MediaSono passati otto mesi dall’appuntamento elettorale dello scorso giugno e dall’avvio del ‘Benedetti Due’ a Trescore Balneario. Oltre alla vittoria elettorale, il sindaco Danny Benedetti ha messo a segno alcuni importanti colpi, dalla conquista della presidenza della Comunità Montana dei Laghi Bergamaschi alla conclusione dell’eterno cantiere del centro, con Piazza Cavour che fa bella mostra di sé. Il primo cittadino sta quindi vivendo una sorta di ‘luna di miele’ politico/amministrativa. Ma è tutt’oro quello che luccica?Ne parliamo con la persona che lo scorso anno lo ha affrontato, contendendogli la fascia tricolore, Mara Rizzi, di ‘Consenso Civico’, assessore durante l’Amministrazione di Donatella Colombi e da sei anni tra i banchi della minoranza.La capogruppo di minoranzaQual è il punto di vista del vostro gruppo sulla situazione attuale di Trescore? E cosa servirebbe al suo Comune che l’attuale maggioranza non riesce, o non vuole, realizzare?“Le nostre considerazioni riguardo a questi primi mesi del secondo mandato del sindaco Benedetti – sottolinea Mara Rizzi – non si discostano da quanto abbiamo sempre sostenuto. L’Amministrazione comunale è molto attenta alle grandi opere, alla politica della partecipazione ossessiva ai bandi per poterle realizzare, ma continua a trascurare l’attenzione ai bisogni dei cittadini e alle esigenze quotidiane che continuano ad essere trascurate. Mancano iniziative ed eventi, manca il coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini alle poche attività proposte, manca un metodo di comunicazione efficace, coinvolgente e stimolante. Manca inoltre la ‘percezione della sicurezza’, per la quale non è sufficiente approvare un regolamento che prevede ‘Daspo Urbano’ (per il quale abbiamo anche contribuito proponendo un emendamento approvato all’unanimità in Consiglio), ma serve anche e soprattutto un capillare presidio del territorio e un pronto intervento in caso di necessità”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post TRESCORE – LA MINORANZA – Mara Rizzi e il ‘Benedetti Due’: “Amministrazione attenta alle grandi opere, ma trascura i bisogni dei cittadini”. E su sicurezza, Polizia Urbana, il Tadone e il Lesse… first appeared on Araberara.
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MediaDavide Bendotti, da Colere al mondo e poi dal mondo a Colere. Lo sciatore scalvino in forza al Gruppo Sportivo Paralimpico della Difesa ha da poco fatto rientro in Val di Scalve dopo i Mondiali di sci paralimpico a Maribor in Slovenia dal 2 all’11 febbraio.La mancanza di neve sulle piste ha cambiato più di una volta le carte in tavola e quindi la Coppa del Mondo quest’anno è stata abbastanza… rivisitata.“Non abbiamo fatto le classiche 5 discipline quindi discesa libera, super G, super combinata, gigante e slalom – spiega Davide Bendotti -. Il 2 febbraio con una mail la FIS ha fatto sapere che le prove della discesa e la gara sarebbero state cancellate. Il 4 febbraio era tutto pronto per il Super G, ma c’era pochissima neve e in una gara di quel tipo dove si raggiungono velocità elevate diventava pericoloso e dopo qualche riunione tra gli allenatori e la FIS si è deciso di annullare tutto”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post COLERE – Davide Bendotti e l’avventura mondiale in Slovenia first appeared on Araberara.
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Mediadi Giuseppe CarraraSimona abita a Peja e compirà quest’anno un quarto di secolo. Sembra molto detto così, ma è ancora una ragazzina. Due occhi azzurro perla, capelli lunghi biondi ed un sorriso che sa di purezza d’animo. Ad ascoltarla ti viene in mente “canne al vento”. Se il vento soffia leggero le canne flettono e accarezzano la terra. Se il vento supera una certa forza le canne si spezzano. Come è stata la tua infanzia Simona? “Da piccola amavo stare con mio fratello, più grande di me di due anni. Era bello quando lui mi svegliava ed insieme guardavamo i cartoni animati “. Dopo di lei nacque un altro fratello e crescendo, Simona, si è sentita un po’ in “minoranza”. “Durante la preadolescenza alcune persone mi prendevano in giro per il mio peso. Non ero grassa, un po’ rotondina, ma la situazione mi faceva stare male. Io lo tenevo dentro di me, avevo paura di “denunciare la cosa” perché essendo io sensibile e fragile, non volevo mettere in cattiva luce i miei “compagni”. Simona comincia così a volersi dimostrare forte, “prendendo il controllo” di sé nell’assunzione dei cibi. “Ho iniziato all’età di 12 anni a togliere i dolci ed i carboidrati, e nel giro di tre o quattro anni sono dimagrita a dismisura”. Nel frattempo nasce un’altra sorella. La famiglia di Simona è una famiglia modello; il papà è un gran lavoratore e soprattutto è uno che non smette mai di dare una mano a chiunque. È impegnato da sempre in oratorio in molte attività e ci tiene molto alla “Messa domenicale”, ma Simona, il fatto che si debba andare a Messa per forza non lo digerisce proprio, un po’ come il cibo. “A forza di impormelo, andavo a messa e stavo in fondo alla Chiesa aspettando che la “Cerimonia” finisse per “andare in pace”. Il difetto degli adulti di “imporre” la Messa domenicale è una pratica ancora molto in uso, anche se “alcuni studi scientifici” hanno dimostrato che chiunque venga “invitato obbligatoriamente” a fare una determinata cosa, di solito, in qualche modo si ribella. “Santa Messa a parte, ho iniziato a frequentare la prima superiore come “stilista”. Ho fatto una scelta molto sbagliata; le mie compagne mi chiedevano di fare da modella ed io non mi sentivo abbastanza perfetta. Ho iniziato così, verso la fine della prima superiore, un percorso ambulatoriale, attraverso il quale mi facevano assumere un certo numero di calorie, ma questo non è servito praticamente a nulla perché in fondo il problema principale stava molto più a monte. Il percorso durava 12 settimane e nelle ultime tre sono finita nella “neuropsichiatria infantile di un altro ospedale“; mi hanno dovuto mettere il sondino perché non mangiavo più nulla: mi hanno dovuto salvare la vita. Poi ho concluso le ultime tre settimane all’ospedale si Esine dove sentivo immensamente la mancanza di mia mamma”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post Storie di Donne – PEIA – VERTOVA – LEFFE – Simona, 25 anni: “La mia vita con l’anoressia, i ricoveri, le ricadute e poi la rinascita. Agli adulti dico: spendete il vostro tempo con i ragazzi…” first appeared on Araberara.
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Mediadi Luca Mariani“Le stelle sono tante, milioni di milioni, la Stella di Negroni vuol dire qualità.” Il motivetto musicale che le radio e le televisioni trasmettono dagli anni Sessanta per sponsorizzare una nota marca di salami, da domenica 9 febbraio può essere scelto come colonna sonora dei campionati mondiali Junior e Under 23 di sci di fondo. Infatti nella rassegna iridata a brillare con due medaglie in tre gare, un argento e un bronzo, è stato Davide Negroni: «È stata una sorpresa, anche se sapevo che potevo fare bene. Sapevo che in estate avevo lavorato bene, che ero in forma e che ero nella top dieci, ma poi lì è questione di pochi secondi e ti giochi tutto. Le medaglie non puoi mai aspettartele, perché ci sono mille variabili.» Infatti il diciannovenne di Clusone arriva in val di Scalve con buone sensazioni e già con un alto livello di soddisfazione personale: «Ero contento di essermi qualificato al mondiale, visto che l’anno scorso non ci ero riuscito.» Però nella sua gara d’esordio, la 20 chilometri a tecnica classica, si deve accontentare del sesto posto: «È andata abbastanza bene, ma non ero sodisfatto al cento per cento. Avevo il rammarico di aver perso il gruppo di testa nell’ultimo giro.» Il riscatto arriva due giorni dopo. In programma c’è la 10 chilometri a tecnica libera, specialità che a gennaio ha regalato a Davide il titolo di campione italiano: «Nell’ultimo anno è il mio cavallo di battaglia. C’era un po’ di pressione e di aspettative da parte degli altri. Io non ne avevo così tante. Sono partito forte, ma controllato. Sapevo che il norvegese ne aveva di più sul finale.» E al traguardo è proprio così. Davanti all’azzurro arriva solo lo scandinavo Haggen Lars. Il baradello dagli occhi verdi e la erre transalpina è vicecampione del mondo nella categoria Junior: «È stata un’emozione enorme.»Ma le soddisfazioni sulla neve di Schilpario per Davide non sono ancora finite. Vista l’ottima condizione gli allenatori della nazionale italiana decidono di schierarlo come terzo frazionista nella staffetta mista con Gabriele Matli, Beatrice Laurent e Marit Folie. «Mi hanno dato il cambio da secondo. Ho tenuto la posizione e sono riuscito a guadagnare qualcosina, otto secondi. Non sono tanti, ma in cinque chilometri non si riesce a fare tanto la differenza, anche per le condizioni atmosferiche.» E al traguardo il quartetto azzurro è terzo, preceduto dalla straripante Norvegia e dalla rimonta della Francia. «Siamo contenti perché abbiamo fatto vedere che l’Italia giovanile c’è.»Con questo bronzo Davide archivia una settimana ricca di gioia e sorrisi, non solo per il doppio podio iridato, ma anche per il grande sostegno e il caotico affetto ricevuto: «Un mondiale così, in casa è stato davvero speciale, anche e soprattutto per il tifo. Era veramente impressionante su tutta la pista e soprattutto sull’ultima salita. Era talmente forte che non sentivo nemmeno il mio respiro. È stato emozionante e speciale. Anche domenica quando diluviava, nevicava e poi diluviava, erano tantissimi.»ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post CLUSONE – Davide, 19 anni, la ‘stella’ Negroni, che ha incantato ai mondiali: “Il mio bronzo. La festa in paese, i miei tre fratelli, la Spessa dove sono nato e… first appeared on Araberara.
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MediaQuella di Fatima è una storia che ti si appiccica al cuore e fa fatica a scivolare via. Fatima è una donna che arriva da lontano, come racconta il colore della sua pelle, dal Burkina Faso, in Africa. Fatima è una mamma che ha saputo trasformare il dolore per la perdita di un figlio, Sanun, in una mano tesa a chi ne ha bisogno. Fatima è arrivata in Italia, in Val Trompia, nel 1993, e poi si è trasferita a Costa Volpino una quindicina di anni fa ed è cuoca alla scuola materna di Artogne, dove porta ogni giorno il suo dolce sorriso a tanti bambini. Da qualche mese insieme a lei è nata l’associazione ‘Il grande baobab di Sanun’ ed è proprio questo il cuore della nostra storia. Sono passate da poco le 18, il telefono squilla e dopo pochi secondi sento la sua voce emozionata: “Una leucemia fulminante si è portata via mio figlio nel 2010, quando aveva 15 anni. Ho deciso che era arrivato il momento di riorganizzare la mia vita e insieme ad alcune amiche abbiamo aperto questa associazione per aiutare i miei paesani dell’Africa. Nel logo che abbiamo scelto c’è il significato di quello che vorremmo fare, il baobab simboleggia il mio Paese ed è sinonimo di forza e comunità, poi ci sono delle persone in cerchio che rappresentano tutti noi che vogliamo dare un aiuto concreto e un angelo che sale al cielo. Sai, mio figlio non c’è più ma ci sono tanti altri bambini e ragazzi come lui che ci sono e hanno bisogno di noi… insomma, invece di piangere ho deciso che asciugo le lacrime e dico sì alla vita”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post Storie di Donne – COSTA VOLPINO – Fatima e l’associazione nata per ricordare il figlio: “La leucemia se l’è portato via, ho deciso di asciugare le lacrime e dire sì alla vita” first appeared on Araberara.
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MediaPer ora si tratta solo di schermaglie non politiche ma personali. E c’è una spaccatura tra i quattro Comuni. Il nuovo Presidente della Comunità Montana, Marco Grassi, si muoverebbe come un caterpillar senza prima confrontarsi con i sindaci, almeno non con i sindaci di Colere Gabriele Bettineschi (resterà in carica fino alla primavera del 2026) e Vilminore Pietro Orrù, prendendo decisioni che evidentemente li scontentano (Nota: ambedue sono stati negli anni scorsi alla guida della Comunità Montana).ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post COMUNITÀ MONTANA DI SCALVE – Vilminore e Colere contro Azzone e Schilpario first appeared on Araberara.
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MediaIl tempo scorre ancor più inesorabilmente quando le possibilità di sopravvivenza vengono meno, rifuggendo via dalle nostre vite in modo precipitoso. Si ha percezione di questo ancor di più quando ci si trova coinvolti in situazioni di fragilità vissute che inesorabilmente accentuano questa visione. Quando si perde una persona cara, ci si sente ancor più fragili e inadeguati nel riuscire a vedere positivamente ogni situazione che si ha dinnanzi ai nostri occhi.
Cara Dionisia, è stato bello conoscerti, costruire un percorso di vita assieme, una famiglia meravigliosa, due figli fantastici e condividere 38 anni di emozioni, gioie, e talvolta anche dolore, come ora, nel tristissimo e inesorabilmente doloroso momento del distacco. È bello ricondurre il pensiero a quel 26 luglio 1987, in occasione della festa di S. Anna, quando ci siamo conosciuti in una stupenda sera d’estate. La brezza di tramontana che scendeva dai monti sopra Ranzanico si mescolava con l’aria calda che saliva in quota dalla superficie del lago di Endine. Le luci che si rispecchiavano sulle acque placide giungevano riflesse sino a noi a Ranzanico trasmettendo ancor più emozione a quella deliziosa e romantica serata.
Cara Dionisia, ci siamo piaciuti subito dal primo sorriso. I tuoi occhi azzurri complici di quello sguardo unico e i lunghissimi capelli neri e ondulati rappresentavano al meglio bellezza e gioia di vivere. Fu una serata bellissima trascorsa nel disquisire piacevolmente. Parlammo di tutto, e ci trovammo in sintonia così come fossimo due amici che, seppur si fossero appena incontrati, avevano l’impressione di conoscersi da sempre. Due realtà diverse le nostre: tu provenivi dalla città dove la mentalità degli abitanti è più disponibile ad aprirsi al pensiero in tutte le situazioni e sempre alla ricerca della perfezione, io dal paese placido e tranquillo immerso in un panorama mozzafiato che basta alle persone, seppur di carattere meno espansivo e più riservato, per renderle felici nella loro tranquilla quotidianità.
ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIO The post ENDINE – Andrea e il ricordo della moglie Dionisia: “I tuoi occhi profondi e la dolcezza del tuo sguardo erano più eloquenti di tante parole, hai resistito con amore” first appeared on Araberara.
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Cara Dionisia, è stato bello conoscerti, costruire un percorso di vita assieme, una famiglia meravigliosa, due figli fantastici e condividere 38 anni di emozioni, gioie, e talvolta anche dolore, come ora, nel tristissimo e inesorabilmente doloroso momento del distacco. È bello ricondurre il pensiero a quel 26 luglio 1987, in occasione della festa di S. Anna, quando ci siamo conosciuti in una stupenda sera d’estate. La brezza di tramontana che scendeva dai monti sopra Ranzanico si mescolava con l’aria calda che saliva in quota dalla superficie del lago di Endine. Le luci che si rispecchiavano sulle acque placide giungevano riflesse sino a noi a Ranzanico trasmettendo ancor più emozione a quella deliziosa e romantica serata.
Cara Dionisia, ci siamo piaciuti subito dal primo sorriso. I tuoi occhi azzurri complici di quello sguardo unico e i lunghissimi capelli neri e ondulati rappresentavano al meglio bellezza e gioia di vivere. Fu una serata bellissima trascorsa nel disquisire piacevolmente. Parlammo di tutto, e ci trovammo in sintonia così come fossimo due amici che, seppur si fossero appena incontrati, avevano l’impressione di conoscersi da sempre. Due realtà diverse le nostre: tu provenivi dalla città dove la mentalità degli abitanti è più disponibile ad aprirsi al pensiero in tutte le situazioni e sempre alla ricerca della perfezione, io dal paese placido e tranquillo immerso in un panorama mozzafiato che basta alle persone, seppur di carattere meno espansivo e più riservato, per renderle felici nella loro tranquilla quotidianità.
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Media’Non è facile invecchiare con garbo. Bisogna accertarsi della nuova carne, di nuova pelle, di nuovi solchi, di nuovi nei. Bisogna lasciarla andare via la giovinezza, senza mortificarla in una nuova eta’ che non le appartiene, occorre far la pace con il respiro più corto, con le giunture, con le arterie, con i capelli bianchi all’improvviso, che prendono posto dei grilli per la testa. Invecchiare come si fosse vino, profumando e facendo godere il palato, senza abituarlo agli sbadigli” …questi siamo noi …un gruppo over 50 di amici di Clusone e paesi limitrofi che ogni anno si ritrova , in occasione della serata Bourguignonne che il Ristorante Serenella sito in Valle Sponda a Colere organizza in collaborazione con la Macelleria Giudici di Clusone, la quale seleziona appositamente carni piemontesi raffinate e succulenti. Il ristorante l’autunno scorso fu premiato da Regione Lombardia come attività storica ..e noi come da tradizione, ritenendoci parte della storia , da qualche anno ,essendo la serata in concomitanza con il Capodanno Cinese, festeggiamo con abiti a tema! Prendiamo spunto, per travestirci e divertirci, dalla astrologia cinese la quale segue un ciclo di dodici anni, ognuno associato ad un animale dello zodiaco.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post VAL SERIANA – Over 50 in festa: “Ci ritroviamo ogni anno, lo scorso anno vestiti da Drag Queen in onore del drago per il Capodanno cinese, quest’anno era l’anno del serpente…” first appeared on Araberara.
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MediaIl tratto di strada della provinciale 51 che va dall’Oratorio di Villa verso Piario, molto trafficata anche da parte di chi vuole raggiungere l’Ospedale, era già stato riqualificato da mesi con lavori di allargamento della carreggiata e la realizzazione di un marciapiede a sbalzo per i pedoni, ma l’inaugurazione ufficiale dell’opera -dal valore complessivo di quasi 900 mila euro, che la Regione ha finanziato per 700.000 e la Provincia per 185.000 – è avvenuta il 10 febbraio, con la presenza delle Autorità locali e del presidente della Provincia Pasquale Gandolfi, il quale ha sottolineato l’importanza del lavoro di squadra fatto con la Regione per il recupero e la messa in sicurezza, obiettivi perseguiti da tempo e particolarmente strategici per la viabilità della zona: “Un’opera che aspettavamo da tanto tempo – commenta il sindaco di Piario Francesco Zanotti – che speriamo venga completata al più presto riqualificando anche il tratto di strada di qualche centinaio di metri verso Piario che dalla fermata del pullman arriva fino all’incrocio con via Bergamo, lavoro per il quale servirebbe un ulteriore finanziamento di circa 300.000 euro ”. ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post VILLA D’OGNA – PIARIO – Inaugurata la riqualificazione del collegamento tra Villa d’Ogna e Piario: “Intervento atteso da vent’anni” first appeared on Araberara.
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MediaUn fatturato in crescita di oltre l’8% rispetto all’anno prima, arrivando a 77 milioni di euro di utili. Sono i numeri del Gruppo Gap Spa diffusi in questi giorni, gruppo che ha sede a Brescia, Sovere e Pontenure (PC), che offre servizi ausiliari chiavi in mano principalmente al mercato siderurgico fornendo soluzioni integrate per le acciaierie, tra cui logistica industriale, gestione di parchi rottame, evacuazione di scorie, gestione di magazzini e lavorazioni di materiali ferrosi. Conta 614 dipendenti diretti oltre ai collaboratori esterni. L’AD è Eligio Piantoni, 45 anni, figlio del fondatore Gianni. La madre Elena Guidi è Presidente.Il Gruppo GAP è partner di alcune tra le più importanti acciaierie Italiane, tra cui Arvedi, Danieli, Duferdofin, Cogne, ABS, Lucchini, Pittini, Riva, Rubiera, Tenaris Dalmine. La collaborazione con alcune di queste società è consolidata da oltre 40 anni e si rafforza costantemente nel tempo, evidenziando la fiducia reciproca e la sinergia delle attività. Il Gruppo, forte della consolidata presenza in Italia da oltre 70 anni, ha iniziato ad affermarsi anche sui mercati esteri. L’esperienza maturata sul campo gli consente di offrire servizi di consulenza di altissimo livello, instaurando partnership che sempre più spesso superano i confini nazionali.GAP ha all’attivo anche un Centro Ricerca e Sviluppo (a Pontenure), per lo studio di soluzioni di mobilità green. Da qui sono usciti il kit per l’elettrificazione dei motori diesel e il progetto (in via di realizzazione) del sistema propulsore a idrogeno”, l’“H2 Fuel Cell Powertrain” (progetto EHRON), che ha ottenuto, primo in graduatoria, un finanziamento a fondo perduto – insieme al CNR ITAE di Messina – predisposto dal Bando del ministero della Transizione ecologica per l’attribuzione dei fondi del PNRR.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post SOVERE – Il boom della Gap: 77 milioni di euro di utili e 614 dipendenti first appeared on Araberara.
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MediaIncapace di intendere e di volere, almeno al momento del fatto. Quindi, assolto. È la decisione della Corte d’Assise che ha deciso il futuro di Matteo Lombardini, il 35enne che a novembre 2023 in piena crisi psicotica uccise il padre Giuseppe a coltellate e ferì gravemente la madre nel loro appartamento di Nembro. Ma Matteo non sarà libero, almeno non subito, perché il Tribunale ha disposto che l’imputato resti ricoverato nella Rems di Castiglione delle Stiviere per almeno 10 anni.Il difensore di Matteo, l’avvocato Filippo Avilla nella difesa aveva sostenuto che: “Matteo era un soggetto seguito, era in cura dal 2009, anno in cui aveva aggredito il padre per la prima volta. Dal punto di vista medico ci si poteva aspettare una ricaduta data la sua situazione psichica, ma quali risposte sono arrivate dagli enti preposti? Lo si accusa di aver interrotto il trattamento terapeutico, ma come si fa a dare a una persona così la facoltà di decidere se interrompere o meno il percorso? Qualche giorno prima di uccidere suo padre Matteo si è fatto accompagnare da uno zio al pronto soccorso dell’ospedale di Alzano Lombardo.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post NEMBRO – Matteo ‘incapace di intendere e di volere’: uccise il padre a coltellate e ferì gravemente la madre first appeared on Araberara.
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MediaSono mesi intensi sotto il profilo dei progetti e delle opere pubbliche per il sindaco Francesco Micheli. Partiamo dalla scuola Elementare: “I lavori sono iniziati il 20 gennaio e la ditta sta procedendo quindi siamo molto soddisfatti, in questo momento sta per terminare la fase preliminare con la posa delle impalcature e nei prossimi mesi ci sarà l’installazione dei nuovi impianti termici e del fotovoltaico. L’obiettivo è quello di concludere il cantiere per dicembre”.Poi c’è il palazzetto dello sport: “In questo caso stiamo definendo gli ultimi passaggi del progetto esecutivo e in accordo con il Ministero, visto che il contributo di 525mila euro arriva dallo Stato, i lavori inizieranno ad ottobre quando andremo a fare il cappotto, i campi esterni e realizzeremo un nuovo bar”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post VILLONGO – Il sindaco: “Lavori in estate per la rotonda, il palazzetto ad ottobre. Ad aprile inauguriamo i campetti di via Candia e sulla Sarnico – Capriolo…” first appeared on Araberara.
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MediaPonte Nossa, Torre Boldone, Coccaglio. La vita di Annalisa Colleoni è scandita da questi tre paesi. Il primo, dove è nata nel 1943, si trova nell’Alta Valle Seriana. Il secondo, dove ha vissuto per oltre mezzo secolo, è alle porte di Bergamo. Il terzo è invece in Franciacorta, in provincia di Brescia.Nei suoi otto decenni lei ha ricoperto tanti ruoli: mamma, moglie, insegnante, assessore, sindaco, presidente di un circolo culturale. E lei li ha ricoperti rimanendo sempre se stessa, paziente e al tempo stesso decisa. E, soprattutto, con una indiscutibile propensione all’ascolto, al confronto.L’infanzia a Ponte NossaAnnalisa si trova nella sua casa di Coccaglio, in Franciacorta, ai piedi del Mont’Orfano. Insieme al marito Giuseppe Manzoni ha infatti deciso alcuni anni fa di lasciare Torre Boldone per avvicinarsi al loro unico figlio, che è medico legale ed è sposato in terra bresciana.Riavvolge i nastri della memoria e torna indietro nel tempo.“Sono nata a Ponte Nossa in piena guerra, ma io ero troppo piccola per capire cosa stava accadendo. L’ho poi saputo in seguito dai racconti dei miei genitori. Il mio papà, Angelo, era caposala alla De Angeli Frua, poi diventata Cantoni, mentre la mia mamma, Maria, ha lavorato nella filatura. Ponte Nossa in quel periodo era infatti un paese industrializzato”.Aveva fratelli o sorelle? “Avevo un solo fratello, che è purtroppo morto giovane nel 1977, mentre altri sono morti quando erano ancora piccoli, come capitava spesso in quel periodo. Tornando al mio papà, lui è stato sindaco di Ponte Nossa dal 1946 al 1963”.Un’esperienza, quella di sindaco, che lei stessa ha vissuto alcuni decenni dopo, ma in un altro paese.“Ho poi frequentato le Medie a Clusone e le Magistrali al ‘Secco Suardo’ di Bergamo. Ho quindi casualmente conosciuto Giuseppe, che è originario di Urgnano; ci siamo fidanzati e ci siamo sposati”.La ‘primavera’ di Torre BoldoneNessuno di voi due era di Torre Boldone. Perché avete deciso di andare ad abitare laggiù?“Mio marito lavorava all’Italcementi, quindi per lui abitare lì era più comodo. Io non ero ancora di ruolo come insegnante, perciò era indifferente abitare in un paese o in un altro. E così, nel 1966 siamo andati a vivere a Torre Boldone e ci siamo rimasti fino al 2021, per più di 50 anni”.Il paese che fa da collante tra la città di Bergamo e la Val Seriana era molto diverso da quello attuale.“Sì. Posso dire di aver visto la primavera di Torre Boldone, perché all’epoca c’erano solo 3.000 abitanti, mentre quando sono andata via ce n’erano quasi 9.000”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post Storie di Donne – TORRE BOLDONE – Annalisa Colleoni, insegnante per 35 anni e sindaca per 9: “Mettersi in ascolto e cercare di trovare una soluzione ai problemi”. Il messaggio di Don Sturzo e quel bicchiere mezzo pieno first appeared on Araberara.
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MediaLeonardo, mi porterai in salvoNoi ti sbirciamoLassù e tu ci sbirci quaggiùcome se fossimo una scacchieradi battaglia navalenon so ancora dovequi affonderemoma tu lassùsegnerai una fendituracon la biro bludegli occhie ci porterai in salvosu una terra consegnataun tema della lucesenza crepe: tu c’insegniil filo la telala presa l’abbandonotenere restare stringeree poi rinascere.Leonardo, ti abbiamo lasciato un bacio sul comodinoPrima di uscire,di andare lassù
ti abbiamo lasciato un baciosul comodino per quandoti sveglierai.O forse per quando ci sveglieremo noiPerché lassù tu sei sempre nella luce.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post GORLAGO – Il ricordo di Leonardo Longaretti first appeared on Araberara.
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MediaL’associazione Amici di Cristian ha un nuovo direttivo e dopo 10 anni da presidente di Erminio de Rosa, ora è la volta di Gianpietro Schiavi.“Da quando nel 2015 è nata l’associazione per ricordare Cristian – spiega Schiavi – Erminio ha guidato il gruppo come presidente, ma a dicembre ha espresso la volontà di concludere questa esperienza. Abbiamo condiviso il suo stato d’animo anche perché in questi dieci anni ha dato tutto e ha sempre fatto il massimo quindi abbiamo fatto un’analisi tra gli associati su chi poteva prendere il testimone per dare un seguito a questa esperienza. Se da una parte tutti volevano proseguire, la difficoltà è stata trovare un presidente; ho deciso di farmi avanti e da un paio di settimane sono stato eletto”. ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post ONORE – Gli ‘Amici di Cristian’ ripartono con un nuovo direttivo guidato da Gianpietro Schiavi first appeared on Araberara.
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MediaCiao papà
Di solito trovo le parole per ogni occasione, scrivere è una di quelle cose che mi viene facile, l’ho fatto spesso in queste occasioni e pensavo di farlo anche con te, ma mi sono reso conto ascoltando la testimonianza di tante persone in questi giorni, che non ho parole cosi preziose e dense di significato che possano esprimere fino in fondo quello che tu sei stato per ognuno di noi, sarebbe altrettanto vano tentare di descrivere quello che hai fatto, (ogni mia parola rischierebbe solo di sciupare il tutto), perché ci hai già pensato tu nel momento stesso in cui lo facevi, con quel tuo stile sobrio, pacato e così determinato da portare a termine ogni cosa in cui credevi.
La tua fede incrollabile fino all’ultimo ha poi fatto la differenza in ogni cosa in cui ti sei trovato impegnato in prima linea. Non ci sono parole anche perché per descriverti avrei dovuto usare numeri e formule matematiche, perché la cosa più importante per te, era che alla fine i conti di ciò che si faceva dovessero dare il risultato giusto senza se e senza ma.
Mi viene così da riscrivere una delle tue formule di matematica: “la tua passione per il bene comune sta al tramonto come x sta’ all’alba” ma se l’incognita x corrisponde al tempo a significare il valore di ogni singola giornata tu in questo ci hai dedicato la vita, calcolando poi la radice quadrata della tua fede esce un numero direttamente proporzionale al bene che tutti ti volevano e se il tutto viene moltiplicato per 3,14 periodico il risultato è un numero pari ai giorni della tua vita che hai dedicato agli altri.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post SOVERE – Il ricordo di Mario Carrara: “La tua passione per il bene comune sta al tramonto come x sta all’alba…Tu matematico in una famiglia disordinata, dove 1+1 faceva 3 perché la mamma ha sempre aggiunto qualcuno al tavolo e sotto il tetto” first appeared on Araberara.
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Di solito trovo le parole per ogni occasione, scrivere è una di quelle cose che mi viene facile, l’ho fatto spesso in queste occasioni e pensavo di farlo anche con te, ma mi sono reso conto ascoltando la testimonianza di tante persone in questi giorni, che non ho parole cosi preziose e dense di significato che possano esprimere fino in fondo quello che tu sei stato per ognuno di noi, sarebbe altrettanto vano tentare di descrivere quello che hai fatto, (ogni mia parola rischierebbe solo di sciupare il tutto), perché ci hai già pensato tu nel momento stesso in cui lo facevi, con quel tuo stile sobrio, pacato e così determinato da portare a termine ogni cosa in cui credevi.
La tua fede incrollabile fino all’ultimo ha poi fatto la differenza in ogni cosa in cui ti sei trovato impegnato in prima linea. Non ci sono parole anche perché per descriverti avrei dovuto usare numeri e formule matematiche, perché la cosa più importante per te, era che alla fine i conti di ciò che si faceva dovessero dare il risultato giusto senza se e senza ma.
Mi viene così da riscrivere una delle tue formule di matematica: “la tua passione per il bene comune sta al tramonto come x sta’ all’alba” ma se l’incognita x corrisponde al tempo a significare il valore di ogni singola giornata tu in questo ci hai dedicato la vita, calcolando poi la radice quadrata della tua fede esce un numero direttamente proporzionale al bene che tutti ti volevano e se il tutto viene moltiplicato per 3,14 periodico il risultato è un numero pari ai giorni della tua vita che hai dedicato agli altri.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post SOVERE – Il ricordo di Mario Carrara: “La tua passione per il bene comune sta al tramonto come x sta all’alba…Tu matematico in una famiglia disordinata, dove 1+1 faceva 3 perché la mamma ha sempre aggiunto qualcuno al tavolo e sotto il tetto” first appeared on Araberara.
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MediaDurante la partecipatissima assemblea pubblica dell’11 febbraio l’Amministrazione Comunale di Pradalunga ha presentato ai cittadini un importante progetto, ‘Officina Idea”, che sarà, oltre che spazio espositivo, un contenitore culturale di più ampio respiro, da vivere e frequentare tutto l’anno da parte dei cittadini di ogni età.“Un progetto destinato a ricordare, onorare e promuovere la conoscenza dell’antica attività peculiare dei pradalunghesi è cioè la produzione delle pietre coti che sono state commercializzate in tutto il mondo – spiega la sindaca Natalina Valoti – un’attività di cui vogliamo valorizzare soprattutto il ‘cuore’, e cioè le persone, gli operai, le operaie e le tante altre persone che lungo i secoli in questo faticoso lavoro hanno speso la loro vita. Molti di noi hanno parenti, più o meno lontani, che hanno svolto questo lavoro che rappresenta la più significativa eredità del nostro passato ed identifica peculiarmente la nostra memoria storica, e dunque vuole essere il museo dei lavoratori ‘d’antan’: i Coderòcc, i Pichècc, le Fitadùre…”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post PRADALUNGA – ‘Officina Idea’, un progetto per creare la ‘casa dei Pradalunghesi’. La sindaca: “Sarà il cuore pulsante della nostra comunità” first appeared on Araberara.
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Deborah e Andrea. Un legame di quelli che non se ne vanno mai. Non se ne andranno mai. Un legame per sempre. Un legame fra sorella e fratello. Già, perché Deborah Savoldelli è la sorella di Andrea. Potevamo scrivere ‘lo era’ ma in realtà fratello e sorella lo si è per sempre. Deborah, classe 2003, occhi grandi e profondi, dove sembra poterci vedere dentro il cuore, quel cuore grande che batte ancora e batterà sempre per Andrea, che se ne è andato troppo presto: “Una vita breve ma intensa, che ha segnato d’amore tutta la mia famiglia”. Andrea nato a maggio del 2011, è morto a dicembre dello stesso anno. Pochi mesi con Deborah e Fabiola, la sorella maggiore, papà Marco e mamma Maria. Quel rapporto tra Deborah e Andrea è diventato un libro scritto proprio da Deborah, che la passione per la scrittura ce l’ha da sempre e quella passione l’ha mischiata con l’amore per Andrea per dare vita a un racconto che va oltre la storia, diventa un mantra di vita, un percorso di meraviglia. “Andrea è nato quando io avevo 8 anni – comincia Deborah – ed è morto a dicembre dello stesso anno, quando è arrivato per me, per la mia famiglia, è stata una gioia immensa, io con lui ero felice, mia sorella aveva 11 anni, tutti eravamo felici”. Deborah quando racconta Andrea ha gli occhi lucidi, come se fosse ancora qui, o forse è ancora qui, dentro le pieghe dolci delle sue parole, che sanno di culla, di guscio, di amore: “Quando è nato – continua Deborah – è rimasto per due settimane all’ospedale di Bergamo, è nato con parto cesareo, un parto complicato, mia madre ha avuto 36 ore di travaglio, un parto davvero complicato ma poi è nato ed eravamo tutti felicissimi. Andrea stava bene, aveva un problema al cuore ma non sembrava niente di grave, doveva essere operato a dicembre ma poi avevano spostato l’intervento a gennaio perché c’erano altre urgenze”.MediaARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post Storie di Donne – SOVERE – Deborah: “Avevo 8 anni quando è morto il mio fratellino Andrea. Ora quel dolore lo libero in un libro…” first appeared on Araberara.
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MediaL’edificio di proprietà comunale che si trova in località Mandrina lungo il sentiero “del Sole e della Luna” è in cerca di un gestore. La struttura, collocata a circa 700 metri dall’abitato della frazione di San Vigilio e a circa 1 chilometro dalla frazione di Monti di Rogno, è stata ristrutturata e ha cambiato destinazione d’uso nel 2016, dall’originaria destinazione di tipo misto (residenziale / rurale) ad una destinazione totalmente residenziale e al momento è in stato di incuria e di abbandono in quanto non è mai stata utilizzata. Proprio per questo l’amministrazione guidata dal sindaco Valerio Felice Franzoni ha deciso di cercare un gestore individuando le “possibili soluzioni proposte dal mercato per l’avvio di un processo di sviluppo turistico, culturale e ambientale e quindi vogliamo capire se qualcuno è interessato visto che è chiusa da anni ed è davvero un peccato”.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post ROGNO – AAA cercasi gestore per l’edificio comunale in località Mandrina. E i medici? “Incontreremo la dottoressa Pagliardi” first appeared on Araberara.
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MediaGiovedì 13 febbraio 2025, presso lo studio del notaio Mauro Ruggiero in Bergamo si è costituita la Fondazione Casina Briga per la ricerca nelle scienze della coscienza.La Fondazione, la cui sede legale è a Bianzano, nasce con l’obiettivo di esplorare le scienze della coscienza attraverso un approccio innovativo che integra fisica quantistica, neuroscienze e filosofia della mente. Fondata da Claudia e Flavio Burgarella, ha la missione di sviluppare un nuovo paradigma scientifico che superi la visione materialista tradizionale e riconosca il ruolo fondamentale dell’esperienza nella generazione della coscienza. Alla base della sua ricerca c’è l’ipotesi che la coscienza non sia un fenomeno emergente dal cervello, ma un processo informazionale fondato sulla transizione delle particelle elementari da virtuali in reali attraverso l’osservazione e la percezione. Questo principio, derivato dalla meccanica quantistica, fornisce una spiegazione coerente di come la coscienza possa essere sia individuale che universale.ARTICOLO COMPLETO SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 21 FEBBRAIOThe post BIANZANO – Nasce la Fondazione Casina Briga first appeared on Araberara.
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