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MediaA Gromo sono molti i migranti di colore che fuori dall’albergo Roma seduti ai tavolini si godono gli ultimi raggi di sole della giornata. L’entrata è aperta e la reception è affollata di giovani uomini. Chiedo di parlare col responsabile e dopo un po’ di tempo arriva Alì. Faccio anche a lui, in francese, alcune domande, chiedendo l’entità delle presenze e, più in generale, come si trovano a Gromo, come passano il tempo, cosa vorrebbero fare, quanto pensano di trattenersi, quanto tempo ci vuole per ottenere il permesso di soggiorno, quanti di loro hanno trovato lavoro, come mi aveva detto  poco dopo il loro arrivo Ivana Dedei, titolare dell’albergo che li ospita…SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 20 OTTOBREL'articolo GROMO – Tra i migranti di Gromo: la cooperativa è gestita da…Bengalesi proviene da Araberara.

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MediaMalik, il responsabile della struttura che ospita i migranti nella piccola contrada, mi accoglie gentilmente anche se ho interrotto il suo studio: quando di pomeriggio tutti riposano – e infatti in giro fuori dall’edificio dell’ex-colonia non c’è nessuno tranne alcune ragazzine che ridono e scherzano tra loro – ne approfitta per studiare seguendo le lezioni online. Malik accetta anche volentieri il paio di borse di indumenti pesanti che gli ho portato:“Grazie, ci saranno molto utili in vista dell’inverno; ma per il resto qui va tutto bene e non abbiamo bisogno di nulla”. “Gentile ma fermo, non c’è verso di cavargli qualche altra informazione. Però mi dà il numero di telefono del presidente della cooperativa ‘Meltingpot’ che gestisce anche questa struttura, Antonio Vecchio il quale, dopo alcuni vani tentativi, risponde alla  chiamata ma si rivela altrettanto reticente…***DOSSI – In un’altra frazione altre donne africane con i loro bimbi(An. Cariss.) Più recente l’arrivo di due settimane fa a Dossi, altra frazione che si incontra salendo a Valbondione dopo aver oltrepassato Gavazzo, di alcune madri di provenienza africana con i loro figli, di cui uno piccolissimo di due anni e mezzo.“Sono ospitate in un  edificio che potrebbe ospitarne una quarantina…SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 20 OTTOBREL'articolo GAVAZZO DI VALBONDIONE – A Gavazzo, portando indumenti pesanti per l’inverno e intanto la Cooperativa fa muro: “Niente foto, per la privacy” ma…. proviene da Araberara.

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MediaPaola Maj è una tosta. Il volto femminile del consiglio comunale di Schilpario insieme ad un’altra donna tosta, che in consiglio comunale non c’è ma in Comune ci lavora mettendoci passione ed energia, Renata Carizzoni, hanno aperto una breccia rosa in Val di Scalve. Una breccia dove infilare dentro visite, controlli, paure, gioie, supporto, amicizia e molto altro: “Tutto è cominciato quando le donne del calendario #ccw realizzato dal vostro giornale sono andate a Bruxelles al Parlamento Europeo – racconta Paola – e noi come Comune abbiamo inaugurato la panchina rossa. Era marzo, da lì è nata l’idea di creare qualcosa anche in Val di Scalve, un qualcosa di concreto che fosse di supporto alle donne per la prevenzione e la cura del cancro al seno”. Detto fatto: “Quello che era stato fatto, dalle donne del calendario a Bruxelles alla panchina rossa, era tutto molto bello e le cose belle vanno portate avanti. Così parlando con Renata abbiamo deciso di coinvolgere i medici e abbiamo parlato con la dottoressa Maria Luisa Ferrari che ci ha dato subito il suo supporto”. L’idea era quella di aprire anche in Valle un punto dell’associazione ‘Cuore di Donna’ che ha sede a Casazza e che raccoglie migliaia di donne in tutta Italia.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 20 OTTOBREL'articolo VAL DI SCALVE – Paola, Renata, Maria Luisa e le donne della Val di Scalve, nasce anche qui ‘Cuore di donna’: “Dalle visite al trasporto, ci penseremo noi” proviene da Araberara.

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Media“Alla nostra lettera inviata tre settimane fa non ha ancora risposto, non riusciamo a capire perché la nostra sindaca si sottragga la confronto ed al dialogo, che sarebbero la soluzione più giusta per risolvere i problemi dei propri cittadini…”.Serena Misani  parla anche a nome di altre 13 mamme preoccupate delle decisioni in tema di trasporto alunni che il Comune ha preso senza ascoltare la voce delle famiglie direttamente interessate, un servizio che, secondo le mamme stesse, lascia molto a desiderare. Ma cerchiamo di ricostruire i fatti in ordine cronologico:“Al servizio di bus scolastico il Comune ha aggiunto quello di un accompagnatore, richiesto da tre mamme, con una delibera del 30 agosto scorso e a nostra insaputa, tant’è vero che ne siamo venute a conoscenza solo in sede di consegna dei documenti di adesione al servizio bus; questi documenti vengono richiesti alle famiglie ogni anno, ma stavolta abbiamo avuto solo 4 giorni per la consegna ed al momento di compilare la richiesta abbiamo scoperto che per il nuovo servizio di accompagnamento dovevamo pagare una somma di 100 euro”.Questa scoperta non viene ovviamente gradita dalle mamme: “Non tanto per la somma in sé, ma perché il tutto era stato deciso senza informarcene prima e non alla luce del sole: ci premeva molto, infatti, sapere a chi sarebbero stati ‘affidati’ i nostri figli e se questo servizio avrebbe comportato ritardi nell’organizzazione scolastica o altro, risposta che non avemmo nemmeno da un incontro con il segretario comunale, che ci parlò solo di una servizio da appaltare – appalto che tuttavia non ci risulta a tutt’oggi essere stato fatto – aggiungendo che non dovevamo preoccuparci e che avrebbe pensato a tutto il Comune. Anche gli scolari e gli studenti che non avevano bisogno di accompagnatore hanno dovuto accettare la novità, pena il non poter usufruire nemmeno del trasporto col bus, che avrebbe trasportato, insieme agli altri, anche i bimbi della scuola dell’infanzia, il tutto ovviamente ai fini del risparmio. Così è successo che i nostri ragazzi delle Medie sono arrivati in ritardo fin dal primo giorno, tanto che il dirigente scolastico ha spostato di 5 minuti l’orario di entrata a scuola, mentre i piccoli dell’asilo devono alzarsi una buona mezz’ora prima…”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 20 OTTOBREL'articolo GROMO – La protesta delle mamme per il pulmino scolastico. La sindaca Sara Riva: “Non comprendo queste lamentele, avevano chiesto loro l’accompagnatore” proviene da Araberara.

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<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2023/10/IMG_5565a.jpg">Media</a><strong>Agostino Morandi*</strong>Attraverso un’attenta lettura di una quarantina di lettere che Virgilio Viganò ha inviato ad un amico e collaboratore in Valle di Scalve dal 1924 al 1928, si comprende come egli stesso e la sua famiglia debbano essere considerati in un certo senso, pure in contrasto con la pubblica opinione, danneggiati e vittime del drammatico evento. Un grande numero di queste missive è listato a lutto: segno evidente che conferma la partecipazione al dolore da parte della “fraterna Viganò”. Anche se generalmente si avalla in ogni circostanza la tesi della assoluta colpevolezza della ditta Viganò in merito allo scoppio della diga, non mancano tuttavia elementi che fanno ritenere che qualcuno, unitamente a strane coincidenze, abbia agito con il solo scopo di fomentare con ogni mezzo l’avversione nei confronti dei Viganò: tutto questo avrà poi un peso in occasione della condanna degli industriali cotonieri di Ponte Albiate.***I periti dei Viganò, gli ingegneri Baroni, Granzotto, Kambo e Marzoli, nel corso dello studio effettuato in preparazione del processo del 1924, affermano infatti, a pag. 59 della relazione: <em>«L’opinione pubblica, come accade sempre dopo il crollo di una grande opera aveva subito decisamente condannato progettisti e costruttori</em> (…). <em>I giudizi di pura impressione che sono in simili avvenimenti pronunciati facilmente anche da tecnici competenti</em> (cioè, i periti nominati dal tribunale, n.d.a.), <em>le testimonianze che spontaneamente sorgono dal pubblico clamore ed assumono aspetto di verità </em>(…) <em>avevano decisamente influenzato l’opinione pubblica verso la condanna di progettisti e costruttori».</em>Secondo gli esperti di parte dunque è possibile che tali condizioni abbiano <em>«esercitato la loro influenza sulla ricerche dei signori periti del Tribunale».</em> L’esame delle lettere di Virgilio Viganò, che nel 1918 succede al fratello Michelangelo nella direzione dei lavori della diga per conto della ditta «Galeazzo Viganò», invita ad una serie di considerazioni e riflessioni con le quali non si vuole offendere nessuno, tantomeno la memoria delle centinaia di vittime innocenti.***La prima lettera risale al <strong>18 dicembre 1924</strong>: «(…) <em>Io pure ho spedito L. 500 al Parroco di Dezzo per l’ufficio</em> (del primo anniversario n.d.r) <em>non sapendo cosa fare altro dato le continue ostilità e affronti fattimi. In quanto al desiderio che ritorni in Valle a ripristinare l’impianto non puoi dirlo a tutti che il mio più forte dolore (oltre quello delle povere vittime) è stato quello d’essermi visto così allontanare dalla Valle come un colpevole e senza cuore dando così man forte ai nostri nemici</em> (i grossi industriali danneggiati, n.d.r.) <em>per rovinarci completamente?</em> <em>Mentre s’io fossi rimasto in Valle anch’io come un danneggiato e vittima come tant’altri, quest’ora quanto si sarebbe fatto per soccorrere specialmente i piccoli danneggiati rimasti senza casa e senza aiuto. Non schiacciati sotto l’imposizione e la denuncia di responsabili e quindi sotto sequestro, avremmo avuto la possibilità di soccorrere i più bisognosi a quest’ora l’impianto (anche senza diga) sarebbe di nuovo funzionante e tutti i danari che si sarebbero incassati si sarebbero potuti distribuire ai danneggiati. Invece così tutto deperisce a danno di tutti</em>. (…) <em>Ma chi è alla testa per dirigere gli</em> <em>altri</em> (cioè, i piccoli danneggiati, n.d.r.), <em>se invece di volerci strappare per forza l’avere della nostra ditta come a dei colpevoli che devono pagare per essere condannati (…)».</em>SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 20 OTTOBREL'articolo <a href="https://www.araberara.it/val-di-scalve-storia-di-un-disastro-annunciato-7-ma-fu-vera-colpa-la-drammatica-testimonianza-di-virgilio-vigano-nel-carteggio-inedito-1924-1928/">VAL DI SCALVE – STORIA DI UN DISASTRO ANNUNCIATO/7 – Ma fu vera colpa? La drammatica testimonianza di Virgilio Viganò…
MediaLi chiamano “services”. Sono opere che il Lions Città di Clusone e Valle Seriana Superiore realizza sul territorio, generalmente nel biennio di presidenza. In teoria la durata in carica di un presidente sarebbe di un solo anno. Ma la pratica consiglia di dare un po’ di respiro a chi progetta le opere, per avere il tempo materiale per realizzarle, da qui la prassi del biennio. Ogni presidente predispone un programma basandosi sulle sue sensibilità, personali e territoriali. Il Lions dell’alta valle è uno dei più numerosi.Nella gestione di Luciano Berti, ad esempio, fu donato al Comune di Clusone lo studio di fattibilità per il recupero del chiostro dell’Angelo Maj. Ma anche “l’ospedale in simboli”, il primo esperimento in Italia per la comunicazione alternativa (definita “aumentativa” in quanto si aggiunge con simboli e disegni alla scritta tradizionale e aiuta le persone a dirigersi a colpo sicuro verso i reparti o gli ambulatori). Gli successe Domenico Andreoletti, eletto in occasione del 40° anniversario della Fondazione.Il suo “service” sta per essere inaugurato in queste settimane. Si tratta del restauro dell’arco d’ingresso di Vilminore. “Prima di tutto bisognava stabilire la proprietà”. Infatti.  La proprietà è sempre risultata incerta, nessuno l’ha mai rivendicata direttamente e si è comunque arrivati a definirla in capo alla Provincia, responsabile della strada Vilminore-S. Andrea. Notizie storiche certe sulla data di costruzione di questo manufatto architettonico che comprende la Porta arcuata e l’annessa Cappella votiva, ce ne sono poche. L’iscrizione all’interno dell’Arco riporta la scritta: “Alla memoria dei fedeli defunti – l’anno del colera 1867- dai reduci della guerra europea con grato animo ristaurato nell’anno 1921”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 20 OTTOBREL'articolo CLUSONE – VAL DI SCALVE – Il Lions e i suoi services: “l’ospedale in simboli”, il restauro del “Santèl” di Vilminore. Marcella Raglio la prima donna (dopo 42 anni) eletta Presidente proviene da Araberara.

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Media “Le alghe? Purtroppo è abbastanza normale che ci siano, un po’ per le temperature delle scorse settimane, un po’ perché l’acqua si è abbassata e quindi se ne vedono di più, soprattutto all’inizio del lago, che qui è meno profondo. Certo che però di ‘ste alghe adesso ce ne sono troppe…”.Uno dei pescatori che si trovano nella parte iniziale del Lago di Endine, a poca distanza dal K-Beach, commenta l’espansione delle alghe in questa parte dello specchio d’acqua. Uno specchio d’acqua che in alcune zone, sempre più ampie, non è più tale, perché lì non si specchia più il cielo e la montagna, ma si vedono solo alghe (dalla parte alta di Endine, guardando verso il lago, si vedono macchie giallastre sempre più grandi).Va fatta una premessa (perché c’è chi dice che non bisognerebbe scrivere sui giornali e sui social che il lago è sporco e ricoperto di alghe, perché altrimenti “i turisti non si fermano”): il Lago di Endine è bellissimo e, nell’ammirarlo, si sente il rammarico di non essere un pittore e di non poterlo quindi immortalare in tutto il suo splendore (al massimo ci si può limitare a scattare una foto). In vaste parti del lago, tuttora il panorama è splendido (parlando del lago di Endine mi capita spesso di usare l’aggettivo ‘pittoresco’), perché di alghe non se ne vedono (o se ne vedono poche). Questo vale per la parte che va dal centro abitato di Ranzanico a Spinone e, sulla sponda opposta, Monasterolo; quindi la parte di lago rivolta verso la Valle Cavallina. Lo stesso non si può però dire dell’ala rivolta verso l’Alto Sebino. La parte terminale del lago, in territorio endinese, è totalmente ricoperta di alghe. Questo vale per le sponde, ma non solo, perché una lunga lingua giallastra si sta allungando all’interno dello specchio d’acqua.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 20 OTTOBREL'articolo LAGO DI ENDINE – Là dove regnano le alghe che invadono il lago proviene da Araberara.

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<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2023/10/Jesus-Christ-Superstar-Di-Pisa-e-Marenco-2.jpg">Media</a>Due diverse esecuzioni del celebre musical (o forse meglio dell’opera rock) <strong>Jesus Christ Superstar</strong> sono in programma nel mese di novembre, a Torre Boldone e a Bergamo. Si comincia<strong> giovedì 9 novembre, con inizio alle ore 20:45</strong>, dove nella <strong>Chiesa parrocchiale di San Martino vescovo</strong> di <strong>Torre Boldone</strong> sarà eseguita questa inedita versione del capolavoro scritto dal compositore inglese Andrew Lloyd Webber. Divenuta popolare soprattutto grazie alla versione cinematografica realizzata nel 1973 con la regia di Norman Jewison, l’opera narra gli ultimi giorni della vita di Gesù e costituisce un punto fermo nella storia del genere, inaugurando il filone dei musical interamente cantati. Merito anche degli innovativi testi firmati da Tim Rice, che ne determinarono la fortuna sin dall’esordio in teatro, avvenuto a Broadway nel 1971. A Torre Boldone e a <strong>Bergamo</strong> – dove sarà riproposta <strong>venerdì 17 novembre</strong> nella <strong>Chiesa parrocchiale di S. Anna</strong> (sempre con <strong>inizio alle ore 20:45</strong>) – si potrà ascoltare una elaborazione esclusivamente strumentale dell’opera, incentrata sulle sonorità degli organi a due tastiere collocati in cantoria, che per l’occasione divideranno la scena con chitarra e fisarmonica. Quello di Torre Boldone è uno strumento composito, più volte rivisto e ampliato nel corso del tempo, ma la cui forma originaria risale al 1730 ad opera di Giuseppe Serassi I e sul quale posò le mani anche Felice Moretti di Zanica, prima di diventare il celebre padre Davide da Bergamo, l’organista italiano più noto della prima metà dell’Ottocento. In S. Anna, invece, troneggia il maestoso organo Serassi op. 640, del 1857, uno strumento di grande bellezza sonora e dalle ampie possibilità coloristiche. Già presentata con successo nel 2020 nell’ambito dei concerti della rassegna «Box Organi. Suoni e parole d’autore» di Lallio (Bg), questa originale rivisitazione del musical è stata richiesta espressamente dal direttore artistico Alessandro Bottelli, il quale si è rivolto a <strong>Sandro Di Pisa</strong> – musicista poliedrico, compositore jazz, musicologo, didatta, eclettico protagonista della scena milanese – per elaborare una ulteriore nuova versione del progetto che potesse adattarsi a questo inedito ensemble strumentale, che prevede tra l’altro anche la presenza di due eccellenti professionisti come <strong>Nadio Marenco</strong> alla fisarmonica e <strong>Roberto Olzer</strong> alla consolle dell’organo. Di Pisa, infatti, tempo fa, aveva realizzato una personale rielaborazione solitaria del musical, intitolata Jesus Christ SuperGuitar, in cui il chitarrista arrangiava in chiave jazzistica le canzoni e le raffinate orchestrazioni dell’originale, rappresentando ciascun personaggio con uno strumento diverso: Gesù= chitarra jazz; Giuda= chitarra rock; Maria Maddalena= chitarra classica, ecc. Il progetto è stato ulteriormente stravolto per l’occasione, adattandolo alle possibilità dei singoli strumenti e prevedendo anche una parte “narrante” che sarà interpretata dallo stesso autore degli arrangiamenti. Di Pisa, Marenco e Olzer si suddivideranno equamente i 13 numeri che formano la scaletta “rivisitata” del musical, cercando di rispettarne soprattutto lo spirito originale impresso in ogni singolo brano. Ma nel corso dell’esecuzione, non mancheranno sorprese. Essendo i tre musicisti degli abili improvvisatori, apriranno le finestre della fantasia e lasceranno spazio anche all’invenzione del possibile e dell’inaspettato.  A Torre Boldone, l’iniziativa, promossa dalla Parrocchia, rientra nell’ambito delle manifestazioni organizzate in occasione delle annuali feste patronali di San Martino. Il concerto di Bergamo è invece realizzato grazie al prezioso sostegno di AVIS Bergamo Zona 1, che ha voluto dedicare la serata al ricordo del Cav. Mario Rivola, presidente…
Il primo branco di lupi ‘bergamaschi è stato avvistato tra la Val di Scalve e la Valcamonica. Qui riportiamo il comunicato diffuso dalla Polizia Provinciale.Si è allargata la famiglia di lupi che da quasi un anno vive sulle nostre montagne: le fototrappole posizionate qualche giorno fa in Val di Scalve hanno permesso alla Polizia provinciale di scoprire che sono nati 4 lupacchiotti, già di alcuni mesi di vita, portando a 6 il numero di esemplari presenti.<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2023/10/778f2f90-1187-45b7-9c7b-7d262e52b99d.mp4">778f2f90-1187-45b7-9c7b-7d262e52b99d</a>Si tratta del primo branco di lupi accertato in provincia di Bergamo. Si conferma quindi il fondato sospetto che i due lupi adulti avvistati fin dallo scorso dicembre in Alta Valle Seriana, di cui uno senza una zampa, fossero una coppia maschio e femmina. La Polizia provinciale ha effettuato dei tamponi per l’effettuazione di analisi genetiche che possano rivelare da dove sono arrivati gli esemplari che hanno dato origine al branco in Val Seriana.
I lupi “bergamaschi” si spostano su un’area vastissima che comprende l’alta Valle Seriana e la Val di Scalve, compreso il Pizzo della Presolana. E’ sbagliato aspettarsi un’esplosione demografica dopo questo primo insediamento: un branco di lupi ha un’areale di riferimento che può arrivare a 500 chilometri quadrati, e la sua presenza preclude l’arrivo di altri lupi.
“L’arrivo del lupo sulle Orobie è per certi versi fisiologico, ce lo aspettavamo, perché gli Appennini sono saturi e sull’Arco alpino sia orientale che occidentale ci erano già da tempo popolazioni stabili – spiega il Comandante della Polizia provinciale Matteo Copia – ma è bene ricordare che il ritorno dei grandi predatori quali lupo e orso sono comunque un indicatore biologico sinonimo di un territorio ben conservato e in buona salute, sotto l’aspetto naturalistico e della biodiversità”.
A dispetto dei timori e delle preoccupazioni da sempre manifestate dagli allevatori,in base alle segnalazioni ricevute e ai rilievi effettuati in questi mesi, i lupi sono responsabili di una decina di predazioni di capi di allevamento, in particolare capre predate durante l’estate tra la Valzurio e la Valle di Scalve e alcune percore predate qualche giorno fa ad Ardesio, tra l’abitato della frazione di Piazzolo e la contrada Ave. Un numero esiguo, dal momento che la Polizia provinciale ha stimato la presenza nel corso dell’estate di almeno 10 mila capi tra ovini, caprini, bovini ed equini dislocati in almeno una dozzina di alpeggi che vanno dalla Valle Sedornia alla Manina, al Barbarossa, fino ai pascoli a cavallo del passo degli Omini e alle pendici di Timogno, Benfit e Avert. I lupi si sono per lo più nutriti di animali selvatici ampiamente presenti sulle nostre montagne, peraltro assolvendo alla funzione di regolazione della fauna selvatica propria dei grandi carnivori (i cervi ad esempio sono oggetto di un consistente piano di abbattimento regionale in quanto presenti in eccesso).
Chiunque subisca una predazione ha diritto a ricevere un indennizzo nell’ambito del progetto di Regione Lombardia “Life WolfAlps”, finalizzato alla conservazione del lupo e al miglioramento della coesistenza con l’uomo. In caso di predazione è fondamentale rivolgersi alla Sala operativa della Polizia provinciale (numero verde 800 35 00 35) e non toccare la carcassa, per consentire i dovuti rilievi che saranno prontamente effettuati dagli agenti di Via Tasso che forniscono anche all’allevatore danneggiato le informazioni e l’assistenza necessaria per accedere agli indennizzi previsti. Regione Lombardia inoltre garantisce, in caso di necessità, la dovuta formazione ai diversi portatori di interesse e, più concretamente, misure di prevenzione che possono migliorare la difesa del bestiame e degli alpeggi. Le stesse raccomandazioni valgono per gli avvistamenti e in caso di ritrovamento di carcasse di animali selvatici sospette: è stata proprio la collaborazione di un allevatore della Val di Scalve, che ha trovato una…
MediaÈ di 637.000 euro lo stanziamento per la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua appartenenti al reticolo idrico principale nei territori delle Comunità montane. Lo prevede la delibera approvata dalla Giunta di Regione Lombardia, su proposta dell’assessore al Territorio e Sistemi verdi, Gianluca Comazzi, e di concerto con l’assessore agli Enti locali, Montagna, Risorse energetiche e Utilizzo delle risorse idriche, Massimo Sertori. Tutte le 23 comunità montane lombarde riceveranno i fondi stanziati.“Questo impegno – afferma l’assessore Gianluca Comazzi – è un ulteriore e concreto passo in avanti verso la tutela delle comunità locali, ulteriori investimenti mirati per la prevenzione e la mitigazione dei rischi legati al dissesto idrogeologico. Saranno svolti interventi mirati per aumentare la resilienza del territorio e azioni di adattamento ai cambiamenti climatici. Tra questi sono previsti come riparazione e manutenzione dei corsi d’acqua, degli argini e, in generale, delle opere di difesa del suolo”.“Per Regione Lombardia – conclude Comazzi – la prevenzione del dissesto idrogeologico in un territorio fragile come il nostro è una priorità. Con un costante lavoro sinergico tra Istituzioni ed Enti Locali possiamo garantire la sicurezza di tutti i cittadini lombardi”.“L’importo complessivo – aggiunge l’assessore Massimo Sertori – è solo all’apparenza modesto. In realtà l’investire in manutenzione ordinaria consente infatti di aumentare la sicurezza del territorio. Soprattutto riduce il rischio che si debba intervenire con manutenzioni straordinarie post emergenza. Gli importi, in questo caso sarebbero, notoriamente, anche dieci volte superiori”.“È la natura della spesa per la manutenzione ordinaria, che per legge è in parte corrente – conclude Massimo Sertori – che va cambiata. È necessario, infatti, consentire a tutti i livelli di governo di investire maggiormente in prevenzione e ridurre così, considerevolmente, il rischio idrogeologico per i nostri territori”.Manutenzione corsi d’acqua, le Comunità montane– Bergamo: Valle Brembana (39.831,00 euro), Valle Seriana (40.467,00 euro), Laghi Bergamaschi (19.534,00 euro), Valle Imagna (11.000 euro), Val di Scalve (11.000 euro).– Brescia: Valle Camonica (78.232mila euro), Sebino Bresciano (11.000 euro), Valle Trompia (23.455,00 euro), Parco Alto Garda Bresciano (22.938,00 euro), Valle Sabbia (34.044,00 euro).– Como: Valli del Lario e del Ceresio (26.814,00 euro), Lario Intelvese (11.782,00 euro), Triangolo Lariano (15.552,00 euro).– Lecco: Valsassina – Valvarrone – Val d’Esino – Riviera (22.689,00 euro), Lario Orientale – Valle San Martino (14.971,00).– Pavia: Oltrepo’ Pavese (29.453,00 euro).– Sondrio: Alta Valtellina (55.142,00 euro), Valtellina di Tirano (27.783,00 euro), Valchiavenna (35.452,00 euro), Valtellina di Sondrio (46.600,00 euro), Valtellina di Morbegno (30.518,00 euro).– Varese: Piambello (11.000 euro), Valli del Verbano (18.594,00 euro).La scelta degli interventi da realizzare sarà in accordo tra le Comunità montane e le Autorità idrauliche territorialmente competenti (Utr – AiPo).L'articolo Regione, manutenzione corsi d’acqua: 637.000 euro per interventi Comunità montane proviene da Araberara.

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Il primo branco di lupi ‘bergamaschi è stato avvistato tra la Val di Scalve e la Valcamonica. Qui riportiamo il comunicato diffuso dalla Polizia Provinciale.Si è allargata la famiglia di lupi che da quasi un anno vive sulle nostre montagne: le fototrappole posizionate qualche giorno fa in Val di Scalve hanno permesso alla Polizia provinciale di scoprire che sono nati 4 lupacchiotti, già di alcuni mesi di vita, portando a 6 il numero di esemplari presenti.L'articolo Lupi in Val di Scalve: è il primo branco bergamasco proviene da Araberara.

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MediaVertova ha qualcosa come 4700 abitanti, un sito naturalistico come la Valvertova, che attira migliaia di turisti e molte altre carte da giocare sul fronte economico e urbanistico. A giugno si torna alle urne, per votare il sindaco e i giochi, quelli non ufficiali, sono già cominciati. C’è un nome che circola ed è quello di Mimmo Pezzoli, ex presidente dell’associazione commercianti, molto conosciuto in paese. Sembra che intorno a lui si stia costituendo un gruppo che lo dovrebbe averlo come candidato sindaco. L’attuale sindaco Orlando Gualdi sembra un po’ in difficoltà, lui vorrebbe ricandidarsi ma il suo gruppo sembra si stia sfaldando. Da capire se riuscirà a costruire intorno a lui una squadra.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 20 OTTOBREL'articolo VERTOVA – Orlando Gualdi in difficoltà per una nuova lista. In pole position Mimmo Pezzoli mentre la Lega… proviene da Araberara.

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MediaMarco Migliorati, assessore del Comune di Rovetta e rappresentante dei Comuni dell’Alta Val Seriana, è il nuovo presidente di Promoserio.Roberto Balduzzi, rappresentante dei comuni altamente turistici, ha proposto la sua candidatura, Migliorati ha accettato ed è seguita la votazione, chiusa con l’unanimità. Il nuovo Presidente ha poi designato come Vicepresidente Anselmo Agoni, nominato dalla Comunità montana di Scalve. Confermato anche il segretario Guido Fratta.Il Presidente della Comunità Montana Valle Seriana Giampiero Calegari, in accordo con il collega di Scalve Gabriele Bettineschi, ha poi invitato i componenti del nuovo Consiglio a un incontro che si terrà il prossimo 28 novembre.Questo il CdA: Andrea Spotti (eletto dai soci del settore Industry), Pamela Rossi e Simone Grigis (eletti dagli operatori turistici), Cristiana Verzeroli (eletta dalle Pro loco), Giambattista Gherardi (eletto dai Comuni della Media e Bassa Valle Seriana), Marco Migliorati (eletto dai Comuni dell’Alta Valle Seriana), Roberto Balduzzi (eletto dai Comuni altamente turistici), Marco Maninetti (nominato dalla Provincia di Bergamo), Anselmo Agoni (nominato dalla Comunità montana di Scalve), Patrizia Azzola (nominata dalla Comunità montana Valle Seriana), Silvia Ferri (nominata dalle associazioni di categoria Ascom e Confcooperative).L'articolo Promoserio, Marco Migliorati è il nuovo presidente proviene da Araberara.

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MediaE’ stata consegnata domenica 22 ottobre a Sarnico la nuova ambulanza alla Croce Blu del Basso Sebino.“Un ringraziamento di cuore agli sponsor – sottolinea il sindaco di Sarnico Giorgio BertazzoliGiovanni Licini per l’Accademia dello Sport per la Solidarietà e Giuseppe e Piera Mazza imprenditori dell’Asc. Un ringraziamento speciale a tutti i volontari della Croce Blu, che sono davvero i nostri angeli custodi del territorio, al Presidente dell’Associazione Cesare Rossi e al Direttore Omar Presti“.L'articolo Sarnico, consegnata la nuova ambulanza alla Croce Blu del Basso Sebino proviene da Araberara.

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Il progetto “Il Giardino degli orti” realizzato in borgo San Martino a Sovere è stato premiato nella categoria professionisti a Ferrara mercoledì 18 ottobre 2023 nel Salone d’Onore di Palazzo Tassoni.Il riconoscimento è stato assegnato nell’ambito dell’XI Premio Simonetta Bastelli: ARCHITETTURA E NATURA 2023 attribuito ai migliori progetti che esaltano il rapporto tra architettura e natura negli spazi aperti urbani.“Ringraziamo l’architetto Maurilio Ronchetti, i suoi collaboratori e l’impresa esecutrice per il lavoro e l’ottimo risultato conseguito“, ha commentato l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Federica Cadei.Ne parleremo sul numero di Araberara in edicola dal 3 novembre.MediaL'articolo Sovere, premiato a Ferrara il progetto “Il Giardino degli orti” proviene da Araberara.

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MediaBuone notizie per il Lago di Endine.Durante il mese di giugno si è creata una situazione emergenziale sul lago di Endine, causata da una crescita eccessiva di macrofite acquatiche invasive. I Comuni della zona e l’Autorità di bacino lacuale hanno presentato alla Regione la necessità di intervenire in modo più strutturato per contenere la diffusione di piante acquatiche e l’impatto negativo sullecosistema e sugli usi delle acque.La Regione Lombardia, su proposta dell’assessore all’Ambiente e Clima Giorgio Maione, ha approvato in giunta un accordo di collaborazione che prevede un investimento da 150 mila euro con la finalità di effettuare azioni di pulizia delle acque e di contenimento dello sviluppo di macrofite aquatiche per la tutela della biodiversità del lago di Endine.“Grazie al Piano Lombardia voluto dal presidente Fontana abbiamo sperimentato negli ultimi due anni diverse tipologie di azioni di contenimento della piantaacquatica invasiva di questo lago. – ha dichiarato l’assessore Maione – Ora vogliamo passare alla fase due, con un progetto strutturato e duraturo. In questi mesi a parziale risoluzione del problema è intervenuta l’Autorità di bacino lacuale dei laghi d’Iseo Endine e Moro, ma ora dobbiamo alzare tutti il livello degli interventi per limitare gli effetti negativi della proliferazione di macrofite acquatiche.“È un modello che ha già funzionato per il lago d’seo. Con l’Autorità di bacino e il presidente Rinaldi c’è una convergenza di interessi e una collaborazione stretta” haaggiunto assessore.Laccordo prevede che sia la Regione Lombardia a coordinare le attività e gli interventi proposti e attuati di gestione delle macrofite, al fine di individuare le migliori pratiche da applicare anche in altri contesti lacustri. Gli interventi saranno invece eseguiti dall’Autorità di bacino.L’attività di sfalcio sarà eseguita nel corso della stagione 2023-2024, previa autorizzazione della Provincia di Bergamo e in raccordo con ARPA Lombardia, sulla base di un piano di gestione delle macrofite che dovrà essere redatto dallAutorità di bacino e dovrà riportare l’indicazione delle zone, delle tempistiche e delle modalità per contenere lo sviluppo delle popolazioni di piante acquatiche, con l’obiettivo di portare ad un miglioramento complessivo dell’ecosistema lacustre.“La presenza di massa vegetale è una criticità per la fruizione turistica, per la salvaguardia dell’ambiente e per lo sviluppo socioeconomico delle aree dei laghi. E necessario, dunque, un intervento concreto per arginare il problema, conclude Maione.L'articolo Lago di Endine, 150mila euro all’Autorità di Bacino per la pulizia delle alghe proviene da Araberara.

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<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2023/10/consulenza-finanziaria.jpg">Media</a><em>Il saldo tra iscrizioni e cessazioni volontarie di imprese nel trimestre mostra un lieve dinamismo. Tra le attive aumentano servizi professionali, attività finanziarie e servizi di informazione. Calo per commercio e manifattura</em>.Al 30 settembre 2023 in provincia di Bergamo erano 91.681 le sedi di imprese registrate e 82.857 le imprese attive. Rispetto a un anno prima, queste ultime sono diminuite di 292 unità, proseguendo con un -0,4% la <strong>tendenza calante per il quinto trimestre consecutivo</strong>.Si coglie un segnale di <strong>lieve dinamismo del tessuto imprenditoriale</strong> nel saldo positivo di 208 unità, dato dalla differenza tra le 960 iscrizioni e le 752 cessazioni non d’ufficio. Nel dettaglio, le iscrizioni sono rimbalzate dal valore più basso del decennio per lo stesso trimestre registrato nel 2022<strong>, </strong>crescendo dell’8%. Inoltre, le cessazioni non d’ufficio sono calate (-0,1%) e sono il secondo valore più basso dal 2014.<strong>Le nuove iscritte più numerose di questo trimestre </strong>sono dei <strong>servizi </strong>(319), valore che rapportato al numero delle attive dà un tasso di natalità del 0,9%. A seguire le <strong>costruzioni</strong> (177), cui corrisponde il tasso di natalità maggiore (1,0%); il commercio (113 con un tasso di natalità dello 0,6%) e la manifattura (61 e tasso di natalità 0,6%) e l’agricoltura (18, tasso di natalità 0,4%).Confrontando invece le attive al 30 settembre 2023 con la situazione all’anno precedente, si sono registrati <strong>cali nel commercio</strong> (-2,1%), manifattura (-1,9%) e agricoltura (-0,9%); <strong>aumenti nei servizi</strong> e, nello specifico, nelle attività professionali tecniche e scientifiche (+2,8%), attività finanziarie e assicurative (+2,4), servizi di informazione e comunicazione (+1,8%), noleggio, agenzie di viaggio e i servizi di supporto alle imprese (+1,7%). Tra i servizi fanno eccezione alloggio e ristorazione, che calano del -1,2%.Le società di capitali si confermano il segmento più dinamico del tessuto imprenditoriale (+0,8%). Sono, invece, in flessione le imprese individuali (-0,2%) e le società di persone (-3,3%).Le imprese straniere attive sono 9.033 (+4,1% su base annua), spinte soprattutto da trasporto e magazzinaggio (+12,1%), costruzioni (+8,5%) e manifattura (+6,6%).Le imprese femminili attive sono 17.255, in lieve crescita rispetto a un anno fa. <em>Idem </em>per le imprese giovanili attive, che assommano 7.309.Le <strong>imprese artigiane</strong> registrate al 30 settembre 2023 sono 28.997; quelle attive sono invece 28.927 con un <strong>calo di 34 posizioni (-0,1%) </strong>rispetto a un anno prima.Le iscrizioni artigiane nel trimestre sono state 311 (+16,4% su base annua). Le cessazioni complessive, che possono essere dovute alla chiusura dell’impresa o alla perdita dei requisiti, sono state 285, in calo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Il <strong>saldo complessivo risulta positivo di 72 unità.</strong><strong>Le nuove iscritte più numerose sono delle costruzioni </strong>(179) e della manifattura (64). Tra le attive alla fine del trimestre, sono in lieve aumento i servizi e le costruzioni, mentre sono in calo gli altri settori, soprattutto il commercio.La forma giuridica delle società di capitali artigiane ha registrato una variazione tendenziale positiva (+3,3%), come anche le imprese individuali (+0,3%). Le società di persone, le cooperative e i consorzi presentano invece una variazione negativa su base annua.Tornando al complesso delle imprese, nel terzo trimestre 2023 le procedure concorsuali disciplinate dalla precedente legge fallimentare, le procedure per la risoluzione della crisi di impresa disciplinate dal nuovo Codice della crisi e dell’insolvenza entrato in vigore il 15 luglio 2022, gli scioglimenti e le liquidazioni sono state complessivamente 753.Le <strong>106.988 localizzazioni attive</strong> tra sedi e unità locali…
MediaLuca Mariani“Certo non stata felice di questa prova, anche se ho scoperto di essere più forte di quello che credevo. Mia mamma per prima mi ha detto: “non pensavo avresti tirato fuori questa grinta e questo coraggio per affrontare questa malattia.””.  Sara Ghilardi a dicembre compirà 52 anni. Ad inizio ottobre 2017 le è stato diagnosticato un tumore al seno. «Mi è preso un colpo perché non ero preparata. A maggio avevo fatto ecografia e mammografia e andava tutto bene. Quindi ho pensato che il tumore fosse all’inizio e con un piccolo intervento si sarebbe risolto. Invece quando mi hanno parlato di mastectomia mi è crollato il mondo addosso. Anche perché all’epoca avevo mio figlio Matteo di 18 anni e mia figlia Giulia di 13. Ho pensato a loro. Tutti sanno che non sono coraggiosa e quindi mi preoccupavo di come affrontare tutta questa vicenda.»È una sera di luglio quando Sara si accorge di qualcosa di strano. Sta facendo la doccia e nel seno destro sente un piccolo nodulo. «Lì per lì non ci ho dato tanto peso.» Racconta la donna di Nembro: «Però nei giorni successivi continuavo a sentirlo quindi sono andata dal mio medico di base che mi ha prescritto un’ecografia di controllo. Io ero tranquilla perché due mesi prima avevo fatto ecografia e mammografia ed era tutto a posto. Invece quando ho fatto l’ecografia di controllo ho visto subito che la dottoressa ha cambiato espressione ed ha iniziato a farmi una serie di domande. Perciò dopo ho fatto una biopsia. Quando sono arrivata ad inizio ottobre a ritirare gli esiti di questa biopsia che era negativa, fortunatamente c’era il primario di Seriate il dottor Gervasi. Ha voluto ripetere l’ecografia. Poi mi ha chiesto se potessi fermarmi alla fine delle visite per ripetere la biopsia. Due settimane dopo mi ha consegnato l’esito: avevo un tumore al seno. Era venerdì 13 ottobre 2017».Assieme a lei c’è suo marito Danilo. Per lui questa notizia è doppiamente dura: «Sua sorella già da anni stava lottando contro un tumore al seno. Quando mi sono ammalata io, lei ha avuto un riacutizzarsi della malattia ed è mancata ad aprile 2018. Per lui è stata molto difficile perché aveva la moglie e la sorella malata».La notizia del tumore al seno scuote tutta la famiglia di Sara. «Anche per i miei figli è stata dura. Giulia la piccola ha reagito piangendo. Matteo, il più grande, invece mi ha chiesto più dettagli relativi all’intervento e se ero malata come la zia.» La stessa scossa traumatica turba anche i genitori della donna nembrese: «Indipendentemente dall’età per un genitore vedere un figlio malato è sempre dura. Preferiamo stare male noi, l’importante è che stiano bene i nostri figli.»SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 20 OTTOBREL'articolo NEMBRO – Sara, quel nodulo al seno scoperto sotto la doccia: “Il tumore, i miei due figli, mio marito che aveva già la sorella malata, la forza delle mie amiche, una strada in salita ma ho imparato tante cose…” proviene da Araberara.

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Media“A Villa Jesus va tutto bene e la situazione è tranquilla, la casa che accoglie gli immigrati è  bella, il luogo anche e la popolazione locale dà volentieri una mano agli operatori che si occupano degli ospiti. Anche i profughi che erano stati spostati da un’altra sede della nostra cooperativa, quella di Romano di Lombardia, in seguito ad alcuni casi di intossicazione alimentare, fatto spiacevole ma non dipendente da noi (i pasti per gli immigrati  gestiti dalla cooperativa VersoProbo vengono preparati da una ditta milanese, n. d.r.) sono rientrati alla base. Del resto questo è precisamente il nostro compito, lavorare per la comunità che ci ospita, in accordo con le autorità del luogo e con chi ci mette a disposizione le strutture ricettive, senza tener conto delle illazioni e delle notizie diverse che alcuni giornali pubblicano solo per fare scalpore e che non giovano certo alla serenità dei nostri operatori”. Così il presidente della cooperativa VersoProbo, Islao Patriarca, che il 12 ottobre scorso ci ha risposto gentilissimo al telefono ma non ha risposto alla nostra domanda sul numero degli ospiti attuali di Villa Jesus:“Non ho il numero preciso, facciamo solo un controllo mensile, ma posso assicurare che si tratta del numero previsto dalla legge”.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 20 OTTOBREL'articolo CASTIONE – La cooperativa VersoProbo a Villa Jesus “va tutto bene”, ma le informazioni raccolte dicono il contrario “A pasto poche farfalle in bianco, un cucchiaio di piselli e si dorme su materassi di fortuna…” proviene da Araberara.

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MediaMalik, il responsabile della struttura che ospita i migranti nella piccola contrada, mi accoglie gentilmente anche se ho interrotto il suo studio: quando di pomeriggio tutti riposano – e infatti in giro fuori dall’edificio dell’ex-colonia non c’è nessuno tranne alcune ragazzine che ridono e scherzano tra loro – ne approfitta per studiare seguendo le lezioni online. Malik accetta anche volentieri il paio di borse di indumenti pesanti che gli ho portato:“Grazie, ci saranno molto utili in vista dell’inverno; ma per il resto qui va tutto bene e non abbiamo bisogno di nulla”. “Gentile ma fermo, non c’è verso di cavargli qualche altra informazione. Però mi dà il numero di telefono del presidente della cooperativa ‘Meltingpot’ che gestisce anche questa struttura, Antonio Vecchio il quale, dopo alcuni vani tentativi, risponde alla  chiamata ma si rivela altrettanto reticente…***DOSSI – In un’altra frazione altre donne africane con i loro bimbi(An. Cariss.) Più recente l’arrivo di due settimane fa a Dossi, altra frazione che si incontra salendo a Valbondione dopo aver oltrepassato Gavazzo, di alcune madri di provenienza africana con i loro figli, di cui uno piccolissimo di due anni e mezzo.“Sono ospitate in un  edificio che potrebbe ospitarne una quarantina…SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 20 OTTOBREL'articolo GAVAZZO DI VALBONDIONE – A Gavazzo, portando indumenti pesanti per l’inverno e intanto la Cooperativa fa muro: “Niente foto, per la privacy” ma…. proviene da Araberara.

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