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mai come in questo momento il mondo "occidentale" è sull'orlo di una guerra mondiale, le cui cause sono per nulla chiare e gli sviluppi ancor meno.
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Poche cose sono stupide e demenziali come questa storia del 5% del PIL da investire obbligatoriamente in difesa. Intanto perché è un parametro inventato totalmente a caso che non ha alcun fondamento logico, razionale e neppure empirico.
Non c'è nessun computo basato su reali esigenze dietro la fissazione di questa soglia percentuale. Se qualcuno si fosse preso la briga di quantificare eventuali maggiori necessità di difesa del nostro Paese, per esempio rapportandole a un certo numero di mezzi da acquistare, allora una ipotetica maggiore somma da spendere sarebbe casomai da calcolare in termini assoluti, effettivi, certi, chiari e preventivabili. Non in termini percentuali o relativi.
Non c'è un piano di spesa, non ci sono obiettivi concreti se non quello genericamente dichiarato di fare deterrenza rispetto a un'ipotetica invasione russa (fa già ridere così). E' semplicemente un gigantesco pizzo da pagare agli Stati Uniti e più in generale ai signori delle armi, che nel militarizzare il vecchio continente ci scaricheranno un bel po' della loro ferraglia in esubero dietro lauto compenso.
Peraltro il combinato disposto fra due vincoli sovranazionali uno più demenziale dell'altro, quello sui limiti di deficit dell'UE e questo della NATO che invece imporrà di spendere sempre più in difesa, stritolerà il nostro Paese in una morsa di austerità, che a sua volta si tradurrà nell'ennesima infornata di tagli al welfare, svendite di stato, privatizzazioni.
Si verifica il paradosso dei paradossi: ci dicono che tutto questo serve per difendere la sovranità e l'integrità dello Stato, per renderci più sicuri, nel mentre prosegue la spirale di smembramento dello Stato stesso, che per onorare tali impegni internazionali sta svendendo i suoi asset sensibili mettendo la propria sicurezza nelle mani di fondi e gruppi di investimento privati. Dalle infrastrutture delle telecomunicazioni agli snodi energetici, dall'industria dei grandi marchi alle ferrovie, dalla ricerca alla componentistica, dalle compagnie di trasporto al patrimonio culturale: viene tutto messo nelle mani di fondi americani, tedeschi, francesi, cinesi in cambio di quattro spiccioli che poi vengono "investiti" con la pretesa di difendere quella che ormai è già una scatola vuota, magari non colonizzata come si usava fare secoli fa con la forza degli eserciti, ma spolpata ben più efficacemente tramite banca. Insomma, mi sembra che di questo passo stia rimanendo ben poco da difendere.
Senza contare l'arrogante ipocrisia di chi pretende di potersi riarmare senza tenere conto dell'effetto domino che si innesca a ogni nuova infornata di missili, caccia e carri armati. Se ci riarmiamo noi è quasi come se avessimo una sorta di legittimazione morale a farlo perché siamo quelli buoni e democratici, e gli altri non devono avere nulla da temere. Se in risposta si riarmano gli altri, li bombardiamo preventivamente, li demonizziamo, li criminalizziamo, ci sentiamo a nostra volta minacciati. Tutto questo non ha davvero alcun senso.
Francesco Forciniti
Non c'è nessun computo basato su reali esigenze dietro la fissazione di questa soglia percentuale. Se qualcuno si fosse preso la briga di quantificare eventuali maggiori necessità di difesa del nostro Paese, per esempio rapportandole a un certo numero di mezzi da acquistare, allora una ipotetica maggiore somma da spendere sarebbe casomai da calcolare in termini assoluti, effettivi, certi, chiari e preventivabili. Non in termini percentuali o relativi.
Non c'è un piano di spesa, non ci sono obiettivi concreti se non quello genericamente dichiarato di fare deterrenza rispetto a un'ipotetica invasione russa (fa già ridere così). E' semplicemente un gigantesco pizzo da pagare agli Stati Uniti e più in generale ai signori delle armi, che nel militarizzare il vecchio continente ci scaricheranno un bel po' della loro ferraglia in esubero dietro lauto compenso.
Peraltro il combinato disposto fra due vincoli sovranazionali uno più demenziale dell'altro, quello sui limiti di deficit dell'UE e questo della NATO che invece imporrà di spendere sempre più in difesa, stritolerà il nostro Paese in una morsa di austerità, che a sua volta si tradurrà nell'ennesima infornata di tagli al welfare, svendite di stato, privatizzazioni.
Si verifica il paradosso dei paradossi: ci dicono che tutto questo serve per difendere la sovranità e l'integrità dello Stato, per renderci più sicuri, nel mentre prosegue la spirale di smembramento dello Stato stesso, che per onorare tali impegni internazionali sta svendendo i suoi asset sensibili mettendo la propria sicurezza nelle mani di fondi e gruppi di investimento privati. Dalle infrastrutture delle telecomunicazioni agli snodi energetici, dall'industria dei grandi marchi alle ferrovie, dalla ricerca alla componentistica, dalle compagnie di trasporto al patrimonio culturale: viene tutto messo nelle mani di fondi americani, tedeschi, francesi, cinesi in cambio di quattro spiccioli che poi vengono "investiti" con la pretesa di difendere quella che ormai è già una scatola vuota, magari non colonizzata come si usava fare secoli fa con la forza degli eserciti, ma spolpata ben più efficacemente tramite banca. Insomma, mi sembra che di questo passo stia rimanendo ben poco da difendere.
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Rassegna stampa economica non convenzionale con Ilaria Bifarini e Fabio Conditi.
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Forwarded from Libertà e democrazia
⚠️ COSA NON SI FA PER AMORE DELLA LIBERTÀ❗️
Andrea Zhok
⏹️ Una rapida escursione sulle pagine dei principali giornali, telegiornali e talk show mostra come sia partito l’ordine di scuderia alle giumente da lavoro del giornalismo italiano: “È il momento del dissidente iraniano!”
🔸️E così da ieri si fa a gara a intervistare fuoriusciti e dissidenti iraniani, a dare voce con sguardo compunto e addolorato alle loro sofferenze spirituali e materiali, nel sacro nome della Libertà.
🔸️ Il pattern è sempre lo stesso dall’era dei dissidenti russi, agli esuli cubani, ai rifugiati libici, iracheni, siriani, ecc. ecc. È come andare in bicicletta, una volta imparato lo fai anche a occhi chiusi.
🔸️ Si alimenta e facilita economicamente, con permessi di soggiorno speciali, ecc. il costituirsi di reti di fuoriusciti, che devono alimentare la narrazione per cui il paese X, che vorremmo smantellare, altro non è che l’ennesima incarnazione del Male da espungere.
Continua ⤵️
Riassunto punti salienti
🔴 LIBERTÀ E DEMOCRAZIA
👉 Canale Libertà e democrazia
👉 @liberademocrazia
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Forwarded from Paura&Profitto
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Il 5 luglio 2025, si terrà a Sovicille ( SIENA ) un importante incontro pubblico sul futuro della ricerca italiana. BIOTECNOPOLO : TRA SCIENZA, ETICA E PROSPETTIVE DI LAVORO . Interverranno scienziati, medici, giuristi e giornalisti italiani e internazionali per analizzare il futuro del nuovo EVH ( Hub vaccinale europeo ) in vista dell'entrata in vigore degli emendamenti ai regolamenti sanitari internazionali, prevista per il 19 luglio 2025. Il tempo è poco e abbiamo bisogno di essere pronti a tutti i possibili scenari che ciò potrà determinare . Vi aspettiamo alle ore 16.00 il 5 luglio presso il Centro Culturale " La Tinaia " in Via dei macelli, 1 a Soviciille ( SI )
Forwarded from CARTA DI SIENA - Patto tra Medici e cittadini
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Oggi Iniziativa Cure si-cure
Forwarded from Libertà e democrazia
⚠️ LA STRAGE DEGLI ULIVI IN NOME DEL GREEN❗️
Marcello Veneziani
⏹️ Non bastava la xylella, la malattia mortale delle piante, a distruggere gli ulivi in Puglia, più lo sciame delle speculazioni al seguito. Non bastava l’edilizia forsennata dei decenni passati, la trasformazione di terreni agricoli in suoli edificabili o per insediamenti commerciali e industriali.
🔸️ Sono arrivate le pale eoliche e i pannelli solari a decidere la strage di ulivi col pretesto grottesco della svolta green. Si, nel nome del verde vengono espiantati e distrutti migliaia di ulivi.
🔸️ Come dire ecologia contro natura: anzi una specie di ideologia dell’ambiente, che riveste come una buccia verde una spietata logica del profitto, contro le piante, gli alberi, la vita reale della natura.
🔸️ Di cosa stiamo parlando? Partiamo dalla capitale dell’olivo, Bitonto. Duemila ulivi sono stati strappati a viva forza dal loro suolo, piante sanissime e ulivi secolari, per far sorgere in un agro, il Pozzo delle Grue, un grande impianto fotovoltaico.
Continua ⤵️
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LA STRAGE DEGLI ULIVI IN NOME DEL GREEN
⏹️ Non bastava la xylella, la malattia mortale delle piante, a distruggere gli ulivi in Puglia, più lo sciame delle speculazioni al seguito. Non bastava l’edilizia forsennata dei decenni passati, la trasformazione di terreni agricoli in suoli edificabili…
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Forwarded from RangeloniNews
Il Messaggero ci informa che i russi hanno finito gli asini e ora ricorrono alle motociclette.
I cavalieri russi del terzo millennio “non tornano mai indietro”, assicura la redazione.
La tattica dei piccoli gruppi di assaltatori su due ruote, decisamente più agili e mobili rispetto alle ingombranti colonne di corazzati, è talmente un flop che anche l’esercito ucraino ha iniziato a farne ampiamente uso. Ma di ciò sul Messaggero non c’è traccia.
Dalla retorica del giornale sembrerebbe che l’esercito russo sia disperato, prossimo alla disfatta. Ma soprattutto non si capisce come sia possibile che ogni giorno Kiev perda il controllo di centri abitati su tutta la linea del fronte.
https://t.me/vn_rangeloni
I cavalieri russi del terzo millennio “non tornano mai indietro”, assicura la redazione.
La tattica dei piccoli gruppi di assaltatori su due ruote, decisamente più agili e mobili rispetto alle ingombranti colonne di corazzati, è talmente un flop che anche l’esercito ucraino ha iniziato a farne ampiamente uso. Ma di ciò sul Messaggero non c’è traccia.
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Forwarded from La nuova normalità
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L'intero settore farmaceutico e chemioterapico è focalizzato sulla genetica come causa del cancro, con "generazione di entrate" e profitti derivanti da "veleni tossici e radiazioni" che distruggono le cellule NK e T "che proteggono il corpo dal cancro" - (Dr Patrick Soon-Shiong, podcast Dr Drew)
Thomas Seyfried sottolinea che l'intero settore deve accettare l'importanza della ricerca che dimostra che il cancro è una malattia metabolica e che i medici hanno bisogno di essere riqualificati.
Thomas Seyfried, professore di biologia al Boston College, sostiene che il cancro sia principalmente una malattia metabolica mitocondriale. La sua ricerca dimostra che le cellule tumorali dipendono dalla fermentazione per ottenere energia, in particolare dal glucosio e dall'amminoacido glutammina, a causa del danno ai mitocondri.
Seyfried è un sostenitore delle terapie metaboliche, tra cui la restrizione calorica, le diete chetogeniche e i farmaci mirati.
IN ESCLUSIVA TRADOTTO INTERAMENTE IN ITALIANO
https://t.me/lanuovanormalita
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Thomas Seyfried sottolinea che l'intero settore deve accettare l'importanza della ricerca che dimostra che il cancro è una malattia metabolica e che i medici hanno bisogno di essere riqualificati.
Thomas Seyfried, professore di biologia al Boston College, sostiene che il cancro sia principalmente una malattia metabolica mitocondriale. La sua ricerca dimostra che le cellule tumorali dipendono dalla fermentazione per ottenere energia, in particolare dal glucosio e dall'amminoacido glutammina, a causa del danno ai mitocondri.
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