Contraddizioni del sistema della mobilità durante il bike tour: Ovviamente non saremmo mai per la costruzione di una superstrada con la sua violenta distruzione del paesaggio. Ma quando pedaliamo sulla statale vecchia e il traffico è poco perché tuttə vanno sulla strada veloce... Non possiamo che esserne contentɜ.
Quale sarebbe l'alternativa? Chiaro che non ci si può aspettare che quotidianamente si vada in bici sulle strade di montagna. Ma un trasporto pubblico efficace che rende superfluo il possesso individuale dell'auto è possibile, lo dimostra la Svizzera. Ma anche i paesi poveri dove (fatti salvi tutti i problemi che ovviamente hanno) non è ancora arrivata la peste dell'auto di massa, è molto molto più facile spostarsi senza auto che in Italia, semplicemente perché lo fa la maggioranza (ne abbiamo testimonianze dirette per esempio da Marocco, Dominica, Cabo Verde). Ricordiamoci che la mobilità basata sull'auto individuale che sembra così insuperabile ha solo pochi decenni di storia...
Quale sarebbe l'alternativa? Chiaro che non ci si può aspettare che quotidianamente si vada in bici sulle strade di montagna. Ma un trasporto pubblico efficace che rende superfluo il possesso individuale dell'auto è possibile, lo dimostra la Svizzera. Ma anche i paesi poveri dove (fatti salvi tutti i problemi che ovviamente hanno) non è ancora arrivata la peste dell'auto di massa, è molto molto più facile spostarsi senza auto che in Italia, semplicemente perché lo fa la maggioranza (ne abbiamo testimonianze dirette per esempio da Marocco, Dominica, Cabo Verde). Ricordiamoci che la mobilità basata sull'auto individuale che sembra così insuperabile ha solo pochi decenni di storia...
Ieri il Bike Tour è stato da Remedia, un'azienda che sull'Appennino coltiva con metodi biologici, rispettando ritmi naturali e instaurando rapporti di lavoro durevoli coi propri collaboratori. Dalle piante distilla oli essenziali, fa acque aromatizzate e ne produce prodotti per la cura naturale e la cura del corpo.
Il Bike Tour è arrivato alla Fattoria dell'Autosufficienza a più di 700m nel pieno dell'Appennino tra Toscana e Romagna dove si è preso il tempo per stare due notti, riposarsi, confrontarsi e imparare. La Fattoria è una realtà bellissima portata avanti da Francesco Rosso che con grande sforzo, ingegno, copiando da esperienza in giro per il mondo, ha recuperato dei terreni agricoli abbandonati da anni e ha realizzato uno spazio agricolo, di agriturismo, di apprendimento fisico e spirituale, di riposo e di rigenerazione ecologica bellissimo, pieno di biodiversità. Pensato e costruito con i principi della permacultura e della bioedilizia ma anche del semplice piacere e della bellezza. Ci ha raccontato delle sfide incontrato tra tempo inclemente, istituzioni a volte ostili, errori fatti; dell'importanza di contenere l'acqua per evitare l'erosione; del ruolo delle galline nel riciclare gli scarti di cibo e per chiudere i cicli naturali; della manutenzione dei pascoli per la biodiversità.
L'autosufficienza è un'ambizione qui ma non va intesa in senso troppo rigido: produrre ortaggi a queste altitudini è difficile e non troppo efficiente - ha comunque senso per un agriturismo ma volere l'autosufficienza completa sarebbe illusorio. Il tema è quindi anche quello di essere parte di cambiamenti più ampi, di essere in rete con altre realtà per poter costruire delle vere alternative sistemiche. Oltre a godersi il luogo, la biopiscina che celebra la vitalità anziché la sterilità dell'acqua, e dell'ottimo cibo, il gruppo la mattina ha partecipato a un corso di panificazione con pasta madre con le farine dei grani antichi coltivati nella stessa azienda.
Ma come si può trasformare il sistema del cibo in modo decrescente? Ne ha riflettuto il gruppo del bike tour in un laboratorio ragionando sul cambiamento dal locale al globale. Che ruolo ha il cibo locale in una trasformazione decrescente? Ma poi come lo possiamo definire il cibo locale? Semplicemente attraverso la distanza trasportata? Ma possono essere più impattanti per il clima i 3km in macchina dal produttore locale che i 10milakm su una nave cargo. O definiamo dei confini tra territori? Ma come li tracciamo i confini? La verità è che la geografia umana è ed è sempre stata profondamente relazionale e sono le relazioni a definire un luogo. Ovviamente ha senso rafforzare i sistemi locali del cibo, comunque li intendiamo ma allo stesso tempo non ha forse senso essere troppo assolutisti. Anche perché il potenziale di produrre cibo è molto diversa tra diversi territori.
Ci sono territori che probabilmente non potranno mai essere autosufficienti e nutrire tutta la propria popolazione e il commercio alimentare a livello globale ha fortemente contribuito alla sicurezza alimentare, anche compensando variazioni locali della produzione. Il tema è come possiamo rendere più solidali queste relazioni di scambio. E poi, la carne: la produzione di carne è responsabile di circa metà delle emissioni di gas serra globali che sono causate dal sistema alimentare che nell'insieme è responsabile di tra un quarto e un terzo delle emissioni totali. È allora senza dubbio fondamentale ridurre produzione e consumo di carne e questo ha anche grandi benefici per la salute. Ma forse non significa diventare tutt* vegan*, anche perché ci sono molti territori (anche le Alpi) in cui si può produrre carne ma non ortaggi. E gli animali, come abbiamo anche visto nella Fattoria dell'Autosufficienza sono importanti per chiudere dei cicli naturali e per mantenere la biodiversità nei pascoli. Ma qui ovviamente si parla di tutt'altro che allevamenti di massa. E poi la giustizia sociale. C'è orribile sfruttamento lavorativo nell'agricoltura, anche col caporalato che continua a imperversare in Italia, ci sono troppe persone che non hanno abbastanza da mangiare e c'è il grande tema che nella nostra società comprare del cibo etico costa, richiede tempo e conoscenze approfondite; diventa, in altre parole, spesso strumento di distinzione ed esclusione sociale. Ma il cibo del sistema agro-industriale orientato a profitto e crescita fa male a tutt* e quindi il cibo buono ed etico non deve essere per pochi ma per tutt*!