MediaIl 26 febbraio scorso un 44enne della provincia di Bergamo, già noto alle Forze dell’Ordine, ritenuto responsabile di aver rapinato un supermercato nel centro del comune di Ranica, è stato arrestato dai Carabinieri della compagnia di Clusone.Quella mattina l’uomo, armato di coltello, si era introdotto nel locale e, sotto la minaccia dell’arma, aveva asportato dal registratore di cassa circa 500 euro. La cassiera, che non aveva potuto opporsi alle minacce del rapinatore, subito dopo aveva contattato il numero unico 112 NUE, fornendo una descrizione chiara e completa dell’individuo che era entrato in azione poco prima.La Centrale Operativa della Compagnia Carabinieri di Bergamo attivava immediatamente le ricerche, diramandole alle pattuglie impegnate in zona ed alla Centrale Operativa di Clusone, competente per la vicina valle Seriana.I Carabinieri indirizzavano le loro ricerche sulla vicina fermata della TEB di Ranica, da dove era appena partito un treno diretto ad Albino, decidendo di anticiparne l’arrivo predisponendo un controllo sulla banchina della fermata presente in quel comune di destinazione.L’intuizione dei militari consentiva di individuare il presunto rapinatore: giunto il treno veniva infatti predisposta rapidamente una cornice di sicurezza adeguata che, nonostante il treno fosse sovraffollato di studenti, permetteva di bloccare il fuggitivo, senza creare allarme tra i pendolari, e di privarlo immediatamente del coltello che celava all’interno della giacca; contestualmente addosso gli venivano trovati i 500 euro asportati poco prima dal supermercato. Ad ulteriore riscontro, venivano acquisite le immagini del sistema di video sorveglianza della TEB, nonché quelle del supermercato, che arricchivano ulteriormente gli indizi a carico del sospettato.A determinare il successo dell’operazione antirapina, la tempestiva richiesta d’intervento della vittima, l’ottimo coordinamento tra le centrali operative dei Carabinieri di Bergamo e Clusone, che hanno coordinato l’intervento delle pattuglie operanti, la perfetta conoscenza del territorio e l’intuito investigativo dei militari intervenuti.All’esito dell’attività condotta dalla Stazione Carabinieri di Albino, il Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Bergamo, che ha coordinato le indagini, richiedeva la convalida dell’arresto e l’emissione della misura cautelare della custodia in carcere.L’arresto veniva successivamente convalidato dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Bergamo, che applicava la custodia cautelare in carcere.Al titolare dell’attività veniva riconsegnata la somma di denaro asportata.Leggi le notizie su www.araberara.itThe post Ranica, rapina al supermercato: 44enne arrestato first appeared on Araberara.
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MediaNel pomeriggio di oggi, lunedì 3 marzo, un ragazzo è entrato in una villa abbandonata, villa Gregorini, a Lovere, in via Paglia ed è caduto dal terzo piano. Sul posto oltre ai carabinieri è giunto anche l’elisoccorso che ha trasportato all’ospedale Papa Giovanni il giovane che ha riportato contusioni multiple ed è in prognosi riservata.The post Lovere, ragazzo entra in una villa abbandonata e cade dal terzo piano, è grave first appeared on Araberara.
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MediaProsegue l’impegno dei Carabinieri nel contrastare il fenomeno delle truffe telefoniche, un reato particolarmente insidioso contro cui l’Arma continua a svolgere incessante attività di prevenzione e repressione.Nei giorni scorsi, i militari della Compagnia di Clusone, hanno sventato un tentativo di truffa telefonica (cd. “vishing”) in danno di un 77enne di Sovere che aveva ricevuto un sms sul proprio c ellulare da parte del proprio servizio bancario di alert (che era stato fraudolentemente copiato) che lo avvisava dell’avvenuta esecuzione di un bonifico sospetto (in realtà inesistente) di alcune migliaia di euro e di contattare il numero di telefono indicato nel messaggio per avere maggiori chiarimenti. Così la vittima, contattava il numero indicato, a cui rispondeva un uomo, il truffatore, che la invitava a controllare l’applicazione tramite il servizio di home banking del proprio conto o tramite il computer, per riscontrare l’eventuale esecuzione dell’operazione avvisandola che il proprio conto era vittima di un tentativo di frode informatica. A questo punto, per ottenere la fiducia della vittima, il truffatore le chiedeva quale fosse il comando Carabinieri più vicino per metterli in contatto con il loro collega che stava indagano sulla frode, un sedicente Maresciallo di Bergamo, al quale, puntualmente, passava la conversazione: quest’ulteriore truffatore convinceva la vittima a raggiungere la propria agenzia bancaria per effettuare un’operazione controllata dalle Forze dell’Ordine, che avrebbe permesso di intercettare il conto ed arrestare i truffatori. La vittima, così, si recava in banca, sempre mantenendo la conversazione telefonica attiva con l’interlocutore, il truffatore: quest’ultimo, nel frattempo, la metteva in guardia sulle azioni ostruzionistiche degli impiegati della banca, così la vittima, fermamente convinta da questo abile inganno, disponeva l’esecuzione di un bonifico di 30.000 a favore delle coordinate dettategli dal truffatore, giustificandosi con il cassiere che si trattava di operazione a favore della propria “nipote”. Intanto il truffatore manteneva al telefono la vittima fino al suo ritorno a casa, per evitare che lei potesse utilizzare il telefono o essere contattata da qualcun altro, ma anche per dare tempo al bonifico di venire accreditato sul conto fraudolento di destinazione e, da li, essere poi trasferito altrove, così da renderlo irrecuperabile. Dopo la fine della telefonata, a mente fredda, la vittima si rendeva conto del raggiro ed avvisava tempestivamente i Carabinieri della Stazione di Sovere, quelli veri, che, preparati sul da farsi, contattavano immediatamente l’Istituto di Credito della vittima facendo bloccare l’operazione bancaria, permettendo quindi al malcapitato di recuperare l’intera somma. Dopo la formalizzazione della denuncia sporta dalla vittima, la Stazione Carabinieri, coordinata dalla Procura della Repubblica di Bergamo, ha avviato le indagini finalizzate all’individuazione del truffatore. I Carabinieri invitano chi è stato vittima di queste truffe a denunciarle subito alle Forze dell’Ordine, sottolineando che essere truffati, in questi casi, non è indice di ingenuità, perché si ha a che fare con criminali professionisti, che hanno sviluppato tecniche estremamente sofisticate in grado di ingannare anche le persone più attente, ma occorre agire tempestivamente.The post Sovere, tentano di truffare un anziano: i carabinieri bloccano il bonifico di 30mila euro first appeared on Araberara.
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MediaCon l’arrivo del carnevale, i Reparti della Guardia di finanza dislocati nella provincia di Brescia, hanno intensificato i controlli per la tutela dei consumatori individuando e sequestrando complessivamente oltre 350.000 articoli carnevaleschi non conformi alle normative sulla sicurezza dei prodotti destinati alla minuta vendita.
In particolare, a seguito di un’attività preliminare di analisi delle informazioni disponibili, supportata anche da elementi acquisiti durante il controllo economico del territorio, sono state individuate cinque attività commerciali ubicate in diversi Comuni della provincia che commercializzavano oggetti carnevaleschi, capi di abbigliamento, articoli di bigiotteria e giocattoli privi di indicazioni in lingua italiana relative alla provenienza, alla tipologia del prodotto, ai materiali impiegati e di istruzioni, precauzioni e destinazioni d’uso.
Le irregolarità riscontrate, sanzionate in via amministrativa, comportano sanzioni pecuniarie previste dal Codice del Consumo che complessivamente oscillano da 2.580 a 129.115 euro.
Contrastare la diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza significa contribuire a garantire una protezione efficace dei consumatori e un mercato competitivo ove gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza. I risultati conseguiti costituiscono anche una tangibile attuazione delle sinergie che il Corpo sta sviluppando con la Camera di Commercio di Brescia e che consentono alle Fiamme Gialle di esprimere al meglio le proprie prerogative, affiancandole e coniugandole con le specifiche competenze del predetto ente. In particolare, nelle descritte attività è stato dato concreto riscontro al protocollo d’intesa stipulato dalla Guardia di Finanza di Brescia con la Camera di Commercio di Brescia, siglato il 29 aprile
2024, con cui è stato posto l’accento proprio sulla tutela dell’economia legale, della concorrenza e del libero mercato, per il contrasto alla commercializzazione di prodotti contraffatti e pericolosi e all’abusivismo commerciale.Leggi tutte le notizie su www.araberara.itThe post Carnevale, sequestrati migliaia di prodotti non conformi alle normative first appeared on Araberara.
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In particolare, a seguito di un’attività preliminare di analisi delle informazioni disponibili, supportata anche da elementi acquisiti durante il controllo economico del territorio, sono state individuate cinque attività commerciali ubicate in diversi Comuni della provincia che commercializzavano oggetti carnevaleschi, capi di abbigliamento, articoli di bigiotteria e giocattoli privi di indicazioni in lingua italiana relative alla provenienza, alla tipologia del prodotto, ai materiali impiegati e di istruzioni, precauzioni e destinazioni d’uso.
Le irregolarità riscontrate, sanzionate in via amministrativa, comportano sanzioni pecuniarie previste dal Codice del Consumo che complessivamente oscillano da 2.580 a 129.115 euro.
Contrastare la diffusione di prodotti non conformi rispetto agli standard di sicurezza significa contribuire a garantire una protezione efficace dei consumatori e un mercato competitivo ove gli operatori economici onesti possano beneficiare di condizioni eque di concorrenza. I risultati conseguiti costituiscono anche una tangibile attuazione delle sinergie che il Corpo sta sviluppando con la Camera di Commercio di Brescia e che consentono alle Fiamme Gialle di esprimere al meglio le proprie prerogative, affiancandole e coniugandole con le specifiche competenze del predetto ente. In particolare, nelle descritte attività è stato dato concreto riscontro al protocollo d’intesa stipulato dalla Guardia di Finanza di Brescia con la Camera di Commercio di Brescia, siglato il 29 aprile
2024, con cui è stato posto l’accento proprio sulla tutela dell’economia legale, della concorrenza e del libero mercato, per il contrasto alla commercializzazione di prodotti contraffatti e pericolosi e all’abusivismo commerciale.Leggi tutte le notizie su www.araberara.itThe post Carnevale, sequestrati migliaia di prodotti non conformi alle normative first appeared on Araberara.
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MediaI Carabinieri della Compagnia di Clusone, nel tardo pomeriggio del 27 febbraio, sono intervenuti nel Comune di Sovere, a seguito della segnalazione di un cittadino che aveva notato un gruppetto di giovani, all’interno del parchetto di Via Fantoni, che stavano assumendo in gruppo della sostanza stupefacente.Una pattuglia della Stazione Carabinieri di Costa Volpino, allertata dalla Centrale operativa di Clusone a seguito della telefonata del segnalante, interveniva sul posto mentre il gruppo di giovani si stava allontanando dal parchetto.Durante il controllo un 24enne di Costa Volpino consegnava un assortimento di varie dosi di sostanze tra le quali cocaina, eroina, hashish ed una “canna” pronta all’uso venendo segnalato quale assuntore di sostanze stupefacenti. Un 25enne di Pianico, veniva trovato in possesso di un contenitore in plastica contenente diverse dosi di marijuana e hashish: nella circostanza il giovane, che da subito era apparso particolarmente nervoso agli occhi dei militari che lo stavano controllando, aveva cercato di disfarsi di un involucro con della sostanza stupefacente, che veniva prontamente recuperato. Si trattava di 20 grammi di ketamina, uno stupefacente sintetico molto potente che produce effetti allucinogeni.A quel punto la perquisizione veniva estesa alla sua abitazione, dove venivano rinvenuti, all’interno della camera da letto, ulteriori 0,4 grammi di ketamina, nr.1 flacone di popper, un cucchiaio metallico ed un barattolo con tracce della stessa sostanza stupefacente. Veniva quindi tratto in arresto nella flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio.Nessun provvedimento veniva adottato nei confronti degli ulteriori componenti del gruppo.Su disposizione del Pubblico Ministero della Procura della Repubblica di Bergamo, che ha coordinato l’indagine, l’arrestato veniva successivamente trattenuto presso il comando della Compagnia Carabinieri di Clusone fino all’udienza con rito direttissimo avvenuta il mattino seguente, all’esito della quale veniva disposta dall’Autorità Giudiziaria la sottoposizione all’obbligo di firma presso la Stazione Carabinieri di Pianico. The post Sovere, giovane arrestato per spaccio di droga in un parchetto first appeared on Araberara.
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MediaNell’ultima settimana, in attuazione delle direttive operative del Comando Provinciale Carabinieri di Bergamo, sono stati intensificati i servizi di controllo del territorio, per contrastare in val Seriana il fenomeno dei furti in abitazione che hanno interessato nei mesi scorsi l’area di Fiorano e Gazzaniga, mentre nella zona del lago d’Iseo è stata intensificata l’attività antidroga.L’azione condotta dai Carabinieri della Compagnia di Clusone, incentrata sulla prevenzione dei reati predatori e, più in generale, a tutela dell’Ordine e della Sicurezza Pubblica, ha permesso di realizzare un vasto ed articolato sistema di controllo del territorio, effettuando numerosi posti di controllo lungo le arterie di accesso ai Comuni di Costa Volpino, Fiorano al Serio e Albino, con particolare attenzione alle zone isolate, interessate dallo spaccio di sostanze stupefacenti e furti in appartamento.Infatti, i militari della Stazione di Fiorano al Serio, nel corso dei controlli hanno deferito un cittadino nato a Clusone nel 2003 e residente a Rovetta, già noto alle Forze dell’Ordine, il quale veniva trovato in possesso di circa 15 grammi di sostanza stupefacente del tipo hashish, suddivisa in quattro pezzi. La successiva perquisizione domiciliare permetteva di rinvenire ulteriori 20 grammi del medesimo stupefacente e un bilancino di precisione nascosti nella camera da letto.I militari della stazione di Costa Volpino, a seguito di richiesta d’intervento da un cittadino, che aveva notato atteggiamenti sospetti di un individuo che frugava nelle aiuole, recuperavano un involucro contenente circa 15 grammi di cocaina, già suddivisa in dosi.Particolare attenzione è stata dedicata nelle zone residenziali, nonché nei luoghi di ritrovo di giovani laddove talvolta i cittadini avevano segnalato che, sotto l’effetto dell’alcol o di stupefacenti, venivano commessi atti vandalici, creando disturbo ai residenti.Nel corso dei controlli sono state anche elevate contravvenzioni al “codice della strada” per un totale di €. 4.186 e decurtati 20 punti patente.Per questi specifici servizi è stato predisposto un dispositivo composto da circa 20 militari e 10 autovetture, che hanno identificato circa 80 persone e 45 veicoli.Questo tipo di servizio di controllo del territorio sarà ripetuta in altri contesti simili nelle prossime settimane.The post Controlli dei carabinieri a Costa Volpino, Fiorano e Albino: sequestro di droga e sanzioni per la violazione del codice della strada first appeared on Araberara.
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Come un sole che ci scalda nella notte è il titolo della nuova rassegna concertistica ideata da Alessandro Bottelli che a partire dalla scorsa domenica 2 marzo vestirà di musica per tutto il 2025 la Chiesa dell’Adorazione delle Suore Sacramentine di via Sant’Antonino, intima e raccolta oasi di preghiera nel centro di Bergamo la cui mission è stata efficacemente tratteggiata in apertura di serata da suor Laura Fontana.Protagonista del primo appuntamento, al piccolo ma versatile organo Mascioni del 1981, il trentino Stefano Rattini: particolarmente apprezzato nell’ambiente musicale come docente e improvvisatore, il maestro ha proposto un recital monotematico dedicato alle donne della Bibbia: idea meritoria poiché lontana dall’ovvio e dal risaputo che caratterizzano molte proposte concertistiche, tanto più se affrontata con il quasi esclusivo ricorso a pagine della contemporaneità.Dopo l’esuberanza barocca dei ritmi puntati haendeliani, con la tripartita ouverture dall’oratorio Esther nella coeva trascrizione dell’editore inglese John Walsh, un ampio spazio è stato riservato al tedesco Andreas Willscher, nato nel 1955, autore di diversi fortunati cicli organistici dai titoli e tematiche inconsueti: dalla raccolta Ritratti di donne bibliche, composta nel 2015 e formata da dieci pezzi, sono stati eseguiti quattro brani evocatori di altrettante figure femminili (Susanna, Giuditta, Elisabetta, la Samaritana). Linguaggio di moderata modernità, indubbiamente interessante, anche se talora poco oggettivato e comunque bisognoso di più ampi sviluppi.Più spiccatamente contemporaneo ma decisamente più unitario, pure se frastagliato nei vari episodi ora meditativi ora festosi e narranti la sfaccettata vicenda biblica, è apparso invece Suscipe caelum et numera stellas: Sarai-Sara della riminese Marialuisa Balza che alle sonorità organistiche ha affiancato una voce recitante: espediente che, se da una parte illumina il percorso sonoro, dall’altra ci pare svuotare il senso stesso della musica descrittiva. Analoghe considerazioni possono essere tracciate per Magdalena degna da laudare dello stesso Rattini, che pure ha richiesto l’impiego del narratore, su una musica di pressoché immediata comprensione basata su una lauda medioevale variata ed elaborata in forma di rondò.Al centro del programma invece, tre pezzi dedicati agli spiriti celesti con la celeberrima La Vergine degli Angeli di Giuseppe Verdi (certo il più celebre brano dell’opera La forza del destino, che lo scorso 7 dicembre ha aperto la stagione del Teatro alla Scala), le atmosfere guizzanti – ma decisamente retrò – di Julien Bret con il suo La valse des anges e la prima esecuzione – a oltre trent’anni dalla sua composizione – dell’impalpabile Le chant des anges d’Angers di Alessandro Bottelli, direttore artistico della rassegna.Chiusura con la nota Toccata dell’uzbeko Georgi Muschel (ma a quando l’ascolto dell’intera Suite da cui è tratta…?) e – a suggello degli applausi del pubblico – l’ancor più celebre Toccata in Re minore BWV 565 di Johann Sebastan Bach, proposta dall’interprete quale fuori programma. (foto di G. Mazzucconi)MediaMediaMediaMediaMediaMediaThe post Bergamo: applausi per il concerto ‘Le donne della Bibbia’ con l’organista Stefano Rattini first appeared on Araberara.
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MediaMassimo Scandella entra in redazione quando ormai fuori è buio, è il Martedì Grasso e a Clusone è andata in scena la tradizionale sfilata di Carnevale, a cui ha partecipato come giurato in rappresentanza del Bim (Consorzio del Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e Fiumi Serio e Brembo), di cui è presidente da pochi giorni.“È un grande risultato per me – racconta – ma anche per la nostra valle. La mia elezione significa continuità, perché anche con Personeni (Carlo Personeni, in carica da 25 anni – n.d.r.) abbiamo avuto 5 anni di mandato con un’ottima collaborazione in generale con tutto il consiglio direttivo e infatti tre elementi su 5 sono stati confermati”.Classe 1999, laurea magistrale in Economia Aziendale a Bergamo, assessore a Rovetta, “fidanzato con una ragazza di Ardesio”, ci confida, e… interista sfegatato, “ho un tatuaggio sul braccio con scritto ‘Amala’”.Ma torniamo al Bim: “Sicuramente lo vedo come un traguardo raggiunto molto importante. Forse un po’ anche per la mia età vedo tanto entusiasmo, però c’è tanta voglia di mettersi in gioco. È un ruolo amministrativo importante, che arriva dopo l’assessorato di Rovetta che lo è altrettanto”.Il passaggio del testimone tra Personeni e ScandellaC’è qualche consiglio che ti ha lasciato Personeni? “Più che un consiglio mi ha lasciato l’esempio del suo modo di operare. Due sono i temi fondamentali, il primo che non si è rappresentanti di una zona, ma si è rappresentati del Consorzio ricordando sempre che il Consorzio appartiene ai Comuni e che tutte le decisioni che vengono prese arrivano da loro. La linea guida è che i Comuni siano i protagonisti e, altra cosa che ritengo importante è che veniamo da 25 anni di presidenza Personeni in cui si è fatto qualcosa di unico. Mi piace citare l’importantissima legge 228, ormai ribattezzata ‘Legge Personeni’, che ha introitato risorse enormi per i Consorzi BIM, incrementando in modo consistente le risorse anche del nostro Consorzio. Ho avuto la fortuna in questi cinque anni di mandato di imparare parte della materia Bim da lui e devo davvero riconoscergli l’impegno unico per la nostra Provincia, il nostro territorio, i nostri Comuni. Insomma, ce la metteremo tutta per lavorare con la stessa caparbietà e lo stesso impegno del presidente Personeni, caratteristiche di un Bergamasco doc e credo sia significativa questa definizione per chi rappresenta i bergamaschi in tutto il mondo”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 7 MARZOLeggi tutte le notizie su www.araberara.itThe post POLITICA – Il giovane Massimo a capo del Bim: 34 milioni, 9 milioni dai canoni idroelettrici: “L’età è un dato anagrafico, bisogna dimostrare che oltre all’entusiasmo ci sono anche delle capacità” first appeared on Araberara.
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Mediadi Giorgio FornoniLa Grande Carovana che ha tentato di forzare il blocco tra il Sud e il Nord dell’America si è dovuta fermare contro il Muro, invalicabile come quello di una fortezza, eretto al confine tra Messico e Stati Uniti. Erano quasi 10mila migranti, un’ondata umana che confidava nel numero per superare la grande barriera posta all’ingresso del Primo Mondo, il paradiso della ricchezza e del benessere che attrae come un miraggio i disperati di tutto il continente americano. Ma il numero non è bastato contro la mobilitazione militare, tecnologica e politica comandata da Trump, il cavallo di battaglia della sua campagna elettorale. I desperados hanno tentato in tutti i modi di superare l’invalicabile barriera di muri, sensori, reticolati, sbarre che ha trasformato il confine tra Messico, California e Texas in un inferno di frustrazione e tragedia, nel simbolo di una divisione disumana tra ricchi e poveri, tra chi ha un passaporto e chi è destinato a vivere “indocumentado”, senza documenti, tra chi sogna una vita migliore e chi quella vita ce l’ha già e non intende spartirla con nessuno.Il Muro attuale misura 1123 chilometri, ma per quanto imponente ha ancora troppe falle e smagliature. Trump vuole portarlo a 3200 chilometri, alzarlo fino a 10 metri, scavando per altri 9 sotto terra, con un investimento di quasi 6 miliardi di dollari. L’intenzione è quella di arrestare le schiere di migranti da un oceano all’altro, tra Tijuana, sulle rive del Pacifico a Ciudad Juarez e a Matamoros, sul Golfo del Messico. Un flusso che non si arresta, nonostante le barriere e che porta 500mila persone a tentare la sorte ogni anno. A rischio della propria vita, perché le gang del narcotraffico, i passatori del deserto (i famigerati “coyotes”) e la corruzione estesa a tutti i livelli, hanno trasformato la striscia di terra nel deserto dell’Ovest e quella segnata dalle sponde del Rio Grande in un cimitero a cielo aperto.Nell’infuocato confine di Tijuana tra gli ‘indocumentados’Sono tornato in Messico, sull’infuocato confine di Tijuana, per capire cosa spinge migliaia di persone a premere ogni giorno alle porte del Nordamerica, a tre mesi da quella ondata che aveva destato tanta emozione mediatica. Oggi l’attenzione si concentra sulla battaglia politica di Trump per ottenere dal Congresso la cifra spropositata richiesta per il Grande Muro in progetto. Quello che interessava me era invece capire come un’umanità disperata e bisognosa di tutto possa continuare a sognare quel passaggio impossibile, accampata a ridosso della barriera in un’attesa che potrebbe essere infinita. Il mio riferimento era un giornalista che vive a Tijuana e che conosce tutto di quella drammatica situazione, dove la via dei migranti si intreccia con gli interessi del narcotraffico, le trappole della prostituzione e del traffico di esseri umani. Victor mi ha portato là dove gli “indocumentados” sono costretti ad aspettare per mesi la risposta alla domanda di permesso al passaggio della frontiera che scrivono comunque. Chi garantisce per loro sono alcune organizzazioni umanitarie, le loro speranze aumentano se possono contare su parenti o amici già dall’altra parte.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 7 MARZOLeggi tutte le notizie su www.araberara.itThe post INCHIESTA – Sulla rotta della bestia e quel muro eretto tra Messico e Stati Uniti dove di notte la gente porta acqua e cibo a chi fugge sul treno first appeared on Araberara.
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MediaGrazia MilesiLa storia della Resistenza, anche di quella combattuta nelle nostre zone, è raccontata soprattutto come una storia di uomini, a volte comandanti, come Giovanni Brasi, o capisquadra; a volte veri e propri eroi, come Giorgio Paglia, i Tredici Martiri, i Fratelli Pellegrini; molto più spesso come semplici “gregari”, a costituire una brigata o una squadra partigiana.Alcuni di loro hanno avuto l’onore di dare il proprio nome a una strada o ad una piazza; a qualcuno è stata dedicata una scuola.Eppure, le donne che parteciparono alla lotta furono molte: caratterizzate da una presenza discreta, raccontata con poche parole lasciate cadere quasi distrattamente, all’interno di narrazioni sentite come importanti, perché centrate su figure maschili.Furono coraggiose ed esperte infermiere, come Carolina Colombi a Valmaggiore; fiancheggiatrici generose dei partigiani, come la vedova Nene Lavezzi, pronta ad offrire un rifugio sicuro e del cibo caldo nella stalla posta sulla vecchia mulattiera Sovere-Bossico; figure ospitali come la Crista, base sicura per i ribelli nella cascina di proprietà di un avvocato di Bergamo, di cui conduceva il fondo a mezzadria, prima di arrivare al monte Blum.Tutta vestita di nero, con un fazzoletto nero in testa, calze nere confezionate in casa, grembiule nero con due tasche per conservare le cose più preziose, aveva colpito la fantasia di Brach, Giuseppe Brighenti, insieme alla Genoara, indimenticabile anche per noi per la sua devozione religiosa, richiesta anche ai partigiani che ottenevano ospitalità nella stalla nel territorio di Ave, frazione di Ardesio, ma solo dopo la recita di tutta la corona, sgranata un’Ave Maria dopo l’altra, con l’aggiunta di spiegazioni per ogni mistero e di altre preghiere, che dovevano essere dette con convinta partecipazione: anch’essa vestita di nero, fazzoletto nero in testa, alta, dall’espressione severa, di circa cinquanta anni di età.La sua preoccupazione era vegliare sul comportamento e sull’educazione di quei giovani, che, lontani da casa, correvano il rischio di crescere male senza le indispensabili cure materne. Queste donne colpiscono per la forza dei principi che improntano la loro vita, semplice, essenziale, dove il necessario è appena sufficiente, ma assicurato anche all’ultimo arrivato, accolto comunque, senza fare conto del pericolo che si corre nel momento in cui gli si offre riparo. La loro naturale autorità riflette la determinazione nel portare aiuto a chi combatte per il bene di tutti: esprimono il carattere di una scelta rigorosa e indiscutibile, dettata dall’integrità della loro coscienza e da una profonda e genuina pietà verso i bisogni più elementari dei giovani che bussano alla loro porta, fiduciosi di essere accolti.Le donne “postine”Sono indispensabili per trasmettere messaggi e comunicare informazioni come fa la postina Lucia con l’amica Nene Lavezzi, che si assume il compito di recapitare poi le informazioni ricevute ai giusti destinatari; oppure sono osservatrici attente di ogni movimento improvviso e perciò sospetto: mentre lavora nel prato, Costanza, figlia di Goretto, Michele Cocchetti, della stalla Bianca sull’Altopiano di Bossico, registra il passaggio di fascisti o di tedeschi – nazisti – preludio di un rastrellamento o di una perquisizione.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 7 MARZOThe post I PERSONAGGI/4 – Ritratti di donne “resistenti”: Scolastica, Pierina, Rita, Bartolomea e le altre first appeared on Araberara.
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MediaScrivere di sé stesso, e soprattutto su sé stesso, dopo una vita intera dedicata a tante cose nella quale si è anche scritto tanto, ma mai in riferimento alla propria persona, è per me un fatto nuovo.Ecco perché ho riflettuto qualche giorno prima di accettare l’invito rivoltomi da Aristea, la cui ventennale conoscenza mi consente di chiamarla per nome e che non sentivo da anni, per scrivere della malattia che mi ha colpito dieci anni fa, quando ne avevo sessanta. Infatti ho sempre considerato le parole, pronunciate o scritte non fa nessuna differenza, non solo come modalità generica di comunicare, ma essenzialmente come veicolo attraverso cui estrarre da sé stessi pensieri, concetti, sentimenti, analisi per poi trasmetterli a chi ascolta o legge con un senso compiuto, strutturato, dal significato ben definito, non intercambiabile; tutto questo per sommo rispetto del lettore o di chi ascolta, per non generargli equivoci, malintesi, interpretazioni fuorvianti, generatrici a loro volta di altri fiumi di parole.Per questo ho sempre ritenuto che si debba prestare massima attenzione al modo in cui si parla e si scrive. Certamente di acqua ne è entrata ed uscita molta nel nostro lago da quando, alle Scuole Medie, la Professoressa Palazzolo nel consegnarmi il tema di Italiano mi diceva: “Devi sviluppare meglio questo concetto…e qui cosa intendevi dire?”. Oppure nei primissimi anni ’70, al Ginnasio, quando prendevi la parola durante le assemblee o gli scioperi studenteschi e tanta era la paura di parlare in pubblico che la bocca si seccava. Ma al Liceo già non accadeva più, trasmettendoti il senso della plasticità della mente e del corpo umano e di quanta potenzialità ci sia in ognuno di noi.“Quella mattina di settembre 2015: scendo le scale e mi accorgo
che il piede non appoggia sul gradino… e poi la diagnosi”Tutto ha avuto inizio una mattina di settembre 2015; mentre scendo la scala per recarmi al lavoro, mi accorgo che il piede destro non appoggia bene sul gradino, come se sfuggisse un po’ via; mi attacco alla ringhiera ed in fondo alla scala il disturbo scompare. “Strano – penso – ieri sono stato in montagna e non mi sembra di aver preso una distorsione, forse non me ne sono accorto”.Passano alcuni giorni, assorbiti come sempre da tanti impegni col ricordo ormai sbiadito di quanto accaduto al piede, ed ecco che il disturbo ritorna e stavolta dura alcune ore. Inizio a domandarmi su quale possa esserne la causa e, da medico, non posso nascondermi che si focalizzi sul Sistema Nervoso, ma quale? Il Centrale od il Periferico? Subito la mente si accomoda sullo “sgabello” più comodo: “Sarà una delle mie ernie lombari che si fa risentire – mi dico – e dovrò fare una Risonanza al rachide lombosacrale e per sicurezza anche all’encefalo”. Nessuno dei due esami è dirimente: l’encefalo è normale e nessuna delle due ernie discali mostra segni compressivi sulle radici del nervo sciatico. Bisogna approfondire e mi affido alla competenza di un collega Neurologo di cui avevo fiducia. Il percorso che alla fine porta alla diagnosi di una malattia neurodegenerativa, come alla fine si è rivelata la mia, è sempre tortuoso e non breve, spesso si deve andare per esclusione, scremando il campo da varie ipotesi, perché di frequente a sintomi simili corrispondono patologie diverse.Quindi ancora esami più specifici, per alcuni dei quali le risposte avevano bisogno di diverse settimane, un ricovero al Civile di Brescia ed alla fine, alcuni mesi dopo, il quadro si delinea per quello che era. Se per un medico non è mai facile comunicare al paziente diagnosi di patologie evolutive e che non prevedono terapie specifiche risolutive, su me la notizia è stata ancora, se possibile, più amara, carica già delle conoscenze derivanti dal capitolo prognosi.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 7 MARZOThe post INTERVENTO – Giovanni Guizzetti (medico ed ex sindaco): “Io, malato, sento forti le pulsioni della vita. Ho predisposto il mio testamento biologico” first appeared on Araberara.
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che il piede non appoggia sul gradino… e poi la diagnosi”Tutto ha avuto inizio una mattina di settembre 2015; mentre scendo la scala per recarmi al lavoro, mi accorgo che il piede destro non appoggia bene sul gradino, come se sfuggisse un po’ via; mi attacco alla ringhiera ed in fondo alla scala il disturbo scompare. “Strano – penso – ieri sono stato in montagna e non mi sembra di aver preso una distorsione, forse non me ne sono accorto”.Passano alcuni giorni, assorbiti come sempre da tanti impegni col ricordo ormai sbiadito di quanto accaduto al piede, ed ecco che il disturbo ritorna e stavolta dura alcune ore. Inizio a domandarmi su quale possa esserne la causa e, da medico, non posso nascondermi che si focalizzi sul Sistema Nervoso, ma quale? Il Centrale od il Periferico? Subito la mente si accomoda sullo “sgabello” più comodo: “Sarà una delle mie ernie lombari che si fa risentire – mi dico – e dovrò fare una Risonanza al rachide lombosacrale e per sicurezza anche all’encefalo”. Nessuno dei due esami è dirimente: l’encefalo è normale e nessuna delle due ernie discali mostra segni compressivi sulle radici del nervo sciatico. Bisogna approfondire e mi affido alla competenza di un collega Neurologo di cui avevo fiducia. Il percorso che alla fine porta alla diagnosi di una malattia neurodegenerativa, come alla fine si è rivelata la mia, è sempre tortuoso e non breve, spesso si deve andare per esclusione, scremando il campo da varie ipotesi, perché di frequente a sintomi simili corrispondono patologie diverse.Quindi ancora esami più specifici, per alcuni dei quali le risposte avevano bisogno di diverse settimane, un ricovero al Civile di Brescia ed alla fine, alcuni mesi dopo, il quadro si delinea per quello che era. Se per un medico non è mai facile comunicare al paziente diagnosi di patologie evolutive e che non prevedono terapie specifiche risolutive, su me la notizia è stata ancora, se possibile, più amara, carica già delle conoscenze derivanti dal capitolo prognosi.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 7 MARZOThe post INTERVENTO – Giovanni Guizzetti (medico ed ex sindaco): “Io, malato, sento forti le pulsioni della vita. Ho predisposto il mio testamento biologico” first appeared on Araberara.
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Media“Segnalazione di disagio nell’utilizzo del servizio ufficio postale di Casazza. Richiesta individuazione nuova sede per l’ufficio postale di Casazza”.Questo è l’oggetto comune a un centinaio di lettere, spedite e firmate da altrettanti cittadini, indirizzate al sindaco di Casazza Renato Totis e protocollate in Municipio nelle ultime settimane.Sotto i riflettori c’è, evidentemente, l’ufficio postale del paese, che è considerato inadeguato alle esigenze della popolazione, troppo piccolo e inadatto ad accogliere le persone con problemi di deambulazione.È vero che le Poste a Casazza si trovano in una bella posizione: a pochi passi dalla chiesa parrocchiale (è infatti ai piedi del campanile) e dal palazzo comunale, in una posizione centrale e sulla strada che conduce al cimitero e alla piazza del mercato. Posizione a parte, l’ufficio postale è però, in effetti, troppo piccolo e capita spesso di vedere all’esterno diverse persone in attesa.Il capogruppo degli AlpiniA lanciare questa iniziativa, che ha l’obiettivo di ‘spronare’ i vertici di Poste Italiane, è stato Anselmo Terzi, capogruppo degli Alpini ed esponente di primo piano dell’associazione ‘Vivi il tuo paese’ che organizza il Carnevale di Casazza. Da lunghi mesi, in seguito a un incidente in bici, è costretto a spostarsi sulla sedia a rotelle. E, di conseguenza, si rende conto delle enormi difficoltà che una persona con disabilità deve affrontare quando si deve recare nell’ufficio postale del paese.“Da troppo tempo noi di Casazza dobbiamo sopportare questi disagi, perché le nostre Poste sono troppo piccole, non c’è la sala d’aspetto e c’è spesso la fila fuori, con gente che aspetta sotto la pioggia, sotto il sole in estate e al freddo in inverno.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 7 MARZOThe post CASAZZA – Un centinaio di lettere al Comune per ‘spronare’ le Poste: “Ufficio postale troppo piccolo, bisogna fare la fila all’esterno… si trovi un’altra sede!” first appeared on Araberara.
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Media“Caro professore, continua la stagione dei matti, con tante dicerie, chi fotografa di nascosto gente che parla per strada, chi spia i vari incontri delle persone. Sembra di essere un paese terrone e un po’ mafioso”. La lettera del mio vero o presunto “ex alunno commerciante castionese” descrive a modo suo la situazione pesante che in questi mesi preelettorali c’è in paese. In effetti poi incontri chi ci dice che il tale è stato visto a cena con il talaltro e quello che di sera tardi, col buoi, va in casa di quell’altro ecc. Fare il… punto vorrebbe dire avere prima un periodo, una frase di senso compiuto. Quindi andiamo avanti con i punti e virgola. Gli “angeliani” in questa situazione sembra cerchino casa in ordine sparso, chi starebbe per accasarsi con il gruppo “rossiano” (quello di Sergio Rossi e Tiziano Tomasoni) e chi bussa alla porta degli “aquilotti”. Il gruppo “rossiano” prosegue nei suoi incontri assembleari. Venerdì 7 marzo nuova riunione (in sala consiliare) alle 20.30 con all’ordine del giorno il tema “La persona al centro dell’attenzione”, titolo omnicomprensivo, insomma si può parlare di servizi sociali ma anche di servizi e il campo si allargherebbe. Il venerdì successivo, 14 marzo, stessa ora stesso posto, si parlerà di “Territorio, opere pubbliche e urbanistica” e il venerdì 21 marzo di “Turismo e cultura”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 7 MARZOThe post CASTIONE – ELEZIONI COMUNALI DI MAGGIO -“E’ la stagione dei matti”. L’ipotesi di “risalire” a 3 liste first appeared on Araberara.
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MediaGli incontri proseguono e si va verso una decisione che sembra soddisfare tutte le parti, anche politiche. Nell’ultimo incontro che si è tenuto venerdì 28 febbraio, i Comuni di Castro e Lovere avrebbero convenuto con l’azienda sul preventivo monitoraggio dei dati ambientalmente nocivi: emissione in atm, acustiche, vibrazioni che dovrà essere valutato da un comitato tecnico autonomo. Solo in seguito, dovrebbe essere presa in considerazione l’eventualità di condividere la proposta di aumento della produzione.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 7 MARZOThe post LOVERE – Lucchini: prima di qualsiasi aumento di produzione, monitoraggio dei dati ambientalmente nocivi first appeared on Araberara.
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Media(Ser-To) – Ad Albino, nella centralissima Via Mazzini, diversi commercianti hanno deciso di chiudere il loro negozio il sabato pomeriggio, l’unico giorno in cui è attiva la ZTL con il blocco delle auto dalle 13 alle 18; quindi la via dovrebbe essere dedicata al passeggio e allo shopping.Tra i negozi chiusi ci sono la storica Macelleria Acerbis, che si trova all’incrocio tra Via Mazzini e via Veneto, le tre agenzie di viaggio presenti nel centro storico, il calzolaio Bonacina e il calzolaio Moioli. Inoltre, negli ultimi anni alcune attività storiche hanno abbassato definitivamente la saracinesca: per ultima la gelateria vicino alla chiesa di Sant’Anna, i cui proprietari sono andati in pensione.Sabato primo marzo alle ore 16 in Via Mazzini non c’era molta gente in giro; sono anche gli ultimi giorni dei saldi invernali prima dell’inizio della primavera con sconti del 30%, 40 % e anche 50% su alcuni articoli.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 7 MARZOThe post ALBINO – Via Mazzini… ‘dimezzata’. Vari negozi tengono chiuso il sabato pomeriggio: “Con la ZTL attiva non viene più nessuno…” first appeared on Araberara.
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MediaLa gente qui non ha voglia di tornare a preoccuparsi delle emergenze, gli scorsi cinque anni furono una sequela di allarmi e disgrazie (meningite, covid, rifiuti nel lago, minaccia della grande frana). Ma se invece di una conferenza stampa, la scorsa settimana, fosse stata un’assemblea pubblica, qualche preoccupazione la gente se la sarebbe portata a casa.Riassumiamo senza troppi tecnicismi.Minimo tre anni. Forse di più. Così i tecnici hanno fissato (ottimisticamente) i tempi per completare il progetto che dovrebbe fermare definitivamente il movimento franoso. Sono stati illustrati gli interventi che saranno fatti in questi anni per mettere in sicurezza il pendio del Monte Saresano e “mitigare” la minaccia della grande frana che potrebbe scivolare a lago.Dalla conferenza stampa che si è tenuta venerdì 28 nella sala consiliare tavernolese sono emersi alcuni aspetti non proprio tranquillizzanti e non per carenze e cattiverie umane, ma per l’imponderabilità degli eventi. No, il movimento resta di pochi millimetri (4-5) al mese che in un anno significa uno scivolamento di circa 6 centimetri. Negli ultimi 4 anni quindi si sarebbe mossa per circa 24-25 centimetri, una spanna. E allora? Insomma, di poco, ma ancora “eppur si muove”.Partiamo dalla causa che quattro anni fa ha provocato un movimento che ha spaccato la sede stradale tra Parzanica e Vigolo (strada chiusa e lo sarà anche nei prossimi anni) e accentuato il pericolo che tutto franasse e finisse nel lago provocando uno tsunami. E se capitasse di nuovo?ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 7 MARZOThe post TAVERNOLA – Fu una scossa di terremoto a muovere il pendio del Saresano: ancora 3 anni (e rotti) sotto la spada di Damocle di una nuova scossa. 10 milioni di lavori (altri 6 spesi per i… “preliminari”) first appeared on Araberara.
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MediaLuca MarianiIl sollievo di avercela fatta e la consapevolezza di non essere più quello di prima. Due sentimenti che convivono nella testa di Franco Balduzzi, in arte Mefisto: «Mi conoscono tutti così perché tra gli anni Settanta e gli Ottanta facevo il disc jockey, prima al Life club di San Lorenzo, poi allo Sciarus di Villa d’Ogna, una discoteca che adesso non c’è più, ma allora tirava tantissimo. Per tutti ero dj Mefi.» Una primavera, quella del 2020, passata sotto la luce apatica dei neon e sdraiato su tristi letti d’ospedale, che ormai è lontana cinque anni, ma che ha causato a Mefisto ferite permanenti: «Il Covid mi ha sballato tutto. Mi ha lasciato problemi al cuore. Per questo ogni tre settimane, massimo un mese, devo andare a Groppino a fare il prelievo del sangue e tutti i giorni, al pomeriggio, devo prendere le pastiglie di Coumadin per fluidificare il sangue. Poi mi ha lasciato il diabete: devo fare quattro punture di insulina al giorno. Prima non ho mai avuto niente. Andavo a due o tre mila metri con gli sci d’alpinismo, mi cambiavo la maglietta sudata a meno dieci gradi e non ho mai preso nemmeno un raffreddore. E poi ho sempre stanchezza. Adesso non riesco più ad andare in montagna. Ci ho provato, ma era meglio non farlo. Ad andare in su continuavo a fermarmi e a scendere un gran male di gambe. Sono sincero: devo accontentarmi di fare i girettini sul piano, in pineta con il mio cane Oki.»Il nefasto incrocio tra il gommista classe 1957 e il Coronavirus avviene tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo: «Mi sono contagiato sicuramente qui in officina. Quando ho iniziato a non stare bene mi sono curato con le solite cose, come la Tachipirina. Però andava sempre peggio. Dopo quattro giorni, una sera mi sono alzato per andare in bagno, ma barcollavo, sbattevo la testa. Allora mio figlio e mia moglie hanno chiamato subito la Croce rossa.» Quando i soccorritori arrivano nella sua casa alle Fiorine capiscono subito che le condizioni di Mefi sono critiche. «Mi hanno attaccato subito l’ossigeno e mi hanno portato ad Alzano Lombardo.» Però purtroppo la situazione nell’ospedale seriano è già drammatica e fuori controllo. «Per fortuna c’era un posto al Policlinico di Milano e mi hanno trasferito subito.»ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 7 MARZOThe post FIORINE DI CLUSONE – Franco, per tutti Mefisto: “Il covid, un mese in coma, i reni bloccati, tre arresti cardiaci, flebo di cortisone, e ora di nuovo qui, in officina con mio figlio Vittorio e il mio cane Oki” first appeared on Araberara.
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Media“Qualche segno il Covid l’ha lasciato, ma sono qui a parlarne e quindi vuol dire che sono stato fortunato”, inizia così a raccontare Giulio Fortini cinque anni più tardi. Ma riavvolgiamo il nastro. Siamo nel cuore del centro storico di Endine, la moglie Martina spinge il passeggino con l’ultimo dei sei nipoti, ci incontriamo all’incrocio della via che porta alla loro casa. Facciamo qualche mancata di metri insieme poi entriamo in taverna. Giulio è qui, seduto al grande tavolo, ci attendeva già da qualche minuto. I due gatti ci fanno strada, poi spariscono, la televisione passa un telefilm ma è silenziosa, mentre a riempire la casa ci pensa quel bimbo dagli occhioni azzurri con i suoi versetti vivaci. Giulio ha 74 anni, “ne farò 75 l’11 agosto” e non smette di sorridere, nemmeno quando i ricordi si fanno bocconi difficili da mandare giù. I momenti bui, vissuti in un letto d’ospedale lontano dalla sua famiglia, si mescolano con quelli felici del ritorno a casa, istanti di vita che non si dimenticano.“A febbraio 2020 – racconta Martina – era già ricoverato nel reparto di riabilitazione dell’ospedale di Trescore dopo l’intervento alla carotide che gli aveva lasciato qualche complicanza di troppo, una emiparesi di cui sono rimaste delle conseguenze ancora oggi.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 7 MARZOThe post ENDINE – Giulio: “Era febbraio, non si sapeva ancora nulla del Covid. Ero già in ospedale, non ho più visto nessuno. Oggi il carrellino è il mio… Lamborghini” first appeared on Araberara.
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MediaLa strada si apre sopra panorami che nemmeno pensi di poter immaginare, e invece sono lì, a un tiro di schioppo e ti portando dritto in Paradiso. E il Paradiso ha un nome che comincia con la stessa lettera, la P, di Panoramico. Siamo a Fonteno, all’entrata del paese, appena prima, giusto a ridosso di un panorama che ti lascia senza fiato, il lago lì sotto a picco, che mischia il suo blu con quello del cielo e lì in mezzo c’è il Panoramico. Insomma, un panino di meraviglia tra cielo e lago. Qui, la Regina ha un nome, e anche qui l’analogia dell’inziale fa pensare, già, come prima Paradiso e Panoramico, ora Regina e Rosa. Rosa Bena, classe 1935, 90 anni l’8 marzo, mica un giorno qualsiasi, macché, la giornata della Donna e Rosa è Donna per eccellenza. Una vita vissuta a tutta d’un fiato, anche adesso, sempre. Sono da poco passate le 14.30 di un pomeriggio di fine febbraio. Rosa è lì, sul divano di fronte alla reception, golf color pastello, dolcevita rosa, collana di perle, il sorriso stampato nello sguardo, quello sguardo di chi ha visto tanto nella vita, quel tanto che conserva nel cuore: “Non parlo molto di me, nel mio mestiere ascolto e ascolto” e oggi trovare qualcuno che sa ascoltare è cosa rara. Rosa arriva da Trescore e a Fonteno ci è finita per Amore, già, l’Amore con la ‘A’ maiuscola: “Lavoravo in una trattoria – comincia Rosa – con mia sorella e lì ho conosciuto mio marito, io lavoravo al bar, lui era lì a bere qualcosa, il nostro primo incontro è stato lì”. Rosa e Battista Bertoletti si innamorano: “Sono arrivata qui a 30 anni e non mi sono più mossa – Rosa sorride – ero la prima di 8 fratelli, a casa dovevo badare ad alcuni di loro, il mio ultimo fratello ha la bellezza di 17 anni meno di me, è nato il mio stesso giorno, l’8 marzo, avevo bisogno di indipendenza, e l’amore mi ha dato l’opportunità di scegliere la mia vita”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 7 MARZOThe post FONTENO – Rosa, la Regina del Panoramico, 90 anni l’8 marzo: “Prima di 8 fratelli, il mio lavoro, la mia passione, la cucina per i miei figli, la libertà…” first appeared on Araberara.
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MediaEra al lavoro Roberto Ruffini, quando un malore che l’ha colto all’improvviso se l’è portato via per sempre. Roby, così lo chiamavano tutti, si trovava proprio nel suo locale, il Gas Beer di Fiorano al Serio, erano più o meno le 19 del 24 febbraio, una serata come tante, ma che ha cambiato per sempre la vita di chi lo conosceva. La chiamata ai soccorsi, la corsa in ospedale, la disperazione, la speranza, poi il buio. Roby non ce l’ha fatta e quello che era un locale pieno di gente e di musica, si è fatto un luogo di silenzio, di dolore e di ricordi.“Roby era una persona molto estroversa, che sapeva farsi voler bene, una persona chiara e corretta, se ti diceva una cosa, stai pur certa che quella era”, è così che Dj Pazzini ricorda Roby. Poi prosegue: “Era una persona divertente, scherzava sempre, era molto allegro, una persona piacevole. Penso di non averlo mai visto triste, forse un paio di volte incazzato, ma doveva proprio essere esasperato”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 7 MARZOThe post FIORANO AL SERIO – Il ricordo di Roberto Ruffini: “Il suo Gas Beer, la passione per le moto che ha trasmesso al figlio e il messaggio prima di iniziare le serate” first appeared on Araberara.
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