Squadra AIB e PC di Chiaverano ODV 🔥🌳

La sera del 12 ottobre 2012 l’abbiamo trascorsa tutti seduti intorno al tavolo dell’Ecomuseo di Chiaverano. Eravamo una quindicina scarsa: i volontari dell’allora Gruppo Comunale di Protezione Civile.

Mosca figlio - l’allora coordinatore - aveva ben pensato di farsi convincere da Maccioni - il presidente di un gruppo di antincendio boschivo di Pavone - a seguirlo e a formalizzare il fatto che il nostro gruppo avesse sempre fatto anche quella specifica attività, creando un ente strutturato che potesse aderire al coordinamento territoriale di quel tipo di volontariato: il Corpo AIB del Piemonte. Nei pochi mesi precedenti aveva quindi avviato l’iter e predisposto i primi documenti, preparando l’assemblea costituente di quella sera.

Arriva il momento in cui si deve decidere chi siederà per la prima volta sulle allora tre sedie direzionali principali: Testa padre alla presidenza, perché essendo in pensione ha disponibilità di tempo per tirare le fila e coordinarsi con il comune; Stabile padre alla segreteria e tesoreria, in continuità con il lavoro che svolgeva nella precedente formazione. Salgono come consiglieri lo stesso Mosca, che non può esimersi dall’aiutare i suoi nel periodo di transizione, lo storico sempre-eletto Nalin padre, che ha solo recentemente dovuto fare un passo indietro per questioni personali, e Bertolino figlio.

Manca la vicepresidenza: chi si propone? Silenzio. Mosca, sedutomi di fronte, guarda nella mia direzione e domanda fulmineo: “Vuoi fare il vicepresidente?” Eterno istante in cui la mia mente valuta infiniti scenari, spazianti dall’autodistruzione di Chiaverano al mio efferato - e sfiorato - omicidio da parte materna: tutti legati tanto al fatto che fossi un giovane studente appena ventenne che si trovava lì più per un caso fortuito, quanto al fatto che mancassi completamente di una anche solo minima idea di che entità aliene fossero protezione civile e antincendio boschivo.

“Sì.”

Poco dopo, con Testa e Stabile ho firmato l’atto costitutivo e, insieme con tutti gli altri soci, abbiamo firmato il nostro primo statuto sociale: dieci anni fa è nata la Squadra AIB.

È trascorso un decennio. E in tutto questo tempo insieme abbiamo fatto tanto: tanti errori, tante cose belle. Qualche decina di migliaia di ore di servizio, di giorno o di notte che fosse, a Natale come in pieno agosto. Su un incendio in punta a una montagna come in mezzo al fango verso la Liguria. In riunione tra noi a scambiarci una fetta di panettone come in assemblea regionale a dire la nostra e a sentire quella degli altri. Tanti sacrifici e tanti impegni, anche importanti, annullati o rimandati.

Abbiamo portato un gruppo comunale in un coordinamento regionale tra i migliori in Italia, dandogli una organizzazione e una struttura operativa e amministrativa che prima non aveva. Abbiamo dovuto scegliere se essere un gruppo comunale o una organizzazione privata e abbiamo scelto la via del fuoco. Abbiamo fatto la nostra parte al fianco del comune e delle organizzazioni del paese durante tante manifestazioni, ma abbiamo anche deciso che era ora di crescere, di posare le palette e di occuparsi quasi esclusivamente del nostro territorio, dei nostri torrenti e dei nostri boschi. Abbiamo iniziato a partecipare a piccolissimi progetti di finanziamento e a creare una rete con il volontariato chiaveranese ed eporediese, perché si va avanti solo guardando fuori da noi stessi e dal nostro orto.

Abbiamo cercato e trovato un ricambio generazionale necessario e ci siamo aperti ancora più al fondamentale mondo femminile, con i nostri vecchi sempre vigili e pronti a darci un consiglio o a correggere una traiettoria imprudente. Abbiamo portato la nostra realtà a contribuire nelle consulte territoriali e fino alla commissione regionale per gli affari giuridici. Abbiamo trovato nuove forze e ne abbiamo perse alcune, perché le vie della vita di ognuno di noi sono tante e non sempre rimangono vicine. E non sempre sono belle. Abbiamo perso la nostra segretaria. E si è sentito.

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