⚠️ L’INFERNO DEL CAPITALISMO E IL GOVERNO DEGLI SCHIAVI❗️
Francesco Centineo
◾️ La nostra società fa schifo ed è drogata, il mondo puzza ed è inquinato, l’industria divora risorse sopratutto quelle umane: le persone devono lavorare e produrre; il sistema si nutre di «carne umana»; le persone non sono mai state così sfruttate, oppresse, costrette, controllate e manipolate dal potere nella storia dell’umanità; mai il potere era riuscito ad essere così efficace.
◾️ Ad oggi, nell’epoca postmoderna della globalizzazione, l’umanità è stata risucchiata ed assorbita all’interno del regno delle macchine. La tecnologia, l’innovazione, il progresso non sono più valori occidentali ma del mondo intero. La Cina guarda al «futuro», l’India guarda al «futuro», i Paesi arabi guardano al «futuro», l’Africa guarda al «futuro», tutti gli uomini guardano al «futuro» e tutte le nazioni partecipano a questa folle corsa verso il nuovo mondo dell’«intelligenza artificiale
◾️ Questo mondo fatto di macchine, di mostri tecnologici è un mondo tremendo che si espande senza sosta e che non è assolutamente un mondo adatto gli uomini; il mondo degli uomini, prima che la modernità arrivasse a distruggere la civiltà, era gioioso ed era giocoso; gli uomini, nel passato, erano liberi di giocare al grande gioco della creazione e non si preoccupavano di lavorare come dei matti. L’uomo, prima che la modernità arrivasse a sconvolgerlo, non era mai stato messo in «produzione»:
◾️ La modernità è un’epoca in cui il lavoro acquista rapidissimamente significato e in cui cresce sempre più la diffidenza nei confronti del gioco. Ciò si rispecchia anche nella filosofia. La dialettica hegeliana del signore e del servo inzia con un duello... Prosegue su SFERO
Articolo integrale
🔴 LIBERTÀ E DEMOCRAZIA
👉 Canale Libertà e democrazia
👉 @liberademocrazia (Chat)
Francesco Centineo
◾️ La nostra società fa schifo ed è drogata, il mondo puzza ed è inquinato, l’industria divora risorse sopratutto quelle umane: le persone devono lavorare e produrre; il sistema si nutre di «carne umana»; le persone non sono mai state così sfruttate, oppresse, costrette, controllate e manipolate dal potere nella storia dell’umanità; mai il potere era riuscito ad essere così efficace.
◾️ Ad oggi, nell’epoca postmoderna della globalizzazione, l’umanità è stata risucchiata ed assorbita all’interno del regno delle macchine. La tecnologia, l’innovazione, il progresso non sono più valori occidentali ma del mondo intero. La Cina guarda al «futuro», l’India guarda al «futuro», i Paesi arabi guardano al «futuro», l’Africa guarda al «futuro», tutti gli uomini guardano al «futuro» e tutte le nazioni partecipano a questa folle corsa verso il nuovo mondo dell’«intelligenza artificiale
◾️ Questo mondo fatto di macchine, di mostri tecnologici è un mondo tremendo che si espande senza sosta e che non è assolutamente un mondo adatto gli uomini; il mondo degli uomini, prima che la modernità arrivasse a distruggere la civiltà, era gioioso ed era giocoso; gli uomini, nel passato, erano liberi di giocare al grande gioco della creazione e non si preoccupavano di lavorare come dei matti. L’uomo, prima che la modernità arrivasse a sconvolgerlo, non era mai stato messo in «produzione»:
◾️ La modernità è un’epoca in cui il lavoro acquista rapidissimamente significato e in cui cresce sempre più la diffidenza nei confronti del gioco. Ciò si rispecchia anche nella filosofia. La dialettica hegeliana del signore e del servo inzia con un duello... Prosegue su SFERO
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Sfero
L’INFERNO DEL CAPITALISMO E IL GOVERNO DEGLI SCHIAVI · Sfero
La nostra società fa schifo ed è drogata, il mondo puzza ed è inquinato, l’industria divora risorse sopratutto quelle umane: le persone devono lavorare e produrre; il sistema si nutre di «carne umana»; le persone non sono mai state così sfruttate, oppresse…
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Forwarded from Lettera da Mosca
COLPO DI SCENA IN ROMANIA - La decisione della Corte costituzionale di annullare i risultati del primo turno delle elezioni presidenziali in Romania (svoltosi nel dicembre 2024 e in cui il candidato indipendente Calin Georgescu ha ottenuto una consistente vittoria) è stata a sua volta sospesa dalla Corte d'appello di Ploiesti. Se la decisione non viene contestata entro 2 settimane, il primo turno sarà considerato valido e verrà programmato un secondo turno. Il favorito è ancora una volta Calin Georgescu.
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Oggi possiamo definirci "liberi"? Certo, la condizione che viviamo adesso non è paragonabile a quella che gli uomini di quel tempo hanno vissuto durante il ventennio fascista, ma è forse questa ragione sufficiente per sentirsi appagati, soddisfatti e quindi festeggiare?
Esiste una condizione di subalternità e sudditanza che può essere considerata accettabile, o addirittura ideale e idilliaca, solo e soltanto in ragione del fatto che prima si stava peggio? Esiste una condizione di non libertà o semi-libertà da ritenere "giusta" e auspicabile solo perché altrove le cose vanno ancora meno bene?
Io credo di no. La libertà è oppure non è, non esistono forme intermedie. Casomai esistono vari livelli, stadi e gradi di oppressione, usurpazione, tirannia, abuso, prevaricazione, certamente diversi gli uni dagli altri. Ma nessuno di questi può essere celebrato in quanto condizione di piena libertà.
La tirannide di oggi non ti uccide, almeno non direttamente. Non ti impone la tessera del partito unico, ti lascia qualche spazio in più di espressione, oggettivamente di concede qualche opportunità in più. Ma è comunque inflessibile, autoritaria e se necessario violenta nel pretendere il rispetto dei suoi dogmi e delle sue regole indiscutibili.
Il fascismo di oggi si traduce, per esempio, nell'impossibilità di mettere in discussione il totale appiattimento del nostro Paese verso gli interessi americani. "Ci hanno liberato e dobbiamo essere grati", ci dicono, ma se ottant'anni dopo abbiamo ancora un vincolo di "riconoscenza" così forte, permeante e indiscutibile, di che libertà stiamo parlando? Se nei momenti cruciali siamo costretti a sacrificare i nostri interessi per questioni di posizionamento geopolitico, siamo sicuri di essere poi così liberi?
Il fascismo di oggi ha anche il volto grigio, austero e meccanico della tecnocrazia. Del rigore dei conti, della cura dimagrante agli Stati, che hanno dovuto lasciare campo libero al mercato, alla legge del più forte, del grande che mangia il piccolo, del ricco che schiaccia il povero. Degli ospedali chiusi, della privatizzazione di ogni servizio, della mercificazione di ogni cosa, dei salari sempre più bassi, dell'età pensionabile sempre più alta, degli Stati nazionali che non possono più fare welfare. Della grande finanza che calpesta la dignità dell'individuo, azzera i diritti e il diritto in nome del liberismo più sfrenato.
Ecco, io non credo di sentirmi "libero". Sento che il potere oggi si professa "democratico" e "liberale", ma lo è solo fin quando accetti docilmente ciò che lui ha deciso sia il meglio per te e il massimo a cui tu possa ambire. Fin quando non ti poni l'ambizione di superare quell'asticella. Un po' come un pesciolino rosso in un acquario, che non ha idea di cosa sia un fiume, un lago, un mare.
Francesco Forciniti
Esiste una condizione di subalternità e sudditanza che può essere considerata accettabile, o addirittura ideale e idilliaca, solo e soltanto in ragione del fatto che prima si stava peggio? Esiste una condizione di non libertà o semi-libertà da ritenere "giusta" e auspicabile solo perché altrove le cose vanno ancora meno bene?
Io credo di no. La libertà è oppure non è, non esistono forme intermedie. Casomai esistono vari livelli, stadi e gradi di oppressione, usurpazione, tirannia, abuso, prevaricazione, certamente diversi gli uni dagli altri. Ma nessuno di questi può essere celebrato in quanto condizione di piena libertà.
La tirannide di oggi non ti uccide, almeno non direttamente. Non ti impone la tessera del partito unico, ti lascia qualche spazio in più di espressione, oggettivamente di concede qualche opportunità in più. Ma è comunque inflessibile, autoritaria e se necessario violenta nel pretendere il rispetto dei suoi dogmi e delle sue regole indiscutibili.
Il fascismo di oggi si traduce, per esempio, nell'impossibilità di mettere in discussione il totale appiattimento del nostro Paese verso gli interessi americani. "Ci hanno liberato e dobbiamo essere grati", ci dicono, ma se ottant'anni dopo abbiamo ancora un vincolo di "riconoscenza" così forte, permeante e indiscutibile, di che libertà stiamo parlando? Se nei momenti cruciali siamo costretti a sacrificare i nostri interessi per questioni di posizionamento geopolitico, siamo sicuri di essere poi così liberi?
Il fascismo di oggi ha anche il volto grigio, austero e meccanico della tecnocrazia. Del rigore dei conti, della cura dimagrante agli Stati, che hanno dovuto lasciare campo libero al mercato, alla legge del più forte, del grande che mangia il piccolo, del ricco che schiaccia il povero. Degli ospedali chiusi, della privatizzazione di ogni servizio, della mercificazione di ogni cosa, dei salari sempre più bassi, dell'età pensionabile sempre più alta, degli Stati nazionali che non possono più fare welfare. Della grande finanza che calpesta la dignità dell'individuo, azzera i diritti e il diritto in nome del liberismo più sfrenato.
Ecco, io non credo di sentirmi "libero". Sento che il potere oggi si professa "democratico" e "liberale", ma lo è solo fin quando accetti docilmente ciò che lui ha deciso sia il meglio per te e il massimo a cui tu possa ambire. Fin quando non ti poni l'ambizione di superare quell'asticella. Un po' come un pesciolino rosso in un acquario, che non ha idea di cosa sia un fiume, un lago, un mare.
Francesco Forciniti
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Forwarded from Pietro Minute (canale)
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Forwarded from RangeloniNews
Oggi mi hanno segnalato di essere stato preso di mira da tal David Puente. Dicono sia un “fact-checker”, ossia uno di quelli che decidono cosa si possa leggere e cosa no su internet.
Mi ha dedicato una specie di articolo su “Open”, che fa parte della International Fact-Checking Network (IFCN), rete finanziata dal Dipartimento di Stato americano, dalla National Endowment for Democracy (NED) e dalla Open Society Foundations di George Soros.
Ovviamente il “fact-Checker indipendente” (dicono che è possibile definirsi indipendenti solo se lavori per gli interessi di Soros, mentre se il tuo lavoro non collima con le loro idee diventi automaticamente “propagandista”) come prima cosa, mi ha accusato di “diffondere diverse narrazioni false riconducibili alla propaganda del Cremlino sul conflitto in Ucraina, in particolare su quanto accaduto nel Donbass e a Odessa”.
Mi viene contestato un collage di post e considerazioni (mie e di terzi) su Facebook, facendone un minestrone.
Puente, come un vero tuttologo, vedendo solo ciò che vuole, afferma che “sul Donbass viene proposta la narrazione del Cremlino senza specificare come era realmente iniziato il conflitto” (Se qualcuno ha idea di come fargli recapitare il mio libro “Donbass, le mie cronache di guerra”, forse potrebbe scoprire qualcosa di nuovo anche sulle origini del conflitto).
Nel suo “debunking” tutto ciò che accade è colpa della propaganda russa. Ad esempio, nel 2014, a Kiev “non ci fu alcun colpo di Stato”. Secondo Puente “si è trattato di una rivoluzione” dove il “popolo ucraino” si era sollevato “in modo civile contro il governo di Viktor Janukovyč. I 42 morti del 2 maggio ad Odessa? Furono una conseguenza della “propaganda russa”, mica dell’assalto dei sostenitori del Maidan.
Inoltre i miei dati biografici vengono presi dal dossier zeppo di insinuazioni ed errori dei loro “colleghi” di RSF, senza prendersi la briga di approfondire o ricercare la verità alla fonte (magari facendomi qualche domanda).
Parallelamente, ieri, su Facebook mi è giunta una notifica legata ad un post del 2016 sulla strage di Odessa, in cui i fact-checker “indipendenti” di Open, basandosi su un’interpretazione di alcuni passaggi della sentenza della CEDU del marzo 2025, sostengono che contenga “notizie false” e per questa ragione i miei post “potrebbero essere spostati più in basso nella sezione notizie, in modo che sia meno probabile che gli altri li vedano”.
Mi ha dedicato una specie di articolo su “Open”, che fa parte della International Fact-Checking Network (IFCN), rete finanziata dal Dipartimento di Stato americano, dalla National Endowment for Democracy (NED) e dalla Open Society Foundations di George Soros.
Ovviamente il “fact-Checker indipendente” (dicono che è possibile definirsi indipendenti solo se lavori per gli interessi di Soros, mentre se il tuo lavoro non collima con le loro idee diventi automaticamente “propagandista”) come prima cosa, mi ha accusato di “diffondere diverse narrazioni false riconducibili alla propaganda del Cremlino sul conflitto in Ucraina, in particolare su quanto accaduto nel Donbass e a Odessa”.
Mi viene contestato un collage di post e considerazioni (mie e di terzi) su Facebook, facendone un minestrone.
Puente, come un vero tuttologo, vedendo solo ciò che vuole, afferma che “sul Donbass viene proposta la narrazione del Cremlino senza specificare come era realmente iniziato il conflitto” (Se qualcuno ha idea di come fargli recapitare il mio libro “Donbass, le mie cronache di guerra”, forse potrebbe scoprire qualcosa di nuovo anche sulle origini del conflitto).
Nel suo “debunking” tutto ciò che accade è colpa della propaganda russa. Ad esempio, nel 2014, a Kiev “non ci fu alcun colpo di Stato”. Secondo Puente “si è trattato di una rivoluzione” dove il “popolo ucraino” si era sollevato “in modo civile contro il governo di Viktor Janukovyč. I 42 morti del 2 maggio ad Odessa? Furono una conseguenza della “propaganda russa”, mica dell’assalto dei sostenitori del Maidan.
Inoltre i miei dati biografici vengono presi dal dossier zeppo di insinuazioni ed errori dei loro “colleghi” di RSF, senza prendersi la briga di approfondire o ricercare la verità alla fonte (magari facendomi qualche domanda).
Parallelamente, ieri, su Facebook mi è giunta una notifica legata ad un post del 2016 sulla strage di Odessa, in cui i fact-checker “indipendenti” di Open, basandosi su un’interpretazione di alcuni passaggi della sentenza della CEDU del marzo 2025, sostengono che contenga “notizie false” e per questa ragione i miei post “potrebbero essere spostati più in basso nella sezione notizie, in modo che sia meno probabile che gli altri li vedano”.
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Forwarded from Libertà e democrazia
⚠️ MONOLATRISMO EBRAICO
Francesco Centineo
◾️ Per chiunque, tranne gli ebrei, si dichiari monoteista non può che esistere un solo Dio che è Padre di tutti gli uomini bianchi, neri, gialli o rossi che essi siano poco importa ed ancor meno per i cristiani ed i mussulmani importa che religione tali uomini seguano, potranno essere peccatori, pagani, idolatri ma saranno sempre e comunque figli di Dio.
◾️ Ragionando in tal guisa, ovvero, con criterio e logica, possiamo notare senza ricorrere a speculazioni filosofiche o teologiche, e senza dover citare i saggi e l’accademia che gli ebrei tutto sono tranne che monoteisti.
◾️Per gli ebrei, il loro dio, è solo loro, è venuto solo per loro, ha dettato legge solo a loro e sono solo loro i destinatari della sua attenzione e della sua premura. Tutti gli altri uomini sono gohim (animali paranti).
◾️ Ma come mai il popolo d’Israele, un popolo santo, un popolo di profeti, un popolo che migliaia di anni fa era stato guidato sulla retta Via poi l’ha smarrita ed è decaduto così in basso? La spiegazione la diede San Paolo, un ebreo, ed uno dei più importanti padri della Chiesa che nella sua Epistola agli Ebrei al V,11 scriveva: «Abbiamo molte cosa da dire perché siete diventati lenti a capire».
◾️ Che cosa intendeva dire San Paolo ai suoi fratelli ebrei? Che il profeta Emmanuel che tanto aspettavano era ormai giunto (Cristo) e che era arrivata l’ora di convertirsi al Cristianesimo ed alla civiltà.
◾️ Purtroppo gli ebrei non hanno compreso e sono rimasti ad adorare un piccolo demiurgo violento e geloso che li ha spinti così in basso da ritenersi «differenti» dal resto dell’umanità... Prosegue su SFERO
Articolo integrale
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Francesco Centineo
◾️ Per chiunque, tranne gli ebrei, si dichiari monoteista non può che esistere un solo Dio che è Padre di tutti gli uomini bianchi, neri, gialli o rossi che essi siano poco importa ed ancor meno per i cristiani ed i mussulmani importa che religione tali uomini seguano, potranno essere peccatori, pagani, idolatri ma saranno sempre e comunque figli di Dio.
◾️ Ragionando in tal guisa, ovvero, con criterio e logica, possiamo notare senza ricorrere a speculazioni filosofiche o teologiche, e senza dover citare i saggi e l’accademia che gli ebrei tutto sono tranne che monoteisti.
◾️Per gli ebrei, il loro dio, è solo loro, è venuto solo per loro, ha dettato legge solo a loro e sono solo loro i destinatari della sua attenzione e della sua premura. Tutti gli altri uomini sono gohim (animali paranti).
◾️ Ma come mai il popolo d’Israele, un popolo santo, un popolo di profeti, un popolo che migliaia di anni fa era stato guidato sulla retta Via poi l’ha smarrita ed è decaduto così in basso? La spiegazione la diede San Paolo, un ebreo, ed uno dei più importanti padri della Chiesa che nella sua Epistola agli Ebrei al V,11 scriveva: «Abbiamo molte cosa da dire perché siete diventati lenti a capire».
◾️ Che cosa intendeva dire San Paolo ai suoi fratelli ebrei? Che il profeta Emmanuel che tanto aspettavano era ormai giunto (Cristo) e che era arrivata l’ora di convertirsi al Cristianesimo ed alla civiltà.
◾️ Purtroppo gli ebrei non hanno compreso e sono rimasti ad adorare un piccolo demiurgo violento e geloso che li ha spinti così in basso da ritenersi «differenti» dal resto dell’umanità... Prosegue su SFERO
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Sfero
MONOLATRISMO EBRAICO · Sfero
Molti si scandalizzano della ferocia con cui gli ebrei rivendicano il loro «diritto» (legge del ritorno) a costituirsi in uno Stato-nazione di loro esclusiva proprietà in quanto ciò sarebbe stato stabilito da Dio e ancor più spesso i cristiani s’interrogano…
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Forwarded from Martina Pastorelli
Il presidente Macron sarebbe in contatto con alcuni cardinali francesi “per sbarrare la strada alla candidatura di Robert Sarah”.
Il papabile guineano “incarna una fedeltà senza compromessi all'insegnamento tradizionale della Chiesa, che disturba ambienti influenti, sia ecclesiastici che politici.”
👉 https://tribunechretienne.com/le-president-macron-veut-il-barrer-la-route-de-la-papaute-au-cardinal-sarah/
Il papabile guineano “incarna una fedeltà senza compromessi all'insegnamento tradizionale della Chiesa, che disturba ambienti influenti, sia ecclesiastici che politici.”
👉 https://tribunechretienne.com/le-president-macron-veut-il-barrer-la-route-de-la-papaute-au-cardinal-sarah/
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Media is too big
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Quando le armi della diplomazia tacciono per lasciare posto alle armi da fuoco, la Diserzione sembra l'ultima ratio per mantenere la pace...
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