#DirettamenteRoma
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Dirette dalle commissioni, dall'Aula, dagli eventi.

Servizio fondato da Tommaso Caldarelli promosso dalla DirettamenteRoma Aps. Il materiale è CC By-Nc-Nd 4.0. Piccolo periodico web ex art 3 bis DL 63/2012. 📩info@direttamente.roma.it
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Quindi abbiamo compreso, con il passare del tempo, quanto bene faccia a queste persone poter fare attività sportiva.
Da ultimo, abbiamo portato anche all’interno – su questo interverrà Alberto tra poco – delle associazioni sportive a noi affiliate, che hanno disputato, oltre ai podisti che vengono dall’esterno, incontri amichevoli di pallavolo con le ragazze di Rebibbia.
Un’iniziativa in questo senso è in procinto di partire. Ovviamente siamo sempre in attesa delle autorizzazioni: l’iter autorizzativo è molto lungo per tutte le persone che entrano da fuori, ma abbiamo svolto negli anni iniziative di questo tipo.
L’impegno, devo dirvi la verità, è molto pesante, soprattutto per gli operatori, perché la condizione nelle nostre carceri – credo lo sappiate meglio di me – corre sempre sul filo. Per cui è capitato ad Alberto, Ilaria, Cinzia, a tutti i nostri operatori, spesso anche di arrivare davanti alla porta ed essere rimandati a casa perché all’interno del carcere è successo qualcosa. C’è stata una problematica che non possiamo ovviamente sapere, ma che ha impedito la fruizione dell’attività sportiva da parte delle ragazze. E questo capita molto spesso.
E quindi gli operatori, che prendono il tempo, la loro giornata per investirlo in questa attività, a volte tornano a casa senza poterla svolgere, operando in un contesto – questo ci tengo a dirlo – veramente complicato.
La situazione nelle nostre carceri è al limite dell’esplosione dal punto di vista dei numeri: le persone sono veramente tante, forse troppe rispetto alle strutture, e rispetto alle attività – non soltanto sportive, ma anche culturali – che possono svolgere per trascorrere in modo costruttivo la giornata.
Ecco, noi questo lo tocchiamo con mano – Alberto lo potrà confermare – la situazione nelle nostre carceri è veramente, veramente complessa.
Quindi vi riportiamo anche questo tipo di testimonianza. Io vi ringrazio ancora per averci dedicato del tempo, per avermi ascoltato, e sono chiaramente a disposizione di tutti coloro che vorranno porre domande o quesiti su ciò che facciamo e su come lo facciamo. Grazie.
Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Grazie Simone Menichetti, Presidente della Uisp Roma. Prima di dare la parola ad Alberto Ricci, Dirigente del settore pallavvolo, peró volevo chiedere a te Simone, perché solamente al settore femminile viene dedicata l’attivitá, ci sono piú problemi con il settore maschile?

(Presidente Uisp Roma): Si, su questo puó rispondere ancora meglio di me Ilaria, peró ecco due motivazioni. C é piú difficoltá con il maschile, al maschile facevamo attivitá prima del Covid, c’é stata difficoltá a rientrare post pandemia e dall’altra parte abbiamo trovato maggiore sensibilitá, forse anche per i rapporti personali che avevamo nelle Istituzioni del femminile e soprattutto nella parte, come dicevo prima, riguardante l’area sortivo-culturale.
Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Scusa Simone, quando parli di difficoltá nel maschile a cosa ti riferisci? Al tessuto sociale dei detenuti o ad altri aspetti?

Presidente Uisp Roma: Non al tessuto sociale dei detenuti, ma proprio alla volontà, perché a un certo punto diventa una volontà dell’Istituzione carceraria, cioè quanto l’Istituzione punta sull’attività sportiva. C’è chi va anche oltre, a volte sempre stando nelle regole, per carità, e ci mette davvero tanto, dal lato dell’Istituzione carceraria, per permettere di fare sport e per superare anche quelle difficoltà burocratiche che, ovviamente, operando all’interno di un carcere, esistono e non potrebbe essere altrimenti. E ci sono anche direzioni dove questa cosa riesce, in maniera...

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Quindi c’é una discrezionalitá, insomma, per capirci.

Presidente Uisp Roma: C’é una discrezionalitá. Con Ilaria abbiamo fatto diversi tentativi in questi anni di rientrare anche al maschile con diverse proposte e non é escluso che ci riuscirá. A settembre torneremo di nuovo a chiedere questa cosa. Abbiamo richiesto di fare attivitá ad esempio nel reparto per transessuali, cosa che non ci é stata consentita.
Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Avevo fatto una richiesta all’inizo, nell’introduzione, se su queste attivitá che voi proponete avete rapporti con Valentina Calderone.

Presidente Uisp Roma: Sì, Ilaria può confermarlo: abbiamo sempre avuto rapporti storicamente con il Garante dei detenuti, sia quando c’era Gabriella Stramaccioni, sia adesso con Valentina, che abbiamo incontrato in diversi appuntamenti. Ovviamente lei è a conoscenza dell’attività che svolgiamo ed è un supporto. Ma anche quando Stefano Anastasia è stato Garante, abbiamo sempre intrattenuto rapporti con i Garanti: ovviamente sono loro la prima porta di accesso all’attività sportiva (e non solo) all’interno del carcere. Però c’è una sensibilità che varia da carcere a carcere, varia a seconda della Direzione, di chi si occupa di questo tipo di attività, ecc.

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Di nuovo benvenuta, Ilaria. Io darei la parola ad Alberto, perché ha seguito fin dall’inizio la nostra discussione e presentazione. Quindi do la parola a lui per completare la presentazione delle attività specifiche e, dall’altro lato, illustrarci le problematiche che si riscontrano soprattutto a livello di strutture, perché mi sembra di aver capito che “vi arrangiate”, nel vero senso della parola. Prego, Alberto.
Operatore, Uisp Roma: Si Nando, ci arrangiamo nel vero senso della parola. Tieni conto che Ilaria utilizza una palestra per fare danza, una palestra che é la metá di un campo di pallavolo.

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Uno stanzone

Operatore, Uisp Roma: Si, 9x9 forse un po’ piú grande, ma poco piú grande di un campo di pallavolo.

Operatrice Uisp Roma: Adesso stiamo facendo attivitá nell’atrio sotto le celle, perché non é possibile accedere all’interno.

Operatore, Uisp Roma: Ah, perfetto, non lo sapevo questo. Io faccio l’attività della pallavolo, che svolgiamo su un campo all’aperto, quello dove si fanno i passeggi, quelli che nei film vengono chiamati “ora d’aria” e che in carcere si chiamano, appunto, passeggi. Naturalmente possiamo utilizzarlo soltanto nei momenti in cui è libero, quindi prima dell’inizio del passeggio per tutte, dalle 14 alle 16 ogni giorno. Siamo all’aperto, su un campo da pallavolo che è rimediato, perché realizzato con misure un po’ naïf.
Le ragazze si sfogano in quelle due ore, anche se, da parte di alcuni operatori, mi chiedono se qualcuna si comporta in maniera violenta con le altre. Durante l’attività sportiva questo non succede, o succede in minima parte, e questo grazie al fatto che la tensione viene scaricata sulla palla, invece che sull’avversaria o sulla diretta “rivale” all’interno del carcere. Ci sono delle dinamiche tra di loro che sono piuttosto complesse, e chiaramente bisogna entrarci dentro per cercare di risolverle. Succede che, magari, quando arrivano, portino rancori pregressi: sta poi all’operatore, che spesso non sa nulla e deve intuire, ercare di aprire e mediare nelle discussioni. Ma per il resto, l’attività si svolge come in qualsiasi altra palestra di Roma che fa pallavolo, con la differenza che qui le dinamiche sono forse meno tecniche e più orientate al gioco, per permettere loro di sfogarsi. E ne hanno bisogno.
Spesso raccontano esperienze di vita in cella, e basta. In alcuni casi, qualcuna non esce quasi mai: esce solo per fare questo tipo di attività, ma non per altre, perché all’interno dell’Istituto carcerario esistono dinamiche molto particolari.
Simone accennava ai problemi per entrare: quest’anno ne abbiamo avuti diversi. È capitato di arrivare in sezione, dopo aver attraversato tre cancelli, e sentirmi dire che non potevo nemmeno entrare nel primo, perché c’era un problema. Diventa un po’ frustrante, ma capisci che sono le dinamiche del carcere. L’anno scorso ho dovuto ricordare a un assistente carcerario che non ero sottoposto al regime carcerario, perché a volte anche il dialogo con loro può diventare difficile.
Lascerei ora la parola a Ilaria.
Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Senti, volevo chiederti Alberto, come avviene l’iscrizione delle ragazze, é libera o no, come funziona?

Operatore, Uisp Roma: C’é una circolare che passa e viene appesa nelle varie sezioni e le ragazze, tramite la scrivana, compilano il modulo per poter partecipare.

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Questo avviene a settembre o durante tutto l’anno?

Uisp Roma: Questo avviene durante tutto l’anno perché durante tutto l’anno entrano ed escono le ragazze.

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Certo, giusto.

Operatore, Uisp Roma:
Una delle cose che, ad esempio, mi lascia sempre più perplesso è il certificato medico, perché molto spesso le ragazze non possono accedere all’attività sportiva in quanto prive di certificato medico. In tanti anni non sono riuscito a capire la dinamica effettiva del certificato medico, perché alcuni mi dicono che, quando entrano, lo fanno fare, mentre l’esperienza mi dice altro, dato che ho persone che aspettano mesi e mesi per ottenere la certificazione necessaria per poter partecipare. Qualcuna la ottiene, qualcuna non la può ottenere per varie ragioni, soprattutto mediche, però non ho capito bene come funziona questo discorso del certificato. L’unica cosa che impedisce l’attività sportiva è proprio questa.
Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista):
Ricordo a tutti i colleghi Consiglieri che il certificato in questione è quello di sana e robusta attività fisica, non per attività agonistica, che in teoria dovrebbe essere più semplice e delegato a un controllo medico-carcerario, che ci dovrebbe essere sempre. Ora noi cercheremo di capire, perché alcuni temi potremmo anche provare ad approfondirli; eventualmente, se mi date anche i referenti, anche come Commissione Sport, possiamo chiedere riguardo alla vostra attività perché non si semplificano certe procedure, che sarebbe quanto mai utile. Ilaria, prego, se vuole portare anche la sua testimonianza, grazie.


Operatrice Uisp Roma: Grazie a voi, mi scuso per il ritardo, ero in attesa e non riuscivo a entrare, quindi grazie per la possibilità di parlare di carcere perché non è scontato. Ho perso sicuramente la prima parte e non so se è stato già detto, ma mi riallaccio proprio a questa questione del certificato medico.
La più grande problematica è il certificato medico e l’elettrocardiogramma, perché occorre un macchinario specifico, occorre un medico specializzato, che non è il medico generale che in teoria dovrebbe trovarsi tutti i giorni nelle sezioni.
Quindi viene un medico che fa il certificato medico una volta ogni 15 giorni, quindi deve visitare tutte quante le detenute, che sono appunto un numero incredibile, siamo proprio oltre; fare chiaramente la visita, dare la risposta e poi la risposta deve essere data a sua volta alla Direzione, che avviserà a loro volta le detenute.
Quindi i tempi di introduzione alle attività e di inizio alle attività per le detenute sono lunghissimi.
Quest’anno a danza siamo tantissime, io ho 89 iscritte al corso di danza, con una media di 40 partecipanti ogni volta.
Il problema è che se qualcuna si comporta male, succede qualcosa di particolare, anche lo sciopero della fame, viene revocato il certificato medico e revocata la possibilità di fare attività.
Quindi qui va richiesta da capo; dopodiché spesso le detenute vengono spostate in diversi reparti.
A Rebibbia femminile ogni parte è a sé, quindi il nuovo complesso penale, terza casa femminile hanno delle direzioni a sé, quindi ognuno ha il proprio Direttore; quindi all’interno della sezione femminile di Rebibbia vi sono diverse parti, diverse sezioni.
Noi facciamo attività nelle sezioni Camerotti, Orchidea, con la danza e la pallavolo, e con la danza io faccio alcune attività in alcune sezioni protette e anche qui spesso le detenute, soprattutto le detenute comuni, vengono passate da una sezione all’altra, quindi prima che vengano rimesse nel circuito delle attività è abbastanza problematico.
La difficoltà di cui accennava anche prima Alberto: ogni attività, ogni proposta, ogni lezione chiaramente è una lezione nuova, inizia e finisce, perché una regolarità e una frequenza non può esistere all’interno del carcere così come accade fuori, perché c’è chi entra, chi esce, chi non sta bene, chi è in infermeria; quindi si porta avanti soprattutto con le detenute che stanno lì da più tempo e sono fisse lì per un’attività regolare.
Ma tante volte ci troviamo con delle detenute nuove, quindi che devono assolutamente fare tutto il percorso, non soltanto a livello fisico, ma anche una riabilitazione.
Parlavo tempo fa con il medico, che mi diceva che quando fanno danza, pallavolo o altre attività sportive quantomeno non diamo i sonniferi. Me l’ha buttata lì questa cosa, ma insomma è stata una cosa forte, e anche triste perché significa che non hanno possibilità di sfogo.
Sono andata lunedì e sono venute a danza, però chiaramente c’era un caldo infernale, non siamo più fuori alla tensostruttura perché ormai siamo in estate e il personale è diminuito, quindi non possiamo stare fuori, ma stiamo dentro l’atrio, abbiamo fatto attività, ma sono spazi angusti, difficoltà su difficoltà.
E devo dire, parlo soprattutto per la danza, perché chiaramente mi riguarda, vado due volte a settimana e resto parecchie ore dentro, è un appuntamento assolutamente sentito; tutte le ragazze, anche quando prendono psicofarmaci e stanno sotto brisil, vengono tutte e sempre pulite, ordinate, puntuali.
Però ecco tutta l’amministrazione, che comunque al femminile, come diceva Simone, dove siamo molto agevolati o per lo meno non siamo contrastati.
in queste altre due sezioni che ora non posso dire dove sono, però ci hanno dato la possibilità di entrare in queste sezioni protette, che è una cosa rarissima che possano far entrare persone da fuori, quindi diciamo che in questo la Uisp ha coltivato rapporti di fiducia e anche soprattutto di presenza, perché comunque fino a luglio facciamo attività e a settembre riprendiamo, siamo fermi un mese e mezzo, mentre spesso capita a loro che fanno dei piccoli progetti, incontri di 4 o 5 lezioni e poi si interrompono.
Quindi quando voi dite qual è la problematica al femminile e al maschile, è anche questo: fanno entrare degli operatori e poi rimangono 3-4 volte e poi vanno via.
La dinamica per mettere su un’attività sportiva è incredibile, c’è un lavoro dietro da parte di tutti, che sì ostacolano, ma molto spesso aiutano.
Però è chiaro: metti su il medico, il dottore, le porti dentro, le porti fuori, la visita psichiatrica, gli agenti, poi un’associazione qualunque venga fa tre lezioni e va via"

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): E’ chiarissimo, voi siete impegnai in un’attivitá continuativa che ha anche un senso e dá anche l’idea di un impegno prolungato nel tempo e quindi anche mentalmente occupa impegno per il soggetto detenuto o la detenuta verso l’idea che quei due giorni a settimana hanno quella determinata attivitá da svolgere, non é poca cosa. Tu hai dato dei numeri Ilaria, 89 iscrizioni, qual’é la popolazione femminile del carcere di Rebibbia?
Operatore Uisp Roma: Penso che siamo quasi sulle 300 detenute.

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Allora é anche una percentuale importante, e tu Alberto a livello di iscrizioni sulla pallavolo?

Operatore Uisp Roma: Sulla pallavolo le iscrizioni sono abbastanza simili a quanto dice Ilaria, se non mi sbaglio l’ultimo aggiornamento mi dava 64-65 persone, poi chiaramente ne vengono di meno, qualcuna di quelle 65 io non l’ho mai vista e anche sull’ultimo foglio che mi hanno dato ce ne erano due che erano giá uscite. Le dinamiche, come diceva Ilaria, sono particolari. L’ultima ragazza che ho saputo che é uscita mi parlava di detenzione della durata ancorra di qualche mese e invece é riuscita ad uscire prima. Le condizioni sono queste, quando entri non sai mai quante ne vengono. Poi diciamo che una partita di pallavolo la riusciamo a fare sempre, almeno 12-15 persone ci sono sempre.

Presidente Uisp Roma: Posso aggiugnere una cosa, soltanto per dare un dato perché, come diceva Ilaria, le detenute sono tantissime, sono 378, e giusto per capire in quale quadro si va ad operare il tasso di sovraffollamento é del 138%, cioé Rebibbia femminile é il carcere piú numeroso d’Italia con un tasso di sovraffollamento del 7% superiore a quello nazionale che giá é al 131% che giá é altissimo, parliamo proprio di persone che non hanno spazio di vita .
Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Figurati, sono dati importanti anche per comprendere sia le problematiche da affrontare sia la validitá del progetto che portate avanti. Prima io ho detto un’inesattezza, ero convinto che per il tipo di attivitá che voi proponete fosse sufficiente la visita medica, poi qui c’é il Dott. Barbati, Vicepresidente dell’Assemblea Capitolina che é medico di base, quindi potrá eventualmente intervenire ed integrare, ma é una scelta vostra quella di chiedere l’elettrocardiogramma oppure no?

Presidente Uisp Roma: No, fa parte del decreto non c’é piú il certificato di sana e robusta costituzione, ma i certificati si dividono in agosnistico e non agonistico. Quello non agonistico prevede l’elettrocardiogramma e la rilevazione della pressione arteriosa.

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Quindi comunque c’é anche questa ulteriore problematica da risolvere. Prego Ilaria.

Operatore Uisp Roma: Sembra una stupidaggine, però sono andata in questa sezione verso le tre e mezza del pomeriggio, e non abbiamo fatto lezione perché faceva molto caldo. Avevamo una sorta di tensostruttura dove in teoria ci sarebbe l’aria condizionata, ma ovviamente non era funzionante.
Sono rimasta ugualmente con loro, mi hanno offerto un caffè, hanno ascoltato la musica e abbiamo parlato un po’.
Un altro problema che sembra banale è la doccia: spesso non hanno le docce, d’inverno non c’è l’acqua calda, le zanzare ovunque sembra una cosa banale, ma spesso dicono “io vengo a fare attività e poi non mi posso fare la doccia”.
In più sono cambiate anche le restrizioni, che sono aumentate in modo incredibile.
Adesso contano anche la biancheria intima; soprattutto per le donne è molto complicata tutta questa situazione, cioè fare attività e non poter poi fare una doccia diventa difficile, sia per le donne che per gli uomini.
Anche l’acqua è un problema: nella sezione dove ero ieri mi hanno detto che hanno la possibilità di prendere solo 3 bottiglie d’acqua al giorno, e d’estate diventa chiaramente complicato.
Quindi, fai attività e durante questa si beve almeno un litro di acqua.
Faccio attività e utilizzo così la mia bottiglia di acqua?
Sono piccole cose, ma che pesano.
Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista):
Ci sono alcuni passaggi che mi lasciano un po’ basito, nel senso che il fatto di non avere accesso, ad esempio, all’acqua potabile per soddisfare le esigenze durante l’attività motoria dovrebbe essere quasi automatico. Chi svolge attività motoria ha diritto, in quel momento o anche nella mezz’ora successiva, all’accesso all’acqua.
Parliamo di restrizioni che, a mio avviso, vanno anche un po’ contro la dignità della persona, oltre che, come chiamo sempre in causa il Dott. Barbati, contro esigenze di tipo fisiologico.
Ne ho sempre sentito parlare con Alberto, sapevo che lui svolgeva questa attività, ma non eravamo mai entrati nel dettaglio delle problematiche specifiche.
Adesso bisogna capire, e mi metto a disposizione anche per scrivere, per quanto possa avere credito come Presidente della Commissione Sport, per cercare almeno di limare queste contraddizioni, perché l’attività è davvero interessante e le ricadute sono positive.
In effetti, già il fatto, come diceva Ilaria, che i medici confermino una minore distribuzione di psicofarmaci alle detenute per poter semplicemente dormire è significativo.
E sappiamo che non è solo questo, perché poi c’è una ricaduta sul piano sociale, comunicativo e rieducativo, che dovrebbe essere tanto a cuore alle Istituzioni pubbliche in generale.
Quindi, davvero, alcune cose che mi avete raccontato mi lasciano stupefatto. Vi ringrazio ulteriormente per quello che fate.

Carmine Barbati (Lista Civica Gualtieri Sindaco): Intervengo anche io per dire, come dicevano gli antichi, ‘mente sana in corpore sano’. Si ha una miglioramento dal punto di vista fisico e psicologico, quindi anche per chi fa uso di farmaci, non solo per quello che riguarda la salute fisica, ma anche quella mentale. Poi il discorso dell’acqua mi sembra abbastanza naturale, cioé sudare e perdere liquidi, disidratarsi non é certo una condiziona favorevole e confortevole per l’organismo, quindi quella la ritengo una cosa, proprio, decisamente assurda. Caro Presidente facciamoci parte diligente.

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Ti ringrazio Carmine per il tuo intervento, mi ha fatto piacere. Non so se c’é qualche altro Consigliere che voleva porre delle domande. Invece sapete qualcosa di Casal Del Marmo, dei minori, piú nello specifico?
Presidente Uisp Roma: Ilaria ha preso qualche contatto, non so se tu hai qualche news su questo. Noi da Casal Del Marmo manchiamo da tanti anni.

Operatore Uisp Roma: Manchiamo da tanti anni. Era interessato, comunque, a riconttatare la Uisp, speriamo che ...

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Perché, se ricordo a Casal Del Marmo c’é anche un po’ di impiantistica sportiva all’interno del carcere minorile. Mi pare ci fosse un campo di calcioo.

Operatore Uisp Roma: L’ultimo della Uisp che c’é entrato nell’attivitá sportiva sono stato io, poi c’é il campo di calcio e il campo all’aperto multifunzionale da basket e pallavolo, fatto dalla Nike a suo tempo, ma credo che sia distrutto quasi completamente perché era fatto non benissimo. E poi c’é la palestra, una bella palestra a dire la veritá al minorile, peró sono anni che noi non riusciamo piú ad andare.

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista):
Ho capito. Però veramente adesso mi avete acceso il desiderio di impegnarmi per far ripartire queste iniziative, che mi sembrano davvero necessarie. Si può dire che non siano solo un esercizio di promozione dell’attività motoria, ma che abbiano una ricaduta importante, ancor più pensando al carcere minorile.
Va bene, non vedo mani alzate tra i colleghi Consiglieri, quindi a questo punto vi lascio anche con l’idea di ricontattarci per capire come muoverci e, se potete, di fornirmi dei riferimenti di soggetti di tutta la scala gerarchica, a partire dal Ministero di Grazia e Giustizia fino alla Direzione del Dipartimento Carcerario, così da poter contattare i soggetti giusti. Riguardo l’impiantistica, adesso che Alberto ha parlato di Casale del Marmo, mi viene l’idea di provare a ricontattare qualche sponsor volenteroso, magari riprendendo il vecchio progetto della Nike di cui parlavi. Potrebbe essere interessante coinvolgere sponsor che uniscono l’utile al dilettevole, o meglio, in questo caso l’utile all’utile, visto che lo sponsor sarebbe utile alla comunità come il carcere minorile.
Quindi il mio non è un “grazie e arrivederci”, ma un rinnovo di appuntamento per cercare di fare insieme qualcosa, questo ve lo garantisco. Un’ultima cosa: mi piacerebbe pensare a come questa esperienza possa essere introdotta nelle scuole, in particolare nelle scuole superiori, attraverso i programmi di educazione civica
Se vi interessa, qui è presente anche il Vice Presidente della Commissione, che è il Delegato in Città Metropolitana per l’impiantistica sportiva, il Consigliere Daniele Parrucci, a cui potrei chiedere un’interlocuzione con l’Ufficio Scolastico Regionale. Potremmo inviare una circolare a tutti i Dirigenti scolastici affinché, se interessati, possano organizzare un incontro con voi, con la proiezione di immagini dell’attività svolta, previa liberatoria per la privacy, per spiegarne i contenuti e le motivazioni. Affronteremmo così il tema della giustizia e delle carceri, in particolare la detenzione come elemento rieducativo e non punitivo, come previsto dalla nostra Costituzione.
In sostanza, il carcere ha la finalità di restituire alla collettività un soggetto che abbia compreso il rispetto delle regole e sappia vivere in una comunità civile. Grazie ancora a tutti per la vostra partecipazione, ci risentiremo presto. Buona giornata e grazie.

Presidente Uisp Roma: Grazie mille.
1
Con questo passaggio la discussione si è esaurita. Noi chiudiamo la trasmissione.
+++++++++++++++++++++++++++++++++
++++ Audizione Presidente Coordinamento CERS (Comunità Energetiche) ++++
+++ Commissione Ambiente, differita del 30/06 +++
Buongiorno cari lettori. Ecco cosa è avvenuto in questa seduta di commissione.