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MediaLa pasticceria Bigoni ha compiuto i 55 anni proprio nei giorni scorsi. L’avevano fondata i nonni di Marzia Paris, poi venne gestita dalla sua mamma Maria Teresa e dagli zii, ma, a seguito del pensionamento dello zio Tiziano, aveva rischiato di non conservare più il nome d’origine:“Anche se ora se la gestisco io, ho mantenuto all’attività il nome Bigoni in omaggio alla tradizione – spiega Luca Imberti, 35 anni – e da due anni siamo qui, dove ci aiutano anche le nostre collaboratrici Melissa e Mara”.Luca mostra con evidente soddisfazione i locali rinnovati di recente e le bellissime decorazioni natalizie confezionate da sua madre, che si è finalmente ‘rassegnata’ all’idea di un figlio che ha scelto la pasticceria ad un passo dalla laurea:“Sì, è andata così, dopo il Liceo Scientifico mi sono iscritto ad Ingegneria Edile alla Bocconi, per giungere alla mèta mi mancavano solo l’ultimo esame del corso e la tesi. Pensai ad un lavoretto come aiuto pasticcere per guadagnarmi qualcosa mentre finivo gli studi,  ma mi piaceva talmente tanto questo lavoro che mi ci buttai a capofitto e lasciai perdere i libri”.E così, dopo 10 anni da dipendente, Luca rileva l’esercizio insieme a Marzia:“Temevamo di essere un po’ incoscienti perché l’abbiamo aperto nel marzo del 2021, in pieno lockdown, quando potevamo fare solo l’asporto e lavoravamo solo di mattina;  invece le cose hanno funzionato bene fin dall’inizio  ed eccoci qui,  soddisfatti e contenti di servire una numerosa clientela che non è solo di Ardesio ma viene anche dagli altri paesi dell’Alta Valle”….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 16 GENNAIOL'articolo ARDESIO – Da quasi ingegnere edìle a pasticcere: la scelta di Luca che con Marzia ha rilevato l’antica pasticceria Bigoni proviene da Araberara.

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MediaA scendere in campo a favore della sopravvivenza della classe prima della scuola Primaria di Bondo Petello, frazione del Comune di Albino, era stato nientemeno che l’ex deputato leghista Daniele Belotti, che fra pochi mesi potrebbe entrare nel Consiglio Regionale della Lombardia. L’allora capogruppo del Carroccio nella Commissione Istruzione della Camera aveva scritto al Ministro dell’Istruzione e Università del Governo Draghi e al direttore scolastico provinciale chiedendo di rivedere la decisione di sopprimere la prima classe di Bondo. Una classe che dal Provveditorato era stata condannata alla chiusura a partire dall’anno scolastico 2022/2023; la causa era lo scarso numero di bambini iscritti, solo otto, mentre il numero minimo è di quindici, o di tredici se è presente un bambino disabile. La mancata iscrizione di bambini residenti ad Albino capoluogo o nelle altre frazioni ha complicato le cose portando alla chiusura della classe.Adesso, però, si è accesa una luce che fa ben sperare. La dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo ‘Gioele Solari’ di Albino, Daniela Zanga, lo ha spiegato in una sua lettera aperta, rivolta in particolare alle famiglie di Bondo Petello, ma anche a quelle delle altre frazioni albinesi.“Vorrei condividere alcune riflessioni, come dirigente scolastica dell’Istituto Comprensivo Solari riguardo alle iscrizioni per la futura classe prima della scuola Primaria di Bondo, per l’anno scolastico 2023/2024, in un periodo in cui il calo demografico è in atto. All’inizio dell’anno scolastico 2022/2023, la prima non si è costituita, perché otto alunni non erano sufficienti per far partire una sezione. Quest’anno i bambini obbligati residenti a Bondo per l’anno scolastico 2023/2024, risultanti all’anagrafe comunale, sono diciassette. Il numero minimo per classe è di quindici unità e la formazione delle stesse è legata alle effettive iscrizioni degli alunni”.La dirigente, oltre a sottolineare l’offerta formativa della scuola di Bondo, ha lanciato un appello ai genitori albinesi e allo stesso Comune: “Bondo è una comunità per i residenti, dunque sarebbe auspicabile impegnarsi per mantenerne attivi i servizi. Si ringrazia anticipatamente per la disponibilità a unire le forze per un obiettivo comune: un futuro per la scuola di Bondo”. …SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 16 DICEMBREL'articolo ALBINO – Una luce sulla scuola di Bondo Petello: riparte la prima Elementare? L’appello della dirigente scolastica alle famiglie per iscrivere i figli a Bondo. Questione luminarie, la risposta della Giunta Terzi proviene da Araberara.

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Media86 minuti di attesa, poi il tabellone che si alza al cielo e un numero verde, il 56, che indica il cambio. Fuori Bastoni, dentro Pelamatti. Malta, ritiro della prima squadra dell’Inter, di fronte il Salisburgo e una vittoria tonda per 4-0. Il camuno – di Darfo Boario Terme – classe 2004 (i 18 anni li ha compiuti il 9 ottobre) Andrea Pelamatti proprio qui ha fatto il suo esordio. “L’ho sentito dopo cena, era felice, un bel traguardo e una bella soddisfazione”, commenta papà Mauro, che da casa ha seguito la diretta Facebook incollato al pc. Un’emozione che forse nemmeno le parole sanno spiegare. La passione per il calcio arriva da lontano, dall’ultimo anno di asilo, quando Andrea tira i primi calci al pallone nel campetto vicino a casa, nella squadra del Montecchio. E ne ha fatta di strada Andrea, che oggi indossa orgogliosamente la maglia nerazzurra. Mancino, prima in campo da esterno alto e poi da terzino sinistro.Partiamo proprio da questo esordio che profuma di felicità: “Si allena costantemente già da tempo con la prima squadra, ma non era mai stato convocato. È sceso in campo soltanto alcuni minuti, ma era vicino all’azione del quarto gol quindi è un bell’inizio e va bene così. Quello della prima squadra è tutto un altro mondo rispetto alle giovanili ma si trova bene, pensava di pagare di più il distacco tra il campione affermato e il ragazzino, invece ha trovato dei giocatori molto disponibili e che gli danno consigli. Va molto d’accordo con Gosens, si ferma spesso a provare i cross a fine allenamento”.Non solo calcio nella vita di Andrea: “Sta frequentando l’ultimo anno di Ragioneria (ha iniziato all’Olivelli Putelli di Darfo, ndr), dal 2020 vive a Milano e frequenta l’Inter Academy in modo da riuscire a far combaciare gli impegni scolastici con quelli sportivi. Preferisce il calcio (ride, ndr), ma i voti sono belli. Il diploma deve prenderlo, poi vedremo cosa ci sarà nel futuro”.Torniamo però alle origini, quando indossava la sua prima maglia, quella giallorossa del Montecchio, allenato proprio da papà, che da sempre ha condiviso la sua passione: “Ha giocato qui dall’ultimo anno di asilo fino alla quinta elementare, quando è arrivata la chiamata del Sarnico”.Quando hai capito che il calcio era la sua strada? “Che fosse portato per questo sport si vedeva da come stava in campo e non lo dico perché è mio figlio. C’è stato un episodio in particolare che mi ha stupito. Era la finale di un torneo, il portiere rinvia… palla a campanile, Andrea l’ha messa a terra con un controllo di collo con una naturalezza incredibile… mi sono voltato, ho incrociato lo sguardo di un altro papà che non conoscevo e probabilmente aveva la mia stessa espressione meravigliata. Era un gesto inusuale per un bambino della sua età, poi certo da qui a pensare in grande ce ne passa, sicuramente ha sempre avuto tanta testa e predisposizione per il lavoro, una cura maniacale per il fisico e sempre attento agli orari… non a caso l’hanno soprannominato ‘soldatino’, sempre molto preciso in tutto, anche troppo a volte”….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 16 DICEMBREL'articolo DARFO – Andrea Pelamatti raccontato da papà Mauro. Dal Sarnico all’Inter e ora l’esordio in prima squadra proviene da Araberara.

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MediaBiscotti a forma di pupazzo di neve, renne, Babbo Natale e una distesa di panettoni pronti da infornare. Matteo Ferrari ci accoglie così nel dietro le quinte del suo ‘Sapori di Montagna’ a Dorga. Giornate impegnative per preparare al meglio l’atmosfera natalizia che profuma di tradizione e… cioccolato.Matteo ha avviato la sua attività poco meno di quattro anni fa, un’avventura che condivide con la mamma e che lo tiene impegnato parecchie ore al giorno. Tutto ha inizio dal lievito madre: “Il primo approccio con questo ingrediente è arrivato con il lockdown, mi attirava da sempre ma non avevo mai avuto tempo e non avevo approfondito. È nato tutto quasi per caso, uno dei miei fornitori mi diceva che la moglie preparava le pizze con il lievito madre e anche io ero curioso e gli ho detto di portarmene un po’ per provare. Ecco, la mia passione è nata così, ho iniziato pian piano a capire come funzionava e a Natale del 2020 ho iniziato a produrre i miei primi panettoni”.Un procedimento tutt’altro che semplice: “Anzi, è molto complesso, ma allo stesso tempo affascinante, perché il lievito deve sempre essere tenuto a temperature perfette e gli impasti devono essere tenuti in un determinato modo. Ho iniziato con degli esperimenti da autodidatta guardando dei video su Youtube e poi ho frequentato un corso di specializzazione con Oscar Pagani e da lì sono riuscito ad alzare la qualità del prodotto che offro ai miei clienti”. ..SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 16 DICEMBREL'articolo CASTIONE DELLA PRESOLANA – Matteo e i suoi panettoni: “Dai primi video su Youtube al maestro Oscar Pagani e ora ci siamo. Dall’impasto al prodotto finito ci vogliono due giorni…” proviene da Araberara.

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<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2022/12/trescore-piazza-e1671199064673.jpeg">Media</a>Tra passato e presente, tra storia ed attualità, la figura storica dell’ex sindaco del comune di Trescore <b>Mario Sigismondi</b> ci ha accompagnato in un viaggio all’interno del proprio paese alla scoperta dei cambiamenti e delle mutazioni che Trescore ha subito nel corso dei secoli. È stato un lungo percorso, ricco di sorprese e di aneddoti, siamo passati da un secolo all’altro, come se il tempo avesse stravolto tutto in uno schiocco di dita. Il nostro tour è iniziato dal cuore del paese, ovvero dove si trova la chiesa di San Pietro Apostolo, per poi spostarci lungo Via Locatelli: <i>“La parte centrale del paese riguarda la zona che si trova intorno alla chiesa ed è, ad oggi, ma anche nel passato, la via principale del commercio e della vita economica –</i> spiega l’ex sindaco del comune di Trescore <b>Mario Sigismondi –</b> <i>fino a qualche decennio fa, qui si trovavano diversi negozi famosissimi, i quali venivano frequentati, non solo dai cittadini di Trescore, ma anche dai residenti dei paesi limitrofi. Trescore è sempre stato il centro ed il cuore della Val Cavallina nel corso dei secoli e lo è ancora. Diverse persone, provenienti da tutta la Lombardia, venivano a Trescore per fare acquisti, questo sottolinea l’importanza storica e culturale che Trescore è riuscito a costruirsi nel corso dei decenni e dei secoli. Nel cuore del paese si trovava la pasticceria “Pina”, attualmente chiusa. Era molto conosciuta, pensate che era stata fondata addirittura nel 1920. La gente veniva sia da Bergamo che da Milano per acquistare i dolci di pasticceria. Vorrei ricordare anche i vecchi negozi “Ondei” e “Campana”, entrambi di abbigliamento, che si trovavano in questa zona. Sono due negozi veramente storici, hanno rappresentato una parte di storia e di vita importante per il nostro paese. Come ristoranti, è presente il ristorante “Della Torre”, tutt’ora attivo. In origine questo ristorante fu un’osteria, stiamo parlando di molto tempo fa, eravamo alla fine del Settecento. Successivamente, si svilupperà nel corso dei secoli, fino ad arrivare a come lo si vede oggi. Il ristornate “Della Torre” è stato, ed è tutt’ora, una delle attrazioni gastronomiche più importanti della Valle, ma in generale della provincia di Bergamo”.</i>Sempre proseguendo su Via Locatelli, la quale è stata interessata da diversi cambiamenti nel corso dei secoli: <i>“Via Locatelli inizia dalla Piazza Cavour. Tanto tempo fa, solamente la prima parte di questa via era abitata. Le residenze si sviluppavano dove attualmente troviamo l’incrocio tra Via Lorenzo Lotto e Via Ospedale. Questo perché la parte verso sud-est era, fino agli anni ‘20/’30 del Novecento, deserta, sorgeva solamente una chiesa. Invece, partendo dall’incrocio tra le due vie, fino ad arrivare a Piazza Dante, c’erano pochissime case. In Via Locatelli, una volta, passava anche il tram, che serviva per collegare la città di Bergamo a Trescore. Dove si trovava il Consorzio Agrario (attualmente situato in altra posizione,come si vede in fotografia), una volta il binario si divideva in due. Una linea portava verso Nord, quindi verso la Val Cavallina, mentre l’altra linea passava per l’attuale Via Locatelli, una volta denominata “Viale Vittorio Emanuele”, ed andava verso Gorlago, in direzione di Sarnico. Purtroppo, il tram è scomparso durante la prima guerra mondiale.</i><i>Sempre su Via Locatelli si trovava e si trova la chiesa di San Pietro Apostolo, attualmente in ristrutturazione. Questa chiesa è la terza che sorge in questa zona, in quanto sono state costruite una sopra l’altra. La prima risale al periodo medioevale, ma una volta distrutta, sulle sue ceneri è sorta un’altra chiesa, risalente al 1600. Infine, dopo la distruzione di quest’ultima, è stata costruita una terza chiesa, essa risale alla seconda metà dell’Ottocento.</i><i>A fianco dell</i><i>’attuale chiesa, una volta, si estendeva un campo sconfinato, dove, all’inizio del Novecento, è…
MediaRipopolare gli edifici storici in disuso attraverso la loro riqualificazione e rigenerazione, creando le migliori condizioni di utilizzo e fruizione del patrimonio stesso, nella consapevolezza che il patrimonio culturale è una risorsa condivisa e un bene comune, la cui cura è una comune responsabilità. Questa l’iniziativa lanciata dal Comune che questo scopo, nel fine settimana del 17/18 dicembre, ‘svelerà’ tre dei 33 palazzi che sono parte integrante del progetto stesso, con un incontro il 18 dicembre alle ore 16,30  a Palazzo Redaelli in cui l’Amministrazione raccoglierà volentieri i pareri ed i suggerimenti dei cittadini.“Gandino, nobile da vivere: i palazzi storici riprendono vita”. Questo il titolo del progetto. In effetti Gandino è un luogo dove la bellezza della nobiltà elegante si respira ad ogni angolo: un susseguirsi di palazzi, chiese e torri che raccontano l’importante ruolo che il borgo ha ricoperto nella storia. Di qui l’idea dell’Amministrazione comunale di ricoprire il ruolo di promotore di creatività e di iniziative innovative, e di sostenere i soggetti privati interessati a investire nel recupero e nella valorizzazione degli edifici storici.“Il modo migliore per proteggere un edificio è tenerlo occupato – spiega il sindaco Filippo Servalli -. È inevitabile che alcuni edifici storici facciano fatica a trovare qualsiasi uso, specialmente nelle aree in cui il mercato immobiliare è debole e le opportunità di vendita o riutilizzo sono limitate. La storia e i ricordi però sono risorse per lo sviluppo urbano e per l’identità e possono essere ricreati, interpretati e trasformati in una nuova vita; gli edifici storici  possono essere riutilizzati come centri di rinnovamento culturale, incubatori di capitale sociale e campi per nuovi sviluppi urbani. Questi edifici possono infatti diventare il fulcro del futuro processo di rigenerazione, fornire significativi vantaggi economici ai sistemi di produzione locali, dare un nuovo impulso alle attività economiche e generare posti di lavoro radicati localmente”…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 16 DICEMBREL'articolo GANDINO – Dare nuova vita ai palazzi storici del paese: l’Amministrazione progetta di riqualificare e di ripopolare lo straordinario patrimonio storico proviene da Araberara.

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MediaIl Natale a Cerete Alto quest’anno ha un sapore diverso. Basta guardare verso il cielo e quella cometa che brilla solo a metà. Nessuno quelle luci spente le ha volute vedere come un caso. Quel pezzo mancante della coda della cometa è come quel pezzo di cuore che si è spento quando Luigi Ferri se n’è andato in un giorno di fine settembre. Luigi era un ‘super volontario’ dell’Ustc, l’Unione Sportiva Turistica Culturale di Cerete, di cui era anche consigliere. Originario di Novezio, imprenditore nel campo elettronico, metteva a disposizione dell’associazione il suo tempo e la sua professionalità. “Poteva sembrare burbero a prima vista, ma dietro c’era una persona dal cuore grande”, sottolineava chi l’aveva conosciuto, Luigi era sempre disponibile, sempre presente. Era suo il compito di mettere a punto gli impianti elettrici e quando si avvicinava Natale si occupava di allestire le luminarie in paese. Quest’anno la magia non è la stessa e quelle luci spente non si accenderanno….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 16 DICEMBREL'articolo CERETE – Quella cometa a cui mancano le luci… l’elettricista Luigi si è ‘trasferito’ in cielo proviene da Araberara.

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MediaCome chiudo l’anno? Soddisfatto”, Massimo Morstabilini chiude un 2022 intenso, e mentre parla gli arriva un messaggio: “Ho appena ricevuto la notizia di aver preso 400.000 euro per un progetto inclusivo, insomma, tanta carne al fuoco. Un anno di soddisfazioni anche se complicato dalla crisi energetica e dal caro prezzi delle materie prime. Questi due elementi hanno determinato, anche per il nostro Comune, un aumento notevole dei prezzi di servizi e lavori in aggiunta alla difficoltà di reperire tecnici e imprese disponibili a completare gli incarichi nei tempi che ci impongono gli enti sovraordinati e i bandi di finanziamento….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 16 DICEMBREL'articolo CLUSONE – “Abbiamo portato a casa 3 milioni di euro di finanziamento” proviene da Araberara.

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MediaIn un pomeriggio hanno ottenuto la cittadinanza italiana 8 persone: “Dopo la partita Marocco Spagna e i festeggiamenti – commenta il sindaco Massimo Morstabilini – hanno giurato 8 nuovi cittadini e sono tutta gente che vive qui e ha almeno due o tre figli…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 16 DICEMBREL'articolo CLUSONE – 8 nuovi cittadini italiani giurano in un pomeriggio: “Clusone cresce anche così” proviene da Araberara.

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MediaArriva come un tornado. Di quelli che trascinano tutto e tutti. E che quando trascinano lanciano verso l’alto, dove la sensazione di volare ti fa andare oltre davvero, quell’oltre che può ancora tutto. Don Cesare Isonni, prete, imprenditore (ma guai a dirglielo perché ti risponde ‘gli imprenditori investono capitale, io ho investito il mio tempo e le mie capacità e non ho messo un soldo “), presidente di una delle cooperative che funziona meglio di tutta la zona, laureato in filosofia, produttore di vino e di olio e molto altro. Lovere, mattina di dicembre, piove ma a Ossimo da dove arriva Don Cesare nevica, qualche minuto di ritardo e poi la sua voce che risuona qui nella sede del Piccolo Sentiero, la cooperativa che con altri 15 volontari ha fondato nel 1984. Cominciamo: “Ho insegnato a Darfo per 20 anni alla scuola per geometri, sono stato anche vicepreside, e poi venivo qui, in cooperativa”. Cooperativa che è nata nel 1984: “Sono stato curato a Lovere per 12 anni, allora c’era una bella associazione dei genitori dei tossicodipendenti che collaborava con la comunità di don Redento a Bessimo che è stato un modello. E così abbiamo pensato di creare questa cooperativa sulla spinta dell’associazione dei genitori di tossicodipendenti, abbiamo preso Brescia come modello, allora era Brescia il modello da seguire, c’erano Felice Scalvini e Giovanna Bussolati, che nel 1991 faranno il primo contratto nazionale delle cooperative sociali di tipo B che sono quelle che si occupano dell’inserimento lavorativo. E abbiamo cominciato così, con la grande nevicata del 1985. Già, un inizio col botto: “Non era stato difficile trovare 15 persone per fondare la cooperativa, allora a Lovere c’erano gli scouts e l’acr oltre a tanti gruppi e associazioni. C’erano Virginia Bianchetti, Riccardo Vender, Tiziana Vender, Ernesto Vaninetti…, altre persone del gruppo Caritas, il notaio era gratis e così abbiamo cominciato questa avventura con due o tre dipendenti. Siamo arrivati a 52 dipendenti, ora ne abbiamo 32. Avevamo deciso di puntare su tre settori, il verde, un negozio che era stato lasciato in centro storico e che lavorava il rame, ce lo regalavano, avevo proposto a due operai di continuare con l’attività ma hanno preferito fare altro e quindi non se ne è fatto niente e poi puntavamo sul restauro dei mobili. C’era un artigiano che lavorava all’Italsider (Alessandro Folzi ), che insegnava ai ragazzi a restaurare mobili, hanno restaurato i banchi della Chiesa ma il laboratorio non era autosufficiente, il ragazzo che è venuto da noi é stato poi accreditato presso le Belle Arti e ha restaurato il Coro della chiesa a Paisco Lovere, dove sono stato parroco”. Don Cesare è di Ossimo e vive a Ossimo…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 16 DICEMBREL'articolo LOVERE – Don Cesare: “Quei ragazzi tossicodipendenti, il Piccolo Sentiero, 52 dipendenti, la filosofia, e ora mi metto a produrre vino e olio a Lovere…” proviene da Araberara.

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Media“Ci rendiamo benissimo conto che bisognerà puntare sempre di più sulle fonti energetiche rinnovabili come quella idrica, ma non siamo assolutamente intenzionati a compromettere per questo motivo un bene naturalistico e paesaggistico di pregio assoluto con una realizzazione che andrebbe ad impattare, oltre tutto, sulla parte alta della Val Sedornia, che è sicuramente anche la sua parte più bella”. Così la sindaca Flora Fiorina spiega il ‘no’ deciso del Comune –e anche della stragrande maggioranza dei suoi concittadini – alla proposta di una società privata che ha richiesto la realizzazione di una nuova centralina idroelettrica sul suo territorio: “Ce ne sono già due di questi impianti, fortunatamente nella parte bassa della Valle, e pensiamo che possano bastare. E non si tratta solo di difendere una delle zone più belle in assoluto dell’Alta Val Seriana:  dai rilievi e dai sopralluoghi degli Enti preposti – finora la Provincia e l’ARPA – è emerso che tutte le derivazioni e le tubature andrebbero ad insistere sulla sponda sinistra, quella più instabile perché composta da un terreno di deposito e non da roccia…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 16 DICEMBREL'articolo GANDELLINO – Una terza centralina idroelettrica sul torrente Sedornia? Il Comune dice no: “A parte il rischio sicurezza, rovinerebbe la parte più bella della Valle” proviene da Araberara.

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MediaL’ultima questione che sta scaldando la comunità di Casazza, in particolare commercianti e residenti della zona tra il semaforo e la pensilina sulla via Nazionale, è quella degli ormai famosi parcheggi accanto alla farmacia. Il vicesindaco e assessore Renato Totis, in una intervista di inizio dicembre al nostro giornale, ha stemperato i toni cercando di portare tutti alla calma. Ecco cosa ci ha detto uno dei commercianti della zona: “Il Comune dice che quando ci sarà il progetto ne parleranno con noi? Bene, lo spero proprio. Però non vorrei che venissero da noi fra pochi mesi a dirci: ‘la situazione è questa, questo è il progetto e questa è la nostra decisione’. No, loro devono però accettare il nostro parere, perché altrimenti saremo ancora al punto di partenza. Non possono chiudere le orecchie di fronte alle nostre richieste, al nostro grido di dolore, un’espressione che qualcuno ha usato a giusta ragione!”.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 16 DICEMBREL'articolo CASAZZA – Rotondine, parcheggi e… maiali, in attesa di Palazzo Suardini. Un commerciante: “Il Comune dice che quando ci sarà il progetto ne parleranno con noi? Però devono accettare il nostro parere…” proviene da Araberara.

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MediaE’ morto Sinisa Mihajlovic. Io da piccola pensavo che i duri non morissero. Non quelli come lui. Che con quel sinistro potente e preciso possono tirare giù tutto, anche la leucemia. E così non vale. Così come non vale esonerarlo a pochi metri da una nuova strada, da un’altra parte. Non valgono tante cose qui sulla terra. Ma che poi magari qui sulla terra le cose importano poco. E ognuno di noi ricorda quelle che per noi contano qualcosa, anche se quel qualcosa si fa misero di fronte al resto. Io ricordo il suo gol, marcatore più anziano del campionato nell’Inter, Ascoli Inter, 8 aprile 2006, 1-2, segna il gol a 27 anni e 47 giorni, con l’Inter vince due Coppe Italia  e uno scudetto. Poi se ne va. Come era arrivato, con quell’aria da duro che può tutto. Poi nel 2019 la leucemia, combatte, come sempre, il trapianto, il ricovero, le dimissioni, di nuovo in ospedale. L’ultima estate, uscito nuovamente dal Sant’Orsola, volle presenziare al raduno della squadra. C’erano circa 35 gradi, quel pomeriggio. “Chiese una sedia, si mise all’ombra, cominciò a parlare. Credevo cascasse per terra da un momento all’altro”, confessò giorni dopo uno dei medici. Lo scorso autunno, nel 2021, aveva affittato un vecchio ex casolare sui colli per festeggiare, con il Bologna e tanti amici, compreso Gianni Morandi, quello che chiamava il suo secondo compleanno, “perché sono nato due volte, la seconda è il giorno in cui ho fatto il trapianto”. Ora rinasce la terza volta. Da un’altra parte. Con un pallone blu su campo da gioco di nuove bianche e il suo sinistro imprendibile.L'articolo Sinisa Mihajlovic, la leucemia, il suo sinistro, quando chiese una sedia e cominciò a parlare proviene da Araberara.

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MediaIn questo periodo pre-natalizio che di solito è carico di speranza, di gioia e di luci, c’è qualcosa a Cenate Sopra che sta rovinando l’atmosfera. Sì, perché si sta registrando un alto numero di furti all’interno delle abitazioni nel tardo pomeriggio, quando le tenebre sono ormai calate.Di solito, secondo la tradizione raccontata ai bambini, chi entra nelle case in questo periodo sono Santa Lucia e Babbo Natale, seguiti poi dalla Befana. Entrano a portare regali. Invece, in questa fase finale del 2022, ad entrare in alcune case sono i ladri che, al contrario, portano via qualcosa che non è di loro proprietà.Questa emergenza è sulla bocca di tutti nel paese che fa da cerniera tra Trescore Balneario e Scanzorosciate. Se ne parla per strada, se ne parla nei bar e nei negozi, se ne parla sui social. Ed è appunto sui social, grazie alla loro maggiore risonanza, che dai giorni che hanno preceduto la festa dell’Immacolata piovono alcune segnalazioni di furti (o di tentativi di furto).SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 16 DICEMBREL'articolo CENATE SOPRA – Emergenza furti: nelle case non entrano Santa Lucia e Babbo Natale, ma i ladri… proviene da Araberara.

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MediaUn’importante novità interesserà le famiglie del paese a partire dall’anno  che inizierà tra poco. Lo annuncia con soddisfazione la sindaca Angela Bellini: “La scuola primaria ‘Dante Alighieri’ vedrà l’avvio della ‘settimana corta’, cioè un nuovo orario di lezioni distribuito dal lunedì al venerdì. Il Comune garantirà il servizio mensa per i rientri pomeridiani e  per attività extrascolastiche per alcuni pomeriggi e si procederà anche ad una modifica delle modalità del trasporto scolastico. I genitori interessati verranno coinvolti anche in seguito per condividere con  l’Amministrazione comunale la migliore organizzazione e un’attenta razionalizzazione delle spese”.Di questa modifica alle abitudini scolastiche del passato si potrà parlare anche durante l’ ‘Open day’ del 17 dicembre a partire dalle ore 11, quando tutti potranno visitare la scuola  accolti dagli insegnanti e dagli alunni. La prima cittadina sottolinea come il passaggio alla ‘settimana corta’ sia stato preceduto da un sondaggio partecipatissimo, in cui il 90% dei genitori ha espresso una netta preferenza per questa nuova tempistica….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 16 DICEMBREL'articolo VILLA D’OGNA – La scuola primaria dal prossimo anno scolastico avrà la ‘settimana corta’. La scelta è stata voluta dal 90% dei genitori proviene da Araberara.

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MediaLa riqualificazione del parco di via Rocca chiude il 2022 del sindaco Mariano Foresti.“Nella parte bassa del paese non ci sono parchi e quindi abbiamo voluto sistemare quest’area che ormai mostrava tutti i segni del tempo e metterla a disposizione dei bambini che vivono in centro storico. Con una spesa complessiva di 14mila euro, di cui 10mila da Regione Lombardia e il restante dalle casse comunali, abbiamo acquistato alcuni giochi e un tavolino e messo in sicurezza l’area”.Il sindaco si sofferma sul suo 2022: “Tutto sommato sono soddisfatto, perché nel nostro piccolo siamo riusciti a chiudere quello che ci eravamo prefissati. Ci tengo a sottolineare che è importante realizzare nuove opere, ma crediamo sia fondamentale curare al meglio l’esistente e quindi abbiamo lavorato sui marciapiedi e sulle asfaltature, per fare alcuni esempi…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 16 DICEMBREL'articolo CASTRO – Nuova vita per il parco di via Rocca mentre si attende il progetto di riqualificazione dell’anfiteatro proviene da Araberara.

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MediaCosa si può dire del 2022 di Cene e, in particolare, della sua Amministrazione comunale? Sotto molti punti di vista questo è stato un ‘annus horribilis’ (espressione che 30 anni fa la Regina Elisabetta aveva utilizzato per descrivere un 1992 tutt’altro che positivo per lei).Il sindaco Edilio Moreni ha dovuto affrontare una lunga serie di difficoltà, di ostacoli e di polemiche. Già l’anno precedente si era chiuso con un piccolo strappo sulla questione della raccolta rifiuti con un suo consigliere di maggioranza. Un consigliere di minoranza che, però, ha il suo peso all’interno della comunità cenese e della Lega, non solo di quella di Cene, ma anche quella provinciale. Con Alessandro Valoti, figlio dello scomparso sindaco Giorgio, il rapporto non è buono, anzi, i due si detestano; questo lo si vede durante le sedute del Consiglio comunale nelle quali il giovane esponente leghista ha preso posizione contro alcuni provvedimenti della maggioranza. In quelle occasioni le risposte del sindaco Moreni sembravano cariche di livore (è sufficiente guardare le registrazioni del Consiglio comunale e ascoltare il tono di certe risposte).In primavera si è aggiunto un altro piccolo strappo, quando in una seduta di Giunta l’assessore (ed ex vicesindaco) Marcella Bazzana ha votato contro il piano triennale del fabbisogno di personale per gli anni 2022-2023-2024….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 16 DICEMBREL'articolo CENE – 2022, ‘annus horribilis’… Moreni perde pezzi, sbanda, ma non cade proviene da Araberara.

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MediaGabriele Paris, da Solto Collina ad Anversa. 26 anni, tanti progetti e sogni, e nel 2020 la decisione di trasferirsi in Belgio, una scelta che gli ha cambiato la vita, almeno dal punto di vista professionale. “Quando frequentavo il quinto anno di università, ho deciso di intraprendere un’esperienza di Erasmus in Belgio – spiega Gabriele Paris –. Avevo preparato un elenco con tutte le università europee e la migliore si trovava proprio qui… se non mi avessero accettato sarei rimasto sicuramente in Italia. Fortunatamente è andata bene (sorride, ndr) ed è stata un’esperienza unica”.La carriera di Gabriele inizia da molto molto lontano e si sviluppa attraverso un intenso percorso di studi: “Ho frequentato per tre anni le superiori all’Istituto ‘Ettore Majorana’ di Seriate, indirizzo informatico e, per due anni, le scuole superiori di Lovere, elettronica, e poi ho deciso di iscrivermi alla facoltà di Ingegneria Informatica a Dalmine,  l’Università degli Studi di Bergamo. Il 15 settembre 2020 sono partito per il Belgio”.E quando gli chiediamo come si trova… “Mi aspettavo di trovare un paese molto più caldo, qui fa veramente molto freddo rispetto all’Italia (ride, ndr). Dal punto di vista della viabilità la situazione non è delle migliori… le strade hanno diverse criticità. Questi sono gli aspetti negativi, ma quelli positivi sono molti di più. Il Belgio è un paese che ti offre l’opportunità di crearti una carriera, sono sicuro che la posizione che ricopro ora non l’avrei mai trovata in Italia. A livello economico è tutto un altro mondo, qui l’economia va a gonfie vele. Lo stipendio che si percepisce in Belgio è due o addirittura tre volte maggiore rispetto ad uno stipendio italiano, e così riesco ad avere un tenore di vita che in Italia non sarebbe possibile. Attualmente, mi occupo di sicurezza informatica. Spesso mi capita di cercare delle offerte di lavoro in Italia, per vedere effettivamente quello che offre, ma non c’è paragone rispetto alla qualità che ti offre il Belgio. All’inizio la mia idea non era quella di trasferirmi qui, volevo solo vivere un’esperienza di Erasmus, ma, l’università belga, in quel periodo, era alla ricerca di un analista di sicurezza informatica e mi sono detto: perché non provarci? È stata la scelta migliore che abbia mai fatto”. …SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 16 DICEMBREL'articolo SOLTO COLLINA – Gabriele, da Solto al Belgio: “Mi mancano le montagne ma, carriera, stipendio e tenore di vita sono meglio che in Italia” proviene da Araberara.

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MediaLa trovi lì, lungo la statale 42, che ormai è una tappa fissa, la Pasticceria ‘Frutti’ di Luzzana, punto di riferimento per tantissima gente che al mattino si mette in auto e trova ristoro a pausa lì. Ricette tramandate di padre in figlio: “Abbiamo festeggiato, l’8 dicembre, i quattordici anni di apertura della nostra azienda – spiega il proprietario della Pasticceria “Frutti” Stefano Frutti – . L’impresa è stata aperta da me e da mio papà, c’è stato un grosso lavoro di squadra. Tre anni fa, ho ritirato l’attività, ma, nonostante ciò, mio padre mi aiuta ancora all’interno del laboratorio. In tutto siamo in 10 dipendenti, contando anche i due titolari, la nostra è una famiglia allargata. Il rapporto che si è venuto a creare tra tutti noi è meraviglioso”. Il nostro focus si è focalizzato sulla preparazione del panettone e sui segreti della lavorazione che vengono utilizzati da Stefano: “Innanzitutto, prepariamo i rinfreschi del nostro lievito madre, utilizzando la ricetta che da anni e anni tramanda mio padre. La ricetta è nata, appunto, da mio padre, sia quella riguardante il lievito madre, sia quella riguardante i panettoni. Partiamo dai tre rinfreschi del lievito madre, il quale viene utilizzato nel primo impasto.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 16 DICEMBREL'articolo LUZZANA – Dentro la Pasticceria Frutti: “Ricette di padre in figlio. I panettoni che riposano a testa in giù, i prodotti naturali e il panettone ‘Oro’” proviene da Araberara.

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MediaDaniele sta impastando meraviglia. Oltre al profumo basta guardarlo negli occhi per capire che il cibo può davvero far sognare se è fatto con passione, amore e bravura. Daniele è figlio d’arte, che è una frase che viene usata spesso, a volte a sproposito, qui invece ci sta come un impasto unico, perché Daniele è figlio di Mario Giudici, il pittore-fornaio che il covid si è portato via a marzo del 2020, il pittore che ha incantato un po’ tutti, da Massimo Cacciari a tantissima altra gente, il fornaio che amava le poesie di Alda Merini, il pittore -fornaio che di notte impastava pane con la stessa passione con cui dipingeva capolavori. Daniele è suo figlio, e il pane lo fa allo stesso modo, cresciuto qui, fra queste mura dove Mario lo respiri, lo senti ancora. Daniele in questi giorni, in queste settimane è alle prese con i panettoni artigianali, un impasto che richiede tempo e cura, e Daniele tempo e cura la mette in ogni cosa che fa: “Comincio a prepararli a fine ottobre – racconta mentre si muove nel suo forno tra impasti e farine – lavoro anche per alcune aziende che li mandano all’estero e hanno bisogno di averli prima. Quindi primo impasto intorno al 28-30 ottobre, poi dal due di novembre si comincia, faccio l’impasto 3 o 4 volte a settimana”. In cosa consiste ‘fare l’impasto’? “Prendiamo una pasta madre, il processo completo dura tre giorni, la facciamo lievitare un giorno intero, poi la reimpasto con lo zucchero e vado ad aggiungere altri ingredienti, se ad esempio voglio fare il panettone con i frutti di bosco, con la scorza di arancia, con l’uvetta, dipende cosa voglio fare. Poi lasci lievitare ancora, e poi si inforna. Ogni infornata è di 118 panettoni. L’impasto a lievitato tutto il giorno e tutta la notte, poi verso le tre o quattro del mattino prepariamo il prodotto finale e a mezzogiorno lo facciamo cuocere. Sta nel forno dai 58 ai 60 minuti, in base anche al tempo che c’è fuori, se è ventilato asciuga prima, oggi per esempio che piove invece ci vuole più tempo, c’è parecchia umidità, questi che vedi li facciamo cuocere nel pomeriggio e domani vengono imbustati”. Li fate fino a gennaio? “Spero di no – sorride – nel senso che non ho più un minuto libero, sicuramente sino al 24 dicembre li facciamo tutti i giorni, anche oggi che ho fatto il pane doppio per le festività,  ho comunque impastato i panettoni”. Hai imparato tutto da tuo papà: “Sì, io sono qui per lui e lui è sempre con me, ho cominciato a 14 anni venendo qui a fare il fornaio con lui, ne ho 48 di anni e sono ancora qui. Lui era il mio maestro. Lo è ancora, perché lo sento sempre con me. Lui mi ha insegnato a fare il panettone in questo modo ed è un panettone che piace tantissimo, ho ricevuto pochi giorni fa i complimenti di Miuccia Prada. Massimo Cacciare le ha fatto provare il nostro panettone ed è piaciuto tantissimo, sono soddisfazioni per noi che amiamo questo mestiere”. E anche tu mangi i tuoi panettoni? “Già, guarda che infatti mi è cresciuta la pancia – Daniele sorride – io preferisco quello classico, che è quello che poi va di più, anche se poi ci sono quelli con i gusti cosiddetti nuovi, come quello al pistacchio e cioccolato bianco…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 16 DICEMBREL'articolo ENDINE – Daniele nel solco di papà Mario e il suo panettone che ha ricevuto i complimenti da Miuccia Prada: “I miei impasti, il mio pane… Apro ancora le uova a mano per fare la glassa” proviene da Araberara.

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