bagagli e se ne sono andati nel paese vicino (in verità, uno dei sei si trasferisce fra qualche giorno). Ciò ha ovviamente generato commenti e polemiche nella cittadina termale, con il gruppo di minoranza che ha criticato l’Amministrazione comunale.La minoranzaQuesta è la posizione del gruppo di minoranza ‘ConsensoCivico’: “Sembrava una bufala, ma è vero. Sei medici di base se ne vanno da Trescore e si trasferiscono in un paese limitrofo dal quale gestiranno, in futuro, i propri mutuati, cioè molti nostri cittadini. Non abbiamo la certezza delle loro motivazioni, l’unica cosa che sappiamo è che l’emigrazione è partita ad ottobre e che la gestione dei pazienti coinvolti è ribaltata: Trescore non accoglierà più i pazienti provenienti dagli altri paesi, ma saranno gli abitanti di Trescore a recarsi altrove. Prima considerazione: al di là della questione, che fine ha fatto l’obiettivo di rimettere Trescore (il più grande paese in termini di popolazione e il più ricco di servizi) al centro della Val Cavallina? Sei medici se ne vanno e l’Amministrazione comunale… sta a guardare! Seconda considerazione: sempre in ambito sanitario, durante il nostro mandato si era verificata una situazione simile con ATS e ASST che minacciavano di spostare la propria sede a Seriate, perché la fatiscente struttura di Via Mazzini era diventata inagibile. Solo una corsa contro il tempo, con fiumi di incontri con tutti i soggetti coinvolti, portò infine alla realizzazione del progetto e della convenzione che avrebbero dato vita alla nuova struttura, realizzata in Via Ospedale. Oggi questa nuova struttura eroga i servizi di neuropsichiatria infantile e gestisce alcune funzioni di ATS per tutta la Valle. Sono serviti almeno due anni di lavoro per mantenere sul nostro territorio ciò che da sempre era presente e consolidato.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 3 NOVEMBREL'articolo IL CASO – L’esodo dei medici di base da Trescore a Cenate Sotto (sei se ne vanno e sei rimangono) proviene da Araberara.

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