https://www.helis.blog/affaire-energia-qual-e-il-punto/
Ultimamente quando si parla di energia rinnovabile l’approccio è quello da tifoseria: favorevoli vs contrari. La comunicazione di massa incasella le varie posizioni in queste due categorie effimere che semplificano tutto fino a far venir meno le argomentazioni. Il tema è complesso ma per capirne l’essenza Simone Maulu ci propone alcune riflessioni.
Ultimamente quando si parla di energia rinnovabile l’approccio è quello da tifoseria: favorevoli vs contrari. La comunicazione di massa incasella le varie posizioni in queste due categorie effimere che semplificano tutto fino a far venir meno le argomentazioni. Il tema è complesso ma per capirne l’essenza Simone Maulu ci propone alcune riflessioni.
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Affaire energia, qual è il punto? - helis.blog
Ultimamente, quando si parla di energia rinnovabile l’approccio è quello da tifoseria: favorevoli vs. contrari. La comunicazione di massa incasella le varie posizioni in queste due categorie effimere che semplificano tutto fino a far venir meno le argomentazioni. Il…
Durante la dittatura franchista parlare in catalano nelle istituzioni e nei luoghi pubblici era vietato.
Lluis Llach sceglie di cantare in catalano e già questo è un atto di profonda di ribellione.
Per aggirare la censura e poter comunicare col pubblico i cantautori erano meno diretti, usavano l’arte della metafora, i giochi di parole… Nel 1968 Lluis Llach scrive una delle sue canzoni più celebri: L’estaca. Ovvero il palo.
Se tiriamo assieme finirà per cadere
Non può durare ancora molto, certo che cade, cade, cade
È già piuttosto marcio
Se tu lo tiri forte da lì e io lo tiro forte di qua
Certo che cade, cade, cade e ci potremo liberare.
Il Palo marcio simboleggiava la dittatura e la canzone incoraggiava le persone alla ribellione collettiva.
La censura franchista, che è feroce ma non perspicace, ci mette sei mesi a capire a cosa veramente la canzone si riferisca... dunque ne proibisce il testo, ma è troppo tardi. Durante un concerto a Madrid, la capitale spagnola, dove le autorità pensano che nessuno possa andare a vedere un cantante che canta "nel dialetto" di Barcellona, Llach si limita a suonare il pezzo che viene ripreso in coro dal teatro, pieno come un uovo, con un effetto molto più dirompente che se lo avesse cantato il solo Llach. La provocazione è grandiosa ma la vita di Lluis, fermato e interrogato continuamente dalle autorità, diventa impossibile. Un mese dopo va in esilio in Francia in cui avrà una carriera luminosa cantando nel 1969 anche all’Olympia.
L’Estaca da parte sua seguirà una luminosa carriera di classico del repertorio sociale finendo per essere uno degli inni di lotta più tradotti al mondo, in più di 50 tra lingue e dialetti. Da segnalare la prima versione tradotta in occitano, Lo Pal, nel 1972 e poi nel 1985 da Lou Dalfin, la versione polacca che è diventata l'inno del sindacato Solidarność e la versione còrsa, Catena, dei Chjami Aghjalesi.
Nel solco della tradizione di chi usa l’arte per cambiare il mondo, Llach è tutt'oggi un simbolo di dignità e coraggio.
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Lluis Llach sceglie di cantare in catalano e già questo è un atto di profonda di ribellione.
Per aggirare la censura e poter comunicare col pubblico i cantautori erano meno diretti, usavano l’arte della metafora, i giochi di parole… Nel 1968 Lluis Llach scrive una delle sue canzoni più celebri: L’estaca. Ovvero il palo.
Se tiriamo assieme finirà per cadere
Non può durare ancora molto, certo che cade, cade, cade
È già piuttosto marcio
Se tu lo tiri forte da lì e io lo tiro forte di qua
Certo che cade, cade, cade e ci potremo liberare.
Il Palo marcio simboleggiava la dittatura e la canzone incoraggiava le persone alla ribellione collettiva.
La censura franchista, che è feroce ma non perspicace, ci mette sei mesi a capire a cosa veramente la canzone si riferisca... dunque ne proibisce il testo, ma è troppo tardi. Durante un concerto a Madrid, la capitale spagnola, dove le autorità pensano che nessuno possa andare a vedere un cantante che canta "nel dialetto" di Barcellona, Llach si limita a suonare il pezzo che viene ripreso in coro dal teatro, pieno come un uovo, con un effetto molto più dirompente che se lo avesse cantato il solo Llach. La provocazione è grandiosa ma la vita di Lluis, fermato e interrogato continuamente dalle autorità, diventa impossibile. Un mese dopo va in esilio in Francia in cui avrà una carriera luminosa cantando nel 1969 anche all’Olympia.
L’Estaca da parte sua seguirà una luminosa carriera di classico del repertorio sociale finendo per essere uno degli inni di lotta più tradotti al mondo, in più di 50 tra lingue e dialetti. Da segnalare la prima versione tradotta in occitano, Lo Pal, nel 1972 e poi nel 1985 da Lou Dalfin, la versione polacca che è diventata l'inno del sindacato Solidarność e la versione còrsa, Catena, dei Chjami Aghjalesi.
Nel solco della tradizione di chi usa l’arte per cambiare il mondo, Llach è tutt'oggi un simbolo di dignità e coraggio.
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Lluis Llach in Sardegna il 24 maggio 2025 ospite di Helis - helis.blog
Lluis Llach è l’attuale Presidente della più grande associazione civica indipendentista catalana, l’ANC Assemblea Nacional Catalana ma è anche il più iconico cantautore catalano. Sarà ospite di Helis.blog in un evento organizzato per sabato 24 maggio 2025…