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Con Davide Lombardi andiamo a scoprire cosa dice l'astrologia Vedica
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Forwarded from InsideOver
Ammar Motaz Mostafa Hamayel, 13 anni, è morto lunedì 23 giugno nei pressi del villaggio di Kufr Malek, in Cisgiordania occupata dopo essere stato raggiunto da un colpo d’arma da fuoco sparato da militari israeliani.
Il bambino si trovava con un amico quando, secondo Defense for Children International Palestine, i soldati hanno iniziato a sparare verso di lui.
Secondo l’organizzazione palestinese, i colpi sono partiti da una postazione nascosta dell’IDF, situata a circa 500–1.000 metri di distanza dal bambino.
Ammar è stato colpito alla schiena; il proiettile è fuoriuscito dal collo. Nonostante gravemente ferito, il giovane è rimasto a terra per circa due ore, senza ricevere assistenza da nessuno.
Diversi testimoni riferiscono che i soldati israeliani hanno impedito a chiunque di di avvicinarsi, aggredendo chi tentava di aiutarlo.
Con la morte di Ammar, sale a 29 il numero di minori palestinesi uccisi dalle forze israeliane in Cisgiordania dall’inizio dell’anno, in soli 6 mesi.
Il bambino si trovava con un amico quando, secondo Defense for Children International Palestine, i soldati hanno iniziato a sparare verso di lui.
Secondo l’organizzazione palestinese, i colpi sono partiti da una postazione nascosta dell’IDF, situata a circa 500–1.000 metri di distanza dal bambino.
Ammar è stato colpito alla schiena; il proiettile è fuoriuscito dal collo. Nonostante gravemente ferito, il giovane è rimasto a terra per circa due ore, senza ricevere assistenza da nessuno.
Diversi testimoni riferiscono che i soldati israeliani hanno impedito a chiunque di di avvicinarsi, aggredendo chi tentava di aiutarlo.
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mai come in questo momento il mondo "occidentale" è sull'orlo di una guerra mondiale, le cui cause sono per nulla chiare e gli sviluppi ancor meno.
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Poche cose sono stupide e demenziali come questa storia del 5% del PIL da investire obbligatoriamente in difesa. Intanto perché è un parametro inventato totalmente a caso che non ha alcun fondamento logico, razionale e neppure empirico.
Non c'è nessun computo basato su reali esigenze dietro la fissazione di questa soglia percentuale. Se qualcuno si fosse preso la briga di quantificare eventuali maggiori necessità di difesa del nostro Paese, per esempio rapportandole a un certo numero di mezzi da acquistare, allora una ipotetica maggiore somma da spendere sarebbe casomai da calcolare in termini assoluti, effettivi, certi, chiari e preventivabili. Non in termini percentuali o relativi.
Non c'è un piano di spesa, non ci sono obiettivi concreti se non quello genericamente dichiarato di fare deterrenza rispetto a un'ipotetica invasione russa (fa già ridere così). E' semplicemente un gigantesco pizzo da pagare agli Stati Uniti e più in generale ai signori delle armi, che nel militarizzare il vecchio continente ci scaricheranno un bel po' della loro ferraglia in esubero dietro lauto compenso.
Peraltro il combinato disposto fra due vincoli sovranazionali uno più demenziale dell'altro, quello sui limiti di deficit dell'UE e questo della NATO che invece imporrà di spendere sempre più in difesa, stritolerà il nostro Paese in una morsa di austerità, che a sua volta si tradurrà nell'ennesima infornata di tagli al welfare, svendite di stato, privatizzazioni.
Si verifica il paradosso dei paradossi: ci dicono che tutto questo serve per difendere la sovranità e l'integrità dello Stato, per renderci più sicuri, nel mentre prosegue la spirale di smembramento dello Stato stesso, che per onorare tali impegni internazionali sta svendendo i suoi asset sensibili mettendo la propria sicurezza nelle mani di fondi e gruppi di investimento privati. Dalle infrastrutture delle telecomunicazioni agli snodi energetici, dall'industria dei grandi marchi alle ferrovie, dalla ricerca alla componentistica, dalle compagnie di trasporto al patrimonio culturale: viene tutto messo nelle mani di fondi americani, tedeschi, francesi, cinesi in cambio di quattro spiccioli che poi vengono "investiti" con la pretesa di difendere quella che ormai è già una scatola vuota, magari non colonizzata come si usava fare secoli fa con la forza degli eserciti, ma spolpata ben più efficacemente tramite banca. Insomma, mi sembra che di questo passo stia rimanendo ben poco da difendere.
Senza contare l'arrogante ipocrisia di chi pretende di potersi riarmare senza tenere conto dell'effetto domino che si innesca a ogni nuova infornata di missili, caccia e carri armati. Se ci riarmiamo noi è quasi come se avessimo una sorta di legittimazione morale a farlo perché siamo quelli buoni e democratici, e gli altri non devono avere nulla da temere. Se in risposta si riarmano gli altri, li bombardiamo preventivamente, li demonizziamo, li criminalizziamo, ci sentiamo a nostra volta minacciati. Tutto questo non ha davvero alcun senso.
Francesco Forciniti
Non c'è nessun computo basato su reali esigenze dietro la fissazione di questa soglia percentuale. Se qualcuno si fosse preso la briga di quantificare eventuali maggiori necessità di difesa del nostro Paese, per esempio rapportandole a un certo numero di mezzi da acquistare, allora una ipotetica maggiore somma da spendere sarebbe casomai da calcolare in termini assoluti, effettivi, certi, chiari e preventivabili. Non in termini percentuali o relativi.
Non c'è un piano di spesa, non ci sono obiettivi concreti se non quello genericamente dichiarato di fare deterrenza rispetto a un'ipotetica invasione russa (fa già ridere così). E' semplicemente un gigantesco pizzo da pagare agli Stati Uniti e più in generale ai signori delle armi, che nel militarizzare il vecchio continente ci scaricheranno un bel po' della loro ferraglia in esubero dietro lauto compenso.
Peraltro il combinato disposto fra due vincoli sovranazionali uno più demenziale dell'altro, quello sui limiti di deficit dell'UE e questo della NATO che invece imporrà di spendere sempre più in difesa, stritolerà il nostro Paese in una morsa di austerità, che a sua volta si tradurrà nell'ennesima infornata di tagli al welfare, svendite di stato, privatizzazioni.
Si verifica il paradosso dei paradossi: ci dicono che tutto questo serve per difendere la sovranità e l'integrità dello Stato, per renderci più sicuri, nel mentre prosegue la spirale di smembramento dello Stato stesso, che per onorare tali impegni internazionali sta svendendo i suoi asset sensibili mettendo la propria sicurezza nelle mani di fondi e gruppi di investimento privati. Dalle infrastrutture delle telecomunicazioni agli snodi energetici, dall'industria dei grandi marchi alle ferrovie, dalla ricerca alla componentistica, dalle compagnie di trasporto al patrimonio culturale: viene tutto messo nelle mani di fondi americani, tedeschi, francesi, cinesi in cambio di quattro spiccioli che poi vengono "investiti" con la pretesa di difendere quella che ormai è già una scatola vuota, magari non colonizzata come si usava fare secoli fa con la forza degli eserciti, ma spolpata ben più efficacemente tramite banca. Insomma, mi sembra che di questo passo stia rimanendo ben poco da difendere.
Senza contare l'arrogante ipocrisia di chi pretende di potersi riarmare senza tenere conto dell'effetto domino che si innesca a ogni nuova infornata di missili, caccia e carri armati. Se ci riarmiamo noi è quasi come se avessimo una sorta di legittimazione morale a farlo perché siamo quelli buoni e democratici, e gli altri non devono avere nulla da temere. Se in risposta si riarmano gli altri, li bombardiamo preventivamente, li demonizziamo, li criminalizziamo, ci sentiamo a nostra volta minacciati. Tutto questo non ha davvero alcun senso.
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Rassegna stampa economica non convenzionale con Ilaria Bifarini e Fabio Conditi.
Aiutaci a sostenere le spese per continuare il nostro lavoro, potete contribuire con una donazione a questo IBAN IT13N0357601601010000786764 oppure con paypal a 9mq@9mq.it.
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Forwarded from Libertà e democrazia
⚠️ COSA NON SI FA PER AMORE DELLA LIBERTÀ❗️
Andrea Zhok
⏹️ Una rapida escursione sulle pagine dei principali giornali, telegiornali e talk show mostra come sia partito l’ordine di scuderia alle giumente da lavoro del giornalismo italiano: “È il momento del dissidente iraniano!”
🔸️E così da ieri si fa a gara a intervistare fuoriusciti e dissidenti iraniani, a dare voce con sguardo compunto e addolorato alle loro sofferenze spirituali e materiali, nel sacro nome della Libertà.
🔸️ Il pattern è sempre lo stesso dall’era dei dissidenti russi, agli esuli cubani, ai rifugiati libici, iracheni, siriani, ecc. ecc. È come andare in bicicletta, una volta imparato lo fai anche a occhi chiusi.
🔸️ Si alimenta e facilita economicamente, con permessi di soggiorno speciali, ecc. il costituirsi di reti di fuoriusciti, che devono alimentare la narrazione per cui il paese X, che vorremmo smantellare, altro non è che l’ennesima incarnazione del Male da espungere.
Continua ⤵️
Riassunto punti salienti
🔴 LIBERTÀ E DEMOCRAZIA
👉 Canale Libertà e democrazia
👉 @liberademocrazia
Andrea Zhok
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Forwarded from Paura&Profitto
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Il 5 luglio 2025, si terrà a Sovicille ( SIENA ) un importante incontro pubblico sul futuro della ricerca italiana. BIOTECNOPOLO : TRA SCIENZA, ETICA E PROSPETTIVE DI LAVORO . Interverranno scienziati, medici, giuristi e giornalisti italiani e internazionali per analizzare il futuro del nuovo EVH ( Hub vaccinale europeo ) in vista dell'entrata in vigore degli emendamenti ai regolamenti sanitari internazionali, prevista per il 19 luglio 2025. Il tempo è poco e abbiamo bisogno di essere pronti a tutti i possibili scenari che ciò potrà determinare . Vi aspettiamo alle ore 16.00 il 5 luglio presso il Centro Culturale " La Tinaia " in Via dei macelli, 1 a Soviciille ( SI )
Forwarded from CARTA DI SIENA - Patto tra Medici e cittadini
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Oggi Iniziativa Cure si-cure
Forwarded from Libertà e democrazia
⚠️ LA STRAGE DEGLI ULIVI IN NOME DEL GREEN❗️
Marcello Veneziani
⏹️ Non bastava la xylella, la malattia mortale delle piante, a distruggere gli ulivi in Puglia, più lo sciame delle speculazioni al seguito. Non bastava l’edilizia forsennata dei decenni passati, la trasformazione di terreni agricoli in suoli edificabili o per insediamenti commerciali e industriali.
🔸️ Sono arrivate le pale eoliche e i pannelli solari a decidere la strage di ulivi col pretesto grottesco della svolta green. Si, nel nome del verde vengono espiantati e distrutti migliaia di ulivi.
🔸️ Come dire ecologia contro natura: anzi una specie di ideologia dell’ambiente, che riveste come una buccia verde una spietata logica del profitto, contro le piante, gli alberi, la vita reale della natura.
🔸️ Di cosa stiamo parlando? Partiamo dalla capitale dell’olivo, Bitonto. Duemila ulivi sono stati strappati a viva forza dal loro suolo, piante sanissime e ulivi secolari, per far sorgere in un agro, il Pozzo delle Grue, un grande impianto fotovoltaico.
Continua ⤵️
Riassunto punti salienti
🔴 LIBERTÀ E DEMOCRAZIA
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👉 @liberademocrazia
Marcello Veneziani
⏹️ Non bastava la xylella, la malattia mortale delle piante, a distruggere gli ulivi in Puglia, più lo sciame delle speculazioni al seguito. Non bastava l’edilizia forsennata dei decenni passati, la trasformazione di terreni agricoli in suoli edificabili o per insediamenti commerciali e industriali.
🔸️ Sono arrivate le pale eoliche e i pannelli solari a decidere la strage di ulivi col pretesto grottesco della svolta green. Si, nel nome del verde vengono espiantati e distrutti migliaia di ulivi.
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