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MediaDa quando è cambiato il Parroco (è un anno da ottobre) in parrocchia a Tavernola è cambiato molto: arrivato in barca con il Sindaco di Castro, il nuovo Parroco, don Giuseppe Azzola, ha portato molte novità. Intanto lo si può incontrare in luoghi imprevisti per un Parroco, magari con un paio di jeans o con i calzoncini corti, o magari ad una cena presso il bar dell’oratorio che canta con gli invitati per raggranellare dei quattrini per beneficienza.
Sabato 1 ottobre, in serata nel bar dell’oratorio c’era anche un Vescovo, seduto a tavola di fronte al Parroco e circondato da tavernolesi doc: era un Vescovo africano sprizzante simpatia. Ecco la breve intervista-colloquio che ci ha concesso.
“Sono il Vescovo Mons. Feliciano Mwanama della Repubblica Democratica del Congo. Sono Vescovo dal 23 marzo 2014 nella Diocesi di Luiza, che si trova alla frontiera sud-ovest con l’Angola. Questa Diocesi attualmente ha 1.230.000 abitanti di cui 738.000 Cattolici.
Ho studiato in Congo fino a Filosofia, poi sono venuto in Italia per frequentare il ciclo di Teologia. Sono diventato Sacerdote con l’Ordinazione 35 anni fa, nel 1987, in Congo.
Dopo l’Ordinazione sono tornato in Italia, a Roma, a studiare Diritto Canonico e Missiologia (così è chiamata la Teologia della Missione).
Tornato in Congo sono diventato Insegnante presso il Seminario Maggiore, poi Rettore, poi Segretario Generale aggiunto dei Vescovi del Congo che attualmente sono 53.
Sono stato ordinato Vescovo, come ho già detto, nel 2014”.
Come mai si trova a Tavernola, piccolo paese della bergamasca di duemila abitanti?
“Conosco don Giuseppe Azzola da più di 10 anni. Lui era Parroco a Castro ed è venuto in Africa nel 2014 per la mia Ordinazione. E’ poi tornato in Africa nel 2019 per una visita e lì mi ha invitato in Italia. E’ per questo che sono qui”….
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 OTTOBREL'articolo TAVERNOLA – INTERVISTA – Il Vescovo congolese a Tavernola: “Amico di don Giuseppe Azzola” proviene da Araberara.

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MediaLo scenario ideale per un viaggio in treno di notte potrebbe essere il seguente: addormentarsi in serata poco dopo la stazione di partenza, cullati dallo sferragliare del treno, e svegliarsi la mattina seguente dall’altra parte della penisola, proprio prima di giungere a destinazione. E lo stesso vale per chi sceglie di muoversi verso l’altro capo dell’Europa. I treni notturni sono un’opzione importante per chi ama il trasporto sui binari, in grado di mettere in campo diversi vantaggi. Si tratta di un’operazione sicuramente conveniente sotto diversi aspetti, che ora andiamo ad approfondire.La soluzione idealePer cominciare partiamo dall’immagine descritta poco fa. Abbandonarsi alle braccia di Morfeo a bordo di un treno, consentirà un arrivo alla meta designata in perfette condizioni. Che sia alle prime luci dell’alba oppure a mattinata inoltrata, di certo non si sarà protagonisti di levatacce antelucane oppure di lunghe e stancanti veglie al volante. L’esplorazione del luogo d’arrivo potrà dunque partire con il piede giusto. La soluzione ideale per un viaggio di lunga percorrenza prevede la partenza al venerdì sera e l’arrivo, in tutta serenità, al sabato mattina. Questa scelta consente anche di abbattere la voce riguardante il costo dell’alloggio, permettendo dunque di risparmiare su una notte di pernottamento. Un viaggio in treno di notte con Omio potrebbe dunque rappresentare un’opzione davvero vincente.Il viaggio più greenNegli ultimi anni stiamo assistendo ad un cambiamento di tendenza: se in passato i treni notturni erano diventati “fuori moda”, ora sono ritornati in auge. Il trend infatti si è invertito, grazie a convogli in grado di offrire viaggi confortevoli e all’avanguardia. Non è tutto, perché il sentimento sempre più diffuso legato alla sostenibilità ambientale, fa pendere la bilancia dalla parte del treno. Preferire un viaggio con un treno, notturno oppure diurno, significa anche generare un certo risparmio in termini di emissioni di CO2. Spostarsi su carrozza e binari è senza ombra di dubbio la soluzione più green. La pandemia ci ha inoltre portato ad una riscoperta dei viaggi slow, e ancora una volta il treno rappresenta un’esperienza tutta da vivere in questo senso: un viaggio lento, ma ricco di comfort, con un tocco di vintage e tanta modernità.A tutto comfortSono lontani i tempi di viaggi scomodi, difficoltosi e dove ognuno doveva arrangiarsi nel migliore dei modi e stringere i denti fino all’arrivo. Oggi viaggiare in treno di notte significa poter sfruttare praticamente le stesse potenzialità di una stanza in hotel. I servizi forniti sono i più disparati: dall’aperitivo allo spuntino, dalla colazione concordata all’aria condizionata, passando per la chiusura di sicurezza e le pareti insonorizzate. Fra cuccette e vagoni letto c’è l’imbarazzo della scelta, da selezionare in base alla composizione del proprio nucleo di viaggio (da soli, in famiglia, con amici, in coppia, ecc.). Anche le destinazioni ormai non sono più limitate: viaggiando di notte è possibile raggiungere le più importanti città italiane e quelle del Vecchio Continente. E la rete continua a crescere… L'articolo Viaggiare in treno di notte, perché conviene? – Spostarsi in Italia e in Europa su rotaia è possibile anche con i convogli notturni: ecco tutti i vantaggi proviene da Araberara.

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MediaSeppur condizionati dal tempo incerto, dopo la prova di evacuazione dei plessi scolastici di Casazza e di Endine Gaiano, ben 66 ragazzi e ragazze di terza Media, accompagnati da 15 capi squadra e da 5 insegnanti, si sono incamminati per raggiungere la base del ‘Campo Scuola Alpino Valcavallina’ in località ‘Baita amici Don Bosco’. Due giorni durante i quali sono stati impegnati in diverse attività, tra cui: antincendio boschivo, unità cinofile di soccorso, attività di orientamento, nozioni di primo soccorso, lezioni di radio-telecomunicazioni…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 OTTOBREL'articolo CASAZZA – ENDINE – 66 studenti di terza Media al campo scuola degli Alpini proviene da Araberara.

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Media“ Una festa straordinariamente partecipata ed altrettanto straordinariamente organizzata da parte della sezione soverese dell’ANC (Associazione Nazionale Carabinieri), favorita dal meteo e riuscita anche grazie alla preziosa collaborazione della Pro Loco e dei suoi Volontari: ancora una volta mi sono sentita fortunata ed orgogliosa di essere il sindaco di una comunità come quella di Sovere”.
La prima cittadina Federica Cadei non nasconde che la celebrazione del 35esimo anniversario della fondazione dell’ANC (Associazione Nazionale Carabinieri) nonché del secondo Raduno della sua sezione provinciale, domenica 2 ottobre scorso, le ha riservato non pochi momenti di commozione:
“La sfilata con la Banda, la presenza di tanti colleghi sindaci della zona, del generale di Brigata Nazzareno Giovannelli, del tenente colonnello comandante del Nucleo Operativo ed Investigativo di Bergamo Alessandro Fasolino e del Comandante della Compagni di Clusone, maggiore Daniele Falcucci; la deposizione di una corona d’alloro al monumento ai nostri Caduti ed al monumento ai Carabinieri caduti realizzato nel 2017; la santa Messa, i discorsi delle Autorità , la premiazione degli associati con la più alta anzianità di iscrizione, l’aperitivo ed il pranzo conviviale conclusivo, con ben 200 commensali, hanno scandito una giornata veramente indimenticabile”…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 OTTOBREL'articolo SOVERE – “Una giornata partecipatissima ed indimenticabile”- La sindaca Federica Cadei commenta la celebrazione del 35° della fondazione dell’ANC e del 2° Raduno provinciale proviene da Araberara.

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MediaLa Comunità di Castelfranco Rondinera ha visto sabato 1° ottobre, fare l’ingresso del suo nuovo Parroco, atteso da tempo, dopo aver salutato Don Francesco Monchieri a febbraio di quest’anno. Il nuovo Parroco, Don Diego Ruggeri, classe 1965 e ordinato nel 1992, è originario di Adro. Nel suo ministero ha svolto i seguenti servizi pastorali: curato di Botticino Mattina (1992-1997); curato di Edolo (1997-2002); curato di Montirone (2002-2003); parroco di Mezzane di Calvisano (2003-2017); presbitero collaboratore di Calvisano e Malpaga di Calvisano (2016-2017); dal (2017 -2022) è stato curato di Lumezzane Fontana, Lumezzane Gazzolo, Lumezzane Pieve, Lumezzane S. Apollonio, Lumezzane San Sebastiano, Lumezzane Valle e Lumezzane Villaggio Gnutti….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 OTTOBREL'articolo ROGNO – L’affetto di Castelfranco e Rondinera per il nuovo parroco don Diego Ruggeri proviene da Araberara.

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MediaC’era anche la sindaca Natalina Valoti a festeggiare un ‘vecio’ del gruppo Alpini di Pradalunga e Cornale in occasione del suo novantesimo compleanno.
Luigi Baleri, ha infatti iniziato il suo decimo decennio di vita attorniato dai suoi amici Alpini. “Tutto il gruppo ti porge i migliori auguri. Continua così vecio… sei ancora una roccia” è stato l’augurio social delle Penne Nere…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 OTTOBREL'articolo PRADALUNGA – Alpini in festa per il ‘vecio’ Baleri proviene da Araberara.

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Media“Colzate, Bondo, Barbata: storia e leggenda”, questo il titolo del volume edito a cura dell’Amministrazione comunale presentato il 29 settembre dal giovane autore Michele Poli ad un pubblico numeroso ed attento:“Sì, è stata una serata molto partecipata e vivace, con il pubblico che spesso ha interloquito con l’Autore in un clima decisamente cordiale. Del resto l’Autore stesso aveva coinvolto numerose famiglie nella sua ricerca, e molte di esse avevano gli fornito volentieri le loro memorie e le loro vecchie foto”.Quella di Michele Poli, colzatese fresco di una laurea in Lettere, è un po’ una passione di famiglia: è infatti ad Antonio Poli, di cui è pronipote, che si devono i pochi scritti di storia locale finora in circolazione…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 OTTOBREL'articolo COLZATE – La storia e le leggende di Colzate, Bondo e Barbata nel libro di Michele Poli – Numeroso ed attentissimo il pubblico intervenuto alla presentazione proviene da Araberara.

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MediaUn’iniziativa giunta ormai al suo decimo anno e che non si è arrestata nemmeno nel periodo più difficile della pandemia, quando è continuata in modalità simili a quella della DAD, seppur con il prevedibile numero ridotto degli iscritti:
“Abbiamo per tempo convocato i genitori per le spiegazioni del caso e le relative iscrizioni – spiega il delegato esterno all’Istruzione e Cultura Luigi Arizzi -. Il progetto, dedicato agli alunni delle elementari e delle medie, dà la precedenza ai cittadini fioranesi ma è rivolto anche a quanti vengono da fuori per frequentare le nostre scuole. Fino a prima della pandemia avevamo una settantina di iscrizioni e prevedibilmente arriveremo anche quest’anno a questo numero”.
Lo ‘Spazio Compiti’ inizierà a funzionare l’11 ottobre c. m. e durerà fino alla fine di maggio dell’anno prossimo; sarà articolato in due pomeriggi settimanali, nei giorni in cui i frequentanti non hanno lezioni pomeridiane…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 OTTOBREL'articolo FIORANO – Comune, parrocchia, educatori, insegnanti in pensione e studenti universitari uniti per dare una mano ai ragazzi e alle loro famiglie proviene da Araberara.

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MediaLa festa della Croce Rossa di Grumello del Monte è stata un successo, una manifestazione che da 19 anni consente all’ufficio territoriale che ha sede in via Borlino di raccogliere fondi per l’acquisto di presidi e materiale per il soccorso.Costola del Comitato della Croce Rossa Italiana di Bergamo Hinterland, che copre un territorio molto vasto, da Romano di Lombardia alla Val di Scalve, la sede di Grumello del Monte è una grande famiglia: “Abbiamo una settantina di volontari – spiega Mario Radici, referente dell’ufficio territoriale – molti sono giovani, abbiamo un’età media sui trentacinque anni e il più giovane, che si è unito a noi l’anno scorso, ne ha 18”….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 OTTOBREL'articolo GRUMELLO DEL MONTE – La Croce Rossa, 70 volontari, il nuovo servizio h12 e uno sguardo ai 35 anni proviene da Araberara.

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MediaSta muovendo i suoi primi passi l’associazione ‘Nessun Dorma – cultura e natura’, che a Solto Collina guarderà alla bellezza e alla manutenzione del suo territorio. Registrata a settembre, la sua presidente è Paola Acquaviva, che guida, per il momento, un piccolo gruppo di persone tra cui diversi giovani, che ha già aderito con entusiasmo al progetto.
“Il nostro obiettivo – spiega la presidente – è quello di organizzare delle attività sul territorio finalizzate a raccogliere fondi destinati poi alla sistemazione dei sentieri della Collina, che purtroppo sono lasciati all’abbandono…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 OTTOBREL'articolo SOLTO COLLINA – Nasce ‘Nessun dorma’, l’associazione che si prenderà cura del territorio proviene da Araberara.

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MediaUn corso dedicato alla terza età per imparare ad usare il cellulare e un successo incredibile. Sono una ventina gli anziani che si sono dati appuntamento alla biblioteca comunale per cimentarsi con la tecnologia seguiti da Lorenzo Crippa, membro della commissione biblioteca….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 OTTOBREL'articolo CAROBBIO DEGLI ANGELI – I nonni vanno a scuola di… tecnologia proviene da Araberara.

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MediaE’ probabilmente la più antica mostra zootecnica della provincia. E’ arrivata al 114ª edizione. Da decenni si è spostata da Vilminore, poi Vilmaggiore e adesso nella piana di Barzesto. Giornata di sole e orgoglio degli allevatori scalvini. Orgoglio che poi si concretizza nei riconoscimenti del buon lavoro fatto in stalla. Campionessa categoria Manze è stata proclamata “Archenemy Olimpia” di Viviano Boni. Nella “Riserva Manze” la medaglia d’aregento è andata a “Domino Verena” di Lorenzo Boni….
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 OTTOBREL'articolo CLUSONE – MOSTRA ZOOTECNICA – 114ª edizione con regine e campionesse proviene da Araberara.

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MediaBreve viaggio nella cosiddetta ‘Svizzera Italiana’ per un nutrito gruppo di cittadini di Albano Sant’Alessandro. L’associazione Anziani e Pensionati di Albano ha infatti organizzato una gita e Lugano e al famoso Museo del Cioccolato. Una gita che è stata molto apprezzata dai partecipanti.SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 OTTOBRE  L'articolo ALBANO S. ALESSANDRO – Il gruppo Anziani e Pensionati a Lugano proviene da Araberara.

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Backstage parte due. Siamo tornati allo studio Lubrini di Ardesio per il secondo gruppo di donne che hanno posato per il calendario. Un calendario dove le protagoniste sono proprio loro, le donne che stanno combattendo il tumore al seno e hanno mostrato che la bellezza sboccia dal dolore. Colori, emozioni, sorrisi, racconti, è stata un’altra mattinata intensa e non vediamo l’ora di mostrarvi il risultato. Voi, intanto, continuate a seguirci. Ecco la gallery del primo giorno di scatti https://www.araberara.it/il-backstage-del-calendario-delle-donne-che-trasformano-la-ferita-del-tumore-al-seno-in-bellezza/Media Media Media Media Media Media Media Media Media Media Media Media Media Media Media MediaL'articolo Il calendario delle donne che hanno trasformato il dolore in bellezza – backstage parte due proviene da Araberara.

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MediaL’esterno del negozio di alimentari è accogliente. Sopra l’ingresso troneggia l’insegna ‘Bepi Market’ che prende il nome dal titolare, Giuseppe Oberti. Sulla sinistra c’è un’altra scritta, ‘Salami e cotechini del Bepi’ che mette in evidenza due delle specialità della casa.
In questo pomeriggio di fine settembre il cielo sopra Grone è funereo, fa freddo e sta piovendo.Ma anche all’interno del negozio il clima non è nei migliori.
Di chi è la colpa? Del caro-bollette, che sta facendo inferocire attività commerciali e industriali, ma anche i comuni cittadini. Non sono pochi i negozianti e gli esercenti che, dopo aver ricevuto delle bollette salatissime, stanno pensando di abbassare per sempre la saracinesca.Della questione delle bollette impazzite di questi ultimi tempi ci siamo già occupati sull’ultimo numero di Araberara parlando della mega bolletta che alcune settimane fa è stata ricevuta dalla Pasticceria Frutti di Luzzana: ben 9.983,33 euro per l’energia elettrica nel solo mese di agosto (contro i 2.065,86 euro dello stesso periodo dell’anno scorso)….
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 7 OTTOBREL'articolo GRONE – Il Bepi Market e la mega bolletta: “Come si fa ad andare avanti con quasi 8.000 euro di elettricità? Di solito ne pago 2.000” proviene da Araberara.

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<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2022/10/bolletteillegittime.jpg">Media</a>“<em>In queste settimane abbiamo ricevuto molte segnalazioni dai consumatori che si sono visti recapitare dalle società energetiche le modifiche unilaterali delle condizioni contrattuali. In talune ipotesi si tratta anche di maggiorazioni del 50% del prezzo energia.</em><em>Mai come in questo momento i consumatori devono</em> <em>stare attenti</em> <em>alle</em> <em>comunicazioni sulle bollette</em> <em>in arrivo dai fornitori di luce e gas. Potrebbero infatti contenere</em> <em>variazioni illegittime delle condizioni contrattuali</em> <em>oppure proposte con prezzi stratosferici per il rinnovo  del contratto in scadenza</em>”. L’allarme è lanciato da Mina Busi, presidente di ADICONSUM Bergamo. I fornitori di luce e gas, infatti, cercano di scaricare i maggiori costi su famiglie e imprese nonostante lo stop alle modifiche unilaterali stabilito con il decreto Aiuti bis. L’art. 3 prevede nel caso di contratti sottoscritti sul mercato libero dell’energia elettrica ed il gas in corso, la <em>sospensione delle clausole contrattuali che consentano modifiche unilaterali dei contratti di fornitura di energia elettrica e gas naturale</em> relativamente alla definizione del prezzo, <em>fino al 30 aprile 2023.</em> Sempre fino al 30 aprile 2023 (comma 2) definisce “inefficaci” i preavvisi comunicati (dopo il primo maggio 2022)per queste stesse finalità prima della data di entrata in vigore del decreto, a meno che le modifiche contrattuali si siano già perfezionate.ARERA e Antitrust hanno inviato una nota congiunta per chiarire natura e vincoli delle “modifiche unilaterali dei contratti di energia elettrica e gas<em>”,</em> anche alla luce delle norme del decreto <em>Aiuti bis,</em> ribadendo che queste sono possibili solo “a specifiche condizioni”. L’aumento incontrollato dei prezzi dell’energia e lo stato di incertezza generale causato dalle tensioni internazionali stanno coinvolgendo sia i consumatori che gli operatori del settore energetico, traducendosi talvolta in iniziative che possono configurarsi come pratiche commerciali scorrette o violazioni della regolazione di settore, spiegano anche le Autorità.“<em>Accogliamo  favorevolmente l’intervento di ARERA e Antitrust sulle violazioni in materia di modifica unilaterale dei contratti di energia</em> – continua Busi -, <em>anche se sarebbe opportuno un confronto per dirimere ogni interpretazione scorretta essendo la materia complessa.  Temiamo che le società dell’energia possano continuare ad adottare comportamenti scorretti verso gli utenti, approfittando della confusione scoppiata sui contratti e della paura dei consumatori di ritrovarsi questo inverno senza forniture di luce e gas. Alcune società rescindono i contratti agli utenti considerati a rischio, perché morosi o in ritardo con i pagamenti, in modo da tenere nel proprio portafogli solo i clienti più benestanti. Approfittano della situazione per fare una scrematura della clientela in povertà energetica.</em><em>Purtroppo la povertà energetica colpisce circa il 9% delle famiglie italiane, ma è un fenomeno oramai mondiale. Tale situazione complessa è originata</em> <em> da diversi fattori: in primo luogo, chiaramente, c’è il reddito della persona e tutte le dimensioni ad esso connesse quali la disoccupazione, l’inattività o la bassa frequenza lavorativa e  il continuo aumento del prezzo dei beni energetici ha un’influenza significativa</em>”.Cosa fare se riceviamo una di queste lettere? “I<em>nnanzitutto</em> – conclude la presidente ADICONSUM – <em>bisogna controllare se si rientra tra i casi in cui è illegittima la modifica unilaterale: la nuova norma si applica infatti solo a coloro che hanno stipulato un contratto nel “</em><em>mercato libero” a prezzo bloccato</em><em>. È  fondamentale quindi verificare il contratto e farselo mandare se non si è in possesso</em>”.L'articolo <a href="https://www.araberara.it/modifiche-contrattuali-delle-bollette-illegittime-se-non-lo-prevede-il
MediaAmmontano a 11,4 milioni di euro le risorse stanziate da Regione Lombardia per la videosorveglianza nei parchi e nelle aree protette regionali. Agli 11,2 milioni già deliberati recentemente, si aggiungono altri 209.000 euro. Il provvedimento è contenuto in una delibera approvata della Giunta regionale su proposta dell’assessore alla Sicurezza, Immigrazione e Polizia locale, Romano La Russa.I fondi sono finalizzati all’installazione di impianti di videosorveglianza nei parchi comunali e nelle aree protette regionali.Il bando prevedeva il cofinanziamento di Regione Lombardia fino a 80.000 euro a copertura massima dell’80% del totale del progetto. Gli enti beneficiari del primo stanziamento di 11,2 milioni sono in tutto sono 235 e dovranno completare i lavori entro settembre 2023.Assessore La Russa: videosorveglianza per garantire sicurezza“La videosorveglianza nei parchi e nelle aree protette – ha dichiarato l’assessore regionale alla Sicurezza Romano La Russa – ci ha consentito di monitorare al meglio i luoghi e diminuire gli episodi delinquenziali. Parchi e aree protette devono essere un punto di riferimento per famiglie e amanti della natura. La bellezza di questi luoghi deve essere sempre più preservata. Per questo, pur non avendo competenza diretta in tema di sicurezza, siamo particolarmente sensibili verso questa importante tematica. E i 209.000 euro aggiuntivi stanziati, che si aggiungono agli 11,2 milioni, sono una naturale conseguenza dell’attenzione nei confronti dei cittadini”.Gli 11,2 milioni stanziati in precedenza sono suddivisi come segue:Ai Comuni in provincia di Bergamo 1.810.639,78 euro; Brescia 2.114.399,89; Como 793.658,69; Cremona 295.279,68; Lecco 390.414,29; Lodi 248.034,68; Mantova 1.033.976,89; Milano 2.081.412,10; Monza e Brianza 713.340,18; Pavia 542.537,39; Sondrio 176.272; Varese 983.400,11 euro.L'articolo Dalla Regione oltre 11 milioni per la videosorveglianza dei parchi proviene da Araberara.

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<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2022/10/img198-scaled.jpg">Media</a><strong>Ramzan Kadyrov</strong>. Forse il nome al primo impatto non dice molto, ma se guardate la foto lo riconoscete subito. Il braccio destro e comunque il braccio armato di Vladimir Putin, promosso giusto pochi giorni fa dallo stesso Putin, Colonnello Generale, Capo della Repubblica Cecena dopo la sanguinosissima guerra degli anni scorsi, quello per intenderci che nei giorni scorsi ha mandato i suoi tre figli minorenni, 14, 15 e 17 anni a combattere in prima linea contro gli Ucraini. Chi lo conosce bene definisce a confronto Putin un moderato e questo la dice lunga su chi sia Kadyrov. Impossibile avvicinarlo. Quasi impossibile. Perché Giorgio Fornoni lo ha intervistato, e non via mail o telefono, ma direttamente nel suo blindatissimo palazzo, qualche anno fa, alla vigilia delle sanguinose morti che hanno riguardato anche giornalisti e oppositori, un racconto cruento e duro, abbiamo tagliato alcune parti e deciso di non pubblicare alcune foto. Un documento unico, come unico è questo reporter, Giorgio Fornoni, che sfida ogni volta la sorte e la morte con una capacità di dialogo incredibile. Lasciamo parlare lui<strong>Giorgio Fornoni</strong>Sei giornalisti della Novaja Gazeta sono stati uccisi…un tributo altissimo alla libertà di stampa,… e altri sono sfuggiti fortunatamente alla morte. Alcuni addirittura se ne sono dovuti andare all’estero perché le minacce ormai erano ad elevato rischio e troppo inquietanti. <strong>Anna Politkovskaja</strong> l’avevo incontrata nel 2003 raccogliendo una preziosissima intervista. Perse la vita nell’ottobre del 2006, uccisa con colpi di pistola davanti all’ascensore del palazzo dove abitava. Anche altri giornalisti della Novaja Gazeta, mi hanno rilasciato significative testimonianze…ma la più completa, quella che racconta la storia della Novaja Gazeta e dei sei giornalisti uccisi, me l’ha rilasciata pochi mesi fa invece il direttore del giornale <strong>Dimitri Muratov</strong>. Ovviamente avevo immagini preziose del periodo della guerra che era ancora in corso, essendo riuscito ad entrare a Grozny sotto il tiro dei cecchini, a bordo di un carro armato russo nel febbraio del 2000. Non molto tempo fa, 12 anni dopo, sono tornato a Grozny per raccogliere testimonianze di chi lavora a Memorial, in particolare per ricostruire i fatti di come è stata uccisa <strong>Natalia Estemirova</strong>, l’ultima dei sei giornalisti della Novaja Gazeta uccisi. Per rendere completo il mio lavoro, ritengo necessario incontrare il Presidente, l’uomo che tiene nel terrore tutta la zona del Caucaso. Non è facile ottenere le autorizzazioni. Però, ecco che nel luglio 2011, torno a Mosca convinto di riuscire stavolta, per intervistare <strong>Ramzan Kadyrov</strong> nominato Capo della Repubblica cecena direttamente da Putin. La Redazione di REPORT già da mesi ha mandato richiesta all’ufficio stampa di Mosca e di Grozny per essere autorizzato ad incontrare Kadyrov. Mi scrivono di presentarmi il giorno 21 a Mosca al Ministero per completare i documenti ed ottenere le necessarie autorizzazioni. Ovviamente chiamo subito Andrey ed in pochi giorni, con copia dei documenti della RAI e passaporto valido per due entrate, parto per la Russia.20 luglioPartenza da MILANO MALPENSA con volo ALITALIA/AEROFLOT…ed atterro a MOSCA alle ore 17 e 30 locali. Andrej…il mio carissimo amico e accompagnatore, è lì nel salone arrivi che mi aspetta puntuale come sempre.Cambio valuta in aeroporto e via per alloggiare come solito alla Guest House della Lituania. Deposito subito la valigia e l’attrezzatura video e poi subito al georgiano.21 luglioDi mattino presto, andiamo al Ministero a presentare i documenti per ottenere il MID…(richiesta RAI per interviste sia per Russia che per Cecenia, 3 fotografie formato tessera, copia tessera iscrizione Albo giornalisti, e compilazione altri documenti con  il sempre prezioso aiuto di Andrej).  Mi dicono di passare domattina che dovrebbe essere tutto pronto. Giornata…
MediaUna ‘via crucis’ che va avanti ininterrottamente da ormai otto anni: questa in estrema sintesi la vicenda che Serena Nodari sta tuttora vivendo e che, dopo alcune esitazioni, ha deciso di raccontarci, per aiutare le donne che come lei si trovano la vita stravolta dal tumore, per ribadire la necessità della prevenzione e della ricerca e per sollecitare le malate a non arrendersi mai, a continuare nonostante tutto, a godersi il bello che la vita può riservare a tutti noi:“Non dico a combattere il male, la nostra non è una guerra, noi il tumore lo possiamo e lo dobbiamo curare, quello presente e anche quello futuro, se verrà. Un passo per volta, per quanto sia faticoso il viaggio che, come il mio, è tutto su un sentiero in salita pieno di ostacoli, e non so mai cosa mi aspetta al passo successivo… Dopo tanti anni sono ancora qui, e vorrei incoraggiare chi a questo tunnel si è appena affacciato oppure lo sta percorrendo, vorrei dirgli che, pur pesantemente condizionata dalla malattia e dalle terapie, la vita e il presente non vanno mai sprecati”.Ricostruire con la precisione con cui ce le ha raccontate tutte le tappe della ‘via crucis’ di Serena richiederebbe ben altro spazio che questo, per cui è giocoforza tentarne una sintesi:“Di avere un nodulo al seno mi sono accorta nel maggio del 2014, quando avevo 45 anni, con la semplice palpazione. Non trovando spazio per una visita urgente dal senologo del SSN,  dal senologo ci andai subito in privato, e l’ecografia non mi lasciò dubbi, anche se in me, che le cose le sento istintivamente, c’era già la certezza di avere un cancro al seno. Era un carcinoma di notevoli dimensioni, anche perché ho un seno piuttosto ‘importante’, vicino ad uno dei capezzoli e dovevo decidere: o la chemioterapia o la mastectomia. Decisi per quest’ultima, al momento il mio aspetto estetico, che pure è importantissimo per una donna, passava in secondo piano rispetto all’esigenza di guarire. Dunque subii l’ intervento di mastectomia, con la previsione del successivo intervento di ricostruzione, che invece andò malissimo, forse anche perché il chirurgo plastico mi vide per la prima volta il giorno stesso dell’operazione… Mi salvarono il capezzolo, ma sopravvenne un’infezione e mi ritrovai con un capezzolo raggrinzito, la relativa cicatrice, e in più la cicatrice dell’operazione…”.Ad agosto Serena viene messa in lista per un altro intervento di ricostruzione: menopausa anticipata e un altro anno di assidui controlli, col dubbio che ‘l’imbottitura’ non basta a preparare lo spazio per la ricostruzione. Serena non si arrende, si reca da senologo milanese che già alla prima occhiata rileva qualcosa che non va, ma la rimanda a Bergamo dalla sua équipe oncologica per sentire anche il parere dei colleghi. Qui le propongono di aumentare le dimensioni dell’espansore che si è un po’ svuotato lasciandole il seno così avvizzito. Serena, non convinta, torna a Milano, dove scopre che l’espansore è forato. Ancora un anno di attesa e un altro intervento per sostituire l’espansore rotto:“Seguirono  altri due interventi,  e mi ritrovai  con un seno tutto asimmetrico, con una mammella molto più ‘alta’ dell’altra…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 21 OTTOBREL'articolo GANDINO – Serena, otto anni di ‘via crucis’: “Ormai credo di aver sperimentato tutti i tipi di dolore, un continuo saliscendi tra la speranza e la disperazione” proviene da Araberara.

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MediaRenata è lì, sul lungolago di Spinone in una giornata d’autunno fuori stagione, di quelle che il termometro dell’auto segna 25 gradi e il tepore del lago fa da guscio. Renata, di Vilminore, abita a Schilpario, Val di Scalve, e sta tornando da Treviglio, più di 90 km, che percorre da sola quando va per curare il suo tumore al seno.
45 anni, capelli lunghi, occhi azzurri che ti inchiodano e sorriso che fa il resto. Focaccia vegetariana “Devo stare attenta al cibo” e birra piccola “quando esco dall’ospedale prendo sempre una birra piccola”. Renata Carizzoni lavora a Schilpario in Comune, ha due figli, un marito, mille progetti e… un cancro al seno, ma quello può attendere: “Perché io ho un sacco di cose da fare, sai che quando mi hanno detto che avevo un tumore ho pensato ‘ma con tutte le cose che devo fare’”, sorride. Renata ordina la sua focaccia vegetariana, niente insaccati, niente carni rosse, dieta bilanciata: “Per forza, certo, la carne rossa mi manca, ma va beh…”.
Un passo indietro: “Mia mamma si chiamava Matilde, è morta di tumore al seno nel 2009, aveva 60 anni, non aveva mai fatto visite, per questo credo che la prevenzione sia fondamentale, io il mio tumore l’ho scoperto grazie alla prevenzione, altrimenti avrei fatto la fine di mia madre. E’ morta dopo due anni di sofferenza, era troppo tardi, era già troppo esteso. Io ho scoperto di essere ammalata il 29 gennaio di quest’anno, ho fatto la solita mammografia ed ecografia che faccio ogni anno, come le mie sorelle del resto, da quando si è ammalata mia mamma e si sono accorti che qualcosa non andava. Mi hanno detto che nel giro di un anno il mio seno si era stravolto, non mi ero accorta di niente, non sentivo niente”.
Renata racconta e guarda verso il lago: “Il 2022 doveva essere per me un anno importante, un anno di grandi progetti, sto facendo la casa, e poi a livello lavorativo avevo in mente tante cose… e invece. Però dai, la casa la sto facendo lo stesso, per il resto aspetterò. Ho sempre desiderato una casa mia, vivo con mio marito e i miei due figli a Schilpario, ma non siamo soli, volevo una casa tutta nostra”…
SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 21 OTTOBREL'articolo VAL DI SCALVE – Renata: “Quando ho ritirato l’istologico mi sono seduta lì davanti alla porta dell’ambulatorio, ho rivissuto quello che anni prima avevo vissuto con la mia mamma…” proviene da Araberara.

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