#DirettamenteRoma
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Dirette dalle commissioni, dall'Aula, dagli eventi.

Servizio fondato da Tommaso Caldarelli promosso dalla DirettamenteRoma Aps. Il materiale è CC By-Nc-Nd 4.0. Piccolo periodico web ex art 3 bis DL 63/2012. 📩info@direttamente.roma.it
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Spesso raccontano esperienze di vita in cella, e basta. In alcuni casi, qualcuna non esce quasi mai: esce solo per fare questo tipo di attività, ma non per altre, perché all’interno dell’Istituto carcerario esistono dinamiche molto particolari.
Simone accennava ai problemi per entrare: quest’anno ne abbiamo avuti diversi. È capitato di arrivare in sezione, dopo aver attraversato tre cancelli, e sentirmi dire che non potevo nemmeno entrare nel primo, perché c’era un problema. Diventa un po’ frustrante, ma capisci che sono le dinamiche del carcere. L’anno scorso ho dovuto ricordare a un assistente carcerario che non ero sottoposto al regime carcerario, perché a volte anche il dialogo con loro può diventare difficile.
Lascerei ora la parola a Ilaria.
Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Senti, volevo chiederti Alberto, come avviene l’iscrizione delle ragazze, é libera o no, come funziona?

Operatore, Uisp Roma: C’é una circolare che passa e viene appesa nelle varie sezioni e le ragazze, tramite la scrivana, compilano il modulo per poter partecipare.

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Questo avviene a settembre o durante tutto l’anno?

Uisp Roma: Questo avviene durante tutto l’anno perché durante tutto l’anno entrano ed escono le ragazze.

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Certo, giusto.

Operatore, Uisp Roma:
Una delle cose che, ad esempio, mi lascia sempre più perplesso è il certificato medico, perché molto spesso le ragazze non possono accedere all’attività sportiva in quanto prive di certificato medico. In tanti anni non sono riuscito a capire la dinamica effettiva del certificato medico, perché alcuni mi dicono che, quando entrano, lo fanno fare, mentre l’esperienza mi dice altro, dato che ho persone che aspettano mesi e mesi per ottenere la certificazione necessaria per poter partecipare. Qualcuna la ottiene, qualcuna non la può ottenere per varie ragioni, soprattutto mediche, però non ho capito bene come funziona questo discorso del certificato. L’unica cosa che impedisce l’attività sportiva è proprio questa.
Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista):
Ricordo a tutti i colleghi Consiglieri che il certificato in questione è quello di sana e robusta attività fisica, non per attività agonistica, che in teoria dovrebbe essere più semplice e delegato a un controllo medico-carcerario, che ci dovrebbe essere sempre. Ora noi cercheremo di capire, perché alcuni temi potremmo anche provare ad approfondirli; eventualmente, se mi date anche i referenti, anche come Commissione Sport, possiamo chiedere riguardo alla vostra attività perché non si semplificano certe procedure, che sarebbe quanto mai utile. Ilaria, prego, se vuole portare anche la sua testimonianza, grazie.


Operatrice Uisp Roma: Grazie a voi, mi scuso per il ritardo, ero in attesa e non riuscivo a entrare, quindi grazie per la possibilità di parlare di carcere perché non è scontato. Ho perso sicuramente la prima parte e non so se è stato già detto, ma mi riallaccio proprio a questa questione del certificato medico.
La più grande problematica è il certificato medico e l’elettrocardiogramma, perché occorre un macchinario specifico, occorre un medico specializzato, che non è il medico generale che in teoria dovrebbe trovarsi tutti i giorni nelle sezioni.
Quindi viene un medico che fa il certificato medico una volta ogni 15 giorni, quindi deve visitare tutte quante le detenute, che sono appunto un numero incredibile, siamo proprio oltre; fare chiaramente la visita, dare la risposta e poi la risposta deve essere data a sua volta alla Direzione, che avviserà a loro volta le detenute.
Quindi i tempi di introduzione alle attività e di inizio alle attività per le detenute sono lunghissimi.
Quest’anno a danza siamo tantissime, io ho 89 iscritte al corso di danza, con una media di 40 partecipanti ogni volta.
Il problema è che se qualcuna si comporta male, succede qualcosa di particolare, anche lo sciopero della fame, viene revocato il certificato medico e revocata la possibilità di fare attività.
Quindi qui va richiesta da capo; dopodiché spesso le detenute vengono spostate in diversi reparti.
A Rebibbia femminile ogni parte è a sé, quindi il nuovo complesso penale, terza casa femminile hanno delle direzioni a sé, quindi ognuno ha il proprio Direttore; quindi all’interno della sezione femminile di Rebibbia vi sono diverse parti, diverse sezioni.
Noi facciamo attività nelle sezioni Camerotti, Orchidea, con la danza e la pallavolo, e con la danza io faccio alcune attività in alcune sezioni protette e anche qui spesso le detenute, soprattutto le detenute comuni, vengono passate da una sezione all’altra, quindi prima che vengano rimesse nel circuito delle attività è abbastanza problematico.
La difficoltà di cui accennava anche prima Alberto: ogni attività, ogni proposta, ogni lezione chiaramente è una lezione nuova, inizia e finisce, perché una regolarità e una frequenza non può esistere all’interno del carcere così come accade fuori, perché c’è chi entra, chi esce, chi non sta bene, chi è in infermeria; quindi si porta avanti soprattutto con le detenute che stanno lì da più tempo e sono fisse lì per un’attività regolare.
Ma tante volte ci troviamo con delle detenute nuove, quindi che devono assolutamente fare tutto il percorso, non soltanto a livello fisico, ma anche una riabilitazione.
Parlavo tempo fa con il medico, che mi diceva che quando fanno danza, pallavolo o altre attività sportive quantomeno non diamo i sonniferi. Me l’ha buttata lì questa cosa, ma insomma è stata una cosa forte, e anche triste perché significa che non hanno possibilità di sfogo.
Sono andata lunedì e sono venute a danza, però chiaramente c’era un caldo infernale, non siamo più fuori alla tensostruttura perché ormai siamo in estate e il personale è diminuito, quindi non possiamo stare fuori, ma stiamo dentro l’atrio, abbiamo fatto attività, ma sono spazi angusti, difficoltà su difficoltà.
E devo dire, parlo soprattutto per la danza, perché chiaramente mi riguarda, vado due volte a settimana e resto parecchie ore dentro, è un appuntamento assolutamente sentito; tutte le ragazze, anche quando prendono psicofarmaci e stanno sotto brisil, vengono tutte e sempre pulite, ordinate, puntuali.
Però ecco tutta l’amministrazione, che comunque al femminile, come diceva Simone, dove siamo molto agevolati o per lo meno non siamo contrastati.
in queste altre due sezioni che ora non posso dire dove sono, però ci hanno dato la possibilità di entrare in queste sezioni protette, che è una cosa rarissima che possano far entrare persone da fuori, quindi diciamo che in questo la Uisp ha coltivato rapporti di fiducia e anche soprattutto di presenza, perché comunque fino a luglio facciamo attività e a settembre riprendiamo, siamo fermi un mese e mezzo, mentre spesso capita a loro che fanno dei piccoli progetti, incontri di 4 o 5 lezioni e poi si interrompono.
Quindi quando voi dite qual è la problematica al femminile e al maschile, è anche questo: fanno entrare degli operatori e poi rimangono 3-4 volte e poi vanno via.
La dinamica per mettere su un’attività sportiva è incredibile, c’è un lavoro dietro da parte di tutti, che sì ostacolano, ma molto spesso aiutano.
Però è chiaro: metti su il medico, il dottore, le porti dentro, le porti fuori, la visita psichiatrica, gli agenti, poi un’associazione qualunque venga fa tre lezioni e va via"

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): E’ chiarissimo, voi siete impegnai in un’attivitá continuativa che ha anche un senso e dá anche l’idea di un impegno prolungato nel tempo e quindi anche mentalmente occupa impegno per il soggetto detenuto o la detenuta verso l’idea che quei due giorni a settimana hanno quella determinata attivitá da svolgere, non é poca cosa. Tu hai dato dei numeri Ilaria, 89 iscrizioni, qual’é la popolazione femminile del carcere di Rebibbia?
Operatore Uisp Roma: Penso che siamo quasi sulle 300 detenute.

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Allora é anche una percentuale importante, e tu Alberto a livello di iscrizioni sulla pallavolo?

Operatore Uisp Roma: Sulla pallavolo le iscrizioni sono abbastanza simili a quanto dice Ilaria, se non mi sbaglio l’ultimo aggiornamento mi dava 64-65 persone, poi chiaramente ne vengono di meno, qualcuna di quelle 65 io non l’ho mai vista e anche sull’ultimo foglio che mi hanno dato ce ne erano due che erano giá uscite. Le dinamiche, come diceva Ilaria, sono particolari. L’ultima ragazza che ho saputo che é uscita mi parlava di detenzione della durata ancorra di qualche mese e invece é riuscita ad uscire prima. Le condizioni sono queste, quando entri non sai mai quante ne vengono. Poi diciamo che una partita di pallavolo la riusciamo a fare sempre, almeno 12-15 persone ci sono sempre.

Presidente Uisp Roma: Posso aggiugnere una cosa, soltanto per dare un dato perché, come diceva Ilaria, le detenute sono tantissime, sono 378, e giusto per capire in quale quadro si va ad operare il tasso di sovraffollamento é del 138%, cioé Rebibbia femminile é il carcere piú numeroso d’Italia con un tasso di sovraffollamento del 7% superiore a quello nazionale che giá é al 131% che giá é altissimo, parliamo proprio di persone che non hanno spazio di vita .
Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Figurati, sono dati importanti anche per comprendere sia le problematiche da affrontare sia la validitá del progetto che portate avanti. Prima io ho detto un’inesattezza, ero convinto che per il tipo di attivitá che voi proponete fosse sufficiente la visita medica, poi qui c’é il Dott. Barbati, Vicepresidente dell’Assemblea Capitolina che é medico di base, quindi potrá eventualmente intervenire ed integrare, ma é una scelta vostra quella di chiedere l’elettrocardiogramma oppure no?

Presidente Uisp Roma: No, fa parte del decreto non c’é piú il certificato di sana e robusta costituzione, ma i certificati si dividono in agosnistico e non agonistico. Quello non agonistico prevede l’elettrocardiogramma e la rilevazione della pressione arteriosa.

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Quindi comunque c’é anche questa ulteriore problematica da risolvere. Prego Ilaria.

Operatore Uisp Roma: Sembra una stupidaggine, però sono andata in questa sezione verso le tre e mezza del pomeriggio, e non abbiamo fatto lezione perché faceva molto caldo. Avevamo una sorta di tensostruttura dove in teoria ci sarebbe l’aria condizionata, ma ovviamente non era funzionante.
Sono rimasta ugualmente con loro, mi hanno offerto un caffè, hanno ascoltato la musica e abbiamo parlato un po’.
Un altro problema che sembra banale è la doccia: spesso non hanno le docce, d’inverno non c’è l’acqua calda, le zanzare ovunque sembra una cosa banale, ma spesso dicono “io vengo a fare attività e poi non mi posso fare la doccia”.
In più sono cambiate anche le restrizioni, che sono aumentate in modo incredibile.
Adesso contano anche la biancheria intima; soprattutto per le donne è molto complicata tutta questa situazione, cioè fare attività e non poter poi fare una doccia diventa difficile, sia per le donne che per gli uomini.
Anche l’acqua è un problema: nella sezione dove ero ieri mi hanno detto che hanno la possibilità di prendere solo 3 bottiglie d’acqua al giorno, e d’estate diventa chiaramente complicato.
Quindi, fai attività e durante questa si beve almeno un litro di acqua.
Faccio attività e utilizzo così la mia bottiglia di acqua?
Sono piccole cose, ma che pesano.
Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista):
Ci sono alcuni passaggi che mi lasciano un po’ basito, nel senso che il fatto di non avere accesso, ad esempio, all’acqua potabile per soddisfare le esigenze durante l’attività motoria dovrebbe essere quasi automatico. Chi svolge attività motoria ha diritto, in quel momento o anche nella mezz’ora successiva, all’accesso all’acqua.
Parliamo di restrizioni che, a mio avviso, vanno anche un po’ contro la dignità della persona, oltre che, come chiamo sempre in causa il Dott. Barbati, contro esigenze di tipo fisiologico.
Ne ho sempre sentito parlare con Alberto, sapevo che lui svolgeva questa attività, ma non eravamo mai entrati nel dettaglio delle problematiche specifiche.
Adesso bisogna capire, e mi metto a disposizione anche per scrivere, per quanto possa avere credito come Presidente della Commissione Sport, per cercare almeno di limare queste contraddizioni, perché l’attività è davvero interessante e le ricadute sono positive.
In effetti, già il fatto, come diceva Ilaria, che i medici confermino una minore distribuzione di psicofarmaci alle detenute per poter semplicemente dormire è significativo.
E sappiamo che non è solo questo, perché poi c’è una ricaduta sul piano sociale, comunicativo e rieducativo, che dovrebbe essere tanto a cuore alle Istituzioni pubbliche in generale.
Quindi, davvero, alcune cose che mi avete raccontato mi lasciano stupefatto. Vi ringrazio ulteriormente per quello che fate.

Carmine Barbati (Lista Civica Gualtieri Sindaco): Intervengo anche io per dire, come dicevano gli antichi, ‘mente sana in corpore sano’. Si ha una miglioramento dal punto di vista fisico e psicologico, quindi anche per chi fa uso di farmaci, non solo per quello che riguarda la salute fisica, ma anche quella mentale. Poi il discorso dell’acqua mi sembra abbastanza naturale, cioé sudare e perdere liquidi, disidratarsi non é certo una condiziona favorevole e confortevole per l’organismo, quindi quella la ritengo una cosa, proprio, decisamente assurda. Caro Presidente facciamoci parte diligente.

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Ti ringrazio Carmine per il tuo intervento, mi ha fatto piacere. Non so se c’é qualche altro Consigliere che voleva porre delle domande. Invece sapete qualcosa di Casal Del Marmo, dei minori, piú nello specifico?
Presidente Uisp Roma: Ilaria ha preso qualche contatto, non so se tu hai qualche news su questo. Noi da Casal Del Marmo manchiamo da tanti anni.

Operatore Uisp Roma: Manchiamo da tanti anni. Era interessato, comunque, a riconttatare la Uisp, speriamo che ...

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista): Perché, se ricordo a Casal Del Marmo c’é anche un po’ di impiantistica sportiva all’interno del carcere minorile. Mi pare ci fosse un campo di calcioo.

Operatore Uisp Roma: L’ultimo della Uisp che c’é entrato nell’attivitá sportiva sono stato io, poi c’é il campo di calcio e il campo all’aperto multifunzionale da basket e pallavolo, fatto dalla Nike a suo tempo, ma credo che sia distrutto quasi completamente perché era fatto non benissimo. E poi c’é la palestra, una bella palestra a dire la veritá al minorile, peró sono anni che noi non riusciamo piú ad andare.

Ferdinando Bonessio (Presidente, Europa Verde Ecologista):
Ho capito. Però veramente adesso mi avete acceso il desiderio di impegnarmi per far ripartire queste iniziative, che mi sembrano davvero necessarie. Si può dire che non siano solo un esercizio di promozione dell’attività motoria, ma che abbiano una ricaduta importante, ancor più pensando al carcere minorile.
Va bene, non vedo mani alzate tra i colleghi Consiglieri, quindi a questo punto vi lascio anche con l’idea di ricontattarci per capire come muoverci e, se potete, di fornirmi dei riferimenti di soggetti di tutta la scala gerarchica, a partire dal Ministero di Grazia e Giustizia fino alla Direzione del Dipartimento Carcerario, così da poter contattare i soggetti giusti. Riguardo l’impiantistica, adesso che Alberto ha parlato di Casale del Marmo, mi viene l’idea di provare a ricontattare qualche sponsor volenteroso, magari riprendendo il vecchio progetto della Nike di cui parlavi. Potrebbe essere interessante coinvolgere sponsor che uniscono l’utile al dilettevole, o meglio, in questo caso l’utile all’utile, visto che lo sponsor sarebbe utile alla comunità come il carcere minorile.
Quindi il mio non è un “grazie e arrivederci”, ma un rinnovo di appuntamento per cercare di fare insieme qualcosa, questo ve lo garantisco. Un’ultima cosa: mi piacerebbe pensare a come questa esperienza possa essere introdotta nelle scuole, in particolare nelle scuole superiori, attraverso i programmi di educazione civica
Se vi interessa, qui è presente anche il Vice Presidente della Commissione, che è il Delegato in Città Metropolitana per l’impiantistica sportiva, il Consigliere Daniele Parrucci, a cui potrei chiedere un’interlocuzione con l’Ufficio Scolastico Regionale. Potremmo inviare una circolare a tutti i Dirigenti scolastici affinché, se interessati, possano organizzare un incontro con voi, con la proiezione di immagini dell’attività svolta, previa liberatoria per la privacy, per spiegarne i contenuti e le motivazioni. Affronteremmo così il tema della giustizia e delle carceri, in particolare la detenzione come elemento rieducativo e non punitivo, come previsto dalla nostra Costituzione.
In sostanza, il carcere ha la finalità di restituire alla collettività un soggetto che abbia compreso il rispetto delle regole e sappia vivere in una comunità civile. Grazie ancora a tutti per la vostra partecipazione, ci risentiremo presto. Buona giornata e grazie.

Presidente Uisp Roma: Grazie mille.
1
Con questo passaggio la discussione si è esaurita. Noi chiudiamo la trasmissione.
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++++ Audizione Presidente Coordinamento CERS (Comunità Energetiche) ++++
+++ Commissione Ambiente, differita del 30/06 +++
Buongiorno cari lettori. Ecco cosa è avvenuto in questa seduta di commissione.
Giammarco Palmieri (Presidente, PD): Apriamo formalmente la seduta della Commissione nella quale torneremo a discutere delle comunitá energetiche rinnovabili e solidali, uno dei temi che ci ha visti impegnati sia in discussioni, sia per l’approfondimento di atti regolamentari che l’Amministrazione ha voluto predisporre. Abbiamo invitato oggi qui in Commissione, li saluto e li ringrazio, il Dott. Edoardo Zanchini, il Direttore dell’Ufficio Clima di Roma Capitale e il Prof. Riccardo Troisi, Presidente del Coordinamento del CERS di Roma e del Lazio. Spiego brevemente le motivazioni di questa Commissione e anche l’inquadramento, prima di dare poi la parola al Presidente Troisi. Siamo consapevoli di aver fatto un lavoro importante con la prima delibera di Giunta, ma poi con il Regolamento sulle CERS approvato in Assemblea Capitolina, che quindi pone le basi sullo sviluppo di questo importante strumento che é uno strumento con una funzione ambientale, ma anche con un’importantissima funzione sociale. Questa é una parte importante che ha fatto Roma Capitale, incontrandoci piuttosto frequentemente nelle ultime settimane abbiamo avuto modo con il Presidente Troisi, con il Dott. Zanchini e con altri di scambairci alcune opinioni su alcuni aspetti che ancora, pur non essendo direttamente riportabili all’attivitá diretta di Roma Capitale, pongono ancora dei problemi allo sviluppo pieno delle comunitá energetiche rinnovabili e solidali. Oggi ci occupiamo in particolare di questo tipo di fattispecie. Quindi abbiamo pensato che fosse utile per la Commissione avere, direttamente da chi lavora quotidianamente per fare nascere queste comunitá energetiche nel territorio di Roma e del Lazio, un riscontro ma anche un racconto degli ostacoli, dei propri problemi che ci si trova di fronte, perché pur avendo Roma giá fatto un importantissimo lavoro mettendo a disposizione un’enorme quantittá di spazi pubblici per la realizzazione degli impianti, se vi sono altre cose sulle qupali possiamo intervenire dal punto di vista amministrativo e politico; perché é nel nostro interesse far sí che le comunitá energetiche e solidali si sviluppino il piú possibile.
Quindi, se anche il Dott. Zanchini é d’accordo, darei direttamente la parola al Presidente del Coordinamento, il Prof Troisi, appunto per avere questo quadro di cui parlavamo. Prego e grazie per aver accettato il nostro invito in Commissione.
Presidente del Coordinamento del CERS di Roma e del Lazio: Grazie per averci invitato, é veramente un’ottima occasione per confrontarci. Ho preparato qualche slide, cosí per darvi qualche elemento di riflessione e per aiutarvi un po’nella comprensione. Condivido lo schermo. Il tema é: “Le comunitá energetiche rinnovabili e solidali”, vi faccio solo un excursus veloce su cosa si sta muovendo a livello nazionale, cosí abbiamo il quadro. Le comunitá energetiche nascono da una legislazione comunque recente, in Italia effettivamente hanno iniziato ad attivarsi con piú decisione grazie ai decreti attuativi e alla chiusura della normativa recentemente, ma la diffusione di queste esperienze ancora stenta a crescere, in Italia (abbiamo fatto un lavoro di ricerca) ne abbiamo mappate un 150, il Gse, che é il gestore di energia, ne ha registrate 213, siamo molto indietro rispetto agli obiettivi e ai megawatt che ci siamo imposti di darci entro il 2027. Per cui c’é bisogno di un impegno forte di accelerare questo processo di transizione perché gli ostacoli sono forti, presenti e per cui un’Amministrazione come quella del Comune di Roma, che ha fatto un Regolamento unico nel suo genere, che mette a disposizione superfici per comunitá energetiche, rinnovabili e solidali é un buon esempio per far crescere questo tipo di esperienze. A Roma e nell’area metropolitana parliamo di 35 realtá di CERS che stiamo seguendo e che abbiamo mappato. Per darvi un po’di numeri, coinvolgono oltre un migliaio di persone, per cui sono delle comunitá attive dal basso. Spesso sono associazioni non riconosciute perché é la forma giuridica accettata. La fonte principale sono le energie rinnovabili, ad oggi abbiamo calcolato che piú o meno a Roma e in parte in alcune altre realtá del Lazio, arriviamo a stimare 4 megawatt di energia che viene dai pannelli solari di queste CERS, anche se alcuni impianti di queste non sono stati ancora realizzati, per cui c’é da lavorare. La potenza media degli impianti che si stanno attivando va dai 20 ai 100 kw e il 95%, di queste, é un dato importante di queste realtá su Roma si definisce CERS, cioé comunitá energetiche, rinnovabili e solidali, poi dopo entro un po’ nella dimensione solidale. Stiamo parlando di 200mila euro di ricavi attesi dagli incentivi e dalla vendita dell’energia condivisa da queste esperienze, 2 milioni di investimenti. Vi ricordo che questi ricavi attesi sono annuali, la normativa prevede che questi ricavi saranno assicurati per 20 anni, questo é importante dirlo. Ogni anno solo da queste CERS si generano piú o meno questi tipi di entrate che poi saranno destinate ad attivitá sociali. Ad oggi, peró, a Roma appunto siamo un po’ indietro e di queste che sono partite solo tre hanno attivato i pannelli solari, per tutta una serie di questioni
Vi ho giá detto l’importanza dell’attivazione dal basso, Roma é un territorio con molte comunitá, molto tessuto sociale per cui si sono attivate diverse energie che hanno favorito questa attivazione dal basso. Mediamente la partecipazione alle CERS é di una decina e una cinquantina di soggetti diversi, tra associazioni e piccole imprese, enti religiosi, ecc e sono organizzati, come vi ho detto, attraverso per lo piú associazioni non riconosciute e abbiamo anche una cooperativa. Poi la cosa piú importante in qualche modo é che tutte usino fonti di energia rinnovabili a Roma e nel Lazio. Questo lo dico perché ci sono anche altre possibilitá. Noi stiamo lavorando da 4 anni su questo tema, dai primi decreti europei, dalle prime normative che hanno iniziato a recepire l’idea di produrre energia dal basso, é una rivoluzione perché per la prima volta la Comunitá Europea dice che i cittadini/e possono autoprodursi e vendere energia. Questa é una cosa che é veramente una rivoluzione, anche per l’idea di transizione energetica che abbiamo equa e giusta. Di questo lavoro di questi anni: 150 incontri nei territori, azioni di formazione e informazione, sensibilizzazione, 4 assemblee pubbliche e cosí via, abbiamo costituito un ente di II livello di un’associazione di 18 CERS romane che stanno lavorando assieme per rafforzarsi, per creare azioni di sensibilizzazione, per creare azioni anche di dialogo con le Amministrazioni, non solo con il Comune di Roma, ma noi abbiamo anche aperta una partita con la Regione Lazio, di cui poi vi accenneró e intorno a questo ecosistema abbiamo coinvolto anche molte associazioni, molte altre organizzazioni, imprese, c’é un tessuto civile-civico che si sta attivando. L’Associazione é nata da poco, ad aprile 2025, peró piano piano giá altri si stanno aggregando perché c’é un forte bisogno di scambio di conoscenze, di competenze, esperienze, creare networking, fare advocacy. Solo per dare un dato nazionale: dalla ricerca che stiamo facendo con Tor Vergata solo l’11% dei cittadini e cittadine sa che cosa sono le comunitá energetiche.
E’ un dato su cui dobbiamo ancora lavorare in termini formativi e di comunicazione. Le comunitá energetiche, rinnovabili e solidali si differenziano dalle comunitá energetiche normate perché decidono di investire o reinvestire parte dei benefici derivanti dalla vendita o condivisione dell’energia in progettualitá che hanno una ricaduta sociale sul proprio territorio, questo che é parte del nostro manifesto é presente e normato anche nel Regolamento comunale, che é il primo Regolamento comunale nazionale che norma la dimensione della S, ci tengo anche a dire questo perché avete fatto un buon lavoro in partecipazione anche con il nostro percorso comune, quindi la S ha una forma regolata grazie al Regolamento, anche se in altre cittá e in altre Regioni la dimensione solidale si sta affermando, sta crescendo ed é un elemento importante. In cosa consiste l’elemento solidale: intanto, come ho detto, di costruire progettualitá inclusive che rafforzino i nostri territori, che mettano assieme giovani e anziani e realtá di provenienza diversa, che coinvolgano tutto il territorio, che lavorino su di un empowerment di comunitá aggregando cittadini e facendoli ragionare assieme sui temi energetici, ma non solo, sui problemi dei territori, che lavorino sulla vulnerabilitá energetica dei territori, vi ricordo che Roma, lo sapete, ha degli indici di povertá alimentare ed energetica molto elevati soprattutto nelle aree periferiche e cosí via. Quindi é un tema forte quello della vulnerabilitá energetica, peró poi sono realtá che lavorano sui temi della responsabilitá, delle filiere corte, sulle filiere del cibo perché sono soggetti aperti che giá lavorano anche su altre tematiche.
Servizi per la comunitá: molti dei progetti che stanno attivando sono appunto dal babysitteraggio, all’aiuto all’orto urbano, alla ludoteca, al centro anziani, a tutta una serie di azioni che possono essere fatte sul territorio e anche piccoli progetti di rigenerazione urbana, come questi soldi possono essere utilizzati per riqualificare delle aree, spazi verdi e cosí via. E il lavoro perché tutto questo sta generando anche lavoro, cioé si stanno creando delle piccole cooperative che si stanno formando per fare installazione, per fare manutenzione, stiamo lavorando anche per l’inclusione, per cui rafforzando anche con alcune imprese sociali la possibilitá di utilizzare una filiera etica in questo.
Peró abbiamo alcune criticitá, e questi sono gli ultimi due elementi. Intanto c’é un problema serio sulle fonti di finanziamento, ció chiaramente soprattutto sugli impianti e sulle superfici messe
a disposizione dall’Amministrazione noi poi dobbiamo trovare delle risorse. Il Comune ha fatto un passo importante, ma poi sono i cittadini, le imprese e le associazioni che devono trovare i soldi per fare questi impianti e questo non é facile, non é immediato soprattutto in aree piú difficili. Per cui occorre favorire l’accesso al credito, a partire dalle banche piú vicine, noi stiamo collaborando con il credito cooperativo, con Banca Etica. Questi attori che devono un po’ favorire questo, ma anche fondazioni o, e qui intervengo anche per richiedere a voi Consiglieri di darci una mano a sostenere alcune progettualitá. Questo perché? Perché abbiamo pensato e ne abbiamo parlato con Giammarco, con Edoardo Zanchini, é che questi finanziamenti sono veri e propri finanziamenti di attivitá sociali, perché intervengono sulla progettualitá sociale sul territorio per 20 anni, ció significa che in qualche modo con un investimento iniziale, anche piccolo 50mila o 100mila euro, possiamo generare delle entrate per 10-20mila euro l’anno per 20 anni, che possono essere destinate a sostenere infrastrutture sociali sui territori, si parlava dei poli civili per esempio, ecc. senza che il Comune possa negli anni investire perché con un unico investimento genera delle risorse che possono valere per 20 anni. E queste risorse, insieme ai Municipi, possono essere destinate a queste infrastutture sociali, per cui credo che possa essere molto innovativo investire e trovare risorse che poi abbiano una ricaduta per piú anni nel sociale. Poi c’é un tema di burocrazia regolativa, che non riguarda solo l’Amministrazione comunale, ma che riguarda in generale i permessi e le autorizzazioni del Gse per installare i tetti, a Roma, soprattutto nell’area vincolata all’Unesco. Peró sulla burocrazia regolativa queste associazioni fanno molta fatica ad attivare perché ci sono normative a volte poco comprensibili, oppure devono ricorrere a terzi, ma questo ha dei costi che non possono permettersi.
In ultimo: noi a Roma sul reperimento delle superfici abbiamo l’Amministrazione che si é attivata. Anche questo processo, Giammarco, non é sempre facile, lo abbiamo sperimentato