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MediaVogliamo che Villongo diventi un paese delle famiglie”, inizia così il sindaco Francesco Micheli a raccontare i progetti che stanno prendendo piede sul territorio. “Andremo a lavorare su ciò che secondo noi manca attraverso un programma di opere pubbliche che ha alla base la volontà di essere un paese a misura di famiglia. Pensiamo quindi allo sviluppo di ciclopedonali che consentano una mobilità sicura all’interno del paese, ma anche alla realizzazione di due parchi nell’area verde di via Aldo Moro e a Seranica, entrambi entro la fine del 2023. Per quanto riguarda i parchi, abbiamo ricevuto un contributo di 30mila euro sulla videosorveglianza e ci consentirà di incrementare le telecamere e la sicurezza in paese”.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 4 NOVEMBREL'articolo VILLONGO – Il sindaco e le opere: “Ciclabile, parchi, scuole, videosorveglianza. Vogliamo un paese a misura di famiglia” proviene da Araberara.

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MediaDonne, anziani, minori. Sono i tre temi ‘caldi’ che Simona Figaroli e il suo assessorato stanno affrontando in questo primo anno di mandato, che si è appena concluso. In queste settimane abbiamo tenuto sotto i riflettori le donne con tumore al seno, è appena passato ottobre, mese tradizionalmente dedicato alla prevenzione. E Costa Volpino da sempre con la sua amministrazione è in prima fila per sensibilizzare e fare prevenzione: “Abbiamo creato una collaborazione – commenta Simona Figaroli – con un centro benessere, un centro estetico e l’associazione artistica Danza Azzurra, grazie a loro sono stati fatti trattamenti estetici e corsi di pilates e yoga”. E poi il tradizionale appuntamento della ‘camminata in rosa’: “Quest’anno abbiamo cambiato itinerario, al posto della Bossico Ceratello chiusa per lavori, abbiamo optato per la pista ciclopedonale sull’Oglio, siamo arrivati sino a Rogno e l’amministrazione ci ha preparato un coffee break davanti al Comune. Alla fine è stata una scelta azzeccatissima perché fruibile da tutti, c’era davvero tanta gente”. Sempre nell’ottica della prevenzione del tumore al seno, Simona Figaroli ha spinto molto per la collaborazione con la Breast Unit di Seriate, l’unità di senologia di Bergamo Est che da anni segue da vicino le donne malate di tumore al seno e le segue per tutto il decorso della malattia e della guarigione: “Una realtà che conosco bene – continua Figaroli – e ci tenevo molto farla conoscere nella nostra zona”….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 4 NOVEMBREL'articolo COSTA VOLPINO – Donne col tumore, anziani, minori: i progetti di Simona: “Anche le parrucche gratis per le donne. Anziani soli coinvolti in progetti e …” proviene da Araberara.

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MediaDa Rovetta a Venezia, Fra Luca Savoldelli, classe 1990, sarà ordinato diacono dalle mani di Monsignor Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia, sabato 5 novembre alle 10 nella Basilica Cattedrale di San Marco Evangelista.
Fra Luca Savoldelli l’avevamo intervistato a gennaio 2020, quando, finite le vacanze di Natale sull’Altopiano insieme alla famiglia, era di ritorno al Convento del Santissimo Redentore, sull’Isola della Giudecca.
“Vivo nel convento dei Minori Cappuccini da settembre dopo aver emesso le professioni perpetue”, ci aveva raccontato. Per tre anni ha vissuto a Milano e poi la via di Venezia, ma è a vent’anni che la vita di Luca è cambiata… “Era il 2010, lavoravo a Cerete, facevo il metalmeccanico, avevo lasciato la scuola a 16 anni, non avevo molta voglia di studiare e così ho deciso di cercare un lavoro. Mi stavo riavvicinando alla fede grazie ad un amico, frequentavo i gruppi di preghiera a Rovetta, ero rientrato in Oratorio come animatore del gruppo degli adolescenti. In quel momento stavo assaporando il gusto della vita in modo diverso, c’erano tante piccole cose che mi regalavano la felicità, il rapporto con Dio non era superficiale e mi aveva dato una sensazione di pace. Mi stavo già facendo molte domande sul futuro, certamente, ma ero consapevole che ciò che stavo vivendo mi faceva stare bene davvero. Intanto continuavo a lavorare tranquillo, ma il pensiero continuava a tornare. Nel febbraio del 2010 poi ho incontrato i frati cappuccini in Parrocchia a Rovetta, erano arrivati per due settimane di missione popolare e quando uscivo dal lavoro facevo sempre un salto da loro. Mi sentivo come a casa, potevo toccare con mano la loro esperienza e quello che vedevo in loro mi affascinava davvero molto. Quelle due settimane sono passate in fretta, non è in quel momento che è cambiato qualcosa, anche se continuavo a pensarci e intanto la mia vita diventava sempre più semplice e le abitudini man mano cambiavano.
SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 4 NOVEMBREL'articolo ROVETTA – Fra Luca, che faceva il metalmeccanico, e quell’incontro con i frati cappuccini. Ora l’ordinazione diaconale proviene da Araberara.

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MediaSono sempre stato in Oratorio fin da bambino, poi ho fatto l’animatore, l’educatore degli adolescenti e allenatore di una squadra di calcio della Polisportiva… insomma l’Oratorio è sempre stato la mia seconda casa, anzi, potrei quasi dire la prima”, sorride don Simone Zappella, ordinato diacono il 29 ottobre dalle mani del Vescovo Francesco Beschi. 31 anni da compiere il 28 dicembre, originario di Chiuduno, don Simone racconta il percorso che l’ha portato fin qui: “Una decina di anni fa ho iniziato ad interrogarmi sulla mia vocazione, ma avevo un lavoro sicuro, facevo l’impiegato per un’assicurazione di Sarnico e quindi avevo lasciato tutto in disparte fino all’estate del 2015. A settembre dell’anno prima avevo perso mio papà, ho vissuto un periodo di distacco dall’Oratorio, ma poi ho sentito la necessità di mettere in discussione la mia vita e in mezzo a tante domande è rispuntata anche quella vocazionale. Nell’estate del 2016 ho fatto alcuni colloqui con i superiori del Seminario e nell’ottobre del 2016 ho iniziato il primo anno, quello di discernimento nella comunità del Sacro Cuore di via Garibaldi, poi ho proseguito in Teologia e sono salito in Città Alta e ho iniziato questo cammino, impegnativo dal punto di vista scolastico… avevo fatto Idraulica al Pesenti quindi molte cose erano del tutto sconosciute. Sono arrivate delle belle soddisfazioni visto l’impegno che ci avevo messo, ma anche dal punto di vista della vita comunitaria. In questi anni di Seminario ho avuto la possibilità di imparare a vivere con gli altri ma anche di imparare che il lavoro su se stessi non è mai finito. Il percorso del Seminario aiuta a diventare uomini e poi con il discernimento vocazionale anche tramite le varie esperienze…SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 4 NOVEMBREL'articolo CHIUDUNO – Simone, da impiegato a diacono (e futuro prete): “Dopo la morte di mio papà ho messo in discussione la mia vita” proviene da Araberara.

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Qualcosa bolle in pentola, bolle da tempo e ora è quasi pronto, per essere servito su un piatto e il piatto è quello del PGT, che andrà a definire la nuova Clusone, sul fronte giovani. “Sentiamo da più parti dire – commenta il sindaco Massimo Morstabiliniche non ci sono locali per giovani a Clusone, che bisogna fare qualcosa, che c’è bisogno di aggregazione, non starebbe comunque al Comune ma abbiamo cercato e parlato con parecchi imprenditori e andiamo verso una soluzione”. Su quale sia la soluzione il sindaco tiene la bocca cucita ma la conferma arriva da più parti, l’ex Afrostation, all’origine Park Hotel e in ultimo Hitek, starebbe per prendere una nuova strada, l’intenzione è quella di abbatterla e ricostruirla, seppur mantenendo la forma a ‘capanna’ che è una sorta di marchio storico di questo edificio e che per decenni ha richiamato migliaia di giovani da tutta la provincia.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 4 NOVEMBREMediaL'articolo CLUSONE – Rinasce l’ex Afrostation: nel nuovo pgt diventerà un locale per giovani a 360 gradi. Assemblea pubblica per invitare i proprietari delle case sfitte proviene da Araberara.

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MediaDa una parte la conferma del contributo di 300mila euro per la rigenerazione energetica del Municipio, dall’altra l’ombra del parere negativo della Sovrintendenza. La riqualificazione prevede l’installazione di pannelli fotovoltaici con una spesa di 440mila euro, ma è necessario il ‘via libera’ della Sovrintendenza in quanto si tratta di un bene architettonico.“La Sovrintendenza – spiega il sindaco Mauro Marinonista mettendo un po’ in difficoltà le amministrazioni su questo fronte, non parlo solo di Rovetta, per quanto riguarda l’installazione dei pannelli solari e questo può essere un grosso problema, perché ci può far perdere il contributo… e perdere 300mila euro su un intervento di questo genere non ci fa certamente piacere, anche perché abbiamo un palazzo municipale in cui sono da sostituire impianti luminosi, caldaie e impianto di riscaldamento che hanno 40 anni. E poi non è una bella cosa in un periodo in cui si sottolinea la necessità di fare investimenti sulla riduzione dei consumi. Andremo avanti con le procedure per avere una risposta definitiva da parte della Sovrintendenza e se dovesse arrivare un esito negativo e non troviamo un altro percorso, faremo sicuramente ricorso al Tar. Non voglio contestare il lavoro della Sovrintendenza, dico soltanto che secondo me l’installazione del fotovoltaico sul palazzo comunale di Rovetta non è visibile dalla piazza, dalle montagne perché è troppo distante e non compromette l’integrità monumentale dell’edificio…SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 4 NOVEMBREL'articolo ROVETTA – Quel mega contributo che rischia di andare perso per i ‘capricci’ della Sovrintendenza proviene da Araberara.

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MediaUn itinerario della memoria, guidato da Mino Scandella, appassionato storico baradello, che ha accompagnato le classi quinte della scuola primaria di Clusone sui luoghi simbolo dislocati sul territorio clusonese. L’evento era stato organizzato dal Gruppo Alpini di Clusone (capogruppo Mauro Bonadei) e si è svolto l’8 ottobre scorso. Si è partiti dal Monumento ai Caduti dove il 4 novembre si terrà anche quest’anno la cerimonia di ricordo delle guerre e dei giovani che in quelle battaglie ci lasciarono la loro vita. La seconda
tappa è stata presso la Madonnina e il parchetto adiacente alla stazione dove si tenne il solenne giuramento di circa 6 mila reclute che partirono poi per il Fronte nella “grande guerra” del 1915-1918.
SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 4 NOVEMBREL'articolo CLUSONE – GRUPPO ALPINI E SCUOLA PRIMARIA – Itinerario della memoria dei Caduti di tutte le guerre proviene da Araberara.

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MediaCari signori che fate la guerra, noi alunni delle classi 5^ della scuola primaria “Falcone e Borsellino” siamo stanchi di sentire ai telegiornali o leggere sui giornali di tutto questo devasto, bombe e missili che distruggono case e uccidono persone, donne e bambini che devono fuggire in altri paesi. Anche se siamo distanti dall’Ucraina, la guerra ha toccato anche tutti noi.All’inizio, quando abbiamo appreso del conflitto, eravamo preoccupati ma non lo dicevamo e sembrava che la notizia non ci toccasse. Abbiamo riflettuto con i nostri genitori e le maestre e alcune informazioni date alla tv ci hanno particolarmente colpito.Dall’anno scorso accogliamo nelle nostre classi bambini ucraini, scappati da voi, dalla vostra guerra, bambini che non parlano molto bene la nostra lingua ma che sono bambini come noi, a cui piace giocare e divertirsi. All’inizio non è stato facile a causa della lingua, ma pian piano abbiamo cercato di far sentire i nostri nuovi compagni a loro agio, non parlando della guerra, ma giocando con loro, coinvolgendoli in tutte le attività, in modo da scacciare via i brutti pensieri e i ricordi di quei giorni tristi. Con il tempo abbiamo imparato a conoscerli, a capire quali giochi preferivano, semplicemente stando con loro, parlando con i gesti. Abbiamo capito che la differenza linguistica può essere superata, con impegno e alcune difficoltà.Con il tempo quei bambini così diversi da noi, sono diventati nostri amici, ci hanno arricchito molto e porteremo sempre con noi un pezzettino di loro, del loro vissuto. La guerra è una cosa molto brutta, sta portando tanto male e odio tra le persone, ma noi abbiamo trovato un lato bello e positivo: nuovi amici.Speriamo che questo conflitto possa finire il più presto possibile, ci piacerebbe tanto vedere sui volti dei nostri compagni sorrisi quando si parla di casa, genitori e amici.Cari signori che fate la guerra, speriamo che le nostre parole possano arrivare ai vostri cuori.Gli alunni di classe 5ª A: Riccardo, Dario, Nikolo, Simone, Denys, Tasnim, Donia.Gli alunni della 5ª B: Veronica, Emma, Gloria e Andrea. SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 4 NOVEMBREL'articolo LOVERE – A VOI CHE FATE LA GUERRA… Quando la guerra entra a far parte della vita di tutti i bambini. proviene da Araberara.

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MediaTrapletti: “I nati nel 2004 sono numerosi, ben 21. Da quando sono diventato sindaco, Berzo è passato da 1.210 a 1.430 abitanti”I neo diciottenni sono stati i protagonisti della serata organizzata dall’Amministrazione Comunale di Berzo San Fermo, che ha consegnato loro un testo molto importante della storia italiana: la Costituzione. È stato un evento a cui il Comune bergamasco ha dato molta importanza, come si è potuto evincere dall’allestimento della palestra comunale, “vestita” a festa per l’occasione. Diritti, doveri ed una riflessione sull’articolo 11 della nostra Costituzione sono stati i punti cardine della serata. Sono stati diversi i diciottenni a cui è stato consegnato il testo simbolo della storia italiana.“I nati nel 2004 sono una classe numerosa, sono 21 ragazzi – spiega il sindaco Luciano TraplettiDiciannove di questi erano presenti alla cerimonia, perché due, purtroppo, non hanno potuto presenziare. Oggi il nostro comune conta circa 1.430 abitanti, quindi abbiamo consegnato la Costituzione a un bel gruppo di ragazzi. Quando sono diventato sindaco, avevamo una popolazione che si aggirava intorno alle 1.210 unità. Poi, con il susseguirsi degli anni, gli abitanti sono aumentati e le classi sono diventate molto numerose, con un numero di ragazzi che si aggira tra i 15 ed i 24 ad annata. Sono veramente contento di ciò”.All’evento erano anche presenti alcune autorità che hanno aumentato l’importanza e la notorietà dell’evento. Diverse sono state le tematiche dei loro interventi, come per esempio la sicurezza alla guida, le dipendenze giovanili e la storia di chi ha combattuto per la libertà e per questo testo…SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 4 NOVEMBRE L'articolo BERZO SAN FERMO – Costituzione e ‘no’ alla guerra: la grande serata dei 18enni berzesi proviene da Araberara.

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<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2022/11/333ecd7c-2783-11ed-bc83-9c2713d606c3_1661769375004.jpg">Media</a>Un autunno cupo, processi, delitti, sangue, dolore, riflettori. Tinte fosche. In mezzo tutte donne, troppe donne, una bimba piccola, troppo piccola, e tanto dolore, troppo dolore. Da Leffe arrivano particolari inquietanti sulla vicenda di <b>Diana Pifferi</b>, la bimba di un anno e mezzo che a luglio scorso fu lasciata da sola in casa a Milano per 6 giorni dalla madre <b>Alessia</b>. E’ cominciato il processo per l’omicidio di <b>Carol Maltesi</b>, la 26enne uccisa in un appartamento di Rescaldina, nel milanese, prima di essere fatta a pezzi, congelata e gettata in alcuni sacchi in un dirupo a Paline di Borno. E’ iniziato in questi gironi anche il processo davanti alla Corte d’Assise di Brescia, il processo a carico delle sorelle <b>Paola e Silvia Zani e Mirto Milani</b>, fidanzato della maggiore, i tre sono accusati dell’omicidio di Laura Ziliani, madre delle due imputate e dell’occultamento del cadavere della donna, ex vigilessa di Temù, nel bresciano, uccisa nella notte tra il 7 e l’8 maggio 2021. La donna è stata prima stordita con benzodiazepine e poi strangolata. I tre imputati hanno confessato dopo la chiusura delle indagini….Diana Pifferi e l’ipotesi di abusi sessuali sulla bimba, quelle intercettazioniAltre inquietanti ombre sulla già tragica vicenda di <b>Diana Pifferi</b>, la bimba di quasi un anno e mezzo che a luglio scorso è stata lasciata da sola in casa a Milano per sei giorni dalla madre Alessia e morì di stenti. Dall’autopsia erano emersi nei giorni scorsi che nello stomaco di Diana c’erano pezzetti del materassino e del cuscino, che la bimba aveva addentato per fame ed è emero che alla piccola sono stati fatti assumere tranquillanti. Ma c’è dell’altro, che getta ancora di più ombre inquietanti sulla vicenda. Ed è il contenuto della chat che è emerso dall’analisi delle conversazioni telefoniche fra la madre <b>Alessia Pifferi</b> e un uomo di 56 anni di Cenate Sopra che è indagato per corruzione di minorenne, emerge l’ipotesi di abusi sessuali sulla bimba. Il contenuto delle chat tra la donna e l’uomo di Cenate è riportato nel decreto di perquisizione firmato dai pm <b>Francesco De Tommasi e Rosaria Stagnaro</b>. Nello scambio di messaggi tra la mamma 37enne e l’uomo di 56 anni che la attendeva a Bergamo per trascorrere qualche giorno insieme si legge: “<i>Te la senti di stare con me e Diana? … O vuoi che porto Diana dalla babysitter? … Dimmi tu”,…</i>Carol e il corpo fatto a pezzi e ritrovato nei boschi di Paline: respinta la richiesta di rito abbreviatoNella prima udienza del processo a suo carico è rimasto in assoluto silenzio <b>Davide Fontana</b>, il 43enne accusato dell’omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dalla premeditazione di <b>Carol Maltesi</b>, la 26enne uccisa in un appartamento di Rescaldina, nel Milanese, prima di essere fatta a pezzi, congelata e gettata in alcuni sacchi in un dirupo a Paline di Borno, al confine tra le province di Brescia e Bergamo. Lunedì 24 ottobre in corte d’Assise a Busto Arsizio sono state depositate le liste dei testimoni, tra le quali figura anche l’ex moglie del bancario e food blogger: la donna, chiamata a testimoniare dal pubblico ministero, potrebbe però rifiutarsi di deporre per via della “Facoltà di astensione dei prossimi congiunti” contemplata dall’articolo 199 del Codice di procedura penale e che si applica anche ai coniugi separati….Laura Ziliani: prima udienza, le figlia a testa bassa, la testimonianza della mamma di Laura: “Troppo attaccate ai soldi”Testa bassa e la richiesta di non essere riprese. E’ iniziata così la prima udienza del processo a carico delle sorelle <b>Paola e Silvia Zani e Mirto Milani</b>, fidanzato di <b>Paola,</b> la sorella maggiore. I tre sono accusati dell’omicidio di Laura Ziliani, madre delle due imputate, e dell’occultamento del cadavere della donna, ex vigilessa di Temù, nel Bresciano, uccisa nella notte tra il 7 e l’8 maggio 2021. La donna…
MediaFra alcuni mesi l’Amministrazione comunale di Casazza procederà all’abbattimento dell’edificio di Via Nazionale adibito a case popolari. L’immobile, che si trova nei pressi del semaforo sulla Statale 42, verrà poi ricostruito e verranno ‘ripensati’ i parcheggi presenti nella zona, a due passi dalla farmacia. Ed è appunto sulla questione parcheggi che sta montando una grande preoccupazione da parte di esercenti e negozianti che lavorano in quella zona del paese.C’è stato un incontro al quale erano presenti anche rappresentanti dell’Amministrazione di Casazza. Ne abbiamo parlato con una delle persone maggiormente interessate alla questione, la dottoressa Silvana Varinelli, la farmacista del paese.“Stiamo aspettando che il Comune dia risposte certe. All’incontro erano presenti 23 persone che gravitano nella zona del semaforo. E tutte queste persone sono spaventate, disorientate e soprattutto amareggiate da una non risposta del Comune. L’unica cosa che ci è stato detto è che non si sa quello che verrà fatto, ma che alla fine il Comune farà quello che vuole. Ci hanno fatto capire che in quell’area si farà un’area verde attrezzata e un marciapiede; quindi, dato che di spazio non ce n’è molto, alla fine si toglieranno i parcheggi”.Quanti sono i parcheggi attualmente presenti? “Sono undici, di cui due per persone con disabilità e nove per tutti”….SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 4 NOVEMBREL'articolo CASAZZA – Rabbia e preoccupazione per quei parcheggi che… spariranno proviene da Araberara.

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MediaAlla faccia della tecnologia, hanno impiegato meno tempo a costruire la Torre Eiffel che a decidere se fare senso unico sul ponte di Fiorano al Serio.  Questa valutazione mi è venuta in mente oggi recandomi in una ferramenta di Leffe. Dietro al banco di questa ferramenta ci sono delle fotografie che ritraggono gli operai che stanno montando la Torre Eiffel e ci sono anche le date del tempo della costruzione. Da notare che gli operai lavorano non nelle condizioni di appoggiare i piedi per terra, in una di queste foto stanno addirittura mangiando seduti su una trave  non so a quanti metri di altezza. …SUL NUMERO IN EDICOLA DA VENERDI’ 4 NOVEMBREL'articolo FIORANO – “Hanno messo meno tempo a costruire la Torre Eiffel che fare il senso unico sul ponte di Fiorano” proviene da Araberara.

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MediaSi muove, lentamente (“adelante con juicio” direbbe Manzoni), troppo lentamente, il troppo “giudizio” sta compromettendo tutto. Da mesi andiamo scrivendo che sta saltando la stagione. Siamo stati accusati di fare allarmismo. Adesso sembra lo abbiano recepito anche gli altri organi di stampa.E’ arrivato nel frattempo anche il parere (positivo) della Comunità Montana: a chiudere la conferenza dei servizi manca “solo” quello della Sovrintendenza (termine ultimo era ed è, incredibilmente, il 6 dicembre). Arrivati tutti i pareri, tutto resta allora condizionato non tanto dalla conclusione della conferenza dei servizi ma dalla mancata nomina del direttore dei lavori. Il bando poteva essere fatto già a luglio.E qui l’ufficio tecnico (competenza del Comune di Colere ma sede in Comunità Montana) non ha ancora avviato la procedura, anzi, a quel che sappiamo, si sta discutendo di quale procedura adottare. Ci sarebbe stato in tutti questi mesi un intoppo, quella che verrebbe chiamata una “incongruenza” tra il piano economico presentato dalla società a dicembre e quello definitivo. La società smentisce, “il piano economico è lo stesso di quello di dicembre, lo abbiamo spiegato anche sul post di facebook”. Del resto l’importo era quello messo poi a gara, vinta da RSI.Comunque per fine novembre verrebbe emesso il bando di gara per la nomina del direttore dei lavori. Resta da vedere se il bando sarà con scadenza di 15 o 30 giorni, quindi se viene emesso a fine novembre, si va alla nomina, se tutto va bene, dopo la metà di dicembre, il che vuol dire annullare definitivamente ogni speranza di salvare la stagione invernale.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 18 NOVEMBREL'articolo COLERE – IMPIANTI – Stagione persa: “adelante con juicio”? Solo a fine novembre il Bando per nominare il Direttore dei lavori: una débâcle! proviene da Araberara.

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MediaUna nuova vita per un terreno confiscato alla mafia. È con questo intento che si sta lavorando per realizzare il Centro Autismo Valcavallina, un sogno ambizioso che riguarda l’intero territorio tramite il Consorzio Servizi Valcavallina e sta attendendo di avere tutte le carte in regola per diventare realtà.“A Gorlago è stato confiscato un bene alla Criminalità organizzata – spiega il sindaco Elena Grena -. Si tratta di un terreno. Questi beni vengono dati alla comunità, ma deve essere trovata una finalità sociale da realizzare su di esso. Si è pensato quindi di realizzare qui il Centro Autismo Valcavallina con il quale si vuole rispondere a un crescente bisogno di strutture di questo tipo per accogliere, aiutare, sostenere, coinvolgere le tante famiglie al cui interno c’è una persona autistica. Convivere quotidianamente con le persone che vivono nello spettro autistico può essere a volte estenuante, perché non si hanno gli strumenti per entrare in contatto e in comunicazione con loro. Con il Centro Autismo, la Val Cavallina vuole fornire gli strumenti alle famiglie, alle scuole, agli operatori ma anche a tutta la comunità per accogliere queste persone e scoprire che anche loro sono una ricchezza è un’opportunità per accrescere la nostra umanità”.L'articolo GORLAGO – Il Centro Autismo Valcavallina nascerà su un terreno confiscato alla Mafia. Si sta lavorando con la Regione per ottenere i fondi proviene da Araberara.

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Media“Questo riconoscimento non ce l’aspettavamo proprio a distanza di soli cinque mesi dall’apertura del nostro ristorante dell’agriturismo Contrada Bricconi: ma ci fa ovviamente molto piacere perché la ‘Stella Verde’ della guida Michelin 2032 è proprio l’emblema della sostenibilità ambientale, che è il senso più profondo del nostro progetto”. Così lo chef Michele Lazzarini, 30 anni,  a commento del prestigioso riconoscimento ottenuto recentemente. La motivazione del premio parla infatti del suo “sforzo quotidiano per sostenere il territorio che circonda l’agriturismo, al fine di lavorare i suoi prodotti in modo sostenibile, il più possibile in sintonia con le stagioni, e promuovere uno stile di vita sano per gli animali e per gli ospiti della struttura. L’installazione di una caldaia a biocompensazione assicura energia 100% green”. Nato a Gandellino, Michele  si è appassionato fin da giovane alla cucina, passione trasmessagli dalla mamma che tuttora è la cuoca della trattoria ’Da Martino’, e dopo essersi diplomato alla Scuola Alberghiera di Clusone  ha lavorato da Gualtiero Marchesi in Franciacorta per poi trasferirsi alcune stagioni a Saint Moritz. Di lì il ritorno in Franciacorta e il passaggio al St. Hubertus di San Cassiano, impegni inframezzati’ da numerose esperienze di lavoro in giro per il mondo, dal Nord Europa al Sudamerica.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 18 NOVEMBREL'articolo OLTRESSENDA – Dopo la prestigiosa ‘Stella Verde’ Michelin 2023 lo chef Michele Lazzarini: ”Non potrei lavorare in un luogo dove dalle finestre non si vedono le montagne” proviene da Araberara.

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MediaIn giro non c’è quasi nessuno. Piano di Gaverina se ne sta qui tra lago e collina a dominare un panorama che sembra non esserci se non ci sei mai passato. Domenica mattina, una ragazza corre in tuta salendo verso la piazza del paese: “Sono di qui ma i Gherardi non li conosco, però so dove abitano, devi entrare in quel vicolo”, e mi indica un budello di strada tra vecchie case in fondo alla piazzetta della frazione. Siamo venuto a vedere dove vivevano Matteo Gherardi, 33 anni (con precedenti penali per rapine commesse narcotizzando le vittime), il padre Luigi Gherardi, 68 anni con precedenti per truffa, la fidanzata di Matteo, Jasmine Gervasoni, 23 anni (anche lei già segnalata per truffa e furto) e Omar Poretti, 24 anni di Scanzorosciate, con precedenti per rapina e droga (il padre di Omar nel 2006 era stato condannato all’ergastolo per avere ucciso a fucilate due suoi ex dipendenti rumeni che chiedevano soldi, è morto in carcere).Con Matteo, Luigi e Jasmine però vivono altre due persone, un uomo che si chiama Ulisse e una donna, la più anziana del gruppo, i due dovrebbero essere in casa da quello che ci dice una donna a cui abbiamo suonato il campanello: “Preferisco non farmi vedere – ci spiega al citofono – però vai in fondo alla via, c’è un portone a destra e trovi la casa, io non voglio dire niente”.Scendiamo, un viottolo stretto tra due pareti di case vecchie, alcune ristrutturate, altre fatiscenti, arrivati quasi in fondo, seguiamo le indicazioni, entriamo nell’atrio del portone, ci sono altre abitazioni, suoniamo a una di queste, una donna scende e si affaccia alla porta di casa.“Io vivo a Bergamo, i miei sono di qui, salgo nel week end, certo che li conosco, di vista, ma non mi faccia dire niente altrimenti non finirei più e magari qualcuno si arrabbia, però se vuole suonare in casa ci sono ancora due persone, vivevano in cinque nello stesso appartamento, sono rimasti Ulisse che è l’unico con cui si può ragionare e una donna più anziana. Che legami ci siano tra loro non lo so, noi cerchiamo di farci gli affari nostri e di starcene fuori. Provi a suonare, secondo me non le rispondono, però loro sono lì”.La porta d’ingresso ha il vetro rotto, sotto vetro rotto e sopra lamellare mezzo sfasciato, sul campanello un solo nome, “Luigi Gherardi”. Suoniamo e aspettiamo, niente, le tapparelle sono abbassate, la casa è fatiscente e dentro c’è un piccolo cortiletto in cemento, sui muri ragnatele e pittura scrostata. La casa sembra l’abbiano acquistata per poco un paio di anni fa quando si trasferirono da Negrone di Scanzorosciate.Torniamo dal viottolo e risaliamo il budello di strada, all’imbocco tre ragazzi si sono dati appuntamento sulla piccola piazzetta del paese: “Due di noi sono del Piano, lui è di Gaverina, qui ci sono pochi abitanti, Gaverina in tutto, compreso Piano e le altre località arriva a 800, quindi ci conosciamo tutti”.Conoscevate anche i Gherardi? “Di vista, io mi alzo presto per andare a scuola – racconta uno di loro, giubbotto nero, jeans scuri, riccioli neri – alle 6.50 e mi capita quando arrivo qui in piazza di vederli girare già a quell’ora. Non so cosa facciano, non ho mai parlato con loro.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 18 NOVEMBREL'articolo PIANO DI GAVERINA – A casa di Matteo Gherardi: “Vivevano in 5, ci sono altre due persone, erano arrivati tutti insieme”. Il vicolo, la porta rotta, l’auto ammaccata… E qui Angelo Bonomelli si era visto più volte proviene da Araberara.

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MediaLa piccola e bianca Torre Eiffel che da decenni troneggia di fronte alla sede dell’agenzia di Onoranze funebri Bonomelli in questi giorni sembra più grigia, triste, spoglia.Triste e spoglio è anche il grande edificio; all’esterno c’è un furgone dell’agenzia, il motore è spento. C’è silenzio in questa mattina di metà novembre in questo luogo che rappresenta il cuore di quello che può essere definito ‘l’impero Bonomelli’. Un impero e una famiglia segnati dalla tragedia che ha colpito il patriarca Angelo.Abbiamo fatto un piccolo viaggio in questo quartiere di Trescore Balneario, compreso tra la Statale 42 e le vie Grazia Deledda e Sant’Ambrogio. Da una parte si vedono le colline dei quartieri Canton-Vallesse e Muratello, di Cenate Sopra e Cenate Sotto; dall’altra c’è un altro quartiere, l’Albarotto, con le due grandi scuole Superiori di Trescore, il Liceo Federici e l’Istituto Lotto. Poco più in là c’è la Coop. Questa è una zona residenziale, con tanti condomini e palazzine.All’imbocco di via Sant’Ambrogio incontriamo un’anziana signora che tiene al guinzaglio un cagnolino. “Conoscevo Bonomelli di vista – risponde con un accento meridionale – ma non abbiamo mai parlato insieme. Ci salutavamo, anche con la moglie. L’ho incontrato anche una settimana fa, qualche giorno prima che…”. La signora si interrompe. Forse la frase sarebbe così continuata: “…qualche giorno prima che venisse ucciso”. Ma lei non pronuncia queste parole, forse per una forma di antico pudore.Le chiediamo cosa ne pensa di questa oscura vicenda, ma lei taglia corto. “Non so… So solo quello che ho sentito… dove andremo a finire?”. Saluta e se ne va accanto al suo piccolo accompagnatore a quattro zampe.A una cinquantina di metri di distanza c’è un chiosco; è l’edicola ‘La Lucciola’. Vediamo se è qui che Angelo Bonomelli acquistava i giornali.“L’ultima volta che l’ho visto è stato domenica mattina, il giorno prima della sua morte; era stato qui anche il sabato. Quando è scomparso – spiega l’edicolante – una persona è venuta qui e mi ha chiesto: ‘Hai visto Angelo? I suoi sono preoccupati perché non è tornato a casa’. Io ho risposto che l’avevo visto la domenica, quando era entrato qui a prendere il giornale.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 18 NOVEMBREL'articolo TRESCORE – LE REAZIONI – Viaggio nel quartiere di Bonomelli: il suo bar, la sua edicolante, la sua gente proviene da Araberara.

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<a href="https://www.araberara.it/wp-content/uploads/2022/11/lula.png">Media</a>L’elezione di Luis Ignaçio da Silva, detto “Lula” a nuovo presidente del Brasile (215 milioni di abitanti, settima potenza mondiale per prodotto interno lordo) dopo le precedenti sue vittorie del 2002 e del 2006 mi ha riportato alla memoria la breve ma intensa visita che fece a Nembro il 14 settembre 1999. Lula era venuto in Italia su invito di diversi organismi di solidarietà internazionale  tra i quali la “Rete Radié Resch” che a Bergamo e a Nembro in particolare aveva, ed ha, numerosi sostenitori.Nei giorni precedenti la sua visita agli amici di Nembro, Lula aveva partecipato alla “Marcia per la Giustizia”,  sette chilometri tra Agliana e Quarrata, in provincia di Pistoia incentrata sul tema <em>Quale futuro per la Terra?</em> e nella quale era presente anche una delegazione bergamasca.In prima fila, a fianco di Lula, c’era Rigoberta Menchù, militante guatemalteca per i diritti sociali, premio Nobel per la Pace 1992; sfilarono anche personalità del mondo culturale e accademico italiano e i gonfaloni di numerosi comuni toscani della zona.Durante quella visita in Italia, Lula, che al tempo era il leader della maggiore forza politica di opposizione del Brasile, il <em>Partido dos trabalhadores</em>, tra un incontro e una conferenza programmati da tempo, trovò il tempo per passare da Bergamo che conosceva almeno di nome perché, e non mancò di  ricordarlo, sua moglie Marisa aveva lontane ascendenze bergamasche: i nonni paterni erano infatti originari di Palazzago.Lo accolse in quella bella giornata di settembre l’ospitale casa di Mirta, Claudio e Sara, la famiglia di Michele, scomparso tragicamente nel 1994, la quale già da anni svolgeva un’intensa e costante azione in favore dei diseredati della regione brasiliana di Petropolis, trasformando così in bene perenne un immenso dolore. Ricordo ancora il futuro presidente del Brasile  seduto nel luminoso soggiorno: massiccio, appena brizzolato, attento: aveva allora cinquantasei anni (classe 1945), mentre sorseggiava un caffè e fumava con gusto un piccolo sigaro tenendolo con la mano priva del dito mignolo che aveva perduto sotto una pressa tanti anni prima, lui operaio metallurgico di San Paolo, la regione più industrializzata del Brasile, poi sindacalista, quindi fondatore e dirigente del Partito dei lavoratori.Il soggiorno della casa di Mirta era gremito di persone venute anche da lontano per salutare l’uomo che sarebbe stato candidato alla presidenza del Brasile.<strong> </strong>BRASILELula, già presidente dal 2003 al 2011
entrerà in carica il 1° gennaio 2023L’elezione di Lula a Presidente del Brasile consolida la tendenza sudamericana a passare a governi e presidenti di centrosinistra (è già successo in Messico, Argentina, Cile e Colombia). Il divario molto ristretto tra i due candidati. Bolsonaro, il presidente uscente, si è in un primo momento rifiutato di accettare la sconfitta (così come fece Trump con Biden negli Stati Uniti) e questo ha provocato tensioni. C’è anche da sottolineare che da quando in Brasile è tornata la democrazia (che evidentemente per Bolsonaro, così come per Trump, va bene solo quando si vince) dopo la dittatura militare (1964-1985) non era mai successo che un Presidente uscente non venisse confermato per il secondo mandato. Ma Lula è anche il primo Presidente che viene eletto per un terzo mandato (è già stato presidente per due mandati dal 2003 al 2011).E’ andato a votare il 79,5% degli aventi diritto. Lula ha vinto con il 50,9% contro il 49,1 di Bolsonaro e la differenza è quantificata in 2 milioni e 100 mila voti in più e il partito di Lula (Pt – partito dei Lavoratori) ha avuto un successo elettorale notevole, massimo storico di consensi. Lula era appoggiato anche dal partito “rivale”, il Psdb (Partito socialdemocratico brasiliano), essendosi alleato con Gerardo Alckmin che ha la vicepresidenza. Il paese è spaccato, il nordest progressista e centrosud più orientato a destra.Ma come negli Stati Uniti anche in Brasile…
Media“Dì mia gat finchè nó l’è ‘ndól sac”, recita il saggio adagio dei nostri Vecchi che invita a non essere frettolosi. Avremmo forse dovuto ricordarcene anche noi, quando nell’ottobre scorso scrivevamo “Raggiunto finalmente un accordo per risolvere il problema dell’assenza di un medico di base: il dott. Presepio riprenderà servizio tra una ventina di giorni”. L’affermazione prendeva spunto dalla notizia dell’accordo  raggiunto nella riunione del 27 settembre scorso, alla presenza di un rappresentante di ATS, dei sindaci dei 4 Comuni e del dott. Luca Natalino Presepio,  secondo il quale, trascorso il tempo necessario perché le varie Giunte potessero approvare la relativa convenzione,  il servizio del dott. Presepio sarebbe ripreso in tutte le  quattro comunità dell’Alta Valle, così come quello della la sua segretaria presente a turno per due ore la settimana anche a Novazza, a Boario e a Lizzola per occuparsi delle  comunicazioni, delle ricette, delle prenotazioni, ecc…: I quattro sindaci di Gandellino, Gromo, Valbondione e Valgoglio, come ci aveva detto Flora Fiorina, avevano voluto dimostrare solidarietà alle varie frazioni, dal momento che invece a Gromo S. Marino e a Gandellino era già presente un medico tutti i giorni. Dunque, dopo il ritiro delle dimissioni da parte del dott. Presepio, sarebbe ripartito anche il servizio di segreteria, da parte di una segretaria fornita da una Cooperativa e retribuita dalla Cooperativa stessa e non direttamente dai Comuni.SUL NUMERO IN EDICOLA DAL 18 NOVEMBREL'articolo ALTA VALLE – Un Presepio poco ‘natalizio’ e i 4 sindaci perdono la pazienza: l’infinito caos del dottor Natalino Presepio che ‘non si presenta nei quattro Comuni’ proviene da Araberara.

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MediaNon accennano a diminuire le polemiche sul progetto che prevede l’abbattimento e la ricostruzione di un edificio comunale in Via Nazionale a Casazza, nella zona compresa tra il semaforo, la farmacia e la pensilina dei pullman. In particolare, nell’occhio del ciclone è la prevista diminuzione dei parcheggi, che portato ad una levata di scudi da parte dei negozianti ed esercenti dell’area. Sull’ultimo numero di Araberara abbiamo riportato il grido di dolore e di rabbia della farmacista, ma di grida di dolore e di rabbia ce ne sono molte altre; le si sentono nei bar di Casazza, le si leggono sui social, arrivano alla nostra redazione.Le reazioniEccone una. “Adesso, dopo che la questione è stata riportata dai giornali, l’Amministrazione comunale dice di voler mediare con noi commercianti. Peccato che però – ci dice una commerciante della zona – quando ci siamo incontrati, hanno detto: ‘si fa così’ facendo capire che non sarebbero tornati indietro. Comunque, a me, come commerciante e come cittadina di Casazza, sembra esagerato e assurdo spendere 3 milioni di euro così male, per abbattere un edificio che non è messo così male e per costruire una palazzina che, in effetti, esiste già. Quindi l’utilità del progetto mi sembra pari a zero!”.SUL NUMERO DI ARABERARA IN EDICOLA DAL 18 NOVEMBREL'articolo CASAZZA – ‘Caso parcheggi’, continuano le proteste. Il sindaco: “Vespaio sollevato senza sapere come stanno le cose” proviene da Araberara.

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