#DirettamenteRoma
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Dirette dalle commissioni, dall'Aula, dagli eventi.

Servizio fondato da Tommaso Caldarelli promosso dalla DirettamenteRoma Aps. Il materiale è CC By-Nc-Nd 4.0. Piccolo periodico web ex art 3 bis DL 63/2012. 📩info@direttamente.roma.it
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+++ Commissione Sport. Differita del 23/04 +++
Cari lettori, ecco cosa è accaduto in questa discussione che ha avuto a oggetto un tema di interesse per molti.
Ferdinando Bonessio (Verdi - Presidente commissione): "Ricordo ai presenti, come introduzione, che questa Commissione torna ad occuparsi nello specifico di Special Olympics, dopo la seduta del 7 novembre 2023, quando gli stessi invitati di oggi ci presentarono il progetto Roma Città Inclusiva, un progetto a cui invitammo anche gli Assessori allo Sport e i Presidenti delle Commissioni municipali, affinché nei propri territori potessero poi sviluppare e promuovere quelle che sono le iniziative e le attività di Special Olympics. Oggi, in particolare, ho sentito personalmente l’esigenza di procedere a questa convocazione per farci raccontare, dalla viva voce di chi è stato protagonista, un’esperienza che definirei memorabile: quella dei Giochi Mondiali Invernali, la prima manifestazione, se ho letto bene,ospitata in Italia a livello mondiale di Special Olympics, che si sono svolti a Torino, esattamente nella settimana che andava dall’8 marzo al 15 marzo. Le iniziative e le attività che si sono organizzate, e soprattutto quelle legate agli sport invernali, hanno riguardato la città di Torino ma anche le sedi della provincia, come Bardonecchia e il Sestriere. Vi dico solamente i numeri, per farvi capire la portata che ha avuto questo evento: circa 1.500 atleti hanno partecipato, in rappresentanza di oltre 100 delegazioni provenienti da tutti e cinque i continenti.
Ci sono stati circa 2.000 volontari impegnati nell’organizzazione, nell’assistenza e in tutte le attività di indirizzo e guida, per agevolare la partecipazione e la riuscita dell’evento.
+++ Audizione Teams Lazio di Special Olympics Italia: Report Giochi Mondiali Invernali Special
Olympics di Torino 2025 e presentazione eventi futuri. +++
Circa un migliaio di tecnici, se ho letto bene e se ricordo a memoria i numeri, e poi il coinvolgimento fondamentale delle famiglie, con oltre 3.000 unità presenti. Quindi capite che, oltre all’evento per la valenza sociale e sportiva che rappresenta, è stato anche un evento con una significativa ricaduta sul territorio, dal punto di vista della promozione del Piemonte, di Torino e del suo comprensorio, ma anche dell’indotto economico e turistico, che non è mai da sottovalutare quando si muove una mole di persone così imponente. L’iniziativa è stata sorretta da alcuni sponsor che hanno consentito davvero di offrire a questi atleti la possibilità di vivere un’esperienza incredibile. Partirei dalla condivisione di 4 minuti di video che danno uno spaccato di quelli che sono stati i momenti salienti. Ma vi invito da subito a pensare, perché poi ce lo racconteranno i protagonisti, a quello che c’è dietro: l’organizzazione, il lavoro, i momenti di riunione, di programmazione. tutto quello che può esserci dietro a un grande evento, che però viene ripagato nel momento in cui si assiste a quei sorrisi, a quei momenti di felicità, ai commenti di quei genitori che capiscono che, per la prima volta, i loro figli con disabilità intellettive e relazionali sono stati coinvolti. Figli che hanno trovato modo di essere ascoltati, compresi, di superare in parte le loro difficoltà. E si va a colmare un vuoto che tante volte loro sentono come un peso insopportabile.
[Viene proiettato, dopo alcuni problemi tecnici, un video riferito all'evento]
Bonessio: "Aggiungo pochissime cose: Special Olympics è un’organizzazione a livello mondiale che ha le sue diramazioni nella totalità dei cinque continenti, in tantissime nazioni, e Special Olympics Italia è una delle più rappresentative in questo panorama di realtà nazionali. Abbiamo qui con noi il Vicepresidente nazionale, Prof. Alessandro Palazzotti, il quale era già venuto a raccontarci quello che è l’aspetto fondamentale dell’Associazione che, se ricordo bene, rientra tra quelle riconosciute come benemerite dal CONI. E ci tengo a precisarlo, perché molti che non hanno dimestichezza con l’organizzazione del settore sportivo possono fare confusione: Special Olympics non va in competizione né in sovrapposizione con il Comitato Italiano Paralimpico, ma si occupa, in modo diverso, e poi saranno i nostri ospiti a spiegarcelo, di un’area specifica, quella dell’inclusività nello sport, che è fondamentale per ciò che vogliamo definire come un reale progresso sociale e civile. Io, di questo filmato, mi porto nel cuore due passaggi: quel ragazzo, anzi, quell’atleta, perdonatemi, che diceva: “Finalmente ho sentito che tutti mi volevano bene e mi sono sentito molto acclamato.” Bellissimo. L’altro è il genitore che ha riferito di essersi finalmente sentito coinvolto e realmente aiutato da un contesto di persone che comprendevano le sue difficoltà, e quelle di tutti i genitori che, come lui, si trovano a vivere una realtà complessa con ragazzi e ragazze che hanno questi problemi. Ricorderò sempre quello che è il giuramento che viene pronunciato dagli atleti che si cimentano in questi giochi, che recita così: “Che io possa vincere, ma se non riuscissi, che io possa tentare con tutta la mia forza.”
Bellissimo. Perché dà proprio il senso di ciò che è l’impegno, e di come questo impegno si trasformi in elemento di inclusione e di superamento, non necessariamente per vincere, ma per andare oltre i propri limiti. Prego"
Special Olympics Italia: "Grazie Presidente, e innanzitutto grazie ai consiglieri presenti e alla Segreteria che ha attivato il filmato. Quello che avete visto, attenzione, non è artefatto: il sentimento che esce da questo filmato è lo stesso che si è vissuto per quei dieci giorni a Torino, Bardonecchia, Sestriere e Pragelato, tutte sedi delle Olimpiadi precedenti, attrezzate per ospitare eventi di questa portata. Questi Giochi hanno avuto quasi sei anni di preparazione. Il bid fu presentato sei anni fa a livello internazionale e abbiamo vinto perché si sono messi insieme i Sindaci dei quattro Comuni e la Regione, coinvolgendo le realtà locali dove avevamo già organizzato eventi nazionali da 800-900 atleti per diversi anni. Abbiamo creato un humus per questi Giochi. Siamo andati a parlare, a suo tempo, con il Ministro dei Cinque Stelle, Spadafora"
Prima con Malagò, chiedendo se fosse il caso di portare avanti l’iniziativa. Lui vide il nostro budget di allora, 30 milioni di euro, e disse: “Ma così poco per fare un evento olimpico di questa portata?”
Noi rispondemmo: “Sì, ma noi siamo spartani, siamo abituati a fare le cose in massima economia.”
E quindi lui diede il primo via libera, esortandoci: “Facciamo in modo che i soldi li abbiate prima, così non avrete tutti i problemi di...” Dopo un mese, però, cadde il Governo. Da lì iniziò una rincorsa in salita: tre Governi caduti, un Parlamento sciolto, capite bene che le difficoltà sono state enormi. Siamo arrivati con molto ritardo, nonostante avessimo lavorato per cinque anni. E a tutti gli atti formali, alle situazioni del comitato organizzatore, ci siamo arrivati davvero con il fiato corto. Eppure, come spesso succede in Italia, e dobbiamo fare in modo che non succeda più, nonostante tutte queste difficoltà, i Giochi sono stati un evento magnifico. Al di là di questo, abbiamo fatto in modo che anche nelle Regioni, e qui Stefania è stata protagonista a Roma, l’evento fosse vissuto dalle scuole. La mascotte che avete visto, ad esempio, è nata da un concorso fra tutte le scuole d’Italia: è stata disegnata da una bambina pugliese. Poi ci sono stati eventi che, a livello nazionale, hanno un po’ replicato il passaggio della torcia e tutto ciò che potesse riprodurre lo spirito olimpico. È stato un punto di arrivo dopo cinque anni di lavoro, quarant’anni di presenza di Special Olympics in Italia, ma per noi vuole essere anche un punto di partenza, che qui a Roma voi avete anticipato con quel passaggio fatto un anno e mezzo fa per un progetto che volevamo realizzare subito. Adesso Stefania potrà magari riassumere lo stato dell’arte del progetto Roma Città Inclusiva che — attenzione — noi vogliamo far diventare una realtà per tutto il Paese, partendo dalle grandi città e dai capoluoghi, ma arrivando anche nei territori più piccoli, lì dove le persone con disabilità vivono, operano, speriamo lavorino, creando un tessuto sociale accogliente, in grado di comprendere che queste persone hanno diritto a tutti i diritti.
E lo sport è uno strumento assolutamente valido per fare questo. Special Olympics ha una caratteristica , mi pare che il Presidente l’abbia accennata prima, Special Olympics è riconosciuto dal Comitato Olimpico Nazionale Italiano (CONI) con pari valore del Comitato Italiano Paralimpico (CIP); attenzione, entrambi sono riconosciuti con pari valore. In Italia, il Comitato Paralimpico ha scelto la strada dell’ente pubblico per ragioni che ben si comprendono, nel senso che il CONI è un ente pubblico e il Comitato Paralimpico ha voluto seguire quella strada. Special Olympics, a livello internazionale, a cominciare dalla casa madre negli Stati Uniti e da tutte le nazioni, vuole invece avere un rapporto costante con le istituzioni pubbliche, ma in particolare vuole sensibilizzare gli ambienti privati, le aziende, i privati in generale, a partecipare al movimento. Ha una prerogativa: fa gareggiare insieme atleti con e senza disabilità a pallavolo, pallacanestro, palla a mano. Tutti gli sport si praticano insieme da atleti con e senza disabilità proprio perché questo strumento, che assolutamente inizialmente è nato per selezionare, per cercare il più forte, se utilizzato con metodi diversi e con obiettivi diversi, può diventare un vero strumento di inclusione e quindi essere uno strumento valido per puntare alla vita delle persone, non solo allo sport. Questo è un po’ quello che ci distingue dalle altre organizzazioni con cui, attenzione, vogliamo lavorare insieme, a cominciare dal Comitato Olimpico e Paralimpico, con le Federazioni, con gli enti di promozione, con tutti quelli che in qualche modo operano nel tessuto sociale. Per questo Special Olympics è ente del Terzo Settore: perché, assieme ai programmi sportivi, non fa solo sport, organizza altre situazioni che cercano di sensibilizzare i territori. Perché se un atleta o una persona con disabilità frequenta una palestra e si migliorano le sue qualità individuali e si tenta un inserimento sociale, se poi nel momento in cui rientra a casa trova un ambiente non accogliente e non sensibilizzato, tutto il lavoro che si fa nell’impianto sportivo o nella palestra si perde per strada e non si ottiene più il risultato di inclusione sociale che noi vogliamo ottenere. Quindi l’obiettivo è sensibilizzare la società ad essere accogliente e a creare le premesse affinché le persone possano avere una vita con tutti i diritti, come dicevo prima. Questo è quanto e vorrei ritornare, e qui inviterei, se il Presidente lo permette, Stefania Gardenia, Direttore Regionale, a dire quali passi intenderemmo fare proprio sotto la spinta a livello nazionale. Questi giochi dovranno servirci per una spinta ulteriore per sensibilizzare il mondo dello sport, il mondo del volontariato ad affrontare questi temi insieme e tentare di risolverli. Presidente, a lei la parola.
Bonessio (Verdi): "Sì, certamente, Prof. Palazzotti, grazie di questa introduzione e della sottolineatura di alcuni passaggi che chiaramente io non potevo fare, in quanto lei vive questa Associazione Special Olympics da tanti decenni, per cui ne è il protagonista, nonché uno dei principali promotori sia a livello nazionale che internazionale. Direi di ascoltare la Direttrice Regionale, la Sig.ra Gardenia, in modo che ci possa anche riferire sia sui programmi futuri, ma anche il resoconto di come a livello municipale è stato recepito il progetto di “Roma città inclusiva”. Allo stesso tempo invito i colleghi consiglieri a prenotarsi attraverso l’alzata di mano per poter intervenire in merito all’oggetto dell’ordine dei lavori. Prego"
Special Olympics Lazio: "Grazie, Presidente. Volevo semplicemente dire che, ancora, nonostante abbia visto tante volte il video, è un’emozione fortissima, perché indubbiamente è l’arrivo e la partenza di un grande lavoro che dura ormai da 40 anni sul territorio italiano e da 57 a livello mondiale. Il sorriso, sicuramente, gli abbracci, le considerazioni fatte dagli atleti e dai genitori vengono fatte con le parole, ma soprattutto con gli sguardi, con quelle carezze, con quegli abbracci che abbiamo visto anche all’arrivo del fuoco a Fiumicino. Si parlava di come aveva partecipato il territorio, perché i giochi si sono svolti nel Piemonte, a Torino e le zone limitrofe. Noi abbiamo partecipato in maniera molto forte e contemporaneamente all’accensione del fuoco in Grecia il 25 febbraio è stato acceso in tutte le 20 regioni italiane, una città per ogni regione, abbiamo acceso alla stessa ora il fuoco di Olimpia. Abbiamo scelto di far passare la fiaccola al Colosseo, accenderlo di fronte alla bellissima veduta del Colosseo e quindi abbiamo dato un ampio risalto alla nostra città, al nostro mondo. Tra l’altro ringrazio il Presidente che seppur aveva una riunione a Ossi, è venuto di corsa ed è stato con noi in quell’occasione. Il Colle Oppio, che io ricordo da ragazza come una zona molto squallida di Roma, adesso è diventato un bellissimo giardino accogliente e noi siamo stati contenti di valorizzare anche la nostra città, come facciamo con tutto il territorio del Lazio. Perché la valorizzazione della cittá, del territorio del Lazio, tutto questo noi lo riteniamo sostanziale, noi dobbiamo vivere le nsotre cittá, le nostre realtá, i nostri quartieri, lo diceva molto bene uno dei nostri atleti che quando si vivono bene la propria casa, il proprio quartiere, la propria cittá si vive meglio e questo viene fatto proprio atttraverso gli eventi, attrraverso la conoscenza che gli eventi stessi possono dare di Special Olympics e far, come diceva il Sig. Palazzotti, rimanere anche il dopo evento, qualcosa di molto forte; sarebbe una crudeltá unica organizzare un bellissimo evento per gli atleti e poi finito questo il nulla. Ecco perché “Roma cittá inclusiva”, ecco perché “Lazio regione inclusiva”, ecco perché in tutte le province stiamo portando avanti il progetto che Roma con qualche difficoltá, ma non dovuta ai Municipi, perché quando arriviamo ci accolgono, ma proprio nella difficoltá che c’é anche nel mettere in rete tutte le associazioni sportive, le scuole, ecc.
Quindi diciamo che il progetto si é sviluppato piú a macchia che in maniera organica su tutta la cittá di Roma, ma assolutamente non demordo e desisto e continueremo con i Municipi a trovare l’accordo e anche il modello piú fattibile del progetto che stiamo portando avanti. In molti Muncipi siamo riusciti meglio, in altri meno, peró adesso tenteremo con il nuovo anno sportivo di risistemare tutta la questione per poter portare avanti un unicum su tutta la cittá di Roma e tutta la Regione Lazio. Cosa faremo? L’ha accenato il Prof. Palazzotti, adesso sapete tutti che ci sono stati i rinnovi degli incarichi istituzionali per quanto riguarda i Coni, il Cip, le Federazioni, gli Enti di promozione, ecc. Una volta finito, soprattuto con l’elezione del Presidente del Coni e il Presidente del Cip, quindi con l’atto fianle, quello diciamo nazionale noi riprenderemo e stiamo riprendeno in mano tutti i contatti con la rete sul territorio e mantenendo la nostra identitá, completamente diversa dal Coni e dal Comitato Paraolimpico perché noi lavoriamo su tutti, non lavoriamo soltanto sui campioni e sulle medaglie d’oro; per noi dire che un atleta é una medaglia d’oro é un valore sportivo, peró non é tutti i nostri ragazzi vengono medagliati perché chiaramente abbiamo un concetto diverso, lo sport come mezzo e non come fine ultimo. Anche se lo sport viene esaltato é un mezzo e questo lo voglio ricordare a tutti, agli amministratori, ai genitori, agli stessi atleti, noi abbiamo la necessitá che questo sport dia a loro un bagaglio anche per fare altre cose, immaginate il lavoro, immaginate la socializzazione, é proprio il concetto di sport che é messo a servizio della persona e quindi non é soltanto il lavore assoluto, ma é relativo rispetto alla persona, cosí vengono scelti i nostri atleti quando vanno ai mondiali, non é risultato piú bravo quello che fa il miglior slalom o la miglior corsa delle racchette o delle ciaspole, no, é quello che supera il proprio limite e quindi la valorizzazione dell’individuo in quanto tale e questo é messo sempre in campo da Special Olympics. Quindi questa identitá la porteró e la porteremo avanti su tutto quello che sará poi l’incontro con le altre realtá sportive che vivono il territorio, quindi quello che é successo da un anno e mezzo é sicuramente una prova generale per poi fare effettivamente lo spettacolo, ma abbiamo bisogno di altri attori che sono tutte quelle realtá che sul territorio gestiscono proprio le persone.
Ha detto bene il Presidente, il ragazzo/a, la persona (e noi in questo senso siamo molto legati al concetto della persona in quanto unica), ogni persona é sicuramente un grande dono del creato e noi su questa unicitá vogliamo evitare la parola disabilitá, diversitá, normalitá. Ognuno di noi é veramente unico, una creazione perfetta e su quel valore vogliamo portare avanti, attraverso lo sport, tutti quelli che sono i nostri valori. E’ utopia? Non lo so, ma penso che il lavoro di tanti possa diventare quello che puó sembrare un sogno adesso, una realtá. Non ci credevamo 40 anni fa, eravamo molto scettici quando Palazzotti ci diceva, visionario come sempre (noi dicevamo che era visionario e invece vedeva avanti e andava avanti) quando ha parlato di sport unificato ci credevamo poco e invece sono tanti i risultati che ci hanno portato a fare cose che 10 anni fa non immaginavamo. Questo modo di vederre é stato importante per tutti noi, che veniamo da quella scuola, in qualche maniera anche il Presidente Alessandro Del Messia e quindi anche il fatto che abbiamo creduto in lui era un po’ come credere in qualcosa che almeno io non vedevo realizzabile subito e, invece, con l’aiuto di tutti (con tutte le nsotre forze come dice giustamente il giuramento degli atleti) siamo riusciti. Qui voglio rilanciare di nuovo la sfida di un anno e mezzo fa, rilanciamo la sfida sui territori, vediamo se riusciamo a correggere il modello che stiamo portando avanti e lo faremo in maniera molto forte e sostanziosa con tutti i Municipi, grazie"
Special Olympics Nazionale: "Presidente posso intervenire al volo per ricordare che il progetto Special Olympics propone formazione, informazione e affiancamento, ma non chiediamo spazi palestra, non chiediamo gestioni."
Bonessio (Verdi): "Prof. stavo sottolineando proprio questo aspetto, tra l’altro é proprio in questo senso che il mondo sportivo romano non ha timore “di un’invasione di campo”, per usare un termine che si usa spesso nello sport e in altre modalitá. Invece qui parliamo proprio di inclusivitá e quella formazione, quell’affiancamento, quel volontariato di chi prende coscienza di come puó realizzare i propri obiettivi anche aiutando le persone che sono in stato di necessitá. Mi domandavo (anche perché qui é presente e collegato Daniele Parrucci) che é il delegato per la cittá metropolitana per gli istitui superiori che ha rapporti piú continui di questa Commissione con la Direttrice scolastica dell’Ufficio regionale, la Dott.ssa Sabbatini, se voi nel vostro programma di formazione ad esempio avete stipulato con l’USR quello che, fino a poco tempo fa, si chiamava il percorso scuola lavoro, che adesso sono i PCTO (ossia i percorsi per le competenze trasversali e l’orientamento) che poi danno ai ragazzi del quarto e quinto anno delle superiori dei crediti che vengono conteggiati all’esame di maturitá. Sarebbe credo un’opportunitá e un progetto significativo, almeno che non sia giá stato realizzato. "
Bonessio (Verdi): "Benissimo, io aggiungo questo, adesso siamo in un momento in cui l’attivitá dell’assemblea capitolina é rivolta alla futura, spero, approvazione in tempi brevi del Regolamento dei centri sportivi municipali, a parte il riconoscimento dello Special Olympics come realtá che comunque si occupa del settore, parimenti ad associazioni, SD, SP, che comunque si muovono nell’ambito delle attivitá relative allo sport inclusivo, peró sarebbe anche fondamentale successivamente, mettere in condizioni gli uffici dei servizi sociali municipali, gli uffici sport municipali, che quando l’associazione ha tra i suoi iscritti un ragazzo che ha necessitá di un’assistenza mirata, possano questi uffici avere un’elenco di questi volontari che possano aiutare l’associazione sportiva che vuole includere il soggetto in stato di necessitá e quindi avere un supporto mirato. Penso che faremmo, in questo modo, da collettore creando una sinergia positiva per questa inclusivitá e inclusione reale. Che ne pensate?"
Special Olympics Lazio: "Sí, é giá stato realizzato e giá lo portiamo avanti con le scuole, i ragazzi che aderiscono al discorso del volontariato poi vengono formati per quelle specifitá che dovranno fare e poi ci sará per loro il credito formativo perché sono le scuole che aderiscono a Special Olympics, proprio per la parte del volontariato. Non so se Palazzotti vuole dire qualche altra cosa. "
Special Olympics: "Se chiedete a me il parere non posso che non essere d’accordo perché la figura (noi le chiamiamo i partner gli atleti non disabili, quindi i compagni non disabili di scuola, di societá sportiva che partecipano alle attivitá) ed é un percorso bellissimo quello dei partner perché possono andare anche a livello internazionale, arrivano anche ai mondiali. A volte ci vengono a ringraziare i loro genitori perché questo puó essere, specialmente per studenti delle scuole superiori, un sistema per battere il bullismo. Chi fa il partner in Special Olympics é un difensore dei propri compagni a tutto titolo e puó essere in qualche modo una barriera contro di esso. "
Bonessio (Verdi): "Ringrazio professore, io approfitto anche di questo incontro per esprimere il mio cordoglio, e penso di tutti i colleghi della Commissione, per la morte di Papa Francesco che piú volte aveva sottolineato come l’inclusione, i valori dello sport in assoluto e come attraverso le attivitá motorie e sportive si potesse realizzare un’inclusione a favore degli ultimi, di soggetti che hanno bisogni particolari, come quelli di sentirsi compresi e accolti all’interno di una comunitá che a volte si definsice “normale”, ma che non sempre riesce a dare a questa normalitá una caratteristica di positivitá. Per cui dobbiamo proseguire su questa strada, sperando che in futuro a questi insegnamenti possano germogliare e dare un seguito a questa capacitá di ascolto. Non so se adesso vuole intervenire il Sig. Badessi, che é il Direttore Provinciale di Special Olympics, prego. "